Il suo cipiglio era evidente, ma lo era ancora di più il mio, mi ero perso qualcosa? Non avevo idea di cosa stesse dicendo, in alcun modo dal momento che non aveva fatto altro che sottolineare una situazione già assodata in precedenza. Mi sembrava di camminare sulle uova, e adesso la palla passava di nuovo a lei, che a differenza mia non sembrava per niente confusa. Anche se metteva due casini di parole in croce.
"Tu hai parlato di Ethan" l'unica cosa che avevo capito era la voglia di andare via, fuggire dalla porta per aver detto qualcosa che mi era sfuggito.
"m..." non vi nascondo che pensavo volesse darmi uno schiaffo o una cosa del genere. Questo è l'unico motivo per il quale il busto mi si inclinò automaticamente all'indietro, pronta a scansare qualcosa che arrivò ben più forte di un colpo di mano, o di pistola. Le sue labbra premevano talmente forte sulle mie che non pensavo un bacio potesse ferire tanto, non pensavo potesse lasciarmi senza fiato al punto da sentire il cuore pompare talmente veloce da sembrare impazzito.
La sensazione che provai fu un dolore all'altezza della gola, come se qualcuno mi avesse stretto le dita attorno al collo, come se mi stessero schiacciando il pomo d'Adamo talmente forte da farmi venire i brividi. Il cuore me lo sentivo in gola, come se l'avessi mandato già e mi fosse rimasto incastrato. Non mi ero nemmeno reso conto che si era allontanata di due passi, tre, che il bacio fosse esaurito tanto ero concentrato a non venire meno.
Me ne rammaricai talmente tanto che rimasi impietrito per qualche istante, con la bocca schiusa e lo sguardo perso. Non seppi dire se non avessi capito niente io o se fosse stata lei poco chiara, quello di cui ero sicuro adesso era che tutto quello a cui avevo pensato era stato stupido, inutile, e se c'era una cosa che non avrei permesso, era essermi perso per colpa dello stupore e dell'emozione un momento del genere. Un momento che aspettavo da almeno un anno.
"Io non ho aspettato un anno per un bacio così" quindi mi alzo in piedi e le prendo il viso tra le mani, le faccio fare altri due passi all'indietro spingendola contro il tavolo che usavamo per smistare la posta, perchè era il più grande e il più utile. Nel bacio che le do c'è un anno intero, ci sono tutti i momenti in cui l'ho accompagnata a Londra perchè vedesse il marito, c'erano tutti i miei silenzio, tutti i miei ragionamenti e tutte le porte aperta che voleva e che non era necessario prendesse più.