Words on fire

Icarus

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    Sono nella merda. La scuola è appena cominciata ed io sono già riuscita a combinare disastri! Mi farei l'applauso da sola se non fosse una prospettiva ridicola, nonché una perdita di tempo che non posso permettermi. E' da più di un'ora che rovisto nella mia stanza alla ricerca degli appunti di Ruben, ma non ne trovo la minima traccia. Puff, spariti! Dissolti nel nulla - e non mi stupirei se fosse opera di qualche coglione o stronzetta che aveva voglia di darmi fastidio. Erano importanti, mi servivano per cercare di concludere qualcosa di buono, qualcosa che rendesse fiero Ruben e magari anche i miei genitori! Ed invece li deluderò tutti, per l'ennesima volta, perché... Cazzo, senza gli appunti del mio bambino mi sento persa. Fingo di avere un'autostima senza eguali, ma la verità è che se non ho l'appoggio delle persone che amo mi sento come un insettino minuscolo pronto ad essere schiacciato alla prima occasione dal resto del mondo. Che posso farci se certi argomenti da psicopatici proprio non mi entrano in testa? Ho dei principi io e calpestarli per sperimentare maledizioni sui miei compagni di classe, per quanto siano odiosi, urta il mio sistema nervoso, al punto che il mio cervello si chiude automaticamente dicendo "No, spiacente, da qui in poi non si memorizza più niente". Me lo sento, li deluderò tutti. Quanto mi odio per questo.

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    Sto elaborando nella mente le più disparate delle scuse per dimezzare la mia colpa o ridurla anche semplicemente di un pochino, per non essere troppo pretenziosa con me stessa. Potrei dire a Ruben che quella vipera della Haugen me li ha stracciati? ...No, avrei potuto sistemarli. Magari che la sua amichetta coi capelli bianchi li ha bruciati! ...No, non mi convince. Non posso dare la colpa agli altri per un mio errore. Perché lo è, sono stata io a distrarmi, ne sono certa, ed è questo che mi manda in bestia. Che imbecille. "Odio questa scuola." Borbotto scocciata, girando su me stessa in preda allo sconforto. Lo faccio fino a quando non scorgo una faccia familiare venir fuori dal dormitorio maschile. Forse ho un'idea! Un'idea ridicola che potrebbe farmi fare la figura dell'idiota, ma a questo punto mi conviene tentare il tutto per tutto. Quindi cerco di darmi un contegno, risistemandomi i vestiti e smettendo di mangiucchiarmi le dita delle mani come se fossero dei cracker al formaggio, prima di avanzare verso il ragazzo che ho ripetutamente visto a lezione sin dal primo anno ed a cui non ho mai rivolto la parola per disinteresse. Fino ad ora, perlomeno. "Eeeeehi, amico!" Pessimo approccio, ma non so fare di meglio. "Yo, mi chiedevo se potessi darmi una mano con Arti Oscure! Ho perso gli appunti dell'ultima lezione..." Più convincente, Press. Più vittima. "Cioè, a dire il vero me li hanno rubati e poi li hanno incendiati! Davanti ai miei occhi... E' stato tragico." Un pò meno drammatica! "Erano in tre! Tre contro uno, assurdo vero? Eh..." Meglio andare al dunque prima di peggiorare la situazione. "Ok, comunque, a parte la mia storia strappalacrime... Mi chiiiiedeeevo... Non è che magari puoi prestarmi i tuoi?" Vai di parlantina e ce l'hai in pugno, assicurato! "Faccio una copia veloce e ho finito, giuro, non ti dò altro fastidio. Certo, chiaramente ti ripagherò eh, puoi chiedermi quello che vuoi, fratello! Ma si, se potessi aiutarmi adesso te ne sarei super riconoscente!" O forse no.

     
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    Sei tornato tra quelle mura con la convinzione di trovare tutto com'era un tempo, di trovare un luogo che potesse ancora darti quel senso di protezione. Ma forse, in quel castello, l'unico ad essere cambiato sei proprio tu. Ti aggiri spaesato tra i corridoi con quell'aria da uomo forte che tanto ti caratterizza. Hai bisogno di sfuggire alla realtà, almeno per qualche minuto e così ti muovi verso i sotterranei affinché nessuno possa scoprirti. Brami quella sigaretta da quattro lezioni ormai, così, ti accasci contro il muro e l'accendi portandola alle labbra. Dopo il primo tiro senti già la testa più leggera, libera da tutti quei pensieri che continuano a darti il tormento ininterrottamente. Chiudi gli occhi e inspiri, sai che è sbagliato ma è l'unico modo che conosci per mettere a tacere la tua mente. Spegni la canna quando senti dei passi farsi più vicini, allora ti rialzi e fingi che non sia mai successo niente. Ti muovi con riluttanza verso quei passi e, alla fine, noti una ragazza. La conosci, si chiama Pressley e frequenta il tuo stesso anno. Non hai mai avuto l'occasione, la voglia di interagire con lei. Con un cenno del capo la saluti.
    Sembra aver bisogno del tuo aiuto per degli appunti che ha perso. Perché mai qualcuno dovrebbe aver bisogno del tuo aiuto? "Non mi sono mai piaciute le persone che facevano le vittime della situazione." Commenti senza un filo di emozione nella tua voce, interrompendo il suo racconto. Guardi la ragazza dall'alto e aspetti che finisca di parlare per poi prendere una decisione. "Dammi una buona ragione perché dovrei aiutarti." Commenti continuando a fissare la ragazza. Perché dovresti aiutarla? Non la conosci, non vi siete mai rivolti la parola. "Non hai degli amici a cui chiedere aiuto?" Le chiedi riflettendo sulla sua proposta finale, ti ha detto che le puoi chiedere quello che vuoi. Pensaci.
     
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    A quanto pare ho totalmente sbagliato approccio col ragazzone in questione. Non che mi aspettassi di trovare uno studente che non si rivelasse essere un pezzo di merda - o forse ci ho sperato un pochino? - qui dentro, però la franchezza con cui si prendono la briga di rispondere a tono a me piuttosto che fingere gentilezza e soddisfarmi almeno davanti alla faccia per poi lanciarmi maledizioni ed imprecazioni mentali o alle spalle sta cominciando a diventare un peso. "Ugh, non ti scaldare, tesorino, stavo solo..." Dovrei mordermi la lingua. Normalmente non mi farei alcun problema a rispondergli a tono, schioccargli le dita dritte sulla faccia e lasciarlo in tronco con qualche frase ad effetto - o una ginocchiata tra le gambe, nei casi più estremi - ma qui stiamo parlando di un bene maggiore di doppia valenza: il rispetto della volontà di Ruben che non vuole sapere di me che picchio la gente - anche se questo tizio lo meriterebbe senza troppi "se" e "ma" - ed il recupero di quegli appunti che mi salvino dal rivelarmi sempre l'ennesima delusione nei suoi confronti. Non è che mi abbia mai fatto pesare la cosa, anzi a volte è fin troppo accomodante coi miei ragionamenti da testa di cazzo, ma è più una cosa personale, no? Una soddisfazione che riservo a lui ma che, di riflesso, faccia sentire meglio anche me stessa. Sono meccanismi strani, ma mi ci affido costantemente e fino ad ora ha funzionato, perciò... Whatever. "Ma mi hai sentito? Ti ripago, ho detto! Tutto quello che vuoi..." Mi conviene davvero rischiare così tanto? ...Ma si! In fondo se continua a trattarmi da schifo o scopro che i suoi appunti fanno anche più schifo di questa conversazione, posso tirarmi indietro senza problemi. Non mi ucciderà mica per questa eventualità, no? ...No, preferisco non rispondermi da sola. "Cioè, si, voglio dire... Ti passo altri appunti, ti passo i compiti di Veleni, ti suggerisco le risposte al prossimo test... Oh, beh, no! Dimentica l'ultima parte, non sono un granché con le verifiche." Senza il supporto di Ruben non vado poi molto lontano. Certo, me la cavo grazie ai suoi insegnamenti, ma non è un risultato soddisfacente per offrirsi di far copiare un'altra persona. Le rischierei seriamente le botte a quel punto e forse non potrei neanche biasimarlo. Insomma, chi dà suggerimenti sbagliati dovrebbe essere sbattuto in prigione! ...Ok, forse no, ma è comunque un brutto affare. "Beh, non per fare la vittima, ma se li avessi avrei chiesto a loro, mh?" Sento di stare per peggiorare la situazione. "Dannazione, non sei poi così sveglio come pensi eh!" Chiaramente non me la sto cavando alla grande. Il mio problema è che continuano ad esserci due parti di me che lottano dentro il mio corpicino da guerriera: una che ha necessità di recuperare quegli appunti e l'altra che vorrebbe solo trovare una sedia da spaccargli dritto sulla testa. Mi tocca soccombere e ridurmi alle dimensioni di un piccolo vermiciattolo, nella speranza di convincerlo finalmente a darmi una mano. "Ok, fratello, ascolta... Non voglio problemi, mh? Dimmi cosa vuoi in cambio e lo avrai. Tutto quello che ti pare, tranne la grana che di quella non ne ho. Avanti, parla." Cosa non si fa per amore dell'amicizia!



    Edited by ëverleigh’ - 26/9/2019, 01:37
     
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    Continui a guardarla con diffidenza, come se non ti toccasse per niente il fatto che abbia un problema. Nessuno si è mai preoccupato di aiutarti quando ne avevi bisogno e, allora, perché dovresti farlo tu? "Se non te ne sei resa conto, sono calmo." Continui con la tua solita calma apparente. In altre situazioni, l'avresti mandata a quel paese e te ne saresti tornato a farti i cazzi tuoi ma senti che quella ragazza potrebbe tornarti utile. Anche se, vuoi davvero mettere in mezzo ai tuoi casini una ragazzina?
    "Non mi interessano i tuoi soldi o copiare, non sono mica come gli altri esaltati del cazzo che ci sono qui." Odi le persone che ci sono qui, odi il loro modo di comportarsi ma sai che non è colpa loro ma colpa del regime al quale sono sottomessi, te compreso. La cattiveria, le maledizioni, la vendetta non fanno parte del tuo carattere, non sarai mai come loro, come il tuo vecchio, ti sei promesso che saresti stato diverso. E così farai. Continui a non staccarle gli occhi di dosso, pensando quanto ti convenga aiutarla. "Mh? Lo sai che insultandomi, prendendoti gioco di me non migliori la tua situazione?" La tua espressione parla chiaro: ti sta infastidendo il suo comportamento insolente. "Facciamo così." Tagli corto perché non hai altro tempo da perdere, vuoi solo tornare a fumare la tua canna in santa pace. "Ti aiuterò senza chiederti nulla in cambio..." Passi una mano tra i tuoi capelli. "...ma, tieniti pronta perché in futuro potresti servirmi." Le dici senza darle ulteriori informazioni e allunghi la mano per stringere una specie di patto. "Quindi non hai amici, mh? Nemmeno io." Ammetti. "Non mi fido della gente che c'è qui." Continui con una scrollata di spalle.
     
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    Calmo, ha detto? Calmo? E' GELIDO. Non calmo. E' come parlare con una sorta di ghiacciaio che ogni tanto lancia occhiate leggermente più vitali che profumano di sfottò in piena regola da miglia e miglia di distanza. Quando poi si eleva al di sopra degli altri - e no, non umilmente come faccio io che dico di essere nettamente migliore rispetto a quel branco di futuri assassini allucinati che ci sono al castello (controsenso, dite? ...Naah!) - aggiunge l'ultima spennellata di color arroganza da sommare ad un dipinto di concetti troppo negativi per guadagnarsi la mia stima. Eppure continuo ad ascoltarlo, limitandomi a fargli dei versetti ridicoli in eco ad ogni cosa che dice solo e soltanto nella mia testa. Non faccio neanche smorfie, capito? E' il potere della disperazione, suppongo! "No no no no no no no!" Rapida come una macchinetta inceppata, mentre il mio dito va a destra e sinistra in dissenso con altrettanta velocità. "Non ti stavo insultando o prendendo in giro! E' il mio modo di comunicare, capito? Rilaaaassati, fratello! Sono solo parole al vento!" Beh, più o meno. Certo, se continua per questa strada le mie parole diventeranno fatti e probabilmente gli si schiafferanno dritte contro quel visetto da "io sono il re" che si ritrova, contro le sue braccia da "guarda che muscoli che ho" e ogni parte del corpo che i miei pugni - e le mie ginocchia, volendo - possano raggiungere. Mi dò un contegno, per ora, ma non so quanto resisterò ancora. Il mio orgoglio nigga non sopporterà di essere schiacciato ulteriormente per un paio di appunti perduti. Ruben mi perdonerà! ...Spero. "No, davvero? Fratello sei grande!" Una ventata di entusiasmo fin troppo esuberante forse, prima di dover soccombere ad una seconda condizione. "...ma, tieniti pronta perché in futuro potresti servirmi." "Ah!" Beh, si può fare, no? "...Si!" Si, si può fare. "Si si si si! Si-si! Assolutamente, a disposizione! Te l'avevo proposto anch'io, in fondo." Avevo sperato con tutta me stessa che il suo buon cuore lo inducesse ad aiutarmi senza chiedere nulla in cambio - il paese dei balocchi, insomma - ma un favore a lungo termine che sarà mai? Certo, spero non mi chieda di uccidere un coniglietto o brutalità del genere perché glieli faccio ingoiare gli appunti la prossima volta! "Grazie, allora!" Stringo la mano che mi porge, scuotendola energicamente perché non riuscirei a farlo altrimenti. E ok, siamo d'accordo... Ma dove sono i miei appunti adesso, eh? "Oh! Non ne hai?" Chiedo un pò incredula, squadrandolo per qualche secondo. Avrei giurato lui ed il suo caratterino si inserissero perfettamente - o quasi - negli standard di tutta la gentaglia presuntuosa che c'è qui al castello. Forse mi sono sbagliata? O sta fingendo per indurmi a compassione? ...Nah, ha detto che le vittime non gli piacciono. E poi ormai abbiamo stretto una sorta di patto, no? "Ah! Fai bene, sono tutti pazzi qui. Un giorno ti guardano e quello dopo pianificano di scioglierti nell'acido. Sono un pò strambi..." Sollevo le dita, portandole ai lati della mia testa per farle ruotare in maniera esplicativa. "Sai, tipo cucùù-cucùùù." Si è capito, no? Pazzi. "Ad essere sinceri io ce l'ho un amico qui! Ma non starò a spiegarti perché non abbia potuto chiedere il suo aiuto." Chi ci sta qui a raccontargli la storia della mia vita per comprendere tutte le ragioni per cui non avessi voglia di dire chiaramente a Ruben che mi ero persa gli appunti? E' troppo lungo e complicato per discuterne con un quasi sconosciuto. "Oh beh, gli appunti erano i suoi, ecco perché non volevo dirgli di averli persi." Ecco, è un fondo di verità. "Credevo che gli unici due emarginati qui fossimo io e lui, come due pesciolini rossi inseriti in un acquario di piranha, per così dire." E se invece fossimo in tre ad essere pesciolini sperduti?

     
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4 replies since 12/9/2019, 10:19   153 views
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