Come pioggia sulla neve

Conrad

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    Era stata una notte infernale, passata con gli occhi spalancati puntati sul soffitto o da momenti di sonno sporadico densi di sogni strani. Parte dell’ala est di Villa Rosier era crollata quando era stata spogliata della sua magia, cedendo alla pressione del tempo passato; così quando la luce era entrata nel piccolo appartamento a Bergenwiz, nella testa confusa e rallentata della Rosier aveva preso forma un piano.
    Quel piano la vedeva con un biglietto aereo di una compagnia low cost per Londra nel portafoglio. Con un piccolo trolley aperto sul letto e troppe cose da voler far combaciare.
    Il problema della Rosier era che raccoglieva i pezzi da talmente tanto tempo da non essere più sicura di saper ricreare la forma originale, ciò che era prima che le crepe iniziassero a separarla in troppe parti, prima che le schegge troppo piccole non divennero impossibili da raccogliere. Ma molte volte non essere nulla di definito aveva i suoi vantaggi.
    Quando scattò l'inizio dell'orario di visita la porta dell'ascensore si aprì davanti alla ragazza, infrangendo il suo riflesso sulla parete metallica interna. Si forzò a non accelerare il passo, consapevole di non trovare novità ad attenderla in quella stanza d'ospedale.
    Il suo Igor aveva talmente tanti fili attaccati da sembrare una marionetta e bende immacolate che ne suggerirono il recente cambio.
    E' stabile. Disse Makenzie, Eris piegò il viso in un sorriso tremulo, di quelli che troppo spesso fanno crollare gli argini del pianto, poi sistemò il cerchietto nero sui capelli chiari e lavati di fresco, profumati di miele.
    Quando l'infermiera uscì, la Rosier alzò il viso sulla figura eterea del corvonero che, per quanto aveva capito, per ora vedeva solo lei.
    C'è qualche novità che Makenzie non mi ha detto? Purtroppo spesso accadeva in famiglia che molti dettagli si omettessero; non la biasimava, poteva capirla perfettamente e Conrad era ancora abbastanza risentito da voler mettere il dito nella piaga.
    Almeno tu puoi dirmi come è successo? Fece scivolare le dita sull'avambraccio del bulgaro, chiedendosi se in qualche modo riuscisse a sentirla, consapevole che avrebbe lasciato il nord con quello stesso dubbio.

     
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