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aphrodite..
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Non so esattamente cosa mi spinse a lasciare l'Hotel nelle mani di Will e ritornare a Spooky Village.
All'hotel avevo tutto: le mie vittime – fresche e non, i miei servetti e le mie comodità. Quella mattina mi svegliai con una strana voglia, volevo raggiungere il villaggio per svagarmi e distrarmi dal monotono ambiente che mi circondava. Non avevo alcuna voglia di vedere la faccia di quell'imbecille di Iris, che ogni giorno, con aria da finta innocente, serviva i clienti alla reception. Lei pensava sul serio ch'io fossi poco sveglia, credeva che non sapessi che in realtà il figlio – nonché uno dei miei adorabili sguatteri, l'avesse fatta trasformare. Aspettavo solo il momento giusto per poterle strappare il cuore dal petto e porre fine alla sua misera ed inutile esistenza; non avevo alcuna voglia di andare all'angolo degli alcolici per vedere quel travestito di Liz versare drink a quelle che sarebbero state le mie vittime, dopo aver ripulito loro il sangue; non avevo alcuna voglia di voltarmi e vedere Will seguirmi, controllare ogni mio singolo passo per timore che qualcuno potesse avere il desiderio d'uccidermi. Uccidermi poi... Chi vogliamo far ridere? Non c'è mai riuscito nessuno in centododici anni, e dubito che qualcuno riuscirà mai. Quel “qualcuno” sarò io, quando deciderò che la mia vita non avrà più nessun senso – ovvero mai. Ad ogni modo, dopo essermi alzata, scesi nel sotterraneo dell'hotel per andare a trovare i miei piccoli: Holden in particolare. Una testa biondina, ha soltanto quattro anni. Lo trovai anni ed anni fa in una casa abbandonata del villaggio, probabilmente qualcuno aveva commesso l'errore di trasformarlo e l'aveva abbandonato.
“Qual è il tuo nome?”, chiesi al bimbo, seduto per terra e le ginocchia strette al petto. Sollevò il capo, i capelli scompigliati e gli occhi come il colore del ghiaccio. Mi fissò, scrutò il mio viso, comprese che fossimo dei simili e.. Mi sorrise.
“Ciao, mammina.” Rispose.
Quelle sue parole mi spiazzarono, ma feci finta di nulla e prendendolo per mano lo portai con me. Lo portai nella zona di caccia, ci nutrimmo insieme. Con gli anni gli insegnai a cacciare, e sebbene fosse molto piccolo imparò in fretta. Gli chiesi se volesse rimanere con me, e poiché accettò ritornai con lui in hotel. Mi parlò di alcuni suoi simili, piccoli come lui, nascosti al villaggio. Feci dunque costruire una stanza giochi apposita per loro nel sotterraneo dell'hotel, buio, ed insieme a lui andai a recuperare gli altri due bambini: Tracy e Taylor. D'allora vivono lì, nel loro spazio personale insieme ad Holden.
Portai loro delle sacche di sangue. Non li portavo spesso con me per cacciare, né li lasciavo uscire. Non volevo combinassero danni perché la responsabilità sarebbe stata mia: è mio dovere controllarli e fermarli. Aspettai che finissero di nutrirsi, e lasciai che Will chiudesse a chiave una delle tante porte in ferro che avrebbero impedito ai piccoli d'uscire. Salii con lui in stanza, prendemmo le scale del lato destro dell'edificio – quelle non illuminate, ed iniziai a prepararmi.
“Dove vai?” chiese lui.
Non risposi. Non dovevo di certo dargli conto, la vita era mia e decidevo io cosa farne di essa. Acconciai i miei capelli in maniera rapida ma elegante nel complesso, ed indossai un corpetto ed un lungo vestito nero, velato. Osservai il mio viso, ed ero meravigliosamente impeccabile: la mia pelle diafana, le mie labbra rosee ed i miei occhi d'un verde intenso ch'entrava in contrasto con il biondo platino dei miei capelli. Indossai il mio guanto, ed aspettai che calasse il sole per recarmi a Spooky Village. Non sapevo esattamente perché stessi andando lì. Non sapevo esattamente cosa mi spinse a lasciare l'Hotel nelle mani di Will e ritornare a Spooky Village. Sesto senso? Avevo una forte, fortissima sensazione di dover incontrare qualcuno, qualcuno che non mi conoscesse ma che avesse bisogno di me per.. Qualcosa. Se non fosse servito a nulla, sarei andata a cacciare ed a squarciare qualche gola.
Così d'un tratto mentre camminavo per l'apparente deserta Spooky Village, qualcuno mi afferrò per il braccio...
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Here's The Countess. |
