DCAO III Lezione V/VI/VII anno

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  1. Anastasia Rose Carter
     
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    C'era una notevole differenza fra quella che era stata una lezione puramente teorica e l'arena in cui Cuddy li aveva appena gettati. Intorno a loro, lentamente, prese vita un intero mondo di rumori e fruscii, rumori tipici dei predatori in attesa di dedicarsi al gioco prediletto della caccia all'agnello. Loro, quella notte, erano gli agnelli.
    Un lupo uscì dalle tenebre, facendo schioccare le fauci prima di sparire nuovamente. Anastasia si strinse istintivamente al fratello, guardandosi intorno - Vuole dimostrarci che siamo troppo giovani e inesperti per sopravvivere - annuì in direzione di Allison, le labbra piegate in una smorfia appena irritata. Scoccò un'occhiata a Layla: probabilmente la Serpeverde aveva avuto ragione almeno in quello. A volte parlare era perfettamente inutile - Credo si sia divertito a "fraintendere" quello che gli abbiamo detto l'ultima volta - e anche quello che gli aveva detto lei alla Testa di Porco, se era per quello. E pazienza se Micael era probabilmente in ascolto, in quel momento: avrebbe detto e ripetuto le stesse cose anche a lui, se ne avesse avuta l'occasione. Quando ne avesse avuto l'occasione. Se Rya era stata lì con loro, non avrebbe permesso che qualcuno facesse loro davvero del male.
    Non troppo, almeno.
    - Non sappiamo quanti sono - scosse la testa, rispondendo ad Allison. Ognuna di quelle creature poteva avere secoli di esperienza e loro non avevano nemmeno idea di quante fossero - Ne cosa sono - cosa che rendeva ancora più azzardato cercare direttamente lo scontro. Ma la fuga...? Anastasia non era fuggita nemmeno di fronte al Ministro Moon in persona, il giorno in cui avevano arrestato Rya, e la sola idea di darsi alla fuga e di sorbirsi poi il sogghigno saccente del professor Cuddy turbava una parte di lei che sarebbe stato poco prudente ascoltare, così come poco prudente sarebbe stato cercare lo scontro. Non in quel momento, non senza armi, e in una posizione così svantaggiosa - Ci serve un riparo. Un posto in cui organizzarci e cercare di capire come difenderci - disse, a tutti e a nessuno, giusto un attimo prima che la mano di Russell scivolasse via dalla sua spalla.
    Anastasia si voltò al suono di una voce suadente, e quello che vide le fece gelare il sangue nelle vene.
    La vampira era bella, di una bellezza a dir poco glaciale. Era bella come una statua e, probabilmente, altrettanto antica: i suoi occhi erano diamanti incastonati in un viso dai tratti precisi e ben delineati, scolpiti con un'abilità tale da assomigliare alla ceramica di una bambola. Un volto perfetto come il sogno di un artista, e altrettanto irreale.
    - Russell... - sussurrò, comprendendo con un attimo di ritardo quello che stava succedendo. Astrid fu più rapida di lei - una spina d'odio le si piantò nell'animo per quello - ma Anastasia la seguì meno di un attimo dopo, frapponendosi fra Russell e la creatura e bloccandolo lì, con le mani sul suo petto e le spalle rivolte alla creatura. Una mossa poco prudente, forse, ma contava sul fatto che sia Astrid che Russell la stessero fissando. Sarebbero bastati ad impedirle di ghermirla da dietro - Russell. Russell no...no, ricordati le lezioni del nonno. L'occlumanzia. Tienila fuori, Russell. Guardami. Guarda me -
     
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  2. »Gift.
     
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    Erano cuccioli troppo coraggiosi che si convincevano di essere leoni.
    Aveva attaccato il ragazzo perchè i suoi occhi l'avevano colpita, e l'ombra di un sorriso beffardo deformava lievemente i tratti tirati di un volto ancora troppo giovane, e che già stava cambiando.
    Quel ragazzo sarebbe cresciuto, sarebbe vissuto e sarebbe morto, e allora tutto quel coraggio, e i suoi occhi e il suo sorriso sarebbero stati solo un ricordo vano nella mente antica di una vampira. Si disse che poteva innamorarsi di lui, innamorarsi davvero, di nuovo, e porre fine alle sofferenze che inevitabilmente avrebbe incontrato.
    Ma non quella sera.
    Non posso fare nulla per te..., sussurri lievi nella notte gelata. Non c'erano mannari o vampiri che potessero distrarla dal dolore che il giovane leone sembrava portare dentro di sè come un cancro. Non posso fare nulla per te e nessuno può..non stanotte.
    Ed era quello il fulcro di ogni suo turbamento, che sviscerale la faceva soffrire. Non quella notte.
    Ma magari...

    Lui deve essere importante per le altre, in ogni caso: una bionda sfiora il suo polso e la ragazza dagli occhi smeraldo sembra tendersi come una corda di violino.
    Ma è la biondina, piccola e indifesa, che si frappone fra Dandelion e Russell.
    Il suo gesto è così estremo da lasciarla pietrificata, essenza rinchiusa in un corpo di alabastro senza possibilità di urlare e dimenarsi. Le ha dato le spalle, si è fidata di qualcosa o qualcuno che non ha le possibilità di contrastarla.
    Gli umani e i loro legami.
    Si ritrovò alle sue spalle fra l'oro dei suoi capelli, una mano intorno alla sua gola e gli occhi cristallini che saettano sugli altri tre.
    "E adesso?"

    Sorrise, felina.

    Citati: Astrid
    Allison

    Interagito con:
    Russell
    Anastasia
     
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  3. Anastasia Rose Carter
     
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    Un conto era sapere della velocità dei vampiri, ben altro fu provarlo sulla propria pelle.
    Fu un attimo appena, e le dita dell'incantevole creatura le ghermirono il collo e le carezzarono i capelli. Un lampo di puro terrore passò negli occhi della ragazza, all'improvviso consapevole di quanto le sue mani, posate sul petto di Russell, fossero lontane dalla bacchetta. Strinse appena le dita, artigliando un poco il maglione del fratello, prima di obbligarsi a rilassarle. Sapeva che il battito del suo cuore, accelerato dalla paura, l'aveva già tradita: non c'era un solo modo in cui il coraggio che avrebbe potuto dimostrare in seguito potesse farle dimenticare quel singolo momento di terrore. Né la paura che ancora le pulsava in mezzo al petto, animandole la gola come quella di un uccellino in gabbia.
    Rya non le permetterà di farmi del male fu il primo pensiero che le attraversò la mente, rapido come un fulmine, subito incalzato dalla consapevolezza che nessuno - nessuno al mondo - avrebbe potuto essere più veloce delle dita che già le carezzavano la giugulare. Non Rya, disillusa da qualche parte intorno a loro, ne tanto meno i suoi distinti colleghi. Provò un moto di odio nei confronti di Cuddy e della sua ripicca, che adesso rischiava di trasformarsi in strage.
    Staccò la mano destra dal petto di Russell, muovendola lentamente verso il - la mano della vampira - il proprio viso. Quello che le serviva era del tempo. Tempo perché suo fratello la strappasse dalla stretta della creatura, tempo perché Allison potesse gettarle un incantesimo in viso, tempo perché Rya potesse intervenire e far pentire la vampira di averle messo le mani addosso. Tempo...e che la creatura non distogliesse gli occhi da lei. Si scostò i capelli dal collo, piegando appena la testa per metterlo un poco più in mostra, candido e invitante. Le dita le tremavano mentre abbassava il braccio lungo il fianco, più vicine alla bacchetta - S...se credi di poter sopravvivere...mordi pure... - cibo, pulsante sotto la pelle diafana di Anastasia, e un accenno ad un mistero. Sperava bastasse.
    Pochi secondi. Le servivano solo pochi secondi.
     
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    Fiendfyre.


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    * nelle parentesi quadre [...] ho racchiuso il post per Dandelion. So che è lungo quindi se volete andare al 'succo' della questione, saltate e andate verso verso la fine!
    PS: Nello spoiler che segue c'è un riassunto delle puntate precedenti!


    [Un sospiro profondo lo sopraggiunse fino a toccare il centro del suo corpo, proprio nello stesso istante in cui la Vampira scavò in profondità, tuffandosi in una miriade di sensazioni e trovandovi quella più brillante, la più pulsante, sebbene fosse stata nascosta sotto strati di filamenti di ricordi.
    Le rubò il fiato quando sfiorò il suo dolore, carezzandolo come solo una tenera amante sapeva fare, senza addentrarsi lasciva e scuoterlo più del dovuto.
    Ma Russell avvertì quel momento come se stesse confessando i suoi peccati, come se avesse la possibilità di liberarsi dal rimorso e dal peso che lo trascinava giù ogni giorno.
    Come se potesse diventare nuovamente Invincibile come un tempo.
    Lo piegò uccidendolo dolcemente, dopo aver trovato il suo centro pulsante che - stranamente - non si trattava di possedere l'amore e il cuore di una donna amata ma di tornare alto tra le terre della Scozia camminando fiero senza abbassare testa o bacchetta.
    Chi poteva dargli questo potere se non una regina dai capelli corvini?

    Non posso fare nulla per te...

    Chiuse gli occhi mentre nella mente Lei veniva a Lui in una camminata lenta, quasi inesistente per sopraggiungerlo e, infine, la testa fra le sue mani bianche che lo cullavano in una dilaniante ninna nanna, consolandolo.
    In quel sogno, le loro fronti si sfiorarono avvertendo il brivido della Morte soffiargli sul collo e promettendogli eterna Gloria.
    Una Gloria che, al momento, non poteva avere. O che magari non avrebbe mai avuto per il resto della sua vita.

    Non posso fare nulla per te e nessuno può..non stanotte.

    Russell piegò la testa cercando un contatto più intimo con il viso etereo, quasi ferito dalle sue parole, aprendo le labbra sull'orecchio nascosto dai capelli e pregandola di non allontanarsi, di rimanere accanto perchè solo la sua presenza poteva farlo tornare a respirare come un tempo, a pieni polmoni, senza la vergogna di una vita disseminata di sconfitte interiori e scelte plagiate.
    Essere padrone del suo destino.
    E accadde l'impensabile: accadde che Russell si ritrovò la bocca colma di tristezza, come se si fosse cibato del sospiro malinconico di Lei, avvertendone il sapore dolciastro e intero.
    Un contatto si andò aprendo fra i due che durò meno si un soffio d'aria. Non era stata solo la sua mente ad aprirsi.]

    La mano in quella di un'altra.
    Tutto finì, all'istante, come uno schiaffo in pieno viso.
    Il loro mondo fu risucchiato in un vortice senza pietà, senza avere la possibilità salutarla o prendere un suo bacio, mentre le dita leggere di Astrid lo riportarono a quella cruda e materiale realtà.
    Nell'occhio destro del Carter si poteva scorgere la timida patina si una lacrima, scacciata dal battito di una ciglia non appena Anastasia gli urlò qualcosa contro, premendo le piccole mani infreddolite sul petto. Prima un suono univoco della voce e poi, finalmente, riuscì a distinguere le parole mentre il viso d'angelo della Ravenclaw entrava nel suo sguardo.
    Era spaventata a morte ma lottava silenziosamente per riportarlo indietro.
    Non ebbe il tempo di fare nulla, nè di esclamare il suo nome.
    Come se avesse preso lui alla gola, la Vampira si smaterializzò - Dio quanto era veloce - alle spalle di sua sorella aggredendola con le dita lunghe e fermando il movimento accidentato della gola che inghiottiva aria di paura.
    Rimase senza fiato: fu investito dallo stesso lampo di paura della ragazza, scambiandosi il terrore in mezzo agli occhi.
    La presa delle dita di Ania divenne debole sul suo maglione, mentre lui rimaneva rigido e impietrito dall'immagine della prima persona al mondo che avrebbe dovuto proteggere a costo della sua vita.

    "E adesso?"

    Gli occhi del Carter, sfumati in un acciaio brillante, saettarono colmi di una furia sorda sulla Creatura, non trovandovi più quel sorriso comprensivo e amorevole ma appagante in tutto il suo divertimento.
    Quell'istante durò un eternità e, con esso, tutto ciò che ne derivò: la movenza debole e lenta di Ania che si rigirava nella a presa della Vampira mostrando un invitante collo; Russell che, rigido, scendeva con la sola mano destra ad afferrare la bacchetta; la presa di quell'Angelo Oscuro che diventava più salda nella gola della Ravenclaw pronta ad aprire la bocca..
    Uno scatto.
    La bacchetta di Russell schizzò via dal palmo opposto della mano sinistra in cui si era rifugiata, impugnandola con entrambe le mani ma provocando un solco sulla pelle con la punta nella mano sinistra, portandosi dietro uno schizzo di sangue causato da un Diffido non verbale: e fu caos.
    Creare scompiglio era ciò ch a Russell riusciva meglio - persino a suo discapito - ma, sapeva con certezza, che un simile odore, un simile richiamo, non poteva essere ignorato da una Vampira.
    Soprattutto il sangue del Cavaliere scelto dalla Regina.
    Stupirla e stordirla era tutto ciò che gli serviva per dare alla possibilità ad Ania di liberarsi, buttarsi su di lui in mezzo al petto e sparire con il fratello giù, verso il basso..
    ...lasciando entrare nel campo visivo della Creatura uno spicchio di sole nato dalla bacchetta di Allison Steven, dopo l'evocazione di un Lumos Solem.

    E adesso?
    C'è del sangue libero che scorre e troppe creature in una sola notte...la Regina vorrà condividere il sangue del suo prescelto?
    O combatterà per tenerselo per sè?



    Interagito con:
    -Dandy
    -Ania

    Citato:
    -Astrid
    -Allison
    -In generale tutte le creature


    Non sono pazzo, sono solo di Grifondoro.

    Faccio un piccolo riassunto per quelli che verrano dopo:

    Russell è stato catturato dal richiamo seducente della Vampira Dandelion, Astrid ha interrotto il contatto prendendogli la mano e Ania ha completato l''opera mettendosi in mezzo. Quest'ultima azione ha dato modo alla Vampira di afferrarla per la gola, di spalle, e catturarla.
    Russell, ormai risvegliato dal sogno, ha fatto la cosa più irresponsabile che potesse fare: ha preso la bacchetta (aiutato dal depistaggio di Ania mostrando il collo e invogliando la Vampira a morderla) e si è inflitto un Diffido sul palmo della mano opposta.
    Dopodichè ho sviluppato il post in via del tutto ipotetica per lasciare spazio al libero arbitrio di tutti: ho ipotizzato che Dandy lascia la presa perché attirata dal sangue di Russ, e Ania è riuscita a scappare buttandosi sul fratello.
    Nel mentre di questa azione, c'è Allison che da dietro ha evocato un Lumos Solem che dovrebbe stordirla per non so quanti secondi.

    Ho dato anche un altro scenario nel caso la questione vada in porto: c'è l'odore del sangue di Russell nell'aria e questo significa (ho pensato, puntualizzo) che possa essere un'ottima 'esca'...per tutti. Significa che tutti voglio quel sangue e, di conseguenza, essendo creature molto individualiste, avranno voglia di tenerselo per sè e di non condividerlo. Ovviamente a libera interpretazione ragazzi...


    Edited by Russell. - 23/10/2014, 23:19
     
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  5. _Blair
     
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    La tensione si respirava nell'aria insieme all'umido odore della foresta.
    Era tangibile, palpabile, e costituiva un particolare nettare stimolante per le narici ferine di Blair.
    La situazione per lei era ancora sotto controllo, si stava solo divertendo, stava giocando, sfruttava la poca razionalità che aveva a disposizione in quelle sembianze per non soffermarsi troppo sui sensi di colpa.
    L'indomani avrebbe avuto tutto il tempo per sentirsi una persona orribile per ciò che stava facendo, adesso era solo la lupa cattiva, poteva permettersi addirittura una buona dose di sadismo.
    La reazione immediata della bionda che aveva puntato fu logica e prevedibile, non appena Blair atterrò di nuovo sulle quattro zampe le rivolse un'occhiata a metà tra l'approvazione e lo scherno.
    Era quello il loro unico compito per la serata: saggiare la paura, farla propria e renderla un'arma a proprio vantaggio.
    Tornò con gli altri due lupi a scrutare il gruppetto, riprese a passeggiare in circolo con i denti digrignati e un ringhio sordo a vibrare tra le zanne. Le scapole sporgevano ritmicamente sulla schiena scandendo i passi felpati e pesanti delle grosse zampe, mentre gli occhi d'ambra dalle pupille sottili saettavano qua e là in cerca d'interesse.
    Il raggio accecante che fendette l'aria all'improvviso la fece guaire di fastidio. Strinse gli occhi, si strofinò rapidamente il muso con una zampa e si voltò in direzione opposta all'incantesimo evocato, sforzandosi di ignorare i bagliori luminosi rimasti ad appannarle la vista ancora per qualche secondo.
    Passò oltre. Non poteva fermarsi. Bastava non guardare. Oh, un'altra bionda.
    Stavolta l'attacco fu meno provocatorio e molto più pratico. La luce accecante l'aveva innervosita, ne avrebbe approfittato per sfogare un po' d'astio. E poi non voleva rischiare che i fanciulli si adagiassero troppo sugli allori, né tanto meno che i vampiri rubassero la scena ai lupi.
    Si fermò quindi in prossimità della ragazza appena identificata come prossimo bersaglio, e senza neanche un ringhio di preavviso le balzò addosso con l'intenzione di atterrarla.
    Le zampe anteriori sollevate mirarono al petto, considerata l'esile corporatura della vittima non ci sarebbe neanche stato bisogno di troppa forza per sbilanciarla.
    Nel dubbio, comunque, giusto per imprimere un po' più di enfasi all'assalto, Blair slanciò ogni muscolo del corpo verso la figura umana, si gettò su di essa con tutta la foga possibile, quindi riprese a ringhiare con veemenza e drammaticità. Lo fece a pochissimi centimetri dalla sua faccia, lasciandole libero accesso panoramico ad ogni muscolo teso e contratto che le irrigidiva il muso.
    Non l'avrebbe morsa, ma lei non lo sapeva, le sarebbe bastato così poco... uno scatto e le zanne sarebbero affondate nella carne morbida e profumata del suo collo. Era quasi allettante.

    Innervosita per il Lumos Solem. Voltata in cerca di un bersaglio per evitare di focalizzarmi troppo sul fastidio per l'incantesimo e attaccato Tallulah balzandole addosso con l'intenzione di atterrarla. :3
     
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    Non eravamo gli unici ospiti di quella che si sarebbe rivelata con ogni probabilità una delle lezioni più assurde a cui avessi assistito e/o partecipato. Ne sapevo ben poco sul mondo dei maghi, sicuramente di più su quello delle creature, dato che vi appartenevo, ma se le lezioni tenute ad Hogwarts o in qualsiasi altra scuola di magia erano sempre di quel genere, beh, ero felice di non essere nato mago. Per degli studenti essere buttati in mezzo a tre lican e due vampiri non doveva essere di certo il massimo. Ma non per questo avrei smesso di interpretare la mia parte.
    Unico problema: non riponevo molta fiducia nei vampiri. Erano creature imprevedibili, a parer mio, e il loro ingresso in quella lezione non mi piacque proprio per questo motivo. Il mito che vampiri e lican fossero nemici giurati da sempre aveva un fondo di verità, dato che la loro puzza era nauseante, ma non per questo ero spinto a farli fuori uno dopo l'altro. Se dovevamo convivere per quella sera, l'avremmo fatto, seppur storcendo il naso.
    Il primo che arrivò decise bene di ringhiarmi contro. "Iniziamo alla grande questa convivenza forzata" mi ritrovai a pensare, ringhiandogli contro in tutta risposta, per poi tornare ad ignorarlo per concentrarmi totalmente su quello che era l'obbiettivo della nostra presenza a Spooky Village: gli studenti.
    Mi avvicinai ad una studentessa dai lineamenti asiatici che notai subito essere incinta. Quella sì che era pura follia. Andare a lezioni simili -perchè in fondo il posto in cui si era recata lo conosceva bene- con un bambino in grembo? Forse avevano ragione i professori. Questi ragazzi erano dei veri incoscienti.
    Mi avvicinai lentamente e con fare minaccioso verso di lei, diminuendo sempre più la distanza che ci divideva. Magari la volta seguente ci avrebbe riflettuto su dieci volte prima di prendere parte a lezioni in posti come quello.
    Ero ormai a pochi centimetri dal suo viso quando arrivò alle mie narici un forte odore di sangue. Qualcuno si era ferito e non era certo un buon segno. Mi voltai di scatto verso la direzione dalla quale proveniva la scia e vidi due ragazzi a terra e la vampira di fronte a loro. Il bagliore che seguì mi costrinse a voltarmi nella direzione opposta per qualche istante ma, non appena svanì, lasciai subito la studentessa incinta per scattare nella direzione dei due ragazzi, frapponendomi tra loro e la vampira. Un forte ringhio di avvertimento per la succhiasangue per suggerirle di andare altrove e lasciare loro a me. Ho già detto che non mi fido dei vampiri? Beh, una mano ferita sotto il naso di uno di loro non mi piaceva affatto. E il mio comportamento sarebbe stato letto sicuramente come un richiamo del sangue ed una contesa della presa. In realtà preferivo occuparmene io, piuttosto che lasciarli nelle sue mani. Così balzai su di loro, senza pensarci su ulteriormente.

    Interagito con:
    -Klaus
    -Layla
    -Dandelion
    -Russell
    -Ania
     
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    Non si voltò verso la vampira quando sentì il tocco sulla propria spalla. Continuava piuttosto a far saettare gli occhi rossi da l'uno all'altro componente del gruppo, valutando e scegliendo tra quelli la sua preda, mentre per il momento si limitava a tentare di terrorizzare semplicemente tutti.
    Tutto sarebbe stato fatto a scopo didattico, certo, ma nessuno gli avrebbe impedito di divertirsi un po', ed era quello che cercava tra i presenti: qualcuno che lo potesse divertire e che, ovviamente, potesse sostenere il suo ritmo.
    Quel ragazzo che era già stato scelto dalla vampira, sarebbe stato un ottimo passatempo, ma avrebbe dovuto cercare oltre.
    La risposta alle sue elucubrazioni, arrivò poco dopo, quando una ragazza con forte spirito di iniziativa, evocò un Lumos Solem, che infastidì parecchio i presenti non umani, ed in particolare infastidì Klaus.
    A quel punto, eccitato per l'odore del sangue del ragazzo e più che convinto oramai a fare la sua parte, ignorò lupi e vampiri e si focalizzò quindi, con gli occhi che ancora gli bruciavano, verso la figura ora sfocata della ragazzina. Le fu accanto in un nanosecondo, e con la stessa velocità con cui l'aveva raggiunta, afferrò la sua mano, quella che reggeva la bacchetta, stringendo la presa sul polso di lei affinché mollasse l'arma. Avrebbe potuto spezzarglielo con un gesto secco, ma non sarebbe stato divertente se lei non avesse avuto la possibilità di ribellarsi. Così, si limitò a stringerla, mentre coi canini appuntiti faceva per avvicinarsi al suo collo.
    Ossì, era fatto sempre tutto a scopo didattico, ma l'odore del sangue che riempiva l'aria, aveva solo portato Klaus a voler dimostrare una nuova morale. Era un modo come un altro per mostrare a ragazzini, e sì anche ai professori, che non era poi così saggio usare creature della notte per dare una lezione, convinti che questi potessero eseguire gli ordini mettendo da parte la propria pericolosa natura.


    Mi sono avvicinato ad Allison, e dopo averle afferrato il polso per tentare di disarmarla della bacchetta, tento di avvicinarmi al suo collo.


     
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  8. AllySteven
     
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    Si era illusa che quell'attimo di gelida stasi durasse in eterno. Nella notte quasi immobile di Spooky Village, allievi di Hogwarts e creature del buio erano fermi come il soggetto di un vecchio dipinto, bloccati in una spessa coltre di reciproca ostilità, intenti a studiarsi l'un l'altro con attenzione famelica come lo sarebbero stati un cacciatore e la sua preda, nel tentativo di cogliere una singola smagliatura nella difesa dell'altro, un punto da cui partire per attaccare ed essere letali.
    Ad Allison era chiaro quale ruolo ricoprissero lei e i suoi compagni in quel frangente (un ruolo che aveva poco di lusinghiero e dal quale si sarebbe volentieri tirata fuori se solo ne avesse avuto la possibilità), eppure anche lei era rimasta imbrigliata in quella rete di movimenti affettati e studio silenzioso.
    I ragazzi sembravano terrorizzati all'idea di infrangere l'equilibrio con una parola di troppo o un gesto avventato, come se una volta spezzata l'atmosfera tutti i predatori che li circondavano potessero balzare loro addosso e farli a brandelli (una paura non troppo lontana dalla realtà, in fondo), ma la piccola Anastasia Carter si divincolò da quell'immobilità forse nell'idea che la mano di Astrid Lestrange non fosse abbastanza per riportare suo fratello sulla terraferma.
    Nessuno tocca un Carter.
    Non poté sorprendersi, la Steven, eppure qualcosa di oscuro si agitò nel suo petto nel vedere l'amica di sempre porgere le spalle al pericolo, troppo fiduciosa che loro bastassero a tenerla al sicuro.
    Ci pensò la vampira che aveva preso di mira il primogenito a dimostrarle quanto avesse torto, ghermendola alle spalle per la gola e mandando per aria ogni tentativo di autocontrollo da parte della strega di Godric. Allison sollevò la destra armata all'istante, il sangue ghiacciato nelle vene alla reazione apparentemente serafica della bionda che non solo aveva indugiato tra le braccia della creatura affamata, ma quasi l'aveva invitata a saggiare il sapore della sua giugulare (Che diavolo credi di fare, Carter?).
    - Lumos solem!-
    Agì d'istinto spinta da una paura primordiale, senza rendersi conto di quanto il suo gesto fosse stato prevedibile (o forse lo era solo per qualcuno che era stato capace, nel tempo, di leggerla dentro), al punto che Russell approfittò di quell'istante per recidersi la pelle e trascinare Ania giù con sé, lontano dalle labbra della creatura.
    L'odore e la vista del sangue fu come un'ondata d'adrenalina, si diffuse in un fremito di desiderio tra i cacciatori, mentre in Allison instillò l'istinto sottile di strangolarlo: se fossero arrivati all'alba del giorno dopo con tutti i pezzi al proprio posto avrebbe fatto in modo che i due Carter scoprissero una parte di lei che erano stati abbastanza fortunati da evitare fino a quel momento.
    Ma non ebbe modo di perdersi nei suoi propositi di vendetta, distratta dal ringhio di un lupo deciso a rimarcare il territorio, e non riuscì neppure a intervenire per impedire al quattrozampe di avventarsi sui due fratelli, perché una presa ferrea sul suo polso le strappò un gemito di dolore.
    Allison incontrò i suoi occhi di metallo con un brivido, le iridi dilatate dalla sorpresa. Provò a sciogliersi dalla morsa serrata come un bambino dalla mano di un genitore apprensivo, ma le dita della sinistra trovarono una mano di marmo a stringerle la carne, e quando il bastardo si avvicinò per "baciarle" il collo con i denti aguzzi si lasciò scivolare verso il basso provando a strattonare con il peso del corpo, quasi appendendosi alla stretta del vampiro, forse nella speranza che questo bastasse almeno a rallentarlo (o a defilare la gola dai suoi canini).
    Non poteva puntargli la bacchetta addosso, in quella situazione, col braccio immobilizzato e la destra che ancora la brandiva in tutt'altra direzione, e non era neppure sicura che l'incantesimo funzionasse, eppure ci provò comunque preda dell'istinto di sopravvivenza che non vedeva altre vie d'uscita se non quella di piangere e supplicare.
    - Fras-tuo-num...- Provò a pronunciare, stringendo i denti per il dolore. - Frastuo-num.- Non un incanto diretto personalmente al nemico, ma qualcosa che potesse spandersi nell'aria e coinvolgerli tutti nell'effetto soffocante.
    In fondo i vampiri e i figli della Luna avevano i sensi particolarmente sviluppati. Come avrebbero reagito ad un suono di quella portata, abbastanza improvviso da stordire persino gli umani? Sempre ammesso che avesse funzionato.

    Citati Ania, Russ, As, Dande, il lupo e Klaus.

    Ho cercato di ribellarmi fisicamente, mi sono quasi appesa al vampiro pur di levargli il collo dalla faccia e ho provato a castare un frastuonum muovendo a malapena il polso (diretto all'aere in generale :P), pensando che potesse dare parecchio fastidio ai nostri genitli ospiti dall'udito ipersviluppato (ammesso naturalmente che l'incantesimo funzioni e parta sul serio).



    Edited by AllySteven - 25/10/2014, 18:50
     
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    Coi piedi fortemente incollati al terreno, Klaus non si mosse di un centimetro quando la ragazzina prese a divincolarsi e a muoversi tra le sue braccia, nel tentativo di sottrarsi alla presa ferrea del vampiro.
    Ovviamente, per nessuna ragione al mondo l'avrebbe lasciata andare, e non solo per la questione puramente didattica del dimostrarle che non era invincibile, che oramai il vampiro antico non aveva quasi più interesse a seguire, quanto per il puro e solo desiderio di divertirsi e di soddisfare, ancora una volta, i propri capricci, così come aveva sempre fatto nei suoi milleseicento anni circa di esistenza.
    Le portò una mano al collo per fermare i suoi movimenti inconsulti, e finalmente riuscire a squarciare la pelle giovane della ragazza, ma proprio quando i suoi denti affilati sfiorarono la pelle, purtroppo ancora indenne della studentessa, un rumore assordante lo destabilizzò.
    Lasciò la presa sul collo, ma non sul polso, e per un attimo si ritrovò a chinare il capo e a chiudere gli occhi, infastidito dall'incantesimo.
    Poco dopo, tirò fuori dalle labbra un ringhio profondo e spaventoso, nel tentativo di sovrastare con la sua voce quel frastuono che lo aveva innervosito e che probabilmente avrebbe innervosito i compari non umani lì presenti.
    Quando il rumore cessò, agì.
    La presa sul polso della ragazzina si strinse più forte nell'unico desiderio di procurarle dolore e spezzarglielo, così che potesse essere fuori gioco ed essere punita per l'azione appena commessa.
    Nel frattempo i suoi denti, bianchi alla luce della luna, taglienti come lame, si scagliarono su di lei, nel tentativo di morderla.

    Sta stritolando il polso di Allison, e si è scagliato contro di lei nel tentativo di morderla (quindi non ho specificato se ci è o meno riuscito)


     
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    I ragazzi non erano pronti.
    Come previsto solo tanta voglia di ribellarsi, ma ancora non erano in grado di unire conoscenza e scaltrezza.
    Erano creature, molto più forti indubbiamente, ma ognuno di loro aveva i propri punti deboli.
    Peccato che non ce ne sarebbero stati poi molti se qualcuno di loro ci avesse lasciato le penne.
    E il tipo che aveva fissato la sua attenzione su Allison sembrava non avere limiti.
    Cosa diavolo aveva fatto Cuddy? Non aveva imposto delle condizioni?
    Chi diavolo aveva portato a quella lezione.
    Che ovviamente era giunta al termine, per quel che mi riguardava.
    Ero riuscita a parare le orecchie solo di Layla, Anastasia e Allison.
    PRevedevo avrebbe reagito così la piccola grifondoro.
    Le avevo insegnato io quel trucco, ma le avevo sempre detto di accompagnarlo con il muffliato.
    Ci misi un attimo a decidere come agire.
    Un ventus ben assestato per distrarre tutti i presenti e magari consentire ai ragazzi di ricomporsi e scappare, poi mi piazzai di fronte al vampiro che aveva aperto le sue orrende fauci alla volta di Allison.
    -Tu mordila e la pace tra le nostre razze non sarà che un flebile miraggio-
    Probabilmente non ero nella condizione di minacciarlo ma il mio scopo era quello di distrarlo dall'intento di spezzare le ossa ad Ally e cibarsi anche di lei.
    -Incivile e menzognero, indegno del cognome che porti, tuo fratello non sarà fiero di quanto infimo tu ti stia dimostrando.-
    E sapevamo entrambi che l'adorato fratello stava facendo di tutto per ingraziarsi gli umani, insegnava anche a scuola, chissà come avrebbe preso la notizia.
    Notizia che mi ero premurata di fargli arrivare con il mio patronus "Vieniti a riprendere tuo fratello, sta per uccidere un'intera classe." Taiga lo avrebbe guidato volentieri.
    -Ci sono io, prenditela con me -

    Il ventus colpisce tutti, è molto forte e dovrebbe quanto meno distrarvi visto che non è atteso.
    Cerco di distrarre Klaus, insultandolo, prenditela con i grandi feccia u.u
     
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    Ancora una volta, venne interrotto, non riuscendo così a mordere la carne della ragazzina che ancora stringeva a sé. Ne fu infastidito.
    Strinse la presa sul corpo della studentessa, quando l'inaspettato incantesimo colpì tutti i presenti, ma non sortì particolari effetti su di lui.
    Di una cosa era sicuro in quel momento, per nessuna ragione al mondo avrebbe lasciato andare la presa sulla ragazzina.
    Era il suo trofeo, e come tale, se lo sarebbe tenuto stretto, almeno fino a quando non avrebbe trovato qualcos'altro di particolarmente interessante da stringere, e magari, finalmente mordere.
    Quando la donna gli fu dinanzi e lo minacciò, Klaus, con gli occhi rossi e il volto ancora terribilmente deformato, allargò le sue labbra in un sorriso diabolico, scoprendo i denti bianchissimi ed appuntiti.
    Quella minaccia quasi lo fece ridere.
    Sul serio teneva così tanto alla salvezza di quella ragazzina?! Non era un po' tardi farselo venire in mente in quel momento? Ed inoltre, riteneva che fosse una reazione eccessiva quella della donna.
    Il Mikaelson stava solo facendo ciò che per cui era stato chiamato ossia dare una lezione, e la stava dando nell'unico modo che conosceva: provocando dolore.
    “Sono terrorizzato.” rispose sarcastico. La voce era bassa e mostruosa, frutto della trasformazione ancora in atto.
    Non arretrò di un solo passo fronteggiando la Rei e tenendo ancora la mano stretta sul polso della grifondoro. “Professore, io non credo possa bastare come lezione, è d'accordo?” Disse, sporgendo il capo e rivolgendosi al professor Cuddy, il professore che lo aveva invitato a partecipare a quella lezione esemplare.
    Era con la paura che si imprimevano bene in mente certe lezioni, e la classe avrebbe dovuto essere riconoscente a quel professore, per quella lezione di vita.
    Il sorriso sul volto gli scomparve quando sentì la Rei tirare in ballo suo fratello Elijah. Quasi istintivamente la presa si fece più stretta sul polso della ragazzina, mentre dalle labbra veniva fuori un ringhio involontario. Poi la mano si aprì di scatto sul polso della studentessa, lasciandola libera, alle ultime parole della donna. “Come desidera.” Parlò, prima di comparire con uno scatto dinanzi la donna poggiando le mani sulle sue braccia, e scagliandosi con le fauci spalancate sulla sua spalla, nel vano desiderio di non essere interrotto ancora una volta.

     
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    Diario di Elijah Mikealson, Ottobre 2014, Hogwarts/Spooky Village

    Quando hai un fratello come Klaus -e lo hai per centinaia e centinaia di anni- ti aspetti di tutto. Anche di ricevere un Patronus da un Auror con un messaggio che recita così: "Vieniti a riprendere tuo fratello, sta per uccidere un'intera classe." Fosse la prima volta... E per fortuna che fa l'avvocato e la legge la conosce bene.
    Niente di sorprendente dunque, sarei tentato persino di ignorarlo se non provenisse da una delle professoresse della scuola e se non facesse nascere in me una domanda che mi sta particolarmente a cuore: Quale classe? Parliamo dei miei studenti?
    Che ci siano tra di loro degli elementi che farei fuori io stesso è indubbio, ma chi la sente poi la Simpson con la sua minaccia di licenziamento sempre pronta sulla scrivania? Dice che sono pigro, che ritardo le lezioni, che sono indietro col programma. Cose su cui non posso contraddirla ma che denotano chiaramente il fatto che non mi veda particolarmente di buon occhio. Quindi immagino come sarebbe bello per lei potermi accusare anche di aver permesso a mio fratello, un Antico come me, di decimare i suoi amati studenti. Quello che sembra non capire è che ci tengo anche io in fondo, insegnare mi piace seppure non rientri nelle mie priorità. E' più in diletto.

    Fortunatamente per tutti non avevo altri impegni questa sera e sono rimasto al castello. Quando il messaggio mi raggiunge sono in biblioteca a spulciare volumi nel Reparto Proibito in cerca di qualcosa che io non abbia mai letto prima, se ancora esiste. Un'impresa ardua ma ottima per tenermi occupato prima della mia solita sortita notturna in cerca della "cena".
    Questo vuol dire che ci metto una manciata di minuti -la comodità di potersi muovere a una velocità quasi pari a quella della luce- due o tre non di più, dal momento in cui il Patronus declama il suo messaggio a quello in cui giungo al Villaggio dove a quanto pare si sta svolgendo una gita educativa della quale non sono stato informato.
    Osservo per qualche momento la combriccola indispettito per quella mancanza, dopotutto sono un collega insegnate e parente di uno degli invitati. Che Klaus sia considerato più importante di me? Assurdo, ma trattandosi di Hogwarts tutto è possibile, mancano di rispetto delle gerarchie in questa istituzione.
    Mi sistemo il collo della giacca, appena sgualcito dalla veloce corsa, mentre mi avvicino al professor Cuddy, docente di Difesa. Tutti penserebbero magari che debba correre, affrettarmi, preoccuparmi, ma da una prima occhiata non ne vedo il motivo, quasi tutto è sotto controllo, eccetto chi so già non lo sarà mai.

    "Buonasera professore." Saluto con un'inflessione neutra nella voce mentre velocemente mi rendo conto della situazione di cui è perfettamente padrone da solo. "Sia gentile, faccia allontanare tutti, il più velocemente possibile. Di mio fratello mi occupo io." Non che ci sia bisogno di dirglielo ma meglio chiarire a tutti che non sono lì per dare man forte ai miei simili, non in questa occasione almeno.

    Mi sposto appena quindi, rimanendo sempre accanto al professore mentre si organizza per fargli da spalla in caso di necessità, e osservo Klaus che incombe sulla professoressa di Duelli che, per sua fortuna o meglio furbizia, era riuscita ad avvisarmi prima di finire in quella situazione spinosa. O "zannosa2, se vogliamo fare dello spirito su quelli della mia razza, cosa che ammetto non mi riesce benissimo ma ogni tanto ci provo. Klaus dice che rido troppo poco.

    "La prossima volta le consiglio Disneyland professor Cuddy, è molto più adatta a ragazzini come questi. Ma probabilmente oggi con lei hanno davvero imparato qualcosa di utile." Stare lontano dai vampiri il più possibile, mi riferisco a questo. Mio fratello è di certo una testa calda sono il primo a riconoscerlo ma so anche che non attaccherebbe se non istigato a farlo in una situazione di questo genere e che conosce i propri limiti alla perfezione seppur ami valicarli spesso, per divertimento o noia o per dimostrare la sua forze. Tutte cose del tutto giustificate in un vampiro.

    "Buonasera miss...Spiacente non credo di aver mai avuto il piacere." Non conosco l'altra vampira presente ma l'educazione mi impone di salutarla, per i convenevoli ci sarà tempo dopo. Gli studenti mi sembrano tutti illesi a parte una ragazzina forse, la Steven se non ricordo male, ma adesso non ho tempo per loro, se ne occuperà il professore.

    Un altro spostamento a velocità sovrumana e sono dietro la professoressa Rei che viene dunque a trovarsi tra me e il mio fratellino come un sandwich succulento. Immagino non fossero quelli i suoi progetti per la serata ma la vita è piena di sorprese. Come la mia nel trovare Klaus trasformato, con le zanne in bella vista. Uno spettacolo educativo come dicevo ma solitamente è anche l'ultimo che un essere umano riesce a presenziare prima di passare a miglior vita ed io preferirei evitare che ciò avvenga.

    "Da bravo, fratellino, molla la presa." Il mio sguardo è fisso nel suo. Le sue zanne sono conficcate nel collo della strega che bloccata dal suo potere ipnotico può far ben poco per sottrarsi al suo fatale destino. Muoversi o divincolarsi le procurerebbe solo maggior dolore, facendo affondare di più i canini di Klaus.
    A quel punto c'è davvero poco che io possa fare. Un vampiro in questa fase, con il sapore del sangue già nella bocca, non risponde a nessun ordine, segue solo l'istinto, la fame, la necessità di dissetarsi. Potrei attaccarlo, morderlo a mia volta, lottare con lui. Siamo entrambi vampiri antichi però, quindi le mie possibilità sarebbero 50 e 50, il suo maggior allenamento nella caccia e la mia maggior esperienza si equivalgono. E' un rischio comunque troppo alto per poterlo solo prendere in considerazione, quindi battermi con Klaus è escluso.
    Resta quindi solo una mossa estrema, convincerlo a lasciarmi la sua preda per il semplice fatto che sono il suo maggiore e far pesare il mio diritto prioritario di caccia come in ogni branco, perchè la famiglia lo è, anche se Klaus non ama riconoscerlo quanto me.
    Pericolosa anche questa soluzione, non tanto per me quanto per la Rei che si troverebbe morsa da due vampiri contemporaneamente, entrambi decisi e non lasciarla andare. Un rischio molto più ragionevole in ogni caso, la sua mente può sempre essere obliata e non ricorderebbe nulla di questa spiacevole situazione. Volendo essere ottimisti e contare sul fatto che resti in vita.
    Tutto questo ragionamento si svolge nella mia mente in pochi attimi il tempo di afferrare a mia volta le braccia della donna poco sopra la presa di Klaus e conficcare le mie zanne nella sua pelle olivastra dal vago sapore di speziato qualche centimetro più in là dell'altro contendente. Il tutto senza mai staccare il contatto visivo con Klaus, parlando con lui attraverso il pensiero: "Lasciala andare, la reclamo come mia preda. Lasciala! Subito!"

    Ora, a questo punto un vampiro sottomesso si sarebbe già allontanato. Ma stiamo parlando del mio fratellino testardo. Se non fosse che io sappia essere più testardo di lui non sarebbe interessante osservare quel che accadrà adesso.
    Solo una cosa nel mio piano di emergenza non avevo calcolato: il potere del sapore dolce del sangue della strega che, seppur io abbia a malapena inciso la sua pelle senza affondare le zanne e senza succhiarlo, a causa di una semplice stilla sfuggita da quel lieve graffio arriva sulla mia lingua diffondendo il desiderio in tutto il mio corpo in maniera istantanea.
    Già, non avevo considerato che stasera non avevo avuto ancora il tempo di cenare, un piccolo errore da parte mia. E per quanto autocontrollo io possa avere devo solo sperare che Klaus rinunci alla Rei e ci lasci andare entrambi.

    "Andiamo fratellino. Lasciala e ti prometto una notte di caccia insieme, come quando eravamo giovani. Quella che hai sempre voluto nelle ultime centinaia d'anni. L'idea non ti alletta?" Tento di trasmettergli i miei pensieri e allo stesso tempo dimostrare la mia forza ma il sangue, quel sapore, risveglia troppi istinti in me. E lo ammetto, adesso sono io ad anelare a quella battuta di caccia, con tutto il mio essere. E Klaus per certo lo sa quanto me.


     
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  13. Micael!
     
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    Stupidi, irresponsabili e incapaci... ma la cosa che più mi irritava, era la fastidiosa sensazione di rientrare nella stessa categoria degli studenti che tanto duramente avevo criticato.
    La situazione sembrò mutare nel giro di pochi secondi... un battito di ciglia bastò a far precipitare nel terrore quella lezione che tanto mi era sembrata geniale.
    Era uno spettacolo terribile ed allo stesso bellissimo, perché i vampiri, predatori per natura, non possono fare a meno di far sembrare la morte nient'altro che una lenta danza fatta di sangue e di muta sofferenza. Il problema era il fatto che a partecipare a quella danza fosse Allison Steven, una delle mie alunne.
    Sentii come qualcosa muoversi dentro il mio stomaco alla vista dei denti affilati che lentamente calavano verso il giovane collo alabastrino, sapevo che quella scena era sbagliata, era una certezza che prescindeva dalla ragione, qualcosa di primordiale dettato dal senso di protezione per quei ragazzi tanto giovani che avevo promesso di preparare al mondo esterno ma che avevo buttato forse prima del tempo tra le braccia dei predatori più pericolosi della terra.
    Rimasi per solo qualche attimo paralizzato, qualche attimo che sembrò però bastare alla collega dai tratti indianegianti per raggiungere il vampiro e diventare la portata principale della sua cena.
    Era, una tale velocità nel buttarsi nel pericolo da ammirare o da compatire? Solo chi è incapace di riflettere sui rischi può prendere decisioni tanto in fretta.
    Avanzai di qualche passo scandito da quella cadenza veloce che precede la corsa, e non mi fermai se non per rivolgere un segno di assenso al vampiro che era arrivato come dal nulla per metter rimedio a quel disastro. Nel giro di pochi secondi mi ritrovai circondato dall'intera classe.
    C'è una passaporta tra quegli alberi, sbrigatevi.
    Indicai con la mano lo spazio angusto tra due alti pini e sperai che ognuno di quei ragazzi, per una sola volta nella vita, decidesse di eseguire gli ordini senza aver nulla da ridire. Ogni secondo di titubanza era un lasso di tempo infinito da passare lontano dalla Rei, lasciata in balia di due tra i più potenti vampiri al mondo.
    Le dita si andarono subito a chiudere sul braccio della Steven, i miei occhi si inchiodarono sul suo viso bianco.
    Steven, prova a fare qualcosa di azzardato e ti trascinerò via di qui per i capelli, è una promessa.
    Spinsi poi la giovane figlia di Godric nella direzione giusta prima di voltare lo sguardo sulla scena che si svolgeva a pochi metri da me.
    La bacchetta bruciava nel pugno chiuso, quasi desiderasse essere alzata per poter mirare contro il pericolo... ma era chiaro che un mio intervento non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione.
    Sperai che nessuno degli alunni potesse vedere come, con gli occhi carichi di frustrazione, rimanevo inerme ad aspettare qualcosa di terribile.
     
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  14. »Gift.
     
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    Posso porre fine ai tuoi tormenti, mio principe.
    Seguimi.
    Cercami.
    Solo un altro passo verso di me.
    Non voglio farti del male, Russell.
    Voglio solo renderti
    felice.


    Il gesto di Russell Carter la ferì profondamente, molto più del momentaneo Lumos Solem della rossa. Un ringhio basso e frustrato le ferì la gola, la voce deformata dalla rabbia verso il lican che aveva osato mettersi in mezzo. ”Spostati, feccia”, un acuto fastidioso per orecchie non umane.
    Erano troppo distanti, adesso, l’oro dei capelli di Anastasia e l’argento degli occhi del fratello, e tutto quel turbinio di urla, di ringhi, di sangue.
    Il suo sangue sparso ovunque e non riuscì a non odiarlo.
    I rapporti che intercorrevano fra quegli alunni erano così intricati da farle male, e allo stesso tempo le sarebbe bastato allungare la mano su Anastasia, a terra, e trascinarla via con sé.

    Gridò.
    Gridò così tanto da non udirsi, urlo senza alcun risultato contro i due fratelli che aveva di fronte, rabbia e dolore negli occhi chiari. Li stava odiando tutti.
    Voleva ucciderli tutti. Compresa la dannata rossa e il suo frastonum.
    Gli umani e la loro dannatissima mania di sentirsi eroi. Di provarle tutte, perché si sentiva spesso mortali.
    Li invidiava e li odiava e avrebbe assaggiato la loro carne e il loro sangue se creature più antiche di lei non avessero deciso di banchettare e destabilizzare un equilibrio che in realtà non era mai esistito.
    “Piacere mio”, voce monotona di soprano mentre si rialza e una ciocca scura viene scostata.
    Continua a fissarli, un sussurro continuo.
    Restate con me. Restate con me.
    E’ una mano tesa e confortante.
    Le bastava solo una stretta, e avrebbero potuto andare ovunque.

    La pericolosità di una Creatura senza tempo non sta solo nei suoi canini. Dubitava, con una certa amarezza, che quei ragazzi lo avrebbero mai capito.

    Troppe cose tutte insieme, scusate se sono stata un po’ sul vago.
    Interagito soprattutto con Russell e Anastasia, e risposto a Ethan e Elijah.
     
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    La situazione stava sfuggendo di mano ai professori. Avevano sbagliato. Dannazione se avevano sbagliato. Non avrebbero mai dovuto dare la possibilità a quei vampiri di prender parte alla lezione. Li conoscevano? O erano andati a fiducia? Da come si stava evolvendo la situazione avrei puntato più sulla seconda.
    Un rumore assordante mi fece indietreggiare di qualche passo, lamentandomi per il forte dolore improvviso. Era stata la studentessa nelle mani del vampiro assetato di sangue a lanciare l'incantesimo. Ero riuscito chiaramente a distinguere quella che sembrava essere la formula di un incantesimo e sperimentai sulla mia pelle la sua efficacia. Avere i sensi troppo sviluppati non sempre era un pregio.
    Nel tirarmi indietro lasciai automaticamente andare i due ragazzi che tenevo fermi sotto di me, ma non mi preoccupai di continuare quella farsa. Subito arrivò il professore che, rivolto agli alunni, ordinò loro di sbrigarsi, di fuggire. E allo stesso tempo, voltandomi, mi accorsi che il vampiro che fino a poco prima teneva stretta la giovane studentessa, ora era addosso ad una professoressa, con le fauci quasi infilate nel suo collo. Quello che doveva essere un "gioco", una lezione da dare agli studenti, si stava trasformando in una lezione per i professori: mai fidarsi troppo delle creature, mai mettere la vita di un gruppo di studenti in mano ad esseri perennemente assetati di sangue. E, nonostante il buon autocontrollo che ero riuscito a sviluppare nel corso degli anni, mi includevo anche io in quella categoria. Mai fidarsi ciecamente di creature nate per uccidere.
    Ma non era finita lì. Quel vampiro non era l'unico che ritrovai addosso alla donna. In realtà erano in due. Stavano stabilendo forse chi avesse il diritto di cenare prima? O stavano per banchettare insieme? Non mi diedi il tempo di rifletterci su. Come già detto, nessuno può garantire che una creatura riesca a tenere alto il proprio livello di autocontrollo, e in quel momento ne fui la prova. Fui accecato dalla rabbia e mi scagliai contro il primo vampiro, il biondo che all'arrivo si era limitato a ringhiarmi contro e che ora aveva deciso di cambiare le carte in tavola. Gli fui improvvisamente addosso, ringhiando a fauci scoperte, spingendolo via, con l'intento di allontanarlo il più possibile dal collo della donna.
    Era evidente che non stessi ragionando. Se l'avessi fatto, forse avrei evitato di mettere a rischio la vita della professoressa. Se l'avessi fatto, forse avrei aspettato il momento migliore per agire seguendo un piano ben preciso per evitare inutili stragi. Ma l'istinto fu più forte e la vista di un vampiro a caccia mi fece agire impulsivamente. Non avevo neanche idea di chi avessi di fronte e non sapevo che, forse, quella sarebbe stata solo una missione suicida.

    Subito il frastuonum di Allison, lasciati andare Russell e Ania e attaccato Klaus.
    Citati: Cuddy, Rei e Elijah.
     
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