Un due tre Botte

Ty

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    Giugno 2017

    Il lavoro di ufficio faceva sempre un pò schifo, ma da quando avevo chiarito con Ty, e da quando ... si bè avevamo iniziato a frequentarci, era quasi diventato più piacevole stare lì seduta ad aspettare che lui portasse la posta.
    Ma non ero mai stata una sedentaria e volevo fare attività fisica, cosa che mi veniva offerta per un'ora al giorno verso le quindici del pomeriggio.
    Poi si lamentavano quando rimanevo un pò a digiuno.
    La verità era che o rimanevi a digiuno o non facevi niente, eh.
    Munita di leggins e top mi accinsi quindi a fare i soliti esercizi alla me.
    Un paio di flessioni, qualche addominale..
    In realtà quella stanza mi piaceva di più quando la usavo per duellare con October.
    Dovevo ammettere che mi mancava da morire.
    Il rumore della porta che si chiudeva mi fece voltare e quando lo riconobbi un sorriso prese ad aleggiare sulle mie labbra.
    -Ehi- lo salutai tirandomi su - che ci fai qui? Oggi vuoi usufruire della palestra anche tu?-
    Non ero ammiccante, forse un pò si, insomma .. sfacciatissima.
    -So che sai tirare di Box perchè me lo hai detto tu, che ne dici se mi insegni qualcosa?- prima però ... un bacino.
    Il saluto o si faceva per bene o non si faceva affatto, eh.
     
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    "Sei sola?" lei era al centro della stanza, bella, come lo era quando si vestiva in modo diverso, a modo... suo. Il leggins le fasciava i glutei in un modo che non potei non guardare, sapendo ormai cosa c'era sotto.
    "No sto cercando Miss Anderson, quella che parla un sacco, le ho inviato questo ma è tornato indietro, solo che pare sia urgente, credevo fosse qui" le mostro un promemoria rosato, che mi stava facendo impazzire da stamattina.
    Ha un modo di camminare così leggero che sembra quasi ballare.
    Non erano mancate le battute dei colleghi, per niente.
    Anche se ero uno che si faceva gli affari suoi, non erano mancate gomitate, allusioni, e sorrisetti compiaciuti.
    Sarei sopravvissuto.
    "Corretto" mi da un bacio sulle labbra che ormai non sembra più strano, le scanso i capelli dal viso prima lasci andare il mio cravattino che mi relegava ad un non meno importantissimo galoppino tutto fare. La cosa non era strana tra me e lei, bensì, il tempo che avevamo passato insieme senza nemmeno sfiorarci con un dito, mentre adesso caricarla in spalla e portarla via sembrava la cosa più normale e più noiosa del mondo. Non ci vedevano speciali, ma lo eravamo.
    "Se la più carina del Ministero esce con quello che sa tirare di boxe è perchè già c'è qualcuno che la difende. Sei di certo molto più brava con la bacchetta, e più veloce" le sorrido perchè non so fino a che punto sia seria. Esiste la boxe femminile, certo, eppure la stazza fisica diceva che se una lottatrice incontrava un lottatore, purtroppo nel 90% dei casi era la prima ad essere schiacciata. Caterina e quel suo fisico perfetto non sarebbero mai stati bulli, tozzi, e graffiati come i miei, e se qualcuno le si fosse avvicinato si, l'ultimo problema era che sapesse tirare di boxe.
    La seguo leggermente verso il centro della stanza, fuori posto, con la mia orribile divisa.
    "E' una cosa che non faccio più da tanto tempo" era stato uno dei periodi più brutti della mia vita. Lo ricordavo con talmente tanto dolore fisico e mentale che solo l'idea adesso di poter ipoteticamente ricominciare mi metteva disagio. Liz era incinta e non si vedeva una sola ombra di un soldo, in fabbrica c'era stato il licenziamento di massa e non fosse stato per mia madre avremo fatto un pasto a settimana. Non c'era molta scelta a Boulder City, o eri un perfettino in grado di studiare mattoni polacchi e laurearti per andartene e mantenere tutti i tuoi antenati qui, o eri quello che sapeva come si rubava, come si rapinava e dove trovare i soldi che ti servivano. Io sapevo perfettamente dove trovarli, e se avevo promesso a Liz e a mia madre di non finire più dentro, allora l'unica cosa era combattere.
    "E ci si faceva male sai? Sei troppo carina per farti picchiare" nel giro di due mesi ero arrivato a pesare circa cento kili di muscoli, il corpo completamente deformato divenuto una macchina mangia soldi. Un K.O. in un colpo valeva tremila dollari a noi, e sapete quanti affitti ci pagate a Boulder con tremila dollari? Ci ero riuscito solo due volte, e alla seconda avevo conosciuto Lei. Diceva, basta fare l'animale da gabbia Desmond, ho progetti migliori per te. Ci vuole poco perchè in un paesino del genere qualcuno ti faccia sentire importante.
    In soli due e mesi e mezzo di combattimenti, a volte anche due a sera, tre, avevo cominciato a mettere via la mia piccola fortuna, ma Liz non ne era contenta. Non era mai contenta.


     
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    -Esatto, solissima-
    non era lì per allenarsi, del resto neanche ne aveva bisogno, dico lo avete visto? Immagino di si .. comunque dicevo cercava Miss Anderson - una fortuna che non sia qui, o non mi avrebbe fatto fare niente- a furia di blablaare ero certa che avrei caricato armi e bagagli e me ne sarei andata.
    -Ah, ah- non ero mai stata una che si sarebbe lasciata difendere dal proprio uomo. Se qualcuno attaccava io agivo - in verità, più che per difesa personale, mi piacerebbe rinforzare un pò questi glutei, non credi si stiano afflosciando?- e soprattutto non avrei mai permesso che Ty potesse perdere il lavoro per un idiota che .. faceva l'idiota per l'appunto.
    Per la totale verità era solo un modo come un altro per stare con lui, il tempo a disposizione non era tanto tra i miei e i suoi orari, ma quando si creavano certe situazioni ... perchè non approfittarne?
    -Se non ti va potremmo fare altri esercizi, però è un'ora di pausa, stai con me-
    Gli tolsi il cravattino e frugai per trovare la borsa dove tenevo dentro la bacchetta.
    In un tocco gli trasfigurai i vestiti che ora erano da palestra e tornai da lui.
    -Molto meglio- sorrisi e mi strinsi nelle spalle - allora facciamo quella cosa più leggera, quella che serve solo per scaricare la tensione, come si chiama ... kiz kit box?- chiesi esitante, era una disciplina babbana, ma ero sicura fosse utile.
    -Non vuoi?- era pensieroso, non volevo rattristarlo con le mie richieste stravaganti.
    -Allora visto che sei così esperto, cosa andrebbe bene per me, per mantenere il fisico?-
     
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    "Meglio che non te lo dico" un tipo di movimento fisico ce l'avevo in mente ma era davvero meglio se me lo fossi tenuto per me. Fece qualche passo indietro dandomi le spalle, giusto il tempo perchè prendessi coscienza del fatto che la Signora Anderson avrebbe potuto aspettare per la sua urgenza.
    "Posizione di guardia di boxe mia cara" il mio passato rstava un mio problema, e non aveva senso scaricarlo su di lei, in fondo, se era un gioco, io ero pronto. Non era detto mica dovesse finire con prognosi riservate, nocche spaccate a sangue, svenimenti, e visi distrutti da maschere di orrore.
    Piroetto dietro di lei ricalcando i suoi movimenti, la posiziono in guardia, aderendo a lei perfettament, scorro con i palmi le sue braccia nude, fino a che i miei palmi non si stringono attorno ai suoi pugni chiusi. Ritiro il destro quasi vicino il seno destro, il sinistro a coprire metà del viso, l'altra metà sarebbe stata coperta dalla posizione di profilo. Solo nei film si potevanoo vedere quelle messe a guardie che nella gabbia dei sobborghi di Boulder ti avrebbe letteralmente fatto uccidere.
    "Così..." le ruoto leggermente il busto per non favorire nessuno spazio libero attaccabile il gomito destro stretto allo sterno, il gomito sinistro attaccato al petto. Spiego "Lascia meno spazio possibile" non c'erano di certo allenatori di gare dei sotterranei, ma ad ogni sfidante, veniva dato quasi d'ufficio un volontario che ne capisse, che motivasse a rendere lo spettacolo ancora migliore del possibile normale. Il mio diceva sempre, nell'angolo destro, dopo il terzo o quarto round, che il miglior attacco era sempre la migliore guardia. Far stancare l'avversario così era un modo veloce e lesto per incassare senza farsi eccessivamente male, ed aveva ragione.
    "Dunque, la regola è: non si colpisce con il pugno ma si colpisce con tutto il peso, così" non le lascio solo allungare il braccio, ma tutto il busto in avanti, così che la potenza del braccio fosse vana rispetto ai cinquanta chili esatti che poteva pesare, e nel mio caso, tre chili di braccio, non avrebbero mai buttato giù un uomo di novanta con un colpo solo. Quasi cento si. Le sposto la coda di cavallo sulla spalla le ruoto il collo leggermente perchè abbia lo sguardo dritto, ma nessuno le leva un veloce bacio sulla nuca, lì dove, dopo aver fatto l'amore mi attardavo la sera.
    "Anche se ripeto, sei troppo carina per imparare" glielo sussurro all'orecchio prima di darle una leggera pacca sul gluteo destro, afferro un paracolpi, poi l'altro e me li infilo passando davanti a lei, li sfrego tra loro e le sorrido.
    "Vai, vediamo che sai fare De Masi, DIIIING"

     
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    -Sarebbe?- provai una delle posizioni standard, ovvero gambe leggermente divaricate e pugnetti alzati.
    Sarebbe finita malissimo me lo sentivo, ma ne sarebbe comunque valsa la pena.
    -Certo che così mi distrai però eh- e non stavo scherzando, stava dietro di me, aderiva perfettamente a me.
    Gesù, mi stavo trasformando in una maniaca.
    Oppure lo ero già, ma in quel momento stavo davvero dando il meglio di me.
    Pensai a lui a dover insegnare qualcosa del genere ad altre.
    Meglio che avesse deciso di abbandonare quel ramo, perchè sarei stata gelosa da morire.
    Capivo perfettamente cosa mi stava spiegando, eppure stavo pensando ad altro.
    Se fossi stata attenta avrei trovato utilissima quella lezione.
    -Sai cosa dico io?- avevo chiuso gli occhi immaginando le sue labbra indugiare in quel punto. Neanche la pacca al sedere servì per destarmi.
    Feci alcuni passi destabilizzanti in avanti, troppo assorta in un mondo parallelo per tenere i muscoli delle gambe ben saldi.
    -Che mi insegnerai domani- gli allargai le braccia che stringevano quel coso che doveva parare i colpi e portai le mie attorno al suo collo.
    In meno di due secondi le mie labbra erano incollate alle sue e non ne volevano sapere di lasciarlo respirare.
    -Ho le mie armi, come vedi- gli sussurrai vedendolo vacillare – ti metto al tappeto anche con le buone maniere-
     
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    "Eh?" sollevo le sopracciglia non capendo il tutto, non immaginando quello che sta per fare. Adoro questo, credetemi, lo adoro sul serio, il fatto che io possa sentirmi davvero voluto e desiderato è qualcosa di nuovo se fatto con così tanta genuinità. Erano passate due settimane, ma non mancavano occasioni perchè mentre le stessi spiegando una cosa noiosissima mi fermasse un solo istante anche solo per baciarmi.
    "Mh... Cat..." ricambiai il bacio solo all'inizio distrattamente, non finchè non mi strinse così forte da lasciarmi andare, come avesse premuto un interruttore. Aveva una pelle talmente morbida e fresca che era impossibile resisterle, era impossibile pensare che potesse appartenenere anche a qualcun altro. L'avrei difesa con i denti.
    "Chiudi la porta" i paracolpi vennero spostati dal pavimento sotto di noi con un calcio del piedi lasciandoci più spazio sui tappettini. Oh, non ho idea di dove avessi presi in quei giorni tutta quell'audacia e sinceramente non avevo intenzione di chiedermelo. Se mi fossi soffermato solo un minuto la risposta sarebbe stata facile, insomma, se si desidera intensamente qualcosa è davvero stupido farsi problemi dopo. Sarebbe come comprare un capo da indossare che si è voluto per poi non utilizzarlo dal momento che è troppo prezioso. E' come comprare un pasto delizioso dopo un grande senso di fame. Ed io, stavo assaggiando il mio.
    La foga e l'ansia di essere in un posto tanto affollato aveva reso la cosa più bella, più divertente.
    Ogni cosa che avevo immaginato sul fare l'amore con lei era stato un errore frutto dell'immaginazione. La purezza ed il candore erano soppiantati da una foga ed una passione che non avrei immaginato nemmeno se l'avessi visto.

    Le finisco di dare dei baci sulla pancia scopera, sono leggeri, un po' ispidi per via della barba.
    Percorro con un indice la sua pelle, dal basso fino a raggiungere l'ombelico, che dopo tappo col mio mento, prima di prendere a guardarla. "Potrei passare settimane a guardarti così, e ti ci guardavo anche prima" le confido con un tono silenzioso e segreto "Sei incredibile"


     
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    Adoravo il modo in cui mi chiamava, quando mi chiamava per implorarmi di qualcosa, in quel momento probabilmente pensava che non fosse il caso, che la situazione fosse imbarazzante.
    Ma così come amavo quel lieve sussurro del mio nome, altrettanto amavo ignorarlo.
    Forse Ty non era abituato, o forse ero io quella strana, ma oramai era chiaro che non avrei lasciato cadere il discorso e un brivido di eccitazione mi pervase quando lo sentii cedere e accettare i miei baci.
    In religioso silenzio chiusi la porta e la sigillai in modo che nessuno potesse entrarci e facemmo l'amore, lì in pieno giorno e fu bellissimo.

    I suoi baci mi procurarono il solletico, per questo lo guardai col sorriso sulle labbra, oltre al fatto che era stato .. wow.
    Era sempre un po' wow, ma ogni volta era più wow di quella che l'aveva preceduta.
    -E io potrei fare altrettanto … sei un gran bel problema per me Ty.-
    Mi sollevai dai gomiti e scivolai giù fino a raggiungerlo -e così mi guardavi anche prima eh?- abbassai lo sguardo sulle sue labbra ora coperte dal mio indice -non me ne ero mai accorta, vuol dire che sei abile a nascondere i tuoi sguardi- sostituii l'indice alle labbra e lo baciai di nuovo, era così bello baciarlo ... – cosa fai questo fine settimana?- chiesi poco dopo aver rivolto lo sguardo ai miei indumenti, avrei dovuto rimettermeli, lo sapevo, ma stare a contatto con la sua pelle … ancora cinque minuti mi dicevo, speravo davvero mi sarebbero bastati.
     
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    "Esattamente" le sue labbra cominciavano ad avere un sapore familiare, una morbidezza che adesso avrei riconosciuto facilmente. E andavamo molto meglio, sotto ogni aspetto, sapevamo entrambi che più avanzavamo nel tempo e nei giorni, più sapevo cosa la rendesse felice e viceversa. Andava sempre meglio, persino l'imbarazzo che ci stava abbandonando non ci sarebbe mancato.
    e così mi guardavi anche prima eh?
    Non rispondo se non con un sorriso imbarazzato e silenzioso, abbassando lo sguardo verso le mani che si stringono fra loro. Sono sempre stato piuttosto bravo a rimanere dietro le quinte, sempre perfetto quando non mi si doveva nemmeno vedere, ecco cosa mi aveva reso così tanto gratificato quando essere il silenzio pagava piuttosto bene in denaro. Non erano passati nemmeno due mesi da quando quel giorno, nella piccola tenuta sul lago che mi aveva dato Debbie l'avevo guardata in modo diverso. Era passato quasi un anno e mezzo da quando lei aveva visto oltre quella pelle martoriata, oltre quel picasso che era il mio viso, oltre quel mostruoso cumulo di lividi, gonfiori e tagli. Era passato quasi un anno e mezzo da quando non c'era mezz'ora in cui non le rispondessi ad ogni domanda, in cui non ascoltassi quel modo che aveva di parlare a manetta per tenerci compagnia, e non la smetteva nemmeno quando non le rispondevo. Diceva, non fa niente posso parlare io per entrambi. Era passato un anno e mezzo da quando le avevo stretto le dita attorno alle spalle e sbattuta contro la parete della casetta di legno credendo fosse venuta per me. Era entrata ed era rimasta in modo prepotente. Ma mi era piaciuto tanto, nessun l'aveva mai fatto per me.
    "Oh, nulla di che mi vedo con una" arriccio il naso cercando di sembrare il meno divertito possibile, ma nel dubbio mi paro il viso per scansare una scarica di schiaffi. Penso di essere stato davvero bravo a nascondermi, e non intendo ora il viso, ma in generale. Non so se davvero non se ne sia accorta o se abbiamo preferito non farlo ogni volta che la lasciavo davanti casa a Londra per immaginare come avrebbe passato la notte con Ethan. E se non l'aveva nemmeno visto mentre temporeggiavo per prendere una decisione, se non l'aveva visto nemmeno quando evadevo qualcosa di chiaro ero stato davvero bravo.
    "E' una tipa a posto, secondo me ti piacerebbe" mi mantengo coperto, col viso ma stavolta scoppio a ridere nel caso in cui non avesse capito l'animo spiritoso che all'improvviso mi aveva posseduto.
    Mi alzo in piedi lentamente e le porgo la mano.
    "Potremo andare a fare un giro da qualche parte, e poi fare un altro giro, un altro ancora e un altro ancora" il mio indice sembra impazzito, così, giusto a rimarcare che quel giro potrebbe durare all'infinito. Letterale.
    "Tutto il week end insieme, che ne pensi? Sono libero anche dal lavoro" Era una cosa più unica che rara, al punto da annunciarlo a Debbie con un entusiasmo un po' fuori dalla norma, mi aveva chiesto, e che hai da essere così contento? In effetti l'età da discoteca, quella da vida loca l'avevo superata, che me ne facevo di un intero week end libero. Magari Caterina avrebbe saputo spiegarvelo meglio di me. "Avevi altri programmi?"

     
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    -Ah si eh- risi e gli diedi un colpo leggero sulla spalla - spero sia una con cui ne valga la pena- rimarcai fingendo di non capire.
    -Mh, chissà- sollevai gli occhi al cielo divertita - a me le ragazze non piacciono quasi mai- alla sua risata accompagnai la mia, quando mi porse la mano la presi e mi tirai su stringendomi per un momento a lui.
    -Bè, penso che sia un'ottima idea- se non fossi stata libera dal lavoro mi sarei sicuramente liberata.
    Ammiccai e mi allontanai da lui il giusto per prendermi senza alcuna fretta i vestiti e rimettermeli addosso - ti sembro una che aveva altri programmi a parte stare con il suo ragazzo?- forse Ty non sapeva che io non avevo bisogno di fare vita loca se potevo stare con lui, avrebbe imparato a conoscermi anche da questo punto di vista.
    -Sai dovresti rivestirti anche tu, non vorrai scandalizzare le ragazze del primo piano eh?- risi e gli lanciai i suoi vestiti, ma prima di uscire lo avrei aspettato, non volevo davvero rischiare che qualcuna vedesse più di quanto fosse lecito ai loro occhi vedere, magari non sembrava ma sapevo essere tremendamente gelosa alle volte.
     
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