Dating in the dark ☾

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  1. Ivy.
     
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    Era già da tempo ormai che frequentavo Hogwarts ma, avevo visto ben poco di cosa c'era oltre il suo enorme cancello d’ingresso. Non volevo andarmi a mettere nei pasticci, però piuttosto che rimanere chiusa nella sala comune,preferii uscire per svagare un po' la testa dallo studio. Non era una sera particolarmente gelida si percepiva un leggero venticello dove i miei capelli si muovevano al suo ritmo portando con sé la scia del mio profumo che si disperdeva nell'aria.
    Non c'erano dubbi sulla mia testardaggine, come al solito uscivo sola alla ricerca di qualche futile guaio in quella notte buia, dove neanche le stelle stesse erano visibili e la luna era l'unica luce che illuminava le oscure strade che percorrevo.
    Mentre camminavo iniziai a respirare profondamente, inspirando aria fresca che arrivava dritta nei miei polmoni lasciandomi una sensazione di relax e tranquillità.
    Camminai circa per un paio d'ore, non mi resi conto di dove stavo andando, probabilmente mi ero persa ma non mi preoccupai, avrei chiesto a qualche passante la strada per tornare indietro; sempre se avessi incontrato qualcuno.
    Mi ritrovai in una zona alquanto tenebra e misteriosa,non c'era nessuno, il silenzio vigeva sulle quelle tetre strade dove si udiva solamente il delicato fruscio delle foglie sui maestosi alberi che decoravano la città. ''MA CHE POSTO E' QUESTO?'' guardai con occhi da bambino tutto ciò che in quel momento mi circondava:le sporche panchine in legno presenti in un piccolo parco giochi abbandonato, i ciottoli sulle stradine cupe che percorrevo e gli altissimi pali delle luce che emettevano una luminosità ad intermittenza a causa delle loro lampadine fulminate. Ma qui non era come a Hogwarts: qui l’aria era diversa,cambiava magicamente comparendo dal nulla un gelido freddo che perforava la pelle arrivando fino alle ossa unito all’innalzarsi di vento più forte e aspro che raffreddava il mio corpo.
    Continuavo a girovagare in quella misteriosa cittadina, quando la mia attenzione venne catturata da un bizzarro rumore proveniente da qualche spoglio cespuglio ma,che a causa del buio,non riuscii a intravvedere di cosa di trattava. ‘’CHI VA LA?’’ dissi con un tono provocatorio. Non avevo paura, sapevo dell’esistenza delle creature della notte ma io essendo molto scettica, non credevo molto a questa leggenda. Con cautela tentai di avvicinarmi al rumore, raccogliendo un ceppo che trovai a terra mentre proseguivo nella mia direzione. Sempre più vicina e con il bastone alzato,decisa nel tirare un bel colpo a chiunque mi si fosse presentato, quando, un cucciolo di gattino mostrò il suo piccolo musetto emettendo insieme un leggero miagolio. ‘’ODDIO CHE AMORE CHE SEI’’.
    All’udire delle mie parole il piccolo animale sfrecciò una corsa andandosi a nascondere in un vicolo ceco.''NOO, ASPETTA DOVE VAI?'' Decisi di seguirlo accelerando il passo in modo da raggiungerlo, addentrandomi nell’oscura via. L’odore di immondizia misto a umidità fu la prima cosa che avvertii per poi notare quel piccolo gattino mangiare del cibo avanzato presente nel cassonetto dei rifiuti di quel vicolo.
    Ora eravamo solo io e la piccola bestia che lentamente si nutriva. Non avevo paura ma un po d'ansia e tensione incominciò a salirmi, in fin dei conti mi trovavo in un posto sconosciuto e allo stesso tempo anche tenebroso.


    Edited by Ivy. - 14/10/2016, 23:24
     
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    Senza nessuna pretesa, non avrei voluto essere un ragazzo solitario in fuga dalla sua vita e non avrei voluto essere un poeta maledetto. Ero diretto verso luoghi a me sconosciuti e lo sapevo, non c'era nessun ricordo bello o brutto che fosse ad aspettarmi dietro l'angolo e a saltarmi al collo come fossi la sua preda prediletta,Potrei anche abituarmici ed effettivamente il mio processo di "depurazione vita" avrebbe potuto cominciare dal frequentare un altro ambiente. Non avrei focalizzato la mia attenzione sui compagni di casata, non avrei mimato uno squallido tentativo di ribalta in mezzo ai miei pari. Ero in perfetto accordo con me stesso ed il razzismo fra studenti non faceva più al caso mio, tuttavia nessuno avrebbe potuto sapere quanto sperassi incontrare una divisa verde-argento sui miei passi.
    Si, quella mia passeggiata inconsueta procedeva e con il suo procedere anche un'espressione fiera ed indomabile andava delineandosi sul mio viso. Sembrava che avessi perso ogni sfumatura di charme agli occhi dei miei compagni, stavo riacquistando la dignità. Avevo perso la dignità ed ero sul tortuoso percorso per riacquistarla, anche se ci fossero voluti anni, anche se avrei dovuto passare per l'inferno, per il paradiso ed ancora attraversare le fiamme. Era tutto così pacifico, era tutto così privo di vita ed irreale.Questa è sicuramente la parte di para..''NOO, ASPETTA DOVE VAI?'' Una voce femminile scaturì da un posto imprecisato alle mie spalle.Con un tono così melenso questa non è certo una figlia di Salazar. Le mie considerazioni avrebbero potuto passare in secondo piano ed il mio classico sorriso misto indifferente/distratto comparve sotto il naso.Bisogno di aiuto? Young, non potevi ignorarla? La mia indole da cavaliere non sarebbe stata soffocata da una divisa di un colore differente, nonostante l'ineguagliabile razzismo e l'impareggiabile diffidenza verso il prossimo.
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  3. Ivy.
     
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    Continuavo ad osservare quell’innocente gattino che continuava a mangiare della rivoltante sporcizia pensando che non avrei potuto fare niente per aiutarlo, non potevo portarlo a Hogwarts, non me l’avrebbero permesso e tanto meno avrei potuto nasconderlo nella mia camera qualcuno prima o poi, per arruffianarsi qualche professore, avrebbe fatto di sicuro la spia: di gente cosi la scuola ne era piena. Mentre la bestiolina si nutriva, mi chinai per accarezzarlo; il suo pelo era morbidissimo, tinto di un grigio chiaro unito da striature nere, due occhi come il colore del mare e la sua lunga e sottile coda nella parte posteriore del suo corpicino. ‘’CHE TENERO CHE SEI’’.
    Mi alzai di scattò, strofinando le mie mani attorno alle braccia ‘’CHE FREDDO CHE FA’’ dovevo tornare assolutamente indietro, prima che sarebbe potuto accadere qualcosa. La zona non era bella da frequentare di notte, strani suoni iniziarono a provenire da ogni angolo ed io ero da sola, sperduta in questa cittadina. Volevo tornare al castello, ero sempre più agitata e rimanevo nascosta in questo vicolo ceco per la paura di poter incontrare qualcuno. Ciò che avevo subito in passato abbassò così tanto la mia autostima, portandomi a non fidarmi più di nessuno, stando sempre sul ‘’chi va la’’ cercando di farcela sempre con le mie forze.
    Nuovamente tornai a sedermi accanto al gattino, tirando fuori la mia bacchetta cercando di creare un po' di luce ‘’LUMUS’’, puntandola verso l’animale che riprese a cercare qualcos’altro da mangiare. ‘’ADESSO VA MEGLIO, VERO?’’ sorrisi al micio accarezzandolo contemporaneamente ma, tutto a un tratto, iniziai a sentire il rumore della brecciolina che strusciava sulla strada, dei passi che erano sempre più vicini alla mia posizione quando una voce maschile e gentile pronunciò BISOGNO D’AIUTO?. Di conseguenza mi alzai e buttai un urlo cosi forte da terrorizzare il piccolo gattino che andò a nascondersi all’interno del cassonetto dei rifiuti. ‘’OOH, ODDIO MI HAI SPAVENTATO A MORTE’’ esclamai con ansia,puntando la luce della bacchetta verso il ragazzo ''a modi interrogatorio'' ‘’MI HAI FATTO VENIRE UN INFARTO,COME TI SALTA IN MENTE DI USCIRE COSI, ALL'IMPROVVISO!! PENSAVO CHE FOSSI QUALCHE STRAMPALATO UBRIACONE ’’.
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    Avevo il cuore in gola a causa dello spavento preso ma, mi calmai immediatamente alla vista di quel giovane che a pelle mi trasmetteva sicurezza.
    Era un tipo davvero singolare: alto,capelli castani e occhi di un color così particolare che rimasi incantata per qualche minuto nell’osservali. Forse questa serata non era poi cosi male, era iniziata col piede sbagliato ma sarebbe potuta finire nei migliori dei modi.
    Lentamente mi avvicinai a lui, tenendo ancora la mia bacchetta ben puntata ‘’ NON VUOI FARMI DEL MALE VERO?’’ dissi in modo sarcastico il tutto accompagnato da un'ingenua risata.
    Allungai la mia piccola e gelida mano verso il ragazzo ‘’IO SONO IVY, E AMMETTO DI ESSEREMI PERSA.. E TU COME MAI SEI DA QUESTE PARTI…..?’’ chiesi incuriosita senza concludere la frase, in attesa di sapere il suo nome.
     
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