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Sayid.
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Sembrava fin troppo facile abituarsi a quella nuova vita, seppur fosse consapevole della breve durata che essa avrebbe avuto. Sarebbe potuto essere richiamato in patria da un momento all'altro, le sue capacità sarebbero potute essere richiesta altrove in qualsiasi istante, eppure i resoconti mandati in America riguardo alle informazioni che otteneva da quando si era infiltrato nel governo inglese sembravano essere diventati una parte secondaria delle sue giornate. Li scriveva ad ogni nuova informazione ovviamente, dettagliatamente, ma nella grigia cittadina della Gran Bretagna stava tornando alla tranquillità che un po' si era trovato a perdere con il rapido trasferimento dei suoi amici più stretti.
Il ruolo che aveva assunto poi lo portava a viaggiare, senza tuttavia porlo in situazioni pericolose, il che lo rendeva particolarmente felice e tranquillo, lo distraeva, senza alcun dubbio, lo teneva occupato.
Il viaggio verso il ministero del nord poi, su richiesta della ministra Londinese, riusciva ad essere il componimento perfetto di compiti e piaceri, dal momento che avrebbe soddisfatto sia la sua voglia di viaggiare, che entrambi i lavori, sia quello di facciata che quello per il ministero americano. Dovette compilare una serie infinita di scartoffie, richiedere l'approvazione ad un numero infinito di uffici, sia al ministero che all'ospedale, ma per sua fortuna nel giro di qualche giorno riuscì ad ottenere l'accesso almeno ad uno dei due luoghi, assieme ad un nome a cui rivolgersi.
Makenzie Olsson non era a tutti gli effetti la persona con cui sperava di parlare, la primaria dell'ospedale era troppo occupata e così molti dei medici che gestivano le ricerche per il Lupum, tuttavia, a pensarci bene, parlare con un'infermiera e non con un esponente più visibile di quella realtà avrebbe potuto garantirgli risposte più sincere, se fosse riuscito a toccare i punti giusti... E ci sarebbe riuscito, si diceva, del resto gli anni a fare esperienza con gli interrogatori militari l'avevano reso piuttosto abile in quel campo.
Si recò quindi all'ospedale puntuale come di consueto, si rimproverò guardandosi in una vetrata per non aver assunto un aspetto più formale rispetto al solito jeans, camicia e giacca semi sportiva, si tolse il cappellino di lana quanto meno, scompigliandosi un po' i capelli ormai troppo piatti e raggiungendo la sala di ricevimento dell'ospedale premurandosi di non prendere dentro nessuno, nè incrociare troppi sguardi. Gli ospedali non gli piacevano particolarmente, ci aveva trascorso fin troppo tempo ad aspettare che gli effetti della bomba mista alla maledizione che gli avevano cambiato la vita abbandonassero il suo corpo e da allora aveva cercato di frequentarli il meno possibile.
Si rivolse ad una donna dall'aria disponibile all'ufficio informazioni del reparto che presto mandò l'avviso di richiamo per l'infermiera, quindi rimase ad aspettare fino a che la giovane non gli comparve davanti. Miss Olsson? Chiese per conferma non conoscendone l'aspetto fisico.
La donna era giovane, molto giovane... Non si sarebbe lasciato ingannare da quel dettaglio tuttavia, porgendole educatamente la mano in un ampio sorriso. Mouse tendeva negli ultimi a non cercare il contatto con lo sguardo del suo interlocutore, dettaglio caratteriale che lo aveva allontanato dall'ambito degli interrogatori ponendolo più a lungo del solito dietro una scrivania a premere convulsamente i tasti di un pc, ma per quel giorno avrebbe dovuto fare un'eccezione, o almeno provarci. Sono Sayid Burns, rappresentate dell'ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Non gli era mai piaciuto particolarmente riempirsi la bocca di tutti quei paroloni nel presentarsi, ma era suo dovere in quella circostanza, avendo richiesto un incontro ufficiale per fare il tutto nella completa legalità e non ritrovarsi ad essere arteficie di rapporti difficili tra i due ministeri. Può chiamarmi Sayid se le fa piacere.
Le avrebbe anche detto di chiamarlo Mouse, se questo non avrebbe comportato una serie di informazioni che non era il momento di dare, soprattutto visto che dall'aspetto della giovane doveva essersi assentata dal suo turno di lavoro. Preferisce parlare nella sala del personale o mi permette di offrirle un caffè per ringraziarla della sua disponibilità? Anche tutta quella formalità non era certo tipica nelle corde di Mouse, ma in determinate situazioni era in grado di assumerla perfettamente, soprattutto quando riusciva a tenere lo sguardo sollevato e non farlo sfuggire lontano, alle spalle del suo interlocutore. Cercherò di non rubarle troppo tempo, glielo prometto. Il necessario, solo l'andamento della conversazione gli avrebbe permesso di capire quanto questo si fosse rivelato essere in realtà.
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Era di turno quel giorno, doppio per via dell'assenza della sua collega, Nils neanche le aveva dato il tempo di proporgli un cambio che era già sparito, e da lì a poco avrebbe anche dovuto parlare con qualcuno .. un inglese, da che aveva capito.
Sperava finisse presto quella giornata, ne aveva già abbastanza.
-Olsson è arrivato l'uomo che stavi aspettando, ti aspetta di sotto-
Lei finì di sistemare la benda attorno al busto di Mr Butler e lo raggiunse.
-Si, sono io- rispose allungandogli la mano, stringendo di riflesso la sua.
-Piacere di conoscerla, Sayid, io sono Mackenzie- sorrise e gli indicò una stanza dentro la quale poter parlare con maggior calma.
-Meglio la stanza, glielo offro io un caffè, il personale è curioso, e non solo-
Una volta dentro gli indicò una sedia, e lei si avvicinò alla macchinetta del caffè facendone uscire due.
-Non si deve preoccupare, ho qualche minuto di tempo prima che qualcuno richieda la mia presenza in reparto- posizionò le due tazze sul tavolo e si versò dello zucchero nel suo – quando vuole può iniziare, cercherò di essere più chiara ed esaustiva possibile-. -
Sayid.
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Non che i caffè delle macchinette si potessero ritenere davvero caffè, ma del resto nemmeno quel beverone che beveva lui la mattina in un bicchiere infinito, più acqua che altro non si poteva ritenere caffè, quanto meno per chi un caffè buono l'aveva assaggiato davvero. Non si sarebbe lamentato insomma, in fin dei conti non era li per prendere un caffè, bensì per lavoro e il fatto che lei gli avesse parlato di qualche minuto non lo incoraggiava completamente. Avrebbe davvero avuto il tempo necessario per chiedere tutto o preso dall'ansia di terminare gli istanti a sua disposizione si sarebbe lasciato scappare qualche dettaglio cruciale?
Era sempre stato uno tra i migliori, ma non interrogava nessuno da tempo a dire la verità e soprattutto, quello non era un interrogatorio, solo un incontro di natura... molto più politica rispetto a quanto erano di solito i suoi colloqui lavorativi.
La ringrazio. Le sorrise prendendo il bicchierino di plastica e mescolandone distrattamente il contenuto mentre valutava l'approccio migliore con il quale iniziare. La ragazza sembrava piuttosto presa dalla sua occupazione, una di quei tipici personaggi da ospedale che hanno nell'atteggiamento tanta irrequietezza da far quasi credere che senza la loro presenza in reparto il mondo inizierebbe a sgretolarsi. Un altro motivo per cui non gli piacevano gli ospedali, quell'ansia generale che caratterizzava tutti quelli che vi stavano all'interno, dal più tragico dei pazienti al più ricco e sano tra i medici.
Vorrei spiegarle con esattezza il motivo della mia visita quest'oggi prima di cominciare, per farle capire l'importanza del tempo che mi sta dedicando. Del resto Mouse ci credeva davvero a quanto quel suo lavoro fosse importante, avrebbe potuto avere tra le mani notizie capaci di mettere in conflitto due o più paesi, mica robina da quattro soldi. Il ministro inglese desidera avere unaa situazione chiara per quanto riguarda la diffusione della Lupuminarius a livello mondiale, in primis e vorrebbe inoltre capire come sta andando avanti la ricerca al di fuori della Gran Bretagna. Sono qui principalmente per questo, per valutare se ci stiamo muovendo nella maniera più corretta, se possiamo fornirci utili consigli a vicenda o trarre spunto l'un l'altro dai metodi di gestione del morbo. Per questo gli sarebbe piaciuto poter fare un giro all'interno del reparto infetti, ma non avendo lui ancora contratto la patologia non gli sarebbe stato permesso. Un contatto troppo pericoloso, già agli infermieri e ad i medici era stato concesso con titubanza probabilmente vista la gravità della situazione.
Inizierei quindi dal primo soccorso. Come vi comportate? C'è una separazione immediata tra i possibili infetti ed i malati di altre patologie? Come vengono gestite le visite? E mi perdoni, la mia preparazione in ambito medico non è tra le più elevate, quindi mi permetto di prendere appunti per far poi valutare a chi di dovere se possiamo trarre spunto in qualche modo dalle vostre cure, per il bene di tutti. Per quello era li del resto, per assicurarsi che effettivamente anche in quella parte di mondo che agli occhi di molti era velata da una cappa scura le persone stessero bene.. -
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Si godette quel momento di relax sedendosi tranquilla e sorseggiando il suo caffè mentre studiava l'uomo davanti a lei.
Non aveva assolutamente idea di che tipo fosse, la realtà era che neanche le interessava più di tanto.
Una cosa era certa, era molto puntiglioso e preciso in quello che faceva.
Non che a Makenzie dispiacesse, in fondo, una rinfrescata sui motivi che lo portavano lì, non avrebbero di certo nuociuto a lei.
-Capisco perfettamente- gli disse una volta che ebbe finito di spiegarle quanto aveva da dire.
-Bene allora, mi chieda pure, e vediamo se ci stiamo muovendo nella maniera più corretta e se possiamo provare, in qualche modo, a risolvere la situazione-
Un botto di domande a cui Makenzie riflettè prima di rispondere.
-Dunque c'è l'area quarantena in cui solo gli addetti possono entrare. Le visite vengono effettuate dietro un vetro e i pazienti sono sottoposti a cure e sperimentazioni.
E prego ..- sorrise – faccia pure, è normale voler prendere appunti, non mi da alcun fastidio-. -
Sayid.
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Prese appunti su quelle brevi informazioni che gli erano state fornite. Capitava che le persone con cui si trovava ad interagire per lavoro fossero restie a parlare nonostante avessero accettato volontariamente un incontro come quello, solitamente l'essenziale era capire il motivo di quelle risposte così affrettate e cercare il varco per farsi strada nelle parti più insidiose del discorso.
Avevano già accennato ai primi punti che gli interessavano, quindi momentaneamente si sarebbe soffermato su quelli per poi valutare se ci fossero altri aspetti sui quali indagare. Parla delle visite dei parenti o anche le visite mediche dicendo che si svolgono dietro ad un vetro? Mi sembra alquanto... scomodo, immaginare le seconde. Certo, aveva anche detto che solo gli addetti potevano entrare nell'area di quarantena,
ma non era da li che si diffondeva la patologia, non era quella la sua principale area di preoccupazione. All'interno del pronto soccorso nello specifico, saprebbe delinearmi il vostro protocollo di intervento? Descrivermi il primo approccio al paziente con una sospetta infezione? Sospetta, non certa. Contemplavano quella possibilità o sceglievano di ricoverare a priori tutti i sospetti?
Passò al secondo punto che si era segnato in quel breve inizio di dialogo, cerchiando sul suo block notes la parola sperimentazioni. Niente che non ci fosse anche a Londra, ma non era la loro esistenza ad interessargli, quanto le loro applicazioni.
Per quanto riguarda la cura immagino stiate seguendo quella da protocollo standard che è stata diffusa a livello mondiale, è corretto? La somministrazione della pozione man mano riadattata con le nuove scoperte ai pazienti ricoverati e la fornitura continua della stessa ai malati lievi che venivano dimessi, assieme ovviamente all'obbligo di adottare le dovute precauzioni nel girare liberamente per le strade.
Le sperimentazioni invece... sa dirmi di cosa si tratta? Che genere di sperimentazioni e come vengono svolte? Tenevano conto della volontà del paziente? Ma forse mentalmente era partito un po' troppo prevenuto al riguardo delle consuetudini nordiche, non erano tutti Michael Moon, si era già detto più volte.. -
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Il ragazzo che aveva davanti gli sembrava molto un ispettore che un semplice galoppino del ministro della magia inglese.
Makenzie non si soffermò molto a studiarlo comunque, le venne in mente solo che se al posto suo ci fosse stato un altro lo avrebbe già mandato al diavolo.
Cos'era un interrogatorio?
Bah.
-I medimaghi non effettuano visite oltre il vetro, mi pare ovvio, altrimenti come farebbero?- sorrise affabile – si indossano le dovute protezioni, come immagino facciate in Inghilterra.-
Ed ecco seguire una nuova domanda, e venire una nuova risposta.
-Per quanto riguarda l'approccio al paziente, si procede con una normali analisi dei valori sanguigni. Se risultano fuori norma si invia automaticamente il paziente in quarantena e si avverte il ministero così che possa procedere con la sterilizzazione.-
-Per quanto riguarda la cura immagino stiate seguendo quella da protocollo standard che è stata diffusa a livello mondiale, è corretto? - Annuì .
-Il protocollo è mondiale si, solo che al Nord si pensa che il freddo possa bloccare il virus ed è così, infatti i più gravi vengono inviati in una struttura particolare in Siberia per quanto riguarda le sperimentazioni sono atte a bloccare la diffusione del virus, così come a Londra. La differenza è che al Nord è comune l'uso delle arti oscure cosa non eticamente accettata da ogni paese nonostante ci siano stati notevoli successi.-
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Sayid.
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Altre parole si susseguirono rapide sul foglio di Mouse. Non si sentiva completamente a suo agio in quel ruolo, ma non l'avrebbe lasciato trapelare, del resto aveva passato anni d'addestramento ad imparare come nascondere le proprie emozini, non sarebbe crollato così. Cosa intendete con sterilizzazione? Si appuntò il termine, non perchè non ne conoscesse il significato, ma per quanto ne sapeva non era una pratica che adottavano anche a Londra. Immagino saprà parlarmene meglio il rappresentate del ministero con cui ho chiesto un incontro appositamente per sapere della gestione al di fuori dall'ambiente ospedaliero, ma mi interessa, se non è un problema per lei, il suo punto di vista in quanto professionista sanitario nonchè cittadina. Del resto come termine non era particolarmente rassicurante... Certo, poteva aver pensato male ed in realtà si trattava solo di passare con l'amuchina ed a colpi di tergeo l'intera casa!
Se per il resto il protocollo ospedaliero era equiparabile a quello del resto degli stati non sarebbe stato necessario approfondire l'argomento. Interessante era ovviamente invece il rapporto con il freddo, la donna aveva parlato della siberia ed anche questo sarebbe stato un interessante argomento di dialogo con chi di dovere al ministero, anche per informarsi tra i rapporti che vigevano tra le terre del patto scandinavo e la Russia orientale. I pazienti gravi vengono trasferiti automaticamente nelle strutture che mi ha citato o eventualmente possono scegliere di rimanere qui in ospedale, più vicini ai propri cari? Il freddo era una possibilità di cura così potente da essere messa prima dell'aiuto psicologico che poteva avere la vicinanza con la famiglia o si valutava caso per caso a seconda della volontà dei pazienti?
Può farmi qualche esempio di come sono state usate le arti oscure per curare il virus? Legalmente non potranno essere usati metodi simili all'interno dei nostri confini, tuttavia sarebbe un'informazione che potrebbe tornare utile ai nostri medimaghi e ai nostri indicibili per la ricerca di una cura concreta e valida per tutti. Vi era uno svariato numero di argomenti di cui trattare nei colloqui di questa manciata di giorni, avrebbe rischiato di non trattarli tutti se si fosse lasciato distrarre da un unico filone, ecco perchè cercava di tenere la mente completamente concentrata ed indagare ogni parola per non fraintendere o rischiare di tralasciare dettagli in realtà essenziali.. -
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-Per sterilizzare usiamo metodi forti- non sapeva se si sarebbe scandalizzato o meno, ma comunque era intuibile su quali tipo di metodi vertesse no?
-Tipo l'ardemonio- per essere chiari insomma.
-I pazienti non possono scegliere. Se la situazione è critica, i pazienti vengono automaticamente trasferiti per il loro bene- qualsiasi cosa loro facessero in quell'ospedale era sempre per il bene del paziente.
-Ovviamente prima di farsi ricoverare a tal proposito firmeranno una sorta di liberatoria- e fino a quel momento tutti erano stati abbastanza intelligenti da capire la gravità della situazione e di voler agire per il meglio.
-Mi dispiace non posso farle degli esempi, perchè mi è stato proibito parlarne. Sono informazioni che il ministero preferisce tenere segrete. Spero comprenda-. -
Sayid.
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Non possono scegliere, ma firmano una liberatoria... Ripetè ad alta voce cercando di trovare un senso in quello che stava ascoltando... Sembrava solo un modo come un altro per indorare la pillola, un modo gentile per non usare la parola obbligatorio. Ci provava a non giudicare, a prendere quelle informazioni come completamente imparziale, tanto che si stava dicendo che quelle cure obbligatorie erano per il bene di tutta la società magica quindi dovevano per forza di cose avere un aspetto positivo a cui guardare... E cosa succede, o dovrebbe succedere, se un paziente non vuole firmarla?
Aveva bisogno a quel punto di una quadro chiaro della situazione, almeno per quanto era in suo potere scoprire, visto che le cure erano argomento off limits, nonostante il ministero si vantasse tanto della sua apertura alla collaborazione e via dicendo, ma forse Mouse aveva solamente mal compreso le informazioni che gli sono arrivate dall'esterno del Paese.
è l'ultima domanda, poi la lascerò andare. Immagino che ai dubbi che mi restano sarà più adatto a rispondermi il delegato del ministero che è stato scelto per il colloquio parallelo a questo... Sorrise, perchè in fin dei conti lei non aveva alcuna colpa per le lacune che rimanevano nei suoi appunti. Non aveva il permesso di riferire ogni cosa, presumibilmente aveva avuto in precedenza un colloquio con la direttrice dell'ospedale per sapere su quali punti tacere quindi le sarebbe comunque stato grato per il tempo che gli aveva dedicato e per quello che era stata in grado di chiarire. Non poteva avere tutto del resto, non se voleva fare le cose per bene, in superficie, senza indagare nei meandri più sordidi della faccenda.. -
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Makenzie si limitò a guardare l'uomo davanti a se, che ragionava ad alta voce, come se lei potesse dargli altre risposte oltre quello che aveva detto.
Ovviamente non poteva e lui doveva ritenersi persino fortunato ad aver avuto qualcuno disposto a illuminarlo, se non in tutto almeno in qualcosa.
-Dovrebbe chiederlo a chi di dovere, io sono solo una infermiera- gli fece notare non sapendo cosa succedesse effettivamente in cima alla burocrazia.
-Mi dispiace non esserle di alcun aiuto, spero che troverà altrove le sue risposte- gli sorrise e raccolse le sue cose - buon proseguimento di giornata - si congedò così, pronta a ripartire con la solita routine..
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