house of vipers

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    Sbuffò con fare spazientito, prima di dedicarsi un altro tiro dalla sua sigaretta scuotendo il capo. Odiava dover aspettare. Odiava dover rincorrere le persone. Odiava che qualcuno provasse a sottrargli da sotto il naso ciò che la Haugen riteneva essere di propria proprietà. Il caso volle che tutte e tre le cose che odiava stessero accadendo in quel preciso periodo.
    Saltò giù dal muretto sul quale era seduto, per raggiungere Link che finalmente si era degnata di raggiungerla. Non fu difficile constatare quanto fuori di sé dovesse essere anche in quel momento. Sembrava essere una prerogativa base di quella ragazza, ed anche quando la droga c'entrava poco e niente con il suo modo di agire ed interagire, Link sembrava sempre vivere in un mondo tutto suo. «Stai di merda.» Disse la Haugen dopo essersi concessa una veloce analisi. Dopotutto non era da lei dedicarsi a spassionati complimenti. A meno che non avessero secondi fini, ovviamente. «E poi dove cazzo eri finita?» Sbottò, gettando con stizza la cicca sul pavimento, spegnendola definitivamente sotto gli scarponi pesanti che indossava.
    Le lanciò un veloce sguardo indagatore, pronte a lanciare contro di lei quella freccia che aveva già preparato in quegli ultimi giorni. Stava solo aspettando il momento propizio per scagliarla. «Non è che ora ti piacciono più le tue nuove amiche di me?» Non era affatto passata inosservata, infatti, la nuova collaborazione della sua amica, con Alanys ed Erika, o come diavolo si chiamava. «Strana e più strana. Meriti di meglio.» Aggiunse seria, prima di far comparire sul proprio volto un sorriso che quasi stonava con l'espressione di poco prima. Piegò il capo, poggiando entrambe le mani sulle spalle dell'altra. «Per questo hai me.» Annuì, abbracciandola poi. Era il suo modo di tenere legata a sé quella ragazza. Forse non sarebbe mai stata sinceramente in grado di confessare quel che provava ma non voleva restare sola. «Allora Link... raccontami qualcosa. Questa distanza che sento non mi piace... ed anche se a volte posso sembrare un po' dura, a me importa sul serio di te.» Annuì guardandola. Non la prendeva in giro. Non del tutto almeno.
     
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    Vaffanculo. Merda e vaffanculo. Merda!
    Eccomi qui a parlare da sola. Sto iniziando ad assomigliare a Fenrir, tra un po' inizierò ad imbastire discorsi sempre più complessi con il vuoto e allora si che potranno davvero darci nomignoli simpatici... "Lo Schizzatissimo Duo", per esempio. Mi piace, dovrei iniziare a spargere in giro io questa voce perchè ehi, in fondo è pur sempre pubblicità e io amo il bisbigliare della gente alle mie spalle.
    Se non avessi un appuntamento, al quale tra l'altro sto già arrivando in ritardo, mi sarei potuta piazzare in mezzo al corridoio principale e prendere spunto da uno qualunque degli sproloqui del mio migliore amico cieco per attirare un po' di sguardi e riempire il fottutissimo buco che sento nel petto. Però non posso, ma me la terrò come idea per la prossima volta, questo è sicuro.
    Il motivo della mia coloritissima esposizione pubblica di sentimenti è molto semplice: padre di merda che taglia i fondi mensili per le sue motivazioni del cazzo + una mente dilaniata dagli incubi che ha bisogno di distrazioni = Lincoln ridotta a uno straccio. Chiunque, persino da chilometri di distanza, si renderebbe conto che qualcosa non va in me in questi giorni, sono nervosa, irritabile perchè non dormo per paura che senza tranquillanti i mostri mi vengano a prendere durante il sonno e come conseguenza ho gli occhi venati di rosso e circondati di nero, neanche fossi un cazzo di panda in via di estinzione. I capelli argentati, pieni di nodi, mi svolazzano intorno alla testa in maniera disordinata. Ho anche svariati centimetri di ricrescita del mio colore naturale di merda, che cazzo! Non posso andare avanti così.
    Tanto più che Helena mi accoglie con uno dei suoi dolcissimi commenti non appena la raggiungo col fiato corto.

    Ehi, vaffanculo. Entro i quindici minuti non è considerato ritardo.
    Sbotto, stizzita. Ok, forse sono ho tardato un po' più di così, ma ora come ora non ho voglia di sentirmi sfrangiare i coglioni da nessuno, specialmente data la mia attuale situazione. E' anche vero che la mia qui presente amica ha un caratterino non facile, fin da subito avevo messo in conto le sue risposte acide, ma non mi sono mai importate sul serio. Qualcuno sano di mente l'avrebbe già mandata a quel paese da un pezzo, ma non io.
    Chi?
    Le chiedo, stranita da quella sua ennesima frecciatina che non riesco a comprendere finchè il mio cervello addormentato non fa due più due e collega la faccia di una delle ragazze con cui ho accolto la delegazione di Hogwarts poco tempo fa con il nome che la Haugen ogni tanto sibilava con disprezzo e fastidio: Alanys. In realtà a me non importa niente di lei o dell'altra ragazza con cui si accompagnava, Erica, erano state solo il fiammifero che aveva acceso il mio bisogno di mettermi in mostra con quelli nuovi, due tra le tante facce di questa scuola a cui provare ad attaccarmi. Cosa che, fino ad ora, non era ancora successa, quindi avevano smesso temporaneamente di far parte dei miei pensieri.
    Ah, loro. Beh, non preoccuparti, non ci parlo da quella volta al molo.
    Incrocio le braccia, sperando così di chiudere in fretta quel discorso anche perchè, come ho detto, in questo momento non ne ho proprio voglia di sentire pseudo scenate di gelosia.
    L'abbraccio mi coglie di sorpresa. Non ero pronta, e da Helena non ci si aspettano spesso esternazioni di affetto, ma quando arrivano non riesco a non accoglierle con piacere. Il calore del suo corpo contro il mio è piacevole, credo... Credo di averne bisogno. E poi sono così stanca, della situazione in cui mi trovo per colpa di mio padre e del fatto di non poter dormire per paura dei morti, delle torture. Questo contatto arrivato all'improvviso, come un temporale estivo, mi sblocca qualcosa dentro, come tutte le volte che qualcuno mi dona un po' del suo affetto, vero o falso che sia. Abbraccio Helena a mia volta mentre penso al rapporto di amicizia che ci lega. E' malato? Forse, ma me ne sbatto. Mi dona questi piccoli momenti che vanno a riempire anni di vuoto, il resto non conta, ed era bello sentirsi dire che a qualcuno importava sul serio di te. Potrebbe anche ordinarmi di andare a picchiare qualcuno, e io direi di si. Si, sono davvero così disperata.

    Lo so, scusa, ma mio padre mi ha ficcato in una situazione del cazzo...
    Le dico mentre abbasso lo sguardo e arriccio il naso in un'espressione infastidita dal solo pensiero di quell'uomo che si trova in Islanda a farsi i cazzi suoi, mentre io sto qui a soffrire come una stronza.
    Faccio schifo in necromanzia e incantesimi mentali, e a lui non piace. Mi ha dimezzato i fondi finchè i miei voti non miglioreranno e fino ad allora non potrò permettermi saltuariamente le mie solite distrazioni. Non so che cazzo fare...
     
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    «E' il minimo.» Rispose con una punta d'acido nella voce. Per Helena era inaccettabile che Link, la sua amica o qualunque cosa fosse, osasse farsi avvicinare tanto da quelle che considerava sue nemiche. Odiava le ingerenze ed odiava quando qualcuno osava provare a portarle via ciò che rientrava grandemente nell'insieme delle cose che la facevano sentire tranquilla. Helena aveva bisogno di avere uno stretto controllo sulle cose che la riguardavano, era per questo che finiva col dominarle in modo autoritario e dittatoriale.
    Diede dei colpetti sulla schiena dell'altra mentre l'abbracciava, cominciando a sentire ben presto il disagio nell'essere così vicino a qualcuno. Solitamente non si faceva toccare così da nessuno. Non da vestiti almeno.
    Si sbrigò quindi ad allontanarsi, seppur con cautela, da quell'abbraccio voluto da lei, prima di puntare gli occhi chiari in quella della sua interlocutrice per recepire le notizie da lei fornite. Non si stupì di sentirla in panico per una notizia come quella, e d'altro canto persino lei aveva dovuto patire punizione di quel tipo che, ovviamente, non avevano sortito alcun effetto su di lei. «Solo questo?» Le chiese, scuotendo appena il capo. «Te li darei io Link se potessi ma...» Probabilmente non lo avrebbe fatto in nessun caso, ma sentiva fosse necessario aggiungere una precisazione di quel tipo. Non l'avrebbe comunque lasciata sola. L'avrebbe aiutata, in qualche modo, a trovare una soluzione al suo problema anche solo per sentirsi la sua eroina. Era giusto che Link avesse ben chiara in mente la sua posizione.
    «Sai cosa? I nuovi arrivati, i ragazzi di Hogwarts, sembrano tutti così ingenui e stupidi che non sarà poi così difficile spillare loro un po' di galeoni.» Le propose lanciandole uno sguardo più lungo, prima di alzare gli occhi al cielo e pensare ad una valida alternativa. Una che in definitiva aveva già ben chiara nella propria mente ma che doveva proporle con cautela. «E se con loro non va bene... insomma, ci sarà un amico disposto a finanziarti, no? Ecco magari con uno scambio di favori.» Le sorrise annuendo, come a voler dirle che quella sarebbe stata certamente una valida idea da attuare. Una senza rischi.
    Ma non era così. «Conoscevo una ragazza che ha messo su un bel po' di grana così.»
     
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    Solo questo? Solo questo?!
    Sbotto, infastidita dal suo commento. Come se per lei la mia situazione finanziaria e la mia salute mentale fossero una bazzecola da nulla, una briciolina nella sua esistenza. Ma vaffanculo. Non è lei quella che non riesce a dormire da giorni perchè ha paura dei mostri nei propri incubi. Non è lei quella che rischia di crollare durante le lezioni e ha rischiato una crisi di nervi quando il suo migliore amico le ha fatto tornare in vita un uccello morto davanti agli occhi. Non lei, io.
    Però... Forse ho esagerato. Ho detto di essere irritabile più del solito in questi giorni, e lei vuole solo darmi una mano, o è quello che vuole farmi credere. Sbottare così non può portarmi a niente di buono, figuriamoci ad una soluzione, e se lei dovesse decidere di allontanarmi e non darmi più attenzioni? Ho altre persone a cui star dietro, la scuola ne è piena, e Fenrir mi vuole bene più di chiunque altro qui dentro, però non posso dire che non mi darebbe molto fastidio vederla darmi le spalle. Il perchè non lo so nemmeno io, e la mia attuale situazione non mi fa ragionare come si deve. Mi passo le mani sul viso sfregandolo vigorosamente, come se volessi svegliarmi da un sogno, con il solo risultato di essere diventata tutta rossa per l'attrito. Cazzo, devo sembrare ancora più pazza.

    Scusa. Ho bisogno di dormire.
    Oh, si. Un bel letto caldo e mille cuscini morbidi, magari pure qualcuno che mi abbracci di tanto in tanto. Sembra una fottuta visione paradisiaca. Ah, e un po' di alcool di fianco, giusto per non farmi mancare nulla.
    Le proposte di Helena mi rimbalzano nel cervello e continuano a risuonarmi nelle orecchie come un eco distante. Non sembrano nemmeno così male, di certo sono meglio di qualsiasi altra cosa avrei potuto mettere insieme io in questo momento.
    Rubare agli studenti di Hogwarts, col rischio di venire beccata e messa in punizione se non addirittura espulsa, o diventare una puttana? Beh, la seconda opzione non è così lontana da quello che già faccio quotidianamente qui a Durm, solo che mi limito ad essere opprimente e a provare gioia se qualcuno mi palpa una tetta o mi dice che sono bellissima... Nessuno mi ha mai pagata per baciarmi, e io non ho mai chiesto denaro perchè mi sembrava, non sbagliato, solo... Strano? Non lo so, come se chiedendo uno scambio di favori quello che ne ricevevo non fosse veritiero. Non che lo fosse stato a prescindere, ecco, come se tutti quei complimenti fossero stati fatti con genuinità e spontaneità, invece che lussuria e voglia di prendersi gioco di me. E' un cazzo di discorso complicato, ecco cos'è. Lo sarebbe stato persino con dieci ore di sonno sulle spalle.
    E poi c'è la questione Fenrir. L'ho baciato, questo è vero, ma non ho ancora capito cosa provo nei suoi confronti. Gli voglio bene, molto, e farei qualsiasi cosa per lui senza pensarci due volte, ma non so se è... Ah, mi fa stranissimo persino pensarlo... Amore...? Magari penso che lo sia perchè sono accecata dai miei bisogni di affetto, o magari lo è davvero e se lui dovesse scoprire che faccio sesso per soldi con qualcuno mi manderebbe a cagare seduta stante. Un altro cazzo di discorso complicato che non ho voglia di stare ad analizzare in questo momento, proprio no.
    Gli occhi mi rimbalzano da un lato all'altro mentre rifletto sul da farsi, prima sul terreno, poi sulle mura della scuola per poi tornare sul viso della mia amica e i suoi occhi penetranti.

    Io non...
    Ne ricaverei altro affetto, altre attenzioni. Tutti quegli abbracci e baci nascosti da occhi indiscreti ti scalderanno per un po' e intanto le tue tasche si riempiranno. Potrai comprare tutto quello che vorrai e sarai piena di amore, e se qualcuno dovesse parlar male di te non ti importerebbe nulla, perchè sarà pur sempre pubblicità. Non ti suona tutto così estremamente meraviglioso, Lincoln?
    Si. Si, ma è anche così... Sbagliato.

    Non voglio. Andrò a svuotare qualche tasca, ma non sarò una puttana.
    Dico seccamente mentre incrocio le braccia e abbasso lo sguardo, stupita e confusa dalle mie stesse parole.
    La mancanza di alcool e droghe ti fanno pensare lucidamente, Lincoln. Che tu stia finalmente diventando una persona normale, dopotutto? E' solo perchè non dormo, nient'altro. Solo questo. Fanculo.

    Ti va di farmi da palo, o hai altro da dirmi?
     
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    «E anche di un correttore migliore.» Commentò poco dopo facendo spallucce. Aveva un aspetto davvero da schifo ed Helena non avrebbe perso occasione di sottolinearlo. Era il suo modo d'agire, mostrarsi sempre esageratamente pungente. Scomoda. Dopotutto a lei andava bene così. Non voleva piacere a tutti, non per forza. Voleva mostrarsi irraggiungibile però, insidiosa. Una Dionea, affascinante quanto letale.
    Accolse la sua spropositata reazione, prima di scuotere debolmente il capo come a voler sminuire il suo modo di fare. «Non ti stavo proponendo mica questo?» Le disse, quasi scioccata dal suo inaccettabile fraintendimento. Almeno in apparenza. «C'è differenza. La vedi dal punto di vista sbagliato.» E per quanto Helena fosse abituata a giocare con le convinzioni altrui, stavolta era convinta di ciò che diceva. Dal suo punto di vista, era un affare come un altro. Un modo di raggirare le persone per un proprio torna conto. Dal canto suo, probabilmente la Haugen non si sarebbe mai abbassato a quel livello ma una come Link cosa aveva da perdere? Dietro il caotico disordine della sua mente e gli intrugli offuscanti che prendeva, aveva anche posto per una rigida morale? Ne dubitava.
    Lasciò perdere comunque, avvicinandosi alla ragazza per abbracciarla velocemente.
    «Incanterò qualcuno con i miei occhioni solo per te.» Posò la guancia contro la sua, prima di rilasciarla e farle cenno di incamminarsi per cercare realmente una preda da spennare. Sarebbe stato divertente, oltre che incredibilmente facile.
    «Hai visto Ruben in giro oggi?» Le chiese cambiando discorso dopo qualche attimo di silenzio. Ultimamente il ragazzo occupava un posto fisso nella sua mente, ed era una cosa così insolita da essere a tratti inaccettabile. «Wrona.» Specificò poco dopo, cercando di dissimulare qualsiasi eccessivo interesse nel conoscere realmente la risposta. Insomma, provò a far passare quell'interrogativo come una qualsiasi richiesta di pettegolezzo, e chiaramente non lo era.
     
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    Punto di vista sbagliato o no, non mi interessa. Se mai dovessi toccare il fondo della disperazione ci ripenserò, ma per ora è no.
    Mi stringo nelle braccia mentre abbasso lo sguardo, come se avessi paura di incontrare gli occhi di Helena e farmi convincere dalle sue parole che, si, vendermi per soldi era la cosa giusta da fare. E forse ha ragione davvero, perchè in un certo senso sarebbe meno pericoloso per la mia carriera scolastica piuttosto che mettermi a rubare, ma ormai ho deciso.
    Accolgo il secondo abbraccio della mia amica con un po' di rigidità, ancora infastidita dalle sue precedenti parole, ma mi lascio andare ad un involontario sorriso quando poggia la guancia calda contro la mia e si dice disposta a darmi una mano. Ha un carattere particolare, acido e spesso incline ad insultare gratuitamente la gente, ma con me ha anche questi piccoli sprazzi di gentilezza che apprezzo e che mi tengono legata a lei con un doppio filo. Credo di volerle persino un po' di bene, in fondo è una delle prime persone con cui ho legato qui dentro, e il suo essere una stronza col botto mi diverte e mi aiuta nel far parlare di me agli altri... Chissà se lei ne vuole davvero un po' a me, o se le sono solamente utile, un giocattolo carino che prima o poi sbatterà via perchè ne sarà appena arrivato uno più interessante. Ma in fondo chi se ne frega, come dico sempre: ogni tipo di attenzione è ben accetta.
    Ci incamminiamo per la scuola alla ricerca di un ingenuo e solitario studentello di Hogwarts pronto a passarmi di mano una parte dei suoi averi. Mi guardo intorno come un falco che punta un coniglio dall'alto, prontissimo a lanciarsi coi suoi artigli per portarselo a casa e mangiarlo in santa pace. Ho sentito dire che quelli di Tassorosso sono i più gentili e stupidotti, sempre pronti a dare una mano, se dovessi trovarne uno allora forse mi basterebbero solo delle parole convincenti, qualche lacrima ben assestata e il racconto del mio passato di abusi per convincerlo a prestarmi qualche soldo... I miei pensieri vengono interrotti da una domanda improvvisa di Helena, che inizialmente non comprendo poichè troppo occupata a guardarmi intorno.

    Mh?
    Le faccio mentre con gli occhi seguo una sciarpa gialla che svolazza dietro un angolo. Sono quelli i Tassorosso? O sono i blu? Fanculo, non me lo ricordo mai...
    Ah si, il mio cavaliere!
    Un angolo della bocca mi si alza in una specie di sorriso quando penso al mio salvatore e dispensatore di vizi, e mi chiedo perchè mai a Helena dovrebbe interessare uno come lui, ma in fondo non mi interessa, avrà i suoi motivi.
    L'ho visto giusto poco tempo fa, mi da una mano nel trovare delle distrazioni quando gli incubi diventano troppo pesanti, se capisci cosa intendo... Spero ancora di potermi permettere i suoi servigi, in futuro.
    Che abbia in mente di derubare lui? Si ok, è abbastanza magrino come ragazzo, e in due non dovremmo fare troppa fatica a farci dare quello che vogliamo, ma sarebbe rischioso e stupido perchè potrebbe andare a parlare col preside e farci buttare fuori. E poi mi sta simpatico, anche se a volte si comporta come se avesse un palo infilato su per il culo.
    E' uno a posto, anche se a mio parere dovrebbe lasciarsi andare un po' più spesso, si divertirebbe molto di più.
    Intanto continuo a seguire la strada percorsa dalla sciarpa gialla che finalmente si ferma in uno dei corridoi: è una ragazzina bassa, persino più di me quindi alle brutte potrei persino pensare di appenderla al muro.
    Che ne dici di quella?
    La indico a Helena con lo sguardo mentre rimango semi nascosta dietro un angolo. Non vedo l'ora di ficcarmi tra le lenzuola e dormire sogni sereni, finalmente.
     
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    Piegò il capo corrugando la fronte alle sue parole. Evidentemente doveva essersi persa un passaggio e quella rivelazione fatta così a bruciapelo e senza preavviso, destabilizzò Helena. «Il tuo cavaliere?» Le chiese con una mezza risata, quasi a voler dissimulare il nervosismo provato dinanzi a quella frase. Più però l'amica provava a spiegarsi, più le veniva difficile trovare a quel contesto, un significato differente da quello che appariva.
    Si chiese allora se stessero realmente così le cose. Era quello il motivo per cui Ruben l'aveva allontanata? Link? La guardò come se la stesse osservando davvero per la prima volta. C'era un motivo se si era avvicinata a lei e, se in quei mesi, aveva deciso di tenersela stretta e quel motivo era che non la riteneva una minaccia. Helena era sul serio convinta di poter sortire qualsiasi tipo d'effetto volesse sull'altra. Credeva di averne il controllo. E, basandosi su quell'ambiguo e quanto meno sbagliato concetto d'amicizia, era certa che la ragazza non l'avrebbe mai tradita. Ora si rendeva conto di essersi sbagliata di grosso, ed il fuoco che le bruciava dentro avrebbe finito con l'ardere anche l'altra presto o tardi. Molto presto probabilmente. «No, non capisco cosa intendi.» Le ripete con un sorriso tirato, facendole comunque strada verso la vittima da lei designata.
    La seguì, mano sulla bacchetta, pronta ad agire. «Tutta tua.» Quando però furono abbastanza vicine da poter attaccare, il diffindo della Haugen non si diresse verso lo zaino della malcapitata, quando ad una generosa ciocca di Link.
    Portò una mano alla bocca, fingendo stupore con quel fare fastidiosamente teatrale che riservava alle persone che di consueto prendeva in giro. «Ommorgana Link, scusami.» Le disse, scuotendo il capo. «Eri nel posto sbagliato.»
     
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    Mettiamola così: io sono la principessa islandese in pericolo e lui è il cavaliere senza macchia e senza paura che mi salva dai mostri sotto il letto.
    Forse questo non è proprio il modo più corretto di spiegare quello che c'è tra me e Ruben, in fondo si tratta di un semplice scambio di beni: i miei soldi per le sue pillole e il suo alcool, un rapporto tra commerciante e cliente come ce ne sono a milioni nel mondo. Il fatto è che non ho idea di quanto il mio magro amico abbia sparso la voce a riguardo dei servizi che offre, di sicuro non vorrebbe che lo sapessero le persone sbagliate, anche perchè se lo dovessero sbattere fuori saremmo nella merda in due. Beh, oddio, io forse nemmeno troppo... Scommetto che in questa scuola del cazzo è pieno di gente che contrabbanda beni di prima necessità per sopravvivere alla noia di queste quattro mura. Però quel ragazzo mi sta simpatico. Si, anche se si comporta come se avesse sempre un palo infilato su per il culo. Quindi diciamo che mi dispiacerebbe vederlo andare via improvvisamente per colpa della mia boccaccia. O di quella di Helena.
    Un giorno di spiegherò meglio.
    Chiudo il discorso con un cenno della mano, se lei ha capito che la mia era solo una metafora del cazzo che avvolgeva con un nastro color arcobaleno la realtà di merda che è la mia esistenza allora ben venga, se si scorderà di chiedermi ulteriori informazioni a riguardo allora meglio ancora. Si annoia facilmente, quindi la seconda opzione la vedo più probabile. Che cazzo avrà Wrona di così interessante per lei poi...
    Riporto l'attenzione verso la malcapitata e lo zaino che si porta appresso, sperando che dentro ci sia anche un lauto bottino, e non solo libri scolastici e spuntini.
    Vado avanti, tu fai in modo che perda lo zaino, io lo afferro e corro via. In dormitorio ti darò una percentuale.
    Non è il tipo di ragazza che ti fa un favore senza ricevere niente in cambio, anche se tra amiche non dovrebbe funzionare così. Credo... Forse se non avessi detto niente l'avrebbe fatto comunque, per l'affetto che prova nei miei confronti, quel bene incondizionato e intoccabile che certi individui riescono a provare per altri e senza secondi fini. Però non è quello che c'è tra me e lei, vero? Io voglio le sue attenzioni, Helena vuole... qualsiasi cosa possa darle avere intorno una come me. Avanzo con calma verso la ragazza, è girata di spalle ed è sola. Ti prego, ti prego, se esiste un dio, fa che io trovi un sacco pieno di monete, ti prego. Ho bisogno di dormire, ho bisogno di... Un suono, un piccolo snip, ed Helena che si scusa di qualcosa. Mi volto verso di lei con sguardo perplesso senza capire, finchè non abbasso lo sguardo per terra, su quello che, ad una prima occhiata, mi sembra un serpentello argentato, ma che in realtà è una lunga e folta ciocca dei miei capelli e d'istinto mi porto una mano dietro la testa per cercare uno spazio vuoto.
    Ma che cazzo?! Cerca di mirare meglio la prossima volta!
    Alzo la voce senza quasi rendermene conto. Sono stanca e irritata, ancora di più quando con la coda dell'occhio noto che la ragazza con la sciarpa gialla se ne sta andando, probabilmente disturbata dal chiasso che sto facendo. Non ci voleva proprio, vaffanculo.
    Ecco, se ne è andata! E io come faccio adesso? Avevo bisogno di dormire, avevo bisogno di...
    Sono stanca. E triste. Forse più di quanto mi piacerebbe ammettere, e vedere quella massa pelosa per terra era l'ultima goccia che oggi sarei stata in grado di sopportare... mi piacciono i miei capelli, forse sono una delle poche cose di me stessa che amo davvero. Sento il labbro tremare e le prime lacrime scendermi sulle guance mentre mi accascio per terra mezza strisciando contro il muro. Sono così stanca di vivere in questo modo, e lo so che Helena non lo ha fatto apposta, ma non riesco a guardarla in questo momento, potrei anche tirarle un pugno dritto su quel naso del cazzo e finire dal preside e non mi fregherebbe niente.
    Vai via. Per favore.
    Le dico con tono spento tra le lacrime mentre mi stringo al petto le mani strette a pugno. Il bisogno di dormire arriva ad ondate alternandosi alla disperazione, sento che se chiudessi gli occhi mi addormenterei qui, in questo istante, ma non ci riesco. Non voglio. Ho troppa paura di quello che potrebbe aspettarmi dall'altra parte, quindi rimarrò sveglia e immobile, a piangere.
     
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7 replies since 20/3/2019, 22:21   187 views
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