La Cura

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Olympia~
     
    .

    User deleted


    Avrebbe probabilmente ricordato quell'inusuale giorno con Kostia per sempre. Non come qualcosa di cui pentirsi, ma come un'esperienza da conservare. Credeva che niente sarebbe potuto accadere tra loro, ma fu una strana, piacevole vicinanza.
    Lo guardò fisso negli occhi per tutto il tempo e anche se era lui a distogliere lo sguardo, comunque Olympia non lo toglieva neanche un secondo dalla figura di Kostia.
    Lo lasciò muoversi come voleva, lasciò che la sfiorasse, toccasse, carezzasse. Sentì la pressione del suo tocco sul piede e trovò quelle carezze piacevoli, tutt'altro che fastidiose.
    Socchiuse gli occhi e tese di più la gamba verso Kostia, lasciandosi sfuggire un lieve mugugno di piacere.
    Lo osservò mentre si muoveva con calma, lasciò scivolare lo sguardo sul suo corpo bianco, un po' troppo asciutto, ma ancora piacevole da guardare. Alzò poi gli occhi nei suoi, quando si chinò su di lei, ed espirò lentamente, mentre la mano di Kostia scivolava nel suo interno coscia, provocandole piacevoli brividi lungo la schiena.
    Distolse lo sguardo e chiuse gli occhi solo quando il naso dell'uomo sfiorò il suo collo e la mano fu così vicina alla sua femminilità da provocarle un fremito.
    Nonostante le cose avessero preso quella piega strana e inaspettata, non lo avrebbe fermato. Sentiva di volere Kostia come mai prima di allora. Era stato un desiderio, forse proibito, fin da quando era uscita a cena con lui la prima volta, e a frenarla era stato solo ciò che provava per Abel. Ciò che non c'era più ormai.
    Lasciò scivolare le mani sulle spalle di Kostia e artigliò la sua pelle nel momento in cui la morse sul collo. Forse a causa di quello o dell'incredibile sensibilità di cui era vittima in quel periodo, Olympia non poté trattenere un gemito, che si perse in una eco tra le mura del bagno, lasciandola con le labbra dischiuse e il respiro sibilante tra esse.
    Graffiò allora le braccia di Kostia, risalendo sulle sue spalle, e poi giù sul petto, solleticandolo con le unghie. Strinse le gambe contro i suoi fianchi, quasi intrappolandolo, e alzò lo sguardo nel suo, per poi mordergli il labbro inferiore.
    Si muoveva con calma, senza alcuna fretta e non mossa dal parossismo, adattandosi alla quiete dell'altro. Scivolò con le mani sulla sua pelle umida e lattea, studiando al tatto anche il più piccolo neo. Graffiò, morse e baciò tutta la pelle che riusciva a raggiungere con bocca e mani e infine attirò di nuovo a se le labbra dell'uomo, trovandole ancora una volta incredibilmente morbide, anche se gelide.
    Si spinse con il bacino contro la sua intimità, facendo in modo che la propria la sfiorasse, e catturò il suo labbro tra i denti.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Mago Adulto
    Posts
    1,282

    Status
    Offline
    Ogni sensazione era nuova, sulla sua pelle, e lo era nella stessa irritante maniera in cui lo sarebbe stato un pianoforte cui qualche burlone aveva scambiato di posto i tasti. Kostia sapeva cos'avrebbe provato un tempo nel sentire la pelle di Olympia sotto le labbra, o le sue unghie graffiargli la schiena o, ancora e perfino più eccitante, i suoi denti pinzargli il labbro.
    Sapeva cos'avrebbe provato e non era nulla di tutto quello.
    Non era il gelido registrare dei suoi sospiri, non era la consapevolezza di ogni graffio sulla pelle, non era il meccanico registrare la presenza di sangue sulla lingua. Non l'automatico ergersi della sua sessualità alla lieve carezza della gamba di lei, quasi fosse una scelta altrui e non un atto di cui anche lui potesse godere. Scostò il viso, privato perfino della possibilità di sentirsi seccato eppure deciso a non lasciarsi respingere dalla sua stessa difficoltà. Non vi era orgoglio in quella decisione, ne rabbia, ne tristezza.
    Solo la ferrea determinazione di mostrarsi all'altezza di ciò che era sempre stato.
    Bloccò una delle mani che gli viaggiava lungo il petto, scostandola. La bordò sul bordo della vasca, bloccandola contro la pietra mentre con l'altra, rapido come non avesse fatto altro per tutta la vita, andava a tirare la catena che avrebbe svuotato la loro improvvisata alcova. Aveva amato il calore dell'acqua ma in quel momento, con le labbra intente a giocare con quelle di Olympia, tutto ciò che non era loro due gli pareva irrilevante. Perfino la carezza data dallo scorrere altro non era che un impiccio alle sue intenzioni e, come tale, andava eliminata.

    Se Olympia voleva mostrargli che poteva essere ancora l'uomo che era stato non aveva che lasciarlo libero di fare.
    Il sesso per lui non era mai stato appagamento animale ma una sinfonia da cercare nel piacere dell'altra.

    Aveva seguito l'abbassarsi dell'acqua, lasciando che fosse quello a dettare il tempo.
    Ogni centimetro che lentamente veniva esposto Kostia correva a coprirlo con le labbra, con i denti, con la lingua. Aveva esitato a lungo sulla punta dei suoi seni, seguendone la pienezza con un piacere quasi infantile mentre il piede, baro, copriva lo scarico alla ricerca di più tempo. Un'esitazione premiata dal respiro della donna ma che aveva trovato la sua fine fin troppo in fretta, obbligandolo a continuare nella sua lenta discesa.
    Un bacio sullo sterno.
    Un lieve morso sopra una costola.
    La lingua che, leggera, seguiva i bordi dell'ombelico.
    E poi ancor più giù fin dove la strada terminava nel centro stesso del suo piacere. L'acqua scese ancora, scoprendo le gambe di entrambi, le ginocchia, le caviglie, i piedi e ancora oltre, svanendo poi dimenticata, senza che Kostia cercasse altra pelle da baciare, altre labbra da mordere, altri sapori di cui riempirsi.
    Lì, dove altro non c'era che il piacere di lei.
     
    Top
    .
16 replies since 26/11/2014, 14:56   273 views
  Share  
.
Top