Lezione di sopravvivenza

Per gli studenti del Viaggio Culturale e gli studenti di Durmstrang.

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    Maghi oscuri
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    Avere l'opportunità di accogliere le nuove generazioni, mi ha eccitato. Sapere di poter plasmare nuove menti, mi entusiasma sempre particolarmente e conscio di dover preparare la migliore delle accoglienze, ho preparato per i nuovi arrivati una lezione che ricorderanno per tutta la vita. Lo è già la location: insomma, quanti di loro potranno dire di essere andati ad Azkaban ed esserne usciti vivi? Se così sarà...
    Saluto i loro professori, congedandoli formalmente. Di qui in avanti, toccherà a me prendermi cura di loro. Li invito a seguirmi senza dir loro una persona e solo dinanzi ad un grosso androne spoglio e freddo scavato nella pietra, mi fermo. Mi volto allargando le braccia e mostrando loro un sorriso che stona parecchio col luogo in cui ci troviamo. Per gli altri almeno. “Sono onorato di essere qui ad accogliervi.” Annuisco, facendo scivolare lo sguardo su di loro. Noto la presenza della Williams a cui rivolgo un ghigno di saluto ed un cenno del capo porgo invece alla Strange.
    Molti sono già provati a causa del lungo viaggio e dell'unico pasto misero fatto fin troppe ore fa. Volevo che l'esperienza a cui sto per sottoporli fosse quanto più veritiera possibile. Ho quindi chiesto ai loro supervisori, di limitare al minimo le premure nei loro riguardi.
    “So che vi è stata detto che oggi avreste visitato le prigioni di Azkaban ma non è così. O meglio. Oggi avrete l'opportunità di entrare sì nella prigione più famosa del mondo magico ma non come semplici visitatori. Oggi potrete mettere in pratica ciò che avete imparato fino ad ora nel corso del vostro percorso scolastico.” Annuisco, unendo le mani dietro la schiena con l'espressione felice di un bambino che si appresta ad osservare i propri nuovi giocattoli. Lascio che il mio sguardo sosti più del dovuto su quello che mi è stato riferito essere la caposcuola corvonero, prima di proseguire. Ovviamente, ho studiato le identità dei miei ospiti, per rendere la loro permanenza qui, migliore.
    “Ciò che vi consiglio di fare è di accaparrarvi la cioccolata che troverete in giro. Ahimè, non ce n'è per tutti quindi, come si suol dire chi tardi arriva... prima collassa?” Rido divertito, scuotendo poi il capo nell'osservare la Karubach ed il lycan che l'accompagna.
    “Il sole sta per tramontare e voi avete tutta la notte per dimostrare il vostro valore. Ovviamente se ne avrete bisogno, potrete segnalare la vostra posizione con un Periculum. Qualcuno vi raggiungerà. Sperando non siano i dissennatori.” Mi lascio scappare un'ulteriore breve risata, divertito dalle loro facce. Immagino i più staranno pensando ad una presa in giro. Forse, abituati come sono alle loro abitudini accomodanti, penseranno a sconti rivolti a loro. Se è questo che si aspettano da me, ovviamente sbagliano di grosso.
    “Sono stati disseminati qua e là piccole scorte di cioccolata ma, come vi avevo annunciato non bastano per tutti. Mi aspetto quindi che facciate del vostro meglio per accaparrarvele. E spero sul serio che guardiate a quest'esperienza come ad un'opportunità di crescita.” Aggiungo, scrutando le due Cunningham con l'intento di inquietarle come tutto il resto. Non voglio che si sentano a loro agio, non sarebbe un'esperienza indimenticabile altrimenti. Voglio che affrontino pericoli inimmaginabili. Voglio vederli combattersi per tirar fuori il loro valore. Me ne saranno riconoscenti. Darò a queste mammolette inglesi, un po' della dura e forte tenacia del terre del Nord. Spero per loro siano in grado di far frutto di ciò che hanno finora imparato. “Insomma che altro dire... benvenuti ad Azkaban!” Indico loro le due porte a lato di questa ampia sala, spingendoli così a dividersi per dirigersi verso le sale giochi che ho deciso di destinare loro.


    CITAZIONE
    Celle Inferiori: Nei pressi delle Sale di Tortura vi sono le celle dei seminterrati. Senza finestre ne luce naturale di sorta sono quadrati di pietra, con le porte di sbarre e dei pagliericci per dormire. Invece dei servizi viene loro concesso un vaso. .
    - I presenti si ritroveranno nei corridoi di questo piano. I detenuti, affamati, cercheranno di afferrare i passanti e di ferirli. Su questo piano sono presenti 2 barrette di cioccolata (di quattro quadratini ognuno) da poter reperire. La prima è riposta nella cella di un pericoloso lycan che, sebbene legato a forti catene d'argento, sembra più che pronto a proteggere con la sua stessa vita il bottino che gli è stato dato.
    - La seconda barretta è nella cella di una donna, Lady Oblivion, ben conosciuta ai più informati per la sua storia. La donna infatti, facendosi vanto della sua grande capacità di Legilimens, ha portato alla pazzia i più, insinuando tarli e modificando la realtà delle sue vittime. Sebbene ora priva di bacchetta, sembra che straordinariamente, parte di quel potere sia ancora insito in lei. E' per questo che la sua cella, l'ultima del corridoio, è ben lontana da tutto il resto. Chiunque proverà ad avvicinarsi, dovrà fare i conti quindi con la possibilità tangibile di un prezzo mentale molto alto da pagare.

    Cella della Sala Torture: Una gabbia situata all'interno della sala Torture. Riservata a chi attende di essere interrogato in questa maniera o a chi deve assistere all'interrogatorio di qualcuno.
    - Vi è qui riposta un'unica barretta di cioccolato proprio al centro della gabbia riposta nella Sala delle Torture. Sebbene nessuno sembra essere presente in questa stanza, la sala non è priva di pericoli. Infatti, la porta della cella che conserva la cioccolata, si chiuderà non appena qualcuno metterà piede all'interno della stessa in modo del tutto inaspettato [nb. Mi aspetto quindi che nessuno sia in grado di prevederlo], costringendo la/le vittima/e della gabbia ad una maledizione simile alla cruciatus che non darà tregua ai presenti fino al collasso o alla pazzia. Chiunque resterà fuori dalla cella, dovrà riuscire a salvare i propri compagni se ne sente la necessità, o provare a sottrargli la cioccolata.
    P.s. La porta della cella non risponde ad un semplice Alohomora, e chiunque sfiorerà le sbarre della stessa, verrà scagliato a distanza, patendo gli effetti di un forte Elettro.



    Scadenza: 8 aprile.

    Poche indicazioni: in alto, al centro, ponete in rosso la cella in cui siete e, nel caso delle Celle inferiori, specificate se siete a contatto con il Lycan, o con Lady Oblivion.

    In Spoiler, riassumete in breve le vostre azioni: sarà più facile per gli altri, e per me, seguirvi.

    Potete fare più post, interagire come volete, ma siate obiettivi: siete ragazzini, comportatevi conformemente alla vostra età e alle conoscenze acquisite.

    E' richiesta la partecipazione SOLO degli studenti di Hogwarts iscritti al viaggio culturale, e nel caso volessero, gli studenti di Durmstrang.

    Precisazioni: Essere ad Azkaban, è già così un tormento. Avete fatto un solo pasto troppo tempo fa, e sebbene non siano presenti dissennatori nelle vicinanze, il loro effetto si palesa senza problemi. Sentirete freddo o percepirete una spossatezza senza eguali. Forte sarà anche il senso di depressione avanza man mano che procedete verso i luoghi descritti.
     
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    Ritrovarmi ad Azkaban... forse avrei anche potuto prevederlo. Per fortuna il motivo della mia visita tra queste mura umide è diverso da quello che ci si sarebbe potuto aspettare da un teppistello come me, e se non fosse per l'aria pesante e di morte che si respira qui, forse tirerei un sospiro di sollievo. Non lo faccio. Stare qui non mi rende tranquillo. E ho fame. Mi guardo attorno guardingo, con l'aria di chi potrebbe cominciare a ringhiare da un momento all'altro. Potrei farlo sul serio.
    Quando la nostra guida si espone sbattendoci in faccia la verità, ossia di essere qui come prigionieri, l'unica cosa che mi viene da dire è: “Che culo.” E sono ovviamente ironico. Non mi è mai saltato per l'anticamera del cervello di testare le mie doti di sopravvivenza in un ambiente come questo. A nessuno sano di mente verrebbe in mente di passare qui la notte, ma forse qui al Nord, sono davvero pochi quelli sani di mente e me lo dimostra l'eccitazione di alcuni dei nostri compagni di Durmstrang.
    #Folli.
    “Tu come te la cavi col Patronus?” Bisbiglio ad Ever a cui mi avvicino, sia per godere delle sue abilità eccellenti quanto per l'aiutarla in caso di bisogno. Non voglio che le accada qualcosa di brutto, non me lo perdonerei mai.
    Quando lo spilungone ci lascia liberi, afferro la mano della corvonero per tenermela stretta, perseguendo una delle due vie che ci vengono indicate. Il mio istinto mi conduce quella che a naso mi sembra essere la meno pericolosa, ma forse il mio naso non funziona poi così bene. “Dici che lo hanno fatto di proposito a tenerci a stecchetto? Ho così fame che potrei mangiare una persona.” Le chiedo, passando una mano sullo stomaco che fa rumore, aggiungendosi agli altri sinistri suoni di questo posto. “Tu come ti senti?” Aggiungo, quasi incapace di tacere. Forse sento la necessità di blaterare all'infinito per scampare all'opprimente sensazione che sento. È terribile. Non abbiamo ancora visto un dissennatore, ma l'effetto si sente di sicuro.
    Raggiungiamo quella che sembra una normalissima sala delle torture, o almeno, una stanza che sembra sgombera da svitati che possano saltarci alla gola e sbranarci. Mi porto avanti, spingendo Ever dietro di me, mentre a bacchetta sguainata mi guardo attorno per cercare di capire se siamo al sicuro. “Ecco guarda! Cioccolata!” Le indico quando, al centro di questa sala compare una cella al cui interno è riposto un piccolo mucchietto di cioccolata ben incartata in un involucro dorato. “Vieni, seguimi!” La conduco allora al centro della sala, correndo quasi mentre altri ragazzi si uniscono alla nostra corsa disperata. Una volta all'interno, mi scaglio contro una delle barrette, tenendola ben stretta per far sì che nessuno me la strappi. E vorrei poter godere della mia vittoria, lo farei se il rumore inquietante di una porta cigolante che sbatte non mi faccia drizzare i capelli sulla nuca. Sgranando gli occhi mi volto piano verso la porta della cella, appurando la terribile verità. “Ditemi che è stato qualcuno tra voi a chiuderla.”



    Interagito con Ever.
    Ci siamo avviati verso la Sala delle torture. Siamo entrati all'interno della gabbia ( e con noi anche altri ragazzi - NON HO CITATO NESSUNO QUINDI SIETE LIBERISSIMI DI AGGREGARVI ALLA CIURMA DI SFIGATI) che si è poi richiusa una volta avvenuto l'ingresso.
     
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    Se non fosse già abbastanza angosciante la sensazione che l'ambiente di Azkaban ti rilascia di per sé, ci si mette pure questa sorta di guardiano, guida o non so come definirlo altrimenti con i suoi discorsetti decisamente poco accomodanti ed uno sguardo che rilascia su di me che mi fa storcere il naso. Ciò che più odio è il dover reagire con un'indifferenza che non mi appartiene, tutto per preservarmi dal ricevere un richiamo o una seconda punizione, come se non fosse già stato abbastanza umiliante scontare la prima settimana con quel branco di scimmie senza cervello che se la ridevano. Odio Durmstrang. Odio il viaggio nel complessivo. E' davvero un sollievo, seppur mi risulti ancora strano, avere una persona che mi aiuti a respirare quando tutto il resto mi soffoca. "Non molto bene..." Sussurro al grifondoro, con aria stanca, il viso crucciato in un'inquietudine che non mi spiego, i nervi a fior di pelle come ogni volta che la mia vulnerabilità emerge in un modo o nell'altro. Una risposta, oltretutto, che nasconde un significato ben preciso: non ne sono capace, ma non lo ammetterò mai. Immagino Frankie possa arrivare a trarre la propria conclusione da sé, visto quanto mi conosce arrivati a questo punto. "Non mi stupirei se fosse davvero così. Io mi sento uno straccio." Complici della scarsa alimentazione anche tutte le preoccupazioni che questo viaggio mi sta gettando addosso. Dubito non sia evidente dal mio viso e dalle mie movenze lente ed appesantite quanto stanca mi senta. Una stanchezza che ha ben poco a che vedere col sonno. Tutta una condizione fisica che non mi sarà di grande aiuto in quella che da visita guidata si è trasformata in una sorta di corsa alla sopravvivenza. Proprio ciò che mi serviva oggi. Quando ci lasciano liberi di andare, mi affido completamente al grifondoro, che ha prontamente afferrato la mia mano trascinandomi verso una direzione che a me non sembra poi tanto più conveniente dell'altra. Ho studiato di Azkaban, chiaro, ma non ho mica fatto uno studio approfondito sulla piantina degli interni. Non credevo mi sarebbe servito! E ad essere sinceri, non mi sarebbe dovuto servire neanche oggi. Questa lezione è ridicola. D'altro canto vorrei avere la vitalità del grifondoro, che per quanto possa essere affamato ha senza dubbio uno spirito d'iniziativa maggiore rispetto al mio. Sembra quasi si siano invertiti i ruoli, ma mi fido di lui e non riesco a far altro che affidarmi al suo istinto. Guardo nella direzione che indica e mentre lui sembra già gioire per il bottino da agguantare insieme a qualche altro ragazzo che ci è vicino, non mi sento altrettanto positiva. C'è qualcosa che non mi convince, dev'esserci un tranello, non può davvero essere stato così facile. Dove sono gli ostacoli? Dove sono i dissennatori? "Aspetta, io non credo che..." Ma sono fin troppo debole per poter imporre la mia parola sulla sua, quindi mi lascio trascinare all'interno della gabbia, stringendo quanto possibile la presa sulla bacchetta e sulla sua mano. Davvero ce l'abbiamo fatta? Chiaramente no. Chiaramente la porta della gabbia si è richiusa alle nostre spalle. Chiaramente adesso dobbiamo fare i conti con una trappola, nella speranza che non si faccia avanti chissà che strana creatura a farci a fette. "No... Dev'essere maledetta o qualcosa del genere." Incosciente, inquieta e decisamente impreparata per affrontare una sfida simile, decido di avvicinarmi alle sbarre della porta, nel tentativo di comprenderne i meccanismi. E' troppo rischioso azzardare un "bombarda" improvviso, potremmo ferirci tutti ed io non ho voglia di mettermi sulla coscienza nessuno. Procedo e tra le mani non mi ritrovo una possibile soluzione, ma il primo di quella che potrebbe essere una serie di errori. Al contatto con le sbarre, una scarica elettrica potente mi colpisce e vengo inevitabilmente sbalzata indietro. Il dolore è atroce e non mi reggo in piedi. Per questo accovacciata a terra, ansante ed in preda a convulsioni sempre meno evidenti, tento di riprendermi alla meno peggio. Solo dopo un pò, quando mi sembra di tornare a respirare, riesco a lanciare un avvertimento, sperando che sia d'aiuto a tutti gli altri nella ricerca di nuove soluzioni. "Non toccate la gabbia! Vi dà la scossa!" E come hanno potuto appurare, non è una scossa leggera.
    Interagito con Frankie.
    Diretta verso la Sala delle Torture e rimasta chiusa nella gabbia
    (come detto dall'energumeno qui sopra, chiunque è liberissimo di aggregarsi!)
    Ho subito gli effetti dell'Elettro per aver toccato le sbarre :sisi:
     
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    Quando avevano cominciato a diminuire le razioni di cibo la poca simpatia che già nutrivano gli studenti di Durmstrang per gli ospiti di Hogwarts si trasformò in puro odio: E' colpa loro. Mangiano come porci e ci hanno svuotato la dispensa! - o anche - Per far ingrassare loro mettono alla fame noi! - e via discorrendo, senza riportare opinioni ancora peggiori di queste. Per dire, c'era stato pure chi aveva proposto di ammazzarne uno di quelli più grossi per farlo allo spiedo nei sotterranei e sfamarsi, senza farsi troppi problemi al riguardo. D'altronde dicevano che la carne degli Hogwartsiani sapeva di pollo e di pollame al Nord se ne vedeva poco!
    Erica se ne stava lì ad ascoltarli e se la rideva sotto i baffi. A dire il vero quell'aria di tensione le piaceva, per lei c'era tutto da guadagnarne. In modo concreto anche, visto che aveva subito colto al balzo l'occasione per vendere sottobanco ai più affamati i dolcetti che aveva riportato di nascosto dall'ultima visita al villaggio. Erano quelli che aveva scroccato a quel Fernandez che ingenuamente pensava che riempiendola di zuccheri gliela avrebbe mollata su due piedi. Erica invece, facendo suoi gli insegnamenti di Nystrom, sei era semplicemente servita del giovane mister muscolo per riempirsi le tasche e le era andata di lusso. Ehi Strange, ce l'hai ancora qualche fetta di torta da parte? Ti do anche 10 galeoni... potessi mangiarmi quelli lo farei... Capito si? Non avrebbe potuto andare meglio per lei. O forse si...
    Una lezione ad Azkaban con il signor Nystrom? Quasi urlò nell'ufficio del Preside quando la chiamarono insieme a un gruppo di altri studenti di Durmstrang. All'inizio aveva pensato che fosse per l'ennesima punizione, e invece! Abbassa la voce Strange. I nostri ospiti lo sapranno solo una volta arrivati lì. Per loro si tratta di una visita obbligatoria, voi siete liberi di scegliere se andare o restare qui al castello. Chi resta però sappia che sarà caricato di compiti extra. Certo, liberi di scegliere lì al Nord voleva dire quello. Io ci sto. Quando si parte?
    Quella sera fu una delle poche a non preoccuparsi che per cena ci fosse solo un tozzo di pane vecchio e una zuppa inesistente fatta di acqua calda e un pezzetto di patata galleggiante. Lei non sarebbe riuscita a mangiare lo stesso tanto era emozionata di rivedere il Capo Auror. Non stava più nella pelle e avrebbe voluto dirlo a Nerissa, la sua nuova "amica" e fu tremendo non potergliene parlare ma si trattenne, anche se molto a stento. Diciamo che ci riuscì distraendosi in altro modo: Ehi, Molotov! Vieni qua. Non era il suo vero nome ma lei non lo sapeva pronunciare e lo chiamava sempre così. Si trattava di un ragazzetto del terzo anno, bruttino e goffo, che aveva chiaramente una cotta per lei. Devi farmi una cortesia per domani. Dovresti tenermi questi pacchetti. Ho già accumulato troppe punizioni quest'anno e alla prossima rischio l'espulsione... tu invece sei un secchione, non ti diranno niente se te lo trovano addosso. E poi sarò in debito con te. Una carezzina casuale lungo la coscia, una promessa sussurrata all'orecchio, un bacetto sulla guancia ispida da prima barbetta... e il ragazzo si sciolse, le avrebbe promesso di tutto il quel momento. Oh si, Nystrom sarà fiero di me! - si disse soddisfatta zompettando fino al dormitorio.
    ...
    “Sono onorato di essere qui ad accogliervi.” Appena udì quella voce inconfondibile sgomitò fino alla prima fila per poterlo anche vedere meglio, tirandosi dietro la Williams per un braccio. Dai dai, stammi vicina! - la intimò continuando a spingerla in avanti. Visto? Ci ha notate!! E difatti solo a loro due l'oscuro signore di Azkaban rivolse quello che Erica interpretò come un saluto speciale e che la eccitò ancora di più riguardo quella splendida gita fuori Durm.
    Si bevve tutto il discorso di Nystrom come una messa, archiviando ogni parola e ogni particolare, persino nell'inflessione della voce del mago. E' una specie di gara quindi! Sarebbe stata l'occasione perfetta per dimostrare al suo mito quanto avesse appreso dai suoi particolari insegnamenti e cominciò subito, prima che il mago desse inizio ai giochi. Quando infatti i partecipanti cominciarono a guardarsi intorno spaesati e spaventati per decidere come procedere lei ne approfittò per avvicinarsi a lui con discrezione. Signor Nystrom, signore! Voglio denunciare uno dei miei compagni per comportamento sleale. - disse indicando il povero Molotov. Ha con sè della cioccolata che si è portato da fuori, lo so, l'ho vista! Ed era vero, dato che gliela aveva fatta portare lei. Ma quando per provarlo a Roeim tirò a sè il ragazzo e gliela tolse dalle tasche - con quella destrezza imparata da Ike quando le insegnò a rubare portafogli senza far suonare nemmeno un campanello del manichino - solo una delle due tavolette finì tra le mani del signore della prigione. L'altra sparì semplicemente finendo dove solo Erica avrebbe saputo trovarla. Un avversario in meno per la gara e una scorta di cioccolata in più per lei se si fosse presentata una emergenza. Non aveva infatti intenzione di mangiarla, voleva gareggiare e vincere lealmente per dare prova di sè stessa, ma quella tavoletta restava una carta in più da giocare, un asso nella manica. Non era stato proprio Nystrom a dirle di farsi più furba? A scapito degli altri, ma a chi importava? Molotov nemmeno riuscì a parlare per spiegarsi e poi non l'avrebbe mai tradita, non dopo quello che Erica gli aveva promesso all'orecchio in cambio di quel favore. Se poi avrebbe mantenuto la promessa era tutto da vedere.
    ...
    Ragazze, io direi di tentare la sorte con le Celle Inferiori! Ci sono stata qui e preferirei evitare la sala delle Torture. - disse rivolgendosi a Nerissa ed Al, che si era proposta volontaria come lei per quella gitarella. La cosa importante è camminare perfettamente al centro del corridoio, i detenuti non possono allungarsi troppo dalle loro celle, ma se riescono a toccarci.... bleah!!! Le era capitato e la sensazione era stata bruttissima, quasi come essere toccati da un Dissennatore, le loro mani erano fredde e viscide dopo tanti mesi di permanenza in quelle celle. Se lavoriamo insieme avremo più possibilità di vincere e dividerci la cioccolata. Ma non costringo nessuno, se volete possiamo giocarcela anche tutti contro tutti. Guardò di sottecchi le altre due. Non era sicurissima di Alanys ma la bionda di Hogwarts le era parsa subito una tosta, di quelle che non si lasciano spaventare facilmente. In coppia era certa che ne sarebbero uscite vive o almeno tutte intere. O gran parte, ecco. So che Nystrom ha una scorta di cioccolata enorme in camera sua, ma dubito che abbia lasciato accessibili i corridoi giusti per arrivarci, quindi non ci tocca che seguire il percorso indicato... Si va?
    Alcuni si erano già avviati. Non se lo sarebbe mai aspettato ma la coppietta di stronzetti con cui aveva avuto a che fare all'arrivo della nave era stata una delle prime a muoversi. Per fortuna in una direzione opposta a quella che aveva scelto lei.
    Nelle Celle Inferiori ci sono dei prigionieri famosi sapete? Io so tutto di questo posto, me ne ha parlato Nystrom durante il mio... soggiorno... qui! Probabilmente Erica era l'unica detenuta di Azkaban a vantarsi di essere stata lì, ma per lo meno accanto a lei era difficile lasciarsi andare alla disperazione a cui portava quel luogo: era una fortuna no?


    Interagito con Nessie, Alanys, Nystrom e un png di nome Molotov...
    Citata la coppietta felice :quo:
     
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    StellaGiulia era tesa come una corda di violino all'idea di varcare le soglie di Azkaban. Come si confà a queste occasioni il suo stomaco si era completamente chiuso, quando avevano annunciato questa uscita avrebbe voluto fingersi malata.
    Ascoltò le parole dell'insegnante che sembrava godere della possibilità che si facessero male.

    Non sapeva da quale partr iniziare. La parola cioccolata risollevò leggermente la tassorosso. Si guardò intorno per vedere si ci fosse Sara, era stata cosi carina sulla barca che sperava di potersi unire a lei dal momento che gli altri sembravano già essere impegnati.

    Iniziamo dal basso? domandò cercando una risposta affermativa. Era ancora al secondo anno e non poteva conoscere incanti difensivi sufficientemente forti. Si frugò le tasche alla ricerca di qualsiasi cosa potesse essere sgranocchiata.
    Al piano inferiore si trovavano un lycan e Lady Oblivion, ad una prima occhiata la cioccolata sembrava essere proprio nelle loro celle.
    Perchè deve essere proprio da loro? un profondo respiro e si ritrovò vicino alla cella della donna che iniziò a frugare tra i suoi pensieri.

    Mamma e papà sono spariti lasciandomi senza niente, potresti aiutarmi? Conosci i pensieri di tutti tu. StellaGiulia aveva deciso di affrontare così la donna. Un tu per tu senza spazio per le esitazioni.


    Avevo scordato di mettere il riassuntino, scusatemi ma non ci sono abituata.
    Citato Sara e scelto le celle inferiori. Interagito con Lady Oblivion.


    Edited by StellaGiulia Sloan - 15/4/2019, 16:12
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    Il fatto che Alanys aveva detto sì ad Azkaban era la riprova che avrebbe fatto di tutto per allontanarsi da Durmstrang anche solo per qualche ora. Aveva le sue buone ragioni. Inoltre, quella prigione l’affascinava e la impauriva allo stesso tempo: una sensazione che non riusciva ad interpretare con chiarezza, con il risultato che ne rimase inevitabilmente attratta.
    Inutile dire che dovette rivedere i suoi pensieri, non tanto per la presentazione fatta da Nystrom – teatrale e macabra con ripetute allusioni a possibili brutti incidenti, se non peggio – quanto per la sensazione che cominciava a scendere su di lei.
    Una sensazione, appunto, questo cercò di convincersi che fosse.
    Dovette assistere ad una strana scena, ovvero quella di Erica che faceva la spia su un compagno – in fondo dovevano essere fatti tutti della stessa pasta, quegli studenti, la Strange compresa – per cui si amareggiò non poco. Non poteva più semplicemente usare un altro metodo? Così lo aveva letteralmente fatto saltare. Il fine giustifica i mezzi, e quella era una gara, ma questo la fece giungere alla conclusione che non avrebbe dovuto e potuto fidarsi nemmeno di lei. Il ricordo andò inevitabilmente a suo padre, quel farabutto avrebbe approvato. Forse era il suo destino l’essere circondata da persone di quella natura, e doveva solo accettarlo e lasciarsi coinvolgere totalmente.
    "Andiamo." Asserì risoluta. Strinse la bacchetta nella mano e fece appello alle sue forze conscia del fatto che era sì in compagnia, ma palesemente sola se si trattava di riporre la fiducia in qualcuno.
    Rimase silenziosa per tutto il tempo, come un’ombra.
    Mise in dubbio le parole di Erica, ma per quanto riguardava il camminare in mezzo dovette ammettere che aveva ragione. Sempre che in uno sprazzo d’infamia come aveva avuto poco prima, le avesse gettate lei, tra le braccia dei detenuti.
    Forse anche questi pensieri negativi erano accentuati dalla sensazione che sembrava più forte ad ogni loro passo.
    Di fronte a loro si intravedevano le sbarre degli ingressi delle celle, e da lì, braccia tese che terminavano con unghie consumate e mani pallide e sporche dei detenuti che le reclamavano con desiderio. Le fiutavano. "Questa dev’essere la sensazione di oppressione e tristezza nonché il famoso effetto collaterale dei dissennatori, immagino. La sentite anche voi?" Erica non sembrava essere particolarmente soggetta a cali di umore, per questo lo chiese. "Tu sembri quasi immune Erica. Forse perché l’hai già provata. Piuttosto, perché proprio un soggiorno in una meta così insolita?" Si diede quella spiegazione ed avanzò la sua domanda.
    Alanys procedeva chiudendo la fila delle tre: davanti a lei Nerissa. A guidare era proprio Erica.
    Intravide in lontananza qualcosa di strano, una cella da cui nessuno cercava di sbracciarsi. Un’inappropriata perdita di attenzione dal suo cammino che le fece rischiare di essere agguantata da uno dei detenuti. Alanys trattenne il respiro e si ritrasse immediatamente dopo aver capito il pericolo che stava correndo. Si immobilizzò per qualche istante, il tempo necessario per riprendere a respirare regolarmente, quietarsi e ricominciare a camminare. "Inutili detenuti. Voi non avete barrette di cioccolata dentro le vostre celle." Sprezzante, Alanys soffiò quelle parole con arroganza – un po’ per vendicarsi anche per lo spavento di poco prima-, infatti per quante ne avevano passate, altrettante non ne avevano individuate. "Potremmo provare con un accio. Troppo banale?" Soppesò successivamente verso le compagne, lanciando un nuovo sguardo a quella cella che sembrava innocua. E sarebbe stato davvero divertente se l'unica a spuntare fuori sarebbe stata quella nascosta addosso alla Strange!

    Interagito con Erica e Nessie
    Avvistata in lontananza la cella del lycan.
     
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    It's the feeling of betrayal, that I just can't seem to shake

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    Il ticchettio dei miei pensieri mi distraeva da tutto il resto, non riuscivo a togliermi dalla mente tutto quello che mi aveva portata sino a quel momento, perchè diavolo ero andata a Durmstrang? Perchè diavolo, invece di starmene lontana dal Nord, terra dove potevo dire si trovasse l'origine di ogni mio trauma, ci ero corsa incontro? Per quanto ancora avrei continuato ad andare incontro a quello che, sapevo per certo, non mi avrebbe di certo giovato? Erano domande che continuavano ad assillarmi e a cui continuavo a non saper dare una risposta, giochicchiai con il cucchiaio dentro al piatto, quella zuppa sembrava acqua di fogna colorata solo da quella patata tagliata così sottile che scommettevo se l'avessi presa tra le dita avrei potuto vederci attraverso come della carta velina, mi sforzai di mangiare per quanto ogni cucchiaiata mi torcesse lo stomaco, mi sforzai ed il giorno dopo ringraziai mentalmente di aver costretto il mio corpo ad ingerire qualcosa che non fosse solo aria.
    Ritrovarsi ad Azkaban non era una delle massime prospettive della mia esistenza, non ci avevo mai messo piede lì dentro, seppur , per un periodo, avevo quasi temuto di finirci lì a chiedere di poter parlare con Fred ma, almeno quella, l'avevo scampata se non fosse stato che ora mi ci trovavo dentro, prigioniera in un posto che metteva i brividi anche solo a guardarlo dalle foto sulla gazzetta
    << Mi sento strana>> sussurrai verso Saule con una smorfia, mi sentivo agitata, agitata come quando hai un pessimo presentimento che ti soffia sul collo ma le dita di Erica afferrarono svelte le mie portandomi in prima fila, lontana da Scott e dalla Karubach a cui lanciai un mezzo sorriso poco convinto
    - Dai dai, stammi vicina, visto ci ha notate?-
    Erica sembrava a dir poco eccitata da tutto quello che la circondava e dalla presenza di Nystrom, io ero più angosciata, sembravo uno straccio, le occhiaie profonde solcavano il viso pallido, e le dita improvvisamente gelate si strinsero convulsamente intorno a quelle della mia compagna
    << S-Si , ci ha viste >> sorrisi arricciando un solo angolo della bocca pallida e se da un lato niente di quel posto mi trasmetteva felicità ne, ancor meno, serenità, dall'altro sapere che sarebbe stato proprio Roeim a giudicare la nostra prestazione mi metteva addosso quell'ansia di deludere qualcuno che si reputa una guida per se stessi. Ad unirsi alla nostra squadra fu la moretta che mi aveva sorriso al nostro arrivo a Durmstrang
    << Nessie>> soffiai in sua direzione in quella presentazione di cortesia necessaria prima di concentrarmi e lasciare ogni carineria al di fuori di quel contesto, dovevamo vincere o quanto meno dovevamo uscirne vive e serviva che tutte e tre fossimo più che attente e pronte ad ogni eventualità, ascoltai quindi la proposta di Erica annuendo, le torture non erano roba per me , ne avevo subite a sufficenza e mi spaventavano forse più di ogni altra cosa al mondo, quella sofferenza che ti rende pazzo, che ti fa chiedere se finirà prima o poi
    Se lavoriamo insieme avremo più possibilità di vincere e dividerci la cioccolata. Ma non costringo nessuno, se volete possiamo giocarcela anche tutti contro tutti.
    Strinsi la mascella
    << Ci sto, è una questione di convenienza, stare insieme ci garantisce almeno di uscirne in qualche modo >> continuai dando retta ad Erica e cominciando a camminare dietro di lei, perfettamente al centro del corridoio, le dita serrate con forza sul legnetto che cominciavano a sudare, una sibilante sensazione di paura e spossatezza che rendeva titanica anche la pura e semplice impresa di mettere un piede dietro l'altro mentre le lamentele di quei dimenticati da Dio, rinchiusi nelle loro celle, quasi diveniva un suono insopportabile nel mio cervello
    "Potremmo provare con un accio. Troppo banale?"
    La voce della mora per un attimo ebbe il potere di dissipare quel groppo di angoscia e rabbia che le si era formato nello stomaco
    << Nystrom non è un bambinetto, non la farebbe mai così facile >> considerai soppesando l'idea sfiatata dai denti bianchissimi dell'altra, che forse avrebbe potuto funzionare ma non lì, non con Roeim, di questo ne ero certa. Improvvisamente lo sguardo chiaro si posò su un'altra studentesse poco di fronte a noi, abbassai la voce così tanto solo Erica e Al avrebbero potuto sentirmi
    << Vedete quella? Magari non è l'idea più coraggiosa di sempre ma potremmo prenderla con noi e farci scudo con lei, in modo da avere il tempo di pensare a qualcosa di efficace? Che ne dite?>> chiesi alle mie compagne stupendomi quasi di come ormai quel modo di ragionare così abietto stesse diventando il mio unico modo di ragionare


    Citato Roeim ovviamente u.u Interagito con Saule, Erica e Al, citata Stella Giulia. In ordine scelto le celle inferiori, attraversato i corridoi tentando di non essere toccata dai detenuti e proposto di farsi coraggiosamente scudo con la tassorosso
     
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    Si era appena lasciata alle spalle un viaggio piuttosto lungo e disagevole, che sembrava averle attaccato addosso una sensazione di affaticamento dalla quale non riusciva a separarsi. Giungere ad Azkaban, dopo tutto, non era di certo consolante: Rae procedeva guardinga al fianco della sorella, aspettandosi di tutto tranne che qualcosa di buono. Niente, in quel posto, poteva esserlo. Si fermò, così come fece tutto il gruppo, davanti a un desolante androne, buio e freddo come l'intera prigione.
    Per Raelene, visitare quell'inferno di anime perdute non era una simpatica avventura. Nemmeno per un momento aveva pensato che sarebbe stato divertente, o elettrizzante. Solo l'angoscia si era fatta largo tra le tante emozioni, portandola a riflettere su ciò che avrebbe potuto vedere, lì dentro. Ascoltava le parole dell'uomo che li guidava, con attenzione e diffidenza. Non era un discorso di incoraggiamento, quello che Raelene stava ascoltando: erano piuttosto parole rivelatrici di un pericolo imminente, di un rischio legittimato dalla proverbiale durezza della disciplina durmstranghiana.
    La Corvonero trovava grottesca la situazione: una sorta di caccia al tesoro che si tramutava in una lotta per la sopravvivenza. E Rae a sopravvivere era brava.
    Tuttavia, stentava a credere a ciò che stava per accadere: li avrebbero davvero lasciati a se stessi in un posto come quello? Le pareva assurdo, inconcepibile. Eppure, nel volto di Nystrom non vedeva alcuna bonaria ilarità; e quando il suo sguardo si posò su lei e Hazel, Raelene ne fu certa. Non si trattava affatto di uno scherzo.
    « Sei sicura di stare bene? » chiese ad Hazel, che le sembrava aver patito più di lei il viaggio e la fame. Hazel non era mai stata abituata a rinunciare alle cose, che fossero cibo o vestiti. Il che, pensava Rae, doveva renderle particolarmente arduo sopportare lo stile più che spartano a cui il Nord li stava costringendo.
    « Andiamo da quella parte. » disse, notando Everleigh dirigersi verso la parte opposta. Ne fu sollevata: combattere contro di lei per della cioccolata era l'ultima cosa che aveva intenzione di fare. Senza guardarsi indietro, la Cunningham proseguì per un corridoio tetro in compagnia della sorella e di un gruppetto di ragazze. Due erano di Durmstrang e forse avrebbero saputo affrontare la prova meglio degli studenti di Scozia.
    Sui due lati del corridoio si affacciavano celle anguste e umide, vasi di Pandora che tenevano rinchiusi detenuti ormai privi di qualsiasi umanità. Le catene raschiavano per terra, le sbarre sembravano poter cedere da un momento all'altro per lasciarle in balia di quei famelici prigionieri. Rae si sentì pervadere dalla desolazione, da un vuoto emotivo che non lasciava vivere alcun sentimento. Solo la paura riusciva a sopravvivere, nei brividi e nei sussulti che provava nel vedersi attaccata ad ogni passo.
    Ascoltò una proposta della Williams e aggrottò la fronte, spostando lo sguardo in avanti: la Tassorosso di cui non ricordava il nome sembrava essersi spinta tanto oltre da cercare un contatto con quella che aveva sentito definire come Lady Oblivion. Una mossa decisamente azzardata. Rae si avvicinò cautamente, cercando di rimanere fuori dal campo visivo della prigioniera.
    « Non ti aiuterà, se è quello a cui stai pensando. Non lo farà nessuno, qui dentro. » si sentì dire, con un cinismo così amaro che la fece sorprendere di se stessa. Non che avesse detto il falso, poi: aspettarsi un aiuto ad Azkaban era impensabile. Nel rivolgersi alla studentessa, Rae aveva compiuto un passo di troppo. Voltandosi, incrociò gli occhi dell'inquietante Lady, senza poterle più sfuggire.
    Interagito con Hazel e Stella Giulia;
    citate Everleigh, Nessie e (di sfuggita) anche Erica e Alanys.
    Davanti alla cella di Lady Oblivion, di cui ho intercettato lo sguardo.
     
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    Celle inferiori: Cella di Lady Oblivion



    Il viaggio fini, la delegazione di benvenuto aveva veramente attirato la mia attenzione adoravo la precisione e la sintonia e fra di loro sembra c'è ne fosse tanta anche se non sembravano tutti molto simpatici ma quel loro bastone magico mi piaceva veramente tanto ma non potevo dire altrettanto del letto ne del cibo il primo si può definire accettabile solo perché non c'è altro posto per dormire ma se si parla di comodità i sedili dei pullman pubblici sono più morbidi e molto più comodi, il cibo mangiabile solo perché se no morivi di fame, non mi piaceva giudicare dalle apparenza ma non era invitante e neanche una volta messo in bocca non mi fece cambiare idea era esattamente come prometteva, per lo più quasi freddo non avevo tanta fame -almeno per adesso- mi limitai a prendere qualche boccone di pane per poi alzarmi anche se sapevo che dovevo abituarmici "Damon, io ho finito tu resti ancora?" non che ci fosse tanto da mangiare e poi era prevista una lezione per quella serata quindi dovevamo comunque andare in oltre il ritardo era inacetato da quelle parti e comunque io detestavo essere in ritardo, passare dalle gonnelline dell'uniforme di Hogwast ai pantaloni di quella di Durmstrang non mi dispiacque affatto era comoda come uniforme -cosa molto strana - e in più riscaldava e visto che come l'altra non prevedeva le scarpe potevo ancora mettere le mie scelsi a partire dal clima stivali alti e come sempre con tacchi ma larghi in modo che non intercettino il mio movimento, non sapevo cosa aspettarmi dalla lezione ma sapevo che non sarebbe stato qualcosa di semplice o innocuo.

    " Dunque si visita le prigioni di Azkaban, sai scommetto tutto che non si tratta di una semplice visita turistica" eravamo quasi arrivati li vicino a me c'era Damon quello che conoscevo meglio di tutti i presenti e poco distante Stella che a mio parere sembrava terrorizzata
    "... avreste visitato le prigioni di Azkaban ma non è così..." "come non detto!" sussurrai a Damon evitando di disturbare il professore, un opportunità per metterci alla prova l'idea mi piaceva anche se lo sguardo del professore che sembra piuttosto divertito da quella lezione come se stesse giocando 'secondo lui non ce l'avremmo fatta?' forse si e on sarebbe stato l'unico che ci riteneva troppo abituati alle comodità beh per essere sinceri non aveva tutti i torti ma da noi che affrontavamo quel viaggio per scelta era sbagliato sottovalutarci almeno per quanto mi riguarda non mi importava quanto potessero essere difficili le prove ero lì per migliorarmi e diventare sempre più forte infondo nella vita reale può succedere di peggio "dissennatori?! sembra che il professore si diverti secondo te cosa sta cercando di fare, intimorirci per esempio !?" tenevo la faccia di sempre con sorriso e sguardo indifferente mentre il professore sembrava aver finito quindi tutto riassunto l'obbiettivo era quello di prendere la cioccolata beh bastava trovarla!, Notai che Stella cercava qualcuno anzi sembrava cercare proprio me "Dal basso dici? si dai per me è uguale... aspetta un secondo", mi girai verso Damon appendendo la borsa a tracollo al posto di tenerla sulla spalla come l'avevo fino a poco prima "io e Stella pensavamo di iniziare la ricerca dl basso ti aggiungi a noi? " non sapevo neanche se si conoscevano " ah già lei è Stel-la..." mi girai per presentarla ma lei non c'era più d'era finita oh cavolo sarà già entrata?! forse non mi a senti quando ho detto aspetta un secondo meglio
    raggiungerla non era il miglior nel quale avventurarsi dassoli "scusa Damon io vado" non sapevo se mi aveva sentita ma mi ero già allontanato poteva raggiungermi se voleva io invece raggiungevo qualcun'altro, rallentai una volta al cancello facendo della corsa una camminata veloce strinsi la bacchetta bene in mano e cercai con lo sguardo la Tassorosso Vedete quella? Magari non è l'idea più coraggiosa di sempre ma potremmo prenderla con noi e farci scudo con lei, in modo da avere il tempo di pensare a qualcosa di efficace? Che ne dite? arrivai vicino ad un trio del quale conoscevo solo Nessie e infatti sentii lei parlare ma di chi? guardai oltre di lore e vidi vicina all'ultima delle celle esattamente la persono che cercavo "aha brava Nessie fantastica idea con lei ti copri la faccia e con cosa ti copriresti le spalle?! attenta a non inciampare in qualsiasi cosa decidessi di usare sai i prigionieri aspettano con ansia il primo che cade!" dissi superandoli per raggiungere Julies esattamente un secondo dopo una corvonero che non conoscievo vicina alla cella riuscii a leggere il nome della prigioniera scritto li accano Lady... Lady Oblivion la conoscievo non di persona ma la conoscevo e il suo di potere era piuttosto pericoloso " a ragione lei Stella non puoi aspettarti un aiuto da una criminale qualnque cosa stenssi pensando non pensarla specialmente se brutta o triste" ero ancora fuori portata della prigioniera per un atti mi è sembrato di aver visto una macchina ma noo era solo frutto della mia immaginaziono o forse no, a guardarmi intorno quella cella era abbastanza lontana dalle altre forse perché più si è vicini più è in grado di sconvolgere le nostre menti, mi girai verso la covonero per far conoscienza "ciao io sono..." ma nessuna risposta nessun movimento sembrava guardare qualcosa guardare qualcuno, qualcuno di troppo vicino a noi no questo non ci vuole " venite qui un secondo" le tirai entrambe spostandole e spostandomi di qualche mentro dalla cella non sembrava più essere frutto della mia immaginazione troppe vecchie immagini iniziavano a farsi avanti riuscivo a tenerli lontani ma solo perché ero lonta ma fino a quando e per quanto sarei resistita? "ascoltate a partire dalla posizione della cella do che la cioccolata possa essere li e comunque la porta è socchiusa è un modo per dire che è lì, ci tocca entrare, non ha la bacchetta quindi il suo poter legilimens non è tanto forte almeno speriamo, l'idea sarebbe di provare a non pensare a niente e se proprio non ci riusciamo pensiamo per esempio a qualcosa di banale un'altra cosa importate meglio evitare di guardarla o avere qualsiasi altro tipo di contatto con lei sarà sicuramente legata ma credo possa muoversi comunque qualsiasi cosa succeda parlate qualsiasi cosa l'importante è non rimanere zitte così una di noi se ne accorge e ci aiutiamo a vicenda insieme dovvremmo farcela, entriamo prendiamo la cioccolata e usciamo le più sane mentalmente possibile" detto così sembrava facile ma non lo era "allora andiamo? Comunque io sono Sara tu?" aggiunsi verso la Corvonero...
    Sara Lovelis II anno Grifondoro
    Interagito con StellaGiulia Sloan, Damon~Hashi, missing;,Nessie,
    Arrivata davanti alla cella di Lady


    Edited by Sara Lovelis - 4/6/2019, 14:49
     
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    Lady Oblivion.

    Strano a dirsi eppure Durm le era mancata.
    Ritornarci le era sembrato giusto, eppure era scontenta di come le cose fossero andate con Kaj, tutto sommato il suo amico era cambiato, e forse non le voleva più bene come una volta.
    Così si era ridimensionata come la prima volta che aveva messo piede in quel posto e le giornate se le era fatte scorrere davanti come se non fosse mai cambiato niente.
    Quel giorno erano andati ad Azkaban, aveva pensato che non fosse il caso di informare il padre perchè voglia di sentire la sua ramanzina non ne aveva, siccome poi lo scopo non era quello di tornare morti a casa non aveva niente di cui preoccuparsi, a parte la paura che l'avrebbe accompagnata per tutto il cammino era pronta a tutto.
    Si fermò come tutti gli altri, accostandosi particolarmente dalle parti della sua compagna corvonero.
    Anche se pure i nuovi ragazzi di Durm sembravano tipi ok.
    Ascoltò con attenzione le cose che l'uomo vestito di nero aveva da dire loro,
    ma tutto le sembravano tranne che parole di incoraggiamento. Che si fosse sbagliata? Che lo scopo fosse davvero metterli in pericolo?
    Niente di peggio di quello che aveva già visto in quel castello, continuava a dirsi.
    Vide Raelene spostarsi e lei fece altrettanto.
    Un senso di gelo e tristezza la pervase all'idea di chi o cosa c'era stato in quei vasi, o c'era tutt'ora.
    E inoltre più avanzava più le veniva da piangere, senza un reale motivo.
    -Non dovremmo dare credito ai prigionieri- suggerì, tra un singhiozzo e l'altro– questa è Azkaban- e il nome doveva già dire tutto.
    Non si rese conto che la ragazza davanti a lei si era fermata se non dopo che le sbattè contro – scusami- le disse, ma lei non si scompose.
    E quindi si immobilizzò dietro di lei, aveva appena percepito una presenza devastante, e Ariadne pensò solo di farsi piccola piccola dietro le spalle della sua compagna.

    Immobilizzata dalla paura alle spalle di Raelene
     
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    CELLE INFERIORI
    Il viaggio era stato lungo, stancante e decisamente scomodo. L’emozione di aver scelto di partecipare a quella follia, aveva lasciato spazio alla nostalgia della propria terra. Un solo lato positivo, in grado di tirarle su il morale, risiedeva nella figura di sua sorella. Sbuffava e ascoltava le indicazioni date da quell’uomo che, di certo, non le donava quel granché di fiducia. La Prigione di Azkaban, lugubre, inquietante e per molti versi anche debilitante, si trovava davanti ai suoi occhi, imperativa. Avvolgeva la sua persone nella più profonda totalità, incluso i suoi sentimenti che si affievolivano man mano che si addentrava in quella struttura portatrice di sventura. Si voltò vero la Corvonero, anche lei provata e tentò di rispondere alla domanda che le era stata fatta pochi istanti prima: ”Io… credo di stare bene. Non ne sono del tutto sicura. Dove siamo dirette?” Le premeva sapere la destinazione anche se l’unica cosa importante era raggiungere la fonte di cibo che l’avrebbe tenuta in piedi, evitando di rimanere in balia di quelle stanze buie e pericolose. ”Ok. Ti seguo.” Proseguì facendo attenzione a ciò che si parava davanti ai suoi occhi. Lungo entrambi i lati dell’infinito corridoio si affacciavano le celle dove, al loro interno, si trovavano i detenuti ritenuti pericolosi per il mondo magico. Senza sapere il perché, come se non riuscisse a trattenere i suoi impulsi, fece un passo in avanti nella loro direzione, rompendo la file e allontanandosi dalla sorella: ”Rae. Sono qui. Non andare via.” Allungò una mano verso le sbarre e, in un attimo, ricordò le parole proferite all’inizio di quella prova: scossa. Bloccò la mano e la ritirò. ”Cosa cazzo mi sta succedendo?” A passo svelto raggiunse nuovamente la posizione iniziale. Si riprese un attimo e continuò la sua marcia, questa volta facendo attenzione a non sfiorare neanche per sbaglio quelle celle. A qualche passo da lei si trovavano Nerissa e una ragazza di Tassorosso dal volto semi sconosciuto. ”Nessie, lasciala in pace. Dai. Vuoi finire a fare compagnia a questa feccia?” Prendere le parti di una tassa? Strano da parte sua, in fondo sarebbe stato un buon modo di liberarsi di un componente. Eppure anche la sua misantropia si stava affievolendo insieme alle sue forze. Poco dopo vide Raelene soffermarsi davanti a una cella molto lontana dalle altre. Lady Oblivion. Aveva sentito parlare della follia inflitta nella testa di alcune ignare vittime, da parte di quella che era un’abile legilimens. ”Raelene. No. Stai alla larga da quella stronza.” Nel tentare di allontanare il pericolo, Hazel, si avvicinò pericolosamente alla donna, intercettando il suo sguardo per qualche istante, avvertendo un brivido gelido percorrerle la spina dorsale. Non sapeva le conseguenze del suo gesto ma aveva fame e, per questo motivo, sentiva la debolezza prendere piede nel suo corpo.

    Interagito con Raelene e Nerissa.
    Citata Stella Giulia.
    Avvicinata alle celle e alla fine avvicinata alla cella di Lady Oblivion, incrociando il suo sguardo.




     
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    SALA DELLE TORTURE: White e la Smith sono imprigionati all'interno della gabbia insieme ad un paio di loro altri compagni. Lì è conservata la cioccolata che non potranno mangiare fino a quando non saranno fuori da quella prigione nella prigione. Toccare le sbarre per loro è impossibile visto l'immediata scossa elettrica che scaturirebbe da quel contatto e che, aumenterebbe di voltaggio ad ogni tentativo. Hanno l'unica alternativa di farsi aiutare da chi è rimasto all'esterno.
    Wyatt Wagner, uno studente di Durmstrang, rimasto fuori dalla gabbia, osserva guardingo la scena che si ritrova dinanzi senza notare nulla. Ai suoi occhi la gabbia appare vuota, e l'incantesimo da lui castato sembra confermare le sue tesi, mentendo.
    Ai prigionieri spetta il compito di farsi notare e, se riescono, farsi aiutare da chi è rimasto all'esterno della gabbia e nel minor tempo possibile perchè l'aria comincia a farsi pesante, e tutto intorno il pavimento sembra ghiacciare.
    I Dissennatori arrivano.

    CELLE INFERIORI: E' il grande potere di Lady Oblivion a spingere, incautamente ed in modo totalmente inconscio, i ragazzi verso la fine di quello spaventoso corridoio.
    Li attira a sé, per cibarsi delle loro giovani menti e dei loro pensieri. Più infatti riesce ad insinuarsi nella mente altrui, più acquisisce potere, riuscendo in atti inimmaginabili.
    Il suo piano è infimo ed infallibile. Cerca le menti più appetibili, o le più distratte, in cui approdare e lo fa con una voce che lascia risuonare nella loro testa. StellaGiulia, Rae, Nessie ed Alyson subiscono l'influenza della strega.
    Poche parole misteriose ed un senso di inquietudine.
    Parla loro con fermezza e malignità, scavando a fondo nei loro ricordi ed insinuando dubbi nelle loro menti. Lo fa mettendo i ragazzi dinanzi ad una consapevolezza atroce, una di cui non possono liberarsi: il loro mondo sta crollando. Le persone che amano moriranno. I segreti che celano verranno smascherati. Tutto ciò a cui tengono, sparirà.
    E' un timore reale, quasi tangibile. Una realtà che, seppur fittizia e messa su dal mentale gioco perfido di Lady Oblivion, le vittime non riescono a liberarsi.
    Solo una cosa sarà in grado di liberarli dalla tragedia imminente: reagire con violenza contro le quattro ragazze che sembrano essere, per ora, immuni al giogo della strega.
    Sara Lovelis, Hazel, Ade, Erica dovranno provare a riportare le loro compagne alla realtà nel miglior modo che ritengono possibile ma devono farlo velocemente: l'aria comincia a farsi pesante, i prigionieri tremano e si ammutoliscono e tutto intorno il pavimento sembra ghiacciare.
    I Dissennatori arrivano.



    Spero sia tutto chiaro.
    No powerplay, sì ai riassuntini negli spoiler così aiutate me e i vostri compagni.
    Per qualunque dubbio, scrivetemi un mp qui o su mood swing.
    Scadenza: 27 maggio.
     
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    Studente Accademia
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    Ci metto un pò a riprendermi dalla scarica dell'elettro, ma quando finalmente riesco a rimettermi in piedi cerco di farmi un quadro della situazione. Non si presume niente di buono e l'ambiente si fa sempre più freddo, decisamente un pessimo segno se ti trovi nella prigione di Azkaban. Visibilmente irritata, spintono qua e là alcuni dei ragazzi che mi ritrovo attorno, facendomi largo oltre le loro figure per farmi capace dell'inutilità degli studenti al di fuori della gabbia. Sono fermi, sono confusi, non reagiscono. "Ehi! ...Ehi!! Ma siete sordi?!" Non ci sentono. Non ci vedono. Lancio uno sguardo al grifondoro che mi sono lasciata dietro altri studenti di cui non mi importa un accidenti - la mia carriera da caposcuola completamente andata in fumo a causa del malumore che questo postaccio mi ha messo - ed avanzo la mia ipotesi, sperando in parte di avere ragione, in parte di aver torto. Il punto è che avere ragione giustificherebbe la loro nullafacenza, ma ci lascia nella merda. Come diamine facciamo a farci notare se non ci vedono e neanche capisco se ci sentano o meno? "Dobbiamo attirare la loro attenzione in qualche modo." Mi armo di bacchetta e pazienza, cercando di scacciare quell'opprimente sensazione di essere sul punto di un crollo emotivo imminente. Sono in un misto di sensazioni che vanno dalla voglia di piangere a quella di spaccare qualunque cosa mi capiti tra le mani. Se potessi prenderei a cazzotti qualcuno... E non me ne spiego neanche il motivo! Perlomeno, un motivo c'è, ma non dipende da me. "Se solo riuscissi a concentrarmi...!" Sbotto nervosamente, invasa da un caos mentale che mi destabilizza. Troppi schiamazzi dentro questa gabbia, poche azioni concrete. Non so cosa stiano cercando di fare gli altri, ma le ipotesi che mi sono venute in mente fino ad ora mi sembrano un gran buco nell'acqua. Un "periculum" riuscirebbe ad oltrepassare la gabbia e dar dimostrazione della nostra presenza al suo interno? Gli studenti oltre la stessa potrebbero ipotizzare la qualunque ed anche se cercassimo di amplificare le nostre voci nel tentativo che loro ci sentano, date le circostanze mi sembra tutto un flop. Cerco di pensare in maniera alternativa e, convinta che l'unico modo per comunicare con l'esterno sia far fuoriuscire qualcosa dalla gabbia, raccatto un pezzo di carta dalla borsa scrivendoci sopra un messaggio celere ma abbastanza indicativo. "Aiuto. Siamo bloccati qui dentro. C'è della cioccolata. Non toccate le sbarre." Casto un periculum nella speranza che riesca ad oltrepassare le sbarre e ricorro nell'immediato al piano B. Bisogna agire in fretta e pensare a più alternative. In questo ho bisogno dell'aiuto di Frankie, perché per quanto semplice sia il mio obbiettivo, mi sento troppo debole per accertarmi di portarlo a termine. "Aiutami, ti prego... Non penso di farcela da sola." Ironico che una caposcuola non riesca a lanciare un semplice incantesimo di levitazione, ma considerato l'ambiente e le mie condizioni... E' decisamente più che plausibile.
    Per attirare l'attenzione degli studenti fuori dalla gabbia, ho provato a castare un periculum.
    Nel dubbio che l'incanto non sia andato a buon fine, ho chiesto aiuto a Frankie per lanciare un wingardium leviosa su un biglietto da far levitare e passare oltre le sbarre.
    Il biglietto recita: "Aiuto. Siamo bloccati qui dentro. C'è della cioccolata. Non toccate le sbarre."
     
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    It's the feeling of betrayal, that I just can't seem to shake

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    Studente Serpeverde
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    La mia idea era geniale, ok, ok, non era coraggiosa, sicuramente, era anche un po' vile, ma l'importante non era il mezzo quanto l'obiettivo da raggiungere, questo era quello che quel poco tempo in compagnia di Nystrom mi aveva insegnato, porsi limiti, porsi regole morali, è del tutto inutile a che serve se poi si rimane con un pugno di sabbia in mano? Eppure la Grifondoro vicina alla tassorosso parve potermi sentire, nonostante avessi praticamente bisbigliato
    aha brava Nessie fantastica idea con lei ti copri la faccia e con cosa ti copriresti le spalle?! attenta a non in lciampare in qualsiasi cosa decidessi di usare sai i prigionieri aspettano con ansia il primo che cade!"
    Gli occhi chiari guizzarono rapidi sulla figura della ragazza, se lo sguardo avesse potuto uccidere il mio l'avrebbe incenerita lì dov'era
    << E' una minaccia Lovelis?>> chiesi inarcando un sopracciglio, pronta a spintonarla giù dalle scale, lei e quella sua faccia da ragazzina innocua ma fu la voce di Hazel a farmi distrarre da quell'improvviso istinto omicida
    Nessie, lasciala in pace. Dai. Vuoi finire a fare compagnia a questa feccia?”
    Sospirai, tirando indietro i capelli con una manata indelicata, per poi annuire appena verso l'altra Serpeverde e ripuntare gli occhi su Sara
    << Salvata per un pelo >> le soffiai contro mentre la mia attenzione tornava tutta sulle mie compagne che parevano intente a trovare una strategia che si rivelasse conclusiva ma prima ancora che potessi aprir di nuovo bocca una sensazione terribile mi invase il corpo, mi appesantì le spalle come se un macigno ci fosse caduto sopra, i muscoli delle braccia si tesero come pronti all'attacco anche se non c'era pericolo intorno a me, almeno non visibile.
    I pensieri cominciarono ad andare per conto loro, come veicolati da qualcun altro , mentre una voce sottile , pronunciando parole incomprensibili, si insinuava nelle orecchie come una lama sottile e le mani tappavano le stesse, scuotendo la testa come a voler scacciare quella cosa dalla mia testa. Era un' eco, incomprensibile, totalmente incomprensibile, eppure una parte di me cominciò a percepire che era il rimbombo di un allarme, un qualcosa che mi stava avvertendo della disfatta che avrei subito da lì a poco, cosa sarebbe successo al piccolo Mats se avessi continuato a permettere a tutti di ferirmi? Se avessi continuato a fungere da madre per lui? Io non ero in grado di fare la madre, ne serviva ancora una a me, come potevo io essere quel qualcuno per lui? Avrei sbagliato, avrebbero usato lui per ferire me, sarebbe morto, sarei morta io, sarebbero morti tutti quelli che amavo e Saule? Saule mi avrebbe respinta una volta saputo con chi ero andata in giro nell'ultimo mese, non mi avrebbe accettata, non l'avrebbe mai fatto l'unico modo di uscirne era individuare un colpevole e i miei occhi individuarono, immediatamente Sara a cui corsi incontro a bacchetta sguainata
    << Incarceramus>> gridai tendendo il braccio, se l'incanto l'avesse raggiunta si sarebbe trovata legata mani e piedi.



    Interagito con Sara minacciandola manco troppo velatamente XD, lasciata convincere da Hazel che era meglio lasciar perdere, continuato a confabulare con le mie amichettine piccine, scoppiata di testa, citata Saule, attaccato Sara
     
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    Incatenata. Era così che si sentiva Raelene, con lo sguardo intrecciato saldamente a quell'inquietante figura che le si parava davanti, a pochi metri di distanza. Per un istante, la sua mente fu oscurata da un black-out totale. Nessun pensiero riusciva a formarsi, come fiori incapaci di germogliare in una terra troppo arida. La voce di una Grifondoro le giunse lontana, ovattata. Le stava dando ragione, stava approvando le sue parole; eppure Rae si era già dimenticata di tutto e quelle parole non avevano senso. Distaccata dalla realtà, riusciva solo a guardare Lady Oblivion, percependo una crescente agitazione. Fu un colpo dietro di lei a distrarla, forzandola a distogliere lo sguardo. Spostò gli occhi verso la piccola figura di Ariadne, intimorita, dietro di lei, e per un minuto la fissò senza percepire nulla. Solo dopo un po' riuscì a recuperare se stessa e la sua tipica compassione per gli altri.
    « Ade, ehi. Va tutto bene. » le disse, stringendo la ragazzina a sé. Anche Hazel era arrivata da lei, ponendosi fra lei e la prigioniera che ormai poteva vedere persino a occhi chiusi. Raelene non sarebbe riuscita a definire ciò che cresceva dentro di sé: si trattava di irrazionale paranoia, nutrite da una voce che sentiva e che le suonava così cristallina, così veritiera. Così impossibile da ignorare.
    Hazel, Hazel, Hazel. Quante possibilità c'erano che una persona cambiasse così tanto, così repentinamente. Come poteva essere che quella spocchiosa e arrogante ragazza che aveva conosciuto anni prima fosse la stessa premurosa e speculare gemella che aveva davanti? E come era possibile, poi, che fosse davvero sangue del suo sangue? Era tutto falso, avrebbe avuto molto più senso se fosse stata tutta una farsa, l'ennesimo scherzo, l'ennesima volta che veniva usata, l'ennesima bugia. Forse le stava mentendo, forse era stato solo un modo in cui tutti i Cunningham stavano cercando di vendicarsi di qualche torto subito. Era così ovvio.
    Rae lasciò la piccola Corvonero, lentamente, rivolgendosi alla Serpeverde. Le si parò davanti, fissandola per un istante senza espressione alcuna. Improvvisamente, poi, con uno scatto meccanico, le puntò la bacchetta alla gola.
    « Dovresti stare attenta. Le bugie hanno le gambe corte. » Era sempre più ovvio. Il motivo per cui era andata con lei fin là, nelle gelide terre del Nord, non era per amore fraterno. Non era mai esistito nulla del genere. Era solamente uno stratagemma, un modo per controllarla e manipolarla. Era questo il suo ruolo, era per questo che i Cunningham sembravano essere sempre un passo avanti. C'era una spia. Hazel era una spia.
    « Non hanno previsto che non saresti sopravvissuta qui, vero? » disse, sempre più delirante e sempre più convinta di aver capito tutto. Le voci che le affollavano la mente erano tante, tarli che le consumavano ogni lucidità. Si sentiva tradita, si sentiva completamente abbandonata e presa in giro. L'orgoglio distrutto, la ragione dissolta. In quel momento, non era in sé. E sarebbe stata capace di tutto.
    Interagito con Ade e Hazel.
    Rae ha fissato Lady Oblivion molto a lungo, lasciandole inconsapevolmente l'opportunità di insinuarsi nella sua mente. Si è apparentemente ripresa per proteggere Ariadne e tranquillizzarla, ma l'arrivo di Hazel ha scatenato in lei una serie di paranoie insinuate dal potere della strega prigioniera, facendole puntare la bacchetta addosso alla sorella.
     
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