DCAO III Lezione V/VI/VII anno

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  1. Micael!
     
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    Una grande soddisfazione... oh sì, sarebbe stato quantomeno divertente.
    Erano circa le undici di sera e, nonostante l'ambiente in cui mi muovevo non fosse dei più tranquilli, riuscivo a rallegrarmi della compagnia delle due bellissime donne che camminavano al mio fianco.
    Aspettavamo tutti e tre l'arrivo degli studenti mentre le ombre diventavano sempre più lunghe sull'asfalto bagnato e il sole lasciava il passo alla luna, mentre i rumori della notte prendevano a far da sottofondo alla nostra conversazione.
    Gli studenti presero ad arrivare, le facce dall'aria sospettosa che spuntavano bianche in mezzo a tutto quel buio. Nel messaggio che era stato recapitato ad ognuno di loro non era stato specificato nulla sulla lezione, se non l'orario e il posto in cui recarsi, così forse le loro menti bacate lavoravano in fretta su una possibile trama per quella sera non proprio calda, beh, almeno ne guadagnammo un po' di silenzio.
    Buonasera a tutti.
    Vi starete chiedendo il perché di questa lezione tanto... particolare, ma prima di svelarvi cosa prevede oggi il programma di Difesa contro le arti oscure per voi permettetemi di fare le presentazioni.
    Sono il professore Micael Cuddy, nuovo insegnante, insieme alla qui presente signorina Ariel Nickleby con cui divido la cattedra, della disciplina di Difesa contro le arti oscure.
    Molti di voi conosceranno già l'altra professoressa che è qui oggi per aiutarci in una lezione molto delicata, la professoressa Aishwarya Rei.

    Indicai prima la giovane donna che era ferma alla mia sinistra, poi quella alla mia destra, le mie mani si giunsero poi, sfregando appena una contro l'altra.
    Era arrivato il momento di mettere le carte in tavola.
    Bene, ora passiamo alle istruzioni per questa lezione.
    Come mi è stato fatto notare durante la precedente lezione limitarsi a delle lezioni teoriche è del tutto inutile per voi che, durante il periodo oscuro, siete cresciuti a tal punto da saper affrontare ogni genere di situazione senza l'aiuto di una guida che vi spieghi come è meglio agire in situazioni di pericolo... ecco perché oggi passeremo direttamente all'azione su campo.
    Avrete a disposizione solo quello che avete portato con voi per sopravvivere fino all'alba, non vi serve sapere altro per ora.
    Chiunque ritenesse di essere in una condizione particolare e quindi incapace di affrontare un'intera notte in circostanze tutt'altro che serene può tirarsi indietro e tornare al castello, gli altri si preparino.

    E' forse l'immaginazione a giocarmi brutti scherzi o sento già il rumore di passi che si avvicinano? Possibile che i nostri ospiti siano già arrivati?

    La lezione si svolgerà in un unico turno durante il quale gli insegnanti interverranno solo con degli spoiler in cui sarà deciso l'esito di qualsiasi vostra azione.
    Il minimo di post richiesto è tre, la lezione avrà fine il 05/11.
    E' comunque fortemente consigliato di postare una volta a settimana per evitare di ridursi all'ultimo e rendere difficile la lezione non sono per voi ma anche per gli altri.
    RICORDO che i punti verranno assegnati ad ognuno di voi anche per la coerenza con cui i pg verranno mossi, quindi tenete bene in mente che la paura è uno dei sentimenti che accomuna tutti gli esseri umani sulla faccia di questa terra.
     
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    Layla Serizawa, Guaritrice, Giornalista, Mamma

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    Dico io, ora, all’ottavo mese di gravidanza inoltrato dovevano decidersi a trovare qualcosa che attirasse almeno un po’ la mia attenzione? Era notte e il luogo dell’incontro prometteva bene, ma la pancia non avrebbe certo aiutato se finalmente si fossero decisi a fare qualcosa di pratico. Non mi sarei lamentata però, non sta volta, o almeno, non se la lezione si fosse rivelata davvero interessante e trovarmi davanti la Rei oltre ai due insegnanti prometteva decisamente bene. Buonasera. Civettai avvicinandomi al tris di insegnanti e mi affiancai al resto della classe in attesa della spiegazione. In trepidante attesa per una volta, visto che avrebbe potuto cambiare le sorti dell’articolo che avevo iniziato a riguardo della materia.
    Quando spiegò lo scopo della lezione strinsi meccanicamente la bacchetta nella tasca della divisa preparandomi al peggio, qualsiasi fosse il peggio che potevamo aspettarci.
    Teniamoci stretti i vestiti sta volta. Una risata nervosa mi sfuggì dalle labbra in direzione di chi aveva vissuto con me la lezione del corso auror con la stessa ambientazione. Nuda, bagnata e colpita da un elettro, tanto per cominciare, poi la nottata era andata peggiorando, ma ero stata l’unica a ricevere il regalo del marchese a fine lezione, la mente dei tre poteva forse trovare qualcosa di peggio? Qualcosa in cui faticassi a riuscire? Eppure il dubbio, il ricordo di quella notte rendeva spontaneo mettersi sull’attenti e i passi che si sentivano in lontananza non promettevano nulla di buono.
     
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    Fiendfyre.


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    La cosa strana di Hogwarts ( ma veramente strana, tanto da sfiorare la follia) non era tanto ritrovarsi nel luogo più oscuro e pericoloso del Mondo Magico (dopo la sua scuola, ovviamente!) ma vedere Layla Serizawa arrivare fresca come una rosa con un bel pancione che continuava ad accarezzare con estrema cautela, probabilmente autorizzata da Lavinia in persona per partecipare a quella lezione...come aveva detto il Professore Micael? Particolare...
    Ora, non che avesse una fobia per le Streghe in dolce attesa ma Russell Carter, quando c'era di mezzo un bebé, si trasformava in un entità brulicante di ansia e paranoia.
    Aveva già visto Layla a lezione di Pozioni - la prima lezione a cui aveva partecipato dopo il suo ritrono - ma vederla lì, circondata da fauci invisibili, occhi gialli immaginari e canini bianchi, non era proprio il massimo del relax.
    « Ma l'hanno fatta venire? Ma poi...quanto è...grande? » a braccia conserte e mischiato fra la folla di studenti dell'ultimo anno, il primogenito di casa Carter confabulata con il più bel fiore di Tassorosso, Tallulah Barton, da cui aveva appreso proprio la notizia della gravidanza di Layla una sera al pub Tre Manici dopo una sbronza colossale.
    No, Russell non era diventato un fan di Layla solo perchè covava il Figlio del Male nella pancia, ma gli faceva...senso immaginare che una ragazza del genere potesse sopportare duelli, lezioni e altro. Per Russell doveva rimanere in una stanza bianca senza finestre e non muoversi.
    La cosa lo faceva agitare parecchio, come se fosse lui il responsabile della sua salute e sicurezza.
    Ispirò con un certo nervosismo quando gli occhi passarono su Aishwarya Rei: non appena l'aveva vista arrivare, il Grifondoro aveva aperto un ampio sorriso che, però, non aveva trovato il giusto benvenuto. Era felice di vederla, l'ultima volta l'aveva solo scrutata al san Mungo dopo la battaglia come il resto dei suoi amici e compagni.
    Fare una lezione con lei lo rinvigoriva a tal punto da ignorare la solita tensione che trasudava in quella classe anche se doveva ben guardarsi dall''essere cordiale con la stessa Auror in questione: in fondo aveva spezzato il cuore a sua figlia, quanto cordiale poteva essere con lui? Ma poi lo sapeva?
    Improvvisamente ebbe la sensazione che quel giorno non dovesse difendersi solo da Vampiri, Licantropi e altre Creature oscure...
    Dietro le retrovie Russell riusciva a intravedere tutti: dalla testolina bionda di sua sorella, alle spalle di Allison per finire su...Astrid.
    La sfiorò appena con lo sguardo trovandovi un brivido di turbamento che non durò molto a lungo perchè le parole dell'insegnante lo catturarono in pieno.
    Avrete a disposizione solo quello che avete portato con voi per sopravvivere fino all'alba, non vi serve sapere altro per ora.

    Cosa cazzo aveva detto? E Layla? La Serizawa era incinta! Per l'amor di Dio!
    « Ma che tu sappia i Vampiri percepiscono l'odore degli ormoni delle donne incinta...? » continuò con Tallulah. E poi immaginò: Layla morsa da un vampiro e il figlio di Ezekiel che diventava un mezzosangue. Si sarebbe massacrato dalle risate fino al mattino seguente.
     
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  4. ~Tallulah;
     
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    Ero stata a Spooky Village solo una volta in tutta la mia vita, circa tre anni prima. Avevo appena vestito i colori Tassorosso e ad Hogwarts si ricordavano ancora di ragazze come Eyen Layton e Cass, le mie migliori amiche.
    Rigirai la chiave di violino tra le dita, prima di farla cadere sul petto.
    Quante cose erano cambiate da allora, pensai. Quante persone erano entrate ed uscite dalla mia vita..
    A quei tempi, non avrei mai pensato di potermi trovare un giorno al fianco di Russell Carter, il belloccio-spocchioso-figlio-di-papà che avevo sempre osservato da lontano, mentre se ne stava seduto al tavolo Grifondoro con la sua coppia di tirapiedi. Mi stava sulle scatole. Mi stava sulle scatole in una maniera inimmaginabile. Infantile e sciocca. Così, a pelle.
    Russell, lo chiamai per incrociare i suoi occhi color pioggia e l'osservai per qualche istante, prima di sciogliermi in un sorriso affettuoso.
    Adesso non avrei neanche potuto immaginarla, una vita lontana da lui.
    Scrollai la testa, abbassando lo sguardo con leggero imbarazzo prima di affrettarmi a trovare qualcosa di sensato da dirgli.
    Mi sono avanzate un paio di api frizzole, ne vuoi una? Tirai fuori dalla tasca del giubbotto una confezione mezza ciancicata, con dentro due bon bon.
    Era bello avere qualcuno a cui voler bene senza complicazioni. Niente sesso, niente paranoie, né gelosie. Solo l'affetto. E per Russell io ne provavo davvero moltissimo.
    Arrivati al luogo dell'appuntamento, il mio sguardo cadde su Layla prima ancora che il Capitano rosso-oro la indicasse. Non mi piaceva vederla in un posto simile, non in quelle condizioni. Cercai di intercettare i suoi occhi a mandorla, ma la giapponese si ostinava a non degnarmi di attenzioni da settimane, così mi limitai a salutare i professori, regalando alla Rei uno dei miei sorrisi più grati. Averla vicino mi faceva sentire tranquilla.
    Buonasera, Tallulah Barton e Russell Carter. Sapevo quanto i professori fossero permalosi in fatto di galateo, saluti e varie, così mi affrettai a presentarci agli altri due, prima di sventolare la mano in direzione degli studenti presenti, in un ciao generale.
    Spero che non avremo modo di scoprirlo stasera. Risposi poi a Russell, stringendomi nel giubbotto di pelle. In caso, la Serizawa si è appena guadagnata un paio di angeli custodi. Non mi sento di lasciarla a zonzo per Spooky Village senza almeno tenerla d'occhio.
     
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  5. AllySteven
     
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    - Non mi piace.- Asserì meccanicamente, l'ennesima volta che lei e Ania si ritrovarono a discutere del nuovo insegnante di Difesa, quel Michael Cuddy o qualcosa del genere. Era un damerino tronfio, arrogante e antipatico, cui dava fastidio che altri esseri umani potessero essere tronfi, arroganti e antipatici. Allison era certa di avere una specie di punizione in sospeso con lui, considerando il modo in cui la prima lezione si era conclusa, e sospettava che quell'incontro di classe a Spooky Village - cittadina rinomata non di certo per i confettini rosa alla frutta e i fiori di lavanda - potesse essere un'ottima occasione di vendetta, per il mago. Avrebbe potuto provare a farla fuori e farlo passare per un incidente di percorso.
    Probabilmente pochi avrebbero sentito la sua mancanza.
    Prese un bel respiro, la strega, lasciando che l'aria fredda le spazzasse i capelli via dal viso mentre si preparavano all'atterraggio, vorticando sulla Firebolt Coda di Saetta su cui aveva convinto la Carter a salire con la promessa che al ritorno avrebbero fatto a cambio.
    - Butta giù un occhio, vedi se li trovi.- Si raccomandò, piegandosi in avanti per far perdere alla scopa una decina di metri. - Scusa, troppo veloce.-

    Quando atterrarono, a una cinquina di metri dal gruppetto radunato di provenienza Hogwartsiana, la Steven aveva le dita intirizzite e la punta del naso ghiacciata, gli zigomi arrossati e l'impressione di aver inghiottito un paio di moscerini. Forse sul suo volto si era formata l'impronta degli occhiali da viaggio, che ora erano riposti nella borsa, assieme al mantello pesante e alla sciarpa di Grifondoro. Per quanto amasse volare, era piacevole procedere in un posto in cui sembrassero esserci più di 10 gradi sotto zero (e un'umidità non sufficientemente potente da penetrare fino al midollo osseo).
    Allison si avviò verso i compagni spalla a spalla con l'amica, ma si bloccò come paralizzata quando le saltò all'occhio una presenza inattesa.
    - E' mia madre, quella?- La bocca spalancata, la Steven trovò la forza di passarsi le dita tra i capelli ramati ancora ammaccati per il cappello di lana, mentre un'antica paura tornava a fare capolino dopo due anni in cui era rimasta sepolta e soffocata sotto coltri di paure più concrete e imminenti, come quella di tirare le cuoia per mano dei mangiamorte.
    - Se ha parlato con Cuddy sono fottuta. Fot-tu-ta..- Ed era curioso come la sua paura di morire per mano di un vampiro o di un dissennatore dissennato (con sua madre lì? Non scherziamo!) fosse diminuita parallelamente all'accrescersi della paura - più sottile - di fare una brutta fine per mano della Rei stessa.
    Se c'era una cosa che sua madre non tollerava, quella era l'arroganza.
    Quando furono vicini a sufficienza la sua mente individuò la presenza di un secondo personaggio incerto e si ritrovò a migrare inconsapevolmente verso quegli occhi grigi affamati di avventura notturna e sangue di vampiro.
    Forse, se chiudeva gli occhi, avrebbe perfino potuto fingere che fosse tutto come qualche anno prima. Loro insieme contro il mondo, una squadra vera, nei guai coi professori e pronti a sfidare le creature dell'oscurità di una cittadina dimenticata da Dio.
    - Buonasera.- Salutò, con una piccola smorfia quando le parole aspre dell'insegnante la punzecchiarono come una provocazione, serrando le dita nelle tasche della divisa nera. Lasciò saettare gli occhi sulla Rei e poi tornare sul professorino, prima di cercare quelli dei suoi compagni.
    Volse lo sguardo al cielo quando individuò la Serizawa (come se fosse difficile): ecco cosa intendeva sul suo essere una madre irresponsabile. Poi si lamentava se qualcuno le castava addosso incantesimi pericolosi per il bambino.
    - Possiamo sempre restare tutti insieme e fare una partita a carte mentre aspettiamo l'alba.- Buttò lì, rinfrancata dal non vedere la Lestrange da nessuna parte. Prima di allontanarsi (lì sì che sarebbero arrivati i dolori - e molto probabilmente i tremori -, quando fossero rimasti soli nella notte) gettò un'ultima occhiata all'indiana, sorridendole per studiarne la reazione (probabilmente una mancata risposta avrebbe significato "sei nei guai", un ghigno pronunciato "sei morta" e un sorriso timido da prof un "non ne so nulla, per ora sei al sicuro").
     
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    Da quando, durante la vacanza, Ariel aveva scoperto la verità sul mio conto ed io sul suo, era diventato tutto molto più semplice. Non mi piaceva affatto mentire ogni giorno alla persona con la quale trascorrevo gran parte del mio tempo e finalmente non era più necessario farlo.
    Mi aveva parlato del suo posto ad Hogwarts come insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Mi aveva spiegato in cosa consisteva la materia e che, nella lezione seguente, avrebbe avuto bisogno del mio aiuto e di quello di un paio di miei amici fidati. Ovviamente amici come me. Dei Lican.
    Accettai subito e a chi potevo proporlo se non a Luke e Blair? Nessuno di più fidato di mio fratello e della mia migliore amica. Con loro potevo star certo che sarebbe andato tutto nel verso giusto, senza imprevisti, come magari sarebbe potuto accadere con mio cugino. Ma mi preoccupai bene di tenerlo totalmente fuori da tutta quella storia, e lo stesso chiesi di fare a loro.
    "La lezione dovrebbe essere iniziata già da qualche minuto ormai e i professori dovrebbero essersi già allontanati dal gruppo di studenti. Direi che possiamo andare." Ci eravamo incontrati a Spooky Village, ovviamente lontani da dove sapevamo si sarebbero incontrati per l'inizio della lezione e dove, quindi, avremmo trovato le nostre "vittime". Il nostro compito era ben chiaro e semplice: terrorizzarli ma non far loro del male.
    Sorrisi ai due altri membri di questo piccolo branco improvvisato per la serata e, dopo aver gettato a terra i vestiti, il mio corpo prese le sembianze di un grosso lupo grigio. Era giunto il momento di divertirsi con quelli che mi aspettavo essere un gruppo di studenti giovani, saccenti e fin troppo spavaldi.
    Iniziai a correre verso il punto indicatomi pochi giorni prima da Ariel, seguito da Luke e Blair, e pochi minuti dopo li trovammo lì, esattamente dove dovevano essere, completamente abbandonati a loro stessi in uno dei posti sicuramente meno consigliati per una passeggiata al chiaro di luna.
    Mi avvicinai lentamente al gruppo e arricciai le labbra, scoprendo così i denti e lasciando fuoriuscire un ringhio sommesso e minaccioso direttamente dal torace. Presi subito a girare attorno agli studenti, tenendo lo sguardo fisso su di loro, come solo un predatore con la propria preda sa fare. Chi sarebbe stato il primo, il più coraggioso -o forse il più stupido- a farsi avanti?
     
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    I want to be king

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    Klaus_1x15


    Klaus Mikaelson, dopo lo scontro con i due fratelli da cui ora passava gran parte del tempo a nascondersi e a ritrarsi, aveva avuto ben poche occasione per uscire allo scoperto e godersi un po' della città in cui si era trasferito con suo fratello. O comunque erano poche le occasioni che aveva per mostrare che l'avvocato Mikaelson fosse sul serio sbarcato nell'isola britannica.
    Era un'ombra nella notte, e sebbene non gli dispiacesse creare caos e sparire nel buio senza lasciare traccia, egocentrico com'era, Klaus Mikaelson sentiva di aver bisogno di notorietà.
    Fu per quel motivo che ricevere quel invito da parte di uno dei professori di Hogwarts, lo aveva divertito parecchio.
    Ci aveva riso su sonoramente, prima di cominciare a pensarci sul serio e quindi valutare i pro e i contro di una serata passata in un modo diverso.
    Prendere parte ad una lezione particolare senza avere remore di mostrare la propria parte animalesca, se così vogliamo definirla, e solo per mostrare a dei ragazzini che non erano invincibili come credevano, gli era sembrata un'ottima motivazione per prendere parte a quel incontro.
    Era giusto che avessero paura, e non solo perchè la paura altrui lo divertiva, ma anche perchè senza paura non si poteva esser saggi ed oculati nelle scelte della propria vita. Klaus Mikaelson, paranoico da generazioni, avrebbe potuto confermarlo.
    Aveva raggiunto il luogo prestabilito, ed aveva aspettato ben nascosto, che si formasse un bel gruppetto, prima di palesare la propria presenza. Ma si fermò quando vide un lupo precederlo e fare il buffone, ringhiando, dinanzi alla platea che avrebbe dovuto essere soltanto di Klaus.
    Quel lupo voleva forse rubargli la scena?! Non sarebbe stato così semplice perchè il Mikaelson aveva un gran abilità nel far paura.
    Col volto deformato e gli occhi rossi, venne fuori dal punto in cui si era nascosto fino a quel momento, comparendo alle spalle dei ragazzi e, dopo aver lanciato uno sguardo di sfida al lupo, ringhiò di rimando scoprendo i denti cercando di sovrastare quello che per Klaus era il patetico verso del lupo.

     
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  8. _Blair
     
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    La luna era ormai alta sul cielo nero, e seppure fosse nient'altro che uno spicchio perlaceo contribuiva a rendere l'atmosfera del bosco ancor più cupa di quanto già non fosse di giorno.
    Blair era poggiata con la schiena contro il tronco di un albero, le braccia incrociate al petto e le orecchie tese a captare qualche rumore circostante. Non si sentiva mai al sicuro in quel posto, nonostante lo frequentasse praticamente tutti i giorni sia in forma umana che ferina. Conosceva i pericoli che si celavano tra quegli arbusti aridi, e se non teneva sempre alta la guardia non si sentiva tranquilla.
    “Riuscite a sentire qualcosa? Saranno pronti?”
    Le iridi verdognole saltellarono dal viso di Ethan a quello di Luke, con curiosità.
    Non riusciva a celare totalmente la trepidazione che stava provando, Ethan di sicuro se ne sarebbe accorto, ma c'erano troppi fattori che contribuivano a renderla nervosa.
    Non amava trasformarsi in mezzo alla gente, per quanto ormai quel lato di sé fosse quasi del tutto domato, Blair continuava a temere di poter perdere il controllo. E poi c'era stata la rivelazione riguardo alla relazione tra Ariel ed Ethan, che per qualche motivo a lei ignoto le aveva provocato un improvviso calo di entusiasmo. Si sentiva giù, aveva provato il forte impulso di girare i tacchi e tornarsene a casa non appena l'amico le aveva rivelato la novità. Non ne comprendeva il motivo, e nonostante si imponesse di essere felice per loro due c'era comunque quell'angolino della mente che continuava ad inviarle onde magnetiche di tristezza.
    Le parole di Ethan comunque la tirarono fuori dai pensieri, per fortuna. Potevano andare.
    Annuì al ragazzo e voltò le spalle ai due togliendosi a sua volta i vestiti. Non impiegò molto a trasformarsi, quel particolare stato emotivo contribuì parecchio, ecco quindi che nel giro di una manciata di secondi al posto dell'esile e minuta orientale comparve un massiccio lupo dal pelo marroncino e il portamento fiero.
    Scattò subito in corsa dietro ad Ethan, seguendo la scia che l'avrebbe condotta a quel centro di umani radunati. Calpestò foglie e saltò rami, balzando fuori dai cespugli senza esitazione con un ringhio sordo a vibrarle dal petto.
    Atterrò sulle zampe di fronte alla piccola comitiva, digrignò i denti ed imitò Ethan in quell'accerchiamento lento e minaccioso disegnando cerchi invisibili attorno agli studenti.
    L'odore acre di cadavere la raggiunse in fretta, sapeva che non ci sarebbero stati solo lupi a quell'incontro, e il patto era quello di non attaccarsi vicendevolmente, ma tollerarsi il più possibile almeno per la durata della lezione. Poco male, lei non era strettamente razzista, le sarebbe bastato sopportare il più possibile la puzza dei vampiri.
    Li scrutò tutti, uno ad uno, quei piccoli giovincelli che se solo avessero visto la sua forma umana si sarebbero fatti una grassa risata. Quindi ne puntò una fra tutti, una femmina a caso, scattò verso di lei ed issandosi sulle zampe posteriori batté le zanne a pochi centimetri dal suo viso in una chiara provocazione, rafforzando il ringhio prima di ricadere sulle quattro zampe.
    Notò solo in quel momento il pancione gravido di una studentessa, ma non esitò, la paura era sempre stato per lei un ottimo insegnante. Faceva bene sfogare un po' d'adrenalina ogni tanto, mettersi alla prova e conoscere da vicino i pericoli del mondo.
     
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  9. Anastasia Rose Carter
     
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    - A me si - commentò ancora, ripetendo per l'ennesima volta la stessa scena. Capiva perfettamente il punto di vista di Allison: a nessuno era piaciuto il modo di porsi di Cuddy durante la prima lezione con loro ma almeno lei aveva avuto modo di parlare con l'uomo in separata sede, alla Testa di Porco, e nel momento in cui lo avevano fatto senza gli sguardi penetranti di tutti i suoi compagni addosso Anastasia lo aveva trovato incredibilmente ragionevole. Trattenne il fiato, stringendosi un po' di più ad Allison mentre planava verso il gruppo di studenti, già pentita di aver accettato di andare fino a lì volando sulla stessa scopa con lei - E poi siamo qui, no? Vuol dire che ci ha ascoltate... - aggiunse un attimo prima di toccare terra con i piedi, sorridendole.
    Fu la stessa espressione che rivolse a Layla, mentre si sistemava le pieghe dei vestiti e si rimetteva meglio la borsa a tracolla. Salutò la serpe con un cenno del capo, felice che non fosse ancora uscito l'articolo di cui avevano parlato poche settimane prima. Non solo quella lezione lo rendeva probabilmente obsoleto, ma anche terribilmente inesatto, e ciò rimetteva la piccola Carter in una posizione di forza. A quanto pareva il semplice atto di chiedere poteva avere dei risultati, adesso - Anastasia Carter, sesto anno - si presentò verso i professori, pur sapendo quanto fosse superfluo. Micael sapeva perfettamente chi era, e lo stesso valeva per la sua notevole collega. Quanto alla terza figura...il sorriso di Ania si allargò, mentre la bionda annuiva ad Allison - Si, è lei. E...no, dai. Non credo che sia stato così carogna- aggiunse, sperando. Allison non era l'unica che sarebbe finita nei guai se Rya avesse saputo del diverbio che le aveva contrapposte a Cuddy. Sorrise al professore, nella speranza che quello bastasse a non fargli dire niente all'indiana. Restava fra di loro, vero?
    - Torno subito - sussurrò alla grifoncina, indietreggiando poi verso il fratello e la sua nuova, inseparabile ombra. Anastasia si era completamente persa il momento in cui Russell e Tallulah erano diventati amici al punto da andare a lezione fino a Soppky Village insieme, senza che il fratello chiedesse niente a lei, e gelosa com'era di tutto quello che riguardava la Barton le fu impossibile evitarsi di andare fino a lui. In fondo lui era single...la tassa era single...quel pensiero, nonostante la pace fatta con Lulah, era semplicemente troppo da accettare. Piuttosto Astrid - Ciao - salutò entrambi, piazzandosi poi accanto al fratello - Papà è passato dalla Testa di Porco qualche giorno fa - gli disse, più per camuffare le sue intenzioni che per parlargliene davvero. Non lo avrebbe fatto lì, in ogni caso, con il professore che iniziò a parlare.
    Gli venne quasi voglia di scoppiare a ridere. Erano appena passati da un eccesso all'altro.
    Si toccò istintivamente la borsa, piena di libri e del solito materiale scolastico - Saperlo mi sarei portata l'arco... - sussurrò in direzione di Russell. E invece le uniche cose che ci aveva messo erano dei vestiti di ricambio e un astuccio per i trucchi, nel caso fossero riusciti a fermarsi in giro una volta finita la lezione. Rossetto e scarpe con il tacco...quella si che era stata una splendida idea.
     
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  10. »Gift.
     
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    Non si era più innamorata, dopo il Risveglio.
    Ogni umano era un volto asettico e pieno di morte, e si sentiva terrorizzata dalla vita che scivolava, lenta ed inesorabile, dai loro corpi. E i ragazzi accerchiati in quel momento non erano da meno.
    Una tristezza indicibile le scorse nelle vene al posto del sangue: un giorno i capelli dorati di una di loro sarebbero stati grigi e spezzati, gli occhi grigi del ragazzo segnati da nuove sofferenze, ciechi a ci che stava loro intorno. La leonessa ramata magari si sarebbe spenta per qualche brutto male, e così l'asiatica portatrice di vita. Forse qualcosa sarebbe andato storto, nel dare alla luce le due nuove creature. E anche loro si sarebbero spente.
    Lei no. Poteva vedere tutte le loro ipotetiche vite trascinarsi davanti ai suoi occhi cristallini e piangere per loro.

    Aveva accettato quel gioco per una sorta di apatica sfida con se stessa, ma non aveva voluto rischiare.
    Una famiglia avrebbe pianto la scomparsa di un giovane dai capelli corvini, al mattino.
    Dandelion osservò gli altri prendere posto alle spalle dei ragazzi, quasi a spaventarli con la loro presenza, con canini sguainati e i musi protesi verso il gruppetto.
    Diafana apparizione priva di applausi, aveva il sapore del sangue ancora sulla lingua e la malizia nella morte negli occhi.
    "Ciao, Tallulah", un sospirò rivolto solo alla bionda Tassorosso, senza che potesse vederla, a sovrastare ogni altro sussulto.
    Comparire al fianco dell'altro vampiro fu automatico, mentre gli passava una mano sulla spalla e lo superava. Non era lì per loro.
    Era lì per ballare. Anche se non fino in fondo.
    Occhi magnetici su di loro e infine sul ragazzo, sul biondo dei suoi capelli, sul metallo dei suoi occhi. Vieni qui.... Avrebbe resistito al suo richiamo? Vieni qui..., la mano di Spencer pesante sulle spalle del giovane, poteva riconoscere l'odore del vecchio Vice-Ministro.
    "Non avere paura, Russell..." , ed il suo nome era una carezza soffice sulle labbra.
    E sui canini.



    Citati i ragazzi, interagito con Klaus, Tallulah e Russell
     
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  11. l u k e.
     
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    Ehi Boss, oggi non vengo a lavoro, devo andare a spaventare sotto forma di lupo dei ragazzini della scuola.
    Ma fatemi il piacere, verrei licenziato su due piedi, un motivo reale che però verrebbe interpretato da un babbano come il mio capo come la prima scuola più realistica che aveva mai sentito solo per saltare un giorno di lavoro. Invece di trovare una spiegazione valida e convincente, mi limitai solamente nel mandare un messaggio in cui lo avvisavo che avevo preso l'influenza. Non ricevetti alcuna risposta, il che non sapevo se fosse qualcosa di positivo o qualcosa di negativo, e sinceramente era qualcosa che non volevo sapere.
    Mio fratello mi aveva messo in mezzo a tutta questa faccenda. Mi aveva raccontato della proposta che la sua amica insegnante di difesa contro le arti oscure che le aveva fatto, e che lui aveva immediatamente accettato. Aveva chiesto aiuto non solo a me ma anche a Blair. Bene, tutti e tre felici e contenti a spaventare dei ragazzini degli anni superiori. Le lezioni di quando ero io studente non erano affatto così, di certo sarebbero state molto più interessanti, quasi invidio questi ragazzi.
    La lezione si sarebbe svolta a spooky village, il che era il luogo ideale dove mettere in atto un finto attacco, in che altro posto vorresti trovare delle creature come noi? Rimanemmo in disparte, ad aspettare il momento giusto per raggiungere il gruppo dei ragazzi e fare il nostro lavoro. Già sapevo che avrei ricevuto diversi incantesimi a cui mi sarei dovuto proteggere.
    Trasformarmi non mi era mai piaciuto, nemmeno dopo tutti questi anni che ero riuscito a convivere con questa mia particolarità, mi trasformavo solamente quando ne avevo bisogno, solamente per esigenza e basta. Ethan conosceva questa mia difficoltà, questo contrasto che porto con me sin dalla mia prima trasformazione contro me stesso, ma non potevo dire di no a mio fratello, e poi lo considero come un buon motivo per stare con lui.
    Questo luogo però dall'ultima volta che ci sono stato non porta dei buoni ricordi. L'attacco improvviso da parte di Alias ancora era permanente nella mia mente, e che ancora non ero riuscito a capire il motivo di quella sua reazione, quasi che mi volesse morto. Ethan me ne aveva parlato, ma io ancora non ci potevo credere.
    Si entra in scena! Lasciatemi perdere, io taglio la serietà di ogni cosa, aggiungendo un pizzico di sarcasmo e divertimento. Come i miei due compagni, mi svilai anche io i vestiti, liberando poi la bestia che era in me, in un lupo con il manto marrone chiaro, quasi simile al caramello. Ethan era a capo della fila, così lo seguimmo, fino a raggiungere il gruppo dei ragazzi. A quanto pare però non eravamo solo noi, vi erano anche dei vampiri. Beh la questione è semplice: io non guardo loro e loro non guardano me.
    Adesso, vediamo chi è il primo a reagire!
     
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    Amava il modo di fare di Tallulah.
    Si prendeva cura di lui in un modo talmente delicato da non riuscire nemmeno a immaginarsi un risvolto malizioso al primo angolo intimo di Spoky Village.
    In verità il pensiero gli era sfiorato eccome ma la gioia nel vedersi offrire una Api Frizzola lo portò in un'altra dimensione con la Tassorossa, ben più accogliente e famigliare di una limonata al chiaro di luna.
    E no, non l'avrebbe comunque fatto, non quando Allison gli passava affianco così vicino da fargli venire la pelle d'oca. Si trattava di un gesto - forse involontario - che trasudava di dolce considerazione, anche perchè per uno come Russell, l'indifferenza l'avrebbe ucciso più dell'odio.
    Il sorriso infantile dovuta all'Ape Frizzola della Barton - la stava masticando con un certo gusto, soddisfatto - sparì portandosi dietro un espressione rigida, nervosa e avvolta in una felicità turbolenta. In quel frangente, tra il cuore in tumulto e la mente sulla Grifoncina, Russell non si accorse di due cose: che il professore se l'era svignata e che Tallulah aveva appena proclamato loro stessi cavalieri di Ezekiel Blackwood e della sua prole.
    « Si...certo...COSA?! » disse alla Strega di Tosca girandosi prontamente verso di lei. Inutile dire che ingoiò sia l'Ape Frizzola che la proposta dell'amica, ritenendo comunque quella situazione del tutto giusta.
    - Ciao - « Ciao scricciolo. » risposte seguendola sconsolato alla sua destra, spostandole una ciocca di capello bionda sfuggito davanti all'orecchio. - Papà è passato dalla Testa di Porco qualche giorno fa - « Ah. » commentò divenendo di pietra.
    Papà era andata a trovare Ania. Poco male, era contento che si occupasse di Ania in quel frangente, anche perchè lui non sapeva proprio cosa dirgli...
    Il prossimo ponte era quello di Halloween quindi di sicuro l'avrebbe trovato a casa...
    Sospirò: voleva vederlo, certo. Ma non sapeva davvero come affrontare tutti i discorsi in sospeso e, cosa importante, non riusciva a mettere insieme i sentimenti che provava per suo padre. Era un calderone il suo petto quando si parlava di Adam Carter, un mito per il figlio, un mito adesso decaduto? Non lo sapeva. Non sapeva cosa pensare.
    Ma i suoi pensieri troncarono nell'esatto momento in cui, poco più lontano, oltre la spalla di Ania, spuntò un lupo grigio dall'aspetto selvaggio.
    Russell sbarrò gli occhi rimanendo impietrito: non si trattava certamente di un lupo di passaggio che si era avvicinato al villaggio per sfamarsi ma un vero proprio Lican a giudicare da come.....stava fissando quel vampiro.
    La testa del Grifondoro saettò dall'altra parte: occhi rossi, viso deformato e i canini allungati a rispondere al ruggito stomacale del Lican davanti a sè. Sembravano studiarsi ma la verità era che li stavano tenendo sotto scacco: erano topi, fottuti topi in una via si Spooky Village.
    Quanto si poteva essere così stronzi come Professore?
    Deglutì avvertendo l'adrenalina pompare nelle vene ma si guardò attentamente dal sfoderare la bacchetta: avvicinò la mano lenta alla tasca mentre una seconda creatura fece sua sua scomparsa. Davvero, quel Micael era davvero un bastardo.
    Mio Dio quanto odiava i vampiri.
    Gli ricordavano troppo Kyran Spencer e i suoi grossi canini infilati nel collo di sua sorella.
    Istintivamente portò una mano sulla spalla di Ania tirandosela indietro, un gesto involontario dettato dalla sopravvivenza: sapeva di poterlo fare perchè adesso, le tre creature, si stavano fissando con un odio animalesco da far accapponare la pelle.
    « Matuguardasedovevamocapitareinunasituazionedelcazzocomequesta.» mormorò a denti stretti in direzione di Tallulah e sua sorella. Lican e Vampiri. Ma che accoppiata del secolo! La solita fortuna del sesto-settimo anno!
    La mano era ormai vicina alla tasca e, lentamente, si addentrò nell'incavatura toccando con i polpastrelli il legno duro della sua fida bacchetta.
    Stava per farlo, stava davvero per prenderla prima che qualcos'altro...prendesse lui.

    Vieni qui....

    Si sentì mancare il fiato a metà gola, come se avesse scoperto una nuova fonte d'ossigeno che si trovava ben lontano da lui.
    Sentiva la voglia primordiale di tornare a respirare normalmente, di seguire quella scia di Rose di York e ispirare il suo profumo.
    Era una lei, lo sentiva.
    Lo sentiva dalla voce vellutata che gli rimbalzava nella testa, riusciva persino a scorgere un armonioso collo diafano, lungo e sinuoso, come se qualcuno gli avesse appena lanciato un confudus e gli stesse proiettando nella testa le immagini.

    Vieni qui...

    La mano sulla spalla di Ania cadde, e Russell si fece più avanti rispetto al gruppo.
    Aveva gli occhi spalancati nell'oscurità, ansiosi e possessivi di avvistare il centro del suo universo.
    Perchè era diventato così, era diventata quasi un'esigenza spasmodica e necessaria vederla, raggiungerla e specchiarsi in quegli occhi di un azzurro ghiacciato.
    Si, eccola. Finalmente si era rivelata. La sua bellissima Regina.
    Avvolta in un vestito d'oscurità, la vampira venne avanti rivelandosi al Grifondoro: il taglio lussurioso del suo sguardo lo catturò definitivamente arrivando ad artigliare persino i movimenti involontari del corpo.
    Lei, ora, possedeva i suoi muscoli, il suo corpo e la mente.
    Avanzò di un paio di passi distanziandosi dai compagni e tese una mano verso la incantevole creatura.
    « Io non ho paura di te...» mormorò dalle labbra carnose guardandola con un misto di tenerezza e scabrosa lussuria.


    Troppo facile sparare sulla croce rossa!

    Interagito con:

    - Tallulah
    - Ania
    - Dandelion Deirdre Mason *-*

    Citati:
    - Allison
    - Klaus
    - Ethan
    - Blair
    - Micael
     
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    Camminare tra le ombre di Spooky Village ti riportava alla mente qualcosa di estremamente importante. Nessuno è invincibile. Avevamo portato sulle spalle carichi che credevamo troppo grandi per i nostri miseri vent'anni, avevamo combattuto, perso qualcosa di noi per strada, abbattuto i nostri limiti; eravamo caduti tra la polvere delle nostre debolezze e ci eravamo rialzati con l'aiuto degli amici fidati. Avevamo guadagnato uno sguardo da adulti che brillava della luce fioca che solo i brutti ricordi riescono ad accendere. E sì, quando non eravamo troppo impegnati a sentirci sopraffatti da tutto questo, forse ci eravamo davvero sentiti invincibili. Scacciare il Ministero Oscuro, proteggere la nostra casa, combattere per le persone care. Non avevamo avuto tempo per non essere coraggiosi: la necessità ci aveva reso incoscienti e forti. E nonostante le ferite bruciassero ancora nell'orgoglio e nella mente, eravamo dei sopravvissuti. Forti del fatto che il peggio lo avessimo ormai affrontato, quasi dimentichi della nostra umanità.
    Ma lì, sotto quella luna piena, non mi sentivo per niente colei che si era opposta a Castiel e aveva avvicinato un Drago. Mi sentivo vulnerabile, nuda sotto lo sguardo carminio del Vampiro, sensibile allo scricchiolare delle foglie al limitare della strada.
    Non mi sarei mai aspettata che il professore ci avrebbe lasciato lì da soli, in balia degli istinti di quelle creature. Sopravvivete fino all'alba con le sole cose che avete, questo era tutto ciò che ci aveva concesso. E poi, ombre tra le ombre, le creature erano emerse. Tre lupi e due vampiri, maschio e femmina. Disegnavano dei cerchi con il loro incedere, ci mordevano con lo sguardo quando non incrociavano quello estremamente differente della loro nemesi. Non avrei saputo dire se saremmo stati prede o spettatori di una lotta tra nemici di sangue.
    Sentivo il cuore battere insistente contro lo sterno, quasi stesse cercando di scappare lontano da quelle fauci diversamente spaventose. Canini appuntiti e chiostre di denti. La mente saettava veloce sui pensieri come gli occhi cercavano di scrutare il buio. Non ricordavo quasi più come ero finita lì. Lezione di Difesa contro le arti oscure, due ramoscelli di aconito e due becche d'aglio accuratamente incartate, chiuse nella tracolla, un brivido lungo la schiena appena avevo messo piede nel villaggio, un sorriso preoccupato quando avevo incrociato lo sguardo di Russell. Non tanto per lui, perchè c'era una strana calma nel pensare che fosse tornato davvero al Castello. Non c'entrava nemmeno che non ci fossimo sentiti per tre mesi, perchè era bastato vederlo sano e salvo al San Mungo e poterlo abbracciare lì, in mezzo al corridoio dell'ospedale per accertarmi che non fosse un fantasma.
    Ma ora tutti i ricordi più freschi erano stati sostituiti da qualcosa di febbrile e disturbante. Una paura primordiale che nasceva dallo stomaco e stillava nelle vene. Forse il tempo si stava riprendendo la spavalderia con cui ci aveva abbracciato, forse semplicemente sentivo, per una volta, di poter avere paura. E non c'era niente che potessi fare per oppormi all'avanzare del nervosismo, benchè non ci fosse nulla di piacevole nel sentirsi così vulnerabili.
    Fu il ringhio sommesso di un lupo a spezzare il silenzio e a dare il via alla notte. Da quel momento, tutto iniziò a scorrere. Il vampiro ringhiò di rimando, facendomi vibrare per quanta potenza aveva accumulato nel suo grido di sfida. Un lupo dal pelo bruno, poi, iniziò ad avvicinarsi, a muoversi in cerchio attorno a noi. Non avesse avuto un semplice muso da mannaro avrei quasi creduto che stesse ghignando. Fu un attimo, il tempo che il suo sguardo d'ambra si specchiasse nei miei occhi e si stava già ergendo sulle zampe posteriori, il muso a nemmeno un palmo dal mio viso. Schioccò la lingua e chiuse le fauci mentre portavo una mano a proteggermi e i miei piedi muovevano qualche scattoso passo indietro. Troppo lenta per i ritmi di una creatura di quel genere: Se avesse voluto avrebbe tranquillamente potuto azzannarmi il collo, ma sembrava proprio che stessero cercando di provocarci e provocarsi.
    Cercando di nascondere il fiato corto, strinsi la mano contro la stoffa ruvida della cartella. I miei occhi seguivano la figura del lupo che si allontanava e tornava tra i suoi simili.
    Non avere paura, Russell...
    La voce antica e suadente della Vampira raggiunse le mie orecchie e rapì i sensi del Grifondoro. Lo vidi muoversi in avanti e il mio cuore si fermò come quando, pochi secondi prima, avevo rischiato di diventare la cena di un lupo. Come se il mio corpo non mi appartenesse neppure, talmente certa che non avrei più mosso un muscolo per qualche minuto buono, mi ritrovai ad allungare una mano verso il prefetto, a muovere persino un passo fuori dal nostro cerchio di studenti solo per prendere tra le dita la stoffa della sua manica, per sfiorare appena la sua mano prima di chiudere le dita attorno al suo posto. Una presa lieve, lo sguardo che indagava spaventato quello della signora della notte.

    Subìto l'attacco della lupa. Interagito con: Russell.
     
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  14. AllySteven
     
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    Avanzare nella notte umida e desolante di Spooky Village non era meno tetro o più divertente, se lo si faceva in gruppo. Allison aveva pensato che procedere al passo coi compagni avrebbe stemperato la tensione (anche se Astrid si era unita a loro appena prima che partissero), ma così non fu. Il silenzio calò lentamente sugli studenti di Hogwarts come un mantello oscuro, spegnendo con il chiacchiericcio ogni verve audace e divertita e sostituendola con un'ansia martellante.
    L'aria sembrava perfino più rarefatta, laggiù, mentre muovendosi nell'oscurità notturna si rendevano finalmente conto di incamminarsi in un territorio non solamente ostile, ma pullulante di creature che li avrebbero graditi follemente come spuntino di mezzanotte.
    E il fatto che Cuddy, Nickleby e Rei fossero lì per loro non rendeva la verità meno nuda e cruda: tre insegnanti di Hogwarts quanto potere avrebbero avuto su quelle creature figlie della notte che degli ordini ridevano beffarde? La loro stessa esistenza era un infrangere le regole della natura, il normale corso delle cose.
    Mentre si stringeva ad Ania (a sua volta schiacciata su Russell, che apriva la strada alla Lestrange e si appoggiava su Tallulah il cui occhio di riguardo puntava Layla, la Steven si sentì improvvisamente tradita all'idea che sua madre non soltanto avesse approvato quella situazione, ma che l'avesse benedetta con la propria presenza. Un gemito, quando il suo sguardo incrociò un paio d'occhi screziati di scarlatto. E ce n'erano tanti altri che si avvicinavano, assieme ai proprietari. A due o a quattro zampe, le creature che a Spooky avevano dimora li stavano lentamente accerchiando.
    - Questa non è una lezione di Difesa, è una lezione di umiltà.-
    Sibilò la strega, estraendo la bacchetta mentre il gruppo si fermava per forza di cose, stretto dal nemico incombente da ogni dove. Non c'era modo, anche armi alla mano, di cavarsela da una situazione del genere: non potevano attaccarli senza scatenare una battaglia che erano comunque impossibilitati a vincere, non potevano fuggire e non potevano resistere alle loro armi più viscide, come il fascino magnetico o la straordinaria resistenza fisica. O Halloween era caduto in anticipo e si trattava di uno scherzo di cattivo gusto, oppure quel Cuddy aveva pagato della gente per guadagnarsi lacrime di coccodrillo e strilli di paura. Voleva umiliarli per i trascorsi rimasti in sospeso, il bastardo, servendoli come dessert e godendosi lo spettacolo di vederli annaspare per trovare una via d'uscita.
    - Ma certo, servitevi tutti alla tavola calda di Hogwarts, offre la casa.- Gliel'avrebbe infilata su per il cu...mentre dormiva, la bacchetta. A costo di farsi aiutare dalla Serizawa sfornabambini e da una Lestrange con gli occhi a forma di cuore con dentro un Carter.
    Se fosse sopravvissuta, ovviamente.
    Un brivido le risalì lungo la spina dorsale quando una delle creature pronunciò il nome di Russell e il suo sguardo saettò sulla bionda che aveva rapito i sensi del figlio di Godric, ma Astrid fu più lesta di lei nel recuperare la coscienza del primogenito di Adam e, per quanto la gelosia le stesse mangiando le viscere, le fu comunque grata per quella prontezza di riflessi.
    - Beh, che cosa facciamo?- Si azzardò a chiedere alla fine, spezzando il silenzio. Erano almeno tre lupi e due vampiri, se non ve n'erano altri pronti a rimpolparne le fila, contro sei studenti. Beh, cinque e mezzo, contando la situazione della Serizawa. Si passò la punta della lingua sulle labbra, avvicinandosi alla figlia di Rowena. - Distrazione e fuga o attacco frontale?- Perché se erano lì, poco ma sicuro, nel loro interesse non c'era farsi quattro chiacchiere da bar con gli allievi degli ultimi anni.
     
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    Mi era giunto a orecchio il fatto che i ragazzi degli anni superiori fossero degli indisciplinati, viziati e polemici studenti ti terza fascia.
    Ora scusate se mi permetto di dire che li avevo cresciuti per sei anni, non mi era mai, e dico mai, successa una cosa del genere.
    Avevo quindi assecondato la richiesta del professore Cuddy per due motivi, una buona opportunità per verificare quanto fossero cambiati in peggio questi ragazzi, e quanto invece fossero solo scontenti per non avere me come professoressa.
    Mi concessi un sorrisino silenzioso, mi era dispiaciuto dover comunicare alla Simpson che non me la sentivo di portare avanti tutto l'intero corso.
    Ma se avessi saputo tanto ..
    Mi voltai quando udii arrivare i primi studenti, la prima su cui posai lo sguardo fu la Serizawa.
    E il suo immenso pancione.
    Ovviamente proprio lei avrebbe dovuto evitare di presenziare.
    -Serizawa ti sei accorta di avere una mongolfiera al posto degli addominali o hai bisogno di uno specchio?-
    Irresponsabile, ma cosa se li facevano a fare i figli se ancora prima di nascere erano così predisposte a metterli in pericolo?
    Seguii lo sguardo di Barton e Carter.
    A quanto pare aveva trovato due angeli custodi.
    In particolar modo mi soffermai su quest'ultimo.
    Avevo sentito una quantità infinita di cose sul suo conto.
    Non da meno che avesse spezzato il cuore di mia figlia, ma se su questo piccolo punto mi ero trovata ben disposta a non farne una questione personale, sul resto avevo il mio da ridire, e glielo misi tutto in uno sguardo.
    -Hai mancato la mia prima lezione di duelli, Carter, spero che almeno oggi tu non mi deluda- “ e datti una svegliata!”
    -Allison-. Ghignai a mia figlia, sperando che si togliesse dalla faccia quell'espressione sconvolta, neanche fossi un fantasma.
    -Prima di iniziare vorrei sperare che abbiate lasciato a casa qualsiasi tipo di dissapore, problema o rancore.
    Questa è una lezione ma è soprattutto un'esperienza di gruppo, e come tale vi dovete muovere.
    Non esiste il singolo, siete una squadra. -

    Messaggio ricevuto Allison Steven? E tu Russell Carter? E tu Layla Serizawa?
    Non erano più in classe, non era più consentito farsi gli scherzi o insultarsi vicendevolmente.
    I primi lupi si sentirono da lontano ululare alla luna, e avanzare nella foresta, così come percepii anche la presenza dei vampiri.
    Spostai lo sguardo su Anastasia e Astrid, di loro mi fidavo, ero sicura che avrebbero saputo come comportarsi, anche nei confronti degli altri.
    -Buon lavoro ragazzi-
    E come gli altri due prof li lasciai a loro stessi, rimanendo a osservarli dall'alto e pronta a intervenire se necessario.
    Tutto il perimetro era stato protetto affinchè non subentrassero altri, che magari non saremmo stati in grado di gestire per numero.
    Lo scopo non era mandarli al macello, solo fargli capire che non erano ancora invincibili, e che si ha sempre e comunque da imparare da chi ha più esperienza di loro.
     
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40 replies since 16/10/2014, 10:18   828 views
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