Corso Auror - Lezione introduttiva

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    -Diretti al Ministero- (Zek & Jerome)
    - No, ci sono già stato. Vedrai, ti piacerà. Anche se Stoccolma era una città babbana ad Ezekiel non dispiaceva affatto. I babbani lì sembravano diversi, avevano un mentalità più aperta. Non era raro, anzi tutt'altro, vedere coppie formate da donne biondissime e uomini neri come il carbone, la gente si vestiva come voleva e nessuno rompeva loro il cazzo e c'era addirittura tutta una parte della città con locali solo per omosessuali. Secondo il giovane Blackwood quello era uno dei pochi posti in cui, se avessero saputo dell'esistenza dei maghi, non li avrebbero messi al rogo o cercato di rubare i loro poteri come avevano sempre fatto i babbani nella storia. Lì, come minimo, gli avrebbero dedicato un quartiere e fatto un Wizard Pride annuale per festeggiarli. Ma visto che la legge vietava di far sapere di loro ai babbani probabilmente non lo avrebbero mai saputo.
    - Non preoccuparti per la divisa. Disse a Jerome quando usciti dal vicolo iniziarono a mischiarsi con la gente comune. - Qui trovi in giro ancora dei punk, figurati se si sconvolgono per il nostro stile militare... Anche se dovevano ammetterlo, il rosso e l'eleganza della loro divisa dava un pò nell'occhio. Ma non come si poteva pensare, infatti la gente non gli rideva dietro, la loro reazione era alquanto... bizzarra, tipo: "Possiamo farci una foto con voi?" Ezekiel guardò Jerome e gli sussurrò: - Facciamo tutto quello che dicono loro, teniamo un profilo basso. Se si poteva considerare tenere un profilo basso finire sui social network in decine di foto con la loro bella divisa di Durmstrang in primo piano. Per fortuna erano pochi i maghi che usavano la tecnologia babbana e potevano sperare di non essere scoperti mai da Carradine o dal Ministro. Potevano. Se fosse successo avrebbero passato dei guai ma ad Ezekiel piaceva pensare positivo.
    - Ahhahahah! Hai visto quei giapponesi? Con quei bastoni attaccati alle macchine fotografiche? Ci avranno fatto un servizio intero! Chi l'avrebbe mai detto che avremmo avuto così tanto successo tra i babbani! Ahahhahh! Il giovane Blackwood si stava scompisciando dalle risate. Come non gli succedeva quasi mai, non così tanto almeno. Ma in compagnia di Jerome era facile, con lui riusciva sempre a rilassarsi, non si sentiva giudicato, sapeva di piacergli e tutto sembrava giusto così. - Vieni, andiamo a prenderci qualcosa da bere, ti va? A Jerome non avrebbero mai servito nulla di forte guardando la sua faccia da adolescente acqua e sapone, ma per fortuna c'era Ezekiel con lui, in qualche modo avrebbe fregato i babbani.
    Il locale in cui entrarono da fuori sembrava figo. - Carina l'insegna con la bandiera dell'arcobaleno. Gli arcobaleni portano bene. Di solito alla fine ci si trovavano pentole piene d'oro no? L'interno era molto elegante, magari era un posto costoso, ma Ezekiel stava a posto. Visto che gli succedeva spesso di dover spendere soldi babbani da tempo ormai si era procurato una di quelle carte di plastica che, a dispetto dell'aspetto senza valore, potevi pagarci di tutto. Meglio quella che girare con un sacco di pezzi di carta in tasca di cui non riusciva mai a capire il cambio. - Scegli un tavolo, cerco una cameriera. Solo allora si rese conto che di femmine là in giro non ce n'erano, fatta eccezione per un paio di donne mature brutte come la fame e agghindate da pornostar sedute al bancone. Quando tornò dal rosso e si sedette accanto a lui non riuscì a non commentare: - Ma l'hai viste quelle due? Sembrano uomini... E dire che le svedesi in generale non gli sembravano così male, solo troppo alte per lui ma fighe.
    Finalmente qualcuno arrivò con un menù, un ragazzo, lui almeno era carino ed aveva anche un modo di fare molto "carino". Peccato che non riuscisse a staccare gli occhi da Jerome altrimenti gli sarebbe stato simpatico. - Portaci due cocktail, come ti pare. Basta che ci sia alcool e... anche... Guardò i tavoli vicino al loro per farsi capire... -... tutta quella roba, ciliegine, arance ombrellini. Mettici tutto. "Sicuro che il tuo bel biscottino allo zenzero possa bere?" Lo sguardo di Ezekiel lo trapassò come una lama. - Il mio... biscottino? "Oh si, lo inzupperei tutto!" Ok la mentalità aperta svedese, ma quel tipo secondo Zek stava un pò esagerando in quanto a confidenza. Avrebbe voluto rispondergli per le rime ma si guardò intorno, li stavano fissando tutti. Se ne rimase zitto. "Venite da qualche parata? Belle divise. I vostri cocktail arrivano subito soldatini. Meglio?" Fece l'occhiolino e finalmente si allontanò. - Se vuoi andare via basta che lo dici eh? Biscottino allo zenzero... E poi dicevano che erano i maghi quelli bizzarri...

    ***

    -Al Ministero- (Zek, Jerome & Caterina)

    Molto bene, pensò. In realtà malissimo. Cat allieva di Michael oltre che di Spencer. Non era già abbastanza letale di suo? Ora aveva anche un vampiro e il più potente mago oscuro in circolazione ad insegnarle altri modi per trasformarsi in una vera arpia? E ci stava riuscendo visto l'acido che riversò su di loro incontrandoli. Almeno Ezekiel non era uno che si perdeva d'animo di fronte alle tirate delle donne, ci aveva fatto il callo e sapeva come trattarle. Poteva scegliere due opzioni: farla irritare ancora di più o farla sentire in colpa per l'accoglienza da donna mestruata. Optò per la seconda. - Caterina, si chiama Caterina. Rimproverò Jerome tirandolo per la manica della divisa. Lui con le donne arrabbiate a quanto pareva non ci sapeva proprio fare. - Perdonalo, sai cosa si dice dei rossi... hanno la testa calda. In realtà se l'era appena inventato ma ci poteva stare: rosso=fuoco. E sul fatto che Jerome fosse uno "caldo" non aveva nessun dubbio.
    - Non volevo essere scortese, sono solo sorpreso. Piacevolmente sorpreso. Doveva aggiustare un pò il tiro. - E complimenti! Sono sicuro che il Ministro abbia molte cose da insegnare e tu da brava secchiona le imparerai tutte. Magari le maledizioni no, altrimenti sarebbe diventata troppo pericolosa pure per lui. Le sorrise e si avvicinò a lei per darle un bacio sulla guancia ma quando si voltò a guardare Jerome qualcosa gli disse che per la sua incolumità era meglio tornare subito al suo fianco. Non doveva stargli molto simpatica Cat, chissà perchè poi.
    - Come sta Ping? Lo tieni ancora con te? Mentre attendeva la risposta tirò fuori dalla tasca interna del mantello i documenti per il tirocinio e li diede al rosso avvicinandosi con le labbra al suo orecchio. - Me lo fai un favore? Devo parlare un attimo con Cat di una questione... potresti andare a consegnarle per me ed aspettarmi in aula? Gli occhi dicevano "ti prego", le labbra che soffiavano sul suo collo "ti ripagherò il favore". Questo bastava per farlo sperare nella sua piena collaborazione.
    Quando il ragazzo lì lasciò soli, Ezekiel approfittò per tirare fuori un certo discorso che gli stava particolarmente a cuore. Anzi, ne aveva un paio a dirla tutta, ma tanto valeva cominciare da uno.
    - A proposito di Kostia Preud... anche lui ha molto da insegnare sicuramente la lezione sarà interessante... meno noiosa della lista dei vini in un ristorante costoso in Norvegia magari... Doveva solo aspettare di vedere se lei abboccava all'amo.

    ***

    - La lezione di Kostia Preud-

    E brava Brunhilde, si era subito accaparrata il favore dell'ucraino. Ezekiel non poteva che chiedersi cosa avesse fatto Udinov per meritarsi una così, visto che in realtà non aveva fatto proprio niente. Aveva un culo pazzesco e basca. - Complimenti. Le rivolse il suo assenso. Anche se non era difficile spiccare in un auditorium pieno di gente per lo meno confusa riguardo il motivo per cui fosse lì.
    La risposta di Kostia a tutti però gli piacque, non poteva non ammetterlo. Quello era un diplomatico nato, da lui avrebbe davvero potuto imparare parecchio se fosse riuscito a vincere il disagio che gli procurava. A pelle.
    - Hai intenzione di fare il volontario? Chiese a Jerome che come lui fino a quel momento aveva assistito alla lezione in maniera passiva. - Io penso che mi divertirò a guardare ancora per un pò. Caterina nel ruolo della vittima poi era uno spettacolo del tutto nuovo. - Hai poi consegnato quei documenti per me? Chiese intanto che sul palco si sistemavano per la scenetta. - Ti devo un favore... E con fare disinvolto posò il fagotto del mantello che si era tolto sulle gambe del rosso e vi ficcò una mano sotto. L'aveva trascurato prima in corridoio, quello era il suo modo di porgere le scuse.
     
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    Nessuna causa è persa finchè ci sarà un solo folle a combattere per essa

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    Era piacevole vedere come la maggior parte dei presenti credesse realmente al proprio pensiero, un pensiero che stonava davvero molto con il luogo un cui ci trovavamo: non per il Ministero del Nord, no, ma per il personaggio che stava intrattenendo quella sorta di conferenza. Per un attimo ci avevo pure creduto, Preud era stato piuttosto esauriente nella sua spiegazione, preciso e convincente, almeno finché non l'avevo sentito paragonare l'utilizzo della magia oscura con i mangiamorte. Un concetto molto minimizzato, e da un certo punto di vista errato in realtà. Magia Oscura e Mangiamorte erano due cose diverse, ma sarebbe stato un dibattito troppo lungo da intraprendere in quel momento, ed inoltre fuori tema. Scrollai semplicemente le spalle restando in silenzio e lasciando che proseguisse e terminasse.

    “Mh...se posso” Potevo? Certo che potevo. Non evitai per nulla lo sguardo di Preud, anzi lo sostenni. Suvvia, mi conoscete, anche se non ero ancora al massimo della mia forma, io non ero capace di stare zitta a lungo. Non lo avevo interrotto prima, lo avrei fatto ora.

    “Ci hai chiesto cos'è un auror e ce lo hai eloquentemente spiegato poco fa, ci hai chiesto cosa deve saper fare per prima cosa e, a quanto pare, ora ce lo dimostrerai...” per quanto si potesse dimostrare con un teatrino della durata di cinque minuti. “Forse me lo sto domandando solamente io, ma ti pongo una questione ora: per quale motivo siamo qui? Perchè, una persona qualunque, dovrebbe volersi iscrivere al vostro corso? Chi deciderà di proseguire imparerà, ma ora, vorremmo sapere perché il Ministero ha bisogno di noi, o dovremmo accontentarci di, e cito, uno stipendio alto, orario flessibile e bellissime divise? Perchè dovrei voler diventare un Auror?”

    Se assonnarci con le spiegazioni era seriamente il suo modo di convincerci ad aderire, non stava funzionando, dovevamo pendere dalle sue labbra, non addormentarci. Sorrisi, pensando che Michael sarebbe stato un venditore sicuramente migliore.
     
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  3. Agnes;
     
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    A dire la verità non ho mai pensato ad un lavoro diverso da quello per il ministero Russo, lo stesso per cui lavora mia madre.
    Eppure questa lezione introduttiva sembra interessante e sono curiosa di vedere quante facce nuove vi troverò. Quindi eccomi qui.
    Sono più interessata ad ascoltare che a parlare, e credo che sarà esattamente ciò che farò.
    Scorgo qualche volto familiare, dei miei compagni di Durmstrang, tra cui quello di Brunhilde. Le sorrido, come sempre, l'unica che ha diritto ai miei sorrisi – oltre mia madre – probabilmente.
    Per il resto non noto niente di interessante. Un paio di donne scialbe, un'altra dagli occhi splendidi, enormi ed innocenti, la mia attenzione si perde poi altrove e alla fine decido di raggiungere Brunhilde, per starle silenziosamente vicino.
    Il nostro improvvisato insegnante sembra piuttosto giovane. Ha il viso liscio, quasi innocente, un po' mi ricorda l'innocenza sul volto di Peter.
    I capelli biondi come quelli di un angelo non fanno tuttavia pensare a lui come tale. Sembra nascondere qualcosa di letale o di pericoloso dietro tutta quell'apparente calma e la cosa stuzzica istantaneamente la mia curiosità.
    Gli sorrido, un sorriso diverso da quello che ho rivolto a Brunhilde, il sorriso che solitamente rivolgo a qualsiasi persona mi interessi prima di tutto per l'apparenza fisica.
    Voglio sapere di più di questo Kostia Preud e non credo che qualcuno potrà impedirmelo ora che ho deciso così.
    È distrattamente che mi accorgo dei tre volontari o di quanto stia accadendo. Li osservo, uno ad uno: una ragazza, la donna dagli occhi enormi ed innocenti e una delle donne che non aveva per niente attirato la mia attenzione.
    Bene, io starò qui a guardare, nel mio silenzio e i miei occhi punteranno principalmente su di lui.
     
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  4. Brunhilde.
     
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    Ora che il mantello scivola silenzioso, adagiandosi sullo schienale della poltrona, il lieve fastidio procurato in precedenza dal caldo viene sostituito da un fastidio più vivo e pulsante, capace di tingere di rosso le guance improvvisamente calde.
    Sono circondata da idioti.
    Persino quando il merito delle mie parole viene riconosciuto pubblicamente, non posso fare a meno di osservare con occhi freddi tutti i presenti nella sala, associando ad ogni volto le parole e gli atteggiamenti infantili e privi di logica. Mi chiedo cosa abbia spinto tutte queste persone ad uscire dalle proprie abitazioni per recarsi ad una lezione per cui non sembrano mostrare il minimo interesse. Mi chiedo, con una punta di rammarico, come il ministero abbia potuto aprire una lezione tanto interessante ad un pubblico tanto inetto.
    E' solo il peso del mio cognome a portarmi nuovamente seduta, a tenere le mie labbra sigillate mentre la lezione continua a prendere una piega sempre più ridicola.
    La voce pacata di Preud, il suo discorso impeccabile viene rovinato da tutto quello che mi circonda e che, ne sono sicura, non dovrebbe essere qui.
    I miei occhi rimangono fissi sul volto dell'ucraino mentre le parole di Ezekiel arrivano chiare a me, strappandomi un accenno di sorriso, seppur macchiato di amaro.
    Non trovo alcun piacere nel primeggiare su chi parla senza sapere.
    Un primo posto, se guadagnato tra persone di questo tipo, non è una posizione di cui posso vantarmi. Decido di non propormi per l'esercizio, conscia del fatto che solo il silenzio può mantenere in una posizione di stasi il fastidio e che non è mio dovere, punire gli atteggiamenti sbagliati che rendono questa lezione una farsa.
    Con determinazione continuo a osservare il giovane uomo, colui che dovrebbe, in nome di chi mostra un sano interesse per quel che sta dicendo, dare un freno alle parole provocatorie dei partecipanti più indisponenti.
    In un momento come questo, persino l'arrivo di Agnes risulta come un ulteriore ostacolo ad una tranquilla possibilità di apprendimento, perché il suo sguardo, quello sguardo che rivolge all'insegnante, è quello che ho visto mille volte velare i suoi occhi da cerbiatto. E' uno sguardo che solitamente, significa guai.
    Fantastico.
     
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    - Certo - rispose in direzione di Melinda, mentre teneva una mano alta perché Caterina, la prima volontaria, vi posasse sopra la propria. Vittima. Era curiosa come scelta e, a suo modo, interessante. Si mosse di qualche passo, facendola fermare leggermente alla sinistra del loro improvvisato pubblico e tornando poi con la propria attenzione in direzione degli altri presenti. Non c'era stato nulla di personale, in quel gesto - Siamo qui proprio per far comprendere a tutti voi quale sia il ruolo dell'Auror al giorno d'oggi e come si rapporti alla legislazione vigente - un termine forse troppo tecnico, dietro cui aveva nascosta la provocazione di crederla bisognosa di una lezione a riguardo. Era da quando l'aveva vista varcare la porta della Sala che si era aspettato una provacazione da parte sua ma, pur arrivando puntuale, quello della Gorrdon era stato un colpo piuttosto fiacco.
    - Colpevole - sussurrò nel prendere la mano della sua seconda volontaria. Fece ruotare Dafne su se stessa una sola volta, lasciandola poi accanto a Caterina ma un paio di passi più avanti, verso la platea. Lasciò invece Amelia dove si trovava dal lato opposto della cattedra, alla destra del pubblico. Nel passare di fronte alla prima fila si abbassò un attimo, raccogliendo dal grembo del ragazzo seduto accanto ad Ezekiel il mantello che Blackwood vi aveva posato poco prima e lanciandolo su un sedile vuoto poco distante. Non degnò i due ragazzi nemmeno di uno sguardo, resistendo perfino alla tentazione di citare, come primo reato, gli atti osceni in luogo pubblico.
    Si appoggiò al tavolo di legno, infilandosi le mani in tasca e alzando, infine, di nuovo lo sguardo verso Melinda. Non c'era traccia di antiapatia sul volto dell'ucraino, ne di alcun tipo di riconoscimento. Se quella donna aveva avuto una qualsiasi importanza per il mondo, o anche solo per chi la conosceva, ormai l'aveva persa insieme all'ultima briciola di dignità che le era rimasta - Siete voi a dovermi dire perché siete qui - gli rispose dopo qualche momento di riflessione. Annuì - Immagino che qualcuno di voi sia qui solo perché era un modo per fuggire qualche ora da scuola e che qualcun altro sia venuto alla ricerca di un punto da cui far ripartire la propria vita. Un paio di voi hanno lo sguardo degli idealisti, di quelli che magari hanno sognato di fare l'auror tutta la vita e altri, invece, sono qui per curiosità. In effetti se qualcuno volesse spiegarmi perché è qui mi farebbe piacere - li invitò, prendendosi qualche momento per ascoltarli prima di riprendere a parlare a propria volta. Parlò a tutta la platea, e non solo a chi aveva fatto la domanda, com'era giusto che fosse - Il mio compito non è convincere nessuno a partecipare a questo corso, nonostante quello che trapela dai simpatici manifesti con cui è stato pubblicizzato. Se avessi voluto farlo avrei annuito, assecondato i vostri errori e vi avrei lasciato intendere che...non so...fare l'auror è la scelta migliore che un mago o una strega possano compiere. Che nulla...nulla vi dico...è precluso a un Auror...che limite ha un uomo che, con la bacchetta, può decidere sul campo chi sia il buono e chi il cattivo e, magari, perfino come punirlo? Una vita interessante piena di viaggi, di missioni, a contatto con coloro che contano davvero nel nostro mondo e con la possibilità di essere l'ago della bilancia fra il bene e il male, fra il giusto e lo sbagliato. Una vita passata con il mondo in una mano... - sollevò la propria, con il palmo verso l'alto - ... con la possibilità di cullarlo o distruggerlo... - esitò un attimo, prima di chiudere le dita in un pugno e abbassare la mano di scatto - Non è così. Non so perché voi siate qui ma io non ci sono di sicuro per raccontarvi qualche favola o per sedurvi, persuadendovi con l'inganno a cominciare un corso che non avete la capacità di portare a termine. Sono qui perché tutti i presenti capiscano bene cosa fa un auror e scelgano di propria spontanea volontà se intraprendere o meno questa strada - annuì ancora, con lo sguardo ancora ai volti che lo osservavano dalle poltrone. Lo aveva negato, forse, ma con le sue parole aveva comunque evocato lo spettro di un mondo di potere che già, lo vedeva dai loro occhi, stava attecchendo in qualcuno. Forse non erano tutti da buttar via.

    - Riprendiamo - disse dopo qualche secondo di silenzio - Nessuno ha risposto ma la prima cosa che deve saper fare un Auror è riconoscere quello che ha di fronte come un reato e, in secondo luogo, saper raccogliere le informazioni necessarie. Ora, facciamo degli esempi... - si voltò appena di lato, verso la coppia vittima/colpevole. Chissà cosa pensavano avrebbe tirato fuori, per loro - Facciamo le cose semplici per la prima volta, per farvi capire qual'è il rapporto dell'Auror con la legislazione. La nostra "Vittima" ha scoperto che il marito, il nostro "colpevole"...supponiamo per semplificare che il colpevole sia un uomo, e lasciamo fuori la legislzione sul matrimonio omosessuale per il momento...che il "colpevole", dicevo, l'abbia tradita. C'è una lite coniugale a seguito della quale la "vittima" chiama i nostri Auror perché facciano giustizia: quale dev'essere il comportamento dell'Auror? Questo è la domanda per il primo di voi. Il secondo mi dica cosa cambia se la "vittima" apre la porta di casa con ecchimosi o segni di percosse sul viso. Il terzo cosa cambia se è il "colpevole" ad avere questi segni e per ultimo, il quarto, cosa cambierebbe se invece fossimo in un paese in cui la legislazione considera, per motivi religiosi, una donna come proprietà del proprio marito. Vuole iniziare il nostro Auror? -


    Kostia ha proposto ad AMELIA di cominciare ma non è un obbligo: se qualcuno vuole postare prima può farlo. CATERINA e DAFNE possono partecipare come tutti gli altri, senza limiti.
    Rispondere alla prima domanda, se volete ( come mai siete qui ) e scegliete voi se fare il primo esercizio. Non è obbligatorio e potete postare anche senza rispondere a Kostia.
     
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    L'infinito

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    Li guardai per un pò, il carotino sembrava particolarmente preso da Zek, chissà come avrebbe reagito il mio ex se si fosse trovato nella medesima situazione ma con lui che usava i guanti per la fobia del contatto che aveva?
    E ce l'aveva, eccome se ce l'aveva.
    D'un tratto al posto di Jerome comparve Czar.
    Non so come mi venne in mente una cosa del genere, ma .. tornai con lo sguardo su Ez e poi di nuovo sul suo amico.
    Cielo.
    Era tornato alle vecchie abitudini a quanto pare, e se ne era trovato pure uno abbastanza geloso.
    Ci aveva messo poco a quanto pare.
    Se mi dava fastidio?
    Si, me ne dava. Ma un vaffanculo nacque proprio dal cuore.
    Non meritava che io soffrissi tanto per lui, che ancora rimuginassi sulle cose, che stessi li a pensare che sarebbe potuta andare diversamente .. no, a lui andava bene così.
    Lui e i suoi amiconi.
    Ma quanto cavolo ero stata cieca.
    E sorda, e stupida. "non c'è nessuna donna gne gne" e certo, c'erano i maschi ora!
    -Si bè, puoi chiamarmi come vuoi, tanto va di moda cambiarmi il nome negli ultimi tempi-
    Non pensai più a Ezekiel, e ai suoi lecchinaggi.
    le cose che diceva solo per acquietare gli animi, che, a dirla tutta, almeno da parte mia, erano tranquillissimi.
    Rassegnati decisamente.
    -Speriamo- e questo era vero, lo speravo veramente di apprendere il più possibile da quella esperienza.
    Non mi scostai quando mi diede il bacio di Giuda, con lo sguardo seguii pel di carota mentre cambiava tonalità dandomi conferma di quello che erano quei due.
    -Ping sta benissimo, secondo me un pò gli manchi.- Grande cazzata, in realtà mi aveva rovinato anche diverse foto che avevo di Ezekiel. Avrei voluto ucciderlo.
    Non mi era ancora chiaro il meccanismo, ma a quel maialino i ragazzi non piacevano, soprattutto quelli che ci provavano con me.
    Distolsi lo sguardo dando a loro la giusta privacy, e quando il rosso si allontanò lo seguii con lo sguardo.
    Fu Zek a riportarmi alla realtà.
    -Uhm?- che aveva detto?
    -Si probabilmente sarà interess.. - mi zittii e lo scrutai così a fondo che ora avrebbe dovuto distogliere lo sguardo se non avesse voluto morire all'istante.
    -Mi hai fatto spiare?-
    Inutile negare , per diversi motivi.
    Primo: non avevo fatto niente di male.
    Secondo: non faceva mai allusioni al caso.
    -Ripeto, Mi hai fatto spiare?-



    Lasciai che mi spostasse verso un lato, scrutavo bene o male tutti li dentro, e neanche dissi niente quando le altre due volontarie si fecero avanti.
    Il carnefice era una delle ragazze della scorsa lezione, la più strana tra le due.
    L'altra non la conoscevo.
    La domanda di Kostia mi fece ridere, ironicamente parlando. Sempre nel medesimo tono mi fece ridere poco l'ennesimo tentativo di Ezekiel di rovinare la lezione.
    Cielo ma perchè faceva così?
    Sollevai gli occhi al cielo. Signore dagli il lume della ragione.
    Comunque il discorso che si stava per affrontare mi dava particolarmente fastidio quindi decisi di non pensarci proprio mantenendomi semplicemente sulle risposte degli altri.
    Ma per un attimo lo sguardo incontrò quello di Ez.
    Perfettamente a suo agio, figurarsi il contrario.
     
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  7. Dàfne.
     
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    Educata ti lasci guidare dal serioso signore dagli occhi colmi di muto tormento, ti posizioni eretta e composta poco distante dalla giovane ragazza che hai già avuto modo di incontrare, e quasi solleticata da un insistente presentimento porti allora lo sguardo tra i banchi di fronte.
    Su uno in particolare, quello a cui siede Lui.
    Il tuo cuore manca un battito, il respiro si interrompe nella gola fino a farti bruciare i polmoni, e le iridi color caffè si fanno momentaneamente più ampie e limpide del solito. Succede sempre, quando il tuo sguardo incontra il suo.
    Sei combattuta tra il sollievo per averlo accanto a te anche in quell'occasione, e il timore che forse, in un certo senso, lui non possa approvare complessivamente ogni tua scelta. La Dafne che si muove in quella stanza non è la stessa che Balthazar ha conosciuto due secoli fa, entrambi lo sapete bene, c'è solo ancora da capire se tutti e due siete pronti ad accettare questa nuova realtà senza venirne feriti.
    Ma piuttosto, lui che ci fa lì?
    Glielo chiedi con lo sguardo, ma lui non risponde. I suoi occhi sanno essere così taciturni talvolta da farti sentire più sola che mai. Torni allora a riemergere dalle tue riflessioni, scruti con un cipiglio frastornato il mantello che l'uomo ha spostato di dosso al ragazzo e te ne chiedi il motivo. Deve esserti sfuggito qualcosa, ma rimpiangeresti questa ignoranza se solo sapessi.
    Per fortuna non ti sei distratta troppo da trascurare le nozioni più importanti, e con esse le domande. Porti uno sguardo distaccato sulla donna poco più in là, e constatando la sua poca prontezza nel rispondere ti lasci rapire da uno slancio di inusuale intraprendenza.
    "Chiedo scusa, posso?"In fondo non sei mai stata brava a trattenere il flusso incessante dei pensieri. Attendi un cenno, un assenso, un permesso qualunque da parte del biondo a cui ti sei rivolta, e solo dopo procedi. “Se le informazioni fornite sono le uniche a disposizione... l'Auror dovrebbe assicurarsi che la lite sia spenta, che nessuno di noi due abbia intenzioni losche, e dunque che la situazione sia completamente sicura.” Congiungi le mani, e parli osservando l'improvvisata Auror come se da lei potessi trarre ispirazione. “Non c'è molto altro che l'Auror possa fare in questo caso, in realtà, tanto meno esaudire il desiderio di giustizia della moglie tradita. L'adulterio in quest'epoca e in questo paese non è più considerato un reato, e dunque non è punibile né perseguibile dalla legge.” Uno sguardo anche all'altra donna, quasi esitante, prima di tornare sull'uomo di cui stenti ancora a ricordare il nome. “...Il massimo che potrebbe fare è invitare la moglie a richiedere la separazione, con addebito delle spese a mio carico magari, ma sarebbe pressoché un consiglio e non certo un obbligo professionale.” Ci stai provando, ti stai sforzando con tutta se stessa per tenerti al passo con gli studi e colmare quei duecento anni di vuoto in cui ti sei persa importanti evoluzioni storiche.
    Hai parlato con sicurezza nonostante la tua mente vacilli ancora nell'intercettare riferimenti legali e politici di un'epoca che non senti tua, c'è solo da sperare che tu non sia inciampata in qualche tranello della memoria. C'è da sperare che la tua mente non verrà offuscata ancora da nuova confusione.
     
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    Ascolto e seguo Ezekiel perchè lui sembra esattamente cosa fare. Sa sempre cosa fare, deve essere anche questo che mi piace di lui. Non sembra uno che si da per vinto, mai, di fronte a nulla.
    Ed infatti, dinanzi alle persone che ci hanno chiesto di fare foto con loro, come se fossimo delle superstar o qualcosa del genere, invece di scappare come invece avrei fatto io propone di restare e di stare al gioco. Gli do retta, e dopo le prime cinque foto riesco persino a divertirmi, facendo una serie di facce buffe che so essere piaciute particolarmente ai turisti che ci hanno bloccato. “Deve essere la divisa a fare colpo.” gli dico ridendo a mia volta, sistemandomi la divisa e cercando di assumere un'aria da figo, quando dice che non si sarebbe aspettato di avere tanto successo tra i babbani. “ O il mio bellissimo sorriso.” Aggiungo, scherzando prima di raggiungerlo ed avergli dato un buffetto sulla schiena.
    Annuisco convinto quando mi chiede se mi va di andare a prendere qualcosa da bere, e lo segui fidandomi del fatto che lui in questa città ci sia già stato. Mi dico che saprà esattamente dove andare.
    Ed è per questo che sono un po' confuso quando decide di varcare un locale... particolare, ecco.
    “Ehm...” Mi guardo intorno indeciso su come interpretare la scelta del locale, ma mi rendo conto ben presto che la sua non è stata una scelta voluta e che se ci troviamo qui dentro è per puro caso (caso che sa essere davvero bizzarro delle volte). “Si, p-portano bene ma... s-senti Eze...” Provo a spiegare ad Ezekiel che in questo caso sanno a significare qualcosa di specifico ma, insomma, non ne ho la possibilità, né riesco a trovare le parole adatte.
    Sembra così preso dal posto che non me la sento di smontare il suo entusiasmo.
    Mi avvicino ad un tavolo vuoto, guardandomi intorno e cercando di farmi scivolare di dosso gli sguardi dei presenti. Deve essere per le divise, mi ripeto. Magari anche per il fatto che sembro un ragazzino, cosa che sono.
    Quando Ezekiel finalmente mi raggiunge, e sono grato l'abbia fatto perchè proprio non riuscivo più a sostenere lo sguardo di un tipo poco lontano- e mi indica le figure al bancone, non posso evitare di ridere. Mi porto le mani a coprire la bocca, abbassando il capo.
    Diamine... Vero che sono io quello che ha vissuto sotto una campana di vetro fino a questo momento, ma lui in questo momento mi sta davvero superando.
    E certo la venuta del cameriere non aiuta a migliorare le cose. Giuro che sto davvero fatica per non piegarmi in due dalle risate, e ciò che mi limito a fare è piegare il capo e coprirmi la bocca con la mano, rosso in viso.
    Quando il cameriere va via, faccio comunque fatica a tornare ad avere un'espressione normale. Il battibecco veloce tra lui ed Ezekiel mi ha fatto ridere quasi fino alle lacrime, e contenermi ora mi diventa quasi impossibile.
    Ma dopo qualche minuto, riesco a rilassarmi e a guardarmi intorno, muovendo il capo a ritmo della musica di sottofondo. Sorseggio la bevanda alcolica- porca morgana se lo è- che il cameriere ci porge e provo a non badare all'occhiolino che mi rivolge. E' una situazione davvero imbarazzante. “M-magari finiamo di bere, okay?” rispondo ad Ezekiel quando mi dice che se voglio possiamo andare via. Porto poi piano lo sguardo su di lui, non prima di averlo fatto scorrere sulla coppia di ragazzi che ho di fronte, che da un paio di minuti a questa parte non ha smesso di intrecciare le loro lingue. Credo infatti di essere diventato rosso sulle guance, mentre a fatico distolgo lo sguardo. “Mi dispiace Eze... M-mi sa che il locale che hai scelto non è proprio quello che ti aspettavi.” gli dico sorridendo, ma comunque divertito da tutta questa situazione.

    Caterina. Si chiama Caterina.
    Non posso fare a meno di imitare e storpiare il tono della sua voce quando mi dice quelle parole.
    Davvero non riesco ad assecondarlo quando tira fuori la sua stupida frase sulle teste rosse, che sono anche teste calde. Non è vero. Io non sono una testa calda, ma di una che potrebbe saltarti addosso e mollarti un bacio, così, anche se non richiesto, non mi fido.
    Chi me lo dice che non decida di fare lo stesso così, da un momento all'altro, con me presente?!
    Resto a guardarli parlare e per un attimo, non so come sia successo, mi sento quello di troppo tra i due.
    Ovviamente tra i due c'è qualcuno di cui non posso essere partecipe. Si conoscono, e sono stati insieme.
    Io non posso avere questa stessa complicità con Eze e questo mi ferisce.
    Ecco perchè quando mi si avvicina per chiedermi di lasciarli soli, sento la rabbia ribollirmi dentro.
    Credevo lui avrebbe capito e non mi avrebbe lasciato solo, ma forse sono io quello melodrammatico tra i due. Quindi va bene. Che resti solo con lei.
    “Come vuoi.” gli dico tra i denti, facendo appena un cenno del capo all'altra, mi allontano.

    A lezione

    “Mpf, no.” rispondo semplicemente all'altro quando mi chiede se ho intenzione di fare il volontario. Certo. Io di fronte a tutte queste persone che mi guardano, è il modo migliore per farmi morire di imbarazzo. Ho già i miei problemi di solito, figuriamoci adesso che non sono propriamente in me.
    Insomma, non è che la vista di Caterina mi calmi ed averla sul palco... Dannazione.
    “Si certo. Tu hai parlato della tua questione con Caterina?” gli dico, con un sorriso velato perchè il fatto di essere stato messo da parte per l'altra, non posso dimenticarlo così facilmente.
    Tuttavia, la rabbia accumulata un po' svanisce quando mi poggia il mantello sulle gambe che accarezza e, sorpreso lo guardo, chiedendogli con lo sguardo cosa diamine stia facendo. Non che sia dispiaciuto delle sue attenzioni ma insomma, qualcuno potrebbe accorgersene.
    Ed infatti, qualcuno se ne accorge sul serio.
    Quando Preud si ferma dinanzi a noi penso di aver assunto il colore di un pomodoro e di aver persino smesso di respirare, e quando poi tira via il mantello, temo sul serio per quello che potrà accadere di qui in avanti. Ma non succede nulla. Non dice nulla. Anzi, nemmeno ci guarda.
    La cosa non mi rassicura poi molto, e ci metto qualche attimo a riprendermi.
    Ciò che mi fa stare meglio è lo sguardo che Caterina rivolge a Blackwood. Quel suo modo di alzare lo sguardo al cielo, per un attimo mi tira su di morale.
    Così, anche se in imbarazzo mi costringo a svuotare la mente e a seguire la lezione senza neanche osare muovermi. E' solo alle parole di Preud che mi guardo intorno, cercando di capire se qualcuno ha intenzione di rispondere alla sua seconda domanda. “B-beh se è stata la vittima a chiamare...d-denunciando il marito...” comincio con un filo di voce, balbettando come mio solito quando sento l'attenzione degli altri su di me. “...A-allora lui si troverà nei casini, no?” Mi mordo le labbra, rimuginando sulle mie parole per provare a tirar fuori la stessa frase in maniera, corretta. “Dovrà t-tipo essere interrogato, credo.” aggiungo.


     
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  9. Amelia Toretto
     
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    Non era passato poi molto tempo da quanto avevo rifiutato di diventare un Auror. All’epoca avevo ben altre priorità. Dovevo scagionare mio fratello e diventando Auror pensavo di non poterlo fare. Mi ero lasciata sopraffare dall’affetto che provavo per mio fratello, mentre ora mi ero resa conto che perdere una simile opportunità era stata solamente un terribile errore. Un errore che avevo tutte le intenzioni di rimediare e quel corso mi avrebbe aiutata a capire se gli Auror erano o meno un qualcosa che poteva integrarsi con la mia indole. Ero cresciuta con la consapevolezza di essere in pericolo. Mio fratello aveva molti nemici ed io potevo sembrare una facile esca, così per me era diventato naturale come respirare osservare tutto ciò che mi circondava.
    Come sempre avevo la sensazione che qualcuno mi stesse osservando e non mi riferisco ai presenti. Qualcuno mi stava spiando da giorni e questo qualcuno avrebbe smesso di farlo, in un modo o in un altro. Così mi voltai verso i presenti, cercando quello sguardo. Avevo bisogno di capire chi fosse questa persona e neutralizzarla una volta per tutte.
    Osservando i presenti mi soffermai su un paio di ragazzini coperti da un cappotto, non ero del tutto sicura, ma secondo il mio parere erano impegnati in attività non proprio consone per il luogo in cui si trovavano.
    Vidi Preud avvicinarsi ai due e spostare il cappotto che li copriva entrambi.
    Dovevo ammettere Preud era un soggetto interessante e sarebbe stato decisamente un ottimo soggetto per le mie ricerche. Mi sarebbe piaciuto riuscire a frugare nella sua mente e capire ciò che pensava.
    Lo vidi tornare al suo posto e proseguire la sua spiegazione.
    «Perché sono qui Mr. Preud? Perché ho bisogno di risposte. Risposte che sono un corso per Auror può fornirmi e lei poco fa me ne ha fornita una.»
    La mia era di sicuro una risposta decisamente particolare. Non volevo rivelare il perché avessi rinunciato a diventare Auror. Non ero li per raccontare i fatti miei, ma al tempo stesso avevo bisogno di chiarire un infinità di dubbi ed ora come era ero certa di aver fatto un terribile errore.
    Stavo ancora riflettendo sulla possibilità di tornare sui miei passi quando sentii Mr Preud fare quello che per me era un classico esempio quello del marito che tradisce la moglie, ma erano le domande che furono poste dopo ad interessarmi.
    - … C'è una lite coniugale a seguito della quale la "vittima" chiama i nostri Auror perché facciano giustizia: quale dev'essere il comportamento dell'Auror? Questo è la domanda per il primo di voi. Il secondo mi dica cosa cambia se la "vittima" apre la porta di casa con ecchimosi o segni di percosse sul viso. Il terzo cosa cambia se è il "colpevole" ad avere questi segni e per ultimo, il quarto, cosa cambierebbe se invece fossimo in un paese in cui la legislazione considera, per motivi religiosi, una donna come proprietà del proprio marito. Vuole iniziare il nostro Auror? –
    Prima di rispondere iniziai a fare mente locale. Avere una madre avvocato, aveva i suoi pro ed i suoi contro ed in quel momento vecchie, anzi vecchissime reminescenze che credevo dimenticate vennero a galla.
    Peccato che le mie conoscenze legali erano strettamente legate al mondo babbano. Ma in quello magico come ci si doveva comportare? Ovviamente io per la mia risposta mi sarei basata tra un mix di ciò che farei e ciò che conoscevano grazie a Susan, giusto o sbagliato che fosse.
    «A quanto pare, dovrò rispondere alla terza domanda» - avvicinandomi di un paio di passi – «Prima di tutto cercherei di capire se i segni sul viso del marito traditore, sono recenti o meno. Nel caso fossero fresche di litigata, ci troviamo di fronte a lesioni personali e la moglie tradita si troverebbe con una bella condanna che può variare da tre mesi ad un massimo di tre anni di carcere, giorno più giorno meno.»
    Nei meandri della mia mente c’era proprio il ricordo della mamma che preparava un arringa e stava proprio descrivendo un simile esempio. Chissà se quel ricordo si poteva applicare persino per il mondo magico. Presto l’avrei scoperto dovevo solamente avere un po’ di pazienza.

     
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  10. Marta*
     
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    Il relatore sapeva come attirare l’attenzione della platea. Eccome se lo sapeva! Ero convinta di assistere ad una lezione noiosa, infarcita di regolamenti, comma, cavilli legali e ogni altra sorta di discorsi formali e invece mi trovavo emotivamente coinvolta nella situazione che l’ucraino aveva creato. Oltre tutto Caterina, che avevo già incontrato e che salutai con un sorriso aperto e cordiale, aveva preso parte attiva alla simulazione proposta e Amelia addirittura si era offerta ad interpretare la parte dell’Auror nella ipotetica scena che l’ucraino aveva ideato. Annuii alla mia coinquilina soddisfatta che la mia idea di seguire il corso l’avesse coinvolta fino a quel punto.
    Seguivo il corso degli eventi in religioso silenzio. Mi guardavo attorno, curiosa, attirata in modo particolare da un partecipante che ritenevo interessante. Costui aveva un viso assolutamente indecifrabile, non riuscivo a dargli un’età e nessuna espressione sul suo viso lasciava trapelare emozioni di sorta. Rimaneva completamente immobile. Non ero neppure sicura che respirasse tanto era impassibile. Speravo non notasse le occhiate che, ogni tanto, non riuscivo a evitare di lanciarli. La sua natura non era umana e ciò attirava la mia attenzione quasi quanto la lezione.
    Fra tutte le domande e le proposte di Kostia il mio pensiero si soffermò sulla prima. Perché io, Marta Marlow, appassionata di creature magiche e personaggi fantastici avevo deciso di recarmi a quella lezione? Sicuramente la curiosità aveva avuto il ruolo primario. Ogni cosa nuova mi appariva interessante e imparare senza stare sui libri mi affascinava. Non sapevo se nel mio futuro era contemplata la missione di Auror ma saperne di più era sicuramente interessante come interessante erano gli altri quesiti posti dal relatore.
    Preferii seguire il corso degli eventi facendo mie le domande dei compagni e prestando attenzione alle risposte piuttosto che intervenire con ripetizioni che non sarebbero servite a nulla.
    Non riuscivo neppure a pensare come potesse essere vivere in un Paese dove le donne venivano considerate alle stessa stregua delle cose. Il solo pensiero mi faceva ribollire il sangue ma era una realtà con la quale bisognava fare i conti. Ogni Paese aveva le sue regole, le sue tradizioni e la sua religione che, a torto o a ragione, dettava comportamenti e modi di vivere molto lontani dai nostri. Come poteva un’Auror pretendere il rispetto di una legge che aborriva? Sarebbe stato interessante sentire il parere dei compagni e illuminante udire le risposte di Kostia.
    Mi sistemai meglio sulla sedia e accavallai le gambe. Lanciai ancora un’occhiata all’immobile ed enigmatico personaggio che aveva attirato la mia attenzione. Gli studenti intervenuti al corso erano turbolenti e facevano un discreto casino ma lui pareva non udire e non considerare nessuno dei partecipanti. Cercai i imitarlo e riportai lo sguardo sulla scena del presunto crimine dove le la presunta vittima, il presunto colpevole e il presunto Auror dovevano dare le risposte richieste. Amelia aveva già detto la sua. Ora desideravo sentire alche il parere degli altri per avere un quadro più chiaro della situazione
     
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    Non era più tornato con lo sguardo su Melinda da quando aveva risposto alla domanda che ne celava la provocazione. Lo fece in quel momento, quando tutti coloro che avevano intenzione di rispondere alle sue, di domande, lo avevano fatto. Nessuno dei presenti aveva parlato spiegando il motivo della propria presenza a quel corso, ad esclusione della sola Amelia che aveva scelto però di farlo in maniera alquanto criptica - Come vede, signorina Gordon, l'intera platea condivide la sua riservatezza circa il proprio desiderio di diventare Auror - Nemmeno lei aveva aperto bocca a quel proposito, preferendo osservare i presenti dall'alto come un tempo doveva aver fatto con i membri del proprio governo - la discrezione è indubbiamente una virtù, e coloro fra voi che decideranno di continuare avrà sicuramente modo di mostrare la validità delle proprie motivazioni nel corso delle prossime lezioni. Per il momento torniamo a noi -
    Caterina aveva deciso di tacere, come la grande maggioranza dei presenti, per questo fu su Dafne che scelse di concentrarsi. Non si poteva sicuramente dire che fosse una lezione con una grande partecipazione - Corretto - iniziò - Non conta quale sia il posto che il nostro sistema morale da al tradimento in quanto colpa: la nostra legislazione non lo punisce come reato e pertanto l'Auror non è autorizzato ad intervenire se non per assicurarsi che la situazione non degeneri in una delle altre due possibilità che ho elencato - possibilità che sarebbe arrivato a trattare di lì a poco. Cercò con lo sguardo il ragazzo che aveva risposto alla seconda domanda. Rosso, pallido, sguardo imbarazzato...pareva che il giovane Blackwood avesse cambiato radicalmente gusto, in fatto di giocattoli sessuali. Era convinto che saperlo intento ad apprezzare tanto i testicoli che le mutandine di pizzo avrebbe mitigato un po' la rabbia di Michael riguardo alla futura sistemazione di Vannelope. Nessuno avrebbe voluto sapere la propria figlia invischiata in triangoli di tale fattura - Cerchi di essere più sicuro di se stesso, signor...? Non credo di aver colto il suo nome. In ogni caso ha ragione. Il nostro "colpevole" si troverà sicuramente nei guai e dovrà rispondere di violenza privata e aggressione. Dovrà esser portato al reparto Auror per essere interrogato e, se la moglie decidesse di sporgere denuncia per quello...badate bene, per l'aggressione non per il tradimento...rischia un processo e una condanna per lesioni -
    Esattamente quello che stava dicendo Amelia. Kostia annuì nella sua direzione - Esattamente - si complimentò - Perché non conta quale sia la causa scatenante: sono le percosse ad essere illegali, non il tradimento, e quindi sarebbe la moglie a dover rispondere dell'aggressione con tutte le conseguenze che lei ci ha tanto gentilmente spiegato. Nel caso che tutti avete evitato, quello che tutti sicuramente disprezziamo - la quarta possibilità, ovviamente, quella con una legislazione che concedeva al marito il possesso della moglie - Non solo l'Auror avrebbe ragione di intervenire, ma potrebbe punire la moglie per essersi ribellata all'autorità costituita. Il marito per l'appunto -
    Diede loro un attimo per riflettere prima di continuare - Ora, passiamo a qualcosa di più universale...un furto - su quello non avrebbero dovuto esserci problemi etici. Un furto restava sbagliato in qualsiasi legislazione o sistema morale loro potessero seguire - Alla nostra vittima sono stati rubati dei gioielli ed è convinta che sia stato il nostro colpevole a farlo. Si sono conosciuti in un bar, hanno passato la notte insieme, si sono salutati al mattino e al pomeriggio la vittima si è accorta che i gioielli mancavano. Qual'è secondo voi la procedura corretta, una volta presa la denuncia, e quali sono i passi da fare per ritrovare la refurtiva e assicurare il colpevole alla giustizia. Forza, andate...a ruota libera -


    ULTIMO GIRO, scadenza il 04/06/2015
     
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    Nessuna causa è persa finchè ci sarà un solo folle a combattere per essa

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    "In realtà, più che discrezione io la definirei indecisione." Lo corressi dopo aver lasciato che terminasse la sua spiegazione a proposito del teatrino che aveva organizzato, trovavo l'argomento troppo vasto per poterlo chiudere lì, le possibilità e le implicazioni erano molte, ed un'ora non era sufficiende per elencarle tutte. La sua era stata una piccola premessa che trovavo quantomeno inutile fare in quella precisa lezione. Mi guardai attorno, per fortuna era facile intrattenere dei giovani inesperti, qualsiasi cosa avesse detto, se la sarebbero bevuta.

    "Mmm..." tamburellai fastidiosamente le dita sul bracciolo della sedia, in modo che si sentisse ovviamente. "Ho un'ultima curiosità, prima che termini la lezione: come mai non è un vero auror a presentare il corso, Signor Preud? Trattandosi appunto di un corso per diventare Auror, non sarebbe più opportuno che lo tenesse qualcuno di realmente qualificato nel campo? E non un...custode? Da quel che mi risulta Lei non ha alcuna competenza in questo settore, come può pretendere di insegnare?" Visto che non aveva voluto deviare dagli argomenti che aveva deciso, avevo persino pensato che Kostia si fosse imparato la lezione a memoria. O forse la carenza di personale al Ministero era più alta di quanto potessi immaginare. "Ci sarà Lei anche le prossime volte?"
     
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    -Non so, forse perquisire l'accusato e anche la casa di quest'ultimo?
    Casa, tasche, borsa..-

    Qualsiasi cosa insomma - controllare l'alibi anche-
    E poi mi dovetti fermare perchè l'ex ministro Gordon aveva deciso che sottolineare qualcosa di irrilevante fosse indispensabile ai fini della lezione.
    -Ma a lei cosa cambia?- mi venne spontaneo chiedere. Mi voltai a guardarla - forse è rimasta arretrata Miss Gordon, ma il signor Preud ha fatto lezione anche l'anno scorso al corso auror a Londra, quindi evidentemente per il Ministro Moon è qualificato anche più di quanto non lo sia il capo auror in persona presente in questo edificio. Ne conviene? Ora mi domando, possiamo portare a termine questa lezione o dobbiamo stare ancora qui a discorrere sul perchè ci sia lui e non un altro al suo posto a introdurci il corso?- perchè, anche se le avevo parlato con molta tranquillità, stavo iniziando a stancarmi a stare li in piedi a guardare tutti quanti ed essere guardata a mia volta.
    Al momento desideravo solo che tutto finisse e che io me ne potessi tornare alla velocità della luce a casa, avevo tre tomi da finire di leggere, ma chi me lo aveva fatto fare a partecipare.. uff.

    Edited by ^ Caterina ^ - 2/6/2015, 17:38
     
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  14. Brunhilde.
     
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    Le unghie, distrattamente, passano tra i filamenti rossi che compongono il rivestimento della poltrona. Mi ripeto che in alcuna circostanza, il silenzio è l'unica risposta possibile, persino quando il fastidio si mischia alla noia, portando la mente verso luoghi lontani.
    Non è un vanto, quanto più un difetto. Dovrei riuscire ad ignorare gli stimoli esterni per concentrarmi su un solo argomento... ma la sua voce è così irritante.
    Nonostante non ne abbia l'aspetto, le sue parole suonano come il fastidioso ciarlare di una donna che ha ormai visto tramontare i suoi giorni di gloria, una vecchia signora ormai priva di attrattive che cerca nella provocazione la sua ultima rivalsa.
    Le sue domande, continuano ad interrompere la lezione con una frequenza regolare e snervante.
    E' impossibile non chiedersi cosa spinga il Signor Preud a rispondere ad ogni sua stoccata, a prendere seriamente ogni domanda intrisa di veleno.
    E' forse una prerogativa degli stranieri migrati nelle nostre terre da Londra, quella di essere tanto invadenti e inopportuni.
    Lascio che il silenzio riempia la mia bocca per qualche altro secondo, in attesa di un momento utile per poter ignorare le parole che ancora volteggiano per la sala senza apparire maleducata. La DeMasi, cade nella tentazione che con tanta forza cerco di ignorare, facendo aggrottare le mie sopracciglia di stupore. Eppure, date le sue precedenti domande fuorvianti, avevo interpretato il suo pensiero come molto simile a quello della donna che ora riprende con fermezza.
    Vi prego, uno scontro tra signore è la cosa più inappropriata a cui si possa assistere nel corso di una lezione.
    Degna figlia del segretario di stato Tedesco, nessuno potrà dire diversamente.
    Volto lo sguardo, riportando l'attenzione sull'insegnante non qualificato, ma a sentir dire, molto preparato.
    Nel caso di un furto, è bene recuperare foto della refurtiva o descrizioni ben dettagliate di quest'ultima, nel caso non esistano foto. L'auror dovrà richiedere un apposito mandato prima di avvicinarsi all'abitazione del sospettato, per le ricerche iniziali.
    Nel caso in cui la refurtiva non si trovi nella casa, cercare gli oggetti scomparsi sul mercato nero potrebbe rivelarsi utile. Un commerciante di questo genere difficilmente si farà avvicinare da un auror, ma i travestimenti possono tornare utili in questo genere di ricerche.
    Ottenere una testimonianza potrebbe essere difficile, se non impossibile... ma la vittima del furto, potrebbe ritornare in possesso della refurtiva. Anche se...

    Un pigro sorriso mi stira le labbra, mentre cerco il miglior modo per concludere un discorso dettagliato e privo di errori.
    Far presente al commerciante che il corpo auror potrebbe prestare da quel momento in poi particolare attenzione ai suoi affari, potrebbe far sì che una confessione diventi per lui la via migliore da perseguire.
     
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  15. Amelia Toretto
     
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    Avevo ascoltato attentamente l’esempio posto da Mr. Preud e le domande che l’uomo aveva posto ai presenti. Visto che nella finzione ricoprivo il ruolo di Auror, mi sentivo in obbligo di fornire una risposta quanto meno decente ad uno dei quesiti che avevo ascoltato.
    Prima di rispondere dovevo riorganizzare le idee e soprattutto dovevo cercare nei meandri della mia memoria un qualche episodio che potesse per lo meno avvicinarsi a quello descritto. Non ci misi molto a trovare un ricordo di mia madre che preparava un arringa su un episodio molto simile a quello descritto, così ben sapendo che mi sarei riferita alle leggi babbane e non magiche provai comunque a dare la mia risposta.
    Era un sollievo avere la conferma che le due legislazioni non erano così diverse come immaginavo.
    Così tenendo bene a mente questo particolare, tornai a concentrarmi su quanto veniva spiegato.
    Un passo dopo l’altro la carriera Auror che in passato avevo accantonato, sembrava sempre più vicina. Forse non sarei mai diventata un vero Auror, ma seguire quel corso mi stava piacendo più di quanto avrei mai immaginato.
    Era la quarta domanda e la relativa risposta a non piacermi minimamente, ma a conti fatti era comunque un qualcosa che poteva verificarsi ed era giusto prestare la massima attenzione.
    Ora, passiamo a qualcosa di più universale … un furto.
    *Un furto*
    In quel momento ripensai al suono delle sirene, la polizia babbana che faceva irruzione a casa a Los Angeles. Dominik che veniva portato via in manette. Con il trascorrere dei giorni avevo scoperto che era colpevole, per lo meno di uno dei due crimini di cui era accusato.
    Alla nostra vittima sono stati rubati dei gioielli ed è convinta che sia stato il nostro colpevole a farlo. Si sono conosciuti in un bar, hanno passato la notte insieme, si sono salutati al mattino e al pomeriggio la vittima si è accorta che i gioielli mancavano. Qual’è secondo voi la proceduta corretta, una volta presa la denuncia, e quali sono i passi da fare per ritrovare la refurtiva e assicurare il colpevole alla giustizia.
    Prima di concentrarmi su quest’ultimo quesito, mi toccò assistere al più squallido degli spettacoli. Due donne si punzecchiavano per difendere Preud. Una l’accusava di non essere all’altezza del compito che gli era stato assestato e l’altro lo difendeva a spada tratta.
    Signore vi faccio presente che nessuno dei presenti è interessato ad assistere ai vostri battibecchi, vi prego di continuare, se lo riterrete opportuno, le vostre recriminazioni a lezione conclusa.
    Non ero stata la prima ad intervenire per evitare che quella discussione continuasse e nel farlo avevo scelto di essere il meno possibile diplomatica. Personalmente il perché di quella stupida discussione non mi interessava volevo solamente che finisse. Avevo raccolto molte delle risposte che cercavo ascoltando Mr. Preud parlare. Qualificato o meno che fosse mi aveva aiutato moltissimo a sciogliere diversi dubbi.
    A questo punto potevo tranquillamente concentrarmi sulla nuova domanda che era stata posta.

    Dopo aver raccolto la denuncia per furto l’Auror dovrà ricevere un’accurata descrizione della refurtiva, meglio se ci sono delle fotografie dei pezzi rubati.
    Dovrà farsi dire in valore economico di ogni pezzo rubato e quanti giorni sono trascorsi dall’ultima volta che la vittima ha visto i gioielli al giorno in cui sono spariti.
    Mettiamo il caso che ci fosse un intervallo di alcuni giorni, l’Auror dovrà avere un elenco completo di tutti coloro che potevano venire in contatto con la refurtiva ed ovviamente fermare l’ultima persona che ha avuto la possibilità di rubare i gioielli, giusto per stare tranquilli ed evitare che sparisca in caso sia colpevole.
    Interrogare tutti sospettati, indagare sulla loro situazione economica e fare lo stesso per la vittima.
    Scoprire se i gioielli siano assicurati o meno e per quanti galeoni.
    L’Auror ha una denuncia per furto questo è vero, ma potremmo tranquillamente trovarci di fronte ad una truffa ai danni di qualche assicurazione.
    Come è già stato detto l’Auror dovrà richiedere un mandato per poter perquisire la casa dei presunti colpevoli in cerca della refurtiva e di eventuali prove a loro carico.
    In caso non si trovasse niente che ci aiuti nelle indagini, non significa per forza che i nostri sospettati siano innocenti. A conti fatti gli Auror hanno un solo fermo, ma niente impedisce loro di tenere sotto controllo tutti colori che sono coinvolti nelle indagini, in fondo qualcuno di loro potrebbe comportarsi in maniera molto strane e permettere agli Auror di portare a termine le loro indagini.
    – stavo descrivendo esattamente ciò che avevo visto fare agli Auror ed alla polizia babbana.
    Un’altra strada da vagliare è quella dei collezionisti, sicuramente oggetti di grande valore potrebbero essere tra i più richiesti dai collezionisti ed una ricerca al mercato nero, potrebbe aiutare a risolvere il caso.
    Ovviamente gli Auror non devo trascurare di interrogare i ricettatori noti alla giustizia. In fondo se si sa come farli parlare
    – e qui trascurai volutamente la minaccia di Azgaban e qualsiasi altra minaccia immaginabile – si possono ottenere discrete informazioni utili per le indagini.
    Dopo aver raccolto tutte queste informazioni non dovrebbe essere molto difficile recuperare la refurtiva e condannare il colpevole.

    Non sapevo se questa parte era stata effettivamente svolta all’epoca in cui Dominik era stato arrestato per furto, ma sapevo che al posto degli Auror chiamati ad indagare mi sarei comportata esattamente come avevo descritto.
     
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