Hiding from my shadows.

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    L'atmosfera gelida dell'istituto nordico ben rappresenta il ghiaccio che contraddistingue l'atteggiamento che riservo ad ogni singolo studente di Durmstrang. Non è sfida e nemmeno desiderio di rivalsa o supremazia della mia scuola sulla loro, non mi è mai importato niente di combattere battaglie altrui, preferisco portare avanti solo le mie. Di fatto, se non fosse già abbastanza dirompente la mia propensione alla diffidenza, i ragazzi che ho incontrato finora non hanno fatto un ottimo lavoro per stimolare la mia simpatia. Prima la ragazzetta spicciola che sulla nave ha sussurrato a Frankie malcelate volgarità, poi quelli che l'hanno braccato in corridoio. Non sono la sua mammina protettiva, ma ci tengo troppo per sopportare che gli vengano rivolte angherie di alcun tipo, mentre nel primo caso la gelosia ha chiaramente avuto il sopravvento. Per farla breve, la mia permanenza qui non sta andando granché bene. La pesantezza dei miei pensieri negativi continua ad abbattermi e nonostante la presenza costante del grifondoro al mio fianco, non riesco a scacciare il perenne malessere di cui è pregna la mia vita. Ho evitato di isolarmi fino ad ora, ma sento sia arrivato il momento di prendermi del tempo per me, staccare la spina da tutti, persino da Frankie, per dedicarmi un pò al silenzio, alla calma, al tentativo di zittire la mia mente e tornare a respirare per un pò. Mi sono vestita di tutto punto, usufruendo di tutte le vesti date a disposizione dalla direzione per contrastare l'eccessivo freddo, e ho passato quasi un'ora all'esterno della struttura, sulle rive del lago ghiacciato su cui siamo sbarcati una volta arrivata qui. Ho osservato le figure riflettersi nella distesa gelata tersa, cristallina, affacciandomi ogni tanto io stessa e scorgendo dietro i miei occhi altrettanto freddi la fiamma di quell'affetto nascosto affievolirsi sempre di più per lasciare il posto alla solita ragazza provata, priva di emozioni, crepata e sulla via della distruzione. Tutti sacrifici ed impegno gettati al vento, come ogni mio tentativo di redenzione. La stessa storia che si ripete in continuazione. Quanto durerò ancora per questa strada, prima di stancarmi di questo circolo vizioso che mi risucchia saltuariamente, quando tutto assume le sembianze di un miglioramento vano, atto a sparire? Immersa nel silenzio, non avverto alcun rumore se non i naturali suoni della natura. Ma nel momento in cui quell'equilibrio tra brezza, animali in lontananza ed insetti viene rotto da una marcia a passo d'uomo, mi rassegno già all'idea di abbandonare la zona per fare ritorno al castello. Non cerco rogne ed è per questo che mi tiro indietro istantaneamente quando i miei occhi incontrano la figura di un ragazzo sconosciuto, che associo nell'immediato agli studenti di Durmstrang. Non sembra malintenzionato, eppure la mia mancata fiducia in loro ed il pessimo umore con cui sto vivendo quest'esperienza mi costringono a tirarmi su dal masso su cui ho seduto per un pò e ad avanzare verso il sentiero principale per la struttura. "Tranquillo, stavo comunque andando via, non c'è bisogno che mi cacci." Sollevo le spalle, in un misto di rassegnazione e di latente tormento, pronta a bloccare la conversazione ancor prima che ne venga posto il principio. Pregiudicante, forse. Ma anche evidentemente stanca e ferita dall'universo. "So che non vi piacciamo, perciò ti risparmio minacce ed intimidazioni."
     
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    Rifuggire dai dormitori e dai questionabili giudizi di Youth sulle ragazze nordiche era diventato un imperativo necessario, farsi affollare la testa di quel tipo di immaginario dettagliato non era mai stato tra le sue attività preferite per quanto sia l'inglese che, ai tempi, Gwain sembrassero intenzionati a renderlo sempre partecipe di quelle fantasie intrise di esperienze personali.
    Un fastidio comunque minore rispetto a tutto il resto. Se la compagnia di Youth era una piacevole spaccatura nella noiosa routine di Durmstrang non poteva dire lo stesso del resto degli studenti arrivati con lui, stati capaci di confermare la sua - bassa. - opinione di loro ancor prima di mettere piede all'interno delle mura del castello.
    Non che in quello differenziassero dal resto degli studenti nordici ai suoi occhi, al di fuori di Dorian nessuno in quel posto si salvava davvero, una bolgia di idioti senza capacità cognitive definibili tali. Un giudizio già dai risvolti aspri che era unicamente peggiorata da quando aveva ottenuto la spilla di Caposcuola e si ritrovava costretto a prestarci più attenzione di quanto avesse mai fatto negli anni precedenti.
    Certo, l'autorità per poter fare, e fargli, quello che gli pareva in caso di bisogno compensava, in parte. L'avrebbe fatto di più se ne avesse abusato come avrebbe voluto invece di darsi un tono per le apparenze, ma supponeva le sue priorità scivolassero in altri lidi ormai.
    Era sgusciato fuori dai dormitori, fuori dal castello, verso la solitudine degli enormi spazi aperti che circondavano Durmstrang, solleticato appena dalla possibilità di approfittare di quei momenti per andare a cercare la compagnia di Dorian. Pulsione che fu felice di non aver assecondato sul momento, visto l'intrusa che si ritrovò davanti addentrandosi negli angoli più isolati della zona.
    Doveva ammetterlo, una cosa che apprezzava degli studenti di Hogwarts c'era, ed era quanto intimiditi riuscissero ad apparire in loro presenza.
    Dei topolini gettati in un covo di gatti. Era proprio vero che fuori da quelle mura gli altri non avessero idea di come si vivesse a Durmtrang, perché mai accettare quel viaggio altrimenti? E dire che era pure un anno tranquillo quello.
    'Puoi restare se vuoi, non è ancora vietato starsene qui.' Fece spallucce, genuinamente disinteressato anche se non altrettanto nella prospettiva di curiosare adesso che la possibilità gli si presentava davanti in quel modo. 'Oh, ho sentito, in punizione di gruppo ancora prima di scendere dalla nave.' La soppesò, arricciando appena gli angoli delle labbra senza soffermarsi a specificare il suo giudizio a riguardo.
    'Non dovresti prenderla sul personale, gli studenti di qui non brillano di... beh, di niente.' Così come era scontato la maggior parte degli inglesi non avessero neanche mezza possibilità di farsi rispettare, ma non c'era bisogno di essere così specifici.
    Premette le labbra in una linea pensierosa, scivolando con lo sguardo verso le acque del lago mentre cercava in tasca il pacchetto di sigarette.
    'Vuoi?' Le offrì la possibilità di servirsi a piacimento dopo averne pescata una per sé, e okay, sì, c'erano decisamente dei secondi fini in quell'abbozzo di gentilezza che le stava donando. Se non altro, un tentativo di trattenerla per studiarla meglio.
    'Sei... La Smith, vero? Siete tutte così bionde, è difficile distinguervi' Non vero. Youth era stato più che esaustivo nelle sue spiegazioni su tutti loro. E poi ovviamente si era informato, nel suo ruolo non poteva certo vivere all'oscuro di quei dettagli.
    'Caposcuola, una dei molti. E' irritante dover dividere quel tipo di autorità con così tanti altri studenti? Me lo sono sempre chiesto.' Quattro caposcuola, otto prefetti, dovevano davvero regalare quei ruoli come se fossero caramelle.
     
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    In un misto di sorpresa e di dubbiosa diffidenza, resto ferma nel punto preciso in cui mi sono sistemata, con le braccia incrociate nel tentativo di scaldarmi e lo sguardo freddo puntato sull'ambiente che mi circonda, verso un punto indefinito. Roteo gli occhi nel ricordo della punizione ricevuta ancor prima di approdare al castello, riportato alla mente dalle parole dello studente. "Già." Mi limito a dire, chiusa a riccio come di consueto dinanzi ad un perfetto sconosciuto. Il mio curriculum, la mia perfezione scolastica, il disagio interiore che quell'episodio ha scatenato resteranno dentro me per tutto il tempo. Non ho intenzione di condividere con nessuno l'entità del mio malessere. Nessuno ad eccezione di Frankie, immagino... Ma adesso non è importante. "Grazie per l'interessamento, ma non me ne importa niente di persone che, come dici tu, non brillano di niente." Vestita di quella durezza che azzera la mia emotività, nascondendola sotto strati di indifferenza, ostilità e repulsione, non lascio trasparire neanche un briciolo di malessere oltre il mio volto, perfettamente rigido e bloccato nella sua classica espressione di superiorità e distacco. Per quanto innocuo il ragazzo possa sembrare, niente mi assicura che lui non stia cercando di lavorarmi per mezzo di un comunissimo doppio gioco. E' inevitabile prevedere una possibilità simile, ho passato anni a manovrare tecniche simili per manipolare le persone. Non si ruba in casa del ladro. Dò un'occhiata celere al pacchetto che mi porge, declinando nell'immediato l'offerta, più per precauzione che per effettiva presa di posizione e saldezza nei miei principi. "Io non fumo." Liquido così, senza alcuna spiegazione aggiuntiva, la proposta. Ci ho pensato più volte ultimamente a tutti i danni ed i disagi che l'approccio al fumo mi hanno provocato, seppur si trattasse di piccola quantità di droga, piuttosto che di quel misto di tabacco e nicotina quasi innocuo al confronto. Continuo a combattere in quel dubbioso limbo di disperazione e risoluzione che mi sbalza da una parte all'altra, come fossi bloccata su un pendolo in perenne oscillazione: da una parte l'opportunità di distendere i nervi utilizzando metodi poco consoni al mio calibro ed alla mia personalità e per tal motivo potenzialmente liberatori; dall'altra la necessità di rimanere solidamente aggrappata alla sicurezza personale che mi ha portata avanti fin qui, accompagnandomi nei miei successi ed aiutandomi a risollevarmi dopo i miei fallimenti - quelli emotivi, si intende -. Non mi resta altro che abbandonare il posto, farmi da parte e tornare a passatempi più interessanti, tipo visitare per l'ennesima volta la maestosa biblioteca della struttura, l'unica parte di quest'esperienza che sia riuscita a darmi un pò di conforto, seppur minimo. A trattenermi però sono le sue parole. In particolare, il fatto che mi abbia identificata mi spinge a permanere, stuzzicando la mia curiosità. "Le altre bionde non hanno le ciocche rosa, se può aiutarti a distinguerci meglio." Un pò del mio orgoglio è stato messo alla prova, ma di sicuro non starò qui a servirgli su un piatto d'argento la mia vulnerabilità. Potrebbe essere solo uno stratagemma, la scusa del fatto che ci siano tante bionde che hanno scelto di prendere parte al viaggio culturale, per questo mantengo i nervi saldi e non gli dò alcuna soddisfazione. "Non lo è, se sei abbastanza furbo da imporre la tua autorità al di sopra delle altre." Snocciolo in fretta, inarcando un sopracciglio e lasciando poco spazio ai dubbi circa la mia arroganza. Mi sono sempre posta al di sopra di chiunque altro, non è una novità, né una sorpresa così grande. In cuor mio, dubito che lui stesso ne resti stupito. "E' questo che mi distingue dagli altri Caposcuola." Dico con sicurezza, prima di voltarmi verso di lui e scrutarlo appena qualche attimo. "E dimmi un pò, sei tu il Caposcuola dell'istituto, qui? L'unico e il solo?" Un briciolo di curiosità addizionato alla voglia di dare un nominativo a questo nuovo elemento da aggiungere al bagaglio d'esperienza di questo viaggio rivelatosi, fino ad ora, completamente inutile. "Perdonami ma non conosco il tuo nome. Immagino che la tua fama, se così si può chiamare, non ti preceda abbastanza." Sulle mie, un pò sgradevole ed intimidatoria, calma.
     
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    Così ostile.
    Una caratteristica con poco merito ai suoi occhi ma di cui sarebbe stata una bugia ammettersi sorpreso, o in qualche modo colpito. Non molto lo faceva. Così come non molto era in grado di farlo desistere da appurare se qualcosa, o qualcuno, che aveva attirato la sua curiosità la meritasse realmente o meno.
    Su di lei... beh, non ne era sicuro. Forse. Ma il beneficio del dubbio era già più di quanto concedesse di solito.
    L'opinione di Youth per quanto positiva e, in parte, causa scatenante di quella scintilla d'interesse, era in realtà irrilevante come influenza sul suo giudizio. Avrebbe potuto fare una lunga lista di persone prive di brillantezza che sembravano aver fatto breccia nelle grazie dell'inglese di cui lui si domandava ancora il perché. Iniziando già da Gwain, a dirla tutta.
    Palesemente, avevano pretese molto diverse da quello che ricercavano negli altri.
    Si mostrò indifferente sia al rifiuto della sua offerta, tirando una boccata di fumo da una delle suddette sigarette, sia alla sua precisazione riguardo i capelli. Indubbiamente vera ma come spesso accadeva con i dettagli altrui, a meno che non avesse già una ragione particolare per tenerne conto finiva tutto in una bolgia di pensieri disconnessi e disinteresse.
    Una bionda inglese valeva l'altra, anche con segni distintivi simili.
    'Sicura che gli altri Caposcuola siano del tuo stesso avviso?' Insinuò lasciando che le labbra si piegassero in una lieve piega sorniona, non dubitava fosse in grado di imporsi, ma che fosse riuscita a farsi rispettare - o temere, stessa cosa. - dai suddetti grazie a quei modi sembrava improbabile in un ambiente come quello della scuola inglese. Però appunto, stavano parlando di Hogwarts, immaginava di non potersi aspettare grandi cose nelle limitazioni che le regole del posto dovevano dare. Per quanto fosse ironico formulare scuse simili visto dove si trovavano adesso.
    'No.' Arricciò appena il naso scoccandole un'occhiata di tollerante divertimento a quella frecciatina. 'Più che altro, direi tu non ti sia informata abbastanza. Divido il compito con la figlia di Moon.' Il nome del (ex?) ministro del Nord avrebbe dovuto risunare familiare nella sua rilevanza anche a lei. O perlomeno sperava l'ignoranza in cui sguazzavano gli inglesi non toccasse certi livelli.
    'Ma è diverso, probabilmente abbiamo idee diverse su molto ma lei non è peggio di me. Cosa che non scommetterei sia altrettanto vera suoi tuoi colleghi. Non rischia di essere altrettando sminuente, o frustrante.' Fece spallucce tracciando quel semplice ragionamento, le sfumature di verità e bugia si intrecciavano tra quelle parole, non peggio era ben lontano dal significare migliore - per favore, come se avrebbe mai affermato qualcuno lo fosse a lui. - così come quell'implicito complimento non fosse del tutto spassionato.
    'Nikolai Novikov.' Si presentò per completezza, ponderando sulla sua figura per qualche istante. 'Ti chiederei se Durmstrang ti sta piacendo ma direi che la risposta è scontata.' Soffiò un rivolo di fumo contornato da un mezzo sorriso ironico. 'Non vi hanno detto come sarebbe davvero stato qui, vero? O avevi sottovalutato il problema?' Nella sua posizione di sicuro non era sorpreso di quello che le era accaduto, né l'avrebbe nemmeno incluso tra le esperienze peggiori che si potessero fare a Durmstrang. 'In realtà, non è così male se escludi... la maggior parte delle persone che ci sono dentro.' Considerò ad alta voce dopo qualche istante, dando una blanda scrollata di spalle. Una pretesa semplice, insomma.


     
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3 replies since 20/3/2019, 01:11   109 views
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