You're so pretty.

privata.

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  1. Macaulay.
     
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    Scusa, potresti passarmi le orecchie di topo? Alzo la testa dai miei appunti, soppesando la ragazza bionda che ho davanti. Lei mi sorride con forse troppo entusiasmo, probabilmente se avesse una coda l'agiterebbe come un cagnolino ansioso di fare la propria passeggiata. E' già la terza volta che interrompe la mia attenta lettura del procedimento per la preparazione del distillato della morte vivente, ma le passo comunque ciò che mi ha chiesto. Non so a cosa possa servirle quell'ingrediente visto che nei miei appunti – che sono perfetti, per inciso – non c'è scritto nulla a riguardo. Non dico niente e roteo gli occhi per l'ennesima volta, tanto per farle capire che, semmai avesse bisogno di altro, gradirei che staccasse le chiappe dalla sedia invece di assillarmi. Non recepisce. ...Ci sono le radici di Valeriana vicino al tuo braccio, me ne dai due? Non mi stacca gli occhi di dosso e la cosa inizia ad urtarmi i nervi. Inarco il sopracciglio destro, chiudendo la piuma nera che stringo fra le dita all'interno del taccuino per poi alzarmi con fare piuttosto scocciato. Mi siedo davanti ad un altro calderone, isolato, e sghignazzo impercettibilmente non appena incrocio il suo sguardo deluso. Ora so con certezza che non mi darà maggiori noie e posso svolgere il compito in santa pace. Inizio a buttare qualcosa nel calderone, abbassando la fiamma con un tocco di bacchetta, leggero e concentrato, tirandomi su le maniche della divisa. Sono fiducioso del fatto che la mia sarà una pozione eccellente una volta finita, anche perchè non potrebbe essere altrimenti. Sarebbe utile poter sottrarre una fialetta del distillato, potrei addormentare tutte le persone che mi stanno antipatiche, a partire dalla ragazza che ho abbandonato quattro banchi più in là. Le lancio qualche occhiata, di tanto, solo per vedere a che punto è arrivata. Veramente osservo un po' tutti gli studenti che mi circondano, per il fatto che voglio essere il primo a finire e consegnare e, fortunatamente, nessuno sembra essere più avanti di me nella preparazione. Mi accingo ad afferrare le gocce d'assenzio prima di scoprire di avere il becker completamente vuoto, arricciando il naso per l'amara scoperta. Sospiro pienamente, svuotando i polmoni mentre stringo le dita sul bordo del tavolo e mi allungo verso il ragazzo che ho davanti. Non ho la più pallida idea di chi sia, ma non mi faccio problemi a bussare sulla sua spalla e a fargli un sorriso smagliante. Avrei... mormoro distrattamente prima di bloccarmi, non appena metto a fuoco il suo viso. Non ho avuto modo di guardarlo in precedenza e rimango per interminabili istanti a soppesare i lineamenti adolescenziali del suo volto. ….Bisogno dell'assenzio. Puoi prestarmelo? Gli indico velocemente la boccetta di vetro nero, umettandomi le labbra con la punta della lingua. E' piuttosto carino e mi chiedo come sia potuto sfuggirmi, di solito tipi come lui li noto. Scivolo a lato del mio bancone, piuttosto interessato, piegandomi leggermente per poggiare i gomiti sulla superficie e, successivamente, posare la testa sui pugni chiusi. La inclino leggermente senza smettere di sorridere, intento a raccogliere più dettagli possibili sul suo conto. Sai che sei molto carino? Sbuffo senza mezzi termini, apparendo molto più sicuro di quanto non sia in realtà. Il mio è un complimento a mezz'aria, uno di quelli che si usano palesemente per l'abbordaggio. La cosa non m'intimorisce nemmeno un po', insomma, non sono mai riuscito a tenere la bocca cucita in queste situazioni....e poi che male c'è nell'esprimere il proprio apprezzamento verso qualcuno?
     
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    Posso assicurarvi che mai fui più concentrato come lo ero quel giorno. Non so esattamente il perché... magari mi ero svegliato bene! O magari avevo mangiato qualcosa che mi aveva messo di buon umore, non saprei dire. Fatto sta che, comunque, quella lezione di Veleni stava procedendo a meraviglia. Me ne stavo a seguire la procedura per i fatti miei, zitto zitto, quando iniziai ad essere involontario testimone ti un palese tentativo di abbordaggio. Ora, non sono un misogino - anche se può benissimo sembrare diversamente - ma quella ragazza mi aveva dato fin troppo sui nervi. Ti sei presa una cotta per qualcuno? Eh ma spiegami perché l'intera classe deve saperlo? Non dico di non professare il tuo grande amore, o quel cacchio che è, ma io proprio non ce la farei a comportarmi così... in pubblico poi! No, no. Pazzia. Scusa, potresti passarmi le orecchie di topo? Ma siamo seri? Ragazza, fossi in te mi leggerei uno di quei manuali squallidi squallidi su come rimorchiare qualcuno in dieci semplici mosse. No, sul serio, così non caverai un ragno dal buco! Ma in fondo quelli non erano affari miei, non potevo stare a badare ai pettegolezzi o a cose del genere: avevo un distillato di morte da preparare. E non poteva essere un distillato qualunque, doveva essere il migliore, perfetto, a cinque stelle!
    ...Ci sono le radici di Valeriana vicino al tuo braccio, me ne dai due? No dico, really? I mean, davvero speri che le tue azioni non siano palesi all'intera classe? Alzai gli occhi al cielo cercando di estraniarmi da tutto e da tutti, soprattutto da quella conversazione priva di spessore. Ma come potevo fare? Quell'oca giuliva era lì, a due passi da me, tra un po' avrei sentito anche i suoi lombi ballare la conga.
    Comunque, evidentemente, non ero l'unico ad avere di quei pensieri, a voler strappare la lingua a quella ragazza pur di concedere un minimo di quiete e pace alle mie povere orecchie. La fortunata vittima delle sue avance, con ben più pazienza di quella che avrei avuto io, si alzò e cambiò postazione evidentemente scocciato da tutto quel blaterare.
    E voi direte, e quindi? Eh, il punto è che si andò a piazzare davanti a me. Ora, se prima non mi riuscivo a concentrare per via dell'acuta e fastidiosa voce dell'altra studentessa, ora erano i movimenti dello studente di fronte a rallentare il mio lavoro. Ero curioso, come al solito. Purtroppo non mi diede grandi possibilità per osservarlo: così come si sedette iniziò a lavorare al suo preparato. Disdetta, tremenda disdetta. Non ci pensare Sean, non vuoi immischiarti in faccende incasinate. No, torna a fare quello che stavi facendo. E' un semplice ragazzo, come te, nulla di interessante per cui valga del tempo che sottrarresti a... Avrei... Mi sollevai appena per vedere oltre il calderone - sì, essere bassi e le conseguenze che ne derivano - e realizzai che proprio il ragazzo oggetto del mio soliloquio mentale mi stava rivolgendo la parola. ….Bisogno dell'assenzio. Puoi prestarmelo? Guardai prima lui, poi il suo dito, la boccetta che indicava, e infine nuovamente lui. Io mi ero limitato a fissare gli occhi da una cosa all'altra, lui invece si mise con i gomiti sul bancone intendo a guardarmi da sopra i suoi pugni chiusi. Certo, puoi... Non feci in tempo a terminare la frase che quello mi colse alla sprovvista. Sai che sei molto carino? Eccolo lì. Rimasi in silenzio per pochi secondi, ma bastarono quelli per sottolineare il mio palese imbarazzo. Lo so, ho gli occhi e anche uno specchio. Come risultare sgradevole in poche semplici mosse, prossimamente dal vostro edicolante di fiducia. Stavo dicendo. Puntai gli occhi sui suoi e cercai di apparire il più calmo possibile, come se il complimento non mi avesse lusingato. Puoi prendere l'assenzio, tanto io non lo devo usare più. Torno a sedermi sperando che il tipo si limitasse a prendere ciò che doveva per poi andarsene. Anche se potrei tranquillamente utilizzarlo per mettere a tacere l'oca giuliva laggiù. Non indicai né parlai a voce troppo alta, avrebbe sicuramente capito che la ragazza di cui parlavo era la stessa che lo aveva continuato ad assillare.


     
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1 replies since 4/10/2015, 17:39   73 views
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