L'Occlumanzia.

Hogwarts V in su, Durmstrang

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    Rabbia. Disagio. Inadeguatezza.
    È così che ci si sente quando qualcuno che non apprezzi, ti guarda dentro. Non avrei mai voluto che Plamenov si prendesse talune libertà. Ho provato mio malgrado ad oppormi e tutto ciò che sono riuscito a fare, è stato dirottarlo su altri pensieri, creando un vortice di ricordi in cui siamo incappati entrambi.
    Probabilmente l'occlumanzia non è qualcosa in cui sarò mai bravo. Implica una calma, ed una conoscenza di se stessi, di cui io sono ameno.
    Stringo la bacchetta con veemenza alle sue parole.
    Ciò che mi infastidisce più di tutto, è il fatto che, avendo avuto la possibilità di scorgere una piccola parte di me, possa ora farsi beffe del mio modo di ragionare, e secondo quello arrivare a teorie sbagliate, o comunque teorie che non devono trovare la luce del sole. “Scusami?” Dico, accigliato ed evidentemente infastidito. Avanzo di un passo e poi, anche se mi punta contro la bacchetta, non mi faccio intimidire.
    “Fanculo.” Sbotto, allontanando la sua mano dal mio petto, prima di indirizzare la bacchetta contro di lui. “Legilimens!”


     
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    Rise a quel suo modo di fare. Non ne era turbato, bensì divertito. Non aveva mai avuto a che fare con una principessina fino a quel momento, e l'idea di potersi confrontare con un modello completamente nuovo lo esaltava. “Mi scusi, sua maestà.” Le disse con un mezzo sorriso, mostrandole un inchino, prima di lanciarle contro l'incanto per provare così l'esercizio commissionato dalla professoressa.
    Ciò che vide fu esilarante.
    Non fu sconvolta dall'ingente fiume di parole che lo travolse come uno tszunami, anzi, ne fu piacevolmente colpito.
    Quando pose fine all'incanto quindi, non poté evitarsi un commento.
    Con una mano sul petto, ed un sorriso, le parlò. “Credo di essermi appena innamorato.” Anche se l'avere dinanzi qualcuno che la pensava come lui, grossomodo, lo liberava dalla possibilità di prendersi gioco dell'altra e dei suoi pensieri, non si scoraggiò. Anzi, si sentì motivato da quel flusso di pensieri ad averne di peggiori. Appoggiava quasi in tutto la ragazzina, avrebbe voluto che lo sapesse perchè forse farle credere di essere alleati, gli avrebbe dato un'opportunità di divertimento non considerata fino a quel momento. “Non ti sto prendendo in giro. Penso almeno... beh tutto quello a cui pensi tu.” Annuì, ghignando.
    “Qualcuno dovrebbe proprio far capire loro chi comanda qui, no?” Tirò su le sopracciglia, ammiccando quasi, prima di allargare le braccia, dandole quindi il via libera per procedere. “Dai! Fallo tu.” Se Hyram fosse riuscito a mantener su le difese, l'altra non avrebbe avuto la possibilità di vedere e sentire nulla, ma se Vanellope avesse avuto la possibilità di compiere al meglio il proprio esercizio, allora si sarebbe ritrovata dinanzi ad un flusso di pensieri simile al suo, oltre che ad apprezzamenti – formulati per l'occasione – sulla quindicenne.

     
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    Avevo visto tanto e non tutto mi era piaciuto.
    Avevo persino visto quel coglione di Plamenov starle accanto, la dove io ero venuto meno, forse fu quello a darmi più fastidio di tutto il resto.
    Così preso dalle mie cose mi ero dimenticato di scrivere agli amici, e negli ultimi tempi succedeva sempre più spesso, persino con Jean che neanche era presente a lezione.
    -Perchè sei una ragazza, siete voi che state più attente a queste cose- ribattei comunque cercando di darmi un tono di ragione – comunque ora come stai?- lasciai perdere l'esercizio, con lei che stava male non c'era modo di fare niente, l'avrei solo violata e basta.
    -Stai seguendo la giusta terapia per riprenderti?- compresa di riposo e fialette ricostituenti, ma se era a lezione .. altro che riposo. La presi e me la tirai sulle gambe, la strinsi forte e me, era così esile ..- Rosier devi nutrirti, questo te lo hanno detto prima di metterti, si?-
     
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    Si voltò giusto un secondo nell'udire le minacce di Plamenov nei confronti di Jerome, l'istinto da mamma orsa che compariva quando di trattava del rosso era qualcosa di totalmente fuori dal suo controllo ma non era minimamente intenzionata ad evitarlo. Era uno dei pochi sentimenti genuini che le restavano, era roba da non ostacolare per nessun motivo. Ma se la cavava benissimo da solo ed Eris potè tornare ai propri affari con una sfumatura di orgoglio nello sguardo.
    Mi hanno dimessa, quindi sto bene, no? Sospirò, l'espressione ancora leggermente corrucciata in seguito alla ridicola scusa dei ruoli di genere.
    Le era sempre piaciuto ricevere attenzioni, ma non così pubblicamente. Si guardò intorno, nascondendo a stento una vena di disagio. Certo che seguo la terap- Non fece in tempo a finire la frase, gesticolando come faceva sempre per distogliere l'attenzione, quando il francese se la tirò sulle gambe per poi stringerla a se.
    Spesso dicono che contare fino a dieci aiuta a prendere una decisione migliore.
    Ma in casi come quello si potrebbe contare anche fino a mille, ma qualsiasi gesto sembrerebbe sbagliato.
    Perchè se si fosse liberata, se avesse reagito dando ascolto ai propri nervi, Plamenov si sarebbe allarmato e la situazione sarebbe degenerata nel giro di pochi istanti e inoltre avrebbe deluso Clay, che aveva le più pure delle intenzioni. O magari si dimostrava tanto premuroso solo per far incazzare Igor.
    In qualsiasi caso, su quelle gambe non poteva restarci, così si sciolse da quell'abbraccio in una risata, alzandosi e spettinandogli un po' i capelli.Ma smettila, adesso mangio più di te, vedrai tra qualche mese; quando mi sarò rimessa del tutto. Cercò di rassicurarlo, l'unica reazione che poteva permettersi.Dai, dai. Basta piagnucolare, voglio provarci anche io.
    Lui aveva trovato risposta a qualsiasi dubbio, lei era solo felice di saperlo ancora tanto affezionato a lei.
    Ed era profondamente ingiusto.
    Legilimens!




     
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    Non era pietà quella che Igor stava provando in quel momento, c'erano scene tropo specifiche per provare qualsiasi cosa.
    Si era detto che quel tipo non gli doveva piacere, e così sarebbe stato.
    Quello che aveva visto se lo sarebbe dimenticato, per forza.
    Non avrebbe comunque fatto la stessa fine del rosso che non era stato in grado di bloccarlo.
    Quando intuì che comunque non avrebbe evitato di entrargli nella testa si limitò a subire il legilimens facendogli sentire il suo “vaffanculo Morrow” dopo di che lasciò che fosse il buio ad avvolgere entrambi.
    Non aveva sufficiente fantasia per portarlo in un mondo costruito ad arte, ma abbastanza calma da farlo girare a vuoto in quella che era una stanza buia, priva di vita, non molto diversa dall'essenza della sua vita.
     
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    Non vuole farmi vedere i suoi pensieri ma sta fallendo miseramente, sostanzialmente sta facendo tutto solo, io mi sto limitando a stare qui, ferma, a capire se si impegna a bloccarmi o meno.
    Quello che vedo comunque non mi piace – dovresti respingermi- gli suggerisco ma non ne sembra capace.
    Alla fine lo lascio andare, perchè sinceramente non mi interessa davvero conoscere i fatti suoi.
    Ma con il suo legilimens cosa crede di fare? Non può fare niente contro di me.
    “Mi dispiace aver visto nella tua testa, pensavo mi fermassi, avrei dovuto calibrare meglio la forza del legilimens, credo mi sia scappato un legilimens memorium.
    Comunque non te la prendere, non dirò nulla di quello che mi hai fatto vedere.. quindi .. amici come prima eh”

    Sorrido e lo rispedisco via dalla mia mente.
    Quello che doveva sapere ora lo sa.
    Certo che ora mi sto annoiando e Leebo sembra pensarla allo stesso modo.
    -Ehi Sokolov!- l'incanto parte lesto dalla mia bacchetta e lo colpisce in pieno. E si dai, voglio vedere cosa mi nasconde, o se a parte lo specchio delle brame ha anche altro nella sua testa.
     
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  7. Leebø
     
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    Rei! Ma che cazzo fai?! Così, alla sprovvista, ad Abby fu concessa qualche frazione di secondo per vedere cose che non avrebbe dovuto.I prefetti parlano di un corpo nei bagni al terzo piano, il tuo sguardo si sposta sul tuo branco, poi corri in camera e ti chiudi la porta dietro le spalle, ci posi la schiena, scivoli a sedere e porti le ginocchia al petto, stropicci gli occhi. Incazzato nero per quell'invasione a sorpresa e tremendamente scorretta, però, ti ingegni per cacciarla fuori.
    Riapri gli occhi per vedere davanti a te almeno una dozzina di ragazze, tutte con coda e orecchie da coniglio ad addobbare la lingerie, fanno a cuscinate in camera tua.

    Quando finalmente fu fuori, Leebo Sokolov fu abbastanza sfacciato da tirarle un bacetto.
    Quelle non si avvicinavano neanche lontanamente a quelle che erano le sue fantasie, ma quel genere di cose potevano mandare su tutte le furie una donna di qualsiasi genere.
    Legilimens!
    Avanti, Abby, fai fare un giretto anche a me.



     
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    Questa volta il legilimens che mi colpisce è più forte, più che altro non ero preparata a vedere quello che avevo visto e la sorpresa mi ha resa più vulnerabile.

    Ivan sorride la prende in braccio e le fa fare una giravolta. Lei è la gioia fatta persona.
    Lui le fa sbattere la testa al soffitto della sua casa, mentre salgono le scale, e lei ride.

    -Esci subito!-
    urlo mentre lui entra ancora più in profondità

    Abby Vigilantes, lo schiaffo di Ezekiel per essersene tirata fuori, due bambini sulle scale, il maschietto che tappa la bocca alla bambina e per terra due corpi, uno senza vita e l'altro quasi.

    -HO DETTO FUORI DALLA MIA TESTA!!!- è un lampo quello che scaturisce dalla mia bacchetta e che schianta Leebo alla parete dietro di lui.
    Ho il fiato corto, una furia cieca sedata sul nascere dall'intervento di Rya.
    -Non finisce qui- e questa, da parte mia, è proprio una minaccia.
     
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    Caposcuola, VII Anno

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    Il flusso di pensieri si estingue al termine del suo incantesimo, non ho la minima idea di come contrastarlo, a dirla tutta non ci ho nemmeno provato quando mi sono resa conto di quali pensieri stava carpendo dalla mia mente, del resto non capita spesso di avere la possibilità di insultare chiunque ti stia attorno giustificata dal fatto che ti hanno letto la mente, non avevi alcun modo per contenere quei pensieri, altrimenti da brava figlia del ministro li avresti tenuti per te... Qualcuno per lo meno! Certo, lui ora potrebbe pure mettersi a minacciarmi, ma sapete cosa? Non ha prove, è successo tutto nella mia mente, sarebbe la mia parola contro la sua e secondo voi chi l'avrebbe vinta tra un disagiato espulso da Hogwarts e la figlia del primo ministro?
    La sua reazione tuttavia mi stupisce particolarmente, sebbene inizialmente mi ritrovo a sollevare particolarmente scettica un sopracciglio davanti a quella dichiarazione e non perchè io la stia considerando in senso letterale, anzi, proprio perchè inizialmente non vedo il nesso, poi riflettendo su quello a cui ho pensato, insulti diretti a lui a parte, capisco... Del resto persone come lui sono più che propense a dar contro alle autorità sempre e comunque ed in questo caso l'autorità più prossima è la Rei che mi sono trovata io stessa a denigrare in ogni mio pensiero.
    Allora vediamo se riuscirai a conquistarmi altrettanto! Sorrido quindi spavalda facendogli un occhiolino come ho visto fare più volte alle ragazze più grandi per accaparrarsi le attenzioni maschili... Non che voglia le sue attenzioni in quel senso, per carità! Evidentemente devo ancora incontrarlo un uomo alla mia altezza, ma è interessante pensare di poter trovare una valvola di sfogo nei confronti di tutte le assurdità che si accumulano in questa scuola!
    Legilimens. Ma sapete qual'è il problema? A dirla tutta non ho nemmeno idea di come si faccia un legilimens se non solo pronunciando la formula ed eseguendo il movimento che ho visto fare, ma non basta ovviamente, è un incantesimo mentale e come tale deve avere il supporto ben vigile e forte della mente, suppongo, solo che non so come catalizzare tutta questa presunta forza di volontà nel sapere nella bacchetta. Ok, ok, scherzavo, ci riprovo! Annuncio prendendomi qualche secondo per me prima di sollevare di nuovo la bacchetta, cercare di svuotare la mia mente per essere pronta con forza a far breccia nella sua... Non è così facile, soprattutto per persone che hanno sempre la mente piena di commenti e cattiverie come la mia, ma ci provo ed eseguo nuovamente l'incantesimo. Legilimens! Il flusso di pensieri che mi assale poco dopo è forte da controllare, non riesco a direzionare l'incantesimo come penso dovrei fare per sapere qualcosa in particolare o per non lasciare che i suoi pensieri invadano la mia mente, ma del resto sono così affini ai miei da non correre particolarmente quel rischio, mentre qualche complimento accarezza il mio io interiore per qualche istante prima di tornare a vedere e sentire solo il buio e poi la classe. Non male come prima volta, no? Mi stringo nelle spalle soddisfatta di essere quanto meno riuscita a vedere qualcosa. Magari la prossima volta ne parliamo di persona, che ne dici? Non è forse questo quello che vuole anche lui? L'ho letto tra le righe forse in quei pensieri che mi sono arrivati confusi per via della debolezza del mio incantesimo eppure sufficientemente espliciti da farmi capire quanto fossero vere le sue precedenti parole.
     
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    Osservò per tutto il tempo i ragazzi destreggiarsi con quegli incanti che tanto aveva ammirato ma che ora odiava con tutta se stessa.
    Se fosse stata abile con la mente non avrebbe dovuto chiedere aiuto a nessuno per liberarsi di quei ricordi che l'avevano tanto fatta soffrire.
    Ricordi che ora erano tornati e che cercava di relegare in un angolo della sua testa, perchè nonostante tutto la rendevano diversa.
    Cercava di mascherare dietro i suoi occhi inflessibili e la sua aria seriosa quello che in realtà era un corpo provato e stanco. Il pensiero di Ivan era costante, la possibilità che si dimenticasse di lei, sebbene non passasse poi molto altro tempo tra un fine settimana e l'altro la logoravano più di quanto volesse ammettere.
    Ioan le aveva offerto una valida e solida spalla su cui sfogare i suoi pensieri, era lei che ancora non si era sentita pronta a dirgli quello che la destabilizzava.
    Guardò il piccolo Khun e Ariadne. Gli venne in mente che una sola volta gli si erano avvicinati insieme, ma le erano sembrati affiatati, in quel momento invece, ognuno se ne stava per conto proprio.
    -Ariadne?- la chiamò vedendo la piccola isolarsi dal resto della classe – ti andrebbe di imparare?- non era in grado di fare il leglilimens, nessuno dei due sarebbe stato in grado di farlo, ma istruirli sui movimenti era già un gran passo avanti.
    -Puoi guardare anche tu, se vuoi- disse poi rivolta al giovane mago.
    Stette con loro per tutto il tempo, quando la Rei la guardò per darle il cambio si fece avanti.

    -Ottimo, siete stati davvero bravi, ora riponete le bacchette e mantenete un profilo basso- disse inchiodando all'istante il fratello e a seguire l'orda dei suoi amici.
    -Anche tu, Rei Junior- specificò facendo notare alla bruna che non avrebbe accettato disordini di nessun tipo e neanche da coloro che in quel momento erano “gli ospiti”.
    -Da quelli che sono i meandri della mente ora passeremo a parlare di quelli che sono gli altri sensi a nostra disposizione, come la vista, l'olfatto e il tatto.
    Parliamo di piante velenose, come riconoscerle?
    Bisogna fare particolare attenzione alle specie tossiche durante la raccolta delle erbe spontanee.
    Immagino che sappiate ormai da tempo che è necessario saper identificare ciò che potrebbe essere pericoloso raccogliere ogni volta che ci si avventura in campagna o tra i boschi.
    Ora chiedo a te, Rosier, cosa si intende per erbe spontanee?-

    Si mosse dietro la cattedra e mostrò loro tre tipi di bacche differenti, sembravano almeno bacche, in realtà una era il biancospino, una era il tasso, e uno era sambuco rosso
    -Sapreste raccontarmi la storia di queste piante? E se tra queste ve ne è qualcuna velenosa?- non sorrise loro, non gli incoraggiò in alcun modo, lei aspettava che qualcuno si decidesse a prendere la parola - in cosa differiscono l'una dall'altra?-

    Spero sia tutto chiaro, prossimo post tra una settimana salvo imprevisti
     
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    Caposcuola, VII Anno

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    La nuova professoressa rimasta ad osservare per tutto questo tempo si mette a parlare e voi penserete che magari chieda come sono andati gli esercizi, se pensiamo di aver bisogno di altre informazioni, oppure dando per scontato il nostro insuccesso ci spiegherà meglio come chiudere la mente, ma no, parliamo di bacche ora. Sgrano gli occhi allibita avvicinandomi assieme agli altri per vedere di cosa si tratta, non che mi sia mai interessata particolarmente l'erbologia, ma sapete com'è, qui a Durmstrang se non la conosci rischi di rimanere soffocato nel sonno per via di un baccello che ti è rimasto attaccato alla divisa durante un'esercitazione... insomma, arrivata al quinto anno mi sono messa per forza di cose a studiarla persino io.
    Quelle sono bacche di tasso? Arriccio il naso, mi avvicino e annuisco un po' più convinta nel riconoscerne la particolare forma e il contenuto. Il seme che c'è all'interno della polpa delle bacche è altamente velenoso, ha effetto narcotico e paralizzante e... Bhè, non so bene in che modo ma veniva usato nelle frecce per renderle più letali... forse messo proprio come punta? Mmmh...
    Delle altre due non so assolutamente nulla, ne deduco quindi che non siano velenose, ma non lo aggiungo, non si sa mai, potrebbero essere una qualche specie meno diffusa in questa zona e che quindi Periwinkle ha scelto di non piantare nelle serre lo scorso anno!
    Queste dovrebbero aiutarci in qualche modo con l'occlumanzia? Chiedo incuriosita. Difendere la mia mente chiacchierona è certamente un obbiettivo che voglio pormi per il mio futuro, devo solo capire da che parte cominciare!
     
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    Superò Luther, lanciandogli uno sguardo intenso accompagnato da un mezzo ghigno. Non disse nulla tuttavia. Per come la vedeva Hyram, era Luth quello in torto, quello che, ancora una volta, si stava dimostrando restio nei suoi confronti e quindi non avrebbe fatto assolutamente nulla per dimostrargli una sorta di apertura.
    Puntò la sua attenzione sulla sorella di Leebo, lanciando a quest'ultimo un'espressione di apprezzamento con annesso pollice in alto. Di sicuro era una bellissima ragazza ma il più delle volte Hyram non si sentiva davvero interessato, né all'uno né all'altro sesso. Certo, l'atto in sé era divertente ma non negava di preferire altro. “Alcune di quelle sono bacche di biancospino.” Rispose dopo che la maestrina aveva tirato fuori la risposta più ovvia. A quel punto si sentiva in obbligo a fare di meglio, ed ovviamente lo avrebbe fatto. “Non sono letali in dose normali.” Sorrise a mezza bocca, annuendo, prima di continuare.
    “Ma somministrato per lunghi periodi, può rallentare il battito cardiaco con tutti i problemi ad esso annessi.” Aggiunse, guardandosi intorno, ricercando tra i presenti Even.
    “Quindi ad esempio potrei inserirne giorno dopo giorno nel caffè di qualcuno che odio, uccidendolo senza che lui...” Nessuno avrebbe potuto dire se fosse un caso o meno lo sguardo indirizzato allo Yorick. “O lei se ne accorga.” Completò, finendo così il proprio intervento. Sorrise poi dopo una breve risata e una scrollata di spalle, quasi come se non avesse tirato fuori qualcosa di estremamente inquietante. “Cosa che ovviamente non farei mai.”

     
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    Quella prima parte di lezione non gli era piaciuta per niente, non gli era piaciuta l'intromissione di Morrow nella sua testa nè tanto meno l'affinità che Eris e il francese dimostravano di avere.
    Fu con fare accigliato che accolse il cambio di programma.
    Erbologia non era la sua materia preferita, ma quando a spiegarla era una così .. persino i suoi sensi infastiditi si ridestavano.
    Accostò Eris, senza proferire parola, quando la prf chiese loro di classificare le bacche che avevano davanti prese una manciata di bacche di san buco e se le mise in bocca - le basta come risposta prof?- ovviamente non erano velenose.
     
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    Tornò a sedere mestamente, i nervi appena più rilassati.
    La sua mente era stata risparmiata da quell’agonia e questo, inevitabilmente, lo faceva sentire più al sicuro, meno scoperto e meno vulnerabile.
    Racimolò il proprio autocontrollo. Uno sguardo sbieco a Regan ed un altro al fratello.
    Non ricambiò il ghigno che gli incurvava le labbra. Le sue rimasero immobili, stiracchiate, irrigidite in una tensione che lentamente andava scemando.
    Si limitò ad abbassare il capo, ignorando qualsiasi altra intrusione non fosse la voce dell’insegnante. Erbologia… o qualcosa di vagamente simile.
    Sollevò il mento, cercando di individuare le differenze sostanziali nelle bacche che gli venivano mostrate, al fine di riportarne i nomi alla memoria. Non era un campo per lui proficuo ma questo non gli impedì di sforzarsi, anche solo per distrarre i pensieri d’uno spesso strato di insoddisfazione personale.
    Quando Hyram parlò, tuttavia, fu inevitabile trascinare gli occhi su di lui e seguire la traiettoria che disegnavano a mezz’aria, scavalcando palle e teste per inchiodare Even.
    Luther deglutì istintivamente, arricciando la fronte nel dubbio quasi gli fosse impossibile scorgere nelle sue intenzioni un filo logico.
    Sollevò un angolo della bocca, scuotendo il capo e corse via ancora una volta, probabilmente per evitare di essere colto nel pieno delle riflessioni.
    Non aggiunse nulla, né formulo domande.
    Si strinse su sè stesso, arricciando gli angoli della pergamena, in attesa di nuove direttive.


     
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    Fottuto Plamenov.
    Dovrebbero rinchiuderlo in manicomio e gettare via la chiave. È lui il vero matto qui. Sul serio. Un sociopatico senza emozioni che riesce a rigirare ogni situazione a suo favore. E ci riesce perchè non gli importa di niente e di nessuno, se non di se stesso. Mi chiedo davvero Eris come abbia fatto a perdere la testa per uno così. Di bei ragazzi ce ne sono un casino in questa scuola e molti sono persino privi di problemi mentali.
    Gli mostro un dito medio e adirato, torno al mio posto sedendo accanto ad Eris. Sono così stizzito che sono certo a momenti potrebbe persino uscirmi fumo dalle orecchie ma non dico nulla.
    A braccia incrociate e con un sopracciglio inarcato, resto a fissare le bacche.
    Le riconosco subito ed appunto velocemente il loro nome sulla mia pergamena, ma per il momento preferisco tacere. Mi verrebbero fuori solo insulti che preferisco tenere per me.

     
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