The truth runs wild.

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    Seminato il panico ad Hogwarts ha dovuto mantenere un profilo basso, accudendo i suoi interessi nel più meticoloso dei modi. Un atteggiamento non così soddisfacente per Sigfrid; dal momento che ogni piccola o presunta inibizione riesce a ledere i suoi equilibri.
    Tutto sommato, lo scacco matto ha avuto i suoi effetti e per mesi è riuscito a crogiolarsi nell’onda di caos conseguente, rinfrancando un’indole distruttiva che, altrimenti, avrebbe perso i suoi valori.
    Dopo, anche quel gioco è venuto a patti con la noia, avvilendolo con la necessità d’un nuovo esordio.
    Ha sperato di trovare in quell’istituto il giusto compromesso. Una sottospecie di parentesi temporanea volta a soddisfare i crucci.
    Un’aspettativa ora più che mai delusa visto che le sue mani sono ancora vuote ed i suoi obiettivi malfermi.
    Anche per questo, gli scopi si sono momentaneamente spostati dall’anarchia alla gerarchia sociale.
    In Werner è sempre esistito un pizzico di fanatismo; quell’astrusa pulsione atta a sorpassare i miti, erigendosi a nuovo disordine.
    Vuole essere ricordato. Vuole un nuovo credo.
    Percepisce sottopelle il cambiamento e l’aspirazione ad un risvolto della pace gli è così congeniale d’accrescere l'impazienza.
    L’ha imparato col tempo; tregua è una parola sporca ma per lasciarsi alle spalle Hogwarts deve metter fine al suo ultimo conto in sospeso: Krüger.
    Si è servito di lui il tempo necessario ed ora è venuto il momento di smascherarlo. E’ ancora incerto circa le alternative: regalarlo alla giustizia correndo i rischi che una falsificazione comporta o, semplicemente, farlo fuori.
    Nel dubbio, trascinarlo nella foresta proibita al calare del crepuscolo gli è sembrata la scappatoia migliore all’indiscrezione.
    Lì attende una condanna che Sigfrid mette al vaglio della ragione; lo sguardo serpentino fisso nel suo.
    La bacchetta, puntata a mezz’aria, già si appresta a compiere l’anatema che tutto cancella ma fruscii in lontananza braccano quell’incanto in punta di lingua.
    Quale sarà il verdetto? Quale il suo pretesto?

    - Sigfrid è nella foresta, sul punto di uccidere l'unica prova che lo collega agli avvenimenti del Basilisco: Krüger (il ragazzo rettilofono di cui si è servito per ordinare le pietrificazioni attraverso l'imperio).

    E' ben accetto chiunque voglia far progressi nella vicenda ricordando che, ovviamente, le circostanze sono a sfavore del ragazzo e non di Sigfrid.

    RULES:
    - No al powerplay.
    - No al metaplay.


     
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    (...prima che Sigfrid trascini Krüger nella foresta... nell'Ufficio della Preside...)

    E' tanto che non ci vediamo, la trovo molto bene Preside! Disse Ezekiel con un sorriso cortese e allo stesso tempo felice stampato in volto. Aveva sempre provato ammirazione per quella donna e un feeling speciale, anche se non era proprio una visita di cortesia quella era comunque un piacere rivederla.
    Prese posto sulla poltroncina davanti alla scrivania della Rei posando il cappello e il bastone da passeggio lì di fianco. Ci aveva pensato parecchio prima di prendere un appuntamento con lei e recarsi lì ad Hogwarts e alla fine era arrivato alla conclusione che fosse quello il modo migliore di agire. Un sacco di cose potevano andare storte ma quando si agisce sull'orlo della legalità fare un passo falso e finire nel dirupo è un rischio da correre.
    Sono contento che abbia trovato il tempo per una chiacchierata, tornare qui mi fa sempre un certo effetto... mi fa tornare in mente molte cose... Non che gli mancasse Hogwarts, non si era mai trovato molto bene lì. Aveva anche dei bei ricordi, questo non poteva negarlo, ma a differenza di tanti che consideravano quel castello una specie di "casa" lui l'aveva vissuta molto diversamente ed alla fine era stato contento di andarsene. Durmstrang era un ambiente molto più adatto a lui, un luogo dove le regole venivano rispettate, dove tutti erano trattati allo stesso modo, cosa che non si poteva dire della scuola inglese. Questo però non era argomento da affrontare con la Preside, ovvio, si sarebbe potuta offendere ed Ezekiel non intendeva farlo, non era colpa sua in fondo se gli studenti non erano disciplinati, l'educazione viene in primo luogo dalla famiglia, la scuola può cercare di correggere ma non è la prima responsabile. Era sicuro invece che la bella ex Serpeverde fosse una brava Preside, anche se a tutti può sfuggire qualcosa... nessuno può considerarsi infallibile.
    E il piccolo erede come va? Mi piacerebbe vederlo, mi auguro che abbia ripreso tutto dalla madre... Ridacchiò immaginandosi un bambino vispo dalla pelle color caramello. Non sapeva chi fosse il padre ma giravano voci su al Nord al riguardo, alle quale non aveva mai dato retta visto che non era mai stato un amante degli scandali, però sarebbe stato "divertente" svelare il mistero di quella nascita. Sarebbe stato per un altra volta però, in quel momento ne aveva un altro di mistero in mente e una volta messe da parte le formalità sarebbe giunto subito al dunque.
    Intanto, in una tasca interna della camicia, il Detector Oscuro ricominciò a ronzare...
     
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    -Ti trovo bene anche io, Ezekiel- più che altro lo trovavo particolarmente maturato, che fosse stato il tempo a renderlo così o semplicemente il naturale corso degli eventi non potevo saperlo, fatto stava che quello che vedevo mi piaceva.
    -Immagino non si tratti di una semplice chiacchierata- gli venni incontro – anche se non stento a credere che Hogwarts sia uno scrigno di ricordi anche per te, non tutti ricordi piacevoli, immagino, ma anche i tasselli più infimi hanno motivo di essere ricordati-
    Ammirevole come la prendesse larga, come non volesse trascurare ogni singolo passaggio di cortesia.
    -Dean sta crescendo, vorrei dire che abbia preso tutto dalla madre, ma più cresce più rivedo alcuni atteggiamenti del padre in lui- non da meno l'attaccamento morboso a qualcosa che reputava essere suo.
    -Tu come stai, Ezekiel?- chiesi con altrettanta cortesia, a volte, in alcuni casi, era opportuno superare i convenevoli e arrivare subito al dunque, del resto i tempi erano quelli che erano e se c'era qualcosa che urgeva di essere portata all'attenzione .... Portai lo sguardo verso la finestra che dava all'esterno e poco dopo mi alzai raggiungendola.
    Potevo vedere la tenuta da lì e in lontananza la foresta oscura.
    -Dimmi, cosa ti porta effettivamente a Hogwarts?-
     
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    La cara Rei non era cambiata di una virgola in tutto il tempo che non si erano visti, restava sempre una donna molto diretta oltre che molto affascinante. E infatti non mancò, dopo i brevi convenevoli iniziali, di arrivare subito al dunque. Non che Zek non se lo aspettasse... - Bene, molto impegnato ma... non voglio lamentarmi. Rispose sorridendo un pò a denti stretti. In realtà non andava bene quasi per niente ma non era lì per parlare dei suoi guai personali.
    - Ritenendoti una strega molto capace e intelligente immagino che una mezza idea tu te la sia già fatta. Buttò là col suo solito fare accattivante, accavallando le gambe e mettendosi seduto un pò più comodo. Ti sarai resa conto da te che sta succedendo qualcosa nel mondo magico che... sta arrivando qualcosa. Le voci in giro erano sempre più insistenti e benchè molte fossero fantasie di maghi e streghe troppo spaventati non si potevano ignorare i vari segni evidenti di quel che stava accadendo. Il potere magico sta andando fuori controllo un pò ovunque, è come vivere alle pendici di un vulcano che non sai mai quando potrebbe eruttare. Commentò guardandola serio in volto.
    Tu sai di cosa mi occupo ora no? Beh, nessuno lo sapeva esattamente, era proprio quello lo spirito del suo lavoro, che rimanesse segreto a tutti, ma poteva arrivarci. Il mistero è il mio pane quotidiano, cercare di capirlo, dipanarlo, renderlo... meno misterioso ecco. Tutte le magie più inspiegabili erano le materie di cui si occupavano gli Indicibili quindi in quel periodo nel suo settore al Ministero c'era molto fermento. E le mie indagini, seguendo dei picchi inaspettati di potere magico, mi hanno portato proprio fino a qui... Sollevò le sopracciglia terminando la frase, poi fece una pausa un pò teatrale per dare modo alla strega di elaborare le sue parole per poi terminare con: C'è qualcosa di altamente fuori controllo qui vicino ad Hogwarts, dovresti averne avuto il sentore ormai. Non ci credo che tu dorma tranquilla la notte da... da quando è iniziato tutto. Ne era sicuro, ma la bella Preside avrebbe confermato? C'è qualcosa che vorresti dirmi in proposito? Chissà...
     
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    Non gli credetti, ovviamente, una persona che se la spassava non aveva di certo la tensione che invece aveva l'ex serpeverde addosso.
    Tuttavia lasciai correre, in fondo non era di certo lì per confidarmi le sue pene, ovviamente.
    I salamelenchi che mi riservava li lasciai agli elfi e mi concentrai maggiormente nel vedere oltre quella facciata di buone maniere e accompagnamenti all'ego di chiunque ne avesse bisogno.
    -Dici che ci voglia una mente brillante come la mia per rendersi conto di quello che sta succedendo al mondo magico, Ezekiel?- tutti avevano occhi per vedere e orecchie per sentire, tranne che nel mio castello.
    Ed ecco che lui era qui per usare i suoi sensi anche tra le mie mura.
    -Qualcosa so- confermai - e qualcosa posso intuirla- precisai - Sei qui perchè vuoi sapere a cosa sono dovuti i picchi di magia che sono stati rilevati qui al castello- lo guardai per qualche secondo prima di continuare - e magari vuoi che ti prenda per mano e ti porti là dove io stessa ho concentrato le mie di ricerche-
    Se io dormissi tranquilla o meno, che ci credesse o meno, non ero certa potesse riguardargli.
    Chiunque si abituava ad aver bisogno di un paio di ore a notte quando persino quelle sembravano un dono dal cielo.
    -Al momento mi sfugge perchè mai dovrei condividere le mie perplessità con te che, per carità hai intrapreso un percorso indubbiamente interessante, ma..- è c'era un bel ma - non è che sei tu che vuoi dire qualcosa a me? Le tue ricerche, ad esempio, non ti hanno solo portato qui, ti hanno anche detto cosa cercare?- troppo sicuro, troppo convinto, troppo per essere solo un ragazzo alle prime armi.
    Aveva una pista, tanto valeva che facesse meno il misterioso con me, ma giustamente qualcuno doveva pur iniziare a mostrare un minimo di maturità, a contenersi l'osso finiva che ci si rompeva i denti.
    -Ci sono due ragazzi che tengo d'occhio da che hanno messo piede qui al castello.
    Entrambi misteriosi ma uno dei due striscia più dell'altro-
    e nel caso non fossi stata abbastanza chiara - è più indaffarato di conseguenza attira maggiormente l'attenzione. Le creature quando è nei paraggi sono inquiete, le persone più irascibili.
    Sono abbastanza certa che mi nasconde qualcosa-
    a lui ora trarre le sue conclusioni.
    -La foresta oscura è la zona con i picchi maggiore di magia registrati qua al castello, e i sotterranei- chissà magari lo sapeva cosa si pensava ci strisciasse sotto, o forse no .
     
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    Non si aspettava niente di meno dalla Rei. Aveva imparato a conoscerla ed apprezzarla proprio come donna d'azione e se l'aspettava bella agguerrita sull'argomento delicato che era andato a discutere con lei. Ma forse qualcosa stonava, forse in quel caso si stava dimostrando fin troppo sicura di sè. Se una cosa aveva imparato bene Zek in tutti quegli ultimi anni di studio era che riguardo la magia i dubbi andavano sempre presi in grande considerazione altrimenti si rischiava troppo facilmente di sbagliare. Il problema alle volte non era il vero problema ma il modo in cui ci si poneva davanti al problema... Era proprio sulle tue grandi doti intuitive che contavo, lo ammetto. Rispose pacato, scavallando le gambe per riaccavallarle dall'altra parte, come se stessero parlando del tempo, con tutta tranquillità. Hai capito perfettamente perchè sono qui senza che ci fosse bisogno di dirtelo il che è un bene visto che... non potrei dirtelo. Ma lo stava ammettendo comunque, implicitamente.
    Ti prego, lo so che mi vedi ancora come lo studentello di Serpeverde che hai conosciuto anni fa, ma ormai sono un adulto ed un professionista devi fartene una ragione! Sorrise. Non ci credeva molto nemmeno lui che sarebbe mai riuscita a considerarlo suo pari, nemmeno fra una decina di anni, era troppo "mamma dentro" per riuscirci e lui ai suoi occhi sembrava di sicuro ancora un ragazzino. Dimmi un pò a venticinque anni tu come la prendevi quando ti guardavano come fossi solo una mocciosa che si impicciava di cose più grandi di lei? Capisci cosa intendo? Immaginò di sì, anche perchè se la ricordava come era otto anni prima, che era la differenza di età che si passavano tra loro.
    Messo in chiaro questo... Continuò schiarendosi la voce: Non sono qui solo in veste professionale, è più una vecchia amica quella di cui ho bisogno? Possiamo considerarci tali da due adulti quali siamo? Amici intendo... Per lui la Rei era stato un esempio da seguire, una mentore e una spiaggia sicura da cui poter sempre tornare nel momento del bisogno e quel momento era arrivato. Ma per lei?
    Si tranquillizzò solo quando la strega finalmente si sciolse e cominciò a parlare, non si era sbagliato su di lei, poteva fidarsi in finale. Ma le parole della Rei di per sè non furono affatto rassicuranti. Questi due ragazzi di cui parli, sono studenti? Poteva mai essere? Un ragazzino capace di tanto? Non si ricordava quanti anni avesse Voldemort quando aveva creato il primo Horcrux ma tutto poteva essere.
    I sotterranei di questo castello sono un dedalo infinito lo sai meglio di me. Non esiste una mappa completa di tutta Hogwarts, nei secoli diversi maghi ci hanno aggiunto qualcosa. Ho letto molto sull'argomento, pare che ci siano ancora parti inesplorate, sigillate molto prima che noi mettessimo piede qui. Ma chi può dirlo? Qualcuno avrebbe potuto far saltare quei sigilli, anche per sbaglio. E la Rei non lo avrebbe mai saputo, non era possibile controllare luoghi di cui nemmeno lei conosceva l'esistenza.
    Per quanto riguarda la foresta invece l'ho già perlustrata e... ti dirò, ho fatto anche uno strano incontro una notte. Allora gli venne un dubbio: Come si chiamano questi ragazzi di cui parli? Posso sapere i loro nomi? Magari al Ministero del Nord sanno qualcosa che qui a Londra non sapete, potrei indagare su di loro. Fece una piccola pausa: Col tuo permesso ovviamente.
    E poi, proprio mentre aspettava che la bella strega gli rispondesse successe qualcosa, il detector oscuro che teneva nella tasca della giacca cominciò a vibrare e sibilare proprio come quella notte di cui stava raccontando. Lo tirò fuori mostrandolo alla Rei. C'è qualcosa che non va. Non si stanno rizzando i peli dietro la nuca anche a te? A lui di sicuro si. E non era una cosa buona.
     
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    -Capisco perfettamente cosa intendi- alla sua età ero la sua insegnante di duelli, devo dire che mi hanno sempre dato gusto questi ragazzi, forse perchè quando non rido o sorrido faccio paura anche a me stessa.
    La mia faccia parla per me, anche se a volte dice cose sbagliate.
    -Lo sono stati, per un paio di anni, dopo di che si sono diplomati e mi hanno chiesto un impiego nel castello. Datosi che avverto la pericolosità insita in loro ho deciso che averli sott'occhio qui fosse meglio che saperli fuori a fare "baldoria" tuttavia ad oggi non ho ancora prove valide della loro pericolosità, a parte delle sensazioni- che mi toglievano il sonno ma questo immaginavo fosse un dettaglio irrilevante.
    -Damien Bear e Sigfrid Nyström- gli dissi i nomi cercando di capire se gli dicessero qualcosa - mi faresti un gran favore, qui in suolo inglese sono puliti ho già controllato- se anche ammesso avessero combinato qualcosa erano molto bravi a tenere nascoste le loro tracce, e a scuola un basso profilo.
    -Chi hai incontrato?- chiesi incuriosita dal fatto che ci si aggirasse qualcuno nonostante gli sbalzi di magia e i millemila pericoli che ci stavano dentro.
    Stavo per aggiungere altro quando lo vide muoversi e tirare fuori uno strano strumento dalla tasca. Poco dopo gli chiarificò cosa fosse e la decisione fu presto presa -andiamo- gli dissi alzandomi in piedi - se siamo fortunati qualsiasi cosa stia succedendo la coglieremo sul fatto-


    Quando facevo parte degli auror io ero quella addetta agli agguati, ero silenziosa come un felino, raggiungevo i miei avversari in silenzio e quando arrivava il momento attaccavo.
    Questa volta non fu diversa, ma la questione era ambigua, le parti non erano chiare solo una cosa c'era da fare per il momento.
    -Expelliarmus!-
     
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    Quando la Rei gli aveva fatto i nomi dei due ragazzi di cui sospettava ad Ezekiel era subito suonato un campanello di allarme su uno dei due: Sigfrid Nyström. Era un cognome abbastanza comune al Nord quello ma era comunque una strana coincidenza che fosse lo stesso cognome di Roeim, Auror dal passato oscuro e nuovo responsabile di Azkaban. Lui non credeva al caso, ci doveva essere un legame in qualche modo e di sicuro avrebbe indagato, come infatti disse a Rya, promettendole anche di tenerla aggiornata se avesse scoperto qualcosa.
    Alla domanda riguardo chi avesse incontrato invece non seppe rispondere, poteva benissimo essere uno di quei due ma non aveva certezze. Forse però lo avrebbero scoperto presto...

    Non ci misero molto a raggiungere la Foresta, seguendo le indicazioni del detector oscuro che sembrava ormai impazzito nella mano del giovane Indicibile. Ci siamo. Sicuramente è vicino. Sussurrò alla strega inoltrandosi con lei tra gli alberi. Fu l'ultima cosa che disse, da quel momento in avanti procedettero entrambi in silenzio, con la bacchetta pronta, tesi come due fruste pronte a schioccare.
    Una volta certi ormai di essere arrivati si separarono di qualche metro, per cercare di prendere chiunque stesse scatenando così tanta forza oscura da due lati. Probabilmente fu Ezekiel a vedere per primo di chi si trattava: era alle sue spalle ma lo riconobbe subito, proprio lo stesso ragazzo di quello strano incontro nella foresta, ma questa volta non stava semplicemente bighellonando in giro invece era intento a puntare la bacchetta contro uno studente e di sicuro non per lanciargli contro un Gambemolli...
    Non agì però prontamente quanto la Rei e non perchè non ne ebbe l'occasione, semplicemente decise di non farlo. Se lo avessero catturato in quel momento il ragazzo sarebbe finito nelle mani del Ministero inglese, dritto dritto da Ramirez, e farlo estradare ad Azkaban sarebbe stato complicato. Non era quello che Zek voleva. Doveva prenderlo lui, arrestarlo quale membro del Ministero nordico: poteva farlo, ne aveva il diritto visto che si trattava di un cittadino del Nord e soprattutto sapeva di poter contare sull'appoggio della Rei grazie alla quale era potuto arrivare fin lì. Aveva la sua fiducia, ne avrebbe approfittato, anche perchè la strega aveva tutto l'interesse a far cessare in modo più silenzioso possibile il pericolo nella sua scuola ed era risaputo che Hogwarts non gradiva che i ministeriali inglesi mettessero il naso negli affari della scuola. Una leva molto utile in quel momento.
    -Expelliarmus!- Castò la preside prendendolo dall'altro fianco. Fu un attimo, Ezekiel non si fermò nemmeno a controllare se l'incanto fosse andato a segno o meno. Castò su se stesso un perfetto incanto di disillusione per rendere sè stesso invisibile ed avvicinarsi non visto a quel ragazzo così dannatamente oscuro. Scappa. Non farti prendere da lei. Ti porterò via da qui. Sussurrò all'orecchio dell'altro sperando che gli avrebbe dato retta. Ma non fu la sola cosa che fece: una volta che gli fu vicino lasciò su di lui una traccia magica che aderì ai suoi vestiti in modo di poterlo ritrovare facilmente se fosse riuscito ad allontanarsi di parecchio.

    Tornò visibile poco dopo, spuntando dagli alberi dalla parte opposta alla Rei. Preside! Pensa allo studente, portalo in infermeria. All'altro ci penso io. E ci avrebbe pensato sul serio, in tanti modi anche inimmaginabili.
     
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    Un passo dal traguardo.
    E’ vicino alla chiusura d’un cerchio perfetto, vicino a cancellare ogni ipotetica colpevolezza, vicino ad accantonare ogni accusa.
    Annullarsi e ricominciare, altrove.
    Vicino ma non abbastanza.
    La Rei lo coglie impreparato e la bacchetta balza via di mano.
    Una situazione controversa; una dinanzi alla quale potrebbe fornire la sua versione ma come spiegare altrimenti la trafila di casualità e misteri che infagotta la sua persona?
    Come spiegare la sua presenza nel fitto della foresta e cancellare l’insidia del rischio?
    Deve scegliere, Sigfrid e deve farlo in fretta.
    Il suo viso non mostra turbamenti ma intercetta la sparizione d’una seconda figura, ora dissimulata alle sue spalle.
    Un ultimatum scomodo ma necessario.
    Lo ascolta, Werner e valuta le prospettive.
    Restare e combattere con la possibilità di svelarsi.
    Scappar via rendendo noti i propri crimini ma conservando la libertà che ha guidato gli stessi.
    Dopotutto, quanto sconvenevole sarebbe una tacita ammissione?
    Vivrebbe con una taglia sulla testa ma, in compenso, tutto il mondo conoscerebbe la portata del suo prestigio; un prestigio che ad Azkaban gli sarebbe poco utile.

    Quindi indietreggia, un passo furtivo, un sorriso mesto.
    Gli spigoli delle labbra si spingono all’insù; un monito alla beffa.
    L’unica cosa che riesce a fare, allora, è ruzzolare a terra e recuperare la propria bacchetta mentre la foresta accoglie la sua corsa, avvolgendolo nel buio.
    No, non ha nulla da temere lì dentro.
    Sfugge.
    Al suo destino. Ai suoi peccati. Al suo martirio.
    Damien percepirà le sensazioni: l’adrenalina, il nirvana, la lontananza.

    Grazie Mandrilli miei :quo:


     
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