Corso Auror - Lezione introduttiva

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    -Diretti al Ministero- (Zek & Jerome)
    “Mi dispiace Eze... M-mi sa che il locale che hai scelto non è proprio quello che ti aspettavi.” Ezekiel lo guardò perplesso e anche un pò accigliato. - Tu dici eh? Si diede un'occhiata intorno. Poteva essere poco avvezzo sugli usi dei babbani ma stupido non era. Gli bastò un'occhiata più approfondita all'ambiente, osservare gli altri avventori, guardare il comportamento dei camerieri. Non ci mise molto a fare due più due e a darsi dell'idiota. Così scoppiò a ridere, di una risata allegra e anche molto... liberatoria. - Beh forse hai ragione e forse no, magari non era proprio questo che mi aspettavo. Tirò una lunga sorsata dalla cannuccia, il suo drink era dolce per i suoi gusti ma buono, sapeva di estate, un sapore che a Durmstrang non si sentiva mai e che un pò gli mancava. Sollevò poi lo sguardo su Jerome, e riprese a sorridere. Stava bene con lui, a suo agio. Adesso aveva diversi amici con cui si trovava bene non poteva lamentarsi ma con il rosso era diverso, con lui sentiva di poter essere sè stesso come con nessun altro, con tutte le contraddizioni che si portava appresso, con il suo voler essere tutto, desiderare tutto e non voler rinunciare a niente mentre rinunciava invece a molto. Per questo si era tanto affezionato a lui negli ultimi mesi, da quando l'aveva conosciuto un pò meglio, e per questo fece... quello che fece. - Però sai che ti dico? Non credo sia una sfortuna essere capitati qui, anzi. Perchè vedi, se non fossimo capitati proprio in questo locale, non potrei fare questo... E allungatosi verso di lui lungo il tavolo prese e lo baciò. Nessuno lo avrebbe additato, nessuno avrebbe giudicato. Forse qualcuno però lo avrebbe invidiato.

    ***

    -Al Ministero- (Zek & Caterina)
    - Spiare... che brutta parola. Fece scuotendo la testa ed avvicinandosi di più a lei, ora che erano soli e i passi lungo il corridoio di Jerome erano solo un eco lontano. - Ero solo preoccupato per te. Volevo essere certo che tu... che stessi bene. Un pò la mania del controllo Zek ce l'aveva, un bel pò. Anche se tra tutte le sue manie si poteva considerare la più innocua, anzi forse anche utile. In fondo non c'era nulla di male a preoccuparsi di qualcuno a cui si voleva bene, lui la vedeva così. - Non essere arrabbiata. Sembrava esserlo, ma per lui non ne aveva motivo, anzi doveva essere contenta che nonostante non stessero più insieme fosse così premuroso nei suoi confronti. Questione di punti di vista ovviamente.
    A quel punto le era così vicino che non fu difficile allungare una mano e posargliela sul fianco, nel gesto di volerla abbracciare. Un abbraccio a metà però, non troppo invadente, un pò più che da amico un pò meno che da fidanzato, che alla fine era quello che erano: in una terra di nessuno. - Anche se non stiamo più insieme io non ho smesso di volerti bene. E tu? La fissò negli occhi, quasi sfidandola a rispondergli. Una parte di sè era sicuro che anche lei gli volesse sempre bene e ne era contento, ma c'era anche un'altra piccola parte, quella tremendamente gelosa, che avrebbe visto un pizzico di ipocrisia in una sua risposta affermativa. Gli voleva bene eppure era subito corsa a Londra dai Carter appena si era liberata di lui... Gli voleva bene eppure accettava un invito a cena dall'unico altro uomo che non poteva soffrire, giusto un gradino sotto al grifo, Kostia Preud. Di tutti i ragazzi del mondo che avrebbe potuto frequentare proprio loro due: il karma doveva essere proprio deciso a prenderlo per il culo perchè così si sentiva Ezekiel, sbeffeggiato.
    Ok, probabilmente sarebbe stato geloso di chiunque si fosse avvicinato a Caterina perchè era un tipo possessivo ed ossessivo ma davvero voleva vederla felice e sapere che aveva trovato un ragazzo in grado di darle quello che lui non era riuscito a darle alla fine lo avrebbe consolato e sarebbe riuscito ad accettarlo, di questo era sicuro. Ma un ragazzo, non certo Russell o Kostia! Loro due erano completamente fuori dalla sua idea di accettare un'altro nella vita di Cat! E se proprio lei che gli voleva bene e lo conosceva bene e sapeva cosa provava si ostinava a frequentare proprio quei due allora c'era qualcosa che non quadrava in tutto quel proferire di affetto. Non per Zek.
    - Ad ogni modo, se la cosa ti da così fastidio, ritirerò l'ordine di seguirti. Tra l'altro uno degli elfi che se ne occupava mi ha già pregato di esimerlo dal compito... ha minacciato di stirarsi le mani se lo avessi mandato di nuovo dietro a te e... dietro a Preud. Ed un altro non era mai più tornato dopo quella sera, ma questo a Cat evitò di dirlo, ne avrebbe discusso con l'altro diretto interessato, non vedeva l'ora...

    ***

    - La lezione di Kostia Preud-

    Il gesto plateale con cui Preud scagliò via il suo mantello non lo fece scomporre per niente, solo sorridere. Era stato l'avvenimento meno noioso di tutta la lezione fino a quel momento, una dimostrazione di come un Auror dovrebbe assicurarsi che la legge sia rispettata, quella che impedisce le unioni di maghi dello stesso sesso almeno...
    - Nessun problema, oltre a dovermi ripagare di un elfo domestico perduto aggiungerò anche il conto della lavanderia per il mantello. Commentò alla volta di Jerome fissando con lo sguardo il mucchio di lana rossa e pelliccia atterrato su una poltroncina poco distante. La mano sulla sua gamba però non la tolse, non subito almeno. Che male c'era, cosa voleva dimostrare Preud a quell'assemblea tentando di metterlo in imbarazzo? Che il tanto moderno Nord era così retrogrado rispetto a quello babbano da non permettere ancora le unioni tra gay? Avrebbe parlato lui stesso a Moon di questa faccenda un giorno o l'altro, quando avrebbe potuto farlo da mago adulto e diplomato. Per quanto potesse essere d'accordo che l'unione di una coppia di maghi dovesse servire a procreare una sana progenie Purosangue il sesso era fatto anche solo per divertirsi quindi perchè non lasciare ognuno libero di scegliere il modo in cui preferiva farlo? In quanto ai figli purosangue, quelli si potevano anche adottare i metodi per garantire la perpetrazione della razza pura non mancavano. Un Ministro così attento alle esigenze del suo popolo lo avrebbe capito di sicuro, serviva solo qualcuno che si muovesse per la causa e chissà, magari poteva farlo lui: famoso puttaniere purosangue, padre e anche icona del mondo magico omosessuale perchè no? Aveva già provato di poter ricoprire ruoli completamente contrastanti tra loro.
    Ci avrebbe pensato si, ma non in quel momento. L'aula iniziava davvero a scaldarsi e non per le sue carezze a Jerome. Come al solito quando scoppiava un putiferio la colpa era delle donne. Di chi se no?
    Scoccò un'occhiata molto diretta alla volta di Caterina nell'alzarsi dal suo posto per parlare per la prima volta da che la lezione era iniziata. Lei avrebbe capito cosa significava. - Posso prendere la parola signor Preud? Grazie... L'avrebbe presa comunque ma gli pareva educato chiedere. - O forse dovrei chiedere il permesso alla signorina De Masi che così strenuamente la difende. Oh, non sono sorpreso no, la signorina studia magisprudenza è naturale per lei schierarsi in difesa di chi non è capace di difendersi da sè. Deve aver pensato che lei ne avesse bisogno vista la contrarietà dimostrata dalla signora Gordon e ben conoscendo le sue capacità come strega. Sarebbe stato divertente in effetti assistere a uno scontro tra lei e Kostia, magari riuscendo ad evitare che Caterina si mettesse in mezzo. Cosa improbabile visto quanto dimostrava di tenerci a Preud... Ma comunque. - Sono venuto qui stasera incuriosito da questa prospettiva lavorativa lo ammetto, anche se poco interessato. Per indole non credo che questo tipo di mestiere mi appartenga, sono più propenso ad infrangerla la legge che difenderla e chi mi conosce lo sa. Sorrise candidamente prima di andare avanti. - Ma proprio dal punto di vista di chi potrebbe trovarsi ad avere a che fare con il corpo Auror credo sia interessante sapere in anticipo cosa aspettarmi. Diciamo che il mio interesse è poco didattico e più personale. Non si sarebbe mai fatto arrestare, si considerava troppo furbo per essere colto in flagranza di un qualsiasi reato, ma nella vita non si poteva mai sapere. - Da tutte le chiacchiere fatte fino ad ora però non mi pare di aver colto nulla di vagamente utile per capire come funziona la legge qui al Nord. Nessuno si è chiesto se l'uomo accusato del reato è veramente colpevole, o se abbia avuto delle attenuanti. Se non abbia fatto quel che ha fatto per difendere un proprio diritto. Fino a che punto può spingersi un mago per proteggere se stesso e dove finisce il diritto di uno e inizia quello di un altro? E' permesso a tutti usare la magia oscura e le maledizioni ma quando questo uso è legale e quando invece va contro la legge? Se volessi fare l'Auror dovrei saperlo ma da questa lezione introduttiva non l'ho capito, mi spiace. Come posso sapere quindi se per caso questo lavoro possa fare per me nonostante la mia iniziale titubanza o meno? In pratica caro signor Preud, la sua lezione per Ezekiel Blackwood non è servita a un... bip.
     
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  2. Dàfne.
     
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    Superbia, presunzione, altezzosità. Entro una manciata di attimi l'aria è satura di tensioni, e tu quasi fatichi a respirarla. Ti ruba l'ossigeno, le pareti della gola collassano come se fossero intasate da mille pollini, e tu Dafne ti trovi ancora una volta a riconoscere la tua estraneità in un mondo troppo nuovo, troppo poco rispettoso e troppo voglioso di farsi guerra senza neanche saper apprezzare la quiete.
    Si fa tutto così confuso e tormentato, che persino focalizzarsi sulla situazione evocata dal signor Preud sembra difficile e faticoso.
    Schiudi le labbra, fai per dire qualcosa, ma la scettica signora ancora accomodata prende la parola prima di te rigurgitando fuori commenti che... cosa? Non ti sembrano poi così rilevanti, non è vero?
    Non potrebbe rimandarli o riservarli a sede privata? Non sono forse sue personali considerazioni quelle che sta tirando fuori? Non sarebbe forse più educato non sprecare il tempo altrui con mere faide intellettuali noiose e spocchiose?
    A seguire risponde la ragazza dagli occhi scuri, che adesso si guadagna la tua attenzione per il breve tempo che occupa la sua enunciazione. Tu la senti, Dafne, ma non la ascolti. Passi invece oltre quando la parola la reclama una regale fanciulla tra le file, che provvede almeno a riportare il centro del discorso su temi a te più interessanti.
    Uno dopo l'altro, in molti strappano attenzioni a destra e manca quasi reclamassero un proprio spazio di mondo, una manciata di importanza in mezzo a vite, chissà, forse troppo poco appaganti.
    Ti ritrovi d'un tratto ad indietreggiare di un passo, spettatrice delusa di un'umanità che non riesce più a soddisfarti. Cerchi nel caos gli occhi della tua roccia solida, dell'essere che nella sua immortalità continua ad apparire ai tuoi occhi più vivo che mai.
    Solo Balthazar riesce a placare quella scintilla di disagio, impedendole di innescare incendi più incontrollabili. Indugi qualche attimo in più nei suoi occhi, ne succhi la pace, ti nutri della sua tranquillità, riesci persino a non vedere i giudizi che sta celando tra le iridi diafane, e alla fine ritrovi la calma.
    Non è più utile per te restare in quella stanza, non è utile stare ancora ad ascoltare dibattiti controproducenti di umani frustrati. Perciò in silenzio ti avvicini al fianco della cattedra, estrai dal taschino della tua camicia un rotolino di pergamena e una piuma di pavone a grandezza ridotta. Appunti un paio di informazioni con la tua antica e familiare calligrafia, quindi ti avvicini al giovane uomo che detiene le redini della lezione e ti schiarisci delicatamente la gola, cercando la sua attenzione.
    “Spero non vi offendiate, ma temo di dovermi allontanare.” mantieni il tono di voce piuttosto basso, discreto, intimo, ti piacerebbe che nessun altro orecchio si intrufoli in quella confessione. Sollevi la mano e porgi all'uomo il frammento di pergamena, speri che lo prenda, che non lo butti nel fuoco dopo averlo letto. Su di esso è inchiostrato il tuo indirizzo postale, il tuo nome, e nient'altro. “Mi piacerebbe poter parlare di nuovo con voi senza troppe distrazioni. Se riuscirete a trovare del tempo per me, potrete scrivermi in qualunque momento.” Non chini gli occhi mentre parli, non rifuggi il suo sguardo, e se ti vedesse un tuo familiare adesso impallidirebbe dalla vergogna. Accenni persino un sorriso, gentile e di circostanza, ma sincero. “...Grazie per l'attenzione che ci avete dedicato oggi.” e senza aggiungere altro, piegando il capo in una leggera e appena percettibile riverenza, ti allontani dal centro della stanza avviandosi a falcate lunghe ed eleganti verso la porta.
    Non ti preoccupi di riprendere il mantello, non cerchi lo sguardo del vampiro tra le poltrone, desideri solo tornare all'aria aperta e rabbrividire sotto la pioggia, respirare l'odore di foglie umide ed evitare tutti i giudizi che prenderanno a grandinarti addosso di lì a qualche manciata di attimi vitali.
     
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    Le voci dei suoi interlocutori si alzarono sempre più rapidamente, accavallandosi con prepotenza una sull'altra mentre Kostia, immobile, assisteva a tutta la scena dal suo osservatorio privilegiato. Non fece nulla, sempre poggiato al lungo tavolo degli oratori, se non continuare a guardare un punto vuoto fisso di fronte a sé e a registrare, meccanicamente, tutto quello che gli accadeva intorno. Nella sua testa, dapprima in un sussurro e poi in maniera sempre più decisa, un pianoforte suonava le note tristi del più classico dei Debussy e la musica, scivolando fuori dalla porta della stanza che vi aveva dedicato nel palazzo della sua memoria, si stava rivelando un piacevole diversivo dal gracchiare degli ospiti di quel pollaio. Se, invece che al Ministero, quella lezione l'avesse tenuta in una piccionaia probabilmente il risultato sarebbe stato migliore. Quanto meno avrebbero avuto delle uova già pronte per cena.
    Voltò appena la testa, troncando quella musica immaginaria e, con essa, il suo momento di pace.
    La ragazza che gli aveva appena parlato era Dafne, la sua momentanea colpevole e, sui lineamenti timidi che mostrava al mondo, Kostia lesse qualcosa che andava oltre il fastidio per il modo in cui stava terminando la lezione. C'era in lei un senso di colpa che andava oltre quello richiesto dalla pessima qualità della loro recita. Kostia non le diede il tempo di fare due passi e, prima ancora che si potesse voltare del tutto, mosse la mano di scatto a chiudersi intorno al suo polso.
    La obbligò a voltarsi.
    Per qualche attimo rimase così, a fissarla negli occhi, chiedendosi per quale motivo una ragazzina come lei dovesse credersi tanto speciale da aver attirato la sua attenzione. Per quale motivo, si stava chiedendo dietro la fermezza di quello sguardo, avrebbe mai dovuto desiderare di scriverle o, in generale, di rivederla. La attirò a sé, chinandosi per avvicinare il volto al lato del suo viso nascosto alla platea - Torni al suo posto. Abbiamo quasi finito - le sussurrò all'orecchio.
    Poi, la lasciò andare.


    Poche cose Kostia odiava al mondo.
    La stupidità era una di quelle. La maleducazione un'altra.
    E, suo malgrado, si trovava di fronte ad un'ampia dimostrazione di entrambe.
    - Perché sei un cretino, Blackwood - rispose con estrema calma quando nella sala fu nuovamente calato il silenzio.
    Avrebbe dovuto capirlo il primo momento in cui aveva visto quel manifesto che quella sarebbe stata una lunga giornata.


    Un tempo Kostia aveva avuto un padre.
    Lo aveva ancora, da qualche parte in Ucraina, ma non era rilevante ai fini di quel ricordo.
    Aveva avuto un padre presente, e tanto bastava.
    Suo padre era un uomo onesto. Era uno studioso, un guaritore, estremamente serio e molto pratico, che aveva inculcato nella testa di tutti i suoi figli due concetti piuttosto semplici. Il primo era che non importava quanto dolorosa potesse essere la soluzione di un problema e che, se sapevi cosa andava fatto per migliorare una situazione, dovevi farlo e basta. Se non amputavi e il paziente moriva era colpa tua tanto quanto della cancrena.
    Il secondo riguardava gli stupidi, e parlava del buon gusto dell'aprire bocca solo quando si aveva effettivamente qualcosa da dire. E cosa fare a riguardo - La signora Gordon, di cui tutti conoscete sia la carriera che i trascorsi - la presentò. Era sicuro che tutti i presenti ne avessero sentito parlare ma, se anche su quel punto si sbagliava, coloro che ignoravano di chi si trattava non ci avrebbero messo molto a venire informati - Non vedo minorenni fra di voi, quindi ammetto di essere un po' sorpreso dal dover ripetere l'ovvio ma spero che questa vi serva più come lezione di vita, che come lezione per il corso Auror: non passerà giorno della vostra esistenza in cui non incontrerete uno stupido che parla solo per dare aria alla bocca. Dare retta a tutti coloro che vi muovono una critica solo perché sono alla ricerca di attenzioni è il modo migliore in cui potete perdere il vostro tempo, quindi il mio consiglio a riguardo è uno solo. Scegliete con cura le persone da cui accettare critiche e consigli, e scegliete fra le persone che più assomigliano alle persone che volete diventare un giorno e di cui avete almeno un minimo di stima. Le altre ignoratele - lasciò spaziare lo sguardo per tutta la platea, sfiorando appena Melinda nel suo percorso. Raccolse la moneta che aveva poggiato sul tavolo, tenendola in bilico per un istante sulle dita prima di lanciarla in un'ampia parabola che la portò in direzione di Melinda. Lasciò che i presenti la seguissero con lo sguardo prima di sorridere loro, gentile - E io non ho mai desiderato di prostituirmi per vivere - chiarì.
    Il resto sarebbe stato abbandonato alla libera interpretazione di tutti i presenti.


    E dopo i maleducati, venivano gli stupidi.
    Si voltò verso Ezekiel, osservandolo ancora con un sereno distacco. Non sapeva molto di ragazzi, ma sapeva come trattare nemici e prigionieri e, talvolta, era lo stesso. Avevano bisogno di mordere e di scalciare prima di essere domati, prima con il pugno e poi con la carezza, e lui aveva tutte le intenzioni di farlo - Lei è un cretino - ribadì, tanto per essere sicuro che il concetto si fosse piantato bene in testa a tutti i presenti - Di quella specie di cretini che non solo sono stato stupidi da infilarsi ad un corso Auror per confessarsi intenzionati a infrangere la legge...anche se immagino che almeno uno dei presenti sarà abbastanza colpito da evitarle il fastidio di darsi piacere da solo, questa sera... ma anche da credere che il solo fatto di sapere pronunciare delle parole le doni il diritto di farlo. E' stupido ed arrogante, signor Blackwood, ed è per questo che lei verrà alle prossime lezioni Auror - annuì appena, prima di voltarsi verso tutti gli altri presenti. Sarebbero arrivati comunque a quel discorso se lo avessero lasciato parlare liberamente, solo in una maniera decisamente più indolore. Pazienza, erano stati loro a scegliere.
    - Questa lezione verteva sulla funzione dell'Auror in quanto tale, a seconda delle diverse giurisdizioni. L'utilizzo della Magia Oscura nella nostra giurisdizione sarà materia per un'altra lezione. La raccolta di prove per un'altra ancora. Gli interrogatori, le indagini, il saper individuare altri mercati e possibile informatori... - mosse la mano a indicare tutti coloro che avevano risposto, soffermandosi per un attimo su Brunhilde. Di tutti era stata lei la prima a citare un possible mercato nero - ...di altre ancora. Se vogliamo parlare di motivazioni, però, parliamone - tornò su Ezekiel. Gli serviva un punto, perché tutti potessero comprendere, e lui era perfetto.
    Madre Natura sapeva trovare una funzione anche ai peggiori scarti del creato.
    - Lei è arrogante, e molto stupido. Uno stupido molto abile però, almeno a quanto mi dicono, e sarà per quello che verrà alle prossime lezioni Auror. Per quello la maggior parte di voi verrà - un cenno del dito, indicando tutti i suoi compagni - Perché lavorerete con i migliori e, a questo mondo, è l'unico modo in cui una persona possa davvero sperare di ambire all'Olimpo delle proprie ambizioni. Il corso Auror verterà su questo: sul selezionare quelli di voi che hanno le capacità per essere fra i migliori e addestrarli a migliorare ancora. Auror, Avvocati, Diplomatici, Maghi Oscuri, Guaritori...perfino dei Custodi, a voler dare retta alla signora lassù in cima...vi confronterete con i migliori ogni giorno, e se sarete all'altezza imparerete qualcosa. E migliorerete. Perché gli Auror sono coloro che difendono il Ministero e, con esso, il popolo che rappresenta, e non lo difendono da ragazzini arroganti o da topi d'appartamento. Lo difendono dai pericoli peggiori. Talvolta... - solo allora alzò lo sguardo verso Melinda, gettandole una rapida occhiata. Lei era la prova vivente di quello che stava dicendo. Il suo completo e assoluto fallimento, lo era - ...dai suoi Maghi migliori -

    Aveva lasciato che il silenzio calasse nella Sala per qualche istante, prima di muoversi. Si sistemò la giacca, lisciandosi poi le pieghe della camicia. Non aveva intenzione di dare adito ad altre polemiche, ne di ascoltare altre stupidaggini: la sua pazienza, pur senza un cuore, aveva comunque un limite - Questo incontro è concluso. Auguro a tutti buona serata - li congedò - Se qualcuno ha qualcosa di cui parlarmi, o necessita ulteriori chiarimenti, sarò nel mio ufficio per la prossima ora -
    Un attimo dopo si stava dirigendo verso l'uscita riservata agli oratori.
    Se fosse rimasto oltre probabilmente non avrebbe resistito alla tentazione di dar fuoco all'intera Sala con tutti i presenti dentro.
    In fondo era come diceva suo padre.
    Se sapevi cosa andava fatto per migliorare una situazione, dovevi farlo e basta.

    Lezione conclusa.
    Grazie a tutti per la partecipazione. Post di chiusura da parte vostra sono bene accetti, ma io non risponderò più.

    Alla prossima lezione.
     
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    -Al Ministero- (Zek & Caterina)
    Spiare si, trovava sempre il modo di raggirarmi la cosa e farmela sembrare migliore di quello che era, ma in realtà era questo. Lui mi teneva sotto controllo!
    Come mai non avesse ancora sbottato per tutte le volte che mi vedevo con Russell, era ancora da capire, o semplicemente non gliene importava niente.
    -Esistono le lettere, o anche la tua stessa persona, non ci vediamo da Aprile, lo sai questo? Devo davvero credere che eri preoccupato per me? Che lo hai fatto per questo?
    Ed eccolo, ora si avvicinava, ora che il suo amichetto si era allontanato.
    Non un fiato uscì dalle mie labbra, niente di niente.
    Solo tanta rabbia.
    La poneva sempre su quei toni che mi facevano pure sentire una merdina per aver pensato il peggio.
    Sempre sempre SEMPRE.
    -Ti sei comportato da stalker- volevo solo urlare e piangere in quel momento, volevo mantenere il punto, perchè era questo che era stato, anche se mi riusciva difficile tenergli testa, la mia volontà si annullava con quattro parole messe li, "mi preoccupavo per te" ed ecco tuffarmici come una olimpionica in un mare di illusioni. -lo sai questo?-
    Mi era arrivato così vicino che per un attimo temetti di aver smesso di respirare.
    Maledizione!
    Ma come era possibile che passavano i mesi e dentro di me non cambiava mai niente.
    Cosa dovevo fare per togliermelo dalla testa!.
    La mano si artigliò attorno alla sua.
    Indurii la mascella, fin quasi a spezzarmela.
    E ora? Questa domanda?
    -Tu che dici?-
    Si poteva leggere un pò di rabbia nella mia voce, e lo ero, molto arrabbiata, perchè lui sapeva già la risposta a quella domanda, ma non aveva esitato a farla lo stesso.
    Come lui neanche io avevo intenzione di abbassare lo sguardo.
    Poteva leggerci quello che gli pareva, al momento sconcerto- e perchè lo hai mandato a seguire Preud, .. no okay non voglio saperlo!- alzai le mani in segno di resa.
    Mi staccai, e arretrai - grazie, mi mancava sentirmi in colpa anche per la morte di un elfo.-

    ***

    Uno scontro tra che? E si perchè far notare alla signora Gordon che aveva rotto le palle a tutti con i suoi interventi pungenti era motivo di scontro ora? E meno male che le avevo esposto le cose senza alzare i toni.
    Ma a infastidirmi oltremodo non furono le parole della studentessa di Durmstrang di cui non ricordavo ancora il nome, quanto invece quelle dell'altra ragazza, che non avevo idea di chi fosse e, in tutta sincerità, neanche mi interessava.
    Non si rendeva conto che continuando a parlare era lei stessa a ostacolare il tranquillo scorrere della lezione?
    Dove stava il senso nel ribadire un concetto che era stato già concluso?
    A si giusto, farsi notare.
    Come per farsi notare intervenne anche lo stesso Ezekiel.
    Che aveva da guardare?
    A si certo, provocava, ma non lo faceva solo nei riguardi di Preud, provocava anche me, e credetemi, dovetti contare fino a un trilione per non schiantarlo all'istante.
    Li davanti a tutti.
    Riuscii persino a fargli un sorrisino di scherno.
    Eccolo che coglieva la palla al balzo per accendere il falò del dopo festival.
    Non mi aspettavo la risposta di Kostia, così diretta e priva del suo innaturale autocontrollo, alle volte mi ero anche chiesta se fosse umano.
    Lo era.
    In quel momento, mentre lo vedevo perdere le staffe mi maledii per essere intervenuta, come ero solita fare, per mettere a tacere cose che mi infastidivano.
    Avrei dovuto ignorare la Gordon, mea culpa.
    E così come era iniziata, così ebbe fine, potevo intuire cosa sarebbe successo di li a poco, nonostante Preud avesse lasciato la sala, leggevo nel viso di Ezekiel che non aveva aspettato altro che un pretesto per seguirlo.
    Ma non era un mio problema, che se la sbrigassero tra di loro.
    Io me ne sarei andata.
     
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    Rido a mia volta nel vederlo ridere.
    E' più di una risata contagiosa la sua, perchè sì insomma non è solo perchè ride che lo faccio anche io. Se lo faccio è perchè lui sembra felice, ma mi spiego meglio.
    La sua espressione- ora che le sue labbra sono curvate all'insù- muta, così come anche la luce nei suoi occhi. Qui, fuori dalle mura del castello di Durmstrang, sembra essere tutto più vivo, più colorato. Tutto decisamente meno freddo. Ed Ezekiel sembra assumere tutte le tonalità di questi nuovi colori. Sembra allegro, felice appunto. Ed è perchè ora lo sono anche io, che rido a mia volta.
    Chino lo sguardo imbarazzato sulla mia bevanda, mordicchiando la cannuccia, dopo un po'. E sono certo che le mie guance si siano imporporate, come sempre quando vivo emozioni forti.
    Lo ascolto parlare, tirando su lo sguardo su di lui con interesse.
    Neanche ho il tempo di capire cosa stia effettivamente dicendo che me lo ritrovo ad una spanna dal viso e prima che io possa fare qualsiasi altra cosa, le sue labbra sono incollate alle mie.
    Mentirei se dicessi che me lo aspettavo. Non mi aspettavo assolutamente una cosa del genere. Qui, fuori da scuola e lontano dal boschetto in cui io ed Ezekiel usiamo nasconderci quando vogliamo stare insieme. E sono confuso e felice al tempo stesso.
    Ora sono certo che il mio volto sia andato in fiamme del tutto.
    Ma non me ne preoccupo, perchè sono piuttosto impegnato a fare altro, e dopo questo primo attimo di sbigottimento, dove ad occhi semi sgranati fisso Ezekiel sorpreso, mi lascio andare del tutto, felicemente stupito. Poggio le mani sulle sue guance, protendendo verso di lui e ricambiando quello che è il nostro primo, meraviglioso, bacio in pubblico.

    A lezione

    “Morrow.” Mi presento al nostro insegnante quando chiede il mio nome dopo il mio intervento.
    Anche mi pare di aver capito di aver centrato il punto, io non credo di essere davvero interessato a tutta questa parte noiosamente teorica dell'essere auror. In realtà, non credo di essere interessato in genere al lavoro di auror. Se sono qui è perchè Ezekiel ha deciso di andarci ed io mi sono lasciato convincere.
    Tuttavia seguo la lezione, lanciando di tanto in tanto, sguardi ad Eze che scruta con interesse Preud e poi la De Masi. Per qualche ragione mi ritrovo a farlo anche io, anche se non con la sua stessa insistenza.
    Mentirei se dicessi che il fatto che lui guardi lei, anche solo per sbaglio, non mi provochi niente. Anzi è esattamente per questo che storco il naso e serro la mascella.
    Seguo Ezekiel con lo sguardo quando lo vedo tirarsi in piedi ed ascolto con attenzione le sue parole. Che stia apertamente sfidando il signor Preud l'ho capito persino io.
    Il suo modo buffo e rumoroso di entrare in aula, la sua mano sulla mia gamba ed ora questo. Non sono così stupido da non capire, adesso, che ogni gesto è stato fatto solo per sfinire l'insegnante.
    E comincio a chiedermi il perchè.
    Ma per qualche ragione, forse istinto, il mio sguardo ricade sulla De Masi.
    Ad ogni modo, Eze è riuscito perfettamente nel suo intento.
    Preud, fino ad ora così pacato e controllato anche nelle parole, inveisce contro Ezekiel, insultandolo.
    Mi viene istintivo mettermi dritto con la schiena e stringere i pugni ad ogni sua parola. Quasi stesse insultando me. E nonostante io abbia la voglia di scattare in piedi e saltargli addosso, non so come, riesco a controllarmi e ad evitare di farlo. Ma le mie mani tremano appena di trepidazione, quando mi volto verso Ezekiel, chiedendomi cosa abbia intenzione di fare a questo punto.
    Ma in cuor mio spero solo di andarmene presto da qui con Eze.
    Sono sicuro staremmo meglio lontani da questa sala e dalla sua ex.


     
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    // Tengo a far notare che, nonostante le parole pronunciate, l'insegnante non ha alzato la voce ne mostrato segni di rabbia, continuando a parlare con l'abituale calma e compostezza. Grazie.

     
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    -Al Ministero- (Zek & Caterina)

    - Cat dai, non fare così. Lei si allontanò e lui di rimando si riavvicinò. Sapeva bene Zek di non avere più alcun diritto su di lei, eppure... - Io sono fatto così. Non so dimostrare quello che provo come te, come gli altri. Non ho altro modo per... Si fermò per un attimo perchè quello che stava dicendo non era del tutto vero. Di modi per dimostrare che ci teneva ne avrebbe avuti molti solo che non erano nella sua indole. Alla fine in fondo non era nemmeno totalmente una bugia quindi continuò: -...E' egoista da parte mia lo so bene, ma non ci riesco, non posso prendere e far finta che non mi importi con chi passi il tuo tempo, se stai bene anche senza di me. E poteva immaginare cosa avrebbe pensato Caterina, che voleva solo "pulirsi la coscienza" così, per sentirsi un pò meno merda per essere andato avanti con la sua vita, con Xander e Lay o con lo stesso Jerome, catalogando la sua storia con lei in un album di ricordi, nel passato. - Non stavo facendo seguire Preud ma te. E non immagini nemmeno la sorpresa quando ho saputo che eri andata a cena con lui. Sorpresa era un eufemismo. Si era incazzato, aveva quasi dato di matto per la gelosia quando gli era arrivato il resoconto dagli elfi al suo servizio. Molto più del sapere del tempo che aveva trascorso con Russell Carter, perchè quello se lo aspettava. Da quando invece Preud era annoverato tra i suoi amici? Lo conosceva bene pure prima o il russo aveva semplicemente aspettato come un avvoltoio che tornasse su piazza per avventarsi su di lei? Ce lo vedeva ad aspettare, aveva il carattere e anche l'aspetto di un rapace con quel suo sguardo freddo e distaccato. Oh, se avesse potuto togliergli quell'espressione vacua dalla faccia con un pugno!
    - Cat, ti prego, lascia almeno che sia tuo amico. Non allontanarmi, non tagliarmi fuori dalla tua vita. La prese di nuovo per un fianco, incastrandola tra lui stesso e il muro. - Io non voglio tagliare te fuori dalla mia... Si avvicinò, molto, a un soffio dal suo viso, il corpo che sfiorava quello di lei. E fu allora che successe qualcosa che non gli accadeva da tempo con una ragazza e quella reazione del suo stesso corpo lo sconvolse, come se non vi fosse più abituato. La guardò, scrutandone il viso con curioso interesse non riuscendo a non domandarsi come mai lei e nessun altra, perchè non una delle belle ragazze della scuola o la stessa Layla. Solo lei...
    Inconsapevolmente doveva essersi stretto di più a Cat, perchè sentiva le parti basse sfregare contro il suo ventre e doveva essersene accorta anche la ragazza. - Scusa. Fece sbuffando ironico e stranito al tempo stesso. - Vedi che effetto mi fai? Non riesco a controllarlo io... non so nemmeno perchè. Non che non ce ne fossero ragioni, insomma, lei restava bellissima e quando si erano lasciati non aveva smesso di desiderarla automaticamente, si era semplicemente trovato altro da desiderare, come gli sembrava giusto che fosse. Anche lei poteva e doveva certo, magari non Preud o Russell... anche se tra i due se proprio fosse stato costretto a scegliere avrebbe preferito il secondo. - Voglio dire, non sono qui con l'intenzione di provarci con te ma come vedi l'esserci lasciati non ha cambiato molto. Non ha cambiato tutto almeno. Però... E forse non ne avrebbe dovuto parlare proprio con lei ma non riuscì a farne a meno. Una serie di campanelli avevano iniziato a trillare nella sua testa, qualcosa non gli quadrava e quando succedeva così doveva andare a fondo. -...dopo di te non sono più riuscito ad eccitarmi con nessuna ragazza. Per quanto ammetto che avrei voluto, anche solo per far passare il tempo a Durmstrang. E invece ora... E intendeva dire: ora che non mi sono avvicinato con l'intenzione di cercare sesso ecco qua che è successo questo. Che lo capisse da sola però, era troppo imbarazzante dire di più. - Se non ti conoscessi tanto bene da non sapere che non arriveresti mai a fare qualcosa di estremo... penserei che mi hai stregato. No, non era tipa da farlo. Ma se non fosse stato intenzionale? Bella domanda del cazzo. Proprio.

    ***

    - La lezione di Kostia Preud-

    Fu veramente complicato non sbottare a ridere quando Kostia gli rispose in un modo che non si sarebbe mai aspettato ma che finalmente gli diede la prova di esser riuscito nel suo intento: provocare in quel uomo frigido un qualche tipo di reazione. - Perché sei un cretino, Blackwood - Guarda un pò, aveva fatto la scoperta del secolo. Come tutti quelli che prima di lui l'avevano appellato in quel modo pensando di essere altrettanto furboni. - E di grazia, questa è la risposta a quale delle mie domande? Posso azzardare che sia la riposta al "perchè mi trovo qui?" In questo caso non posso che essere d'accordo.
    Ma Kostia aveva spostato subito la sua attenzione sulla Gordon e dovette di nuovo aspettare il suo turno, che comunque non tardò ad arrivare. Evidentemente ci teneva al suo tentativo di umiliare Ezekiel davanti a tutti spiegando perchè fosse un cretino. Che pensava? Che lo avrebbe fatto andar via con la coda tra le gambe e una lacrimuccia? Zek sapeva con chi valesse la pena di mostrare la propria intelligenza e con chi invece fosse solo uno spreco di energie. Preud rientrava in questa seconda categoria, come tutti quelli che come lui in una sala grande come quella erano convinti di essere i migliori, i più intelligenti. Era troppo pieno di sè, proprio il tipo di persone che lui non gradiva. Perchè a differenza di quanto potesse sembrare Ezekiel non era mai sicuro di sè stesso, per niente, si metteva in dubbio in continuazione ed era arrivato alla convinzione che non fosse per forza un difetto questa sua insicurezza, bensì un modo per migliorarsi sempre, quindi gli stava bene così. Sapeva bene di essere ben lontano dall'essere perfetto. Per questo riuscì a farsi scivolare addosso le parole del mago e fu anche alquanto buffo dopo scoprire che in fondo non la pensavano poi così diversamente.
    ...Dare retta a tutti coloro che vi muovono una critica solo perché sono alla ricerca di attenzioni è il modo migliore in cui potete perdere il vostro tempo, quindi il mio consiglio a riguardo è uno solo. Scegliete con cura le persone da cui accettare critiche e consigli, e scegliete fra le persone che più assomigliano alle persone che volete diventare un giorno e di cui avete almeno un minimo di stima. Le altre ignoratele. Anche qui dovette mettersi una mano davanti alla bocca per nascondere una risata. - Quindi... Sussurrò Jerome ma in modo che chiunque volesse potesse starlo a sentire, senza farsi troppi problemi. - Mi sta dicendo che non devo dargli retta se mi da del cretino. Non che ci avessi pensato anche solo per un attimo... Kostia si era permesso di criticarlo e di dargli consigli ma non era assolutamente il tipo di persona che voleva diventare quindi il problema non si poneva.
    Lo ascoltò con aria annoiata anche dopo, quando fece tutta quella tirata per dimostrare quanto Zek fosse stupido. Noioso. E non sarebbe di certo andato alle lezioni del Corso Auror perchè lo diceva lui.
    - Questo incontro è concluso. Auguro a tutti buona serata. Se qualcuno ha qualcosa di cui parlarmi, o necessita ulteriori chiarimenti, sarò nel mio ufficio per la prossima ora - Si alzò subito in piedi, prima che potesse farlo qualcun altro. - Scusami Jerome, ma devo chiarire un paio di cosette con quel mago ora che ne ho l'occasione. Ti dispiace aspettarmi? Dispiaceva a lui chiederlo, ma non poteva fare altrimenti. Non sarebbe uscito dal Ministero quella sera con un conto in sospeso con Preud. - Se preferisci puoi tornare a Durmstrang con Brunhilde... Non sapeva quanto ci avrebbe messo ma era l'unica alternativa che poteva offrirgli. - In ogni caso cercherò di fare presto. Magari avremo un pò di tempo prima di dover rientrare in dormitorio. E gli fece l'occhiolino. Se Preud aveva ragione su una sola cosa tra tutte le baggianate che aveva detto riguardo a Zek sarebbe stata quella secondo la quale non si sarebbe di sicuro dato piacere da solo quella sera.
     
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36 replies since 5/5/2015, 08:40   708 views
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