Asher Puckett

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    nessuno sceglie mai di essere messo al mondo. Non hai libertà di scelta sulle tue origini, in nessun campo. Il fato muove le fila del tuo background, forgiandoti a proprio piacimento. Sceglie per te una famiglia e poi ti abbandona a subirne le conseguenze, come un malsano, pazzo sadico che sfoga la propria frustrazione su dei poveri, piccoli manichini dotati di sentimenti, che non aspetta altro che vederli bruciare nell'inferno che ha scelto per loro. Questa è la mia idea, quella che emerge ogni volta durante le sedute di gruppo al centro di riabilitazione. Bella merda, vero? Dovremmo essere lì a parlare di quanto la vita sia tornata rosea, semplice, bella in seguito alle nostre prese di coscienza e dovremmo farlo solo per potercene scappare definitivamente, dando loro ciò che vogliono, e non perché lo crediamo davvero. Io non l'ho mai fatto. Io ho sempre scelto di lottare, fronteggiare il nemico più grande che ho, di combattere la mostruosa bestia che mi ha risucchiato via ogni traccia di gioia, di motivazione per pronunciare le parole "la vita può essere davvero bellissima". Affrontare il problema di petto, senza nascondersi dietro illusorie parole che diano il via libera per segnare delle fottute crocette su un pezzo di carta. Miglioramento dell'umore? Crocetta. Diminuzione dei tic? Crocetta. Incapacità di reazione? Crocetta. Riduzione atteggiamento ostile? Crocetta. Ridurci a delle crocette, solo per poter affermare di aver svolto il proprio lavoro, di averci salvati. Nessuno è mai davvero salvo. Tutti dovremo continuare a combattere contro noi stessi per il resto della vita. Io combatto, non mi piego davanti alle volontà di nessuno. Ecco perché non sono ancora "clinicamente guarito". Ecco perché la mia dimissione è temporanea, ma continuano a tenermi sotto controllo. Ecco perché continuo a frequentare i gruppi di terapia senza riuscire a dichiararmi davvero libero. Libero non lo sono. Sono solo uno schiavo. Schiavo di me stesso...

    Sono Asher Puckett, ho diciotto anni... E sono un tossicodipendente.
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    storia - Ricorre l'anno 2000 quando durante una fredda notte di ottobre Asher emette il suo primo gemito. Tutti presenti, felici di accogliere l'ultimo arrivato della famiglia Smith-Puckett... Con l'eccezione di una ed una sola persona, l'unica che la Smith avrebbe voluto avere al proprio fianco: la figura del compagno. Loro non sono una coppia convenzionale, forse sono solo uno dei tanti cliché di "famiglia imperfetta" che esistono. Lei lo ama, lui dice di farlo. Lei lo perdona, lui ci ricasca sempre. In casa è una lite dietro l'altra. Lui però non la picchia e questo è strano, ma è anche bello. Questo significa che lui sia davvero innamorato, che sia un brav'uomo. Lei la pensa così. Eppure è appena nato il loro bambino e lui non c'è. Il frutto di quell'amore è appena maturato e lui è altrove, magari c'è qualcun altro a tenergli compagnia. Una donna, forse. Ma no, lui non è così. Lui è innamorato. La Smith sa che è così.

    E' il 2004 e ad Asher è appena caduto un dentino. E' troppo presto, è vero. La verità è che il dentino si è rotto in seguito ad una brutta caduta. Il piccolo ha inciampato su una bottiglia di vetro vuota. Uno schiaffo lo prende dal padre, ma questo non risolve di certo la situazione. E' solo causa di una lite, l'ennesima in questa piccola, scomoda casetta. Certo, se lei avesse fatto delle scelte migliori nella propria vita, adesso le cose andrebbero diversamente, ma è davvero giusto colpevolizzare una donna per aver dato fiducia a chi non lo meritasse? Urla, lacrime e qualche oggetto volante. Poi tutto tace. La porta è stata sbattuta, è normale. Solo qualche ora e poi tutto tornerà come prima.

    Nel 2005 Asher non riesce più a fare a meno di suo cugino Mick. Lui ha sempre attirato la sua attenzione in modo assai particolare. Sembra un vero e proprio supereroe, è lui che lo porta via ogni volta che gli oggetti cominciano a volare in quella casa. A volte succede anche quando Asher è solo. Come per magia, si librano in aria e svolazzano qua e là. E' uno spettacolo divertente, ma non esiste alcuna spiegazione logica a tutto questo. Magari è solo la fervida immaginazione di un comunissimo bambino.

    Nel 2006 il papà non ha più fatto ritorno. In casa si respira un'aria triste. E' tutto silenzioso e questo non necessariamente è un bene, perché la Smith è triste, sembra non avere più voglia di far nulla. A stento riesce a preparare da mangiare per Asher e per il resto non ha molta voglia di averci a che fare. Ogni tanto gli rimbocca le coperte. Per il resto piange, piange tanto e non sempre il figlio riesce a tirarle su il morale. In compenso, però, lui ha cominciato la scuola. Sembra tutto molto bello. Mick gli ha regalato un bellissimo set da scuola e niente potrà andare storto con quello tra le mani. Mick e lo zio vengono molto spesso a fare visita. A volte si occupano della spesa, altre volte aiutano con le faccende domestiche. Riescono a colmare il vuoto che ha lasciato il papà, agli occhi ingenui di Asher, ma non è mai davvero semplice come sembra. Niente è facile nel mondo degli adulti.

    E' il 2008 e la casa pullula di uomini sempre diversi. Non si ha il tempo di conoscerne uno che sparisce nel nulla e viene rimpiazzato da un altro. A volte dormono in casa e questo comincia a diventare irritante agli occhi di Asher. A scuola non va per niente bene. Gli altri bambini lo prendono in giro, gli affibbiano strani nomi e lo picchiano. E come se non fosse abbastanza, neanche gli insegnanti sembrano soddisfatti del suo rendimento. Tornare a casa con l'umore così a terra diventa sempre più complicato. Preferisce passare molto meno tempo in casa e molto più tempo in compagnia del cugino. Lui sta cambiando, ma resta comunque un supereroe. La realtà è un mistero, ma la cosa importante è godere di ciò che di bello è visibile agli occhi di un bambino di soli otto anni.

    E' il 2015 e adesso si che Asher ha capito cosa sia successo a Mick. E' entrato in uno strano vortice, sembra averlo aiutato a superare la morte della madre e del fratello minore, quello che Asher non è riuscito a conoscere poi così bene. Forse è questa la soluzione. Forse colmare i vuoti riesce bene con l'assunzione di tutte queste sostanze generalmente poco raccomandabili. D'altronde non c'è più altro da perdere. Il papà ormai è rimasto solo un ricordo e la mamma è un fantasma, completamente priva di vitalità. E' brutto a vedersi. Bisogna trovare una soluzione perché tutto migliori. E la soluzione c'è. Si chiama Roxy. Ah, Roxy! E' una ventata d'aria fresca. Riesce a dare un senso a tutto quel casino. E' una spacciatrice ed aiuta Asher anche più di quanto avrebbe bisogno. Per un pò, il loro rapporto da cliente-fornitore si intensifica, dando il via al periodo più bello che il ragazzo abbia vissuto dopo l'abbandono del padre e la degenerazione della famiglia Smith-Puckett. E' come se Roxy stessa sia diventata la droga di cui Asher ha bisogno. Ed è così fino a quando lui non ne viene improvvisamente privato dal meschino ed avverso destino, quello che ci tiene a ricordargli che la vita sia complicata, che non ne puoi mai godere davvero appieno. Lei viene rinchiusa in riformatorio e lui non si sa dare pace. Il suo malsano rapporto con le droghe comincia a degenerare.

    Nel 2016 le cose non vanno più così bene. Mick non ha preso molto bene la notizia che Asher abbia ricorso ai suoi stessi metodi per superare i propri problemi. E' un pò ingiusto forse, ma si sa che è tutto spinto dall'affetto che lega entrambi. Asher però non riesce più a smettere... E' diventata una questione vitale.

    2017. Ha toccato il limite. Privato della propria lucidità, della salute, ridotto ad uno scarto di umanità, consumato dalla dipendenza, Asher è costretto ad affrontare lo step più importante della propria vita: la riabilitazione. Rinchiuso in più cliniche, viene sottoposto a terapie di ogni tipo. All'inizio è dura, lui vorrebbe solo scappare. Vorrebbe urlare, gli manca l'unica cosa che riusciva a farlo sentire in salute, a farlo sentire vivo. Ma gliela negano. Gliela negano perché lui non stava davvero vivendo, stava solo andando giorno dopo giorno incontro alla morte.

    E' la fine del 2018 e tutto sembra essersi quietato. La situazione è migliorata parecchio, ma tornare a casa non sembra una buona idea. Forse è arrivato il momento di riconsiderare la lettera che ha ricevuto ad undici anni, quando ancora ci capiva poco di ciò che Mick gli spiegava sulla magia e la madre era troppo scioccata per poter assecondare la loro volontà. Perché lei è una babbana e ha scelto di avere un figlio con un ignobile mago che l'ha messa nei casini. Ma i diciotto anni sono appena scoccati. La maggior età parla chiaro. E' Asher adesso a decidere e l'ha appena fatto. Si corre verso la libertà. Si corre verso Hogwarts.

    «addiction begins with the hope that something "out there" can instantly fill up the emptiness inside.»
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    nome - Asher; cognome - Puckett; data di nascita - 12 novembre 2000; età - 18 anni;
    stato di sangue - mezzosangue; allineamento - neutrale. // capelli - castani;
    occhi - azzurri; altezza - 1.80; segni particolari - cicatrici leggere sparse sulle braccia,
    orecchino all'orecchio sinistro, un piccolo tatuaggio sul braccio destro.


    carattere - Asher è un ragazzo semplice, dai modi gentili ed educati. All'apparenza allegro, gli tocca combattere quotidianamente con i propri demoni interiori, che si rispecchiano di sovente in atteggiamenti assenti e momenti di isolamento difficilmente compresi dagli altri. Di norma si mostra attento ai problemi altrui, dando tutto se stesso per le persone che ama e per i propri amici. Fa di tutto per non lasciar trasparire alcuna traccia delle cattive abitudini a cui si è appigliato per troppi anni della sua vita e per questo tende a mascherare, per quanto possibile, le braccia e tutti i segni di devastazione che riportano. Ha una nuova speranza che gli fa da monito per ricominciare ed è intenzionato a riprendere in mano le redini della propria vita, passo dopo passo.
    cosa ama - ama il divertimento e le sfrenatezze. Sebbene gli sia necessario porsi dei limiti, non disdegna le feste in compagnia di amici, piccole sfide da affrontare per dimostrare a se stesso di potersela cavare, di essere più forte di una "stupida dipendenza". Ama la famiglia, in assoluto il valore più importante, ciò su cui ha posto le basi della propria rinascita. La madre, in particolar modo, ed il cugino Mick, sono per lui le persone più importanti al mondo. Nel tempo ha soprattutto sviluppato un'estrema iperprotettività nei confronti della donna e della figura femminile in generale, a seguito dell'abbandono del padre e delle difficoltà familiari che è toccato affrontare ad entrambi. In generale, ama le sfide, mettersi in gioco per dimostrare il proprio valore, quello che sta riacquistando poco a poco grazie alle terapie di disintossicazione. Ama il disegno, dote approfondita in particolar modo nel percorso di ripresa. E' il modo migliore per mettere a nudo la propria anima, trasporre le proprie sensazioni ed emozioni al di fuori, quando le parole non aiutano.
    cosa odia - odia il padre, il vuoto che ha lasciato con la sua fuga codarda in quella casa, nel letto della madre spesso riempito da sconosciuti, nel suo cuore. Odia ciò a cui un trauma simile l'ha ridotto col passare del tempo. Pertanto, odia le droghe. Odia il modo in cui si sono insinuate nella sua vita, il controllo che hanno avuto sulla sua mente, lo stato di devastazione a cui l'hanno ridotto, il modo in cui hanno distrutto ogni cosa. Odia la persona che l'hanno fatto diventare. Più di ogni altra cosa, odia sentire tuttora di non poterne fare a meno. Odia dover frenare i propri impulsi, seppur per un bene maggiore. I limiti non gli sono mai andati a genio, per questo evita anche i pregiudizi e l'influenza altrui. La vita è troppo breve per pensare con il cervello di un altro. Odia la violenza, specie se commessa nei confronti di donne o di bambini. Anche le prese di potere sugli indifesi gli risultano particolarmente fastidiose.

    «the unfortunate thing about this world is that good habits are so much easier to give up than bad ones.»
    rRFNpPw v7xtn5l
    bacchetta - legno di salice, 10 pollici, anima di crine di unicorno; casa di appartenenza - grifondoro;
    anno frequentato - I anno; materie preferite/odiate: incantesimi, cura delle creature magiche,
    trasfigurazione, pozioni, volo; ҳ difesa contro le arti oscure, storia della magia, erbologia.

    conoscenze - Mick Smith; Isobel Larsson; Roxy Jackson; Kol Petrovic;
    Jamie Lindey; Lance Wright; Kai Parker; Saturn Parker; Frankie White;
    Dhaki Meziane; Faith Collins; Gwen Holloway; Leta Scamander.

    Brandon Flynn per Asher Puckett.





    Edited by ëverleigh’ - 1/3/2020, 19:35
     
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    ...E' forse Grifondoro la vostra via,
    culla dei coraggiosi di cuore:
    audacia, fegato, cavalleria
    fan di quel luogo uno splendore...




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