"Must be love on the brain"

pvt.

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    Sorride felice mentre Des le posa una carezza tra i capelli ricci, Desmond le va a genio, ha una faccia simpatica, almeno per lei e poi è un amico di suo padre e sua nonna ancora non l'ha ucciso, sono tutte cose che la portano a pensare di essere al sicuro fin quando l'irlandese starà lì, anche se con una nuova presenza al suo fianco
    << Dice di si e dice anche che sono alta come un barattorrolo e papà>> continua puntando l'indice verso il tedesco << che se non mi lavo i denti loro cadono! Ma se io li stringo forte forte loro non possono cadere vero?>> esclama allarmata e sembra cercare una conferma dall'adulto, non che trovi possibile che suo padre si sbagli, almeno nella sua testolina è del tutto impossibile ma tanto per essere certa di aver capito bene.
    Era del tutto estranea alla presenza di Caroline, alla sua esistenza ma suo padre sembrava non esserlo e nemmeno Desmond, nomi troppo lunghi e difficili quelli da pronunciare per lei, ma ci provò ugualmente e quando la giovane donna le allungò delicatamente la mano lei le lasciò stringere la sua ancora piccolina e paffuta
    << Carol - Carola- Carol >> tentò impuntandosi nel cercare di ripetere quel nome ma arrendendosi poi alla sua incapacità di articolarlo come si doveva, sorridendo tutta contenta
    << Si, io Bea , posso dire Carol? è molto difficile il tuo nome>> si giustificò accigliata proprio come se fosse un'adulta mortificata di non saper dire neppure un nome per poi annuire al dire altrui
    << Un bambino come me?>> chiese curiosa, non aveva mai visto altri bambini lì, c'era solo lei e non aveva idea del perchè Caroline credesse che i maschi fossero strani, a lei suo padre non sembrava strano e neppure Shane, anzi, le pareva pù strana Odile, ed era una femmina, di certo non un maschio
    << Tu conosci nonna? E' strana di più lei>> confessò sotto voce come se fosse un segreto importantissimo , gli occhi chiari si spostarono rapidi in quelli del padre
    << Caffè! anche Bea! Come i grandi>> lo incalzò ridacchiando mentre riposava la sua attenzione nuovamente su Caroline accarezzandole appena i capelli
    << Belli, io divento come te da grande?>> chiese incuriosita
    << E come si chiama il tuo bambino?>>

     
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    .L’incredulità di Fred era comprensibile. Io stessa stentavo a ritrovarmi ‘viva’ in un contesto che avevo disperato di ritrovare. Riprendere contatti con quello che era e sarebbe tornato ad essere il mondo prevedeva anche diffidenza e un buon grado di scetticismo e avrei dovuto, fino a quando tutti non si fossero resi conto dell’accaduto, conviverci.
    Proprio io, Caroline.
    Risposi al tedesco abbozzando un sorriso guardingo. Desmond mi aveva appena salvata dall’accoglienza dell’uomo e anche se speravo che il suo arrivo avesse permesso al tedesco di sotterrare l’ascia di guerra rimasi guardinga.
    Non ho ancora visto la mia lapide. Spero che Desmond abbia scelto una bella foto.
    Risposi scuotendo il capo e sbirciando mio marito ridacchiando. In effetti era un po’ macabro pensare di avere una tomba col mio nome.
    Onde evitare altri spiacevoli incidenti scelsi di non avvicinarmi al letto dell’infermo ma annui all’offerta del caffè.
    Se non è un disturbo accetto volentieri, grazie. Hai una bellissima bambina, complimenti!
    Non feci cenni al suo aspetto, ritenni fosse meglio non sottolineare che lo ricordavo un po’ più in forma. Non sarebbe stato molto gentile da parte mia e avrei potuto mettere sulla difensiva anche la piccola che pareva molto legata al padre.
    Beatrix liberò tutti dall’impaccio raggiungendo Desmond col quale pareva avere confidenza. Mio marito si rapportava con la piccola con semplicità, trattandola da piccola adulta e facendola sentire importante, accetta di buon grado il caffè scambia battute con Fred circa il suo essere al sicuro.
    Sembra ancora tutto così surreale. Sento di essere una presenza estranea in quel contesto. Desmond a parte i visi che davanti non mi sono famigliari. Ho visto Fred pochissime volte e Beatrix non la conosco per niente ma nello stesso tempo sento di far parte di quel tutto e che devo dare modo di essere accettata.
    Forse anche Desmond avverte la stranezza della situazione. E’ visibilmente più disinvolto di me ma noto che osserva il mio sguardo mentre questo incontra quello del tedesco e della bambina. Vorrei rassicurarlo ma quello che invece riesco a fare è metterlo in imbarazzo con altro tipo di sguardo. Sento le guance imporporarsi per l’allusione, nemmeno tanto velata, che ho lanciato e lascio la mano dell’irlandese facendola sgusciare via dalle sue dita con la banale scusa di sistemarmi i capelli.
    Sorridendo lascio a Desmond il compito di trovare la risposta circa i dentini di Beatrix ma quando la bambina si rivolge direttamente a me le rispondo con un sorriso sereno.
    Carol va benissimo. Anzi. Sai che ti dico? E’ molto più carino di Caroline.
    Nominando mio figlio avevo acceso la curiosità di Beatrix e fui lieta di poter dare conferma alla sua domanda.
    Un bambino si, proprio come te, ha la tua stessa età, anche lui è alto un metro e un barattorrolo e anche lui si scorda di lavarsi i denti. Credo che potreste andare d’accordo!
    Strizzai l’occhio alla piccolina che mi parve di comprendere stesse mettendo in discussione la differenza da me rimarcata su maschi e femmine con la sua domanda circa sua nonna.
    Cercai lo sguardo di Desmond un po’ stranita prima di rispondere ed evitai di farlo direttamente.
    Qui mi sa che siamo tutti un po’ strani piccola, non farci troppo caso.
    Attratta dai mie capelli la bambina sembrava iniziare a prendere confidenza. Rilassai le spalle per il sollievo. I bambini erano molto meno complicati degli adulti e più diretti.
    Guardando la piccola negli occhi assunsi l’espressione assorta di chi si concentra sul futuro prima di risponderle mente, lentamente sollevai la mano per sfiorare la sua manina paffutella e morbida.
    Sei una bambina incantevole e diventerai una ragazza in gamba e bellissima. Tuo padre, la nonna e tutti noi saremo orgogliosi di te.
    Sperando di aver risolto la sua curiosità mi accinsi a rispondere alla successiva domanda di Beatrix ma questa volta il mio sguardo corse al tedesco. Se era stato, per lui, un colpo rivedermi viva ….stava per riceverne un altro.
    Per fortuna avevo Desmond accanto. Non potevo essere certa che approvasse che parlassi di nostro figlio subito dopo essere riapparsa ma speravo comprendesse che
    Rohan. Il mio bambino si chiama Rohan Greenwood. Ha lo stesso cognome di zio Des perché…è anche il suo bambino.
    La bomba era stata sganciata e non rimaneva che attendere gli effetti che avrebbe provocato.





     
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    Il caffè gentilmente offerto viene accolto da tutti con la positività di chi si sente a proprio agio, cosa ottima se contiamo che Caroline potrebbe benissimo essere una sua allucinazione.
    Il marchio, o ciò che ne resta al braccio in quanto cicatrice sbiadita, è per il momento tenuto a bada da antidolorifici non eccessivamente forti ma non esclude che le ritorsioni per non aver risposto ad una chiamata che non gli competeva sarebbero state ben altre.
    Desmond gli battè su una spalla proprio mentre rovistava in cerca degli antipsicotici. Trasalì.
    "Tranquillo, non stai impazzendo se è questo che cominci a temere. Nessuna allucinazione o altro, è tutto vero."
    -Ma...ma lei è morta!-
    Lei era morta, lui stesso era morto, almeno due tombe in quel momento con i rispettivi nomi erano di fatto vuote, tre se si conta il bambino di Desmond.
    "Odile è già via?"
    -Dorme...-

    Bea intanto stava facendo comunella con la morta, col fantasma della morta, con la salma finta, con Caroline insomma!
    << Tu conosci nonna? E' strana di più lei>>
    -Bea!-
    La redarguì decidendosi a lasciar perdere i medicinali per dirottare la mano verso il barattolo di caffè.
    << Caffè! anche Bea! Come i grandi>>
    -Solo se fai la brava e ti vai a mettere il vestitino e a pettinare i capelli.-
    Perchè Odile l'aveva avvertito che quel piccolo batuffolo era quasi autosufficiente ma molto, molto incline a farsi vezzeggiare.
    Infila la polvere nel filtro, a sua volta infilato sopra la caldaia con l'acqua, e pressa bene.
    "Se non è un disturbo accetto volentieri, grazie. Hai una bellissima bambina, complimenti!"
    -S-si, grazie. E' bellissima-
    Come si risponde ad un fantasma?
    Strinse la moca e la ficcò sopra uno dei fornelli. Accese il fuoco con uno schiocco di dita.
    Stava impazzendo, Imogen aveva predetto qualcosa di simile.

     
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    Per qualche breve istante giurerebbe di veder vacillare Friedrich nell'impossbilità degli eventi che vedrebbero Caroline dinanzi ai suoi occhi, il chè lo comprende seppur da un lato susciti in lui un'ingiusta vena di divertimento, la stessa che lo spinge ad avvicinarsi verso di lui, lasciandogli un paio di pacche confortevoli sulla spalla accompagnate da parole sarcastiche che vanno a farsi giocosamente beffa della sua incredulità. Tranquillo, va tutto bene, Graham ti aiuterà anche per questo! Fianco a fianco, ritira la propria mano a capo chino, cercando di ammonire un largo sorriso destinato a mutarsi in una flebile e discreta risata a denti stretti. A distrarlo dal tutto, le chiacchiere della bambina che per lui, si pronuncia quasi in discorsi sconnessi per la quale non sa cosa rispondere ritrovandosi inevitabilmente impacciato. Che egli non sia mai stato particolarmente loquace con i bambini è un dato di fatto; avrebbe potuto fare esperienza tempo addietro se tutto fosse andato come i suoi programmi mentali, ma alla bellezza dei suoi anni si ritrova ancora a disagio nell'approciarsi con i piccoli bipedi nel timore di proferire qualcosa di sbagliato che potrebbe inevitabilmente farceli rimanere male e questo vale anche per Beatrix alla quale si limita a risponderle inizialmente con un simpatico sorriso amichevole. Tuo padre ha ragione: non vorrai perdere tutti i denti prima di aver potuto assaggiare le prelibatezze di Mielandia ed aver compiuto almeno 90 anni: Sarebbe un sacrilegio!!! Risponde, incurante che ella possa già conoscere o meno tal negozio menzionato che in caso contrario lui stesso avrebbe avuto il piacere di descriverle: se non altro avrebbe instaurato un dialogo più duraturo con lei. Sposta lo sguardo automaticamente verso Caroline come se volesse accertarsi fosse ancora li quando la piccola Bea, sgambettante, lo supera per raggiungerla alle sue spalle, alquanto interessate a conoscersi l'un l'altra, cosa che infondo gli suscita della tenerezza tale da distendere completamente i muscoli facciali donandogli ora un'espressione più serena che ella stessa (Caroline) avrebbe potuto tempestivamente notare essendo rivolto in sua direzione. Intanto segue Fred verso la cucina dove presto li avrebbe accolti un buon caffè (e chissà se aveva imparato a farlo decentemente), lasciandosi del tutto indifferente l'assenza dell'eterna della quale Caroline è stata già messa al corrente in un loro precedente incontro. Raggiunto il nuovo ambiente, tira a se una sedia afferrandola per lo schienale ed accomodandosi educatamente come se fosse a casa propria, osservando Fred intento a maneggiare la caffettiera intanto che le chiacchiere tra signorine proseguivano alle sue spalle rilasciando di tanto in tanto qualche smorfia ben celata quando giungono a presentamenti con il piccolo Rohan attualmente affidato ad una scupolosa babysitter. Bea è obbiettivamente più piccola di Rohan eppure, la "malsana" idea che i due fagotti possano fare amicizia non gli sembra tanto impossibile visto il recente coinvolgimento di Carol nell'accettare dei cambi di custodia per la bambina. ...Che avrai modo di conoscere se ti fa piacere! Sebbene apparentemente fuori dal discorso, si prende comunque la libertà di continuare la frase della consorte, scomodandosi dal proprio supporto per lanciare un'occhiata alle due signorine. Detto ciò sarebbe tornato con l'attenzione su Fred, adagiandosi meglio al proprio confort approfittando della presenza del tavolo sul quale poggia i gomiti e con mani giunte a pugno davanti la bocca, si sofferma ad osservare il compare. Allora, come vanno le cose? Mi sembri apparentemente più sereno, ma potrei anche sbagliarmi. Che ci sia della premura dietro a tale domanda non è dato saperlo per esplicito, forse il suo è solo un modo per testare gli effetti dell'oblivierazione effettuata da Odile (?), oppure uno più comune per riempire il silenzio in attesa d'essere raggiunti dal resto dei presenti.
     
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    Desmond le era simpatico, non perchè avesse fatto chissà cosa per entrare nelle sue grazie ma semplicemente perchè, con il dono che ha ogni piccolo bipede, sapeva che l'altro non avrebbe mai avuto alcuna intenzione di ferirla o farle del male, seppur giudicasse divertente il modo in cui lui pareva veramente concentrato quando le rispondeva
    Tuo padre ha ragione: non vorrai perdere tutti i denti prima di aver potuto assaggiare le prelibatezze di Mielandia ed aver compiuto almeno 90 anni: Sarebbe un sacrilegio!!!
    << Ma io li stringo forte forte con le dita! Loro non cadono, lo sanno che gli voglio bene e non possono cadere!>> controbattè piccata proprio come un'adulta << E poi che cos'è Mielil...eh?>> chiese curiosa mentre la sua attenzione veniva già riportata da un'altra parte e a piedini nudi sgambettava verso la donna che ora le parlava di un bambino proprio come lei, della sua stessa altezza, con cui giocare!
    -Bea!-
    Si incupì mediatamente nel sentire il rimprovero del padre, muovendo gli occhi grigi dalla figura della donna verso quella del genitore
    << Scusa>> cantilenò sbuffando appena e tirandosi indietro i capelli, spostandoli goffamente dalla fronte, all'indietro, senza un senso dato che i ricci biondi le ricaddero immediatamente di fronte al visetto
    Sei una bambina incantevole e diventerai una ragazza in gamba e bellissima. Tuo padre, la nonna e tutti noi saremo orgogliosi di te.
    Bea sorrise imbarazzata, mentre le gote le si imporporavano appena
    << Diventerò alta così>> esclamò convinta allungando le braccia sin dove poteva, immaginandosi adulta
    << Caffè! Anche Bea! Come i grandi!>> si sbrigò poi quando il padre annunciò la preparazione dello stesso
    -Solo se fai la brava e ti vai a mettere il vestitino e a pettinare i capelli.-
    << E va bene >> sbuffò appena ridacchiando e tornando con gli occhi grigi in quelli chiari di Caroline, interessatissima a saperne di più su quel bambino
    Rohan. Il mio bambino si chiama Rohan Greenwood. Ha lo stesso cognome di zio Des perché…è anche il suo bambino.
    Lì per lì non capì immediatamente la precisazione, le sembrava logico che quella fosse la moglie di Desmond, cosa c'era di tanto strano? Ancor più ovvio che il bambino fosse il loro
    << Come nascono i bambini?>> chiese incuriosita inclinando la testa, aveva provato a chiederlo una volta ad Odile, perchè il papà era giovane ma la nonna sembrava più giovane e allora come poteva essere la mamma del papà? Per questo lo aveva chiesto ma Odile le aveva risposto che era troppo curiosa e l'aveva messa a dormire e sarebbe rimasta lì ad aspettare quella risposta se solo la voce di sua nonna non le tuonò nella testa
    << Qualcuno è ancora in pigiama!>> sentenziò seriosa facendo finire Beatrix a fare ciao con la manina, correndo su per le scale, la nonna arrabbiata non era bene, era molto male!
    L'eterna avanzò nel salone soppesando prima la figura di Desmond e poi quella di Caroline e mettendo su un sorriso di circostanza
    << Oh, capisco, beh auguri Desmond>> soffiò pacatamente andando poi a passo svelto verso Fred, posandogli le mani sulle spalle
    << Sembri stare meglio, appena conclusa la simpatica riunione familiare avrei bisogno di parlarti>> continuò seria per poi congedarsi facendo nuovamente un sorriso ad entrambi i coniugi e risalendo le scale.
    [...]
    << Guardate quanto sono bella! Me lo ha regalato Shane>> esclamò la biondina a voce spiegata facendo nuovamente il suo ingresso in salone e allargando le braccia al fine di mostrare il completino grigio che indossava con orgoglio e correndo verso il padre, afferrando di nuovo le sue dita nella sua manina piccola
    << Sembro una principessa?>> chiese conferma tutta sorridente




    Edited by Odile - 22/3/2019, 02:26
     
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    Desmond mi aveva parlato di Odile per cui non mi stupii dell’esclamazione della bambina che la definì strana. Tutta la sua famiglia lo era ma chi poteva giudicare? Non io che, in quel contesto, ero forse la più presenza più strana e stranita di tutti. Mi rendevo conto star agendo in modo innatuale; ero in fase di accettazione, volevo essere accettata considerata viva da tutti senza stravolgere le menti di nessuno ma io stessa avevo bisogno di un po’ di tempo per reintegrarmi e recuperare in toto il mio ruolo.
    Annuii alla piccola evitando di scendere in particolari circa la sua sempregiovane nonna e sostenni la proposta di Desmond rilanciando.
    Se papà è d’accordo e se ti fa piacere potresti venire a conoscerlo oggi stesso e rimanere da noi per qualche giorno. Ti va? Zio Des ha avuto un’ottima idea. Sono secoli che non andiamo a far razzie a Mielandia e se questo ci costerà qualche dente…pazienza. I tuoi ricresceranno e noi metteremo la dentiera.
    Strizzai l’occholino alla bambina sperando di strapparle un sorriso e di aver solleticato la sua curiosità.
    Mi rivolsi poi direttamente a Fred anticipando eventuali obiezioni
    Puoi star tranquillo. Saremo in grado di fronteggiare e proteggere entrambi i pargoli compresi i loro denti. Morire, se non è definitivo, fortifica e mi sento più viva che mai ora che ho ritrovato mio marito per cui puoi fidarti; la mia tomba è vuota.
    Strano come anche una persona col passato di Fred potesse cambiare al punto di apparire dolce quando si rivolgeva a Bea. Essere genitori aveva il potere di intenerire e fortificare allo stesso tempo, la responsabilità di un figlio faceva aumentare il senso di protezione ma anche la determinazione e chi, meglio di me, poteva capirlo? Rohan, la maternità, mi avevano resa sensibile all’argomento ma non per questo ero meno risoluta.
    Mentre Beatrix se ne usciva con una delle domande più imbarazzanti alle quali un’adulto ( babbano o mago non cambiava niente) è tenuto a rispondere mi sedetti ai piedi del letto di Fred, vicino a Desmond che aveva peso posto sulla sedia a fianco.
    Alzai gli occhi al cielo indecisa se sorridere o rimanere sul seriamente sul pezzo ma non era da me evitare gli ostacoli. Se non potevo saltarli li aggiravo ma Odile venne a togliere, con un tempismo da applauso, le castagne dal fuoco e Beatrix, come tutti i bambini, venne distratta dall'arrivo della nonna che, più o meno velatamente, le intimò di andarsi a vestire. Obbediente la piccola sparì su per le scale a tutta velocità lasciando tutti sollevati o quasi.
    La presenza di Odile era quanto meno imponente e le sue parole, il suo augurio diretto a Desmond, non ebbero bisogno di risposta in quanto la donna si rivolse al figlio dicendo di aver bisogno di parlargli e se ne andò ma prima che l’eterna sparisse dalla scena probabilmente mi sentì accennare un saluto di circostanza.
    Chissà da chi hai preso…
    Ridacchiai rivolgendomi a Fred e sorridendo divertita in direzione di Desmond. Beatrix aveva proprio ragione. La sua era una famiglia anomala.
    La piccola tornò prima del previsto, giusto in tempo per il caffè ormai pronto. Mi ritrovai in mano la tazzina e il primo sorso mi bastò. Imbevibile. Con un grugnito non nascosi il disgusto e approfittai della domanda della piccola per alzarmi e liberarmi dell’intruglio appoggiando il restante sul comodino di Fred.
    Direi che assomigli di più ad una deliziosa streghetta che è molto meglio di una principessa. Se sei pronta possiamo anche andare. Fred e la nonna hanno da fare e zio Desmond ed io non vediamo l’ora di andare a svaligiare Mielandia.
    Dando di gomito a mio marito gli feci intendere che era ora di togliere le tende e tornarcene a casa.
     
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    Gli sembrava tutto così illogico, così sconnesso...
    Fin da quando s'era risvegliato all'ospedale con Odile al proprio capezzale, già da lì le cose non andavano nella sua testa e la cosa strana era che per una volta se ne rendeva conto anche lui!
    C'erano veri e propri buchi nella sua memoria e più gli eventi i susseguivano più lui se ne sentiva alieno. Gli sembrava di essersi risvegliato in una gabbia di matti ed avere ogni giorno più e più visioni improbabili e la testa gli scoppiava al punto da fargli rivalutare le pasticche prescritte da Imogen.
    "Tuo padre ha ragione: non vorrai perdere tutti i denti prima di aver potuto assaggiare le prelibatezze di Mielandia ed aver compiuto almeno 90 anni: Sarebbe un sacrilegio!!! "
    Strinse bene la macchinetta del caffè e la mise sul fuoco ravviandosi i capelli con le dita. Avere Desmond lì accanto, con tanto di moglie rediviva, ma soprattutto lì, al Nord, era abbastanza sconvolgente, almeno quanto avere Odile e il suo figlio-amante a poche camere di distanza o la figlia abbracciata sul divano.
    "Allora, come vanno le cose? Mi sembri apparentemente più sereno, ma potrei anche sbagliarmi."
    Inspirò richiudendo il barattolo del caffè macinato.
    -Sì, diciamo di sì.-
    A parte la sensazione costante di perdere pezzi ad ogni respiro per il resto poteva dirsi tranquillo.

    Intanto dall'altra stanza gli giungevano i discorsi della figlia e di Caroline ed anche questo era qualcosa che si sollevava dal tempo, lo proiettava addietro e...Ebbe un attimo di emicrania. L'immagine di Caroline, Desmond, Galen, se stesso e una persona sulla sedia accanto a sè...erano avanti ad un Bar e la persona in questione aveva ordinato della cioccolata calda...era mora.
    "Puoi star tranquillo. Saremo in grado di fronteggiare e proteggere entrambi i pargoli compresi i loro denti. Morire, se non è definitivo, fortifica e mi sento più viva che mai ora che ho ritrovato mio marito per cui puoi fidarti; la mia tomba è vuota."
    -Sì...sìsì, certo. Può venire.-
    Si era riscosso giusto attempo per non perdersi il filo del discorso.

    Una ulteriore voce lo fece voltare del tutto e dare il profilo alla caffettiera: Odile scesa dalle scale.
    La vampira mise subito in riga la piccola e gelò il sangue a lui.
    << Sembri stare meglio, appena conclusa la simpatica riunione familiare avrei bisogno di parlarti>>
    Annuì osservandola congedarsi nuovamente.
    Il caffè uscì gorgogliando e lui spense il fuoco.
    mentre versava il tutto nelle tazzine Bea ricomparve perfettamente abbigliata.
    << Sembro una principessa?>>
    Piena di volà come piacevano ad Odile.
    -Domani andiamo a comprarci un vestitino nuovo, di quelli con cui puoi anche giocare senza sbucciarti le ginocchia.-
    Forse un po' troppo rude, forse un po' poco accorto.
     
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