Under Pressure

Privata.

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    Si erano divisi, lui ed Odile.
    Avrebbe voluto poterlo evitare, ma se l'istinto di lei l'aveva portata a voler correre immediatamente a controllare suo figlio una volta messi in salvo Odette e lui stesso, il suo non aveva agito diversamente.
    Rebecca era diventata una priorità, in generale proprio, non solo in quella situazione di pericolo.
    Così, una volta essersi allontanati a una distanza di sicurezza dall'epicentro del disastro, ed essere stato sicuro Odile se la sarebbe cavata, si era staccato dalle due francesi. Non senza proteste, non senza doversi letteralmente strappare dalla presa di lei, era sicuro avrebbe capito una volta che l'adrenalina si fosse abbassata in entrambi i loro corpi, non aveva avuto comunque alcuna intenzione di trovarsi nella stessa stanza del suo stupido figlio cane, lei e la compagna di lui con così tanta aggressività che pompava nelle vene.
    Già solo l'idea gli risultava insopportabile, senza contare che senza di Rebecca non sarebbe andato da nessuna parte. Era meglio così. L'avrebbe recuperata e poi si sarebbe preoccupato di ricongiungersi con Odile, lei gli aveva detto dove aveva intenzione di andare, quindi non vedeva il problema.
    Era un piano facile facile. Cos'avrebbe mai potuto andare storto?
    Avrebbe dovuto capire che la risposta a quella domanda sarebbe stata 'tutto' nell'esatto momento in cui l'aveva pensata.
    Accadeva sempre con lui.
    Hogsmeade era stata colpita con la stessa forza di Londra.
    Tanti saluti ai suoi pensieri positivi su come, dai, figurati se era un disastro su scala così grande da aver colpito pure dove viveva lei.
    Eh, sì, figurati.
    Ma cazzo.
    'Becca! Becca!' L'odore di sangue nell'aria e le urla erano troppe perché i suoi sensi sviluppati funzionassero a dovere, sapeva lo stesso dove cercare, rimaneva solo un mucchietto di macerie di molti edifici ma era stato così tante volte da lei da saper ripercorrere lo stesso la strada verso casa sua. Sebbene gli sembrasse di vivere in una versione stravolta di quello che il paese era stato.
    Imprecò tra i denti quando poté constatare che nemmeno il posto dove viveva lei si era salvato. Dannazione.
    Scavalcò e spintonò gente ferita e urlante per farsi strada, non gli importava un bel niente di loro, non era lì per fare il buon samaritano e aiutarli.
    La freddezza emotiva della sua nuova condizione aveva molto vantaggi.
    'Rebecca!' Urlare era inutile, anche se fosse stata cosciente e in grado di sentirlo con tutto il casino attorno a loro non ci sarebbe stato verso per i suoi richiami di arrivare fino a lei.
    Annusò l'aria, sentendosi sul serio più come un cane che un vampiro, cercando di individuare il suo odore. Seguì in parte l'istinto, rassegnandosi a dover scavare, e si lasciò cadere in ginocchio sulle macerie, facendosi strada tra i detriti con le mani.
    Non avrebbe usato la magia con il rischio di far franare tutto, e non ne aveva bisogno in ogni caso, a cosa serviva essere più forte di un umano altrimenti?
    Gli veniva tutto molto in automatico per qualche ragione, si era prefissato un obbiettivo e niente l'avrebbe fermato da raggiungerlo, la preoccupazione sarebbe solo stata d'intralcio, era riuscito a metterla momentaneamente in pausa. Non poteva lasciarsi andare alle emozioni, seppur ribollissero dentro di lui con la stessa intensità con cui ormai le sentiva da giorni.
    Non l'avrebbe persa, per nessuna ragione al mondo, a costo di doverla trasformare a sua volta, sebbene non fosse sicuro di riuscirci.
    'Becca?' Dopo quello che gli sembrò un tempo interminabile, trovò qualcosa, le sue mani vennero a contatto con della pelle. L'odore del sangue di lei gli impregnò le narici, quello lo riconosceva, era inconfondibile.
    Il suo sesto senso non l'aveva fallito.
    'Becca!' Scavò più freneticamente, allargando il buco che aveva fatto, e una volta che riuscì ad infilarcisi dentro con le braccia la afferrò, tirandola fuori delicatamente.
    'Dai Becca, cazzo, svegliati.' Borbottò, tirandosela per metà addosso, era decisamente molto svenuta. Viva, sentiva il suo cuore battere, ma non dava segni di coscienza.
    Tirarle uno schiaffo sarebbe stato un po' troppo, ah?
    La tensione che aveva provato fino a quel momento si alleggerì, mentre il sollievo lo travolgeva con così tanta forza da fargli sentire la testa leggera. Adesso che ce l'aveva esattamente dove avrebbe dovuto essere e poteva vederla appariva tutto meno catastrofico. Ma non sarebbe stato tranquillo finché non si fosse ripresa, e finché non avesse capito se il sangue che stava perdendo era per una ferita grave o meno.
    Quanto rimpiangeva di non aver mai preso alcuna lezione come guaritore.
    'Becca ti giuro che se non ti svegli ti schiaffeggio sul serio, lo sai che non ti piacerebbe.' Le diede un paio di schiaffetti leggeri su una guancia, guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa che potesse aiutare.
    Poteva smaterializzarsi con lei in quelle condizioni?
    La strinse più a sé, mentre qualcosa scoppiava - cadeva? - poco distante da loro.
    Non sarebbe mai riuscito a trovare la concentrazione necessaria per smaterializzarsi in Francia, in un posto che non aveva mai neppure visto dal vivo. Adesso che l'aveva trovato l'urgenza di andarsene era tornata, assieme alla soffocante sensazione di panico.
    Un altro posto? Uno qualsiasi lontano da lì?
    Daidai- Ah, trovato.

     
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    xaPJHjf Era nella calma piatta di casa sua, quell'appartamento era la cosa più schifosa che avesse mai visto dopo la cella del carcere di minima sicurezza dov'era rimasta per un anno, però era pur sempre casa e c'era pur sempre un letto semi-decente. Si era alzata dalla scrivania, doveva aveva sparso tutti i fogli che riguardassero la faccenda di lei e James, aveva tentato di venirne a capo leggendo anche le postille scritte in caratteri super micro, ma niente, avrebbe dovuto sicuramente portarli a Selene.
    << Che palle>> sussurrò mentre il vento ululava forte, sin troppo forte fuori dalla finestra, si affacciò , avvicinandosi al vetro appannato dal caldo interno a contatto con il freddo dell'esterno, non ebbe neppure il tempo di prendere la bacchetta nella cintola, che il vetro esplose letteralmente e il pavimento le crollò sotto ai piedi facendola finire a respirare polvere ansimando per il dolore acuto al braccio, priva anche di fiato per poter gridare aiuto mentre la testa andava veloce, rapida, che morte di merda, schiacciata sotto le rovine della propria casa, aveva immaginato qualcosa di meglio per se stessa. Una voce, una voce che conosceva bene la chiamò
    << Qui>> sussurrò così piano che neppur un super udito avrebbe potuto captarla, sentì il rumore delle pietruzze e del legno spostato, stava scavando, l'avrebbe trovata, mentre si sforzava di non chiudere gli occhi, di non cedere a quell'improvvisa spossatezza che l'aveva colpita
    - Becca-
    Avrebbe voluto aiutarlo, scavare a sua volta, ma le braccia non volevano saperne di muoversi e il dolore era troppo da sopportare senza stringere i denti tanto da far cigolare la mascella. Quando finalmente le mani dell'uomo la raggiunsero gli occhi di lei si chiusero sprofondando nell'incoscienza.
    Buio. Solo buio. Era questo che le sarebbe spettato sempre? Solo buio e freddo e dolore.
    Il gelo di un tocco sulla guancia la costrinse ad aprire le palpebre, rinvenendo da quel torpore e osservando, con le iridi nere, James che la se l'era stretta addosso
    << P-papà>> sussurrò involontariamente quell'epiteto, portando le braccia intorno al collo atrui e ritrovandosi in una casa di legno, una baita probabilmente, un senso di leggera nausea era rimasto come strascico della smaterializzazione
    << Dove siamo?>> chiese rintontita << il braccio>> continuò indicando con la destra l'arto sinistro dolorante e con la pelle lacerata in svariati punti
     
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    Quella era una delle sue solite idee del cazzo.
    Se lo sentiva nelle ossa il 'stai facendo una cazzata', anche se era una sensazione onnipresente da quando aveva... mh, 6 anni? Di solito perché stava facendo una cazzata. Quindi non ci si poteva certo aspettare migliorasse in situazioni di pericolo con l'adrenalina che scorreva nel sangue.
    Era comunque soddisfatto del risultato, insomma va bene, aveva sbattuto lui e Rebecca nel bel mezzo del nulla, al freddo, tra la neve, ma era un posto sicuro. Lontano da Londra. Rassicurante.
    Forse più per lui che per lei, ma visto che la sua vita era una sua responsabilità, nel vero senso del termine, - ohmiodio Becca era così spacciat- no, no, stava bene! Respirava! Sarebbe andato tutto bene! - era un bene aver trovato qualcosa che lo calmasse.
    Avrebbe voluto Odile fosse lì con loro, invece di dover utilizzare la sua memoria per non farsi venire una sincope, anche perché lei sì che avrebbe saputo cosa fare.
    Invece a Rebecca toccava il genitore incapace.
    La smaterializzazione gli aveva lasciato un vago senso di nausea, o forse era l'adrenalina quella, possibile, fortunatamente la mancanza di sensi di Rebecca e il suo panico non avevano portato a spiacevoli incidenti durante lo spostamento.
    O almeno sperava, difficile dire se la ragazza avesse nuove ferite o meno, visto le condizioni già disastrate in cui era.
    Quando lui ed Odile si erano... ritrovati, nelle gelide terre del Nord, avevano occupato una piccola casetta di legno in mezzo ai boschi. In un misto di rifiuto verso l'odore e la vista di chiunque altro non fosse l'un l'altro e non contasse come cena, e in parte, o almeno così gli piaceva pensare, un contentino per quella vecchia voglia di fare il nido? vivere come una creatura stereotipata dai babbani che gli era presa a quel tempo.
    Non riusciva a credere di averlo mai desiderato, la vita sarebbe stata così noiosa senza le comodità della città. Anche se vista la fine che aveva fatto la città, rinchiudere sia Odile che Rebecca in un qualche posto abbandonato e lontano dai pericoli suonava bene.
    Chiaramente, visto che era proprio quello che aveva appena fatto con quest'ultima.
    Era sempre stato un tipo semplice, con desideri ciclici.
    Se solo il suo desiderio più grande, quello di poter vivere in completo relax senza mai doversi preoccupare di niente e nessuno, fosse stato più facile da soddisfare...
    Ma non era quello a cui stava pensando in quel momento. Capire come aiutare Rebecca era l'unica cosa importante.
    Ce l'aveva ancora stretta addosso, le cose da fare gli si accavallavano in testa frenetiche, lasciandolo senza reale risposta su cosa fosse più importante.
    Svegliarla? Lasciarla priva di sensi, per quanto preoccupante, così da evitarle parte del dolore? Curarla, sì, ma come? Meglio prima accendere un fuoco? O uscire e cercare un ospedale?
    Cazzo.
    Metterla sul letto, ecco, sì, quello era il primo passo, meglio iniziare dalle cose piccole.
    Riuscì giusto a portarcela prima che lei gli risolvesse un altro problema e si svegliasse.
    Dandogli un micro infarto all'essere chiamato 'papà', anche in quelle situazioni riusciva a soffermarsi su dettagli inutili come quello e sclerarci sopra.
    'Devi star proprio male per chiamarmi così, ah?' Rise, tra l'isterico e lo stremato, facendole una carezza sui capelli. Male lo stava davvero, niente di troppo tragico, adesso che glielo faceva notare era solo il braccio ad essere ridotto maluccio. Ma non era comunque graffietto.
    'Lo so, lo so.' Mugugnò, drizzandosi e studiando la situazione, l'odore del sangue di Rebecca non era d'aiuto al suo tentativo di mantenere i nervi saldi.
    'Siamo al sicuro, non preoccuparti.' Rispose, sovrappensiero, avrebbe potuto urlargli dietro sull'averli gettati in mezzo al nulla più tardi.
    'Va bene. Allora. Continua a non preoccuparti e aspetta qui un attimo.' Dove... mai avrebbe potuto andare- argh. Le rivolse un sorriso per-niente-teso - uhm. - e si allontanò per frugare in giro per la casa.
    Idealmente avrebbe voluto un kit d'emergenza, ma in una cabina abbandonata, che era stata abitata da due vampiri, non c'erano tali fortune.
    C'era un sacco di alcol però, viva l'alcolismo!
    Recuperò un paio di bottiglie, degli asciugamani e tentò di accedere dei vecchi tizzoni nel caminetto con un colpo di bacchetta. Non si accorse nemmeno non fosse accaduto assolutamente nulla a quel tentativo, preso com'era da altri pensieri.
    Tornato nella stanza stappò una bottiglia e la porse alle labbra di Rebecca.
    'Per una volta fidati, okay? Bevi. ' 'Fidati mentre faccio cose di dubbia sanità e utilità.' però oh, erano soli. Quindi o lui o niente.
    Il bere non era una parte utile per guarirla, era solo... un incentivo? Una distrazione? Un 'se fa male almeno sei brilla'?
    'Ti ho mai raccontato la storia di come Odile è stronza e una volta mi ha abbandonato, sparendo nel nulla?' Le toccò delicatamente il braccio ferito, cercando di togliere i rimasugli della manica e sporcizia varia. Avrebbe voluto leccarle le ferite - letteralmente. - ma da lì ad ucciderla...
    Aveva più autocontrollo di quello che sosteneva Odile, sul serio!, era solo che faceva cilecca spesso. Ecco. Ma non voleva dire non ne avesse.
    'Sì perché la prima volta che ci siamo incontrati non mi piaceva mica, o meglio sì, ma era troppo possessiva. Non stavamo nemmeno assieme e lei si faceva già i filmini su noi che invecchiavamo insieme, avevamo figli e boh. Cioè quanto devi star male di testa per essere immortale e pensare a ste cose?' C'era un motivo per quello sputtanamento di Odile, voleva occupare la mente di Rebecca con altro, possibilmente cose leggere.
    Per lei.
    Per lui erano meno leggere, ma eh, si sacrificava.
    'Quindi ad un certo punto, quando mi sono scopato un altro, si è accorta che son- ero un coglione e che non eravamo per niente sullo stesso piano emozionalmente. E allora mi ha piantato in asso, con la speranza che imparassi e crescessi, e che un giorno andassi da lei a riprendermela. Sai stile principe azzurro. E' sempre stata una romanticona.' ... Varie piccole modifiche. 'Cosa che ho fatto.' Altra piccola modifica. 'E questo Becca, è per dirti che ogni tanto è necessario far soffrire le persone che amiamo per il loro bene. Benché sia comunque una cosa da stronzi.' E a quelle parole le vuotò l'alcol dell'altra bottiglia, a cui aveva svitato il tappo durante quel discorso infinito, direttamente sulle ferite.
    In sua difesa, quello era più salutare sia di mollare uno che ti ha appena detto di amarti con un bigliettino, sia di qualsiasi altra idea per risolvere il problema al braccio gli fosse venuta prima.
    Strinse velocemente gli asciugamani che aveva recuperato attorno al braccio di lei, a mo' di garze, perché il lavoro andava finito anche rischiando un ceffone.
    Prima o poi Rebecca l'avrebbe ringraziato, ne era sicuro.
    ... Tra qualche anno, forse.


     
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    YOHCKYF Becca non aveva alcun paragone per dire quanto James fosse adatto o inadatto a fare il genitore, suo padre non si era degnato neppure di restare con lei e sua madre dopo la sua nascita, sua madre ... Beh, sicuramente bere al punto di farsi scoppiare il fegato e farsi ritrovare ogni giorno riversa sul pavimento della cucina lurido non era esattamente quello che si poteva definire un ottimo esempio di genitore attento, ergo a confronto di questi fulgidi esempio chiunque sarebbe stato meglio, perfino un vampiro megalomane accompagnato da una compagna ossessiva.
    Era intontita e la smaterializzazione le aveva lasciato quell'inconfondibile senso di nausea ma, ringraziando Merlino, era intera, evidentemente era un luogo familiare per James o si sarebbero trovati spaccati in tanti piccoli pezzi, ci sarebbe mancato solo quello, sentì il materasso piuttosto soffice, seppur usurato, accogliere il peso del suo corpo leggero
    << Papà>> aveva sussurrato, le era sfuggito senza che neppure lo volesse, troppo presa a tentare di non svenire a causa del dolore lancinante, per poter mantenere quel distacco emotivo che aveva sempre cercato di mantenere con chiunque, soprattutto con James, per cui lei era sempre sembrata più un problema che qualcuno di cui prendersi cura ma come poteva biasimarlo? Nessuno l'avrebbe voluta come figlia, neppure il suo vero padre l'aveva voluta, come poteva aspettarsi che qualcuno che non aveva nulla a che fare con lei la volesse?
    'Devi star proprio male per chiamarmi così, ah?'
    Lo sentì ridere, oh se solo non fosse stata messa così male lo avrebbe probabilmente picchiato, invece, tutto quello che fece, fu dipingersi un sorriso poco convinto sul volto, non volendo dare alcuna spiegazione, tanto meno rispondere a domande che riguardassero quell'epiteto, era stato un errore e non era importante in quel momento, richiamò così l'attenzione sul braccio ferito.
    << Incitare all'alcolismo non è da bravo genitore>> reclamò ridendo appena e eseguendo l'rodine come richiesto per poi roteare appena gli occhi all'inizio di quel racconto
    << Davvero? Ti sembra il momento?>> chiese sbuffando, mentre stringeva i denti, anche se in realtà un pò le interessava sapere come mai James fosse finito con Odile
    'Ti ho mai raccontato la storia di come Odile è stronza e una volta mi ha abbandonato, sparendo nel nulla?'
    << Si sarà accorta di quanto sei scemo>> sospirò emettendo un mugulio di dolore nel sentire le dita di Shane passare sulla ferita nel tentativo di rimuovere piccole schegge di legno e polvere, rimasugli dell'incidente
    'Sì perché la prima volta che ci siamo incontrati non mi piaceva mica, o meglio sì, ma era troppo possessiva. Non stavamo nemmeno assieme e lei si faceva già i filmini su noi che invecchiavamo insieme, avevamo figli e boh. Cioè quanto devi star male di testa per essere immortale e pensare a ste cose?'
    << E' un vampiro, cosa pretendi che sia altruista? E' normale, vedete tutto come vostro o almeno credo ... E poi sai che palle essere eterni da soli?>> tentò di spiegare, anche se la versione che lo avesse lasciato rendendosi conto di quanto fosse cretino alle volte, le piaceva decisamente di più di quella che aveva appena dato, però voleva ... Confortarlo? Difendere Odile? Non capiva esattamente come non capiva dove diavolo volesse andare a parare con quel racconto, cos'era una strana vendetta per averlo chiamato papà? O forse improvvisamente con quell'epiteto dato si sentiva in dovere di dirle qualcosa di più personale?
    'Quindi ad un certo punto, quando mi sono scopato un altro, si è accorta che son- ero un coglione e che non eravamo per niente sullo stesso piano emozionalmente. E allora mi ha piantato in asso, con la speranza che imparassi e crescessi, e che un giorno andassi da lei a riprendermela. Sai stile principe azzurro. E' sempre stata una romanticona. Cosa che ho fatto'
    Le pareva quasi surreale che in una situazione simile James pensasse a fare le sue confessioni neanche fosse in chiesa e altrettanto surreale che davvero ammettesse di essere un coglione
    << Vuoi un applauso? Non capisco il punto>> confessò tossicchiando mentre dentro di se imprecava per il dolore

    'E questo Becca, è per dirti che ogni tanto è necessario far soffrire le persone che amiamo per il loro bene. Benché sia comunque una cosa da stronzi.'
    << Che?>> chiese ma non fece in tempo a finire di forumale un pensiero coerente che un bruciore acuto le partì dal braccio per arrivarle dritto, come un martello pneumatico, dentro il cervello facendola istintivamente urlare
    << Ma che cazzo fai?>> chiese ruggendo in direzione del vampiro mentre quello si affrettava a fasciarle il braccio. Respirò affannosamente, stringendo le palpebre, cercando di non infilargli il tizzone del camino nel culo, cercando di respirare in maniera più regolare
    << Fottiti>> sibilò tra i denti, un modo come un altro di ringraziare, almeno per lei , sperava che James lo avesse capito, in caso contrario si sarebbe aggiunto solo a tutte le cose che gli altri trovavano incomprensibili di lei, niente di nuovo
    << Sei preoccupato, intendo per ... Odile?>> chiese poi riflettendo sulla mancata presenza dell'altra, non aveva idea di dove James si trovasse prima di arrivare a casa sua ma quel velo di preoccupazione che si era posato nei suoi occhi le suggeriva che non era qualcosa dovuto unicamente alla condizione attuale, c'era dell'altro, che Odile fosse rimasta ferita o ... peggio?
    << E' tutto ok?>> chiese istintivamente incalzandolo mentre, voltando lo sguardo alla finestra, vedeva piccoli e candidi fiocchi di neve scendere in una danza incantevole


     
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    'Incitare all'alcolismo è da ottimo genitore in casi come questo.' Lo era.
    Lo era!
    Perlomeno per una figlia della sua età. Era grato ogni giorno Rebecca non fosse ancora una piccola e innocente ragazzina, sai che traumi le avrebbe lasciato altrimenti? Si sarebbe sentito in colpa da lì fino al duemilapersempre.
    Però adesso nah, andava bene tutto, non ci vedeva niente di male. Non riusciva a sentirsi proprio per niente una figura paterna per lei, nonostante a livello legale lo fosse, si vedeva più come lo zio figo.
    I commenti di Rebecca alla sua storia erano tutti veri, tutti logici, tutti molto giusti. Quindi ovviamente non ne ascoltò nemmeno uno, parlarne era solo stata una scusa per distrarla.
    Funzionò a meraviglia. Non ricevette nemmeno una manata in faccia come aveva invece previsto! Era un genio, un assoluto e completo genio, avrebbe dovuto iniziare una carriera come medimago, aveva chiaramente la stoffa giusta.
    Si affrettò a togliersi dalla faccia l'enorme sorriso soddisfatto quando, alzando gli occhi, si ritrovò a faccia a faccia con l'espressione piuttosto adirata di Rebecca.
    Pff, tutto affetto.
    Le fece una nuova carezzina sulla testa, a mo' di premio per... essersi fatta torturare aiutare da lui.
    'Uh?' La preoccupazione di lei lo colse di sorpresa, si sedette sul bordo del letto, passandosi una mano tra i capelli, scoprendoli pieni di fuliggine. Ehw.
    Si pulì la mano sui pantaloni, temporeggiando nel silenzio. Era preoccupato per Odile? Ovvio. Lo era quanto lo era per Rebecca stessa, perché sì, era con lui, okay, ma nel bel mezzo del nulla.
    Anche se, la divisione da Odile, bruciava come se si fosse strappato un arto.
    'Odile sa cavarsela.' Non una risposta. Arricciò le labbra in un broncio, guardandosi senza vero interesse le mani, piene di minuscoli graffi dovuti all'aver dovuto scavare per salvare Rebecca.
    'E' solo che è una sciocca.' Sbottò infine, sbuffando. 'Avrebbe potuto essere qui, al sicuro, con me, e invece no, figurarsi. E' per forza voluta andare a controllare quello stupido cane, sia mai che pensi a se stessa per una volta, è un vampiro! Dovrebbe pensare solo ai propri comodi come hai detto tu! E lui è un adulto tra l'altro! Cosa avrà mai da controllare? Se un trentenne, apparentemente intelligente,' Pfff, sì, come no. Intelligente dove? 'non sa arrangiarsi in una situazione di pericolo senza che mammina corra a soccorrerlo, allora magari dovrebbe creparci tra le macerie! Selezione naturale!' Si alzò di scatto dal letto, era riuscito a farsi venire il nervoso tutto da solo in tre secondi netti, un nuovo talento inutile. Woo-hoo.
    Non si era nemmeno reso conto di aver spiattelato a Rebecca quello che aveva cercato di tenerle nascosto per tutto quel tempo, ossia di avere un... fratello? Beh, no, no, che schifo. Di avere... una famiglia più allargata del previsto, ecco.
    Quando se ne accorse rabbrividì, girandosi di scatto verso di lei, allarmato.
    Cazzo.
    'Dovrei proprio andare a controllare se il caminetto si è acceso, inizia a far freddo.' Buttò lì, come se niente fosse, in un tentativo di fuga.



    Edited by »Shane - 16/5/2018, 02:14
     
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