I duri hanno due cuori

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  1. °°Michael°°
     
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    E così ci siamo.
    Nelle ultime settimane ci siamo informati, abbiamo vagliato per bene tutti i pro e contro,
    ne abbiamo parlato fino alla nausea,
    a casa mia, a casa sua, al Ministero,
    circondati di libri e pergamene alla ricerca di chissà quale illuminazione...
    e alla fine dei conti l'unica cosa che ci resta da fare è tentare.
    Per quanto mi riguarda io sono pronto,
    qualsiasi cosa accada.
    Fosse anche l'ultimo giorno della mia esistenza terrena non ho alcun rimpianto,
    in una sola vita ho ottenuto più di quanto molti altri non otterrebbero in dieci.
    Ho anche perso molto ma questo non mi ha mai fermato,
    come non mi fermerà adesso.

    Abbiamo scelto Azkaban dopo aver scartato diverse altre opzioni
    perchè questo è l'unico posto sicuro dove nessuno ci può disturbare.
    Se privare Kostia del suo cuore è stato abbastanza veloce,
    restituirglielo al contrario necessiterà di molto più tempo.
    Mikaelson ha già in mano il mio testamento con tutte le istruzioni da seguire nel caso mi accadesse qualcosa,
    ma non ce ne sarà bisogno giusto?
    Perchè andrà tutto bene.

    Dunque ci siamo amico mio.
    Fra un paio d'ore sapremo se funzionerà
    o se stiamo facendo solo un'enorme cazzata...


    Nonostante tutti i nostri sforzi le probabilità di uscirne entrambi indenni
    non superano il 30%, 40% a voler essere ottimisti.
    Non siamo nemmeno in grado di prevedere le diverse possibilità che si potrebbero presentare,
    ma con la magia sperimentale la certezza del risultato è quanto mai impossibile.
    Anche se sono l'unico dei due a rischiare anche la vita,
    quella di Kostia poi potrebbe non essere più la stessa se il cuore fosse danneggiato durante l'incantesimo.
    Potrebbe addirittura arrivare a rimpiangere la sua condizione attuale.
    Ma ha accettato il rischio, come l'ho accettato io,
    dandomi ancora una volta la dimostrazione della sua completa fiducia in me:
    in fondo non è la prima volta che mi segue ciecamente in una delle mie idee balzane,
    e posso solo sperare che non sia l'ultima.

    Che ne dici di un brindisi porta fortuna?
    La tenevo da parte proprio per un'occasione speciale...


    E cosa c'è di più speciale di mettere in gioco vita cuore e anima in una sola botta?

    Verso da bere per entrambi da una bottiglia di rum barricato stravecchio
    e mi accomodo alla poltrona davanti al caminetto.
    Nonostante sia piena estate Azkaban resta sempre il buco più freddo di questo fottuto mondo.

    Come vanno le cose con la gravidanza?
    Hai sentito la madre ultimamente?


    Non so perchè mi sia venuto in mente di prendere proprio questo argomento, o forse sì.
    Per quanto sia ottimista nelle nostre capacità
    non posso fare a meno di pensare a Rya, al figlio mio che porta in grembo
    e al fatto che potrei anche non vederlo mai.
    A volte mi dico: poco male, se comunque ha intenzione di crescerlo come un traditore del sangue...
    ma resta sempre mio figlio sapete, e non è facile odiare un figlio,
    nemmeno per uno come me.

    Prima che cominciamo... c'è una cosa che debbo dirti,
    nel caso... beh lo sai, nel caso andasse tutto storto per me.


    Lo so che meno persone sanno di questa storia meglio è,
    sono stato il primo a dirlo.
    Ma nonostante Mikealson abbia già le sue istruzioni anche in merito a Rya
    è più forte di me, non riesco a fidarmi del tutto di quel vampiro.
    Se non per questioni di tasse almeno...
    Il fatto è che quando si parla di lei ai suoi occhi succede qualcosa di strano,
    è come se fossero attraversati da lampi rossi,
    mi mette i brividi!
    Più del normale insomma, visto che già come vampiro millenario
    la sua porca impressione la fa.
    Con Kostia è diverso,
    di lui sono sicuro di potermi fidare in tutto e per tutto ormai.
    So che se ce ne sarà bisogna saprà cosa fare,
    e che se glielo chiedessi si occuperebbe di lui come farei io,
    per trasmettergli un giorno la mia eredità.
    E non parlo dei soldi... quelli la madre probabilmente glielo sbatterebbe in faccia.
    Senza il probabilmente.
    Ad ogni modo, affidando a lui il mio segreto ora mi sentirei più tranquillo
    e Merlino sa quanto ho bisogno di sentirmici in questo momento.
    Mi aiuterebbe ad affrontare tutto a cuore più leggero,
    e chissà, magari con meno peso l'incantesimo riuscirà anche meglio.
    Un aiutino in più servirebbe, no?

    Naturalmente non c'è bisogno di rammentarti
    che confido come sempre nella tua più completa riservatezza.
    Questo deve restare un segreto tra me e te,
    qualunque cosa accada.
    Con altre questioni non ce ne sarebbe bisogno ma... in questo caso si,
    me lo devi giurare.

     
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    La stanza era ampia, con le pareti in pietra. Si trattava del salone centrale di Azkaban, quello che Michael aveva avuto modo di vedere nella cena con tutti i Mangiamorte che avevano tenuto lì la sera dell'inaugurazione della prigione, quasi due anni prima. Era il punto più centrale della prigione e, con l'unica eccezione degli ultimi piani della torre centrale, là dove Kostia aveva i propri appartamenti, era anche quello più facile da difendere. Per quello si sono messi lì, in un ambiente più spoglio di quanto il Ministro non lo possa ricordare. Fuori da quella stanza i dissennatori volavano in cerchio, passando davanti alle finestre e sfiorando i muri esterni, in un vorticare continuo di tuniche nere e pesantezza morale. Erano l'ultimo cerchio delle loro difese, più vicini perfino delle guardie umane che erano state schierate in forza in ogni angolo della fortezza, su ogni muro e ad ogni ingresso. Nessun permesso, quel giorno, e nessuna scusa.
    Se lui fosse stato uno dei loro nemici quello sarebbe stato il giorno perfetto in cui colpire, là dove sia lui che Michael erano stanchi e debilitati, se non addirittura morti. Anche se a ben vedere, in caso di una loro morte prematura, tale impiego di risorse si sarebbe rivelato soltanto un grosso spreco. Pazienza: supponeva esistessero cortei funebri meno strani di quello.
    Kostia si tolse la giacca e si arrotolò le maniche della camicia fino ai gomiti. Si concesse un sorriso, uno dei pochi in cui era in grado di mettere ancora qualcosa di sincero - Suppongo di si - si limitò a commentare. Andò a sistemarsi di fronte a lui, raccogliendo il bicchiere e levandolo in un silenzioso brindisi. Avevano fatto tutto quello che era possibile fare, passando intere notti a studiare e valutare e soppesare ma alla fine il massimo che avevano potuto ottenere era quello: un quaranta per cento di possibilità di riuscita. Al massimo. Decisamente poco confortante, se non si pensava all'entusiasmo di muovere dei passi in qualcosa di completamente nuovo.
    Aprì uno dei volumi che aveva compilato in quegli anni, annotando le ultime cose e rialzando solo allora lo sguardo su Michael - Di sicuro il nostro è un lavoro in cui non ci si annoia mai - commentò e in quelle poche parole, nel semplice atto di pronunciarle, c'era tutta la stima che nutriva per quell'uomo. Al diavolo, se proprio doveva provare su se stesso una cosa del genere era contento di farlo con Michael. Non gli piaceva l'idea di dover spirare fra atroci sofferenze ma, dovendolo fare, almeno lo avrebbe fatto in buona compagnia. Con un amico - Si, va tutto bene. La piccola sta crescendo a velocità incredibile - gli rispose, svuotando poi in un'unica sorsata il proprio bicchiere - Credo che se questa cosa andrà bene mi prenderò un paio di settimane di ferie e me ne andrò a Londra - aggiunse, anche se "ferie" era sempre un concetto relativo, con lui. Probabilmente le avrebbe usate per capire che aria tirava a Londra.
    Anche perché Michael gli aveva appena dato un motivo in più per farlo. Per un attimo rimpianse di non potersi versare un secondo bicchiere di rhum - A quanto pare io e te siamo la dimostrazione vivente che non sempre il potere si accompagna alla saggezza - scosse la testa - Aishwarya Rei... - sospirò. Curioso: adesso il fatto che Fiona fosse una nata babbana non sembrava più così grave.


    Edited by Kostia Preud - 27/7/2015, 09:17
     
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    Già, proprio lei.
    Ash... Aswsh... Ass....
    Al diavolo!
    Rya.


    Bene, almeno lui sa pronunciare quel suo impronunciabile nome.
    Un motivo in più che lo rende la persona giusta.

    Ironico no?
    La più dura tra gli Auror,
    la più ferrea ai loro principi,
    incinta proprio di me
    che incarno l'essenza di tutto ciò che più odia.


    Ma non sono d'accordo con lui sul fatto che c'entri la saggezza,
    o la mancanza di essa.

    Devi ammettere che è una gran figa,
    ed è anche la più restia a concedersi tra tutti loro.
    Un punto per me, ti pare?


    Non per vantarmene... ma si, me ne vanto!
    Me lo potrò anche permettere,
    se davvero potrei morire tra poco,
    di farlo con il sorriso delle labbra.

    Ad ogni modo faccio te custode di questo segreto.
    Fino a che sarà solo un bambino nessuno deve sospettare che è figlio mio,
    per la sicurezza sua e di sua madre.
    Quello che voglio che mi prometti è che se io non ci sarò più
    quando il bambino avrà l'età giusta
    dovrà venire a sapere chi era suo padre da qualcuno che l'ha conosciuto veramente.
    Ed in pochi possono dire di conoscermi quanto te Kostia.
    E fino a quel giorno tu lo proteggerai, ad ogni costo.


    A questo punto non manca che sigillare questa promessa con la giusta formalità tra maghi.
    Sarò pure considerato antiquato
    ma credere nelle nostre tradizioni è portarle avanti
    è il fulcro di tutta la mia missione.
    Kostia fa chiamare una delle sue guardie, la più fidata tra loro.
    La celebrazione del Voto Infrangibile deve avvenire sotto gli occhi di un testimone,
    chi sia per me non ha importanza,
    l'unica cosa che mi interessa è poter guardare nei suoi occhi quando pronuncerà il giuramento,
    mi basta questo per essere sicuro che il mio volere sarà esaudito.

     
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    - Non tutto, pare - perché se davvero Michael avesse rappresentato tutto quello che Rya odiava lei non sarebbe mai riuscita ad andare a letto con lui, per quanto fascino potesse avere. Moon, il Ministro Moon, aveva le mani sporche del sangue di alcuni dei suoi vecchi colleghi e di un gran numero di persone che lei, ad alta voce, dichiarava innocenti. Il fatto che l'idea che tali mani la toccassero nelle parti più intime di non la turbasse significava che era il sangue stesso a non turbarla quanto affermava. Chissà se Michael si rendeva conto di ciò che quel primo passo rappresentava.
    Sorrise. Probabilmente si trovavano al cospetto di una nuova Melinda Gordon.
    - Una donna di una bellezza notevole - convenne tuttavia. Non l'aveva mai vista di persona, ma oltre ad avere studiato a fondo il suo fascicolo Kostia aveva avuto modo di osservare numerose foto che la ritraevano. In ogni caso ne sapeva abbastanza per sapere che la promessa che Michael gli stava chiedendo di sottoscrivere non sarebbe stata affatto facile. Rya non gli avrebbe mai permesso di avvicinarsi al bambino senza facilmente: probabilmente quando il momento sarebbe giunto avrebbe dovuto usare la forza, o un metodo di persuasione particolarmente incisivo. Supponeva fosse quello che Michael intendeva con "a ogni costo".
    Chiamò una delle guardie più fidate, uno dei responsabili amministrativi che si occupavano della prigione in sua assenza. Era un uomo alto e silenzioso, la cui unica figlia stava facendo il tirocinio a Stoccolma, al Ministero. Kostia adorava circondarsi di persone silenziose - Ti giuro che gli parlerò di te, se mai ce ne sarà il bisogno, e che proteggerò i tuoi figli come se fossero miei - una formula lievemente diversa da quella richiesta di Michael, ma comunque estremamente vincolante. Si era già visto cos'era disposto a fare per quella bambina, e non era nemmeno ancora nata - Giurami lo stesso -
     
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    Si beh, forse mi sono commosso un pochino.
    Che devo dire, è che tutta questa cosa del Voto Infrangibile
    non si può dire che non sia emozionante.
    Non parliamo di una semplice promessa che qualunque amico potrebbe fare,
    salvo poi mantenerla o meno a seconda dei casi,
    qui parliamo di due maghi che vincolano la loro stessa vita a quella promessa.
    Ecco, questa è una cosa che i babbani non capiranno mai,
    un'altra cosa che li rende esseri limitati:
    noi maghi paghiamo sempre i nostri debiti,
    se un altro mago ci salva la vita prima o dopo restituiamo il favore.
    Se un mago promette qualcosa
    mantiene la promessa a costo della vita.
    Ora ditemi, quanti babbani farebbero lo stesso?
    Non diciamo cazzate la risposta è pochi, molto molto pochi.

    Ti giuro che, se mai ce ne sarà il bisogno, proteggerò tua figlia come se fosse mia.

    Non ho problemi a promettere lo stesso stringendo la mia mano a quella di Kostia.
    Mi fido di lui, so che non mi chiederebbe mai una promessa del genere
    se sua figlia non fosse una perfetta purosangue, giusto?

    Credo che sia ora di cominciare.

    Il mago che ci ha fatto da testimone viene liquidato con qualche ordine per la nostra sicurezza dal padrone di casa.
    Ora siamo solo io e lui, nessuno dovrà disturbarci durante l'esecuzione dell'incantesimo:
    una sola interruzione o distrazione potrebbe essere fatale.

    Sul tavolo designato a questa operazione bolle un calderone.
    La pozione che contiene serve a prepararci al rito.
    Mi avvicino slacciando i bottoni della camicia
    che tolgo lanciandola su una sedia lì vicino.
    Kostia fa lo stesso.

    Alla tua salute, amico mio.

    Una coppa per lui e una coppa per me.
    Uno davanti all'altro poggiamo uno la mano sul petto dell'altro.
    A questo punto non manca che recitare la formula,
    antica, complicata e soprattutto lunghissima.
    Farà male? Si, farà male.
    Tanto quanto ha fatto male a lui quando il cuore glielo ho tolto e forse anche di più,
    ma se riusciremo nel nostro intento
    potremo scrivere una nuova pagina di magia
    con le nostre firme.
    Non è entusiasmante?

     
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    Era impossibile non vedere qualcosa di sacro in quella promessa, di bello e a suo modo elegante.
    Quello che stavano facendo, lui e Michael, era unire due famiglie in una sola, in un legame tanto profondo da non giustificare solo la protezione in quanto tale, ma anche la vendetta. Quale forma migliore per tenere al sicuro qualcuno, in fondo, se non il timore di quello che sarebbe loro accaduto in caso avessero posato un dito sulla persona sbagliata? Cosa avrebbe mai potuto tenere al sicuro Fiona e la loro bambina più della paura di quanto profonda e crudele e assoluta sarebbe stata la vendetta che avrebbe colpito chi avesse anche solo osato pensare di poterle toccare? Kostia, lo sapeva, non avrebbe lesinato alcuno sforzo per far pagare amaramente qualsiasi sgarro su quel fronte. Non ci sarebbe stata pietà per le donne, ne per i bambini, gli amici o i semplici conoscenti di chi si fosse macchiato di quel crimine. Mai.
    E Michael aveva appena promesso di fare esattamente lo stesso.
    Kostia si slacciò la camicia con gesti lenti e precisi, poggiandola ordinata sullo schienale di una sedia, quasi che quei movimenti facessero già parte dell'incantesimo che si accingevano a svolgere. In parte era così - Alla salute - ricambiò, per poi bere dal calice la pozione preparata da Michael. Fece un respiro profondo. Il petto di Michael era caldo sotto la sua mano gelida, esattamente come lo era il palmo che gli premeva contro costato. Perfino in quello erano diversi, lui e il Signore Oscuro, perfino nella temperatura corporea.
    Lentamente, in coro con Michael, Kostia iniziò a recitare la formula.
    Non era stato il cuore a venirgli strappato, ovviamente, non letteralmente. Kostia possedeva ancora un cuore, nel senso fisico del termine, ed era quello a far girare il sangue nelle vene dell'ucraino e a consentire tutte le funzioni vitali ma l'organo che gli batteva in petto, stonato e sbagliato, aveva ormai perso l'essenza che lo rendeva tale. Michael gli aveva estratto dallo sterno un simulacro, una rappresentazione fisica dei suoi sentimenti e delle sue emozioni, ed erano quelle ad essersi fuse con le sue. Era come una macchina ferma che loro cercavano di riavviare facendo defluire energia da un petto all'altro solo che, come liquidi chiusi in uno stesso recipiente, ormai era impossibile separare ciò che era di uno da ciò che era dell'altro.
    Le parole continuavano a fluire all'unisono da due paia di labbra, e Kostia si rese conto che ormai non gli sarebbe stato possibile staccarsi da Michael nemmeno volendo. E il dolore che provava era tale da far si che quel desiderio, quella tentazione, fosse forte.
    Gli faceva male la mano e gli faceva male il braccio, i cui muscoli continuavano a contrarsi in una lunga serie di crampi, ma soprattutto gli faceva male il petto. Bruciava, come se all'improvviso la mano di Michael fosse fatta di puro fuoco o di metallo incandescente. Come se lo stesse marchiando.
    Aveva fatto così male anche la prima volta? Kostia non lo ricordava.
    Sapeva però che non c'era altra scelta, ormai, che stringere i denti e andare avanti, fino alla fine.
    Fino all'ultima parola o all'ultimo respiro.
     
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  7. °°Michael°°
     
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    Non vi so dire quanto tempo trascorse mentre l'incantesimo oscuro ci teneva uniti
    fondendo le nostre anime e i nostri corpi a livello molecolare e anche molto di più
    a un livello quasi mistico.
    Fece male? Si, molto. Un dolore straziante, peggiore di cento Crucio castati tutti insieme.
    Per un pò ho creduto di morire, che fosse veramente la fine.
    Poi quando mi sono reso conto che il mio corpo poteva reggere tutto quello
    ho creduto invece che sarei impazzito a causa del dolore,
    che in un modo o nell'altro non ne sarei uscito intatto.
    Capite quindi il mio stupore quando, probabilmente diverse ore dopo dato che la luce filtrava dagli scuri alle finestre di Azkaban,
    mi sono svegliato e mi sono reso conto di essere ancora vivo,
    e di avere più o meno tutto l'intelletto al proprio posto.
    Sia io che Kostia eravamo riversi sul pavimento.
    Il fuoco sotto il paiolo di pozione era spento ma l'aria della stanza era pregna di umido vapore
    soffocante.
    Avrei voluto muovermi, alzarmi, ma ogni fibra del mio corpo sembrava urlare pietà
    per ancora un pò di riposo così, senza nemmeno preoccuparmi di trovare una posizione più comoda,
    tanto nessuna lo sarebbe mai stata, chiusi gli occhi e mi riaddormentai.

    Ora sono di nuovo sveglio e da quel che vedo o anzi che non vedo
    fuori è di nuovo buio.
    Non sono più sul pavimento ma su un letto, diciamo una specie di letto,
    quasi scomodo quanto il pavimento.
    Kostia è sdraiato in un letto simile accanto al mio, non si muove, ma posso vedere il suo petto sollevarsi e abbassarsi ritmicamente,
    è vivo e questo per ora mi basta.
    Deve essere stata una delle guardie a portarci qui,
    ha anche lasciato una brocca di acqua fresca sul comodino accanto.
    Avrei preferito che avesse lasciato del whisky ma mi accontento,
    sperando che serva ad alleviare un minimo il bruciore che sento alla gola.

    Muovermi è una fatica, anche solo per sollevarmi e versarmi un bicchiere d'acqua.
    Il petto brucia, duole in ogni modo possibile, sento le costole come se fossero tutte fratturate.
    Provo a toccarmi con una mano e mi accorgo che la pelle è strana in un certo punto,
    un pò a sinistra dello sterno, proprio all'altezza del cuore.
    E' liscia, troppo liscia, è fina e insensibile... non sento nulla mentre la tocco.
    Non posso vederla ma deve essere una grossa cicatrice,
    me ne accerterò più tardi quando potrò alzarmi e raggiungere uno specchio.
    Per ora mi accontento di un sorso d'acqua e di essere ancora vivo,
    mi pare un buon risultato.

    Avverto un rumore al mio fianco, mi volto verso il letto di Kostia.

    Sei sveglio amico mio?
    Come stai?


    Voglio solo sentirmi rispondere che va tutto bene.
    Assicurarmi che sia vivo e sano e lucido pure lui.
    Avremo tempo per capire se l'incantesimo ha funzionato come dovrebbe,
    e ancora più tempo di pentircene
    se scopriremo di aver fatto un grosso errore.
    Per quello c'è sempre tempo.

     
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    Il dolore fu atroce, peggio di quello provato il giorno in cui l'incantesimo era stato svolto al contrario.
    Avrebbe detto che era come se qualcuno, Michael, stesse scavandogli con le dita al centro del petto, un centimetro dopo l'altro, ma sarebbe stata una ben magra metafora visto che era esattamente ciò che stava succedendo. Michael gli stava scavando all'interno del petto con le dita, o per lo meno era quello che stava facendo l'incantesimo per lui.
    Un dolore atroce, cui era impossibile sfuggire se non nell'oblio della morte, o della privazione dei sensi.
    Fu quello che accadde, infine, ma solo quando l'incanto fu finito.
    Nell'attimo esatto in cui la magia smise si scorrere Kostia e Michael crollarono al suolo, svenuti.

    Sei sveglio amico mio?
    Come stai?



    Era sveglio da qualche minuto, ormai.
    Silenzioso, Kostia se ne stava supino a respirare, lentamente, facendo la conta di ogni dolore che gli artigliava la pelle. Era completamente indolenzito, e il petto gli bruciava come se qualcuno vi stesse tenendo acceso un fuoco, ma era vivo e tanto bastava. Gli era capitato spesso, nella sua vita, di sorprendersi di quel ragionamento. Era vivo, e tanto bastava.
    - Ho paura - furono le prime parole che pronunciò, ancora ad occhi chiusi. Non un lamento, non un'accusa, non un'urlo. Una semplice analisi. Aveva paura, ma era anche contento di essere vivo. E irritato, per la pessima qualità della branda su cui lo avevano adagiato.
    Si tirò lentamente a sedere, facendo un respiro più profondo degli altri. Il punto non era cosa provava: il punto era che provava qualcosa - Ha funzionato Michael. Ha funzionato - sorrise.
    Si toccò il viso con la punta di un dito, quasi sorpreso dalla sua stessa reazione.
    Stava sorridendo.
    Cazzo, stava sorridendo davvero.
     
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