Dark on me.

Privata.

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    Era bastato leggere la lettera che gli avevano mandato i suoi per perdere ogni possibilità di stare tranquillo e sereno.
    Nonostante i crimini che aveva commesso, i suoi genitori avevano sempre saputo che combatteva per ideali giusti, arrivando quindi a non rinnegarlo e rifiutarlo mai. Non potevano condividere di certo ogni sua bravata, non erano persone particolarmente forti, erano buone, ma tranquille. Persone che badavano solo ad arrivare a fine mese e vivere del loro amore. Avevano perso un figlio e avevano l'altro a girovagare di manifestazione in manifestazione ed entrare e uscire di prigione.
    Non potevano stare dietro a un figlio del genere, non ne avevano le forze, soprattutto adesso alla loro età.
    Così si sentivano per lettera, Ren ci teneva a loro, aveva iniziato quella sua stramba e assurda vita per loro, ma non pensava che sarebbe arrivato seriamente a questo punto.
    L'ultima lettera però fu diversa dalle altre, molto meno amorevole di quel che sperava. La notizia dell'attentato a Boston era arrivata ovviamente anche alle loro orecchie e soprattutto da loro Ren non riusciva ad accettare che non capissero. Come potevano seriamente credere che avrebbe fatto una cosa del genere?! Come potevano pensare che era solo perché l'avevano fermato prima che quella bomba non era esplosa?
    Perdere la fiducia e l'amore dei suoi genitori era un colpo che Ren non riusciva a sopportare.
    Una volta sfogata la sua sofferenza avrebbe trovato un modo per spiegare ogni cosa.
    Ora l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di uscire da casa sua e smaterializzarsi presto verso la foresta di Spoky Village, lasciando che la sua natura da Lican si liberasse. Non era a suo agio con quella sua parte animale, diventava un lupo con poco pelo, in grado addirittura di stare su due zampe se non si metteva a correre, ma affamato e desideroso di sfogarsi purtroppo lo era.
    Corse in quella foresta più veloce che poteva, sentendo ogni odore, udendo ogni suono. Cercava di isolarne uno in particolare, cercare qualcuno su cui sfogarsi e incontrare un vampiro sembrava essere l'unica cosa che poteva concedersi. Se ci fosse riuscito avrebbe evitato in alcun modo di mangiare piccoli animali... quanto odiava fronteggiare quella parte della sua natura.
    Affrontò quella creatura oscura, trovandosi coinvolto in uno scontro dove non era importante vincere o perdere, ma sprecare sufficienti energie da ritornare umano e quindi con la possibilità di controllarsi.
    Fu ferito alla gamba destra dal morso del vampiro e fu spinto fortemente contro un albero dopo che riusci a mordere la coscia del suo avversario. Dopo quelle gravi ferite entrambi si persero di vista e Ren arrancò, sentendo finalmente le forze mancare, contento di non aver dato da mangiare al suo lato animale. Sorridente, arrivò al limite della foresta, ormai a spooky village, ritornando in forma umana.
    Cadde a terra, così vicino al Pandemonium, quel locale per creature che avrebbe potuto fare al caso suo se fosse riuscito ad arrivarci. Era certo che in quel locale aiutavano poveri stupidi come lui...o almeno lo sperava.
    Doveva strisciare, doveva arrivarci...nonostante la ferita alla gamba e il dolore alla schiena. Non aveva altra chance, tralasciando che non doveva essere un meraviglioso spettacolo tutto nudo e sporco di sangue e fango...ma non poteva badare a quello in questo momento...
     
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  2. Savannah.
     
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    Era ormai una tradizione per me e mia madre addentrarci nelle più fitte foreste, durante le notti di luna piena, e danzare tutta la notte, senza veli, senza nulla a coprirci, a contatto con la natura.
    Ormai la luna era alta in cielo e disegnava un cerchio perfetto. Mia madre mi attendeva e io sentivo come un richiamo, da parte del bosco. Un invito a proseguire, a liberarmi di tutto ciò che di superfluo indossavo e a danzare, a diventare parte integrante della terra, a sentirmi un tutt'uno con essa. Quello stesso richiamo che percepiva mia madre, ma con molta più intensità rispetto a me, che ero Veela solo per metà.
    Lei era già nel cuore della foresta e io la stavo raggiungendo, passando per Spooky Village. Appena superato il locale noto per essere frequentato principalmente da creature magiche, il Pandemonium, nella penombra vidi una figura muoversi, strisciare a terra, con fatica.
    Mi fermai e strinsi gli occhi, nel tentativo di mettere a fuoco bene e capire chi fosse, se una creatura o un uomo. Era ricoperto di fango probabilmente e il buio non aiutava. Ma una cosa era chiara: era in difficoltà.
    Così lanciai un'ultima occhiata al bosco davanti a me, per poi decidere di non ignorare quanto visto. La mia parte umana mi portava ad interessarmi anche ad altro, a non poter trascurare qualcuno chiaramente bisognoso di aiuto. Il richiamo della foresta, per me, non era abbastanza forte.
    Mi avvicinai e subito mi resi conto che si trattava di un uomo. Era nudo, ricoperto da fango e...sangue. Gli fui presto vicina e vidi che aveva un morso su una gamba. Il fatto che fosse completamente nudo e segnato da un morso -apparentemente di un vampiro- mi davano chiari indizi sulla sua natura. Trascorrevo intere notti nelle foreste, conoscevo bene le creature che la abitavano. "Ehi...come ti chiami?" La mia espressione preoccupata e concentrata sul suo corpo ferito lasciava perfettamente intendere che non si trattava di una conversazione da bar. Il mio intento era semplicemente distrarlo, forse tenerlo sveglio. Non sapevo quanto sangue avesse perso ma era chiaro che non avesse molte forze, considerato come si trascinava a fatica con le braccia.
    Mi spostai ad osservare il morso sulla gamba: il sangue sembrava aver rallentato la fuoriuscita. Forse si trattava di un vampiro giovane e inesperto. O forse era stato solo fortunato. Afferrai la bacchetta e castai un Ferula, per fasciargli momentaneamente la gamba, in attesa di portarlo al San Mungo, in modo che qualche medico potesse assicurarsi che quel morso non portasse a nulla di più grave. "Dovrebbe vederti un medico...ti porto in ospedale."
     
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    L'unico obbiettivo di Ren era il Pandemonium. Non distoglieva lo sguardo, non osava perdere tempo a guardarsi attorno o riposare, se si fosse seriamente fermato sarebbe rimasto li, a morire di freddo e a dissanguarsi. Doveva usare il suo ultimo briciolo di energia per raggiungere il locale e sperare in un aiuto. Il grande demone celeste avrebbe infierito ulteriormente su di lui o per quel giorno aveva dato abbastanza? Ren stava pregando così intensamente da non sembrare vero mentre con i gomiti faceva forza diminuendo, seppur lentamente, la distanza da quel locale.
    Evitò di dire ad alta voce che "sarebbe potuta andare peggio" perché quella era una classica frase da film che poi, magicamente, faceva piovere o faceva arrivare chissà che disgrazia, per cui, in assoluto silenzio, sempre che i suoi rantoli potessero essere esclusi, avanzò ancora, fino a quando una voce soave e femminile non raggiunse le orecchie del Lican.
    Alzò lo sguardo verso la fonte di quella voce e per poco Ren non credette di star osservando un angelo. Aveva un po' la vista appannata, non c'era particolare luce, così quella ragazza, in quel abito bianco e con quella voce leggera, pareva proprio una sorta di salvatrice.
    "Quindi se muoio finisco in paradiso o è uno stratagemma del grande demone celeste?"
    Dall'espressione confusa della ragazza Ren capì che non era una sorta di visione angelica o demoniaca, bensì una vera ragazza che gli stava parlando. Per difendersi in quella posizione Ren non poteva far altro che lo spiritoso.
    "Mi spiace per come mi presento cara, non devo essere un bello spettacolo."
    E ciao, Ren non riuscì più a muoversi, rimanendo a pancia in giù sulla terra lanciando andare le braccia al terreno. Le forze erano finite e seppur quella ragazza poteva essere anche il male in persona, decise di sperare che fosse un aiuto venuto dal cielo.
    Sorrise quindi Ren, tossendo un paio di volte rendendosi conto di non aver ancora risposto alla sua domanda. Ovviamente l'istinto gli stava suggerendo di presentarsi col suo vero nome, ma dovette fare mente locale prendendosi qualche secondo per rispondere correttamente.
    "Sono Naoki...e tu mia salvatrice?"
    Appellandola così magari diventava davvero una salvatrice e infatti poco dopo delle bende strette andarono a stringergli la ferita provocandogli un gemito di dolore, sentendo però anche un leggero sollievo.
    Sorrise nuovamente verso quella bella ragazza, grato per l'aiuto, per poi sgranare gli occhi quando citò il San Mungo.
    Doveva trovare una scusa plausibile per non andarci, non era registrato, non era davvero lui, non se lo poteva permettere, non ancora che non aveva radici solide su cui basare la sua vita.
    "No... non è così grave, è che dopo la trasformazione si è sempre stanchi e mi sono imbattuto in un vampiro andandomela a cercare. Con riposo e dittamo torno come nuovo. Basta che arrivo al Pandemonium.... me lo fai questo favore?"
    Inutile negare la trasformazione, la situazione non era a suo vantaggio in quel caso, ergo doveva giocare questa carta. In fondo la ragazza emanava uno strano odore che Ren non riusciva ad associare completamente agli esseri umani, l'olfatto sviluppato gli permetteva di individuare un profumo molto più piacevole...
     
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  4. Savannah.
     
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    "Io sono Savannah" Risposi al suo sorriso e mi resi conto subito dopo di quanto la parola "ospedale" lo avesse preoccupato. O almeno così sembrava dal suo primo sguardo. Diceva di non voler andare perchè la ferita non era tanto grave, e decisi di fidarmi di ciò che diceva. Lo guardai meglio e poi lanciai un'occhiata veloce al Pandemonium. Era pieno di persone e quel genere di locale non era certo dei più sicuri per un lican in pessime condizioni. Chi mi assicurava che al suo interno non avremmo trovato qualche vampiro con intenzioni poco pacifiche, o addirittura chi lo aveva ridotto in quello stato? Non mi sentivo affatto tranquilla a trascinarlo lì dentro. "Senti, ho un'altra idea... ce la fai ad alzarti?" Lo afferrai per un braccio e lo aiutai a tirarsi su, facendogli da appoggio per evitare che cadesse di nuovo a terra. Non sapevo se la smaterializzazione potesse peggiorare la ferita o quanto, ma mi trovai nella posizione di dover scegliere quale soluzione fosse più conveniente. E entrare in quel locale con lui in quelle condizioni non mi sembrava la migliore.
    Quindi, senza temporeggiare ulteriormente, mi smaterializzai con lui all'interno della mia camera, nella villa in cui viveva anche mia madre. Non potevo portarlo nell'appartamento che condividevo con altre studentesse...erano babbane, avrebbero fatto troppe domande. Lì era molto più tranquillo.
    Guardai le bende che gli fasciavano la gamba ed erano già rosse, sporche di sangue più di quanto avrebbero dovuto. "Oh cielo, mi dispiace, io..." ...non volevo? Certo che no. Avevo paura di vedere cosa avessi combinato e mi ritrovai a sperare di non aver aggravato troppo la situazione.
    Lo accompagnai fino al letto, dove lasciai che si stendesse. "Torno subito" Corsi in bagno e aprii lo sportello nel quale si trovava l'essenza di dittamo. Presi anche un panno bagnato e fui di ritorno da lui in un attimo. Non sapevo cosa aspettarmi ma mi feci coraggio e lo liberai dalle bende.
    Afferrai il panno umido e pulii il fango e il sangue che la circondavano, per poi far scendere qualche goccia di essenza di dittamo sulla ferita. "Quel posto non mi piace. Non sapevo se fosse sicuro..." Continuavo a scusarmi, ero in difficoltà e mi sentivo in colpa per aver solo incasinato le cose. Forse avevo preso la decisione sbagliata?
    Sapevo solo che non mi ero mai trovata in una situazione simile ed era piuttosto evidente quanto fossi agitata. Presi un respiro per calmarmi e estrassi nuovamente la bacchetta, per fasciargli ancora una volta la gamba. "Come ti senti?" Chiesi infine, guardandolo negli occhi e sperando di non ricevere insulti. Anche se sarebbero stato assolutamente leciti.
     
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    "Savannah...che bel nome...."
    Forse per via del sangue perso e della stanchezza Ren guardava Savannah con un sorriso un po' perso pensando però veramente che quel nome fosse bello. Si chiamava come un habitat naturale, era bellissimo!
    Quindi Savannah lo avrebbe davvero aiutato? Sarebbe stata la sua salvatrice? Ren non poteva saperlo per certo, doveva solo sperare che il grande demone celeste stesse guardando da un'altra parte in quel momento, ma in fondo non poteva lasciarlo morire, non poteva lasciarlo preda di qualcuno, poi con chi se la sarebbe presa? Ren doveva sperare in questa sua teoria strampalata per sopravvivere, in fondo era uno duro a morire e la speranza non la perdeva mai...
    "Senti, ho un'altra idea... ce la fai ad alzarti?"
    "Em...ci provo..."
    Aiutato da Savannah Ren riuscì a mettersi in piedi e solo quando il suo corpo nudo entrò inevitabilmente a contatto con quello della ragazza Ren provò una sorta di imbarazzo. Non che fosse un timido, non aveva problemi col suo corpo, ma insomma la situazione era particolarmente e si sentiva piuttosto esposto...stava dunque per dire che avrebbe tanto voluto almeno dei pantaloni, ma la smaterializzazione improvvisa lo costrinse a tacere e stringere i denti il più possibile fino a quando non si trovò in un luogo a lui sconosciuto.
    Non poté metabolizzare bene cosa fosse successo, la ferita alla gamba ricominciò a sanguinare e gemette di dolore lasciandosi andare sul letto leggermente spaventato.
    Si era fatto aiutare da una bella sconosciuta che odorava di buono, ma rimaneva una sconosciuta che lo aveva portato in una casa sconosciuta... per quanto ne sapeva poteva essere un'arpia... o una serial killer che aveva trovato una preda sul piatto d'argento.
    Non aveva la forza di alzarsi e scappare e come uno stupido aveva lasciato la bacchetta a casa... preso dalla sua natura Lican non ci aveva nemmeno pensato. Imprecò e quando la vide ritornare fu quasi volontario arretrare un po', come a difendersi, ma poi lei gli pulì la ferita e ci mise del dittamo esponendo il perché non l'avesse condotto al Pandermonium.
    Ren la guardò un po' confuso, non capendo come aveva fatto a incontrare seriamente una buona samaritana.
    Sentì finalmente un po' di sollievo, il dolore diminuiva man mano che il dittamo faceva effetto, però non poteva restare completamente tranquillo, soprattutto perché era ancora nudo...davanti a una giovane ragazza...
    "Non ci sono mai stato... ho dedotto che potesse essere un posto sicuro per...noi."
    Azzardò a dire quel "noi" indicandosi poi con l'indice il naso sorridendo per far capire alla ragazza il perché l'avesse inclusa. Non era certo del tipo di creatura che fosse, magari non lo era nemmeno del tutto, ma l'odore non era completamente umano.
    "Come ti senti?"
    Ren si prese qualche secondo prima di rispondere, riuscendo finalmente a guardarsi un po' attorno, sembrava una bella stanza, ordinata... lei sorrideva, aveva un viso candido, però quella puntina di diffidenza non poteva di certo andare via.
    "Non è che...magari, hai dei pantaloni? O un asciugamano... insomma qualsiasi cosa."
    Si era portato la mano sopra la sua intimità facendo un mezzo sorriso imbarazzato, tenendosi un attimo su col busto appoggiandosi col gomito al materasso.
    "Sei davvero una buona samaritana? Perché mi hai aiutato? Potevi davvero lasciarmi al locale al più...o ignorarmi totalmente. Di solito non incontro persone di buon cuore, sono stranito...e confuso, ma sto meglio...grazie a te."
     
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  6. Savannah.
     
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    Mi fece capire, indicandosi il naso e parlando di un "noi", che aveva sentito perfettamente che non ero una semplice strega, ma qualcosa di più. Non sapevo se avesse intuito anche cosa fossi ma prima che potessi rispondere, mi chiese un asciugamano o dei pantaloni. E fu in quel momento, una volta che la situazione fu più tranquilla, che realizzai davvero a pieno di avere un uomo completamente nudo davanti. "Oh, ehm...giusto. Scusami!" Mi ero lasciata prendere dall'ansia di potermi ritrovare con un cadavere in casa, considerando che si parlava di un morso di un vampiro su un lican e che io avevo peggiorato il tutto, che l'ultima cosa a cui avevo prestato attenzione era stata... la sua nudità. L'avevo fatto stendere sul letto come nulla fosse ma effettivamente, ora che ero più lucida, la situazione si stava facendo piuttosto strana e imbarazzante.
    Andai per la seconda volta in bagno e presi un asciugamano pulito. Quando tornai da lui, glielo passai e mi voltai di spalle. Certo, ormai avevo già visto più del dovuto ma non era comunque il caso di restare a fissarlo. "E' una casa di sole donne, non ho pantaloni o maglie che possano andarti..." Non era neanche il caso di passargli gonne o vestitini. L'asciugamano sarebbe andato benissimo per il momento, poi avrei provveduto io stessa, al mattino, a comprare qualcosa che potesse stargli. C'era un negozio a pochi metri da lì che ci sarebbe potuto tornare utile.
    "E comunque non ti avrei mai lasciato lì. Eri in difficoltà, sembrava grave...non potevo semplicemente proseguire per la mia strada." Non era nella mia indole, era più forte di me. Se l'avessi fatto avrei continuato a pensare a quel ragazzo steso a terra e sicuramente avrei finito per tornare indietro. "Tu non l'avresti fatto?" Chiesi incuriosita. In fondo non sapevo che persona avevo davanti e purtroppo non tutti erano propensi a fare del bene. Non potevo dare per scontato che lui fosse come me.
     
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    "L'asciugamano andrà benissimo. Grazie."
    Con l'asciugamano attorno alla vita finalmente Ren poteva sentirsi meno rigido. Non che fosse passato del tutto l'imbarazzo, in fondo ormai Savannah l'aveva visto come madre natura l'aveva fatto e quindi quel coprirsi era quasi superfluo, ma non aveva mai seguito la cultura dei nudisti, nonostante fosse interessante, così ora poteva stare più tranquillo, nei limiti di un tranquillo a casa di una sconosciuta ovviamente.
    Non riusciva ancora ad alzarsi e andarsene, tralasciando che avrebbe dovuto chiedere alla ragazza un passaggio, ergo doveva sperare che fosse buona come si mostrava e approfittare della sua gentile ospitalità per quella notte.
    La sua pelle aveva ripreso un po' di colorito, ma dopo una trasformazione e una lotta del genere era per lui impossibile ritornare a camminare e tornare a casa.
    Sospirò, guardando finalmente con più lucidità la ragazza che aveva davanti. Sembrava particolarmente giovane, forse era anche per la sua giovinezza se aveva un cuore altruista, in fondo lui era molto peggio di adesso vent'anni fa, aiutava tutti indiscriminatamente, ma crescendo la vita lo aveva messo davanti a talmente ingiustizie da non riuscire più a essere così ben disposto e la cosa non lo faceva sentire particolarmente bene.
    E così ecco che la domande gli fu ritorta contro e Ren, mettendosi un attimo meglio sul letto trascinandosi fino alla testiera del letto, ci si appoggiò contro con la schiena, più o meno seduto, pensando alla risposta da darle.
    Non era così semplice rispondere.
    "Non l'avrei portato a casa mia, ma se avessi trovato un uomo nelle mie stesse condizioni l'avrei semplicemente aiutato ad arrivare al locale... ignorato no. Non ne sono in grado."
    Ci sarebbe stata più prudenza da parte di Ren e soprattutto avrebbe indagato sull'uomo che sarebbe andato a salvare. In fondo Savannah non sapeva chi fosse lui. Poteva aver appena finito di ammazzare qualcuno e poi stanco si recava al Pandemonium, possibile che l'idea non le sfiorava nemmeno la mente?
    "Io...vorrei ripagarti in qualche modo, non so come...perché non ho molti soldi e sto ancora cercando un lavoro in realtà, ma... non so qualcosa mi farò venire in mente."
    Poi si trovò a pensare a quello che aveva detto prima... una casa di sole donne. Bene, si sarebbe imbattuto in altre creature? Altre ragazze? Viveva con delle coinquiline? Forse doveva avvisarle, non voleva brutte sorprese..
    "Em...con chi vivi? Prima che ricevo sorprese e devo spiegare che non ti ho fatto nulla di male anche se ho solo un asciugamano addosso!"
    Rise, in un certo senso anche meno depresso di quanto lo era poche ore prima. La lettera dei suoi genitori ancora aleggiava nella sua mente, ma Ren non era tipo da rimanere depresso, cercava di vedere sempre la luce anche quando vedeva completamente buio e al momento quella luce pareva essere Savannah.
    "Io... quindi, potrei rimanere qui? Almeno per stanotte?"
    Non aveva nemmeno chissà che amico da chiamare per farsi venire a prendere, al momento era così solo in questa grande città da rendersi conto solo ora, dopo quello che gli era successo, quanto aveva bisogno di qualcuno...e ritrovarsi a pensare a Zoe fu abbastanza doloroso da fargli togliere momentaneamente il sorriso mentre faceva quella richiesta.
     
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  8. Savannah.
     
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    "Si, probabilmente sono stata io quella imprudente. Ma sai, non mi sono mai trovata in situazioni simili ed è l'unica soluzione che sono riuscita a trovare" Era comprensibile la sua risposta, in pochi probabilmente avrebbero agito come me, portando un completo sconosciuto -e potenzialmente pericoloso, considerata la sua natura- in casa propria. Ma vi siete mai trovati davanti un lican, con il morso di un vampiro su una gamba, che striscia a terra bisognoso di aiuto e che vi chiede di essere accompagnato in un locale che pullula di creature di ogni genere e non tutte per bene? Se la risposta è no, non potete comprendere lo stato d'animo che mi aveva fatto agire in quel modo. Ero in difficoltà, non sapevo cosa fare e mi ero ritrovata a dover decidere tra due opzioni:
    1-Accompagnarlo in quel locale, con tutti i rischi del caso, e essere responsabile della morte di un uomo, nel caso di incontri spiacevoli al suo interno.
    2-Portarlo in un luogo tranquillo e sicuro, a casa mia, e essere al massimo responsabile della mia stessa morte.
    Tra le due, preferii la seconda. Se fosse quella giusta o meno, non mi era dato saperlo, ma per il momento sembrava andare tutto bene e le sue parole e i suoi atteggiamenti non mi portavano a pensare di aver sbagliato.
    "Ora non mi resta che sperare di aver scelto bene. Non mi ucciderai nel sonno, vero?" Ci scherzai su, forse per sdrammatizzare un pò, ma in parte suonava persino come una supplica. Non voleva far fuori la sua salvatrice, no? Come avevo detto, non mi restava che sperare.
    "Non devi sentirti in debito con me. Mi basta sapere di essere stata d'aiuto" Accennai un sorriso e mi misi a sedere sul bracciolo di una poltrona bianca, in pelle, posta proprio di fronte al letto.
    "In realtà vivo in un appartamento con delle studentesse, ma sono babbane, ovviamente non potevo portarti lì. Avrebbero fatto troppe domande." Come avrei potuto spiegar loro la presenza di un uomo nudo e ferito nella mia camera da letto? Impossibile.
    La villa di mia madre era vuota quella sera, lei era nel bosco e probabilmente ci sarebbe rimasta fino alla notte successiva. Era indubbiamente meglio. "Qui siamo solo io e mia madre, e lei sarà fuori tutta la notte e forse anche più, quindi puoi star tranquillo... non dovrai giustificarti con nessuno."
    Mi alzai dalla poltrona e accennai ad un sorriso. "Certo che puoi restare... devi riposare. E lì c'è il bagno, se poi dovessi avere bisogno di una doccia" Aggiunsi indicandogli la porta nella quale mi ero recata qualche minuto prima per prendere il dittamo e l'asciugamano.
    "Per qualsiasi altra cosa mi trovi nella stanza in fondo al corridoio." Mi strinsi nelle spalle e mi avvicinai alla porta della camera. "Ti lascio riposare allora... buonanotte, Naoki."
     
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    Per quanto fosse stata imprudente e particolarmente ingenua Ren non poteva che essere felice e sollevato nell'aver incontrato proprio una persona come lei. Era contento di trovarsi di fronte a certe persone, erano piccole cose che gli facevano ancora credere la luce, per quanto piccola, esisteva sempre. In mezzo all'oscurità da cui stava strisciando fuori come un verme era apparsa lei e l'aveva condotto in un posto sicuro. O almeno stava usando tutta la forza che aveva per sperare che fosse così e al momento non riusciva proprio a trovare moventi per pensarla diversamente a parte il suo essere una sconosciuta.
    In caso domani mattina si sarebbe svegliato con dell'aconito in bocca... purtroppo non poteva alzarsi e fuggire, per cui doveva fidarsi della sua speranza e dar retta a quella dolce ragazza.
    "Ahah, neanche volendo avrei a forza per ucciderti nel sonno. Sei in una botte di ferro."
    Ci scherzò sopra, rendendosi conto minuto dopo minuto che poteva seriamente tranquillizzarsi e non temere per la sua incolumità, non voleva pensare di essere capitato ne rifugio di una pazza furiosa che prima curava le sue prede e poi se le mangiava... no, non poteva essere, troppo assurdo.
    "Non devi sentirti in debito con me. Mi basta sapere di essere stata d'aiuto"
    Nemmeno voleva qualcosa in cambio!! Ren iniziava seriamente a pensare che il grande demone celeste stava guardando da un'altra parte da troppo tempo. Dov'era la fregatura?! Dai, doveva esserci. Per quanto fiducioso e anche un po' ingenuo faticava anche lui a crederci.
    "No, ti ripagherò, fosse l'ultima cosa che faccio!"
    La guardò deciso, alzando un po' il braccio per poi stringere la mano in un pugno, segnandosi mentalmente che avrebbe trovato qualcosa per ripagarla, anche solo aiutarla a fare la spesa! Portarle qualcosa, fare una commissione al suo posto, qualsiasi cosa!
    Alzò poi le sopracciglio e fece una mezza risata concordando con lei sul non andare nella casa con le coinquiline babbane. Si decisamente trooooppe domande, quindi era ancora una volta fortunata. Ci stava solo Savannah in questa casa, sua madre era fuori e aveva appena acconsentito a farlo stare li a dormire. Wuao.
    "Grazie Savannah... Buonanotte anche a te."
    Si avrebbe voluto alzarsi e farsi una doccia in quel momento, ma non ne aveva la forza, fece giusto in tempo a mettersi sotto le coperte per poi crollare un sonno profondo...stranamente senza incubi.

    Non seppe che ore fossero, ma si rese conto da quanto era intorpidito il corpo di aver dormito parecchio, come ogni volta dopo una trasformazione d'altronde. Aprì gli occhi, facendo un attimo fatica per la luce che filtrava dalle finestre. Era ancora in quella casa ed era ancora vivo. Quella ragazza era davvero la sua salvatrice.
    Uscì dunque dalle coperte e l'asciugamano scivolò a terra ricordandogli di essere nudo.
    "Ops."
    Si portò una mano tra i capelli per spettinarseli un po' e dopo che fece un paio di passi in avanti si rese conto che appoggiati a una sedia c'erano dei vestiti nuovi per lui.
    Sorrise Ren, prendendoli e dirigendosi al bagno che si trovava a pochi passi dal letto. Si fece una doccia, una delle docce più piacevoli che potesse fare e si prese un po' di tempo per riprendersi e rivestirsi ritornando a essere un uomo civile. Almeno un pochino.
    Dei jeans a una maglietta a maniche lunghe nera. Classico, va bene, se lo sarebbe fatto andare assolutamente bene. C'era solo una piccola pecca, quei jeans gli andavano leggermente cortini, ma colpa della sua altezza... la taglia era abbastanza giusta.
    Uscì dunque dal bagno e si bloccò di colpo pensando che uscire da quella stanza andando a cercare Savannah non fosse particolarmente educato o carino come comportamento.
    Così si sedette sul letto, incrociando le gambe, attendendo e sperando che fosse Savannah a venirlo controllare. Pensò che nel frattempo poteva intrattenersi con qualche posizione di yoga!
    Chiuse gli occhi, incrociò le gambe in modo più articolato e congiunse le mani iniziando a fare dei respiri ritmatici, come esercizio mattutino poteva andare bene. Avrebbe atteso Savannah, ignorando per un po' il gorgoglio alla pancia per la fane, inoltrandosi nella sua psiche per cercare la quiete.
     
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  10. Savannah.
     
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    Mi ero svegliata presto quella mattina ed ero ancora sana e salva. Era chiaro che non mi fossi portata un serial killer in casa, o il modo di alzarsi dal letto per raggiungermi l'avrebbe trovato, non avevo dubbi. Mi feci una doccia e mi cambiai, pronta per uscire. Dovevo assolutamente comprargli dei vestiti o avrebbe finito per dover girare ancora in asciugamano per casa e poi per strada. Aveva bisogno di vestiti. Alla colazione avrei pensato dopo...

    Aprii la porta di casa con una busta in mano, con tutto ciò che mi ero prefissata di comprare, e la chiusi piano alle mie spalle. Mi tolsi le scarpe, per evitare di far rumore e mi avviai verso la sua camera, aprendo lentamente e sperando di non trovarlo sveglio e nudo...di nuovo.
    Fortunatamente era ancora nel letto e dormiva tranquillo. Così adagiai i jeans e la maglia sulla poltrona di fronte al letto, e lasciai un paio di scarpe a terra. Ero andata totalmente ad occhio e potevo aver indovinato come aver preso tutto della taglia sbagliata. Non mi restava che sperare di essermici quanto meno avvicinata.
    Lanciai un'ultima occhiata a Naoki, per assicurarmi di non averlo svegliato, e uscii dalla stanza, richiudendo la porta alle mie spalle.
    Mi avviai in cucina e mi posizionai ai fornelli per preparare una bella colazione. Non ero solita cucinare di prima mattina, ma mi erano sempre piaciute le colazioni varie ed ora avevo la scusa adatta per prepararne una. Un licantropo affamato è un valido motivo per applicarsi, non credete?
    Preparai così dei pancakes, del bacon, delle uova e qualche toast. Posizionai tutto sul tavolo e accanto poggiai del latte e dei cereali, nel caso avesse preferito una colazione più leggera. In poche parole, non conoscendo il mio ospite, mi ero preoccupata di preparare una colazione quanto più varia possibile, per andargli incontro o quanto meno provarci.
    Una volta che fu tutto pronto guardai l'orologio e poi in direzione del corridoio che portava alla camera. Non avevo sentito alcun rumore e non sapevo se fosse sveglio o meno. Così tornai ancora una volta alla sua porta, aprendola piano e affacciandomi appena con la testa.
    Questa volta lo trovai seduto sul letto, e finii di aprire. "Buongiorno... sei sveglio allora." Lo salutai sorridendogli, per poi notare con piacere che indossava ciò che gli avevo preso. "Vedo che ho indovinato la taglia... più o meno" I pantaloni sembravano leggermente più corti del dovuto, ma se li aveva addosso era già qualcosa. L'importante era che non girasse nudo, in fondo.
    "Ho preparato la colazione, se hai fame..." Aggiunsi poi, indicando la porta alle mie spalle.
     
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    Lo scorrere del tempo diventava superfluo quando si esercitava nello yoga. Non apriva gli occhi nemmeno un secondo, limitandosi a meditare e rilassare il corpo. Nonostante la posizione apparentemente scomoda Ren riusciva davvero a scaricare la tensione e rilassarsi ritrovando il suo amato stato Zen in cui viveva la maggior parte delle volte per preservarsi. Scoprire lo yoga e ritrovarcisi così bene era stata davvero una manna dal cielo.
    Così ora era immobile, con gli occhi chiusi e le mani sulle ginocchia, in contemplazione del suo visionario mondo interiore escludendo qualsiasi cosa al di fuori di se stesso. Certo sarebbe stato meglio fare questi esercizi sul suo tappetino specifico, ma anche questo materasso si stava rivelando abbastanza utile.
    La cosa migliore però rimaneva il silenzio quasi mistico di quella casa. Ren ora abitava in un bilocale davanti a una strada parecchio trafficata, per cui non c'era mai il silenzio necessario e tanto agognato, mentre qui, in questa villa dispersa nel tempo e nello spazio, la sera prima si era scordato di farsi dire esattamente dove fosse, ergo per quanto ne sapeva poteva anche essere in un altro Stato, il silenzio sembrava regnare sovrano e ciò lo aiutava nel suo esercizio mattutino.
    Sentì la voce di Savannah come se fosse un suono ovattato a lontano nella sua mente. Ren non aprì gli occhi, cercò di immagazzinare ciò che la ragazze gli disse alzando semplicemente l'indice ad indicarle che a breve sarebbe giunto da lei.
    Rimase dunque con gli occhi chiusi, appoggiando lentamente la mano di nuovo sul ginocchio, muovendo poi il collo all'indietro per scricchiolarlo. Allungò poi subito dopo la gamba precedentemente ferita contento che non sentisse alcun dolore, il dittamo aveva fatto il suo dovere, per poi allungare anche l'altra gamba e infine districarsi dalla sua posizione base di yoga aprendo finalmente gli occhi e sorridere verso Savannah scendendo dal letto e mettendosi le scarpe.
    "Buongiorno anche a te. Scusa il ritardo nella risposta, ma ogni mattina, se mi è possibile, pratico lo yoga."
    Si stiracchiò le braccia e una volta presente nella realtà al 100% si sentì abbastanza in forze da poter affrontare quella giornata.
    Rise poi quando lei si accorse di aver sbagliato leggermente la taglia per i pantaloni, ma non aveva importanza, Savannah stava facendo così tanto per lui che Ren avrebbe anche accettato di indossare dei pantaloncini a Novembre senza fare storie.
    "Ti ringrazio tantissimo per tutto quello che hai fatto."
    Quando poi lei accennò alla colazione Ren si massaggiò la pancia sentendo eccome un languorino, praticamente era andato a letto senza cena, dunque il suo corpo sentiva eccome la necessità di mangiare.
    "Ho fame si, fammi strada."
    Così Ren seguì la giovane Savannah per i corridoi di quella bella casa seguendo anche l'odore della colazione che a un certo punto si fece sempre più forte. Si trovò a storcere il naso quando riconobbe l'odore del bacon, ma si ricordò di come in Inghilterra la colazione fosse una sorta di primo pranzo, fortunatamente però quando entrò in cucina vide una scelta piuttosto ampia.
    Tornò quindi a sorridere, prendendo latte e cereali sedendosi al tavolo.
    "Mi sento come in un Bed&Breakfast."
    Sorrise e ringraziò nuovamente Savannah iniziando a mangiare i cereali. Tra il lungo sonno, la doccia, lo yoga e questa colazione sembrava essere rinato e la lettera dei suoi genitori pareva così lontana e quasi astratta da farlo sentire sicuramente più tranquillo.
    "Toglimi una curiosità."
    Dal nulla poi se ne uscì così, ritrovandosi nuovamente a sentire il suo dolce profumo non riuscendo a riconoscerlo del tutto. Se fosse stato in forma animale probabilmente l'avrebbe individuato all'istante, ma ora le sue capacità era ridotte.
    "Sempre se vuoi parlarmene ovviamente, ma hai un odore particolare, solo che non riesco a classificarlo ora."
    Mangiò i cereali e attese una sua risposta mentre pensava alle varie possibilità, poteva essere una veela o una ninfa... fatto stava che Ren sicuramente si trovò quasi subito a suo agio con lei, una volta tolta dalla mente la possibilità che fosse una serial killer acchiappa malcapitati.
    "Ma intanto... è stato bello scoprire che sei davvero una buona samaritana e tanto gentile."
    Questa era una pausa prima della tempesta, funzionava sempre così. Il grande demone celeste gli concedeva una sorta di stasi, un break per poi scaricarsi su di lui con un uragano di sfiga inimmaginabile.
     
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  12. Savannah.
     
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    Non avevo mai provato con lo yoga ma mi aveva sempre incuriosita. Se proprio voleva sdebitarsi, magari gli avrei proposto di farlo insegnandomi qualcosa. "Basta con i ringraziamenti" Gli risposi sorridendo, per poi avviarmi con lui verso la cucina.
    Arrivati davanti al tavolo lo vidi prendere posto ed io lo seguii a ruota, sedendomi di fronte a lui e prendendo dei pancakes. Mi lasciai andare ad una leggera risata. "Di solito non cucino mai tanto a colazione. Anzi, possiamo dire che normalmente non cucino affatto. Ma le colazioni abbondanti mi piacciono e ho voluto approfittare dell'occasione per darmi da fare" Vivendo in un appartamento di studentesse, con le lezioni e tutto il resto, non ci dedicavamo mai troppo alla cucina. Persino i pranzi e le cene a volte si riducevano a pasti veloci, a causa della mancanza di tempo. Ma cucinare non mi dispiaceva affatto, ragione per cui in situazioni come quella avevo assolutamente piacere a farlo.
    "Non sono una buona samaritana. Chiunque l'avrebbe fatto al posto mio, probabilmente. Non potevo lasciarti lì, né tanto meno in quel locale, considerando che chi ti aveva ridotto in quelle condizioni era proprio un vampiro. Ho solo fatto ciò che era giusto fare... sperando nel meglio." Avevo corso i miei rischi, ma se si parlava di vita o di morte ero piuttosto sicura che ne valesse la pena. "E a quanto pare sono ancora viva, quindi mi è andata bene, non credi?" Ci scherzai su, tagliando uno dei pancake e prendendone un morso. Mi faceva indubbiamente piacere ascoltare le sue parole, ma non ero certa di meritarle davvero. La mia natura mi rendeva piuttosto lunatica e in passato avevo dimostrato di poter essere anche l'esatto opposto di quello che Naoki aveva visto quella sera. Non una creatura spietata come mia madre quando perdeva il controllo, diventando un'Arpia, ma neanche una tanto gentile come venivo dipinta da lui. Non sempre, almeno.
    "Non è un caso se ieri sera mi hai vista vicino a quella foresta. Stavo raggiungendo mia madre..." Gli spiegai, alzando lo sguardo dal mio piatto al suo viso. "E' una veela e io lo sono per metà. E' questo l'odore che senti, probabilmente" Non potevo sapere che odore avessimo, non avevo quelle capacità. Ma sapevo che i licantropi riuscivano a fiutare ciò che noi potevamo scoprire solo con una confessione o vedendo le creature nel momento in cui si palesavano.
    "Tu invece? Un lican? O un lupo mannaro?" Chiesi infine, incuriosita. Non ne sapevo molto a riguardo, ma la sera precedente c'era stata la luna piena: non potevo escludere l'ipotesi "lupo mannaro" dunque. Anche se non ero sicura che i mannari potessero tornare in forma umana, in quelle notti, se feriti.
     
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    Stava per ringraziarla di nuovo quando gli confessò che di solito non cucinava molto, ma poi si tappò la bocca prima che potesse dirlo limitandosi a mangiare tutto contento di quest'ottima colazione. Davvero, sentirsi così fortunato era una sensazione particolare per lui, si sentiva così davvero pochissime volte, a tal punto da non sembrargli ancora vero.
    Aveva anche l'intenzione di pizzicarsi la guancia pur di constatare la realtà di quel momento, ma evitò cercando di evitare di mostrarsi ancor più strano di quel che già era. Pizzicò quindi un po' tutto ciò che offriva quell'ottima colazione, evitando accuratamente solo il bacon.
    "Giuro che amo questa colazione e scosto il bacon solo perché sono vegetariano."
    Ci teneva s dirglielo prima che pensasse che non gli piacesse o non volesse nemmeno provare, sicuramente si sarebbe fatta qualche domanda su un lupo vegetariano, in fondo se l'erano fatti tutti quelli che avevano saputo della sua natura e del suo stile di vita.
    Fatto stava che il discorso di Savannah rimaneva un po' ingenuo, il fatto che pensasse seriamente che tutti l'avrebbero fatto era alquanto ottimista come cosa. Forse non aveva, per fortuna sua, avuto a che fare con certa gente, non aveva avuto incidenti o che altro da farle perdere fiducia nell'umanità, era qualcosa di bello e terrificante al contempo, in fondo anche lui, per quanto ne aveva subite, non smetteva di credere.
    "Non ti sembra una visione un po' troppo ottimistica? Non voglio smontarti ovviamente, ma non sono così sicuro che tutti l'avrebbero fatto, è per questo che sono così sorpreso."
    Sorrise, sperando di non averla offesa, per poi fare una mezza risata riferito al suo essere ancora viva. Si a entrambi era andata più che bene, soprattutto per lui! Erano quelle cose che appunto gli davano ancora la possibilità di credere nel bene.
    Poi si trovò finalmente a soddisfare la sua curiosità, Savannah era una mezza veela. Ora si spiegavano tante cose. Aveva un animo dedito alla natura e alla protezione e anche la sua incredibile bellezza aveva un suo perché. Per quanto le mezze veele non avessero lo stesso potere incantatore delle veele, avevano un fascino tutto loro che al quale Ren non era rimasto indifferente.
    "Oh, ti ho rovinato una bella nottata insomma. Sono al quanto affascinato dalla tua natura. Non ho mai avuto a che fare con una mezza veela."
    Con una Veela, si, taaanti anni addietro, nei boschi non era raro incontrarle e Ren era caduto nel loro fascino un paio di volte.
    "Io sono un Lican, maledizione di famiglia da parte di mio padre. Non ho avuto una bella giornata ieri e ho sentito la necessità di sfogarmi in qualche modo... sono stato stupido e incosciente. Me la sono un po' cercata, ma sto meglio ora."
    Bevve altro latte, sospirando e cercando di non pensare alla lettera dei suoi genitori. Sarebbe nuovamente caduto in uno stato depressivo e non avevo di certo voglia, soprattutto dopo tutta la luce che Savannah era stata in grado di donargli.
    "Davvero Savannah, sei riuscita a donarmi un po' di luce che pensavo di non poter vedere, non ieri soprattutto."
    Ci teneva a dirglielo, davvero.
     
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  14. Savannah.
     
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    "Ottimistica? Forse, sì" Sapevo che quella che avevo era una visione fin troppo ottimistica, in molti più volte me l'avevano fatto notare. Ma era forse sbagliato sperare che qualcosa di buono al mondo ci fosse? Che le persone non fossero tutte così egoiste o insensibili? Perchè sì, ne avevo avuti anche io di incontri ed esperienze spiacevoli che mi avevano fatto conoscere l'altro lato della medaglia, ma non volevo credere che quella fosse la norma. Avevo già riservato una visione pessimistica all'amore, perchè mai avrei dovuto estenderla alla vita in generale? Mi ero imposta di non farlo e non l'avrei fatto. Non potevo o non avrei mai vissuto serenamente. "Magari non l'avrebbero fatto tutti, ma la maggioranza sì. " Alzai lo sguardo nel suo e accennai un sorriso "Io sarò anche ottimista, ma tu non lo sembri affatto." Continuava a ringraziarmi, continuava ad essere sorpreso per la mia azione e, se da una parte era comprensibile, dall'altra mi lasciava riflettere. Perchè continuava a ringraziarmi? Perchè era così tanto sorpreso? Magari non tutti l'avrebbero fatto, ma al mondo esistevano anche persone buone. Eppure lui sembrava come non saperlo, o non volerci credere.
    Forse non aveva avuto una vita semplice. Doveva essere quella la spiegazione, o non riuscivo a trovarne altre. Non doveva aver conosciuto molte persone dall'animo gentile. Nel mio sguardo e nel mio sorriso tentavo di nascondere quel velo di tristezza che stavo provando.
    "Non preoccuparti, comunque. Non ho avuto alcun dubbio sulla decisione da prendere, ieri sera." Danzare nella radura o aiutare un uomo in difficoltà, forse in pericolo di vita? La soluzione per me era stata immediata, non doveva scusarsi e magari ringraziarmi anche per questo. "La natura di mia madre è molto più affascinante della mia. Ma anche più pericolosa" Specificai, lasciandomi sfuggire una risata. Mai farla infuriare era la regola che ogni persona doveva assolutamente rispettare, con lei. Mai tradire la sua fiducia.
    Gli sorrisi quando sentì il bisogno di specificare quanto l'avessi aiutato la sera prima. Le sue parole mi confermarono ciò che pensavo: non vedeva spesso la luce. "Sono felice di esserti stata d'aiuto, allora. Davvero. " Non sapevo cosa aggiungere, senza rischiare di entrare troppo nel personale. Così cambiai argomento, almeno in parte...
    "Hai sentito il bisogno di sfogarti, ieri sera, ma sei vegetariano. E' un modo per compensare la tua natura da cacciatore?" Forse era una scelta indipendente o forse no, ma ero piuttosto sicura che non fossi l'unica a domandarmi come un lican potesse essere vegetariano. E, magari, glielo avevano domandato centinaia di volte...
     
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    Già, la sua visione non era molto ottimista e la cosa lo disturbava. Nonostante tutto quello che aveva vissuto nella vita, tra la sua famiglia, la prigione e il resto non era comunque mai arrivato ad avere una visione così negativa della vita, era stata Zoe e quello che stava arrivando a fare ad aver distrutto gran parte della sua credibilità, facendogli rendere conto di quanto debole fosse, di quanto non ci fosse molta luce per lui nella vita che era andato a cercarsi.
    Eppure nonostante era consapevole che smettendola con proteste e manifestazioni per dedicarsi a se stesso avrebbe migliorato notevolmente il suo tenore di vita, non riusciva a smetterla, non era in grado di smettere, dopo venticinque anni, di fare quello che aveva sempre fatto, per quanto alle volte era arrivato anche a superare il limite.
    "Hai ragione, delle volte è difficile riuscire a vedere ciò che c'è di bello e mi lascio prendere dallo sconforto, ci dovrebbe essere una via di mezzo no? Sarebbe la cosa più giusta, senza illudersi troppo e senza essere troppo ingenui."
    Se davvero era così pessimista avrebbe smesso da parecchio con quello che faceva, invece persisteva ancora e un motivo ci doveva pur essere. Donava una gioia impagabile osservare i volti delle persone che riusciva ad aiutare, anche con piccole cose, ed era invece eccitante trovarsi in mezzo a un gruppo di persone pronte a lottare e urlare il proprio pensiero al cielo pur di rimanere in silenzio senza nemmeno averci provato.
    Sorrise tra sé e sé deciso a scrivere una lettera ai suoi genitori mettendo nero su bianco proprio questi concetti.
    "Hai ragione, sono pericolose le veele e farle arrabbiare non è consigliabile. Ci sono arrivato molto vicino a farne arrabbiare una, ma senza farlo apposta davvero! Mi sono trovato in passato ad avere a che fare con una particolarmente egocentrica e permalosa e distrarsi da lei un attimo per poco non mi è costato caro!! Ma nulla da togliere a tua madre, sono sicuramente creature meravigliose e non tutte sono così fortunatamente ahaha."
    Era caduto vittima di quella veela senza quasi rendersene conto Ren e quando Ren aveva approfittato della sua natura per distogliere le attenzioni da lei come se non respirasse da minuti interminabili lei si era arrabbiata così tanto da spaventarlo seriamente.
    Dopo di ché fu inevitabile parlare del suo strano stato. Non gli pesava parlarne, era solo dura viverlo quando accadeva, ma era fiero della lotta per portava avanti da anni.
    "Non è una questione di comparazione."
    Bevve un po' di succo di frutta, riempiendosi il bicchiere subito dopo non nascondendo la passione che aveva. Amava praticamente ogni succo di frutta, tranne quelli particolarmente chimici.
    "Il pensiero di mangiare un altro essere vivente mi distrugge e disgusta, non cerco di equilibrarmi con la mia natura...io spesso la combatto e delle volte è così difficile..."
    Era contento in parte di essersi imbattuto in un vampiro e aver sprecato ogni energia in quel combattimento. Così non aveva dovuto uccidere nessuna innocente creatura e non si era nutrito con essa, salvando un pezzo della sua anima.
     
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16 replies since 9/11/2015, 20:28   213 views
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