blood brothers

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    2 ottobre 2027, Nocturn Alley. Abitazione della famiglia Walker.

    Quando apro gli occhi sono già in preda all'agitazione: è il mio compleanno! Beh, nostro a dir la verità, anche se Hades è nato un minuto dopo di me e allo scattare della mezzanotte quindi come dice zio Jack tecnicamente siamo gemelli nati in giorni diversi e per questo ancora più speciali, ma a mamma e papà non sono mai interessate queste cose e quindi ci hanno sempre fatto festeggiare insieme.
    E a me piace dividere la torta con il mio fratellino, anche se a volte litighiamo e vorrei fargli male, ma gli voglio comunque tanto bene. Anche papà e lo zio litigano, soprattutto quando Jack sta via per tanto tempo senza farsi sentire, ma tutte le volte che torna si vede che a papà è mancato. A mamma non tanto, fa sempre delle facce strane quando ci viene a trovare, chissà come mai...
    Esco dal letto e corro a piedi nudi e ancora in pigiama nella camera della mia testa di carota preferita -dopo il mio fortissimo papà, ovviamente- ma lui non c'è, le coperte perfettamente tirate su. Oh, andiamo, abbiamo otto anni! Che bisogno c'è di sistemare la propria stanza quando si è così piccoli?! Io non lo faccio mai! E mamma mi sgrida sempre, ma non importa. Sono un po' arrabbiata con Hades... Non mi ha aspettata, e noi ci aspettiamo sempre. Tiro un calcetto a una piccola pila di libri ai piedi del suo letto, rovesciandola, così impara a scendere prima di me!
    Corro giù per le scale, in cucina sento mamma e papà che parlano, ma non ci faccio troppo caso a quello che dicono, il mio obiettivo è quello di scovare il traditore.
    Ed eccolo lì, seduto sul grosso divano rosso del salotto. Sta mangiando una fetta di torta. La nostra torta.
    Perchè non mi hai aspettata?!
    Lo sgrido ad alta voce mentre cammino a piccoli passi verso di lui, i piccoli pugni serrati.
    Magari hai persino spento le candeline senza di me!
    Sento il tono della voce alzarsi, sono davvero offesa e arrabbiata con lui, questa volta più di tutte le altre e non capisco perchè visto che in passato ci siamo fatti di peggio. Mi sento strana... E quando vedo che nel dolce ci sono pezzi di lampone mi infurio ancora di più. Lo sa benissimo che è il frutto preferito! Lo sa! Perchè non mi ha aspettata?!
    Ogni tanto mamma mi raccontava di quello che sarei diventata un giorno, del grande cambiamento a cui sarei andata incontro. "Diventerai un lupo bellissimo, come me" mi diceva, prima di rimboccarmi le coperte. E la mia mamma è davvero un animale bellissimo, così scuro e potente ed è divertentissimo vederla cacciare con papà mentre corrono dietro ai cervi.
    "Non trattenere mai la tua rabbia" diceva, "Non hai niente di cui vergognarti, quando arriverà il momento lo saprai. Lasciati andare." Ed è quello che faccio. Tutto il fastidio che sento dentro fluisce via. E' uno strano calore che parte dal petto e finisce in ogni singolo arto. E bello, ma fa male.
    Sto cambiando, le braccia si allungano e diventano scure. Sono io quella che sta ringhiando? Mamma e papà hanno smesso di parlare in cucina, ora stanno urlando

    2 ottobre 2035, area boschiva ai confini di Londra.

    Corro. Le zampe si muovono svelte sul terreno erboso, i lunghi artigli graffiano la terra sottostante e mi danno più spinta per muovermi veloce tra gli alberi. La cerva scappa, forse pensa di potercela fare, di riuscire a scappare, ma io sono migliore di lei. Con un balzo le sono addosso, le fauci si chiudono in un lampo sulla sua gola e con uno scatto le rompo le ossa del collo fermando per sempre la sua corsa. Le avrei volentieri strappato la testa di netto, ma papà preferisce ricevere la sua carne integra, così obbedisco.
    Trascino il corpo con me verso il piccolo campo che io e Hades abbiamo costruito per passare la notte, volevamo festeggiare il nostro sedicesimo compleanno cacciando un po' di selvaggina per poi tornare a casa e far decretare dai nostri genitori il vincitore. Testa di carota non è un lupo, purtroppo per lui il dono di mamma è solo per la discendenza femminile, ma nessuno glielo ha mai fatto pesare e lui è sempre stato più intelligente e furbo di me, sopperisce alla mancanza di forza bruta con altro.
    Lui è già al campo, seduto davanti al fuoco e con le mani sporche di sangue, dietro di lui un grosso cervo con un bellissimo paio di corna che starebbero benissimo nel nostro salotto. Appena arrivo abbandono la mia preda accanto a lui e torno velocemente alla mia forma umana. Il mio corpo nudo e pallido è lercio di sangue e terra, quindi mi dirigo al secchio pieno d'acqua per darmi una lavata. Non mi vergogno di mostrarmi in questo modo a lui, è mio fratello, il mio gemello, abbiamo passato tutta la vita insieme e io non sono una donnetta finta per bene che diventa rossa non appena le fanno notare che ha messo in mostra una spalla. Senza contare che siamo cresciuti in mezzo alle esibizioni di nostra madre che lasciavano ben poco all'immaginazione. La nudità in casa Walker non è mai stata tabù.
    Hai preso un bella bestia, ma la mia ha un tesoro nascosto.
    Gli indico la cerva, la pancia lievemente rigonfia ad indicare una gravidanza non ancora allo stadio completo.
    Se il fiuto non m'inganna dovrebbero essercene due al suo interno... Quattro o cinque settimane.
    Annuso l'aria in direzione del quadrupede mentre mi rivesto. Non sono ancora un'esperta come mamma, ma sto imparando. Non ho ancora finito di crescere e non sono ancora grossa e veloce come lei, ma ci arriverò. E poi Ophelia sta invecchiando, prima o poi dovrà passarmi la sua corona da alpha...
    E no, non vale comunque per uno!
    Fermo velocemente mio fratello prima che se ne esca con uno dei suoi commenti intelligenti e noiosi tirandogli un lieve scapellotto sul retro della testa, per poi mettermi a sedere ridacchiando accanto a lui con una bottiglia di whiskey in mano.
    Il fuoco scoppietta allegramente quando lo ravvivo con un bastone, si sta facendo buio e le prime stelle iniziano a spuntare nel cielo. Non c'è bisogno di coprire troppo l'odore delle bestie morte, se anche dovesse arrivare qualcuno io lo sentirei a metri di distanza e conoscendo Hades avrà sicuramente castato qualche incantesimo qua e là per allontanare i curiosi. E se qualche orso, o auror, più furbo di lui e più incazzato di me dovesse superare quelle barriere e provare a farci del male... Beh, diciamo solo che passerò dei gran brutti momenti.
    Mi giro verso mio fratello, in silenzio. Ha uno sguardo serio, e i suoi capelli sono dello stesso colore delle fiamme, gli occhi azzurri riflettono il rosso della brace rendendolo quasi una creatura mistica. Sembra davvero il dio da cui prende il nome... E io gli voglio bene, un affetto quasi impossibile da pronunciare a parole. Lo proteggerò per sempre, e lui lo farà con me. Lo sappiamo entrambi, non c'è bisogno di dirlo ad alta voce, non tra di noi.
    Domani mamma e papà saranno fieri di noi.
    Gli dico sorridendo per poi passargli la bottiglia e tornare a rimirare lo spettacolo di natura che ci circonda, in silenzio. Si, saranno davvero fieri.

    2 ottobre 2049, Nocturn Alley. Interno del pub "Song of the Siren", di proprietà di Persephone Walker.

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    Da quanto sono seduta a questo cazzo di bancone? Non me lo ricordo più. Però qui dentro non c'è più nessuno, ho cacciato persino Leah, la barista con le tette enormi che mi scopo ogni tanto, perchè mi ero rotta i coglioni di avere qualsiasi essere umano intorno e lei stava facendo troppe domande. "Che cos'hai, sembri triste" continuava a ripetere con quella vocina che, in altri ambiti, avrei trovato arrapante, ma che oggi mi risultava solo irritante e vomitevole, così le ho detto di tornare a casa prima di rischiare di beccarsi un pugno su quella bellissima faccia. Non credo l'abbia presa bene, forse non tornerà più... Oh beh, che si fotta. Di donne e bariste che cercano lavoro e vogliono farsi scopare da me ne trovo quante mi pare, lei non era speciale.
    Ho finito due... Forse tre... Bottiglie di whiskey. Da sola. E' difficile ubriacarsi come si deve quando si è un licantropo, ma papà ne sarebbe andato fiero. Non è così, vecchio?
    Con un ringhio lancio via le bottiglie vuote che vanno a spaccarsi con fragore sul pavimento. Vorrei solo correre via, ululare nella notte e uccidere qualcosa per sfogarmi, ma non posso, non adesso. Respiro ed inspiro lentamente finchè non mi calmo. Mio fratello sicuramente sarà qui tra poco e non voglio che si trovi davanti una bestia incontrollabile da legare ad un palo. Ho detto che oggi non avevo voglia di umani intorno, ed è vero, ma Hades è diverso. Lui trascende qualsiasi legame che io abbia mai avuto in questa cazzo di vita, e sarà così per sempre. E' anche per questo che sento che sta per arrivare, senza che si sia dovuto annunciare o chiedere il fottutissimo permesso. Chiamatele pure cose da gemelli, a me non frega un cazzo. E poi non gli avrei mai dato le chiavi di questo posto se non fosse stato il benvenuto, come io ho quelle del suo.
    E' stato un regalo di mamma e papà per i nostri 25 anni: un locale ciascuno per iniziare qualsiasi attività ci andasse e coprire ancora di più il quartiere con il nostro nome e i nostri affari particolari. Io ho aperto un pub, le scommesse clandestine e la ricettazione di denaro sporco sono un must, ma mi occupo anche di omicidi, se ben pagati. Hades fa... Beh, quello fa.
    Già... Proprio un bel regalo. Eravamo così felici, ed ora eccoci qui a trentanni e con i genitori morti in circostanze violente e misteriose. Me lo ha comunicato una lettera di una persona fidata poche ore fa: "Logan e Ophelia sono stati massacrati da qualcuno. A quanto pare gli auror stanno indagando ma non fanno avvicinare nessuno alla casa. Non fare cazzate." Oh, Les, come sei dolce... Come se non sapessi di stare parlando con un'impulsiva testa di cazzo. Per giunta ubriaca e incazzata nera.
    Papà non si sarebbe mai fatto fottere da qualcuno che non conosceva, tutte le volte che iniziava a parlare di affari con qualcuno di nuovo ce lo comunicava, e mamma era ancora forte e in grado di trasformarsi. Li hanno fottuti. E gli auror di merda che girano intorno alla mia casa d'infanzia non mi piacciono neanche un po'. Non so cosa fare. Non riesco a pensare. Mi serve mio fratello.
    Come evocato dai miei pensieri eccolo lì, la mia testa di carota. L'avevo detto che sarebbe venuto, lo sapevo. Mi allungo verso l'altro lato del bancone per prendere una bottiglia di vodka liscia e due bicchieri puliti per poi riempirli e passarne uno al mio gemello.
    Buon compleanno, fratellino.
    Faccio tintinnare i nostri bicchieri per un triste e veloce brindisi e butto giù tutto d'un fiato l'alcool infiammante.
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    Allora... Qual è il tuo piano? Perchè io sto pensando di rimanere seduta qui a bere finchè non mi verrà in mente un piano migliore.
    Mi riempio di nuovo il bicchiere mentre sento una lacrima sfuggirmi dall'occhio sinistro. Mi ero ripromessa di non piangere, che non avrei versato una goccia finchè non avrei vendicato i miei genitori, ma non sono mai stata brava come mamma nel nascondere i miei sentimenti e rimanere impassibile di fronte al fato. Sto per lanciare via l'ennesimo pezzo di vetro e mandarlo in frantumi, ma non lo faccio. Mi concedo qualche secondo per crollare sul petto di mio fratello, le braccia molli lungo i fianchi e la testa sepolta nel suo maglione. Lascio uscire qualche altra lacrima, in silenzio, e poi, così come sono crollata, mi rialzo di botto.
    Fanculo. Attiva quella tua testolina intelligente, dimmi cosa devo fare e andiamo ad ammazzare chiunque abbia osato toccare i nostri genitori.
    Non c'è più tristezza adesso, solo rabbia e decisione, voglia di squartare, fare del male e mettere a buon uso tutto quello che in questi anni i miei due meravigliosi parenti ci hanno insegnato.
    Sarete fieri di noi, per l'ultima volta.
     
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  2. ;Logan.
     
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    2 ottobre 2027, Nocturn Alley. Abitazione della famiglia Walker.

    Succedeva ogni anno. Il giorno del suo compleanno Hades dormiva pochissimo e si svegliava presto, adorava il giorno del suo compleanno, voleva da mangiare fino a sentirsi super pieno e regali a non finire, per poi passare la giornata a giocare con sua sorella o fare i dispetti a Silver, papà gli diceva spesso che poteva tirargli quei ricci ribelli senza alcuuuun problema, che se anche Silver si fosse lamentato lui poteva continuare ed effettivamente era molto divertente.
    Così anche quella mattina si svegliò fin troppo presto e forse stranamente quel giorno era più pimpante del solito, o semplicemente più desideroso, così invece di aspettare un po' a letto che anche Persephone fosse sveglia si alzò, mise le lenzuola a posto per poi passare davanti alla camera di sua sorella. Bussò alcune volte e provò anche a svegliarla urlando da fuori la porta.
    "PEEERS DAAAAI. SVEEEGLIATIII!"
    Solo che i suoi tentativi furono davvero pochi, si stancò presto e scrollò le spalle scendendo le scale che portavano al salone principale trovando la mamma che stava preparando la tavola per loro.
    "CIAO MAMMA!!"
    Dopo i vari saluti Hades andò a svaccarsi sul divano, incrociando le braccia al petto e muovendo le gambe piuttosto agitato, perché sua sorella non era ancora scesa?
    Il tempo era passato e ora la torta era bella che pronta così dato che sua sorella sembrava avere il sonno pesante quel giorno Hades non attese oltre prendendo una fetta, tanto ne avrebbe mangiata anche più di una per cui poteva condividere con lei la seconda.
    Fece giusto in tempo a mandar giù un boccone, poi le urla isteriche di sua sorella sovrastarono ogni cosa.
    "No che non le ho spente! UFFA! Per quelle ti aspetto! Non lo farei mai....cattiva!"
    Guardò male sua sorella, offeso nel sentirsi dire una cosa del genere... si era solo preso un pezzo di torta nell'attesa, niente di grave e lei lo aggrediva così? Hades era un bambino particolare, qualsiasi insulto o accusa che suoi coetanei o adulti gli dicevano non lo sfioravano neanche, ma se era sua sorella a farlo invece non riusciva proprio a ignorarla, anzi lei era in grado di ferirlo più di chiunque altro. Ci teneva troppo, voleva sempre che lei pensasse bene di lui.
    Non riuscì comunque ad aggiungere altro Hades per cercare di spiegarle, perché avvenne ciò che i loro genitori avevano spiegato loro tempo fa...
    Gli occhi di Hades sgranarono terrorizzati, per quanto preparato alla cosa, vederla in prima persona non fu di certo facile e ciò che accade subito dopo nemmeno...

    2 ottobre 2035, area boschiva ai confini di Londra.

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    Non ne aveva mai parlato apertamente, ma suo padre se ne era accorto. Probabilmente perché anche a lui certi pensieri erano affiorati nella mente i primi tempi in cui accompagnava mamma a caccia? Non lo sapeva dire con esattezza Hades, d'altronde suo padre non era di certo tipo che andava a raccontare i suoi attimi di debolezza, fatto stava che le prime volte che era uscito con sua sorella a cacciare si era sentito frustrato, svantaggiato rispetto a un lupo con doti decisamente diverse dalle sue, ma Logan Walker era un gran motivatore e aveva insistito col figlio per fargli apprendere trucchi e strategie per rivaleggiare alla pari.
    Non che gli avessero mai fatto pesare la sua condizione in realtà, anzi, però era normale per un ragazzino sentirsi sopraffatto dalla sua pazza sorella. La sua piccola pazza, di tanto in tanto gli piaceva chiamarla così, d'altronde a lui era andata un po' peggio con Testa di carota.
    Piccola pazza non era stato scelto a caso, era nato dopo la sua prima trasformazione che gli aveva fatto dono di tre graffi belli lunghi sul viso... Chiaramente da piccolino in un primo momento ne era uscito piuttosto spaventato, ma ora erano cicatrici che portava con molta fierezza e fascino. Non negava che gran parte delle ragazze con cui ci aveva provato se si interessavano a lui era anche per le cicatrici.
    E così anche quel compleanno erano finiti con l'andare a caccia, ma stavolta c'era una gara in corso e Hades non aveva di certo intenzione di farsi battere, gli piacevano le sfide, gli piaceva mettersi alla prova e quindi mettere in pratica gli insegnamenti di papà... in questo campo, dato il suo essere solo un umano, era logico seguire le direttive di Logan. C'era altro tempo e luogo per mettere in atto ciò che aveva imparato da mamma.
    Arrivò per primo al campo improvvisato che avevano messo su assieme. Arrivò trascinando con tutta la forza che aveva un cervo con delle corna bellissime, era soprattutto per quelle che in realtà lo aveva puntato e aveva fatto parecchia attenzione a non danneggiarle un minimo, erano il suo trofeo.
    Si sedette soddisfatto davanti al fuoco guardandosi le mani insanguinate, per poi riscaldarsi un po' in attesa di sua sorella che non tardò di certo con la sua preda tra le fauci. Hades aveva imparato che quando Persephone era trasformata di non abbassare mai lo sguardo, puntava sempre i suoi occhi sui suoi mostrando sempre di non aver timore, per quanto fosse in grado di controllarsi sempre meglio col passare del tempo Hades sapeva di avere comunque a che fare con un animale, mai abbassare lo sguardo con nessuno. Nemmeno con la propria famiglia.
    Scostò lo sguardo solo quando lei tornò in forma umana, ma non per pudore o che, non gliene fregava niente di vederla nuda, tanto ormai era abituato con sua madre e il suo essere per niente pudica.
    Quando sua sorella parlò Hades alzò un angolo della bocca soddisfatto per poi spostare gli occhi sulla sua preda con sorpresa.
    Stava immediatamente per contrattaccare dicendole ciò che pensava, ma lei lo anticipò sul tempo tirandogli pure uno scappellotto dietro la testa.
    Si mise a ridere godendosi quel compleanno con gioia e divertimento.
    "Vale eccome comunque per uno, mica hai dovuto combattere contro di loro."
    Hades ragionava in modo diverso dalla sorella a volte, non per niente finivano a litigare, fatto stava che il numero delle prede per il rosso non dipendeva da quante se ne trovavano, ma da quante si sconfiggevano.
    Anche il silenzio era piacevole però, sentiva lo scoppiettare delle fiamme, il rumore del vento tra gli alberi... gli piaceva la sua vita, certo a volte era complicata, per quanto non dubitasse dell'affetto che i loro genitori avevano nei loro confronti, era però consapevole del fatto che fossero i genitori più pretenziosi e cagacazzo sulla faccia della terra. Se non fosse per la presenza di sua sorella probabilmente avrebbe avuta una vita decisamente più difficile.
    Amava i suoi genitori ovviamente, ma era severi e pretenziosi su parecchie cose.
    Domani mamma e papà saranno fieri di noi.
    "Come minimo, cazzo."
    E così si prese dalle mani della sorella la bottiglia di whisky sorseggiandolo con gusto.

    2 ottobre 2049, Nocturn Alley. Interno del pub "Song of the Siren", di proprietà di Persephone Walker.

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    Hades era seduto su uno sgabello nel retro del suo locale. Un locale che i suoi genitori gli avevano regalato al compimento dei 25 anni, uno per lui e uno per Persephone. Sua sorella aveva scelto di farlo diventare un pub quasi a seguire la tradizione di famiglia, in cui fare scommesse, ricettazioni varie... lui aveva optato per altro, così da avere varietà. Il suo era diventato un negozio di articoli...particolari, era come se avesse preso in eredità Magie Sinister per poi trasformarlo nel suo personalissimo negozio di contrabbando di merci di ogni sorta, pressoché oggetti maledetti, pergamene perdute, tomi antichi, ingredienti per pozioni non propriamente legali...e tanto altro. Era affascinato da questo mondo oscuro e curioso, infatti zio Jack era uno dei clienti preferiti, se non anche uno dei migliori nel procurargli merce da ogni parte del mondo per rivenderla.
    Adorava il suo "Suspiria", aveva scelto di dargli questo nome dal titolo del romanzo del 1845 "Suspiria De Profundis", ovvero sospiri dal profondo... accurato come nome.
    Amava il suo negozio, ma quel giorno fu teatro di una delle notizie peggiori che avrebbe mai potuto ricevere. Less, quel vecchio bastardo non moriva mai, gli aveva spedito una lettera che lo informava sulla morte dei suoi genitori. A detta sua uccisi con particolare violenza.
    Non fu arduo per Hades immaginare che non fosse una morta casuale, bensì molto personale.
    In un primo momento cercò di ragionarci a mente fredda, come se stesse logicamente risolvendo un mistero da risolvere, ma quello stato d'animo durò davvero poco.
    Un urlo carico di rabbia e dolore si propagò per quella stanza inondandolo di una forza che raramente usufruiva. Si alzò in piedi e prese a calci quello sgabello, ruppe una cassa di legno contenente alcuni ingredienti, spaccò alcune bottiglie che aveva li per bere ogni tanto...
    Non riusciva a darsi una calmata.
    Solo il pensiero della sua piccola pazza riuscì a placare la sua improvvisa follia, doveva vederla, nella lettera Less gli aveva scritto che aveva avvisato anche lei e se non fosse subito corso da Persephone era molto probabile che sarebbe partita in quarta facendosi magari uccidere.
    La sola idea gli fece sgranare gli occhi, come avrebbe potuto sopravvivere senza di lei?
    Dunque prese la giacca e uscì dal suo negozio chiudendolo per bene per recarsi velocemente al "Song of the siren", a quest'ora poteva essere solo li...e infatti la trovò..ancora viva, stava bene. Fece un respiro profondo mettendosi di fianco a lei in assoluto silenzio. Non riusciva a parlare...non subito, si era limitato a lanciare solo uno sguardo, carico di una furia vista davvero poche volte sul suo volto.
    ....Ah già, era il loro compleanno.
    Si limitò ad alzare il bicchiere e mandò giù quel liquido infiammante tutto d'un fiato ascoltando le parole di sua sorella. Già lui era quello dei piani, peccato che ora non ne aveva la più pallida idea. Come poteva ragionare a mante lucida e organizzare un piano decente? Come poteva reggere per tutti e due? Strinse una mano in un pugno digrignando i denti per poi rilassarsi brevemente quando sua sorella si appoggiò a lui facendo uscire lacrime che nessuno doveva osare farle versare.
    Rimase ancora in silenzio lasciandole tutto il tempo che voleva, le strinse un braccio appoggiando la fronte contro i suoi capelli chiudendo per poco gli occhi fino a quando non fu lei stessa a rialzarsi.
    Fece un respiro profondo prima di rispondere finalmente.
    "Ma quale cazzo di piano... sto impazzendo. Non so nemmeno chi potrebbe essere, non so cosa fare... noi...io voglio vederli, voglio tornare a casa."
    Già, alla fine questo era il grande piano di Hades Walker, superare la sorveglianza degli auror per entrare nella loro casa, vedere i corpi dei loro genitori e indagare per conto loro.
    "Uccidiamo gli auror piuttosto, non me ne frega un cazzo."
    Stava perdendo il senno e nemmeno se ne era reso del tutto conto, fare una cosa del genere li avrebbe condannati a vita, sarebbero diventati bersagli troppo importanti e lucidamente lo avrebbe saputo subito Hades...
    Sbatté entrambi i pugni su quel bancone facendosi scappare un altro grido sgranando gli occhi. Questo Hades era davvero raro da vedere, era capitato in passato, per altri motivi ovviamente... come poteva darsi una calmata?


     
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    Non era per niente bello assistere a quello spettacolo: mio fratello, il mio intelligentissimo e stoico gemello, ridotto a un essere rabbioso, urlante e, soprattutto, senza la minima idea sul da farsi. Lo squadro in silenzio, preoccupata e allo stesso tempo doppiamente furiosa con chiunque abbia osato spezzarlo in questo modo. Hades aveva ereditato da mamma la tendenza a nascondere i propri veri pensieri e sentimenti, cosa che aveva sempre fatto incazzare papà, ma a differenza sua il mio fratellino non aveva mai imparato a lasciarsi scivolare via la rabbia in determinate occasioni, preferendo imbottigliarla via e poi esplodere quando succedeva qualcosa di veramente grave. Era raro vederlo in questo stato, e sicuramente non era mai bello.
    Ehi, ehi...
    Gli prendo i pugni dolcemente, per poi girarlo verso di me e fare in modo che mi guardi. Le tre lunghe cicatrici che gli coprono un lato del volto e la luce che gli scorgo negli occhi lo fanno risultare ancora più minaccioso, forse anche più di nostro padre. Logan Walker era sempre stato un uomo enorme e forzuto in grado di incutere timore con lo sguardo, suo figlio invece era rimasto un po' più minuto, ma non per questo meno letale. Hades è il pericolo che ti sorprende dietro l'angolo, quando stai tornando a casa durante una soleggiata giornata estiva e sei così felice che senti quasi scoppiarti il cuore in petto. Lui è il cianuro nel tuo caffè mattutino, io un'intera flotta di fottutissimi vichinghi. Ma non adesso, non quando è così sconvolto, e a me serve al pieno delle sue facoltà mentali.
    Passo le dita sul lato sfigurato del suo volto, in quella che dovrebbe essere una carezza... Ricordo ancora i tremendi sensi di colpa e tristezza che provai una volta tornata normale dopo la mia prima trasformazione, non avrei mai voluto fargli del male, avevo persino paura che non mi avrebbe parlato mai più, ma fortunatamente non andò così. Dopo la paura iniziale se ne andò in giro fiero di quelle cicatrici, e durante l'adolescenza fecero scopare entrambi parecchio: quando lui aveva finito con una ragazza, e dopo essermi premurata che per lei non provasse niente, solitamente mi facevo avanti io e, se ero fortunata, la tipa in questione non si mostrava mai contraria allo sperimentare con una donna.
    Faccio scorrere la mano dietro la sua nuca per fargli abbassare la testa e poggiare la fronte contro la mia.
    Siamo insieme adesso, andrà tutto bene. Te lo prometto.
    Questo lato di me, dolce e protettivo, è uscito davvero poche volte nella mia vita, ma c'entrava sempre lui. Credo sia per la mia natura animale e il suo essere nato dopo di me: l'alfa protegge sempre i più piccoli del branco e cerca di farli vivere al meglio, a qualsiasi costo. Non che io consideri Hades un debole inetto, ci mancherebbe altro, ma anche mamma, nonostante il suo carattere egocentrico, con noi si comportava così. E' il brutto, o il bello, di avere un lupo che ti scorre nell'anima.
    Resto qualche secondo in silenzio per poi lasciarlo andare e versarci un altro bicchiere di vodka ciascuno. Persino io, nella mia rabbia e impulsività, sono in grado di capire che uccidere degli auror non è per niente saggio, finiremo solo in casini parecchio più grossi e non ho voglia di mandare a puttane la mia vita per un errore del genere.
    Non possiamo far fuori quei ficcanaso, lo sai benissimo anche tu. Per quanto l'idea di veder scorrere del sangue mi alletti parecchio...
    Butto giù l'alcool in un sol sorso mentre penso ai cadaveri martoriati dei nostri genitori in compagnia di quegli stupidi uomini del ministero. Il fantasma di papà si starà rivoltando su stesso al pensiero di quei maledetti in casa sua che frugano tra le sue cose.
    Però possiamo mandarli via in un altro modo. Il solito diversivo.
    Gli lancio un'occhiata d'intesa, visto che non è la prima volta che utilizziamo il metodo che ci ha insegnato la mamma. Se c'è una cosa che ho imparato bene da lei è il saper mentire spudoratamente per raggiungere i miei scopi e senza far destare sospetti e, ovviamente, come utilizzare la bellezza a mio favore. Ho fottuto non ricordo più quanti uomini utilizzando questo metodo, sia da sola che con mio fratello: io li distraevo mentre lui, alle loro spalle, gli rubava qualsiasi cosa dalle tasche.
    Facciamo così: torna al Suspiria, sbattiti dell'acqua fredda sulla faccia e cerca tra i tuoi oggettini se c'è qualcosa che possa fare al caso nostro. Ci vediamo tra dieci minuti nel vicolo davanti casa dei nostri genitori, se nel frattempo ti sarà venuto in mente un piano migliore, cosa che non dubito affatto perchè sei fottutamente più intelligente di me, allora sarò tutta orecchie.
    Cerco di farlo sentire meglio come posso, di infondergli sicurezza e in cuor mio spero di aver fatto un buon lavoro mentre lo vedo sgusciare via dal mio locale per tornarsene nel suo negozietto oscuro. Io nel frattempo mi do da fare per presentarmi al meglio. Mi alzo dallo sgabello e tiro fuori la bacchetta puntandomela addosso, lentamente i miei vestiti iniziano a cambiare intorno al mio corpo passando da jeans sgualciti e t-shirt a un ben più pregevole vestito corto e scarpe col tacco. Sono sempre stata portata per la trasfigurazione, da piccola zio Jack cercava sempre di farmi trasformare il gipeto di papà in un ombrello anche se a me Nemesi stava parecchio simpatica, povera piccola... Mio padre invece ha sempre voluto che imparassi qualche trucchetto da occlumante perchè "Sia mai che qualche pezzo di merda decida di trasformare mia figlia nel suo animale da caccia", ed effettivamente come dargli torto? Mamma era una babbana, quindi incapace di proteggersi in questo senso, ma non si è mai sentita da meno per questo, anzi, girava per le strade a testa alta e col sorriso sulle labbra.
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    Chissà quanto sarebbe felice di vedermi vestita così, ha sempre odiato il mio stile da "maschiaccia lesbica" come lo chiamava lei, e il fatto che io sia diventata alta come suo marito di certo non aiutava perchè "le donne più fini sono in versione pocket". Ah, mamma, ti ho sempre voluto bene, ma a volte rompevi proprio il cazzo...
    Mi do un'ultima sistemata spalmandomi sulle labbra una buona dose di rossetto, butto giù l'ultimo sorso di vodka e poi mi smaterializzo nel luogo d'incontro stabilito. Hades è già lì ad attendermi, deve essersi schiarito le idee più in fretta del previsto e se è così la cosa mi rende assai felice. Ho bisogno della mia testa di carota.
    Allora fratellino, cosa vuoi fare? Perchè questi tacchi di merda mi stanno già uccidendo e vorrei entrare il prima possibile.
     
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  4. ;Logan.
     
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    Sentiva il sangue nelle vene ribollire come se da un momento all'altro dovesse esplodere. La vista era annebbiata, Hades non riusciva a ritrovare la via della razionalità, di quella logica alla quale si attaccava spesso per poi lasciarla andare solo quando le cose erano andate perfettamente come lui aveva escogitato. Non era un uomo che viveva unicamente di ragione, ma era conscio del fatto che era essenziale in vista di un divertimento successivamente più appagante...
    Poi c'erano momenti come questi, in cui una furia cieca riusciva a impossessarsi del suo corpo come se un demone dovesse risvegliarsi a fare una strage, difficile da contenere... difficile perché in quelle condizioni Hades non voleva trattenersi...
    Servivano le mani gentili di sua sorella, il suo tocco personale che concedeva a pochi eletti per fari ritornare Hades sulla giusta strada che serviva in quel frangente. Avrebbe poi avuto modo di far uscire quell'ira. Al momento giusto e con la persona giusta.
    Così assecondò i movimenti della sorella, dopo quella carezza appoggiò la fronte contro la sua facendo respiri profondi, sentiva il petto alzarsi ed abbassarsi vistosamente, ma ciò lo stava aiutando, almeno un po'.
    "Se fossi morta anche tu...io..."
    Non concluse la frase, probabilmente Persephone aveva capito da sé che cosa volesse dire, Hades era certo che se avesse perso lei sarebbe caduto il suo intero mondo senza probabilmente la possibilità di ricostruirlo come si doveva.
    Ovviamente stava soffrendo come non mai per la morte dei suoi genitori, ma lei veniva comunque prima.
    Quei secondi di silenzio furono utili comunque, non poteva dire di stare bene, ma forse faceva parte del suo carattere, forse era una sua sorta di superpotere ma quando si staccarono e ritornarono rivolti verso il bancone il volto di Hades perse quei tratti sofferenti e rabbiosi, tutto doveva essere rinchiuso in quello scrigno.. uno scrigno che ora era un po' ammaccato, ma sigillato.
    Dunque ascoltò le parole della sorella consapevole di quanto fossero giuste, dovevano entrare in casa senza creare scompiglio o attirare troppo l'attenzione su di loro. Erano abili nei diversivi, soprattutto quando lavoravano in squadra.
    "Lascia fare a me."
    Detto ciò non perse altro tempo andandosene prima che potesse sprofondare di nuovo nell'ira. Odiava perdere il controllo in quel modo, non avere il controllo su di sé era destabilizzante e suo padre alle volte non lo capiva. Secondo lui il suo caro figlio maschio non si godeva la vita abbastanza, "Hades, dovresti prendere esempio da tua sorella"...ripeteva spesso..e ricordava un giorno di essere arrivato a tirare un pugno in faccia al proprio padre per quanto gli aveva rotto i coglioni.... era stato più entusiasta per quel pugno che per tante altre cose.
    Quel vecchio pazzo per quanto cagacazzo rimaneva suo padre, per quanto si trovava più sintonia con sua madre, entrambi meritavano vendetta allo stesso modo.
    Ora che era abbastanza concentrato ritornò al Suspiria cercando ispirazione dalla sua merce, aveva così tante opzioni che l'unica cosa da fare era solo cercare quella più efficiente e che faceva al caso loro.
    Per assurdo quel pazzo di suo padre aveva dalla sua parte una maestria nelle pozioni non indifferente, il fatto che avesse voglia di placare la sua furia per concentrarsi su tale pratica era qualcosa che mai Hades aveva compreso, ma poco importava, gli aveva insegnante diverse tecniche interessanti, chiaro Logan Walker prediligeva pozioni esplosive, ma non era questo il loro caso.
    Hades aveva preparato piccole boccettine contenenti del distillato di morte vivente, utili per neutralizzare il nemico senza ucciderlo, per il resto la magia poteva bastare.
    Avrebbe agito nell'ombra Hades, alle spalle della sorella, lei era un'esca perfetta per quanto detto in questo modo non era il massimo, ma svolgeva quel compito alla perfezione, così con indosso il suo mantello nero si presentò al luogo di incontro in perfetto orario.
    Erano poche le volte in cui vedeva Persephone vestita e agghindata in quel modo per cui non era mai riuscito ad abituarsi, certo bastava sentirla parlare per perdere ogni qualsivoglia dubbio.
    Si concesse un leggero sorriso Hades, alzando un angolo della bocca per poi consegnare a sua sorella quelle piccole boccettine.
    "E' distillato di morte vivente, basta anche solo una goccia per farli crollare. Ciò che mi serve è che tu li distragga in modo tale da farmi avvicinare abbastanza, creerò il diversivo così tu potrai somministrarlo. Seguiamo un unico percorso, magari dal retro e liberiamoci uno per volta, massimo due, degli auror senza attirare l'attenzione di quelli che perlustrano sul davanti."
    Si mise il cappuccio sulla testa Hades, iniziando ben presto a confondersi con le tenebre, le tecniche di disillusione erano uno dei suoi punti forti.
    "Non mi vedrai, ma capirai quando agire."
    Non si perse in altri convenevoli, non ora che era riuscito a entrare nel mood giusto per svolgere questo compito, speranzoso che sarebbe durato abbastanza, non aveva il lusso di perdere pazienza e concentrazione.
    Scomparve quindi nell'ombra avanzando sui tetti giungendo proprio sopra un balcone dal quale poteva vedere chiaramente un auror perlustrare il perimetro a lui assegnato. Sicuramente non era solo, ma per ora c'era solo lui.
    Ora doveva solo attendere.
     
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