Cheap Thrills

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    Quando per la prima volta rividi il suo nome su una lettera indirizzata all'Ufficio affari internazionali, avevo pensato ad un errore. Ad un mio errore, in fondo non potevo essere certo delle sue generalità, ero più stanco, ma ancora largamente convinto che potesse avermi mentito su tante di quelle cose che non potevo essere sicuro di niente. O forse questo è quello che mi raccontavo da qualche parte nel mio cervello.
    Anna Sokolov. Quando arrivò la seconda lettera allo smistamento mi chiesero di recapitarlovelocemente perchè quelli del ramo internazionale è sempre gente non incline all'attesa. Non avevo voluto tentare la sorte, nemmeno chiedendomi se per caso il fato avesse voluto che ci rincontrassimo così, dopo mesi, quando avevo seppellito mia moglie per la seconda volta, quando pensavo che non ci fosse dolore più grande di quello, di nuovo.
    Non tentando la sorte, avevo consegnato il pacco ad uno che era del mestiere da mesi ormai, fingendo che qualcuno richiedesse urgentemente la mia presenza altrove. Dopo una settimana avevo dimenticato l'accaduto, ma c'era pronto a ricordarmelo un pacco grande come poteva esserlo quello per un televisore da viaggio, c'era scritto sopra Anna Olga Sokolov, dipartimento affari internazionali.
    Mi fermo, immobile, respiro quasi a fatica, deglutisco e faccio un salto solo quando il collega con la giacca più bella della mia spunta dal bancone chiedendomi cosa ci sia che non va, io ci metto un po' a rispondere, talmente tanto che faccio si che lui mi richieda: Allora?
    “Anna Sokolov, puoi descrivermela?”
    gli chiedo in modo distratto, come se non mi interessasse, stupido perchè nessuno chiederebbe di descrivere una persona per la quale non ha il minimo interesse.
    Lui mi guarda, è panciuto, sembra ingenuo, e forse lo è sul serio, mi ha detto più volte che gli ricordo il figlio, che ha scelto però di trasferirsi in America, prendendo un volgare accento americano che a lui non è ancora andato giù, lui che non parla nemmeno un fluente inglese. Penso sia questo il motivo per il quale mi abbiano assunto, non lo vedo così sveglio ed in grado di sbrigare il lavoro da solo. Mi chiede perchè mi interessi, non ha una buona memoria mi dice, a meno che non sia la bionda assunta poco tempo fa, se la ricorda perchè è incinta ed ha un grazioso accento dell'est, parlano polacco tra di loro, parlicchiano almeno, rimango immobile e sono certo di cambiare espressione perchè lui mi chiede cosa non vada, perchè glielo abbia chiesto.
    Gli dico che forse la conosco, glielo dico con un sorriso passivo in modo che possa sembrare quasi felice per me.
    Non posso pensare che abbia seguito me, si è trasferita prima che io avessi anche solo la minima intenzione, eppure è qui. A volte mi chiedo e mi immagino cosa farei se la rivedessi.
    L'ultima volta ce l'ho ancora fissa nella mia mente e sono pronto a sperare di aver agito nel modo corretto, vorrei che sappiate che non c'è motivo per fare dei passi indietro. Non ce l'ho più con lei, il dolore che ancora mi porto dietro è più piatto dell'ultima volta, ma duro e troppo pesante perchè possa ancora pensare di essere tanto adirato.
    Non ho avuto ritorsioni, su quello aveva ragione, nessuno ha bussato alla mia porta e nessuno ha trovato la fedina penale più sporca di quanto non fosse già.
    Ma so che questo non sarebbe comunque dipeso da lei, se avesse voluto non l'avrebbe fatto comunque. L'unica cosa che riuscivo a ricordare però, erano quei suoi occhi, quei suoi occhi che mi guardavano su quel pontile di metallo, ogni colpo, ogni risposta inferta come se non avesse niente altro da dare. Poi mi aveva guardato mentre il suo compagno mi trucidava. Poi in casa sua mi aveva detto del bambino, aveva azzardato scuse che non riuscivo nemmeno a ricordare.
    Alla fine non sarebbe servito niente, se non tempo. Non ricordavo nemmeno cosa ci eravamo detti in quella casa. Ma ricordavo ogni sensazione. Quasi mi sfiora l'idea di lasciare il lavoro. Sono in prova da due settimane, non c'è motivo perchè io resti, a Caterina dirò che ho fatto qualche stupidaggine o semplicemente hanno assunto qualcuno migliore di me. Poi guardo l'uomo, mi chiede se porterò io il pacco a lei, ma io non gli rispondo.
    Alle 22 il pacco è ancora lì, l'uomo è andato a casa da un paio di ore, ed io la scusa per non essermi mosso ancora. Ho deciso di farlo, mi sono convinto di essere dalla parte della ragione, mi sono ricordato che non ho fatto niente di male io. Eppure quando busso alla sua porta , all'interno della quale una luce fioca balla sinuosa, la sola voce di lei e l'idea di entrare davvero mi fa quasi scivolare il pacco dalle mani.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    587

    Status
    Offline
    Dopo l'episodio con Dries, dopo essergli stata vicino il tempo necessario affinchè potesse anche solo contemplare l'idea di accettare la sua nuova situazione, Anna aveva preso la sua decisione definitiva.
    I suoi genitori le avevano scritto di tornare in Russia, e vivevere con loro i mesi che la separavano dalla nascita del suo bambino.
    Nonostante avessero insistito tanto per sapere chi fosse il padre, lei si era rifiutata di farglielo sapere, optando per la soluzione più semplice per tutti, gli aveva detto loro che si trattava di inseminazione artificiale.
    A chi le chiedeva “perchè?” lei rispondeva “perchè così ho deciso”.
    Nessuno poteva mettere in dubbio le sue parole, nessuno doveva permettersi di farlo.
    Aveva imposto come condizione quella che non sarebbe andata a vivere con loro.
    Aveva preso una casa nel villaggio di Bergenwiz e si faceva quei chilometri a piedi tutti i giorni per accettare la situazione e schiarirsi le idee.
    Il posto che le era stato dato era stato di un uomo che era dovuto partire per Londra.
    Era un lavoro che comportava diversi viaggi all'estero, ma per lo più una sedentaria vita in ufficio, almeno fino a che Ivan, così aveva deciso di chiamare il suo bambino, non fosse nato.
    La cosa strana che aveva notato da che lavorava li era che la posta le veniva recapitata sempre da persone diverse.
    Un paio di volte non le era persino arrivata.
    Non che le importasse il contenuto di ogni missiva, ma non era professionalità questa.
    Quel giorno però aspettava un pacco personale, non potendo prendersi neanche un giorno di lavoro si era fatta spedire la culletta che aveva acquistato direttamente al ministero, non era ingombrante per di più che contava di portarla a casa con la metropolvere.
    Ma evidentemente il corriere magico aveva fatto tardi.
    Ne aveva approfittato per sbrigare altre scartoffie, ma si erano ormai fatte le dieci di sera, ed era stanca da morire.
    Sentì bussare alla porta e sollevò gli occhi dalle carte che aveva davanti.
    -Avanti- disse dopo essersi schiarita la voce.
    Non vedendo nessuno aprire la porta si decise ad alzarsi e farlo da sola.
    Se si fosse trattato dell'ennesimo scherzo, a quell'ora della sera, avrebbe usato le ultime energie che le erano rimaste per urlare.
    Così aprì di scatto sicura che non avrebbe trovato nessuno dall'altra parte, di certo non si sarebbe mai potuta aspettare di vedere lui ..
    Furono secondi pesanti come macigni quelli che si seguirono.
    Secondi in cui nessuno dei due disse niente.
    Probabilmente l'uomo che aveva davanti non era Desmond Reed.
    Eppure il cuore aveva preso a battere furiosamente e il bambino nella sua pancia si era appena mosso dandole un calcio.
    Istintiva la mano andò a placare la zona dolorante e lei si fece da parte.
    -Prego, entri pure, può lasciare il paco lì- indicò un punto indefinito della stanza e finse di non riconoscerlo.
    Sperava solo che, lo sguardo che per un breve attimo lo aveva riconosciuto come l'uomo che gli aveva stravolto la vita, non gli fosse mai arrivato, perchè quell'uomo aveva smesso di esistere il giorno stesso in cui avevano cercato di uccidere lei e il suo bambino bruciando la loro casa.
    Che nessuno dei due vi si fosse trovato dentro .. questo era solo un miracolo.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous


    Lei è bella, bellissima come è sempre stata, e non ho mai fatto in tempo a dirle che le donano molto più i capelli sciolti dietro le orecchie come adesso che quella crocca tanto stretta quando andava ad insegnare. Mi sento come se le ghiandole nella gola si fossero gonfiate a dismisura, come se mi impedissero di respirare con tranquillità. Sembra quasi di avere un attacco di panico.
    E fondamentalmente è così.
    So che è inoffensiva, non può essere diversamente con un grembo tanto grande ed uno sguardo pieno e carico di panico come quello che sta utilizzando per guardarmi negli occhi. Si ferma, io mi fermo, pagherei oro per sapere quali siano i suoi pensieri. Non mi fido ancora di lei, ed il dolore che muove i miei fili è ancora troppo grande perchè possa regalarle un pensiero più lungo e pieno di disappunto come quello che sto facendo adesso.
    Non credo che lei sia felice di rivedermi, certamente non può sapere che quella casa di merda che è stata a lei bruciata e a lui distrutta è stata la ritorsione più leggera che qualcuno può avere subito in una occasione del genere. Il pù fortunato di loro sarebbe dovuto finire all'ospedale, il più sfortunato già ora sarebbe sottoterra mangiato da vermi e con un odore talmente acre da abbracciare lo stomaco e farti vomitare come se fossi in attesa. Anna non sa che io avevo richiesto che l'uomo subisse una fine ben peggiore di quella che era toccata a casa sua, ma la premura con la quale avevo chiesto di farlo fuori, era pari a quella che avevo richiesto perchè fosse solo la casa di Anna a bruciare come se un ardemonio non fosse abbastanza, come se non bastasse altro che far crollare le fondamenta di tutto quel palazzo di merda.
    Ero stato io a dire ai ragazzi che lei era incinta, e che non ci sarebbe stato nessuno a piangerla, dunque ucciderla non avrebbe avuto senso, se non macchiarci nel profondo, avremmo ucciso un bambino innocente che nessuno avrebbe mai compianto. Daryl mi aveva chiesto scherzando se fosse mio. Quello schiaffo che gli avevo dato mi aveva lasciato un ampio margine di riscatto, di verità, non avevo più chiesto credendo che la risposta fosse un: no.
    Ricordo le parole di lei, quando dice che ero il più umano, era questo il motivo per il quale ero stato richiesto, nessun altro. Certo la mia posizione di favore con Point mi aveva fatto solo guadagnare punti per qualcosa di già deciso. Il più umano.
    Faccio un passo nello studio asettico, di un freddezza tale nonostante i colori scuri e caldi da farmi pensare di aver varcato la soglia di un finto paradiso. La sua voce trema appena, per quanto si sforzi di sembrare ferma e determinata, per quanto mi dia del lei come fingendo di non avermi riconosciuto, sento che prova lo stesso identico disagio che provo io, stretto in questa divisa blu scuro con i riportini rossi che sapevo essere troppo calda e da pinguino. Adesso la sentivo più aderente e bollente che mai.
    “Questo è per l'altro che lavora qui dentro” Poso un pacco, uno sopra l'altro, guardo il nominativo del secondo e strappo le due ricevute. Mi guarda per chiedermi cosa diavolo ci faccia io qui. Forse si starà chiedendo perchè sia cambiato così tanto, o forse non lo sono così tanto dall'esterno se non per una massa muscolare più accentuata, dei capelli appena più lunghi pettinati ordinatamente da un lato, e la barba leggera che mi hanno concesso di mantenere. Oltre questo non è cambiato gran che, se non il mio atteggiamento generale, dovrebbe rivoltarmi come un calzino per capire. Ma sono certo che avrebbe fatto di me quello che ne avevo fatto io del suo ricordo. Invece di infilarlo nel pensatoio, lo avevo rotto, volontariamente.
    “No forse ho sbagliato piano” dovrebbe vedere che ho concluso il mio grosso tatuaggio sul petto e sulla spalla, quello potrebbe vederlo, ma oltre questo scelgo di non dirle altro, le porgo la penna in silenzio con la sua ricevuta, poi tengo laltra in mano.
    “Mats Soboer, lavora qua?” le chiedo schiarendomi la voce e riprendendo la penna per rifirmare la mia casella.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    587

    Status
    Offline
    Lo odiava con tutta se stessa, lo odiava perchè le faceva battere il cuore, perchè nonostante tutto non provava quella voglia di cancellarlo per sempre dalla sua vita.
    Odiava il fatto che non riuscisse a toglierselo dalla testa.
    MA PERCHE'!? si chiedeva.
    Perchè proprio lui doveva mettere in discussione il suo modo di vedere la vita, lei che non si era mai voluta legare a nessuno, perchè sentiva di doverlo fare proprio con Ty.
    Le avevano fatto qualche malocchio, non c'erano altre spiegazioni.
    Cercava di fare la parte di quella che non conosceva la persona che aveva di fronte, eppure l'unica cosa che seppe fare fu quella di notare quanto fosse più massiccio, di quanti millimetri si fosse cresciuto i capelli, e anche la barba, che quando abitavano insieme portava sempre rasata, ora era incolta.
    Fu un lampo quello che le ricordò della foto che aveva messo sulla scrivania, il disegno che le aveva mandato Ade.
    Si scostò veloce e abbassò la cornice, voltandosi successivamente di scatto verso di lui.
    -Va bene- rispose incrociando le braccia sul ventre ricurvo.
    "Cosa ci fa qui?" "Chi diavolo si sta divertendo a prendermi per i fondelli?!"
    Erano tante le domande che affollavano la sua mente, non da meno quella secondo cui scappare al Nord non fosse servito a niente.
    Scappare ... una bruttissima parola per Anna, che faceva del suo coraggio un vanto.
    Lo stesso coraggio che ora la portava a fingere di non riconoscere nell'uomo che aveva davanti quello che l'aveva quasi uccisa, per ben due volte.
    -l'uomo che cerca lavora nell'ufficio accanto- prese la penna e la ricevuta che le porgeva, si voltò per metterci sopra una firma.
    La sua.
    A.O.Sokolov.
    -Non lo troverà, è uscito circa due ore fa-
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous
    Nel dubbio, la seccatura di chiederle di firmare anche la sua ricevuta per lasciarle in custodia il pacco era molto più grande del farlo, quindi semplicemente non lo faccio, ritiro la mia ricevuta riposandola sopra il pacco da consegnare domani. Semmai dovessi convincermi a tornare a lavoro. In realtà non c'è nessun mandato di arresto che le permetta di mettermi le manette ai polsi, e l'ausilio politico mi permette di rimanere sereno non prima di parlare della mia situazione con il mio superiore. Non sono stato del tutto sincero ma non pensavo ce ne fosse bisogno in qualche modo.
    Faccio di tutto perchè i miei occhi non incontrino la sua figura né i suoi, e non è perchè di certo io abbia paura o qualcosa del genere, ma piuttosto perchè non ho voglia di rivivere dei momenti guardandola. Non potrei fare a meno di pensare alla prima volta che dopo anni dalla morte di Liz io abbia deciso di tornare a letto con una donna. Sembrava ci avesse messo almeno una settimana a convincermi che nemmeno a me bastavano più i preliminari. Fu un disastro la prima volta, la prima sera davvero un gran disastro. Ebbe una pazienza tale che solo dopo sarei riuscito a comprendere. E dopo quello, dopo Ariadne, portavo ancora addosso le cicatrici di quanto stupido fossi stato. Ma non avrei più fatto lo stesso errore, Caterina, lei, colleghi, nessuno di loro mi avrebbe più avvicinato tanto da potermi distruggere, nessuno avrebbe più potuto distruggere quello che avevo tanto impiegato a tirare su. Ad armi pari l'avrei uccisa quando avrei potuto, e se quel figlio di troia non mi avesse sparato, avrei ucciso anche lui, eppure la mia promessa è ancora valida, prima o poi lo incontrerò ed avrà quello che si merita, direttamente dalle mie mani.
    Salutarla vorrebbe dire cercare di irritarla, sa perfettamente chi sono e non ho voglia di fare alcun teatrino che miri ad irritare entrambi. Quindi riprendo il pacco ed esco senza proferire nemmeno una parola. Persino la porta potrebbe provocare troppo rumore, quindi la lascio aperta, fingendo che non mi interessi in alcun modo.

    Avevo quasi deciso per colpa sua di cambiare lavoro, ero tornato quella sera inoltrata stessa al b&b ed avevo rifatto le valigie, pronto ad andarmene. Poi mi ero calmato e ci avevo pensato su. Caterina mi aveva chiesto se fosse stata una brutta giornata. Le avevo detto di si.
    Il caso, come sempre, volle che incontrata una volta, mi sembrava di vederla ovunque, e la vedevo ovunque, come se ci tenesse a mostrarsi ovunque di soppiatto.
    Quella mattina, trascorsi tre giorni dal primo incontro, sostavo davanti la macchinetta, lei era in fila dietro tre persone.
    Io in pausa, e la guardo. Così, giusto per metterla un po' a disagio.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    587

    Status
    Offline
    Credeva davvero che non lo avrebbe rivisto più, quando se ne era andato dalla sua stanza il primo pensiero che era balenato nella mente della Russa era stato un semplice:” non tornerà domani.
    E' di nuovo finita”.
    Invece se lo era ritrovato davanti il giorno seguente, e quello dopo ancora, come se fosse una persecuzione.
    Un giorno aveva dovuto rinunciare a fare i suoi bisogni perchè “Il fattorino sta aggiustando i bagni” avevano detto le stronzette sbavanti del terzo livello.
    Andiamo, era un uomo, che avevano da ocheggiare tanto?
    Peccato che ad Anna fosse ben chiaro il concetto madre che guidava quelle donne a fare le stupide, lo sapeva e se ne innervosiva ogni volta.
    La cosa più brutta era che ogni volta con Ivan era sempre peggio, lei si arrabbiava? Lui scalciava, una cosa tremenda.
    “Fastidiosi, tutti e due, tale padre tale figlio!”
    Non che lo avesse seguito, ma il giorno successivo al secondo lo aveva visto parlare con una moretta tutto culo e poche tette.
    Rispetto alle sue quanto meno.
    Era il suo opposto, mora, con la pelle scura, persino alta più di lei.
    L'aveva segnata nella lista delle persone a cui fare una visita, prima o poi, anche se non le era ancora chiaro il perchè.
    Forse perchè lo toccava troppo per i suoi gusti.
    Quella mattina aveva comunque bisogno di un caffè, non aveva dormito bene la notte, e non c'era verso perchè la successiva le mostrasse clemenza.
    Tutto sommato era abbastanza chiaro che .. non si sopportava sola.
    Davanti a lei tre persone, dietro di lei .. non c'era nessuno, prima che si sentisse addosso lo sguardo di qualcuno in particolare.
    Non sapeva chi fosse, ma non aveva neanche il cuore di voltarsi.
    Nessuno osava guardarla con tanta insistenza li, non dopo che a uno aveva dato uno schiaffo sulla mano, e non di quelli leggeri e a un altro lo aveva messo a tacere con uno sguardo.
    Sostanzialmente era tornata la Anna di un tempo, quella che non dava confidenza neanche a pagarla e che decideva con chi intrattenersi per suo diletto, e non per quello di altri.
    Quando l'aria divenne insopportabile si voltò, la verifica non diede un esito diverso da quello che si aspettava, dunque fu con aria tagliente che si decise ad affrontarlo.
    -Ha finito di fissarmi?-che ci provasse a negare.
    -Per sua informazione il mio lato B non fa parte dei biscotti che accompagnano il caffè-
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    Sono conscio del fatto di non essere un uomo ripugnante, e non perchè abbia una grande autostima, ma perchè il riscontro all'esterno sembra essere discreto. Non cerco una donna, non ne ho la minima intenzione, e sono certo che siano le donne ad essere particolarmente attente ed in una fase particolare.
    Alla loro età se sono sole hanno il desiderio di mostrare quanto disponibili siano, se sono sposate, hanno solo bisogno di mostrare quanto ancora vogliano risultare attraenti. Non sono io, sono loro.
    La segretaria del quinto piano mi aveva detto che forse la bionda russa era gelosa, si era fermata a guardarci per qualche secondo il giorno prima. Non lo avevo fatto apposta, non come la stessa Georgina almeno. Era una donna provocante, civettuola, e mi sentivo più spesso a disagio con lei che per una visita alla prostata.
    Non mi interessava che Anna fosse gelosa, minimamente, e poi non lo era, non poteva mica ritrattare. Non c'entrava niente l'attrazione, contavano i fatti ed non ci avevo mai e poi pensato che potesse essere vero quello che mi aveva detto. Anche per un attimo non mi attraversò minimamente l'idea.
    Il tono che usò non fece altro che confermare le mie impressioni, fu tagliente, secca, tanto che per un attimo temei che potesse prendere il caffè che avessi in mano e con un colpo rovesciarmelo addosso. I muscoli molto più pronunciati sul collo, sulle braccia, la barba leggera mi permetteva di sentirmi ancor più schermato dai suoi attacchi.
    Avevo pensato di non risponderle affatto, di limitarmi a guardarla, in pubblico non ci tenevo a fare storie, e per di più, se aveva parlato di lato b, voleva solo che gli altri sentissero, sapeva benissimo che non le stavo guardando altro che i pensieri.
    Le ci erano voluti quattro mesi e più per convincermi che non avevo dimenticato ome comportarmi a letto con una donna. Era assurdo che adesso le guardassi il fondoschiena con tanta non chalance.
    “Non ho finito no” Decido di risponderle, e far si che gli altri riescano persino ad ascoltare perchè se è questo che vuole allora lo avrà. Non conta più quello che abbiamo fatto in passato, siamo in un territorio neutro, e se anche fosse venuta per me, non può sfiorarmi con un solo dito se non per, al momento, darmi una carta da consegnare a qualcuno all'accettazione.
    La ragazza che riconobbi come quella che lavorava sul suo stesso piano fece una risatina leggera prima di sparire e lasciare il posto all'uomo dietro di lei in fila per il caffè.
    Tengo lo stecco di legno tra i denti, mentre con la mano muovo leggermente il bicchiere per mischiarne il fondo.
    “Cosa farai quindi? Vuoi arrestarmi?”
    Adesso fu l'uomo a ridere appena ma in modo molto più compito e silenzioso, alle spalle di lei così che fosse impossibile per lei da vedere.
    Stupida solidarietà maschile.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    587

    Status
    Offline
    Stette minuti interi a fissarlo, incurante dei risolini della signorina che stava prendendo il bricco del suo caffè dalla macchinetta, persino quello compiaciuto dell'uomo alle sue spalle.
    Ma quello che lei fece fu solo guardare Ty.
    Non disse niente, nonostante le mille cose che avrebbe voluto vomitargli addosso.
    Non gli disse di darle del “Lei”, quando era chiaro lui fosse passato con tanta facilità al tu.
    Non gli disse niente perchè voleva continuare a fare finta di non conoscerlo, di averlo dimenticato.
    -Forse non se ne è accorto, ma io lavoro nell'ufficio dei rapporti internazionali- abbassò solo per un secondo lo sguardo su quelle maledette labbra che stringevano tra i denti lo stecchetto del caffè – io non arresto le persone-
    soffiò in fine tornando a dargli le spalle.
    Era giunto il suo turno di prendere il caffè, visto che il tipo che aveva davanti se ne era appena andato, prima però si era preso un'occhiata gelida da Anna, che, vedendolo sorridere complice a Ty, non aveva esitato a fulminarlo con uno sguardo.
    Prese il bricco del caffè e si voltò di nuovo, facendo gli stessi movimenti che Ty prima di lei aveva fatto con la sua bevanda.
    -Eppure ero sicura mi avesse guardata in faccia l'altro giorno, quando mi ha consegnato la posta, e anche quello dopo ancora quando mi ha lasciato il pacco contenente la culla di mio figlio- si fece comparire un sorriso tanto bello quanto finto sulle labbra – a proposito, mi sono dimenticata di darle una mancia quel giorno, il giusto prezzo per aver fatto in maniera impeccabile il suo lavoro.-
    Si spostò lasciando che gli altri dietro di loro potessero usufruire della macchinetta – buon proseguimento di giornata, Signore.-
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    In un altro momento, qualche tempo fa le avrei detto che era bellissima, persino quando come in quel momento mi aveva trattato male, o quando mi tirava qualcosa per scherzare perchè le avevo detto che quella notte non sarei mica rientrato a casa.
    Come quando mi suonava il cicalino e dovevo lasciarla sul divano dopo averle dato un lungo bacio che ti faceva pentire di quel rumore metallico dal suono fastidioso. Invece in quel caso non le dissi nulla, non pensai a nulla, se non che era esasperante, difficile sentirla parlare di suo figlio. Ancora nutrivo qualche dubbio, anche se sapevo che non ce ne erano.
    In fondo, ero convinto che non crescere il bambino, non viverlo, mi avrebbe regalato la possibilità di non legarmici affatto.
    In fondo, io e lei non avevamo condiviso qualcosa che ci avrebbe perseguitato per il resto della nostra vita. Le avevo porto i miei soldi e non li aveva voluti.
    Non l'avevo affatto guardata in faccia, ma lei non poteva saperlo questo.
    Darmi la mancia, una stilettata mi colpì in pieno petto, mi stava trattando così come avrebbe dovuto dall'inizio, sin dall'inizio. Lei era la vera Anna.
    Non so quanto confuso fossi, ma in quel momento, dimenticai quella notte in casa sua, il modo in cui pianse, in cui mi disse di volersi scusare.
    Non dissi niente, non risposi e poi mi diede le spalle, e se ne andò.

    “Signor Miles” quando chiamo l'uomo che mi passa avanti al bancone non mi accorgo che c'è lei vicino a lui, sono insieme.
    L'uomo mi ha sempre messo in forte soggezione, il modo in cui mi guarda, il modo silenzioso con cui si aggira per i corridoi.
    Non so che rapporto abbiano, ma non è la prima volta che escono insieme dall'ufficio, ma ora lui si avvicina al bancone, lei vicino a lui, ed io mi accorgo che mi fermo a pensare più di quanto avrei dovuto, l'uomo è davanti a me,si sporge sul bancone e posa la valigetta.
    “Ho.. ho bisogno di una firma qui” lei è dietro di lui, ferma, ed io mi limito a guardarla mentre passo a lui un foglio di ricezione di missiva. La guardo, oltre la schiena dell'uomo, glielo avrei sempre voluto dire che con i capelli raccolti stava sempre molto meglio.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    587

    Status
    Offline
    “Signor Miles”
    Fu un vuoto allo stomaco quello che le venne quando udì quella voce.
    Miles era uno di quegli uomini che non accettavano un no come risposta, nonostante Anna gli avesse fatto intendere di essere sposata lui insisteva col volerla corteggiare, col darle le sue attenzioni indesiderate.
    Ci teneva a tenersi quel lavoro, solo per questo non lo aveva lasciato agonizzante a terra.
    Ma per qualche strano motivo le diede fastidio pensare che a Ty fosse venuto in mente che lei potesse avere qualche intrallazzo con quel verme.
    -Mr Reed- disse quando Miles si mise a firmare la ricevuta che gli aveva allungato Ty – ho bisogno di lei per un momento. Scusami Scott, berremo insieme quel caffè un'altra volta-
    Discese dallo sgabello e senza proferire parola superò i due uomini fermandosi poi solo un attimo per accertarsi che Ty la stesse seguendo.
    Quando lui lo fece lei proseguì a camminare fino ad arrivare nel suo ufficio e fu li che lo invitò ad entrare – entri per favore- lui lo fece e lei, che per un attimo aveva temuto che si rifiutasse, gliene fu grata.
    -Come sta Ariadne?- fu la prima cosa che chiese spostandosi verso la sua scrivania.
    Non passò dietro per sedersi alla poltrona, poggiò il sedere sul ripiano in mogano e prese il porta ritratti che conteneva la foto del disegno di Ade dove c'erano Debbie e Puck – questo è di tua sorella, forse vorresti ridarglielo, mi è arrivato per sbaglio con tutta la posta-
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous

    Quando l'uomo finisce di vergare con la piuma la ricevuta, si ritrova con un sopracciglio inarcato e marcato, come sprovveduto, mentre io rimango con la stessa espressione fermo, prima che lei mi sfili davanti sibillina. Non capisco cosa voglia da me, ma il mio colloquiatore fu chiaro, tutti in questo caso sono tuoi superiori, riverenza e dai sempre del Lei, ascoltali sempre, è il loro lavora che ti paga questo abbondante stipendio.
    Dunque non faccio storie, abbasso la testa e la seguo in silenzio.
    Mi disse anche che ero talmente l'ultimo anello della catena alimentare che semmai una superiore avesse deciso di usarmi come bambolo gonfiabile avrei dovuto farlo eccome. Non ci volli credere, sono quasi certo che stesse scherzando.
    Lei si ritira dentro il suo ufficio e si avvicina alla scrivania decidendo di non frapporla tra noi, io rimango fermo e preferisco essere in piedi vicino la porta chiusa.
    “Bene” le rispondo con un tono veloce e distratto come se non sapessi esattamente dove volesse andare a parare. Il foglio si piegò e si voltò verso di me, compresi subito, sospirando appena per la stori che c'era stata dietro.
    “Non avresti dovuto, ero certo che vi scambiaste la corrispondenza” il tono era asciutto e sospirato, avevo capito dall'inizio che Ade mi aveva mentito dalla seconda volta, non c'era nessun compito in classe dello scrivi ad un amico lontano. Nessun disegno per alcun concorso. Avrei dovuto dirle che ero furioso, essere preso in giro da chi ha trenta anni meno di te brucia eccome.
    Soprattutto a ben pensarci bruciava il fatto che Ade non si fidasse di me, le avevo detto che scriverle ci avrebbe messo nei guai, che ci avrebbero divisi, e lei non mi aveva preso sul serio.
    “Ma a quanto pare il mio volere non è mai servito poi a tanto né con lei”
    il disegno aveva colori brillanti, accesi, sapevo che le mancava Pat, ma in realtà non mi era mai gran che interessato di riprenderlo, avevo guai molto più grossi a cui badare. Forse Ade era così che si sentiva, anche lei e persino lei, presa in giro, ostacolata da me nel riabbracciare il suo cane.
    “Né con te” taglio corto e le rendo di nuovo il disegno, e solo quando glielo porgo mi rendo conto che in realtà il disegno è stata una futile scusa per chiudersi la porta dietro le spalle e dividerci dal resto del mondo, lo è perchè era impossibile che volesse farmi infuriare con la storia che lei fosse in contatto con Ariadne, aveva fatto si che si fosse divisa dall'uomo e non si era nemmeno seduta alla sua scrivania.
    Con quel mio né con te intendevo sottolineare la questione dei soldi per il bambino. Erano finiti nel conto segreto di Ade alla fine, e avevo rinunciato all'idea che Anna potesse prenderli non solo per permettermi di pulirmi la coscienza. Non rivuole il disegno indietro forse, non lo prende, così lo poggio sulla scrivania allungandomi appena, quanto la camicia scura da divisa me lo permetteva.
    “Non sono stupido sai? Se non ha bisogno di altro..” la faciltà con la quale la portavo dal tu al lei era disarmante pure per me. Parlarle senza sapere le sue vere intenzioni mi lasciava sulla linea del chi va là, e avevo intenzione di rimanerci finchè mi fosse permesso. O finchè non mi avesse detto la verità.
    Faccio per andarmene, poi mi fermo.
    “Voglio che tu sappia che non voglio problemi, e non sapevo che tu fossi qui. Non sto facendo niente di male in questo momento e solo per precisare conosco la legge, se non rientro a Londra se mi arresti commetti un reato più grande del mio” sottolineo senza voce da saputello, senza rancore, lo dico con serenità, in modo pacato, come se le stessi raccontando un aneddoto anche un po' noioso.
    Non avevo di certo smesso di fare quello che ero bravissimo a fare, Point mi aveva dato due stagioni per stare fuori dal giro, e colonizzare per tastare il territorio nel nord europa le era sembrata un'ottima idea. Ma fino a quel momento, venivo in pace.
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    587

    Status
    Offline
    Sapeva come stesse la bambina, si erano sentite di frequente negli ultimi tempi.
    Non sapeva che lui lo sapesse, né che le desse il permesso di farlo; questo la fece rimanere un attimo stranita, ma fece bene attenzione a non dimostrarlo.
    -Perchè non avrei dovuto? Come si fa a non rispondere a una bambina che sta solo chiedendo come stanno le persone a cui tiene?-
    Non riprese il foglio, non perchè non lo volesse, ma perchè era giusto così, tutti i giorni stava li a perdersi con lo sguardo nel ricordo di quei momenti.
    L'unica volta che lei non aveva soddisfatto il volere di Ty era stato quando le aveva dato quei soldi per un bambino che non credeva neanche fosse suo, istintiva la mano si posò sul ventre e fu lesta a dargli le spalle per non mostrargli quanto quel ricordo ancora facesse male.
    Non rispose subito.
    Era tornato a darle del lei, cosa che faceva di rado, tranne quando voleva mantenere le distanze.
    Lui si fermò e lei avanzò qualche passo nella sua direzione.
    Lui prese a parlare e lei con un gesto secco della mano girò la chiave nella serratura e la fece volare via, impedendogli di uscire.
    -Voglio che tu sappia- disse alle sue spalle – che ti odio per aver cercato di uccidere me e il mio bambino.- gli toccò un braccio che sentì irrigidirsi sotto le sue dita e gli girò attorno piazzandosi davanti a lui, in modo tale che potesse guardarla negli occhi mentre gli parlava.
    -Siamo vivi per miracolo, e mi dispiace per te, ma non è facile farci fuori.
    Di al tuo capo, o chiunque ora sia, che può provarci all'infinito, ma non sarà facile liberarsi di me.-
    gli prese un lembo della camicia e lo forzò ad abbassarsi al suo livello – mai- gli disse a un soffio dalle labbra, le stesse che immaginò di baciare, ma non lo fece. Allentò la presa e si scostò di lato.
    -Non sono qui per te comunque, mi sei servito solo per liberarmi di attenzioni indesiderate.-
    Tornò alla sua scrivania e prese a sistemare le sue cose – non potrei farlo neanche a Londra comunque, ho lasciato i servizi segreti-
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous
    Il modo in cui mi afferrò mi fece mancare il fiato, e non perchè fosse particolarmente forte o possente, ma perchè non potevo reagire di certo, in uno scontro ad armi pari l'avrei distrutta, nessuno me lo levava dalla testa, in uno scontro ad armi pari, anche quella notte io l'avrei uccisa. Non l'avevo fatto, forse era stata fortuna, forse destino.
    Porto ancora i segni dello sparo addosso, della lotta.
    La piccola cicatrice sul naso, la grande nel braccio. La più grande invisibile ad occhio umano, è la cicatrice della vergogna.
    E' aggressiva, tipica di una persona che ha torto. Tipico di Anna.
    La prima cosa che instintivamente feci, fu voltare appena la testa perchè le nostre labbra non fossero allineate, poi fu lei a spingermi via, io non mi mossi, continuai ad ascotlarla in modo passivo, silenzioso.
    Aspettai per provare a non far rispondere la rabbia al mio posto, giungo le mani in grembo, all'altezza del mio ventre, chiuse a pugno uno nell'altra.
    “Voglio che tu sappia....-lo dissi con tono solenne, persino quasi annoiato, come se fosse una bambina, una stupida che non ha messo in conto tutto il resto oltre le sue idee-...che avevo richiesto che voi non foste nella casa al momento dell'incidente.
    Ho perso la mia vita, ho perso quasi un braccio, ho perso la mia dignità a causa tua”
    glielo dico serenamente, come se avessi accettato la cosa. Perdere una casa non era niente in confronto a quello che avevo perso io, quello che non avevo mai avuto. Avevo perso la speranza per colpa sua.
    Avevo perso la fiducia, non mi sarei mai più fidato di nuovo di una donna.
    E Liz, lei era furiosa perchè mi aveva visto con l'altra. Forse se non l'avesse visto sarebbe stata più accomodante, invece no, era stato un gioco ignobile nel quale avevo perso tutto.
    “Perdere la casa e tutto quello che avevi mi è parso il minimo, e non siamo comunque pari, ma avevo chiesto che non ti fosse torto un capello.
    Contrariamente all'incolumità del tuo amico della quale non provo alcun interesse, mi interessava quella del bambino. Quindi, se continui a pensare che volessi ucciderti sbagli, ma non ho motivo di farti credere il contrario”
    non avevo motivo di battermi per le mie idee non più, non dovevo convincerla, né scusarmi.
    “Non mi interessa” sostengo con il desiderio di prendere su la chiave e rinfilarla nella toppa per andarmene, ma non avrei osato farlo, se solo lei avesse voluto, come ultima beffa, avrebbe persino potuto farmi licenziare.
    “E non mi interessano nemmeno i tuoi trascorsi, non mi fido di te”
    Sottolineo rispetto alla sua carriera e la ultima affermazione. Non potevo fidarmi ancora di lei, non di nuovo, non così, e se davvero aveva abbandonato i servizi segreti buon per lei, forse si era mollata con lui. Me lo avevano fatto ben presente che nella cerchia davanti il cordone dei vigili c'erano entrambi.
    Nessuno ne aveva mai dubitato.

     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Member
    M_UNREADM_UNREADM_UNREADM_UNREAD

    Group
    Member
    Posts
    587

    Status
    Offline
    Un sorriso di scherno uscì dalle labbra di Anna.
    Un sorriso che si tramutò in risata.
    -Hai richiesto che noi non fossimo nella casa?- lo schermì – io ci sono rientrata in quella casa in fiamme, giusto perchè tu lo sappia, per salvare il cane!- il suo cane, quello di Ade, per la precisione.
    -E ci sono quasi morta, una fortuna che l'uomo che odi tanto fosse li per aiutarmi a uscire dal palazzo che da li a poco mi sarebbe crollato addosso.-
    Era chiaro che non ci fosse davvero niente più per loro, il fatto che avesse smesso di arrabbiarsi forse mostrava che anche lei aveva imparato a prendere le distanze da quanto quello che aveva fatto l'avesse ferita.
    -Io ti ho salvato la vita Ty- disse stanca – e l'ho fatto perchè me lo hai chiesto. Tu vuoi dimenticare, o hai dimenticato perchè così ti conviene fare, va benissimo così.
    Ormai .. credo non mi importi più.-

    Stanca si diresse verso la poltrona e li vi si sedette.
    -Mi sono chiesta tante volte, in questi mesi, per quale motivo tu abbia preferito rimuovere l'unica cosa buona che io avessi veramente fatto per te come Anna.- Un sorriso triste comparve sulle labbra della russa che preferì guardare a terra che l'uomo che le sputava addosso tante colpe.
    -Io ho acquistato una vita grazie a te, preferisco pensare a questo, piuttosto che a tutto quello che ho perduto-.
    Si alzò in piedi, e si voltò per fronteggiarlo – mi dispiace quindi, ma siamo pari- allungò una mano verso di lui – una vita- – per una vita- e si toccò il ventre.
    -Di materiale ho perso solo un immobile, forse ci tenevo perchè me l'ero sudato, ma niente di più- gli fece presente stanca di affrontare ancora una volta lo stesso discorso.
    -Comunque ci ha pensato tua sorella a provare ad uccidere Dries, ma sappi che non le è riuscito il colpo.
    Lui si è salvato, anche se ora ha un dono grazie a lei-
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    1,245

    Status
    Anonymous
    “Io non credo si parli propriamente di salvare la vita” Le spiego pensando all'unica cosa alla quale si possa forse riferire. Non mi aveva ucciso? Non mi aveva consegnato? Mi aveva comunque scelto per essere il più debole, se ne era approfittata, aveva distrutto la fiducia che avevo riposto in lei. Se ricordo il nostro primo bacio, ora come ora, sento un senso di disagio che mi blocca lo stomaco. Ricordo all'epoca una frenesia infinita, una gioia, una eccitazione che difficilmente potevo nascondere.
    I baci a seguire erano stati molto meglio. Il nostro rapporto era stato molto meglio. AL momento sono distante da lei, mentalmente e fisicamente, abbasso la testa, il colletto della divisa, stretto alla pelle sento come se stesse infuocando il collo.
    La barba sfregò sul colletto producendo un rumore che ruppe il silenzio dopo il quale lei sbuffò, dopo aver smesso di sorridere e ridere amaramente come a volermi smuovere qualcosa.
    Vorrei dirle che fare questo non ha annientato tutto il resto. Sapeva di Liz, sapeva ogni cosa eppure ha scelto di raggirarmi, ed a suo dire nemmeno per una promozione.
    E poi lo disse, come una sorta di ammissione?
    Era il pensiero di ogni madre, lo era, forse lo pensava anche Liz. Una vita per una vita. Non gli interessava che si fossero presi la mia, lei aveva avuto la sua che sicuramente era la migliore. La più bella, quella perfetta.
    Passare sulla mia non aveva alcuna importanza, era rimasta incinta, sembrava felice almeno di questo e se lo era davvero, buon per lei.
    Mi torna in mente in un flash quel giorno, quando nella baita, mi guardai allo specchio del bagno. Il mio viso era un Picasso, non potevo nemmeno sciacquarmi il viso e sfiorarlo con le mani, l'occhio era talmente viola che non riuscii ad immaginare nemmeno lontanamente quanta forza avesse impresso quelluomo, quel verme per colpirmi nonostante fossi in netto svantaggio.
    Mi aveva colpito di nuovo, di nuovo e di nuovo ancora, nonostante fossi incapace di muovermi. Certo, l'avrei uccisa, l'avrei uccisa certamente se non fosse intervenuto.
    Il mio viso era rigato di dolore, di orrore, i denti digrignanti di rabbia.
    Debbie, non capii affatto, seppur la serpe della curiosità si mosse in me ma non volevo capisse che mi aveva in pugno, che l'attenzione era rivolta a questo.
    “Non mi interessa, non mi fido di te. Mi dispiace.” Glielo dico con le mani dietro la schiena, eretta, il capo allungato verso l'alto anche se il tono rimase piatto ed asciutto. Glielo dico come se le avesse appena fatto dei servizi per lei, e glieli stessi elencando.
    “Cos'è che vuoi dirmi in verità? Mi stai trattenendo per chiedermi o dirmi cosa?”
    le chiedo aprendo ancora di più le spalle.
     
    Top
    .
16 replies since 9/6/2016, 19:53   96 views
  Share  
.
Top