"Must be love on the brain"

pvt.

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    Era sicura che ne uscisse vivo.
    Una delle poche cose che ultimamente le sembravano certe, Fred sarebbe sopravvissuto, doveva farlo, doveva, e ogni volta che pensava queste esatte parole si rendeva conto di quanto fosse quasi per l'egoistica necessità di non perderlo che se le ripeteva, che avrebbe fatto se il tedesco non ce l'avesse fatta? Se l'era chiesto, si era fatta quella domanda parecchie volte in quelle settimane, se l'era rigirata tra le dita, l'aveva osservata sotto diverse prospettive e la sola verità che era riuscita a dirsi era che probabilmente non sarebbe esistita affatto senza Friederich, come la luce non esisterebbe senza il buio e viceversa, lei si era riscoperta incapace di immaginare una vita dove Fred, semplicemente, non sarebbe più esistito, per quante volte l'aveva desiderato? Che semplicemente cessasse di esistere, eppure ora che era ad un passo da quel desiderio, lo riscopriva essere duro, spigoloso, un incubo dentro una bolla di sapone.
    Quando era riuscita a trovarlo, finalmente, quando gli era stata riferita l'esatta ubicazione del figlio, ne era rimasta sorpresa e al contempo terrorizzata, non aveva idea di cosa aspettarsi, quello che la spaventava di più non erano i danni fisici, quelli li avrebbe curati, quelli sarebbero scomparsi lasciando forse solo qualche brutta cicatrice, quello che davvero la preoccupava era riscoprirlo diverso dentro, nel profondo, riscoprire in lui il fantasma di qualcuno che aveva amato ma che non c'era più, che era stato sostituito da qualcun'altro, scosse la testa, mentre le mani continuavano a scuotersi in quel tremolio innaturale che non l'aveva lasciata mai da quel giorno al Ministero, prendendo la porta di casa e chiudendola alle sue spalle, in quell'aspetto trasandato che non le si adattava affatto.
    [....]
    - Primo corridoio a destra, poi il primo a sinistra e di nuovo destra. Primo corridoio a destra, poi il primo a sinistra e di nuovo destra ...
    Si era ripetuta nella testa quelle indicazioni in un loop non necessario per una che , come lei, non dimenticava mai niente, in un gesto quasi umano per allentare la tensione che sentiva poterle stringere lo stomaco, camminò rapidamente tra i corridoi, desiderosa di arrivare in quella dannata stanza dove avevano lasciato un Fred, non più in pericolo di vita ma messo comunque male, malissimo, certo, non era quello che le aveva detto l'infermiera, ma quando Odile le aveva fatto una descrizione meticolosa dell'uomo che stava cercando, la donna aveva sospirato
    " Ci chiedevamo se avesse qualcuno" e perchè cazzo il personale ospedaliero di sarebbe preoccupato di una possibile parentela di Fred se non nella paura che non ce la facesse? Nella convinzione di avere qualcuno da avvisare
    << Certo che lo ha qualcuno>> le aveva ruggito contro, mentre l'altra si sbrigava a darle quelle indicazioni e lei cominciava a ripetersele continuamente.
    Ci chiedevamo se avesse qualcuno.
    Certo che lo aveva, aveva lei, da sempre, eppure questo non gli aveva impedito di fingere che non ci fosse nessuno a combattere per lui, di fingere di non avere qualcuno che la sua morte, la sua assenza, avrebbe ferito. L'aveva uccisa di nuovo, e questa morte era stata molto peggio della prima, non era più riuscita nemmeno a fare un pensiero lucido che non finisse a scagliarsi contro l'enorme monolito dell'assenza altrui, aveva sviluppato una dipendenza innaturale dal tedesco e quasi lo odiava per non averne una anche lui nei suoi confronti. L'aveva lasciata lì e se n'era andato. L'aveva lasciata lì sbattendole la porta in faccia come anni prima, andando verso una missione suicida, tanto quanto arruolarsi nel corpo Auror.
    Arrivò sulla soglia della porta, poggiando una spalla sullo stipite, mentre gli occhi smeraldini si muovevano incerti sulla tendina che circondava il letto dell'altro, cosa vi avrebbe trovato lì? Era divisa tra la voglia di abbracciarlo e tenerselo stretto lì, addosso, impedendogli di andarsene, di farsi di nuovo del male, di farle di nuovo del male e la voglia di prenderlo a schiaffi fin quando non avesse chiesto scusa, fin quando non avesse capito quanto male le aveva fatto.
    Fece qualche passo in avanti, mentre l'odore asettico dell'ospedale le permeava le narici facendole arricciare il naso in una smorfia di disgusto e le dita andavano a tirare la tenda
    << Bestiolina>> soffiò mentre la rabbia che l'aveva tenuta in piedi fino a quel momento si sgonfiava, lasciandola vuota, impalata, con le ginocchia a toccare la sponda metallica del letto altrui e le dita attaccate ancora a quella cazzo di tendina dai colori opinabili
    << Sono qui>> sussurrò di nuovo, mentre gli occhi guizzavano da una parte all'altra di quel corpo ferito fino quasi allo sfinimento, era ridotto male, peggio di quanto si aspettasse forse, e i suoi battiti cardiaci erano così fiochi da sembrare inesistenti, tonfi sordi di qualcosa che cade in un pozzo e in quel pozzo ci era appena caduto anche il suo di cuore, avvizzito, morto ma addolorato da quella visione.
    Le dita lasciarono finalmente la tendina, gelide come sempre, andarono a sfiorare appena le sue, se avesse potuto gli si sarebbe attaccata addosso, lei che non era mai stata affettuosa neppure quando era un bambino, ora l'avrebbe abbracciato con l'intento di non lasciarlo più andare, eppure non fece altro che sfiorargli le dita
    << Fred>> sussurrò di nuovo, incerta che l'altro potesse sentirla , incerta di tutto, tranne della piacevole sensazione di essere di nuovo vicina a qualcosa di profondamente suo, che era sempre stato suo dall'inizio, prima di tutto, prima di tutti, prima di lei.

     
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    Il corpo ha una bellissima funzione, quando è costretto a sentire troppo, a subire o vedere troppo allora semplicemente si spenge.
    Si era spento in un momento imprecisato in una Londra umida e battuta da una fitta e gelida pioggia. Da quel momento non si era più riacceso e, mentre la bestia si ritirava nella propria tana a leccarsi le ferite, il parassita si ritraeva accoccolandosi attorno agli organi vitali, proteggendoli, mantenendoli fino anche a tenerli in uno stato di riposo così assoluto da farlo registrare ad incantesimi e macchinari come un vero e proprio coma.
    Il cervello s’era rifiutato di funzionare già parecchio prima passando per diversi tilt fino anche alla totale dissociazione, di lì l’annebbiamento completo e poi la pace.

    Una voce in lontananza: il Lupo fu il primo a rizzare le orecchie e a dirigere i proprio famelici occhi d’ambra verso la soglia cosciente, le zampe distrutte, dalle fauci sangue gocciolante e il corpo cosparsi di peli a chiazze sulle ossa in evidenza.
    Ancora la voce.
    Stavolta fu il parassita a destarsi mostrandosi come una lieve contrazione sulle dita dell’uomo prima di manifestarsi come una chiazza sempre più scura salente a mo’ di ematoma al centro del petto, anche lui nella sua informità era sfibrato, stanco ed affamato. Un piccolo grumo sottopelle dal colore del mercurio e altrettanto liquido increpato dal tenue sussultare emesso dal battito cardiaco e dal respiro lento e superficiale.
    <<fred.>>
    Un tocco gelido.
    I macchinari registrarono un aumento dell’attività cardiaca adesso più libera di echeggiare dato come il parassita iniziò ad estroflettersi in verticale verso la Vampira.

    Le palpebre dell’uomo fremettero e lente si aprirono su un modo asettico che in quel primo istante gli occhi non videro coperti com’erano da garze imbevute d’anestetico.
    Non sentì dolore, probabilmente più di qualcosa gli scorreva in vena.
    -…Mamma?-
    Questo però gli fece male, una botta d’aria arroventata che partiva dai polmoni e arrivava fin quasi alla bocca.


    Edited by Amok - 1/2/2019, 23:43
     
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    Credeva di aver provato quella paura nella sua non vita solo in una singola e unica altra circostanza, quando Fred, ancora ragazzino sin troppo iper attivo per i suoi gusti, aveva avuto la geniale idea di correre verso il lago ghiacciato da poco, gli aveva urlato quel divieto, gli aveva detto di no, che era pericoloso, che il ghiaccio era troppo sottile ancora, ma quello, come suo solito, non l'aveva neppure ascoltata e in pochi secondi gli occhi smeraldini avevano visto il ragazzino biondo sprofondare nelle acque gelide ... Quando lo aveva ritirato fuori era gelato, tremante e le labbra erano violacee, solo in quell'istante aveva provato la stessa identica sensazione di camminare nel vuoto, di mettere un piede in fallo, che provava in quel momento, mentre gli occhi osservavano le ferite che il corpo altrui riportava a manciate
    << Sono qui >> soffiò mentre le sembrò quasi di poter percepire le dita altrui muoversi appena e qualcosa di scuro e liquido e familiare affacciarsi sulla pelle del dorso
    << Fred>> continuò cercando di svegliarlo, sperando che lo facesse, se avesse avuto un cuore lo avrebbe avuto a strozzarle la gola in quel momento, non le fu difficile sentire nelle orecchie il battito cardiaco altrui aumentare, tornare ad un ritmo quasi normale e l'avrebbe chiamato ancora se solo la creatura non avesse deciso di richiedere le sue attenzioni
    << Tu, zitto adesso>> intimò alla cosa informe e scura che le andava incontro, scostandosi appena così da non lasciare che la toccasse e tornando con gli occhi fissi sull'uomo che sembrava tornare a respirare autonomamente
    << Svegliati >> lo supplicò quasi perchè era troppo per lei, vederlo lì e non poter far niente, averlo visto di fronte a Moon incapace di proteggerlo, era stato tutto troppo da sopportare, abbassò gli occhi scuotendo appena la testa, mentre i capelli scuri le ricadevano di fronte, flosci, spenti
    - Mamma .. ?-
    La voce tremolante uscita dalla gola arida dell'altro ebbe il potere di farla improvvisamente illuminare di nuovo, come una lampadina che era spenta fino a quel momento e che di nuovo era stata accesa illuminando tutto intorno a lei, le dita si intrecciarono rapide nei capelli scuri del tedesco, sorrise, un sorriso genuinamente felice che probabilmente le aveva dipinto il volto solo in rarissime occasioni, prendendo il posto del solito sorriso di circostanza che rifilava a chiunque
    << Sono io bestiolina >> confermò come se servisse, come se avesse quasi paura che non l'avrebbe riconosciuta, perchè sparire , diventare invisibile agli occhi di Fred era qualcosa che non era disposta ad accettare, che non aveva mai accettato e che l'aveva ferita di continuo quando Eva si era presa il suo posto
    << Non provarci mai più, mai, mai >> lo supplicò quasi, scuotendo la testa, lo avrebbe picchiato, lo avrebbe ucciso, morso, mandato al diavolo, mandato ovunque ma non gli avrebbe mai permesso di andare di nuovo via
    << Non provare mai più ad andare dove io non posso seguirti>> continuò chinandosi appena a stringerlo delicatamente in un mezzo abbraccio, attenta a non pesargli addosso, a non fargli altro male, oltre quello che già si erano fatti vicendevolmente, che gli altri avevano fatto a lui e quello le faceva ribollire quel poco sangue che aveva, glielo pompava dritto al cervello, che qualcuno avesse osato voler prendere qualcosa di suo
    << C-Come ti senti ...?>> Era una domanda stupida, era ovvio che non versasse nelle migliori condizioni, ma era anche ovvio quanto lei poco sapesse gestire quel grumo di cose che premevano nel petto e che avrebbe solo voluto scacciare, cose non fatte per lei, ingestibili e che aveva soffiato via in quella frase inutile, mentre le dita tiravano i capelli all'indietro ma il sorriso che si ritrovava in faccia non riusciva a smorzarsi neppure un pò.
    Era tornato, era con lei e niente glielo avrebbe portato via di nuovo.


     
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    La cosa informe era debole quasi quanto l'essere che proteggeva, ma questo non le impedì di adoperarsi, di creare in quel piccolo ambiente delimitato dalle tendine, qualcosa che potesse attirare la vampira più vicino. La cosa voleva vivere e per vivere doveva nutrirsi.
    Piccole rampicanti iniziarono ad emergere dalle mattonelle chiare, allucinazioni del tutto sensibili si prospettarono agli occhi di Odile espandendosi fino a creare una sorta di gabbia costituita da glicini in fiore attorno a quel letto d'spedale. La Cosa riuscì a riprodurne anche il profumo ed un paio di piccole api ronzante su qualche fiore più distante.

    << Sono io bestiolina >>
    -Mamma...non… non ci vedo nulla.-
    Parlare gli provocava un dolore lancinante e le dita si contrassero fino a stringersi brucianti di febbre su quelle fredde e morte della vampira. Le palpebre anestetizzate non potevano sentire il raspare della garza umida del bendaggio che gli impediva di vedere.
    << Non provarci mai più, mai, mai. Non provare mai più ad andare dove io non posso seguirti. >>
    -Non lo farò più.-
    Ma dov'erano? A Lille? E cosa aveva fatto? Ah sì, era caduto nel lago, quel lago ghiacciato su cui aveva pensato di andare a pattinare. L'acqua era freddissima, doveva essere per questo, per essere finito nell'acqua gelata, che ora sentiva così freddo. Tremava.

    I parametri rimandavano una temperatura intorno ai 42, qualcosa di non mortale per un licantropo ma ugualmente alto, l'incantesimo per l'assistenza alla respirazione non faceva che attivarsi e disattivarsi.
    La sentì venirgli addosso e stringerlo piano, il tocco freddo più familiare del mondo.
    Il cuore diminuì la propria frequenza calmandosi.
    << C-Come ti senti ...?>>
    -Andiamo a casa, nonna non mi fa uscire.-
     
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    Sapeva poco di quella creatura, sapeva solo il poco che Fred si era degnato di spiegarle la prima volta che aveva messo piede in biblioteca, non se ne era mai preoccupata più di tanto, il suo pupillo era solito farsela con esseri da compagnia che pochi altri avrebbero scelto come tali, vide piccoli rami innalzarsi intorno al loro creando una visione che avrebbe definito solo con una parola: casa. Gli occhi smeraldo si persero nel vedere del glicine spuntare intorno al loro, in quella gabbia che l'essere aveva costruito, e i ricordi corsero veloci agli speculari rampicanti che Odette faceva crescere nella loro casa a Lillè, involontariamente, con la sua magia da sempre instabile capace di creare meraviglie, piccoli paradisi che lei invece distruggeva al solo tocco, li avrebbe toccati di nuovo, in quel momento, curiosa di vedere se si sarebbero afflosciati ancora una volta sotto le sue dita fredde ma la voce di Fred la distolse da quella visione, facendole riporre, nuovamente, tutta la sua attenzione sull'uomo
    -Mamma...non… non ci vedo nulla.-
    Era spaventato, non era difficile capirlo e quel suo continuo chiamarla mamma, come raramente aveva fatto quando era ragazzino, ebbe la capacità di stringerla in una morsa di responsabilità che si era sempre sentita adosso ma di cui era stata alleggerita con il crescere dell'altro
    << Sta calmo, hai solo delle bende sugli occhi, non toglierle d'accordo?>> Le avrebbe scostate lei se solo non avesse avuto paura che farlo lo avrebbe ferito di nuovo, che gli avrebbe fatto del male senza neppure volerlo davvero
    << Le sposto solo un pò ma se ti fa male dimmelo e le rimetterò subito dov'erano>> sussurrò allungando le dita sulle garze e spostandole appena, tanto da liberare solo l'occhio destro dal giogo della stoffa
    -Non lo farò più.-
    << D'accordo, adesso però riposati, io sono qui, starò qui per tutto il tempo>> lo rassicurò mentre la temperatura altrui risultava alta, sin troppo, persino per uno della sua specie, lo strinse appena, per poi tirarsi indietro, constatando i tremori che lo percorrevano, e rimboccandogli le coperte, tirandogliele un pò più su sul petto. Non era un medico, non lo era mai stata, Fred si era ammalato pochissime volte, non era uno dalla salute cagionevole, affatto, e in tutte quelle poche volte lei si era limitata a dargli del sangue e la febbre era passata nel giro di un'ora ma non era certa che fosse la cosa giusta ora, il perdere Fred per tutto quel tempo le aveva instaurato dentro una perenne insicurezza su cosa fare con lui, come se tutto quello che avesse sempre fatto, nella convinzione di proteggerlo, di fargli del bene, si fosse rivelato un cumulo di cose sbagliate che l'avevano spinto verso la fine, che avevano permesso a Moon di metterci le mani sopra, che avevano strappato a lei la carne via dalle ossa.
    - Andiamo a casa, nonna non mi fa uscire-
    Giurò di poter sentire qualcosa creparsi sulla superficie piatta del suo viso, su quella porcellana che sembrava essere la pelle, sentì qualcosa rompersi, e crepare tutta la struttura dalle fondamenta, Fred non era Fred, certo lo era, era sempre lui, ma non era l'adulto di cui poteva già vedere qualche capello prendere il colore dell'argento, era il bambino, il suo bambino, quello che aveva preso a casa con se, quello che aveva portato di corsa da Viktor ancora fradicia dopo averlo tirato fuori da quel lago e per un attimo non seppe cosa rispondergli, era un bene assecondare la sua fantasia? Quel falso mondo che la sua testa aveva creato per non morirne o no? E dirgli la verità quanto gli avrebbe fatto male? E quanto bene?
    Ponderò in silenzio per qualche secondo, ma come si fa a chiedere a qualcuno di ferire chi ama, anche se con la verità, come si faceva a chiederlo proprio a lei?
    << S-Si bestiolina, ora, ora ci andiamo ... Devi prima guarire , non posso portarti via così>> e quasi potè giurare che fossero le esatte parole che gli aveva detto quel giorno, quando mezzo tremante si era svegliato sul divano di Helena.
    Allungò una mano verso una sedia poco distante, mettendosi a sedere accanto a lui, le braccia sul ventre dell'altro mentre le dita si allungavano di nuovo a lasciargli una carezza sulla fronte bollente
    << Cosa ti ricordi?>> sussurrò indugiando per un attimo sull'unico occhio libero dalle garze, sperava che non li aprisse perchè l'impatto con la realtà che lo circondava non sarebbe stato dolce come il ritorno a casa, una casa per loro non c'era più, l'unica casa che avesse mai avuto, almeno lei, era Fred e Fred forse non c'era, non era più lì con lei.


     
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    tnLtRWs Il delirio è una brutta bestia, ed i suoi fattori avrebbero sicuramente richiamato qualcuno del personale di lì a poco.
    << Le sposto solo un pò ma se ti fa male dimmelo e le rimetterò subito dov'erano>>
    Ed anestetizzato com'era non sentì assolutamente nulla, a malapena il cambio di temperatura. La palpebra era incrostata, una qualche pozione gli stava ricostruendo abilmente il tessuto fino anche alle ciglia, non sarebbe riuscito ad aprire realmente l'occhio senza sanguinare.

    "Gentilmente non tocchi nulla."
    La voce cortese ma autoritaria d'una infermiera si fece largo senza battere ciglio fra le tendine e i fiori del glicine; avevano tutti del personale conosciuto il parassita e tutti vi avevano combattuto a modo loro per riuscire a curare il corpo che lo conteneva.
    L'infermiera, una strega piccola sulla cinquantina, sorrise ad Odile, poi con un colpo di bacchetta controllò i parametri.
    << S-Si bestiolina, ora, ora ci andiamo ... Devi prima guarire , non posso portarti via così. Cosa ti ricordi?>>
    L'infermiera strinse le labbra, poi prese una decisione.
    "Torno fra poco."
    Informò in un soffio Odile prima di dileguarsi oltre i fiori.
    -Dov'è Eva? Viktor me l'ha presa, anche Bea si è preso. Dove me le ha portate?-
    Il volto visibile gli si contrasse in una smorfia di dolore, il cuore riaccelerò fin quasi alla fibrillazione.
    -Io lo ammazzo, lo ammazzo!-
    Strinse con forza il lenzuolo, una mano andò addirittura alle sbarre ai lati del letto cercando di fare da leva per sollevare il corpo bendato.


    Edited by Amok - 3/2/2019, 09:12
     
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    Non era abituata agli ospedali, non ci era mai stata neppure da umana, era forte abbastanza da ammalarsi di rado e quelle poche volte che accadeva i suoi la chiudevano in stanza rifilandogli pozioni dal gusto opinabile, Odette, lei si che aveva fatto degli ospedali la sua casa ma raramente le veniva concesso di andarla a trovare in quei lunghi periodi di degenza, quindi si infastidì quasi quando un'infermiera si presentò interrompendo quello che era il suo primo momento con Fred dopo mesi , con la sua voce irritante
    " Gentilmente non tocchi nulla"
    Le dita rilasciarono immediatamente la garza che copriva le palpebre dell'uomo, si irrigidì mentre i suoi occhi chiari rimandavano chiari tutta la propria disapprovazione verso l'altra donna, " non state facendo abbastanza", questo avrebbe voluto dirgli, che ciò che stavano facendo non era abbastanza, che avrebbero dovuto inventarsi qualcosa di meglio, di più rapido per ridarle indietro il suo pupillo ma tutto quello che invece sfiatò tra le labbra scarlatte fu un secco
    << Gentilmente mi lasci sola con il mio compagno>> quasi a mimare ironicamente la richiesta altrui, con la stessa spocchia di cui solo lei poteva esser capace dicendo quella bugia, la storia del figlio sarebbe stata lunga e avrebbe suscitato delle ovvie domande a cui non voleva rispondere, non avrebbe perso il proprio tempo con il tedesco per spiegare la propria storia familiare ad un'inutile infermiera, presi i parametri quella prese ed uscì capendo quanto la sua presenza risultasse di troppo in quella stanza
    << Cosa ti ricordi?>> chiese incerta sull'effettiva regressione del tedesco, incerta se fosse rimasta perenne o momentanea, causata dalla febbre o da altri fattori a lei sconosciuti e la risposta arrivò ed ebbe tutto il sapore dell'ennesimo schiaffo in piena faccia
    Dov'è Eva? Viktor me l'ha presa, anche Bea si è preso. Dove me le ha portate?-
    Sospirò appena, scuotendo la testa pigramente, certo, non era difficile capire come sua moglie e sua figlia fossero l'ovvio centro dei suoi pensieri ma non potè far a meno di chiedersi se per un secondo fosse stato felice di trovarci lei lì, improvvisamente si chiese se avrebbe fatto la stessa domanda se Eva fosse stata lì al posto suo e il suo destino fosse toccato alla francese, Fred avrebbe chiesto di lei? E un altro pensiero, ancora più cupo, seguì il precedente, comprendendo che se Fred era conscio di cosa fosse accaduto probabilmente era quello ad avergli dato la spinta tra le braccia di Moon e quindi questo significava solo una cosa, lei non era abbastanza importante, Fred poteva vivere una vita senza di lei, l'aveva già fatto ma non poteva accettare di vivere una vita senza Eva
    " Bel ringraziamento da parte di qualcuno che hai cresciuto, lascialo qui, vattene , non se lo merita, tutto quello che fai, non lo merita neppure un pò" e quella voce dentro di lei echeggiava e aveva lo stesso timbro e tono di Viktor e la spingeva solo a lasciar perdere a smetterla di combattere, era vivo, questo era tutto quello di cui doveva accertarsi, ora avrebbe potuto lasciarlo a fare la sua vita ma , come sempre, non riuscì a mollare la presa , come sempre si costrinse a rimanere anche se le avrebbe continuato a far male sempre
    << La bambina sta bene , è a casa con Shane>> comunicò telegrafica mentre l'altro si agitava visibilmente
    -Io lo ammazzo, lo ammazzo!-
    Sospirò, profondamente, prendendo la bacchetta con il volto amareggiato, la stessa amarezza di chi sa di non contare a sufficienza nonostante i propri sforzi
    << Oblivion>> mimò con le labbra mentre un piccolo fascio di luce, un lampo che durò non più di una manciata di secondi, scaturiva dalla punta scura per raggiungere la fronte altrui ... E ci mise tutta la concentrazione di cui disponesse per farlo, una manciata di secondi ed Eva non ci sarebbe stata più, niente dei ricordi che la coinvolgevano ci sarebbe stato, Beatrix sarebbe rimasta, figlia di una scappatella andata male, lasciatagli sulla porta di casa con un biglietto anonimo, nessun matrimonio, nessuna moglie, nessuna Eva, nessun agguato di Viktor, un male necessario, quasi avrebbe voluto cancellare altro, ma non lo fece
    << Una promessa è una promessa>> sussurrò ricordando ciò che aveva assicurato a Desmond, lasciando tutto il resto immutato per poi riporre la bacchetta e rimettersi seduta, come se niente fosse , ricominciando a parlare esattamente da dove erano rimasti
    << La bambina sta bene, è a casa con Shane, Desmond verrà domattina a prenderla>> rispose cautamente attendendo la reazione altrui

     
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    << Oblivion>>
    L'incanto lo colse cieco, mezzo aggrappato alle sbarre del letto. Fu una sensazione stranissima, qualcosa di cui non si rese pienamente conto se non nell'attimo in cui Odile prese di punta proprio lei: Eva.
    Fu il panico. Istintivamente dirottò la mente ed alla cieca cercò il proprio legno non essendo nelle condizioni per castare qualcosa a mani nude, mai si sarebbe aspettato da lei un attacco in quella forma.
    Il tempo di incastrare le dita nel filo della flebo e tutto era finito.
    Eva era sparita, al suo posto solo un vago mal di testa capace di sovrastare gli antidolorifici.

    La frequenza iniziò ad abbassarsi, il suo respiro si fece più tranquillo. La fronte sudata s'aggrottò.
    << La bambina sta bene, è a casa con Shane, Desmond verrà domattina a prenderla>>
    Era bloccato, le sue sinapsi affaticate dovettero creare alla sventa un collegamento esauriente.
    -E...Nessie?-
    Fu lui a rispondere cauto alla vampira, la nuca che tornava piano verso il cuscino odorante di disinfettante.
    L'impressione che aveva era quella propria di chi avesse voluto dire qualcosa ma nell'atto di dirla se la fosse dimenticata.

    L'infermiera tornò, passò oltre api e fuori, alimentati dalla mente di Odile, ed andò ad iniettare qualcosa nella flebo, tempo cinque gocce ed il mago si rilassò completamente.
    "A breve dormirà, non lo affatichi"
    Si premurò l'infermiera del tutto indifferente al caratteraccio dell'eterna. Girò i tacchi ed andò via.
    -Sono in ospedale?-
     
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    Avrebbe voluto rimanesse un ragazzino, per quanto difficile da gestire, per quanto così diverso da lei e quasi incapace di capire i meccanismi che muovevano il mondo adulto, specialmente un mondo eterno come il suo, perchè il modo in cui da ragazzino la guardava la faceva sentire importante, come se fosse investita di poteri ben oltre quelli che aveva realmente, la odiava, la temeva, vero ma con la stessa forza la adorava, ora invece, il Friederich adulto , pareva quasi essersi scordato degli occhi con cui la guardava da ragazzo, ora i suoi occhi metallici la trapassavano, come se , improvvisamente, non valesse poi molto, come se tutto quello che aveva fatto, tutte le volte in cui si era stretta per fargli spazio, ingrandita per proteggerlo, come se tutto quello non fosse poi quale gran cosa.
    Si divincolò, o almeno ci provò ma fu del tutto inutile, le dispiacque togliergli la cosa che aveva amato così tanto ma sarebbe stato molto più crudele da parte sua lasciarglieli quei ricordi, permettergli di aggrapparvisi, i sentimenti non rendevano lucidi, i sentimenti per chi non c'era più poi erano un pò come i sentimenti non ricambiati, facevano male, solo un dannatissimo male e per l'ennesima volta si trovò costretta ad essere il personale antagonista del tedesco, per l'ennesima volta fece qualcosa di apparentemente meschino e cattivo per garantirgli almeno una parvenza di felicità, finta ma pur sempre meglio dell'agonia che l'avrebbe atteso nello scoprire che la sua Eva non sarebbe mai tornata e che sua figlia sarebbe rimasta sempre un'orfana, almeno in parte e a che prezzo la verità è importante? Era un prezzo che non era disposta a far pagare a Fred. Di colpe lei ne aveva tante, ne aveva sempre avute tante ed un peso in più non avrebbe poi fatto molta differenza sulle sue spalle, spalle esili e dalla pelle diafana che però portavano il peso del mondo, mentre su quelle del tedesco, quel peso avrebbe fatto una bella differenza, gliele avrebbe spezzate definitivamente
    - E ... Nessie?-
    Sospirò, sistemando meccanicamente le pieghe del vestito scuro, stirandole pazientemente, una volta eliminata una, ne compariva un'altra, Fred doveva avere una specie di problema psicologico con le bionde o le bionde tinte, ne era quasi certa
    << Si, anche io sto bene grazie>> soffiò amareggiata schioccando la lingua sul palato irritata, visibilmente, non aveva idea di che fine avesse fatto la ragazzina umana, aveva solo saputo che Nystrom se ne era occupato personalmente, un favore che si sarebbe dovuta ricordare di ricambiare ed era quasi certa che la svedese fosse ancora viva, non certa delle condizioni psicologiche chiaro ma era viva, respirava e tanto bastava no?
    << La ragazzina è a scuola, so che partirà per un viaggio a Durmstrang insieme alla sua amichetta estone dal cognome strano ...>> spiegò quasi annoiata
    << Karrubach se non sbaglio>> continuò dando quelle poche informazioni che si era premunita di far scucire alla Rogers prima di catapultarsi al capezzale di quello stronzo per cui aveva perso il sonno, la ragione e che si preoccupava solo di cosette bionde e non di certo della sua ormai stra morta madre
    "A breve dormirà, non lo affatichi"
    Gli occhi smeraldo tagliarono nuovamente la figura dell'infermiera, oh se solo non fosse stata così occupata a salvare il culo di quel coglione che si era scelta per figlio si sarebbe presa tutto il tempo di dissanguarla lentamente, poteva quasi scommettere che il suo sangue avrebbe avuto un sapore acido e disgustoso quasi quanto lei
    - Sono in ospedale?-
    Annuì pigramente alzandosi e tirado indietro una ciocca di capelli scuri, imprigionandola dietro l'orecchio
    << Si , va tutto bene, ti rimetterai presto e appena sarai uscito verrò personalmente a prendermi cura di te e della bambina, per ora devi riposare, pensare alla famiglia è compito mio >> sfiatò secca in quel compito che mai come in quel momento le pareva una condanna che si era auto inflitta da sola.
    Forse Viktor non aveva torto, forse Shane non aveva torto, forse Desmond non aveva torto, forse la Rogers non aveva torto, forse la ragazzina umana non aveva torto, forse Eva non aveva avuto torto, Fred sarebbe stata la sua rovina, già lo era, forse stare lontani da lui era la miglior mossa per assicurarsi la pace, per assicurarsi un attimo di tregua ma era la sua croce da portare e anche quando tutti gli avrebbero voltato le spalle, anche se tutto il mondo lo avesse fatto, lei sarebbe rimasta lì, consapevole che non avrebbe fatto la differenza, consapevole che per lui non avrebbe mai fatto differenza che ci fosse o meno ma consapevole anche che avrebbe fatto differenza per lei.
    Che lui faceva differenza per lei.
    << Devo andare Friederich, buon riposo>> soffiò dandogli le spalle e fermandosi solo un attimo a contemplare i fiori che ancora profumavano l'intera stanza
    << Io poi li ho sempre odiati quei fiori>> sussurrò sorridendo appena, li aveva odiati e amati allo stesso tempo , proprio come amava e odiava Fred in eguale misura.


     
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    <<si, anche io sto bene grazie>>
    -Lo so.-
    Odile stava sempre bene, non si rompeva mai, non crollava mai, non sbagliava mai e poi era morta, fisicamente era quasi impossibile stesse male.
    -Lo sento...dall'odore.-
    Fare frasi lunghe era come bere qualcosa di bollente quando si ha la gola ustionata, eppure voleva sentirla, voleva sentire quella voce in mezzo a tutti i suoni snervanti di quel luogo.

    Sentì per l'ennesima volta la voce di una sconosciuta, anche lei non era un odore nuovo. Quando l'infermiera si dileguò provò un debole sorriso.
    -Sai che mi ha visto nudo?-
    Non poteva esserne certo ma era sicuro che alla vampirala cosa sarebbe rimasta sullo stomaco pesantissima da digerire.
    E l'ospedale poi...come ci era arrivato?
    << Si , va tutto bene, ti rimetterai presto e appena sarai uscito verrò personalmente a prendermi cura di te e della bambina, per ora devi riposare, pensare alla famiglia è compito mio >>
    -Ti piace Bea? Hai visto che begli occhi?-
    Lui li aveva visti e ricordava anche come.
    -La Rogers mi disse che non potevo vederla, che non dovevo avvicinarmi ma io l'ho fatto lo stesso.-
    Fin quando non se l'era trovata scaricata avanti alla portadi casa, ricordava giusto adesso con un cruccio improvviso. Ma perchè doveva non vedere qualcosa che poi gli era stato recapitato come un sacco di pagnotte?
    << Devo andare Friederich, buon riposo>>
    -No!-
    Allungò la mano ancora per metà incastrata al tubo della flebo, cercò quella fredda di lei, una stoffa, qualcosa per bloccarla.
    -Stai qui, per favore.-
    Non voleva svegliarsi solo, non voleva abbracciare una allucinazione e più dilei chi mai avrebbe potuto tranquillizzarlo?
    << Io poi li ho sempre odiati quei fiori>>
    -Quali fiori?-
    Non potendoli vedere.
     
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    - Lo so-
    Lei non stava sempre bene, lei si rompeva , lei crollava, lei sbagliava, solo che lo faceva in silenzio a differenza di tutti gli altri, rimaneva stoica di fronte a tutto ma probabilmente Viktor avrebbe riso nel vederla quando era andata da Desmond, subito dopo la condanna di Moon , con le mani che le tremavano, spaurita peggio di una bambina che ha perso sua madre nella folla, senza un punto di riferimento, disperata e alla ricerca di aiuto da qualcuno di così umano rispetto a lei.
    - Lo sento dall'odore-
    Sorrise appena, alzando un singolo angolo della bocca, quasi sforzandolo, non c'era proprio niente da ridere ma comprendeva quanto per Fred non ci fosse nulla di cui disperarsi, a parte Moon, di cui non aveva cancellato il ricordo ma solo, a malapena, modificato, così da renderlo più coerente con tutto il resto
    << Dalla puzza vorrai dire, ci tieni sempre così tanto a specificarlo>> rispose storcendo appena il naso in una smorfia che doveva sembrare un mezzo sorriso ma che pareva più fastidio, puro fastidio verso tutto quello che li circondava, verso quello che li aveva portati fino a lì, ad un passo dall'odiarsi, di nuovo, eppure sempre così vicini
    - Sai che mi ha visto nudo?-
    Gli occhi dardeggiarono il loro disappunto verso quella nuova informazione che aveva appena fatto dell'infermiera la sicura fonte della sua cena, o forse no, forse l'avrebbe portata a Shane, era più cruento di lei la maggior parte delle volte, ancora incapace di dosare la forza, il morso e tutto il resto
    << Purtroppo non è la prima e temo non sarà l'ultima>> affermò piccata, che suo figlio lo desse a destra e a manca, prima di conoscere Eva, era abbastanza risaputo e immaginava che ora, senza più quel ricordo, avrebbe ricominciato a farlo e lei avrebbe ricominciato ad ud ucciderle tutte, una dopo l'altra, le era quasi mancato quel gioco , doveva ammetterlo
    - Ti piace Bea? Hai visto che begli occhi?-
    << E' molto carina, ti assomiglia ma è più ubbidiente di te>> soffiò ridendo, sua nipote le piaceva e stranamente andava miracolosamente a genio anche a Shane, i due andavano discretamente d'accordo, forse perchè l'ungherese era più bambino di lei a volte
    -La Rogers mi disse che non potevo vederla, che non dovevo avvicinarmi ma io l'ho fatto lo stesso.
    Incoerenze maledette, le detestava, motivo per cui non si era mai presa la pena di usare quell'incanto su qualcuno a cui tenesse, le incoerenze erano una rottura di scatole ma era facile creare false memorie
    << Lo ha detto solo perchè non era certa che sua madre volesse che tu sapessi che era tua, non credo la poverina ne fosse certa e poi ha realizzato che un figlio non è un giocattolo di cui puoi stancarti e che piange, tanto, e l' ha scaricata a te, tutto qui , tutto bene quel che finisce bene>> spiegò pacatamente, gesticolando svogliatamente con la mancina mentre i suoi pensieri erano ben lontani da lì, erano incastrati su quanto la mancanza di Eva fosse stata più forte della sua costante presenza
    << Devo andare>> si alzò perchè quando tutto diventa troppo pesante è più facile scappare, anche per una come lei, eppure in un gesto rapido il tedesco le afferrò le dita costringendola a fermarsi
    - No, stai qui per favore-
    Glielo avrebbe detto anche ricordando di lei? Questo non poteva evitare di chiederselo ma mandò giù quel boccone amaro, come tutti gli altri, consapevole che una volta che Desmond avesse finito il proprio compito, di quell'amarezza, di quei dubbi, non sarebbe rimasto niente nemmeno in lei, tutto si sarebbe ridotto ad un mal di testa fastidioso
    << Io poi li ho sempre odiati quei fiori>>
    - Quali fiori?-
    << Ci sono dei fiori qui ... Credo li faccia quella cosa strana che ti porti dietro , sai, quella che tenevi in biblioteca >> sussurrò tornando a sedere
    << Starò qui ... Non agitarti però, te ne prego o ritornerà quella simpaticissima infermiera che ti ha visto nudo>> continuò sorridendogli e passando le dita su quelle altrui, in una piccola carezza
    << Credi che Trix finirà con l'odiarmi come mi odi tu?>> chiese in un tono spento, un sorriso pallido a illuminarle il volto, perchè attirarsi l'odio delle persone che amava pareva essere ormai la sua maledizione

     
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    << Dalla puzza vorrai dire, ci tieni sempre così tanto a specificarlo>>
    Fu lui a sorridere anche se la cosa gli provocò dolore. Odile puzzava ma anche all'odore dei morti si fa l'abitudine.
    Quanto a Moon molte cose non gli sarebbero quadrate ma al momento non aveva motivo di interessarsene.
    La strinse forte fin quando lei non tornò sui propri passi e si sedette.
    << E' molto carina, ti assomiglia ma è più ubbidiente di te>>
    -Imparerà come aggirarti, dalle solo una decina di anni-
    Ne era sicuro, sua figlia era sveglia ed Odile era una mamma gatta con artigli affilati.
    << Lo ha detto solo perchè non era certa che sua madre volesse che tu sapessi che era tua, non credo la poverina ne fosse certa e poi ha realizzato che un figlio non è un giocattolo di cui puoi stancarti e che piange, tanto, e l' ha scaricata a te, tutto qui , tutto bene quel che finisce bene>>
    -E perché non me lo ricordo?-
    Molte sarebbero state le cose che senza Eva non avrebbero avuto un senso e la testa già gli scoppiava. Fece una smorfia.
    - Mi fa male tutto, Má...-
    << Ci sono dei fiori qui ... Credo li faccia quella cosa strana che ti porti dietro , sai, quella che tenevi in biblioteca >>
    -Se li fa vuol dire che ti piacciono.-
    Ma la cosa non si stava limitando a fiori ed api, ora era Odette la figura che apparve da dietro una delle tendine, giovane e in salute.
    << Credi che Trix finirà con l'odiarmi come mi odi tu?>>
    - Odiarti? Sei mia madre, me lo ricordo chi sei, le mamme non si odiano...-
    Faticava ad articolare, a restare sveglio, il tranquillante ed i farmaci stavano facendo effetto.
    -Non mi lasciare.Mai.-

    Edited by Amok - 4/2/2019, 22:54
     
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    Lo vide sorridere, seppur a fatica, e per un attimo si chiese perchè non fosse stato sempre così tra loro, perchè non fossero riusciti a mantenere quel rapporto sulle note calde che avrebbe dovuto avere, perchè non fossero riusciti a riderne di più su certe cose invece di impuntarsi entrambi, di inalberarsi in ridicole ripicche su chi avesse fatto più male all'altro, su chi di loro avesse più colpe, perchè, ad un certo punto, avevano cominciato a concentrarsi su tutto quello che li divideva e non erano riusciti più a vedere quello che invece continuava ad unirli?
    Le dita dell'altro l'afferrarono e con un singolo tocco, da cui, per quanto forte, sarebbe riuscita presto a divincolarsi, la legarono di nuovo, in quel potere che solo Fred aveva di farla rimanere incollata anche quando avrebbe solo voluto spingerlo via per non permetterle di ferirla ancora ma si voltò e tornò al proprio posto, ugualmente, incapace di deluderlo, incapace di allontanarlo
    -Imparerà come aggirarti, dalle solo una decina di anni-
    Fu lei stavolta a lasciarsi andare ad una risata, una risata la sua che aveva sempre avuto il suono cupo dell'abisso e il tintinnio di una campanella
    << Sono sicura che lo farà purtroppo, proprio come te >> perchè non era difficile capire già da ora che Beatrix avrebbe avuto lo stesso ascendente del tedesco su di lei, già adesso era incapace di dirle di no a qualsiasi capriccio, seppur la nipote rimanesse spesso corrucciata ma silenziosa di fronte al suo sguardo severo . Attaccare ricordi sconnessi tra loro era la parte più complessa del tutto, specialmente se si rimuoveva una parte così vitale , una macchia che si era estesa un pò ovunque ma avrebbe corretto tutto, o , almeno, ci avrebbe provato al meglio delle sue possibilità
    - E perchè non me lo ricordo?-
    << Non stai benissimo e poi certe cose è inutile ricordarle e il cervello le elimina, la cosa importante è Beatrix e lei te la ricordi, quindi non vedo perchè dovresti sforzarti oltre, sapessi quante cose dimentico io >> quante persone aveva dimenticato lei e lasciato indietro in funzione di Fred? Per un pò , forse per troppo, aveva rischiato di dimenticare anche se stessa
    - Mi fa male tutto Mà-
    << Lo so bestiolina, lo immagino ma niente che un pò di riposo non guarisca , tra poco ti addormenterai e passerà tutto >> sussurrò poggiando un gomito sul cuscino, e adagiandovi il viso, così da averlo accanto a quello dell'altro, osservandolo per un pò a quella vicinanza ... Poteva intravedere l'argento di alcune dei suoi capelli e questo la terrorizzava ma ricacciò tutto indietro, una cosa per volta Odile, una cosa per volta , si ripeteva
    - Se li fa vuol dire che ti piacciono-
    Sorrise, anche se Fred non avrebbe potuto vederla, nel constatare la presenza di sua sorella, per quanto fosse una mera simulazione, era comunque capace di trasmetterle un pò di serenità quella visione che camminava su e giù per la stanza poggiando i suoi occhi chiarissimi prima su di lei e poi sul nipote
    << E' perchè odio tutto quello che amo probabilmente >> sospirò sorridendo di quella piccola verità che aveva appena lasciato le sue labbra scarlatte
    Odiarti? Sei mia madre, me lo ricordo chi sei, le mamme non si odiano...-
    E a questa dovette trattenere una fragorosa risata di risposta, possibile che non la odiasse più? Che insieme ad Eva avesse dimenticato anche tutto quel risentimento che provava verso di lei?
    << E nemmeno i figli si odiano, non davvero almeno ...>> considerò pacatamente, l'aveva mai odiato per davvero ? No, mai, lo aveva detestato in maniera viscerale, a volte aveva desiderato fargli del male, si, ma non l'aveva mai odiato con la forza con cui si odia un nemico quanto più quella che si dedica alle cose che amiamo e che non possiamo avere
    - Non mi lasciare. Mai -
    Se avesse avuto un'anima le si sarebbe appena spaccata in cento parti diverse ed il cuore le sarebbe scivolato via dalle labbra rotolando a terra e frantumandosi probabilmente ma invece non si scompose, nell'algido aspetto che solo l'eternità poteva dare, si limitò a posare un bacio delicato sulla guancia altrui , attenta a non fargli male
    << Non ho mai pensato di farlo, mai, neppure per un momento>> sussurrò ad un soffio dal suo orecchio, anche quando l'aveva lasciato in realtà si era ritrovata a sapere sempre dove fosse, non c'era stato un passo in cui non lo avesse seguito , anche nella disfatta, nella personale disfatta che si era scelto, anche in quello l'aveva seguito, fedele.
    << Ma non farlo neppure tu >>
    Perchè lui l'aveva lasciata invece.
    Lo vide abbandonare la testa sul cuscino, il respiro farsi regolare e più pesante
    << Dormi>> gli sussurò restandogli vicina per tutto il tempo che le sarebbe stato concesso.
    [.....]
    Non era stato esattamente facile convincere i dottori a rilasciarlo, certo, era decisamente meno messo male di prima, decisamente , ma ancora non era nella forma più smagliante che avesse mai visto ma era convinta, in cuor suo, che vedere sua figlia non gli avrebbe che giovato, per questo , dopo una conversazione fitta con il medico che l'aveva preso in cura e un paio di soffi minacciosi tra i canini, era riuscita a farlo dimettere ed ora gli dava il braccio, per aiutarlo a camminare sul vialetto della casa ancora ghiacciato
    << Sta attento >> disse mentre attraversavano il viale e, dopo un paio di scalini, si apprestavano a bussare alla porta, già dall'uscio si poteva sentire la risata tintinnante di Shane, probabilmente intento ad inseguire Trix un pò ovunque per il piccolo cottage in mezzo al nulla che avevano appositamente preso per loro. Stare lontano da tutti, un luogo di cui solo pochissimi sapevano l'ubicazione, protetto dall'incanto fidelius, un luogo di cui era Desmond il custode
    << Ehi>> sussurrò verso Shane che si era finalmente deciso ad aprire la porta e con un mezzo sorriso e un cenno verso Fred si era dileguato nell'altra stanza, Odile sospirò appena, rassegnata al fatto che ci sarebbe voluta forse l'eternità per fare andare i due d'accordo e gli occhi smeraldo si posarono sulla bambina, tutta intenta a disegnare qualcosa sul muro
    << Trix non il muro, già ne abbiamo parlato>> tuonò severa come sempre, anche se un sorriso non potè fare a meno di spuntarle sul volto pallido
    << C'è papà>> continuò con l'unico mezzo che a quanto pare era capace di sviare la bambina dall'intento di colorare con scarabocchi informi tutti i muri presenti
    << Fa piano, non stai ancora bene>> si premurò di dire poi verso l'altro, allontanandosi appena, prendendo posto sul divano poco distante, lasciando ai due il tempo che meritavano insieme




    Dont worry be happy per i colori u.u cmq ti odio così per dirtelo insomma. <3


    Edited by Odile - 4/2/2019, 23:14
     
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    << Non ho mai pensato di farlo, mai, neppure per un momento. Ma non farlo neppure tu.>>
    Erano state queste le ultime parole che aveva udito prima che le medicine lo sprofondassero in un sonno torbido ma privo di incubi.
    La sua convalescenza durò altri tre giorni, poi un dottore pallido e poco convinto decise di levargli anche l'ultimo ago e dimetterlo sotto la supervisione di una Odile con un bel sorriso compiaciuto.

    Si sentiva stanco, la testa gli doleva e girava al contempo, aveva perso dieci chili da quando era entrato dalla porta del Ministero del Nord e quei dieci chili si vedevano tutti considerando come non fosse mai stato un individuo particolarmente in carne.
    <<sta attento.>>
    Odile lo aiutava, s'aggrappava al braccio di lei come quando da piccolo s'era rotto una gamba.
    -Ma non potevamo smaterializzarci?-
    Avrebbe preferito, una sola piccola sofferenza e basta, non quel calvario.
    Poi arrivarono e, tralasciato il Coso Scemo che venne ad aprire, ciò che vide gli illuminò il cuore.
    << C'è papà>>
    "Papà?"
    La piccola si girò, gli occhioni grandi fra i verde profondo e il grigio metallico. Lo vide e si illuminò.
    "Papà!"
    Gli corse incontro, un piccolo scricciolo di appena due anni con un vocabolario scomposto ma ben forbito.
    Lasciò immediatamente Odile per fare un passo in avanti e mettersi sulle ginocchia. Bea gli si gettò addosso cacciandogli le braccia al collo con una morsa tale da far pensare non si sarebbe più staccata.
    -Puffola, ciao.-
    Il 'ciao' della bimba gli arrivò soffuso in un orecchio.
    -Hai fatto la brava con nonna Odile?-
     
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    - Ma non potevamo smaterializzarci?-

    La francese non si prese neppure la pena di rispondere, lo guardo storta, arricciando la punta del piccolo naso in una smorfia seccata, l obliviazione doveva averlo reso cretino probabilmente, sembrava l unica spiegazione valida, almeno a lei. No, chiaramente non si sarebbero potuti smaterializzare, per la sicurezza della sua famiglia Odile avrebbe fatto tutto cio che era in suo potere, specialmente per la piccola Beatrix, che nonostante avesse appena due anni aveva gia rischiato di finire male piu di una volta, un record anche per Fred, c era da ammetterlo. Nessuno poteva smaterializzarsi in un arco di un chilometro dalla casa, nessuno ne sapeva l ubicazione eccetto Desmond e nessuno avrebbe dovuto metter piede li dentro eccetto I membri strettissimi. Punto.



    Fatto il loro ingresso nel salone, Odile ebbe l’ insesato terrore che Trix non avrebbe riconosciuto suo padre, seppur chiedesse di lui e ne parlassero circa ogni due minuti, terrorre che la ragazzina si sarebbe sottratta alle attenzioni di colui che, in effetti, era praticamente un estraneo ed invece fu con un sorriso sincere che constato l esatto contrario.

    La bambina non solo pianto in asso tutto quello che teneva tra le mani ma corse verso il Tedesco abbracciandolo con tutto l affetto sincero e disinteressato di cui solo un bambino e- capace

    - Puffola ciao –



    Odile assottiglio gli occhi in due fessure , era difficile vedere Fred cosi con un altro essere umano ma , in fondo, se un figlio era riuscito ad ammorbidire anche una creatura come lei non doveva essere poi molto strano quell magico fascino che Beatrix sembrava esercitare sul padre

    - Hai fatto la brava con nonna Odile ?-

    Ecco, a questo la francese non seppe resistere dal schioccare la lingua stizzita e schiarirsi la voce, versandosi prontamente del whiskey e sorseggiandolo con la solita lentezza

    “ Nonna? Davvero Fred? Nonna?” chiese con un sopracciglio inarcato improvvisamente seria

    “ Zia, le nonne sono vecchie , io ti sembro vecchia? “ In effetti lo era ma questi erano dettagli insignificanti.

    Beatrix , dal canto suo, osservava I due con un vago sorrisetto stampato sul volto, non capendo esattamente a cosa si riferisse Odile, in fondo le parentele per un bambino sono del tutto inutili, specialmente quelle che vanno oltre il mero papa e mamma

    - Si, dice che parlo bene… – prese una pausa osservando attenta il padre e spostandosi i capelli mossi dal viso con le manine

    - - parlo bene francese – prosegui sorridendo, fiera di quel complimento che la nonna le aveva fatto dopo una delle loro piccole lezioni, nulla a che vedere con le lezioni estenuanti a cui sottoponeva Fred, per Trix era piu’ una specie di gioco segreto tra lei ed Odile

    “ Sei molto brava Trix, molto meglio di tuo padre” constato ridacchiando la francese, passando pigramente l indice sul bordo del bicchiere

    - Ma tu ora te ne vai ancora ? – sussurro la ragazzina verso il padre, fissandolo dritto negli occhi quasi piagnucolando
     
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