L'Occlumanzia.

Hogwarts V in su, Durmstrang

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    -Faremo lezione con i ragazzi di Durmstang, sarò io stessa a presenziarla, assieme a una docente che subito dopo di me ricambierà la cortesia con qualcosa di inerente alla sua materia- Opdal si era trovato d'accordo con me con questa iniziativa, visto che la donna in questione avrebbe trattato argomenti inerenti alla sua materia mi ero sentita in dovere di avvisarlo.
    Avevo detto questo ai ragazzi prima di partire, perchè capissero che mantenere i rapporti con Durmstang era importante, e sino ad ora erano sempre venuti loro al castello, dovevamo ricambiare, o ci sarebbero potuti rimanere male.
    Per loro sarebbe stata una bella esperienza, non avevo dubbi che si sarebbero divertiti, almeno lo speravo.
    Una volta giunti a destinazione, dopo i convenevoli con il preside, il quale avevo anche invitato a farci compagnia, qualora lo desiderasse, lasciai che i ragazzi seguissero me e la professoressa Sokolov nella stanza designata.
    Solo quando tutti furono entrati presi la parola.
    -Salve a tutti, ragazzi. Immagino vi ricordiate di me, per chi non ha avuto modo di venire a Hogwarts nelle scorse visite io sono la Preside Rei.-
    Non dispersi sorrisi random, visto che non era nella mia natura, ma era chiaro non fossi lì con aria ostile.
    -Oggi parleremo di Occlumanzia, per definizione, capacità di schermare i propri pensieri; lo scopo è quello di rendere la nostra mente impossibile da penetrare sia dalla Legilimanzia sia con qualsiasi tipo di incantesimo di memoria, che in alcuni casi non solo non avranno alcun successo, ma potranno essere facilmente deviati e/o illusi.-
    Se qualcuno di loro fosse riuscito a ottenere dei risultati affini, o si fosse applicato tanto da riuscire anche in futuro, sarebbe stato indubbiamente un mago con una marcia in più.
    Tuttavia non mi dilungai a parlare di queste cose, ero abbastanza certa che non fosse neanche in programma lì a Durm questo tipo di magia sebbene potesse essere letale anche in campo offensivo, e non solo difensivo.
    - Abbiamo tre livelli di occlumante, quello del terzo livello è in grado di sopravvivere alla maledizione Cruciatus e non solo, risulta molto difficile che cada soggetto alla maledizione imperius.-
    Volevo invogliarli ancora di più? Si lo volevo, probabilmente sapevano che era importante ma capire fino a che punto la rendeva ancora più interessante. Notavo le orecchie tese dei miei ragazzi, con lo sguardo intrecciai, per un attimo, quello della Rosier, poi proseguii.
    - L'Occlumanzia è un'arte magica di difesa che può solo essere appresa e non è un dono innato. In nessun caso un mago sarà in grado di impararla solo attraverso i libri; necessiterà sempre di qualcuno pronto ad aiutarlo nello sviluppare tale abilità.
    Ora ho bisogno di sapere da ognuno di voi in che modo intendete usare l'Occlumanzia.
    Ad esempio, se volete usarla contro un legilimens è possibile contrastare solo un Legilimens di livello pari o inferiore al vostro: nel caso di un livello inferiore, la difesa risulterà riuscita con poco, nel caso di un Legilimens di pari livello, riuscirá a prevalere sull'altro chi ha una resistenza maggiore. Ovviamente arrivare almeno a un livello un pò più elevato di quello base é utile anche qualora si fosse assunto del veritaserum, permettendo all'occlumens di non cedere alle lusinghe della pozione, uno dei motivi per cui le confessioni ottenute in questo modo possono risultare invalide nei processi.

    - Percorsi seria tutti i presenti – vi faccio presente che non appena terminato l'iter, vi sentirete estremamente spossati, assolutamente non in grado di castare alcunché.
    Avete domande?-


    Prossimo post il 23 Maggio.
     
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    La notizia che quel giorno non saremmo stati soli a lezione, era circolata velocemente tra gli studenti, fino ad arrivare alle mie orecchie. Ne sono stato colpito, ma poi l'eccitazione di vedere vecchi e nuovi volti è svanita, dinanzi a pensieri con un'alta dose di priorità.
    Sospirando stancamente, dopo aver ingerito la mia dose mattutina di pillole, mi avvio verso l'aula in questione. Zaino in spalla e pallore spettrale.
    Raggiungo una postazione qualsiasi, lasciandomi andare sulla sedia ed estraendo fin da subito, taccuino e piuma.
    Appunto l'argomento della lezione, interessato all'argomento. La voce della professoressa e preside di Hogwarts, riesce per un attimo a ridestarmi dal mio stato di torpore apatico. Lo fa soprattutto con ciò che dice. Le sue parole mi si intrufolano nella mente, facendo scattare in me dubbi che devono essere assolutamente dissipati.
    Così, facendomi coraggio, dopo aver tirato in alto la mano per aver la parola, mi schiarisco la gola, e sospirato, mi preparo ad una domanda che per alcuni potrebbe risultare strana, ambigua, ma che per me non lo è affatto. “Un buon occlumante riesce a bloccare qualunque tipo di pensiero?” Chiedo, deglutendo vistosamente, ignorando il rossore che mi infiamma le guance.
    L'idea che l'occlumanzia potrebbe aiutarmi con la mia malattia, si è insinuata in me e per un attimo mi sembra d'aver trovato una soluzione a tutti i miei problemi.
    Sono sempre troppo ingenuo, me ne rendo conto. “Dico... n-non solo quelli stimolati dal Legilimens ma anche... si, beh, in generale, ecco.” Continuo, stringendo le labbra distogliendo lo sguardo dai compagni che ho accanto, per riportare la mia attenzione solo ed esclusivamente sulla donna, preside di Hogwarts. “E' possibile?”


     
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    Camminavano disordinatamente lungo quei corridoi, avviandosi verso l'aula prestabilita.
    Hyram, contrariamente al resto del branco, se ne stava come suo solito silente ed appena in disparte ad osservare la realtà che lo circondava con analitica attenzione.
    Un'espressione seria sul volto e l'attenzione rivolta altrove quando due persone in particolare rientrarono nel suo campo visivo.
    Even troppo vicino a suo fratello, lo spinse ad accelerare il passo verso le due figure.
    Si fece spazio tra i due, superandoli, non prima di lanciare a Luther uno sguardo pungente. Non disse nulla ma probabilmente l'altro avrebbe capito da sé quanto poco tranquillo fosse, pur mostrandosi quasi del tutto sereno.
    Snobbò i nuovi presenti in aula, ospiti per cui non provava alcun interesse, scegliendo tra i tanti banchi liberi, quelli adatti a loro.
    Due fili di tre posti ognuno, dove poter starsene seduti insieme e fare gruppo contro chiunque altro.
    Di proposito dopo la stizza provata poco prima, non riservò il posto a Luth quella volta, lasciandolo libero a chiunque volesse.
    Schiena dritta contro il supporto della sedia e l'attenzione fissa sulla professoressa, accolse con interesse l'argomento di quella lezione, sperando di poter avere egli stesso la possibilità di scorgere segreti nelle menti altrui.
    L'occlumanzia era una branca della magia che lo aveva sempre interessato ed aver la possibilità di studiarla, lo entusiasmava, sebbene sul suo volto non comparse altro che un piccolo ghigno.
    Voltandosi verso il suo gruppo, rivolse loro una breve pacata battuta. “In questo Even parte avvantaggiato.” Lo guardò con un sorriso divertito. “Non devi fare molta fatica se hai il cervello delle dimensioni di una nocciolina, no?”


     
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    Insieme lo erano sempre: malgrado i dissensi, malgrado gli equilibri precari.
    Avevano fatto di quell’unione una corazza e la indossavano egregiamente, ciascuno con le proprie differenze.
    Era la loro prima lezione a Durmstrang ed a Luther quella divisa andava già stretta. Troppo colore, troppa appariscenza.
    Odiava le uniformi, odiava la costrinzione di dover omologarsi ad un’immagine. Panni scomodi.
    Camminava di fianco ad Even, lo sguardo assorto ed il cipiglio irritato nel resettare la divisa sul petto, un moto di stizza intrappolato fra le labbra schiuse.
    Gli rivolse uno sguardo silente, spalleggiandolo successivamente per evitare che tirasse fuori una delle sue solite stronzate.
    Questo, prima che Hyram si aprisse un varco fra loro, rivolgendogli un’occhiata che lo crucciò all’instante, bloccandolo.
    Suo fratello era una fra le poche persone capace di renderlo così suscettibile dinanzi al giudizio. Era vulnerabile al cospetto del suo parere ed ogni dissenso si tramutava in un motivo d’inadeguatezza.
    Perplesso, seguì gli altri fino all’ingresso dell’aula, bloccandosi proprio accanto al gemello: nessun libro ad occupare la postazione adiacente. Un segno esplicito, un linguaggio povero di fraintendimenti.
    Deglutì, rimuginando su cosa potesse averlo stizzito e senza pensarci davvero scosse il capo, passando oltre le lunghe panche per sedere un paio di posti dietro, proprio in fondo alla classe.
    Si isolò, l’espressione apatica malgrado la fronte aggrottata in un crescendo d’incertezza.
    Distolse le attenzioni dai propri crucci e pungolò le tempie con un polpastrello cercando di star dietro all’argomento del giorno.
    Non gli piaceva che qualcuno potesse leggergli dentro. Non lo permetteva a nessuno, persino ad Hyram.
    Poteva fare dell’occlumanzia un’arma ma riuscirci implicava necessariamente lasciarsi vedere da qualcuno.
    Tecnicamente… come funziona? Bisogna pensare a qualcosa di preciso o non pensare affatto? C’è… un qualunque meccanismo d’aiuto o è semplicemente soggettivo? Non voleva che le proprie incertezze divenissero dominio pubblico. Non era disposto a rischiare tanto.

    Luther Price, VI anno.
    - Interagito con Even e Hyram
    - citato il gruppo in generale
    - seduto in disparte, posti liberiii ù_ù



     
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    Quelle del Nord Europa erano per definizione terre fredde ed inospitali, impervie ed essenziali... Da quelle parti non occorrevano molti fronzoli di abbellimento, tutto era funzionale al raggiungimento di uno scopo: difendersi, ripararsi dal freddo, nutrirsi.
    La scuola di magia di Durmstrang era l'incarnazione istituzionale di questo tipo di filosofia, un luogo che a Regan metteva i brividi.
    Damnù... Come diavolo facevi a studiare qui? chiese a Clay in un soffio nel varcare la scuola che, il giorno della partita a Blooditch, l'Irlandese aveva scorto solo dall'esterno.
    Il freddo penetrava fin dentro le ossa e aveva poco a che vedere con il clima di quelle zone, decisamente più clemente con l'arrivo della primavera.
    La sola vista di Rya, all'interno di quell'aula sconosciuta, bastò a scaldargli il cuore quel minimo indispensabile a non farlo sentire completamente un pesce fuor d'acqua, mitigando i disagio.
    E così è questa la vostra tana, Morrow... salutò con un cenno del capo anche Jerome, prima che la lezione avesse inizio.
    L'Occlumanzia era un'arte magica tanto affascinante quanto ostica, spossante, qualcosa che richiedeva un'applicazione costante e un allenamento molto intenso. Regan si sentiva più portato per altre branche della magia, ma doveva ammettere con se stesso che non gli sarebbe dispiaciuto destreggiarsi almeno un po' anche in quell'ambito tanto distante da lui.
    Ascoltò attentamente la spiegazione di Rya, domandandosi quanto sarebbe stato malvisto chiedere se, visto dove si trovavano, avrebbero rischiato di cadere vittime di una maledizione senza perdono. A Durmstrang, si sapeva, tutto veniva perdonato.
    Se non riuscissimo a contrastare la forza di un mago più potente di noi che tenta di entrare nelle nostre menti, possiamo comunque essere in grado di... Che so... Deviarlo altrove e mostrargli altri ricordi e pensieri invece che quello che lui vorrebbe?
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    Rya non è la sola ad essere brava con certi incanti.
    Ci sono stati insegnati dai nostri genitori sin da quando eravamo piccoli.
    Sapevo cosa stavamo andando a fare lì a Durmtrang, sapevo su cosa sarebbe andata a parare la lezione di Rya.
    Non ero sicura di voler mettere a conoscenza tutti quanti di quanto la famiglia Rei fosse preparata in tal senso.
    Perchè pensavo fortemente fosse il mio vantaggio.
    Fino a quel momento io ero stata Abby la giocatrice di Quidditch, mi destreggiavo come un'abile corvonero un po' in tutte le materie, ma niente di ecclatante.
    In sette anni neanche una volta avevo fatto intendere cos'altro riuscissi a fare oltre a svolazzare su una scopa.
    Ero stata brava in questo, ora avevo un po' timore di tradire questo status in cui mi ero facilmente adagiata.
    Durmstrang era fredda, e non solo per il clima.
    Non c'era calore umano tra quelle mura, probabilmente mi sarei trovata bene.
    Quando entriamo in aula non mi guardo attorno, questa volta siamo noi “gli stranieri” e non mi piace essere guardata con curiosità.
    Scorgo comunque lo sguardo del ragazzo biondo, del quale mi sfugge il nome, che ho conosciuto al castello.
    Faccio un cenno di saluto in sua direzione e mi siedo su un posto a caso.
    Poco dopo vengo affiancata da qualcuno che avrei preferito non rivedere così presto.
    -Sokolov- volto lo sguardo e solo per un attimo fisso le iridi nelle sue – vedi di non disturbare-.
    Lo congedo così, poi dedico le mie attenzioni a Rya, alle sue parole, e alle domande della classe.
    Quella di Regan mi piace particolarmente, e non voglio essere io a dare una risposta perchè mi è sorto un dubbio, nel frattempo.
    -Come puoi pretendere di deviarlo su altri pensieri se non sei in grado di ostacolarlo?- e mentre parlo tolgo il braccio di Leebo dalla mia spalla.
    Sarà una lunga lezione, già lo so.
     
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    Ancora una manciata di settimane da sopportare, poi sarò al quinto anno e qui a Durmstrang dal quinto anno tutto ha un'altra prospettiva, per come la vedo io quanto meno! Per le mie ambizioni sarà un toccasana ovviamente, sempre nella speranza che essere addirittura andata fino ad Hogwarts per giocare una partita di uno sport pericoloso e che non mi interessa gran che sia stato notato dal preside, ma immagino che entro la fine dell'anno papino manderà una letterina, o almeno spero... Servirà pure a qualcosa essere la figlia di Michael Moon, no? Come in questa particolare lezione... ho sentito alcuni lamentarsi sull'invasione dei ragazzi di Hogwarts sul nostro territorio, ma per quanto mi riguarda può rivelarsi estremamente soddisfacente, insomma, vedranno di cosa siamo capaci e soprattutto anche davanti alla Rei in persona... si bhè, continuo a pensare di essere piuttosto intoccabile, insomma, sono una Moon e non solo, sono la primogenita dell'uomo che al momento detiene tutto il potere della famiglia tra le mani, questo vuol dire facendo due più due che tutto quello che possiede lui un giorno sarà mio, quindi anche la stessa Hogwarts, no? A saperlo prima non me ne sarei andata effettivamente, sarei potuta essere una vera principessa all'interno del castello, ma con i processi e le varie faccende legali in corso papà non l'ha ritenuto saggio e non è certo il momento di fargliene una colpa... avrò sempre modo di divertirmi in altri momenti!
    Arrivo davanti alla porta della lezione e il serpente con cui ho fatto questi discorsi per tutto il tragitto mi scivola lungo il corpo raggiungendo terra e fermandosi a fissarmi. Non puoi entrare a lezione, cerchiamo di rispettare le regole... Sospiro arricciando il naso. è una cosa che non mi è mai piaciuta, devo dire la verità! Finchè gli dico di stare tranquillo Mordino è completamente innocuo. Ma se dovessi vedere uno dei pappamolla di Hogwarts per i corridoi... Nessuno ti vieta di spaventarli un po'! Sibilo verso il serpente in serpentese, così fluido da far impallidire quell'inutile Potter! Come di consueto Mordino mi sibila un saluto e sparisce per il fitto dei corridoi alla ricerca di possibili prede. Da quando siamo qui il preside dovrebbe ringraziarci per la disinfestazione dalle varie creature selvatiche che pullulano nei dintorni e si insinuano di tanto in tanto all'interno delle mura!

    Cosa intende esattamente con sopravvivere alla maledizione cruciatus? Non riesco ad immaginarmelo, più che altro perchè l'ho sempre considerata come una infinita e perfetta tortura, capace di portare molti alla pazzia, non come un'arma di morte, non punto quasi mai alla morte quando fantastico sulle varie maledizioni che ci insegnano, sarebbe terribilmente snervante se nel pieno del divertimento la vittima dovesse trovarsi a morire così, solamente perchè non ha abbastanza resistenza... Poi vabbè, ovvio, come in qualsiasi tortura c'è il rischio che portata all'estremo causi la morte di chi la subisce, ma di questo si sta parlando? Un occlumante è forte a sufficienza da resistervi per un tempo apparentemente illimitato di tempo?
     
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    Ariadne aveva visto arrivare al castello la nave che trasportava i ragazzi Scozzesi.
    Era rimasta entusiasta di questa iniziativa, anche se non lo dava molto a vedere.
    Un pò perchè non era nella sua indole, un pò perchè al castello c'era una nuova insegnante.
    Anna.
    Era rimasta stranita quando l'aveva vista la prima volta, si era detta che non poteva essere lei, che c'era un errore, invece non solo era "quella" Anna, ma si ricordava di lei.
    Da quel giorno Ade si era mostrata sempre più vicina alla donna, anche se a giorni alterni le veniva il dubbio che forse, il padre, non sarebbe stato d'accordo.
    Leebo era un'altra novità. Gli stava vicino quando lei usciva nel cortile, la proteggeva dagli sguardi dei suoi amici; con lui, Ade, si sentiva al sicuro.
    E poi c'era Kaj, che la ignorava.
    Sebbene Ade soffrisse di questa cosa cercava di non darlo a vedere.
    In fondo, ora, aveva le sue nuove amicizie...
    Eppure, talvolta, si riscopriva ad osservarlo, e a porsi le medesime domande.
    Quella mattina, ad esempio, era arrivata in aula sola, e non aveva osato sedersi accanto a lui, deviando invece per uno degli amici di Leebo, Luter.
    Ma non aveva osato proferire parola, per non irritarlo.
    La preside inglese aveva iniziato a parlare, incanti della mente di cui Ade capiva ben poco.
    Si perse dopo le prime parole, quando la donna aveva parlato delle maledizioni senza perdono, incanti che a lei erano ancora sconosciuti, ma non certo per fama.
    Con lo sguardo percorse anche la figura di Vannelope, una ragazzina come lei, molto più altezzosa però.
    Chissà perchè ce l'aveva sempre con tutti.
    E chissà perchè in quel momento poneva l'accento sulla parola sopravvivere.

    Ariadne Reed.
    Seduca accanto a Luter.
     
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    -Non è stato semplice- risposi a Regan mentre cercavo di non figurare nella mia mente ogni singolo angolo che mi aveva visto protagonista, talvolta per prenderle, talvolta per darle.
    Non erano belli i ricordi relativi a quel posto, ma avevo appurato con mano che più tornavo in quella terra più mi abituavo.
    Meglio così, mi dicevo, visto che nonna era stata chiara durante le vacanze pasquali.
    Mi voleva con lei al Nord, sfuggirle sarebbe stato l'equivalente di darla vinta al mio vecchio, e più del nord odiavo lui, quindi ..
    -Ecco perchè mi sono fatto espellere- sghignazzai e da lontano intravidi il culo della Rosier – riconoscerei quei glutei anche al buio- ammisi, poi gli chiesi scusa e accelerai il passo per sollevarla dalla vita e farle fare una giravolta – ciao bellissima- era pallida, e non pienamente in salute come me la ricordavo l'ultima volta che era venuta al castello – stai bene?- quando vidi sbucare da uno degli angoli Plamenov la lasciai andare, non mi andava certo di far sfigurare la Rei dopo neanche mezz'ora dal nostro arrivo – ci vediamo a lezione- le dissi facendole un occhiolino e affiancando nuovamente O'Toole.
    -Quanto mi sta sulle palle quel Plamenov, non puoi capire- sulla scia di queste parole entrammo in aula.
    Mi sedetti accanto al mio cuginetto che non la smetteva di dimenarsi e notai, con profondo sconcerto, che non si era seduto affianco alla piccoletta – ehila Kun, si può sapere che cazzo combini?- gli sillabai facendo un cenno di saluto a Leebo.
    -Hai lasciato la piccoletta sola?- si vedeva proprio che era figlio di suo padre.
    Zio era una bravissima persona, eh, ma in quanto a cose basilari .. io bo.
    Ancora mi chiedevo come cavolo avesse fatto a conquistare mia zia.
    La lezione entrò nel vivo e non ci pensai due volte a mettermi in posizione di ascolto.
    La mente mi aveva sempre affascinato anche se non mi ci ero mai messo di impegno.
    Troppo pericoloso, troppo devastante.
    Avevo visto gente dimenticare tutta la propria vita e non ricordare neanche il nome della propria madre.
    C'erano davvero tanti modi per usare quel tipo di magia, difesa, certo, ma volevamo parlare dell'attacco?
    -Non mi piace l'idea che qualcuno si faccia un giro nella mia mente, dunque mi aspetto di riuscire a impedire ciò.-
     
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    Cazzo se mi piacciono le divise nuove, mi fanno sentire un po' come quegli scozzesi che indossano il kilt e suonano le cornamuse. Dio, non abbiamo un gonnellino, ah, ma noi sei sembriamo comunque dei fottuti caproni di montagna, e c'è tipo Luther che sta trenta volte dentro la sua divisa. Oggi sono particolarmente di buon umore, ma è quello che accade a chi corregge il latte con la vodka di prima mattina. Diciamo però che il latte nella tazza non c'era. Insomma, perchè non dovrei essere felice? I luoghi nuovi mi rendono felice. Ciò che mi demoralizza un po' invece, se proprio devo essere sincero, è la faccia lugubre che mi riservano i miei compagni, che fiancheggio nei corridoi verso l'aula. Non un sorriso, non una parola, nemmeno ridono alle mie battute. Soprattutto Hyram, che ci si sta mettendo proprio d'impegno. L'ho lasciato indietro, alle mie spalle, ed ho raggiunto il gemello che devo dire non essere proprio il ritratto della simpatia. Però questa mattina appena sveglio mi ha sorriso; sì, tipo appena ho aperto gli occhi, prima di alzarmi ed andare a pisciare. Il che mi fa pensare che forseforse non gli sto poi così antipatico come sembra. O perlomeno come credo io. Titubante, quando il mio cervello inizia a connettere e faccio per schiudere le labbra per rivolgere finalmente la parola a Luther, Hyram s'intromette come al solito, ed io mi sbilancio su un lato per farlo passare. La prossima volta ti becchi una gomitata sulle gengive. Sbotto, senza soffermarmi sugli sguardi che i gemelli si riservano, snocciolando un sorriso a trentadue denti per la professoressa, non appena varco l'entrata della classe. Arriccio il naso alle battute scadenti di sonopiùfigoditeperchèfacciobattutesultuocervello e, per dispetto, gli sfilo l'intera panca da sotto il sedere, trascinandomela alla cattreda, dirimpetto alla Rei Nun le da fastidio se sto qui, vero? Insomma, già se conoscemo, sa perfettamente che in fondo all'aula me distraggo. Mugugno alla prof, ridacchiando sotto ai baffi mentre poso i gomiti sulla cattedra, rivolgendo una rapida occhiata verso i presenti, ritrovando la faccia di O'Toole fra i banchi Oh, bella Reg! Cinguetto verso il corvo, alzando una mano in segno di saluto fascistone. Ma quindi 'sti occlumanti so' tipo i supersayan che ce stanno i livelli? Che poi che je dobbiamo dì, prof, ha già detto tutto lei. Nel mentre rifilo un'occhiolino ad Emil che sorprendo poco distante da me, soppesandomelo attentamente con una certa malizia increspata tra le fossette delle labbra.

    Madonna, non voletemene. Lo odio pure io
    Even Yorick, VI anno
    interagito con: Hyram, luther, Rei, Regan, Emil


     
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  11. Leebø
     
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    L'erba di Even è sempre più buona.
    La nuca formicolava ancora dall'ultimo tiro a quella canna ultrapotenziata.
    Mica era scemo, l'aveva vista quella nave del cazzo!
    Strinse la cinghia della divisa, lisciando il tessuto rosso nei punti in cui faceva qualche pieghetta.
    Un lunghissimo sospiro lo accompagnò oltre la soglia della camerata comune, con gli occhi socchiusi e arrossati, il viso lavato di fresco.
    L'idea di rivedere la zitella inacidita che li aveva buttati fuori in massa lo rendeva irrequieto: una bomba ticchettante pronta ad esplodere.
    Una scopata, ecco di cosa aveva bisogno la Rei. Una sana scopata.
    Comportatevi da cani con mia sorella e vi faccio rimpiangere il non-aborto delle vostre madri. La lingua schioccò sul palato a due passi dall'aula di lezione.
    Quelle panche di merda.
    Oh, Abby, che dono del cielo. La minore delle Rei era anche più acida della sorella. E il non scopare non c'entrava niente. Lei era proprio così. Lui lo sapeva.
    Era seduta da sola e non sia mai gli venisse detto di essere poco galante. Scivolò sulla panca accanto a lei, voltandosi a salutare Deschanel nel mentre.
    Decise che ignorare la preside sarebbe stato il modo migliore per rendere quella lezione vagamente interessante. Ma Ariadne si era seduta accanto a Luther e Sokolv non potè fare a meno di scoccagli un'occhiata omicida e carica di minacce. E tu vedi di tenere buona Emilija, che io non faccio la figura del frocio solo perchè hai la testa difettosa. Rise, spettinando i capelli scuri e un po' troppo lunghi di Emil. Ormai si era arreso all'idea di essere il solo sano di mente del branco. Idea che venne confermata da quel troglodita di Even.
    L'ennesimo lungo sospiro lo portò a sgranchirsi le braccia in un finto sbadiglio, prima di avvolgere le spalle della corvonero e tentare una sbirciatina tra un bottone e l'altro della camicetta bianca.
    Lei tolse il braccio. Prevedibile. Ma Leebo era un tipo piuttosto tenace.
    Che dici, a sto giro tiriamo in mezzo anche Rya?


     
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    Era un concetto strano per una ragazza appena dimessa dalla quarantena, ma quella divisa le era mancata, come tante altre piccole cose che ormai facevano parte della sua quotidianità.
    Come Jerome, ancora un po' troppo giù di morale per i suoi gusti, ma ci avrebbero lavorato; intanto l'unica cosa che poteva fare era ricominciare ad essere presente per lui, iniziando dal condividere quella colazione a base di medicine varie: la pozione per il Lupum della bionda e le pasticche per qualsiasi cosa avesse Jerome, lei era sempre stata troppo discreta per fare domande tanto personali.
    Ma lei era più lenta e più debole, quindi lo lasciò procedere da solo verso l'aula, in silenzio.
    Nei corridoi c'era più vita di quanto la bionda ricordasse, ma erano arrivati studenti nuovi durante la sua assenza, e magari dovevano ancora farsi piegare dai grigiori del nord.
    Sentì dei passi avvicinarsi rapidamente e lei si voltò appena in tempo per riconoscere l'ultimo viso che avrebbe immaginato di vedere lì dentro, prima di sentir mancare la terra sotto i piedi e volteggiare in quel corridoio tanto spartano.
    Deschanel! La voce squillante vibrò nell'aria prima che il francese potesse farla atterrare e permetterle di rubarsi un abbraccio. Che ci fai qui? Sorrire senza staccarsi da Clay, approfittando di quell'attimo di semplice euforia per non cader preda dei rimorsi di coscienza anche per salutare O'Toole. Si, sto bene. E tu? Si fece più seria, allontanandosi e riordinando la divisa, girando la testa per seguire lo sguardo del Serpeverde.
    Plamenov. Gli sorrise, accelerando il passo per raggiungerlo.
    Hai visto? C'è Hogwarts! Lo affiancò sorridente facendo scivolare la mano sulla schiena ampia e sgusciare nell'aula prima di lui, trascinandolo con se accanto a Jerome, inclinando appena il capo in direzione della
    sua preside.
    Perchè no, Kalijumae poteva anche essere bello come il sole, ma il primo approccio era stato pessimo, e Eris si sarebbe portata nella tomba quel risentimento nei suoi confronti.
    Occlumanzia.
    Eris non potè fare a meno di sentirsi grata di quella lezione, sembrava un regalo pensato apposta per lei. Chiunque fosse in grado di preservare la propria mente sarebbe stato più accondiscendente nel lasciarla imparare il Legilimens. Avrebbe solo preferito aver recuperato appieno la magia per quella lezione tanto speciale.
    Se l'occlumens non resiste si può comunque deviare il lettore su pensieri diversi o una volta superato si è totalmente in balìa dell'avversario?
    Intanto il profumo di Deschanel, seduto dietro di lei, aveva raggiunto il suo olfatto.
    Una scossa leggera in fondo al cuore; tanto per ricordarle di essere solo una marionetta sentimentale.
     
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    Nella mia famiglia si paca poco a vanvera, questo era stato il problema che aveva creato Clay senza saperlo. Tra le mura di casa Kuhn che non aveva modo di frequentare poi molto, Clay non sapeva in che macello mi avesse messo. Papà era tornato quella notte di Pasqua, tardi, aveva uno strano odore di cibo addosso, mi aveva chiesto come fosse andata campione. Gli dico che è tutto ok, e come sia andata la sua di giornata. Ci eravamo scambiati un paio di battute eppure alla fine mi aveva detto: mica sapevo avessi la ragazza, batti il cinque! Avevo avuto difficoltà a capire a cosa alludesse, ma il tutto mi fu chiaro la mattina a colazione, quando Meike aveva scherzato sul fatto che avessi una ragazza, quando mamma le aveva chiesto di smettere di fare la cretina visto che almeno io avrei saputo prenotare un treno il giorno giusto. Mi aveva tirato i cereali tutta la mattina e mi aveva dato sui nervi.
    Poi nonna anche non la smetteva di fare allusioni e difficile era stato far cadere l'argomento durante il pranzo, se non deviando l'attenzione proprio su Clay e su quella che si era portato al ballo. Ariadne non mi piaceva, era piccola e per quanto la corrispondenza con l'altra fosse finita, erano due tipi del tutto diversi, e non avevo bisogno di una ragazza. Eppure Clay, nemmeno quel mattino la smetteva.
    Avevo preso posto, salutandola a stento con un cenno della testa verso l'alto, non mi aveva nemmeno sorriso e aveva preso posto vicino il biondo.
    Quando Clay si siede nei posti davanti il mio, cerco di ignorarlo, e di fargli un neutro verso con la bocca, schioccando la lingua. Incrocio le braccia davanti a me, rimanendo sul banco, attento nel perdere poche, difficilissime parole che provenivano dalla autoritaria preside di Hogwarts.
    Perchè non sono andato io lì?
    Perchè si beh, a chi interessava.
    "Ahia!" dico prima di abbassare di colpo la voce. Il libro aperto di Plamenov mi aveva calpestato la mano e al solito nemmeno uno scusami era uscito dalle sue labbra, ma ora non mi lanciava più cartucce e non mi mollava spintoni, facevamo grandi, enormi progressi. Potevamo anche sedere vicini senza troppi casini.
    O quasi.


     
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    Era stato convocato dal preside per le dovute “raccomandazioni”,lui le vedeva molto come delle minacce.
    Per questo non si trovava con Eris quando quel pagliaccio di un francese se l'era presa tra le braccia e l'aveva fatta volteggiare.
    A dargli fastidio il fatto che lei non lo avesse scostato.
    Aveva fatto un passo in dietro. Si era costretto a inspirare per non assalirlo con un doholoferio.
    Nessuno se ne sarebbe accorto, non era verbale .. poteva farlo ..
    Fu lesta a vederlo, e fu lesto l'altro a mollare la presa e smammare.
    Sarebbe stata una lunga giornata.
    Oltremodo infastidito, una volta dentro, non volle prendere posto accanto a pel di carota, ma cosa credeva che fosse? La giornata mondiale del “facciamo irritare Igor?”.
    Così andò al posto successivo, il francese lo sfidò di nuovo prendendo posto accanto a Eris, visivamente rifiutato dal nano Khun, e lui lasciò cadere il libro incurante della sua mano, troppo impegnato a osservare la nuca di Eris in quella che era una posizione decisamente privilegiata.
    Sarebbe stata sulle spine per tutta la lezione, questo si meritava.
    E se da una parte c'era il nano almeno dall'altra aveva Hjor. Un buon compromesso.
    Se ne fregò ben poco degli altri presenti, sia di quelli che provenivano dalla Scozia, sia dei pagliacci che si erano trasferiti a Durm.
    Davano dimostrazione della loro stoltezza giorno dopo giorno.
    L'occlumanzia poco gli importava come argomento.
    Interessante invece come farsi strada nella mente altrui.
    Dopo tutto, questi incanti mentali, non dovevano essere poi tanto male.
     
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  15. Jakub Ek.
     
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    Erano giorni che a Durmstrang non si parlava di altro: la preside di Hogwarts avrebbe fatto lezione lì da loro e Jakub, come tanti altri, era eccitato all'idea di vedere volti nuovi, ma non sapeva davvero cosa aspettarsi.
    Fatto il suo ingresso nell'aula, notò che - tra gli studenti - c'erano i sei elementi che lo avevano infastidito nel dormitorio. Non li conosceva bene, ma da quel poco che aveva avuto modo di vedere, li odiava. Serrò la mascella e passò in rassegna ogni singolo studente presente nell'aula: per fortuna, vide qualcuno di sua conoscenza e, mentre gli si avvicinava, si chiese se per caso non sarebbe apparsa pure sua sorella da un momento all'altro.
    «Ehi Jerome! Che mi sono perso?» salutò il ragazzo, proprio nell'istante in cui la professoressa prese parola e nell'aula calò immediatamente il silenzio.
    «Salve a tutti, ragazzi. Immagino vi ricordiate di me, per chi non ha avuto modo di venire a Hogwarts nelle scorse visite io sono la Preside Rei» si presentò alla classe, Jakub prese posto accanto al rosso e, come lui, si appuntò le parti salienti della spiegazione.

    Occlumanzia= arte di tenere lontana la nostra mente da ogni tipo di penetrazione esterna. Vengono riconosciuti tre livelli di occlumante ed il più abile - quello di III livello - è in grado di contrastare persino la maledizione Cruciatus ed Imperius. L'Occlumanzia può essere solo appresa con l'aiuto di qualcuno in grado di istruirci e di spiegarci esattamente come funziona, non è un dono innato.

    Dopo aver ascoltato con attenzione la spiegazione della preside di Hogwarts, Jakub alzò la mano. «Appresa l'occlumanzia, è possibile - da parte dell'occlumante - fornire delle immagini false al Legilimens di turno che tenta in tutti i modi di leggere la mente del mal capitato occlumante? Insomma, mi chiedo...è possibile alterare o modificare i nostri ricordi così da confondere il nostro avversario?» domandò Jakub, sperando di aver espresso il suo dubbio in modo corretto.

    Jakub Ek, V anno.
    Interagito con Jerome, citato i Maniax, esposto un dubbio alla prof.

     
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