I devote you my grudge

pvt.

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    Non aveva mai avuto grossi problemi nel mentire, non da quando era divenuta ciò che era, non da quando Viktor l'aveva plasmata in una nuova e diversa persona, in un qualcosa che non aveva altri veri obiettivi se non quello di ottenere potere e di non accontentarsi mai dei propri risultati seppur notevoli, era per questo che aveva scelto di asservirsi a Moon, di entrare nei mangiamorte, seppur mantenendosi sempre libera di poter fare ciò che voleva, non aveva mai avuto problemi a far soffrire qualcun altro che non fosse lei stessa, non aveva mai avuto nessun problema eppure ora perchè sentiva quel peso sullo stomaco? Perchè sentiva di essere nel torto nonostante lei non avesse fatto poi molto?
    Odile smettila.
    Quante volte l'aveva sentita quella frase? Soffiata da sua madre, urlata da suo padre, supplicta da Odette, singhiozzata da un Fred bambino e cantilenata da Viktor, eppure ora se le ripeteva lei stessa in testa con tono severo, un tono che usualmente regalava agli altri e mai , mai a se stessa.
    Le dita si serrarono intorno alla stoffa del mantello, liberandola dal giogo della stoffa, e tirando il capo sul divano, senza alcuna cura, per poi seguirlo gettandovisi sopra, con le dita della mancina a massaggiare la tempia corrispondente, come se quello potesse davvero aiutarla a rimettere insieme le idee, a dare un'ordine là dove un'ordine non c'era mai stato.
    Diventerà un problema.
    Anche quella se la ricordava bene, ricordava quando Viktor l'aveva sospirata osservandola giocare con il ragazzino che aveva ormai fatto della sua casa a Lillè casa propria, l'aveva sentita ripetere meccanicamente da Helena nell'osservarla proteggerlo da lei, impedirgli di nutrirsene come di consueto ed ora, adesso, non poteva che dar ragione a quelle due voci nodose che sibilavano nuovamente nella sua testa, Fred era divenuto un problema , un grosso e gigantesco problema e lei aveva permesso che tutto questo accadesse senza neppure provare ad impedirlo, certo si era completamente distaccata da lui per mesi e mesi eppure lui l'aveva ritrovata, la ritrovava sempre.
    Il rumore di passi che sentì provenire dal piano superiore la fece sobbalzare, le dita si serrarono rapide sulla bacchetta, scattò in piedi mentre gli occhi smeraldini si puntarono rapidamente sul primo scalino
    << Merd! Mi hai fatto quasi morire di nuovo, ti hanno mai detto che non si arriva così ?>> sospirò osservando la figura di Shane scendere le scale sorridente, gli andò incontro correndogli direttamente nelle braccia, sperando che l'odore di Fred non fosse ancora prepotentemente su suoi vestiti, tra i suoi capelli, sulle sue labbra
    << Non saresti dovuto tornare domani dall'Ungheria? Cos'è non riesci più a starmi lontano?>> chiese ridacchiando premendogli un bacio rapido sulle labbra per poi prendere posto nuovamente sul divano
    << Allora com'è andata? Tua sorella mi odia ancora per averti fatto diventare così?>> continuò avvicinando rapidamente il Whiskey e due bicchieri con un colpo di bacchetta
    << Spero che abbiano preso meglio dei miei familiari la storia del matrimonio>> confessò in un sussurro quasi dispiaciuta che probabilmente la sua famiglia non sarebbe stata affatto presente a quel piccolo ricevimento .
    Mentire non era mai stato così difficile.


     
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    Visitare la sua famiglia era sfiancante, aveva iniziato ad esserlo dal momento in cui era andato a vivere da solo e aveva scoperto cosa volesse dire essere libero, ma se ci si aggiungevano i risvolti correnti come una morte precoce, una futura moglie altrettanto assetata di sangue e Londra che continuava ad immolarsi come epicentro per l'apocalisse, la situazione sfiorava livelli di follia degni di uno di quegli strani film horror babbani ambientati a Natale, in cui si riunivano tutti e poi cercavano di uccidersi a vicenda.
    Pensandoci meglio, forse non erano nemmeno horror.
    Cristo, sperava Odile non si mettesse folli idee in testa anche quell'anno sul fare cene di famiglia. Doveva ricordarsi di prenotare una vacanza a sorpresa per evitarlo, chissà se le sarebbe piaciuto andare nel Villaggio di Babbo Natale in Finlandia. Insomma, era chiaramente un'esperienza che un vampiro avrebbe dovuto vivere almeno una volta nella vita.
    E poi c'erano le renne, a chi non piacevano?
    In ogni caso, per quanto continuare a fantasticare su renne saltellanti gli sembrasse molto più produttivo di ripensare al suo viaggio in Ungheria, poteva affermare non fosse andato male. Era stato tutto sommato un successo.
    E in quanto tale, era scappato via prima che avesse il tempo di trasformarsi in un disastro, era importante riconoscere quando ritirarsi, tornando a casa con un intero giorno d'anticipo.
    Aveva voluto fare una sorpresa ad Odile, quindi non le aveva detto niente, una decisione che si ritrovò costretto a riconsiderare quando scendendo al piano inferiore dopo aver sentito la porta chiudersi se la ritrovò davanti sul piede di guerra.
    Rise, con una vaghissima nota di isterismo al rischio appena corso.
    'Non il bentornato che mi sarei aspettato.' La canzonò, senza avere tempo per continuare quel finto rimprovero prima che lei gli saltasse tra le braccia.
    'Meglio.' La strinse a sé, alzandola di qualche centimetro da terra nell'impeto, beandosi di quel contatto. Gli era mancata come solo una parte di sé poteva mancare, la sua assenza quasi palpabile nell'aria attorno.
    Inspirò il suo profumo, strofinandole il naso tra i capelli, finendo per arricciarlo alla nota di cane bagnato presente, ma ci si era ormai abituato, e aveva sviluppato l'utile arte dell'isolarlo e gettarlo nel cestino della spazzatura del suo olfatto. Non era troppo difficile, la dolcezza dell'odore di Odile lo sovrastava e annientava facilmente.
    'Non sei felice? E' stato straziante essere circondato da comuni mortali invece che da bellezze mozzafiato come quella qui presente. Oltre la mia, intendo.' Sorrise sornione, cercando di approfondire il bacio che lei gli donò, finendo invece per il lanciarle uno sguardo fintamente offeso al modo in cui gli sfuggì dalle braccia.
    Ah, donne, loro e il loro voler parlare di cose serie prima di passare al divertimento. Mai che mettessero prima il piacere al dovere.
    'Non è andata così male da doverci bere su.' Apostrofò ridendo i suoi modi, raggiungendola al divano e prendendo posto accanto a lei. Beh, mezzo appiccicato a lei più che accanto.
    Le cinse le spalle con un braccio, stringendosela contro, approfittandone per agguantare lo stesso la bottiglia di Whiskey e versandolo lui stesso nei bicchieri.
    'Però dovremmo bere per festeggiare.' Le fece un occhiolino, brio dell'allegria di avercela di nuovo vicino. Era stato via a malapena qualche giorno, ma gli era sembrata essere passata un'eternità.
    'Sssh, vietato parlare dei tuoi genitori.' Con una smorfia disgustata alzò il bicchiere a mezz'aria, un gesto sconcluisionato agli occhi di lei probabilmente, ma che nella sua mente corrispondeva a un brindisi alla speranza di una morte precoce per i genitori di Odile.
    Era ovvio perché non potesse dirlo ad alta voce.
    'Mia madre era estasiata.' Annuì con serietà, forzandosi però a dirle la vera situazione. 'Beh, okay, no. Ma ha detto che in quanto unica persona che è riuscita finalmente a farmi fare qualcosa di sensato e prendermi le mie responsabilità, ti approva come nuora e ci da la sua benedizione.' Non aveva decisamente usato la parola benedizione, troppo ironica per due vampiri, ma il succo era stato quello.
    'Mia sorella penso sia troppo traumatizzata al momento per odiarti ancora, però ha scherzato sul farti da damigella, tutto risolto quindi.' Schioccò la lingua in un 'mhm', sebbene non avrebbe effettivamente consigliato alle due di... avvicinarsi così tanto. Non pensava fosse stata seria su quel proposito.
    'Le altre mie sorelle sono solo felici io non sia più uno zitello e che non mi prenderò quaranta gatti, iniziando ad inviarli cartoline di auguri natalizi con le loro foto.' Un'opzione che a suo parere non era da escludere solo perché si sposava, era sicuro che ad Odile qualche gatto in più in casa oltre a Charlie non avrebbe dato fastidio, ma meglio non informarla di tale idea prima di averla unita a sé legalmente.
    Evitò più che allegramente di parlare di suo padre, impossibile da includere in quei discorsi, svelargli di essere diventato un vampiro gli avrebbe come minimo fatto venire un infarto - davvero, non metaforicamente! - quindi aveva lasciato a sua madre il compito di menzionargli si sarebbe sposato. Non pensava gli sarebbe importato, in ogni caso.
    'Tu invece? Come hai passato questo terribile tempo separati, oltre che piangendo e disperandoti per la mia mancanza?' Soffiò una risata, posandole un bacio su una tempia.
     
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    A volte quasi dimenticava com'era stata la loro relazione all'inizio, o forse preferiva dimenticarlo, ripensandoci ora probabilmente non avrebbe fatto niente di tutto quello che aveva fatto, probabilmente avrebbe tenuto ben separata la sua famiglia da lui e viceversa, aveva voluto tutto, aveva voluto troppo ed ora i risultati cominciavano a farsi vedere lampanti, aveva preteso una vita per cui non era fatta ormai, avrebbe fatto molto meglio a vivere il tutto come faceva lui, andare sporadicamente a far visita ai suoi, metterli al corrente solo dello stretto necessario e non pretendere di far bastare la coperta per tutti, aveva tirato , tirato, ma quella dannata coperta rimaneva troppo piccola e se copriva qualcosa scopriva altro. Terribile decisione.
    'Non il bentornato che mi sarei aspettato.'
    Si strinse al petto dell'altro, metre le dita premevano forti contro la schiena altrui e le labbra andavano a poggiarsi sulle sue, rapide, soffici, negando all'altro il tempo di approfondire quel contatto perchè se solo, se solo avesse capito da solo ciò che doveva dirgli sarebbe stato ancora peggio, meritava una spiegazione e lei meritava di potersi spiegare
    'Non sei felice? E' stato straziante essere circondato da comuni mortali invece che da bellezze mozzafiato come quella qui presente. Oltre la mia, intendo"
    Roteò gli occhi sbuffando una risata, raggiungendo il divano e facendogli cenno di prendere posto accanto a lei, fingendo che tutto andasse bene, nella nuova monotonia che aveva raggiunto
    << Sono felice, certo che lo sono >> annuì sorridendo appena, certo la sua presenza non poteva che farla gioire , il problema era tutto il resto, il problema era che Shane era di per sè una presenza ingombrante e Fred ancor più di lui, quasi non trovava spazio per lei tra loro due
    'Non è andata così male da doverci bere su.'
    Squittì appena nel sentirsi premuta addosso all'altro, era piacevole, un senso di protezione nuovo e che non aveva mai provato prima di lui, era sempre stata lei quella a dover proteggere, sempre stata lei quella a dover stringere, rincorrere
    << Bere è necessario sempre, riordina i pensieri>> davvero? Aveva sempre bevuto in effetti ma ne faceva nettamente più uso quando doveva dare notizie pessime e potenzialmente destabilizzanti per la loro relazione, come se il whiskey potesse appannare le reazioni di James
    Mia madre è estasiata .Beh, okay, no. Ma ha detto che in quanto unica persona che è riuscita finalmente a farmi fare qualcosa di sensato e prendermi le mie responsabilità, ti approva come nuora e ci da la sua benedizione.'
    Arricciò un angolo della bocca scarlatta in un mezzo sorriso, quasi invidiava il modo in cui la sua famiglia sembrasse perfettamente normale, sembrasse felice della sua felicità, la sua invece sembrava votata a pregare per la sua eterna dannazione
    << Sarebbe meno estasiata se sapesse quanti anni ho davvero>> ridacchiò macabra per poi dare uno schiaffetto sul viso di Shane
    << Non ci pensare! Ti vieto di pensarci! Pensa allo schiaffo>> rise di nuovo, sapeva quanto l'altro avesse arbitrariamente deciso di non voler neanche provare a sapere la sua vera età, non poteva dargli torto in fondo, anche lei evitava spesso di pensare a come il suo compagno fosse coetaneo di suo figlio, era quasi raccapricciante.
    'Le altre mie sorelle sono solo felici io non sia più uno zitello e che non mi prenderò quaranta gatti, iniziando ad inviarli cartoline di auguri natalizi con le loro foto.'
    << Bene, ah, a proposito, Charlie è stranamente attivo ultimamente >> confessò spostando gli occhi sul gatto rossiccio che ora dormiva tranquillo acciambellato sulla poltrona poco distante
    << Ovviamente era sarcasmo>> puntualizzò tornando con gli occhi su di lui
    'Tu invece? Come hai passato questo terribile tempo separati, oltre che piangendo e disperandoti per la mia mancanza?'
    << Ho pianto e ho quasi pensato di gettarmi in una vasca d'acqua santa per quanto mi mancavi >> ironizzò platealmente
    << Mi sei mancato, tanto>> puntualizzò poi stringendosi ancora più addosso all'altro
    << Ho lavorato per lo più, sai è un periodo strano e la mia presenza si è resa ... necessaria alla fiera d'autunno>> meno dettagli dava meglio sarebbe stato, James era abituato a non sapere mai cosa esattamente facesse l'altra e lei , dal canto suo, per quanto desiderosa di non nascondergli nulla, sapeva di doverlo proteggere e quello era uno di quei casi in cui l'ignoranza può essere un ottimo scudo
    << C'era la ragazzina bionda, la figlia di Fred>> continuò vagamente infastidita, con lo stesso disgusto sul viso di chi sta parlando di una malattia infettiva
    << E c'era anche Friedrich, non ci parlavamo da ... Mesi, sai che è stato in manicomio?>> chiese quasi sorridendo, in realtà quella notizia le aveva trafitto il petto ed era stato ancor più doloroso decidere deliberatamente di non aiutarlo ad uscirne
    << Non credo stia propriamente bene>> meglio cominciare così, già
    << Dovremmo decidere una data in ogni caso >> cambiò argomento quasi tentata di non dire nulla, di mantenere quel segreto

     
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    'Parli come una vera alcolista ormai, brava bambina.' Sghignazzò senza pietà alle sue stesse parole, strofinandole giocosamente il naso contro il collo, l'allegria del momento venne però bloccata alquanto in fretta. Lo schiaffetto che lei gli rifilò non servi e non fargli inceppare lo stesso il cervello sul tanto odiato tema della sua vera età.
    '... Brava nonnina?' Mugugnò con un tono fintamente - okay, non del tutto finto. - piagnucoloso, smorzandolo con una nuova risata, questa volta più dubbiosa di prima.
    'Sei ricca e mi mantieni. Avresti il consenso di mia madre anche se lo sapesse, tipo oh grazie per avermi evitato di essere io a mantenerlo a vita! Lo farai addirittura per tutta l'eternità!' Scimmiottò con voce acuta quella presunta reazione, se lei doveva ricordargli di essere vecchia, lui allora poteva ricordarle di essere a conti fatti una sugar mommy agli occhi della società.
    E poi lei osava addirittura sparlare di Charlie!
    'Odile non prenderti gioco del mio figlio arancione, è la cosa più vitale nella stanza in questo momento.' Solo se inteso in senso letterale. Lo sentiva ronfare fin da lì.
    Sorrise con una soddisfazione esagerata a quella che sì, okay, doveva essere solo una battuta, ma a cui conseguì la conferma avesse davvero sentito la sua mancanza.
    Sapeva già il tenero cuoricino di Odile non reggesse lo stargli lontano, ma faceva lo stesso piacere sentirglielo dire. Ad oltranza.
    'Anche tu mi sei mancata.' Sospirò, stringendosela meglio contro e appoggiandole il mento sulla testa. Ogni tanto si riscopriva ancora a sorprendersi a quella semplice rivelazione, lei gli mancava quando non c'era. Nessuna gioia da 'wuuuh, sono libero!' o disinteresse, come invece gli sarebbe accaduto un tempo, no, un semplice velo di malinconia che ricopriva tutto del pensiero che con lei qualsiasi cosa stesse facendo sarebbe stata migliore.
    ...Okay forse non avrebbe migliorato il far visita alla propria famiglia per dargli nuove notizie traumatizzanti, ma a lui il viaggio l'avrebbe migliorato lo stesso avercela avuta accanto.
    Si rendeva però conto la sua distanza fosse stata la scelta più saggia. Purtroppo.
    'Ti sei offerta di nuovo volontaria per leggere la manina agli studentelli di Hogwarts mezzi ubriachi?' Rise piano, aveva vaghi ricordi di una festa passata in cui Odile era rimasta incastrata - ... si era offerta? - per quel misero lavoro. O meglio, si ricordava di essersi rotolato sul letto per mezz'ora in preda a un attacco di risate a seguito dell'esserne venuto a conoscenza.
    Non poteva dire che i passatempi lavorativi di Odile suscitassero in lui alcun interesse, con precedenti simili.
    Si irrigì al sentirla menzionare la ragazzina bionda e il, decisamente peggiore, cane, non gli andava giù si incontrassero normalmente, figurarsi quando lui era fuori città. Gli lasciava addosso una pressante sensazione di inquietudine quell'ultimo scenario, sebbene logicamente si rendesse conto non ci fosse poi molta differenza.
    'E' proprio sfigata quella ragazzina, immagina quanto ci devi stare poco con la testa per farti volontariamente adottare da uno così.' Beh, cosa? Era vero, anche Odile attraverso il suo sguardo cuoricinoso da mammina doveva vedere quanto inadatto fosse quell'animale a prendersi cura di qualsiasi cosa.
    'Peccato non abbiate continuato a non parlarvi.' Soffiò, piegando appena le labbra in una smorfia, non lo stupiva Odile non fosse in grado di tagliarlo fuori dalla sua vita ma era ovviamente l'opzione che avrebbe voluto prendesse.
    'Ah. E l'hanno lasciato uscire?' La sorpresa a quella prospettiva fu genuina nella sua voce, però hey, un precedente era meglio di niente. Prima o poi qualcuno l'avrebbe rinchiuso nuovamente in un manicomio - o ancora meglio, in prigione. - per il resto della sua misera vita, e lui avrebbe finalmente potuto godersi l'eternità con Odile senza dover contare i giorni che separavano il cane dalla morte. Che purtroppo non sembrava essere destinata ad arrivare per mano sua, ma che in ogni caso prima o poi sarebbe arrivata comunque.
    Non commentò l'ultima considerazione di lei, il dirle che ne era felice e che sperava stesse ancora peggio in futuro non era il tipo di pensiero che lei avrebbe preso bene, neanche con tutta la pazienza del mondo.
    'Anche oggi se vuoi.' Sorrise, accogliendo con piacere quel cambio di argomento. 'Il limite è solo la tua strana voglia di seguire le norme sociali, potremmo andare adesso al ministero, farci dare un foglietto, firmare e zac!' ... Okay non era sicuro funzionasse esattamente così, però se c'era un contratto da firmare a suo parere non poteva essere così difficile farlo, anche senza celebrazioni ufficiali e feste. Quell'opzione mancava decisamente di romanticismo però, ed era l'unica ragione per cui si tratteneva dal tentare seriamente di far valere quella proposta. Voleva il meglio per Odile, anche se si fosse rivelato farla trottare in groppa di un unicorno verso un tizio mai visto prima che gli avrebbe letto i loro voti e tutte quelle cose lì.
    L'unicorno era assolutamente essenziale, sì.
     
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    Ascoltò a malapena i commenti ironici di Shane, avrebbe voluto non avere quel groppo nella gola, avrebbe voluto non sentire la necessità di dire la verità, come non l'aveva mai sentita in vita sua, tutto era sempre stato mille volte più semplice ed infine doveva dar , per l'ennesima volta, ragione a suo padre: i legami ti fottono, ti fottono sempre, perchè ti danno qualcosa da perdere, qualcosa per cui lottare che non sia tu stesso, in altre circostanze non ci avrebbe pensato due volte a continuare quella farsa con James, non ci avrebbe pensato due volte a legare sul fondo dello stomaco l'episodio della fiera eppure ora non riusciva nemmeno a parlare di altre cose con un vago interesse senza pensare a quanto si sentisse in colpa nei confronti di tutti e due.
    'Odile non prenderti gioco del mio figlio arancione, è la cosa più vitale nella stanza in questo momento.'
    << Il tuo senso dell'umorismo è ... Pessimo, davvero>> ammise con poco interesse, mettendo su un sorrisetto di circostanza e alzando appena le spalle, puntando gli occhi smeraldo sul gatto intento a dormire, come sempre
    << Però è carino>> ammise in un soffio mentre Shane continuava a stringerla a se, godeva ogni attimo di quel contatto perchè era certa che dopo aver lanciato quella bomba, di nuovo, sarebbe stato difficile che un altro momento così si ripetesse
    'Ti sei offerta di nuovo volontaria per leggere la manina agli studentelli di Hogwarts mezzi ubriachi?'
    Sorrise, ricordando l'Halloween precedente, c'era un motivo, anche quella volta e, anche quella volta, non ne aveva parlato a Shane, quante cose aveva dovuto nascondergli? Quante cose avrebbe continuato a celare? Dividere un'eternità in quella maniera sembrava quasi un'agonia, molto molto diversa da come se l'era figurata
    << Decisamente no, c'era una cartomante ma non ero io >> affermò ridacchiando e pensando a quanto strana le fosse sembrata quella donna
    'E' proprio sfigata quella ragazzina, immagina quanto ci devi stare poco con la testa per farti volontariamente adottare da uno così.'
    Odile spostò lo sguardo sul tavolino di vetro di fronte a loro, mentre gli occhi si vestivano di una nuova nostalgia, di una nuova tristezza, la consapevolezza che l'uno così lo aveva fatto diventare proprio lei così
    << Non credo abbia avuto scelta, a quanto ho capito sua madre ha deciso per lei >> rispose meccanicamente, le circostanze dell'affidamento di Nerissa non le erano mai state troppo chiare ed aveva smesso di chiedere non appena il tedesco le aveva comunicato di aver deciso di tenerla, nonostante l'impegno preso con Agnes fosse già terminato

    'Peccato non abbiate continuato a non parlarvi.'
    Annuì , sospirando
    << Forse hai ragione, sarebbe stato meglio continuare a non parlarci, sarebbe stato più facile per chiunque>> ammise senza ombra di ripensamento, continuava a credere che l'allontanamento forzato fosse stata la scelta migliore mai presa tra loro, eppure Fred non pareva averla pensata nella stessa maniera
    - Ah e l'hanno lasciato uscire?-
    Gli occhi si puntarono rapidamente, severi, in quelli di Shane
    << Si, l'hanno fatto, non è pazzo , è ... Ferito>> tentò di giustificarlo pentendosene quasi subito e buttando in mezzo il matrimonio, non era neppure convinta di voler parlare effettivamente di ciò che era accaduto
    - Anche oggi se vuoi, potremmo andare al Ministero e .... -
    << Andiamo>> rispose immediatamente prim'ancora che l'altro finisse di parlare, stringendo convulsamente la sua mano tra le dita pallide
    << Ma...>> perchè c'era un ma ed era alto e moro e con gli occhi chiari
    << Devo prima dirti una cosa, perchè ne ho bisogno, ho bisogno di dirti la verità>> sospirò, si umettò le labbra un paio di volte
    << Q-Quando Fred mi ha rivista è possibile che mi abbia dimostrato il suo affetto in un modo ... inusuale>> si perchè baciarla per poi lanciarle una maledizione senza perdono era di certo inusuale no?
    << Ma non è niente, non è niente>>


     
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    Erano piacevoli quei momenti con Odile, piccole ricreazioni di domesticità umana in cui poteva rilassarsi, nonostante fin troppo spesso la placidità in cui veniva avvolto si rivelava essere solo la calma prima della tempesta. E quel giorno non sembrava far differenza, perché finissero sempre in quella situazione era un mistero.
    O meglio, non lo era. Il problema per cui litigavano era sempre lo stesso.
    Se solo qualcuno si fosse deciso a dargli ascolto quando le diceva di liberarsene...
    'E' pericoloso.' Ribatté al tentativo di difesa del cane, che fosse anche forse ferito non aveva importanza, seppur credesse Odile non riuscisse ad avere una visuale obbiettiva di lui e tendesse a trattarlo ancora come se avesse dieci anni, e quindi a lui sembrasse solo stronzo, altro che tormentato e ferito. Tutte scuse.
    E, come a voler provare il suo punto, il discorso virò in una direzione che riuscì a fargli suonare tutti i campanelli d'allarme possibili ed immaginabili.
    Quanto enorme era il danno fatto questa volta, per essere riuscito a far pronunciare ad Odile quell'andiamo, chiaramente messo lì come contentino?
    Sì, andiamo subito a sposarci, se riesci a digerire quello che sto cercando di dirti.
    Ma che cazzo.
    'Cosa vuol dire? Ti ha fatto del male?' Soffiò, irrigidendosi, fermando le carezze che le stava elargendo fino a pochi istanti prima. Nel dubbio se dovesse avercela anche con lei, o se si trattasse di una situazione diversa da quella che temeva, che dovesse consolarla.
    E fu quel pensiero l'unico motivo per cui non si scostò a priori, sebbene lei gli stesse dando la sensazione di essere a sua volta pentita - imbarazzata? - e non certo oltraggiata.
    'Odile non puoi dirmi cose così e poi fare finta non sia successo niente, che cazzo vuol dire inusuale?' Sbottò infine, sbuffando e tentando di fingere un sorriso e un'ironia che non ressero neanche mezzo secondo, l'ombra dell'irritazione - verso il cane, ma anche verso Odile al momento, per fare così. Per cercare di proteggerlo. - a rovinare qualsiasi tentativo.
    Non era mai stato bravo a mascherare quello che pensava, non se si trattava di cose serie.
    'Ha provato ad ucciderti?' Tirò fuori, ignorando l'opzione di possibili attenzioni di natura diversa che gli pulsava nel cervello, troppo disgustato per pronunciare anche quella. Visto che era anche stata fonte del loro ultimo litigio e che lei si era premurata di dirgli che no, no, no, si sbagliava, era disposto a darle quel briciolo di fiducia da impedirgli di menzionarlo di nuovo così alla leggera.
    'Io te l'avevo detto che non potevi fidarti di lui.' Il risentimento in quella frase risuonò nella stanza come uno scoppio, qualunque cosa fosse successa non avrebbe reso quell'affermazione meno vera. L'unico dubbio che aveva al momento, era se fosse stato proprio lui stesso a fare a sua volta un errore riponendo fiducia in Odile.



     
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    Era ormai assodato che qualsiasi avvicinamento da parte di Fred alla sua figura sarebbe stato ormai sempre macchiato da quel velo di ... "psicosi?" , così lo aveva chiamato la Rogers, che avvolgeva il raziocinio del tedesco in una fitta nebbiolina e che sembrava non riuscire a farlo essere funzionale com'era sempre stato, insomma, che non ci fosse esattamente tutto con la testa era evidente persino a lei che di certo era l'essere più lontano dalla "normalità" ma era egualmente vero che avevano sempre coesistito in maniera più o meno pacifica fino a qualche mese prima, da lì in poi, da quando dalle sue labbra era uscito quel " io mi sposo" , tutto era andato a scatafascio e Fred pareva non riprendersi mai
    - E' pericoloso-
    Sorrise appena di quella sentenza, certo che lo era, era pericolosissimo e lei lo sapeva meglio di chiunque, lo aveva cresciuto per esserlo: una perfetta macchina da guerra, qualcuno che sapeva scindere i sentimenti da tutto il resto, qualcuno che avrebbe potuto uccidere in almeno dieci modi diversi senza però avere neppure un piccolo tentennamento
    << E' pericoloso perchè non sa più scindere sentimenti e persone>> confessò rapidamente, era tutto lì il problema che continuava a tediarli entrambi e che finiva con il prosciugare perfino la pazienza di Shane, Fred non sapeva più se la odiava o la amava, non riusciva a prendere una posizione netta ne tanto meno a far collimare le due cose , andava a tentativi ed ogni tentativo era più pericoloso del precedente per la quiete di tutti
    'Cosa vuol dire? Ti ha fatto del male?
    Shane non si staccò completamente da lei ma si irrigidì, le fu facile sentire i muscoli delle braccia altrui tendersi, gli occhi ridursi in due fessure e anche il suo tono di voce, solitamente pacato e quasi sempre allegro, improvvisamente serio, allarmato e inusualmente lugubre.
    Com'è che si diceva? Cronaca di una morte preannunciata, ecco, il quel momento Odile si ritrovava benissimo in quelle poche parole, sapeva che quell'informazione che lei aveva soppesato, studiato e rivissuto svariate volte nella sua mente, sarebbe stata distruttiva per Shane, per quanto ancora avrebbe potuto chiedergli di capire? Di comprendere? Per quanto ancora avrebbe potuto chiederlo a se stessa?
    << Si e no >> la parte del dolore, quella era quasi la meno importante agli occhi della francese, il dolore era qualcosa con cui aveva sempre facilmente convissuto, il dolore della cinta di suo padre che le percuoteva la schiena ogni volta che si opponeva ai suoi ordini, il dolore che lei aveva infierito a Odette uccidendo entrambi i loro genitori, dolore, dovunque guardasse, in qualunque punto della sua esistenza si focalizzasse, tutto era scandito dal dolore inflitto o subito, il problema era l'altra parte ... Con quella non sapeva come scendere a patti, con quella non riusciva a convivere e non avrebbe mai potuto insegnare a Shane come conviverci
    Odile non puoi dirmi cose così e poi fare finta non sia successo niente, che cazzo vuol dire inusuale?
    << Voleva parlarmi e io non volevo, non gliel'ho permesso, quando mi si è avvicinato sono sfuggita, me ne volevo semplicemente andare e ha dovuto fermarmi , l'ha fatto mi ha fermato facendomi del male ma , onestamente, non credo sarebbe riuscito a farsi ascoltare se non ricorrendo alla bacchetta>> spiegò pacata come se ricorrere ad una maledizione senza perdono per parlare con qualcuno fosse la cosa più naturale del mondo, per lei, in effetti, lo era
    'Ha provato ad ucciderti?
    << Ma no, figuriamoci, non mi ucciderebbe mai neppure se volesse farmi del male ... L'ho educato meglio di così, non mi ucciderebbe mai su due piedi, sarebbe una cosa molto più sofferta, te lo garantisco>> spiegò seria , perchè si, certo, aveva valutato anche quella di ipotesi, aveva valutato anche quel possibile epilogo tra loro, uno dei due che soccombeva all'altro e in entrambi i casi nessuno dei due avrebbe fatto il favore all'altro di porre fine alle loro rispettive miserissime vite in un batter d'occhio
    'Io te l'avevo detto che non potevi fidarti di lui.'
    Aveva difficoltà, una difficoltà atroce nel riconoscere le emozioni altrui ma quello che mosse le parole di Shane fu facile da recepire: rancore, frustrazione, cominciava a credere quasi di essere lei il pomo della discordia, di essere lei a non saper tenere le distanze o ad accorciarle laddove servisse, visto come entrambi gli uomini più importanti nella sua vita nutrissero per lei quella sentimento atavico che l'avrebbe spinti a distruggerla se solo non l'avessero, al contempo, amata con la medesima forza.
    << Lo so>> sussurrò appena scuotendo la testa e schioccando la lingua sul palato quasi vagamente annoiata, non lo era per Shane, non lo era per Fred
    << Non sei la prima persona che me lo dice James>> lo era per questo, perchè quella frase se l'era sentita ripetere per anni e anni dai vari componenti della sua famiglia, da chiunque fosse stato più di un secondo invischiato in quello strano rapporto tra lei e il tedesco, eppure la sua fiducia in Friedrich non aveva mai vacillato, neppure un solo istante, neppure quando l'aveva schiacciata brutalmente contro quel muro in quel disgustoso vicoletto, neppure quando, silente, aveva lasciato che il crucio la colpisse e il dolore le mangiasse la calotta cranica
    << Ma vi sbagliate, tutti, avete una percezione diversa del mondo, avete una percezione diversa di Friederich >> percezione. Le era sempre piaciuta quella parola- percezione- dava esattamente il senso dell'ambivalenza della figura del tedesco, dava esattamente il senso dell'ambivalenza di tutto nella sua esistenza eterna
    << Io mi fido di lui Shane, mi fido di lui perchè posso dire di essere l'unica che lo conosce davvero, nel profondo, oltre le apparenze, oltre l'atteggiamento ... Lo so, sembra da pazzi e probabilmente pensi che io sia fuori di testa ma quello che ti chiedo è di fidarti di me, potrei sbagliare? Certo, potrei arrivare ad un punto in cui mi renderò tristemente conto che avevate tutti ragione e che io ho sempre avuto solo torto ma fino a quel momento avrò sempre fiducia in quel ragazzo, so chi è , lo so meglio di lui>> spiegò pacata, sorseggiando di nuovo il suo Whiskey
    << Voi lo vedete come appare, ma Fred è ancora quel bambino che cercava la mamma quando Helena era in casa, è ancora quel ragazzino che si chiedeva perchè i suoi lo avessero scaricato come un cumulo di rifiuti>> soffiò di nuovo in un sussurro
    << Vuole solo sua madre indietro>>

     
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    Non riusciva a capire quanto si potesse continuare a giustificare una persona solo per semplice affetto, si riscopriva ogni giorno incredulo di quanto la pragmatica e razionale Odile potesse cadere in falle così umane e così stupide.
    Supponeva l'avesse fatto anche con lui, andare oltre quanto il buon senso suggerisse per amore, ma non aveva forse posto un limite alla fine, andandosene? E non si era lui dovuto dimostrare all'altezza delle sue richieste, cambiando, o... beh, cadendo direttamente per sbaglio sopra il cambiamento, perché lei lo rivolesse indietro?
    Non riusciva a capacitarsi che con il cane invece si rifiutasse in quel modo di vedere l'ovvio, ossia che stava buttando possibilità su possibilità ad uno che non riusciva a far tesoro di nemmeno mezza di esse. E non l'avrebbe mai fatto. Non era nemmeno biasimabile per quello, neanche lui l'avrebbe mai fatto con mommy dearest che elargiva perdono e amore qualunque cosa succedesse, niente mai troppo estremo per essere accettato. Niente mai troppo offensivo per porgli un taglio.
    Non riusciva nemmeno ad ascoltare veramente la sua sete di sangue che ringhiava nel petto e richiedeva che il cane pagasse per averle fatto del male, difficile farlo quando alla diretta interessata sembrava importare così poco.
    'Ti sbagli.' Scosse debolmente la testa, rimarcando quel concetto ripetuto a sfinimento, tutta la rabbia di prima risucchiata in un semplice senso di delusione. Accadeva spesso, quando lei gli lasciava vedere quanto sapesse essere idiota quando si trattava di certe persone.
    'Non è più un bambino Odile, puoi convincerti di conoscerlo e averlo costruito ma non è così. Non è un bambolotto di creta, le persone non funzionano in quel modo. E cambiano. Non importa quello che era o quello che pensi tu desideri, dovrebbe importarti solo di quello che fa. O ti da. E lasciatelo dire, non mi sembra ti dia molto oltre dolore.' Supponeva Odile fosse sempre stata un po' masochistica, ma ci si metteva proprio d'impegno con il cane a sopprimere la parte di sé meno umana per arrivare a certi risultati.
    'E anche se fossi io a sbagliarmi, lo scusa dal trattarti come se fossi tu spazzatura il rivolerti indietro? Il sentimento d'affetto dietro scusa tutto?' Sbuffò un soffiò d'ilarità amara, lasciandosi nuovamente sprofondare nel divano, la tensione dei sparita in sentimenti ben più confusi e meno a favore di Odile.
    'Ma non importa, fai come ti pare. Me ne tiro indietro.' Era una causa persa dopotutto, quell'argomento, no? Ma nonostante il modo in cui l'avesse messa giù non attribuiva a quel gesto il significato che gli avrebbe dato un tempo. 'Emozionalmente, intendo.' Precisò, aggrottando la fronte, rendendosi conto che era il caso di essere più chiaro di così, di precisare non la stesse lasciando.
    'Ti ho detto che avrei provato a conviverci, giusto? Bene, lo sto facendo. Fai come vuoi, ma non stupirti quando arriverà il giorno in cui ti accorgerai di aver puntato sul cavallo sbagliato.' E ti ritroverai sola. Quell'arrendevolezza e apparente docilità nascondeva tutt'altro dietro, la stava liberando in parte della stretta della propria possessività, e con essa, parte del proprio interesse.
    La amava, ma Odile non poteva pretendere di prendere a picconate quel sentimento cercando di donarsi a due persone diverse senza che mutasse, sopratutto non quando una delle due non avrebbe mai dovuto essere parte dell'equazione.
    La possessività che aveva trovato quando era stato trasformato era stata utile ad unire tutto quanto assieme, peccato non potesse reggere con così poco riscontro da parte sua, voleva non gli uccidesse il figlio, voleva si fidasse di lei e la lasciasse gestire quel rapporto come voleva. E lui, dal suo canto, non voleva ferirla.
    Poteva farlo.
    Ma a rimetterci era la sua convinzione nel sentimento che provava per lei, e sapeva che continuando per quella strada un giorno si sarebbe svegliato, l'avrebbe guardata e si sarebbe accorto di non volerla più.
    Sia perché lo deludeva troppo spesso, mostrandosi come una mera ombra sottomessa della donna che avrebbe dovuto essere, sia perché, semplicemente, se non poteva averla tutta, non la voleva affatto.
     
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    L'empatia che aveva sempre provato per Friedrich sin dal primo momento la legava in maniera indissolubile a lui, a doppio filo, lo sapeva eppure non era riuscita a staccarsene, non era mai riuscita a mantenere quel distacco che si esige tra un generale e un suo sottoposto, non era mai riuscita a vederlo così, il loro non era mai stato un rapporto verticale quanto orizzontale, l'aveva visto e continuava a vederlo come qualcuno al suo livello, un suo pari, certo non di meno di lei questo e il crescerlo le avevano tolto ogni minimo senso di razionalità e lucidità
    'Ti sbagli.'
    Sorrise appena, sbuffando aria dal naso e socchiudendo gli occhi per un secondo mentre scuoteva debolmente la testa, poteva sentire quella delusione crescente macchiare le parole altrui e non poteva neppure biasimarlo, il problema era proprio non riuscire a biasimare nessuno dei due, essere divenuta sin troppo comprensiva verso entrambi, perchè se da un lato era più forte di lei proteggere il tedesco, dall'altro non riusciva ad allontanare Shane, perderlo sarebbe stato troppo e allora continuavano tutti e tre a viaggiare su un filo teso da cui spesso uno di loro cadeva e quasi non ci poteva credere che lei, proprio lei, fosse finita incastrata in dinamiche così umane
    << Forse>> confessò in un soffio, poteva sbagliare, non era infallibile per quanto volesse farlo credere a chiunque compresi loro due, non era infallibile affatto e la situazione in cui versavano ne era la riprova, qualcuno di perfetto non si sarebbe ritrovato sempre ad un passo dall'abisso, qualcuno di perfetto avrebbe guardato entrambi dall'alto in basso, avrebbe guardato entrambi come si guarda alle cose di cui non ci importa poi molto e lei non era così, lei non riusciva a privarsene e da questa sua incapacità derivava tutto
    'Non è più un bambino Odile, puoi convincerti di conoscerlo e averlo costruito ma non è così. Non è un bambolotto di creta, le persone non funzionano in quel modo. E cambiano. Non importa quello che era o quello che pensi tu desideri, dovrebbe importarti solo di quello che fa. O ti da. E lasciatelo dire, non mi sembra ti dia molto oltre dolore.'
    Quasi la divertiva sentire Shane fare quei discorsi, lui poteva vantare la conoscenza profonda delle persone? Lui che prima di esser trasformato non riusciva a conoscere neppure se stesso, non riusciva a riconoscere i suoi sentimenti? Eppure tutto ciò non toglieva affatto veridicità a quella risposta che arrivò dritta al suo petto facendo inarcare appena in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia in una posa scomposta che non le si addiceva affatto
    << Non cambiano mai nel profondo Shane, guarda te, tu sei cambiato ma sei sempre tu ... >> sospirò in un soffio in quello che umanamente sarebbe stato chiamato "sfinimento"
    << Mi addolora, è vero, tutto di Fred mi ferisce e lasciatelo dire è una gran spina nel fianco per la maggior parte del tempo ... Ma anche tu hai arrecato dolore a tua madre, anche tu hai deluso tua madre, anche tu l'hai ferita e lei forse ti vuole meno bene?>> chiese puntando gli occhi smeraldo in quelli corrucciati e pensierosi dell'altro
    E anche se fossi io a sbagliarmi, lo scusa dal trattarti come se fossi tu spazzatura il rivolerti indietro? Il sentimento d'affetto dietro scusa tutto?'
    Era così difficile da spiegare che faticava a spiegarlo perfino a se stessa ogni volta che si poneva autonomamente quelle domande, il rapporto che li legava era malato, malato dalla radice, dal seme, sino alla punta, fino alle foglie avvizzite dal tempo , fino ai pochi boccioli che avevano decorato quel tronco storto e nodoso ma era pur sempre suo
    << Non scusa tutto Shane, non scusa tutto e lo sai bene, lui era in manicomio e io qui a programmare il nostro matrimonio, credi che non sapessi che aveva bisogno di me? Certo che lo sapevo ma non l'ho aiutato perchè non lo meritava, quindi no, non scusa tutto, non scusa un bel niente>> replicò stringendo i denti
    << Ma stavolta era diverso James>> seguitò pacatamente
    Ma non importa, fai come ti pare. Me ne tiro indietro.'
    La schiena scattò attaccandosi di nuovo al divano, mentre gli occhi lo guardavano allarmati
    'Emozionalmente, intendo.'
    << Emozionalmente? E staccarsi emozionalmente da qualcosa non significa togliergli valore, toglierli il potere che ha sulla nostra vita? Vuoi staccarti emozionalmente da ... me?>> chiese confusa mentre le dita ravvivano i capelli castani in un gesto che trasudava nervosismo
    chiaro di così, di precisare non la stesse lasciando.
    'Ti ho detto che avrei provato a conviverci, giusto? Bene, lo sto facendo. Fai come vuoi, ma non stupirti quando arriverà il giorno in cui ti accorgerai di aver puntato sul cavallo sbagliato.'
    Si stava arrendendo, era quello che stava facendo, si stava arrendendo anche se a parole non l'aveva esattamente detto ma era tipico di Shane quello, non c'era da stupirsene in fondo, si stava arrendendo e solo in quel momento Odile riuscì a percepire davvero la misura di quanto l'avesse profondamente ferito, perchè per quanto si ami ci si arrende dopo un pò a qualcosa che ci fa male
    << Lo spirito di sopravvivenza è qualcosa che tendo a sottovalutare non avendone affatto in certe occasioni>> ammise, quella di Shane era la reazione normale, la sua con Fred non lo era, la differenza era tutta lì ed era un passo deciso verso la fine .
    Le dita andarono a cercare quelle dell'altro, stringendole
    << Shane io non so perdere>> e questa era l'unica verità che poteva regalargli, l'unica che potesse apporre come risposta alle sue precedenti domande, non sapeva perdere e ammettere di aver fallito completamente con il tedesco avrebbe rappresentato una perdita in scala mondiale, una perdita che non riusciva ad accettare
    << Ma non lascerò che questo ti allontani da me, io ti amo e non c'è niente, niente che mi possa allontanare da te>> concluse fissandolo e se avesse dovuto combattere contro se stessa l'avrebbe fatto.



    Love of my life, you've hurt me
    You've broken my heart and now you leave me
    Love of my life, can't you see?
    Bring it back, bring it back
    Don't take it away from me, because you don't know
    What it means to me
     
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