To be or not to be.

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    Non era ancora una minaccia.
    O forse lo era, magari mi ero solo fermata prima di mettere in piedi un'inequivocabile minaccia. Poco importava, aveva detto no, di nuovo. Bastava anche a sfumare la paura che la sua affermazione normalmente mi avrebbe provocato. Eravamo nuovamente sui bastioni di Azkaban, io a chiedere qualcosa lui a dire, semplicemente no. Il fastidio che provavo era senza dubbio quello, abbastanza, sembrava da consentire al mostriciattolo di restarsene lì a correre e fermarsi. Fermo, adesso era fermo, a lasciarsi studiare dall'ucraino, mentre ascoltavo le sue parole. L'umore pareva proprio che non sarebbe migliorato oggi. Aspettai che si rialzasse.
    Io non mi riferivo a lei.
    Era vero, probabilmente per vendicarmi me ne sarei infischiata degli occhioni blu, se una era tanto stupida da innamorarsi alla follia di una persona così allora aveva poco da lamentarsi, se le cercava. Ma infondo lei non c'entrava niente, se lui non la contracambiasse non sarebbe altro che una groupie dei mangiamorte, partita in adorazione folle del biondino della band. Di per se non è colpa sua, è lui che l'ha resa un punto debole, un bersaglio. No, se fosse successo qualcosa me la sarei presa con lui, e visto che aveva afferrato da solo una minaccia nell'aria non c'era motivo di ragguagliarlo ulteriormente. Riposi la bacchetta, mettendo fine alla vita del mostriciattolo nero, incrociai le braccia.
    Non mi interessa cosa ti ha fatto o non fatto Moon, sono affari tuoi. Ho capito la situazione. Se non c'è altro....
    lavoro, fine. Come dicevo prima no, non siamo amici. Lavoro per lui e basta. Unico motivo per cui non ho provato a lanciargli contro lo sgorbietto: ho accettato di lavorare per lui, continuerò a fare lo stretto indispensabile, solo perchè non può rimetterci in tutto questo una diciottenne della casata più tonta del mondo. Indicai la porta con un cenno della testa.
    Spero ti piaccia la compagnia dei tuoi colleghi, non credo tu possa ambire a molto altro.
     
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    Uno dei problemi di essere una delle persone più intelligenti di sua conoscenza era l'assoluta mancanza di famigliarità con il senso di perplesso straniamento che lo colse in quel momento. Non era abituato a non capire le cose, e tanto meno a non avere gli strumenti per arrivare da solo alla comprensione di quello che aveva davanti. Piegò la testa da un lato, per qualche momento, poi dall'altra, quasi sperasse che quei piccoli ma inequivocabili cambi di prospettiva lo potessero aiutare in qualche maniera. Inutilmente.
    Tacque ancora qualche momento prima di risponderle, ma anche quanto lo fece non fu a parole. La bacchetta frustò l'aria davanti a sé, e una decina di catene saettarono fuori dal pavimento e dalla parete dietro di lei, serrandosi intorno al torace di October, alle sue gambe e alle sue braccia. Non strinsero più di quanto fosse necessario a tenerla ferma, ad esclusione di quella che le si era avvolta intorno al braccio destro, che continuò ad aumentare la pressione finché la rossa non fece cadere in terra la bacchetta.
    Per tutto il tempo Kostia si limitò a fissarla, impassibile.
    - Non sono una brava persona - disse dopo qualche altro attimo di silenzio - Non ho la pretesa di esserlo, né mi interessa diventarlo - specificò - Ma per circostanze quanto meno particolari con te lo sono stato. Ti ho promesso sincerità, onestà e fiducia e tanto ti sto dando - avanzò di un passo, verso di lei. Mosse una mano, indicando lo spazio intorno a loro - Ti sto dando perfino addestramento e conoscenza, perché tu possa proteggerti tanto dai miei colleghi quanto dai tuoi vecchi amici - un altro passo.
    - Non ho puntato una bacchetta alla testa di Ioan, non l'ho portato qui perché ti fosse da ulteriore stimolo a non tradirmi e ho evitato che qualcuno provasse il desiderio di mostrargli le sue stesse viscere per fargli dire qualcosa che io ho preferito non obbligare te a dire - adesso era a poco meno di un metro da lei, che la fissava in volto - Puoi non ringraziarmi, non mi interessa. Ma mi farai la cortesia di smetterla di trattarmi come se io avessi passato questi ultimi mesi a minacciarti, a torturarti e a farti tutte quelle cose orribili che, a quanto pare, non potete smettere di credere che io faccia dalla mattina alla sera. Non... - me lo merito, stava per dire, e nonostante fosse vero sarebbe parso quanto meno ridicolo sulle sue labbra.
    Indietreggiò, liberandola con un colpo di bacchetta. Ebbe solo la prontezza di attirare quella di October, prendendola in mano - Visto che a quanto sembra io sono ai tuoi occhi l'apice più misero cui si possa ambire provvederò a farti trasferire immediatamente alle dipendenze di DeSade. Spero tu sia più a tuo agio -
     
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    Ecco lo sapevo. Avrei dovuto farla io questa mossa invece di andarmene e basta. Perchè catene? Perchè dovevano essere sempre catene?? Non potevano essere liane, corde, una fascetta di velluto? Sempre legato come un salame ma almeno senza tutto quel ferro che ti piomba addosso. Fissai la bacchetta in terra, prima di lanciare un'occhiata al braccio, diventato di un rosso quasi violaceo prima che mollassi la presa.
    Un expelliarmus no?
    Perchè il fatto che non avesse usato l'incantesimo di disarmo iniziava a preoccuparmi. Magari aveva un vaso da notte sotto il letto pieno di acido e quello era il momento buono per usarlo. Sulla mia faccia tipo. Era una cosa molto da Ucraina....chimico, e forse pure radioattivo. Per adesso parlava soltanto, era già più rassicurante. Un po' meno se si ascoltava bene quello che stava dicendo. Non lo guardavo e neppure rispondevo, ho delle enormi difficoltà quando si tratta di rimproveri. Non mi piace discutere, non mi piace litigare perchè appena partono dei rimproveri inizio a frignare. Preferivo quindi guardare altrove, e rimanere in silenzio nel caso fosse successo anche stavolta. Non sapevo neppure se si aspettava che rispondessi in qualche modo o se quella era l'introduzione di una sua qualche decisione. E che decisione era?
    Facciamo di no.
    Mi massaggiai il braccio destro, mentre però la mia bacchetta volava nelle mani del mangiamorte.
    Ho detto che non avrei lavorato per il governo o per altri mangiamorte, per di più neppure tu lavori per lui quindi..no.
    Visto? Lo so dire anche io no, con la stessa fermezza. Non lo conosco, non voglio lavorare per lui, non mi fido, affatto. Dovrà imperiarmi prima che faccia qualcosa per De Sade che non sia incendiargli casa.
    Io non ti sto trattando in quel modo, ok? Sono circondata da persone che si chiedono come mai io sia fuori, che continuano a chiedermi cosa mi hai fatto, che cosa devo fare per te, e io non sto dicendo niente. Ti sto quasi... difendendo e rischio di farmi terra bruciata tutto attorno proprio perchè non penso che tu sia una persona così tremenda come vogliono credere.
    Ecco qua c'è una "Workzone", perchè non capisco che razza di giochetti stia facendo lui. Insomma devo averne paura oppure no? Per cosa posso e non posso fidarmi? Quanto posso fare affidamento e per cosa no?
    Continuerò a fare quello che mi hai chiesto, nello stesso modo di prima. Però basta, nient'altro: non metterti a raccontarmi i tuoi segretucci e sentimenti come se fossimo amici. Ti ho chiesto un favore una cosa che per me è importante , non ci hai neppure pensato se farmelo oppure no. Sarebbe molto più comodo e facile per me fare la spia, mi faciliterebbe di gran lunga la vita, e tu per me non puoi fare un piccolo sgarro? Riusciresti a farlo senza farti notare non è neppure quello il problema, è che non ti importa.
    Sì, io faccio la parte di quella che ha frainteso tutto. No dai, siamo quasi amici. Come il tipo brutto amico della gnoccona che dice "credo ci sia una forte tensione sessuale". E tutti a dire "ma dove???". Perchè dovrebbe essere amico mio? Chi sono Oprah? Sono Oprah forse? Non sono Oprah, non ho questo grande carisma. E' un mangiamorte, punto e basta, mi ha fatto uscire perchè aveva bisogno di qualcuno che gli tenesse d'occhio la bionda, l'unico motivo per cui gli importava se tiravo le cuoia o meno era che avrebbe dovuto spendere altro tempo per cercare qualcun'altro che la proteggesse. Sono io che mi faccio infinocchiare. Ce lo vedete lui ad avere degli amici? Così calcolatore fino all'estremo, è quasi incredibile che mi confidato qualcosa. E qui che mi ha fregato. Perchè mi sembra assurdo.
    Sono infastidita e sono delusa, incantenami e spediscimi a fare il lacchè di qualche altro pazzo quanto vuoi, non me la farà passare.
    E comunque, non ci vado da De Sade, giusto perchè sia chiaro.
    Basta definire i rapporti interpersonali. Esclusivamente lavoro.
    Ok mi ero esposta fin troppo, era giunto il momento di incrociare le braccia, di nuovo, come una specie di scudo.
    O sbaglio?
     
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    Aggrottò appena la fronte mentre indietreggiava ancora, poggiandosi al davanzale - Non ci ho riflettuto? - le domandò, impiegando qualche secondo anche a comprendere quell'accusa. In che senso "non ci aveva riflettuto?". La fissò ancora per qualche attimo, prima di assumere nuovamente l'abituale espressione neutra. Era un appunto che doveva fare mentalmente a se stesso, quello di far passare qualche attimo più di silenzio prima di parlare, per quanto le cose a lui potessero sembrare ovvie - Perdonami allora, permettimi di farlo adesso - continuò, tacendo poi per quello che gli sembrava un tempo ragionevolmente lungo prima di tornare ad aprire bocca - Non lo farò proprio perché intendo farti un favore. Perché se fosse un segreto avresti ragione tu, ma in questa maniera cancellare il suo nome da quel fascicolo è più controproducente che non farlo: tu al momento sei una mia dipendente - che è quello che c'è scritto su quel fascicolo - il che ti pone in una situazione di quasi intoccabilità. Nessuno può attaccare te senza il chiaro intento di voler attaccare me, e questo vale anche per lui. Se qualcuno attaccasse Ioan io potrei prendere quei fascicoli, mostrarli a chi di dovere e pretendere la testa del colpevole per non essere stato consultato a riguardo. Hai idea di cosa succederebbe se qualcuno potesse avvalersi della giustificazione del "non ne avevo idea, non è riportato sul fascicolo"? - una domanda tutto sommato semplice, ma che spingeva October un poco più addentro alla mentalità dei giochi di potere e di protezione che era quel lato del mondo. Nessuno toccava lui perché oltre ad avere Azkaban e i Dissennatori era anche un boccone molto difficile da mordere e sperare di digerire, e per lo stesso motivo nessuno toccava le persone che lui proteggeva.
    Tallulah era l'unica eccezione, ma Tallulah era un dolce troppo ghiotto per lasciarlo sul tavolo. E poi, con Tallulah, c'era l'incognita Moon...
    Si fece roteare fra le dita la sua bacchetta per qualche momento, prima di lanciarla in un arco verso di lei, rendendogliela - Immagino che, vista la mia esperienza in fatto di amici, confidenze e...come li hai chiamati?..."segretucci"?...questa sia una scelta che spetta a te - si strinse nelle spalle - Lascia perdere DeSade, comunque. Ti manderei da lui solo per ucciderlo -
     
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    Cosa faceva adesso, mi prendeva per il culo? "ci penso adesso", manca la posa del pensatore e poi avevamo tutto, anche una lunga, lunghissima pausa, lunga in maniera quasi ridicola. Stavo quasi per spazientirmi in modo definitivo quando iniziò a spiergarmi.
    Ascolto, dapprima scettica, per poi ritrovarmi a fine discorso con un'unico pensiero: ok, sono una persona tremenda. Non riesco a riassumerlo in altro modo.
    Scossi la testa, mormorando un: No, non lo so come funziona..
    Certo è ovvio che non so come funziona, non frequento il "giro", non so come sono abituati, quali regole hanno tra di loro o di che fama godano i membri del club mangiamorte nel loro ambiente. Lui sì.
    "..potrei prendere quei fascicoli, mostrarli a chi di dovere e pretendere la testa del colpevole per non essere stato consultato a riguardo" Mi bruciano gli occhi, mentre assimilo ancora quello che ha detto.
    Potevi spiegarti prima...
    farfugliai..perdeva tempo a spiegarmi ovvietà e questo lo dava per scontato? Io che ne sapevo che lavorare per lui mi rendeva un'intoccabile? O che esisteva quella catena di proprietà transitive per cui uno sgarro fatto a X che portava a Y arrivava a lui?
    Mi rassicurava molto quel discorso, non credevo di poter rientrare sotto la sua protezione, ancora meno che potesse rientrarci Ioan. Perchè magari questo sì che era un favore, molto più dei miei.
    Afferrai la mia bacchetta al volo, ricevendo una seconda risposta. Sono veramente una persona orribile. Scusa..
    mi stavo calmando, un po', e senza neppure pensarci troppo bene forse era più la fiducia che mi aveva dato lui di quella che gli avevo dato io. Mi fidavo ad intermittenza, finchè la paura non aveva la meglio. Perchè mi aveva già fregata una volta, mi aveva arrestato, ci ero stata in prigione. E se pure pensassi seriamente che quello che avevo passato mi avrebbe migliorato..era accaduto. Era istintivo non fidarsi appena qualcosa non tornava, appena percepivo una qualche minaccia. C'era troppa confusione, troppe persone che dicevano cosa avrei dovuto fare, ero confusa, non riuscivo a sentirmi assolutamente tranquilla qualsiasi decisione prendessi.
    Sono circondata da persone che mi dicono di non fidarmi, quando tiri fuori argomenti di questo genere devi essere più chiaro di un semplice "no"... non è..rassicurante.
    Rassicurazioni, serviva quello. Mi avvicinai di qualche passo, quasi vergognandomi di averlo messo in dubbio.
    Dovevo darti più fiducia, ho detto che avrei cercato di fidarmi ma...non l'ho fatto. Quindi..grazie e..scusa, di nuovo.
     
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    Non lo sapeva, e avrebbe anche potuto esserle da scusante se non fosse stata un Auror, un tempo. Ancora immobile, in quel momento stava cercando di capire come fosse possibile che gli uomini di Melinda avessero saputo così poco su tutti loro. Era così assurdo che Ares fosse riuscito a rovesciarli in quel modo quando non solo i difensori del Mondo Magico non erano stati in grado di identificare la minaccia, ma si stavano ancora rivelando sciocchi al punto da non capire i meccanismi che li spingevano? Era per quello che avevano vinto, e che continuavano a restare al comando nonostante il modo assurdo in cui i suoi colleghi sciamavano per il Regno Unito senza alcun ritegno: ai loro occhi i Mangiamorte non erano persone, con le loro forze e le loro debolezze e i loro momenti di pietà o di collera, ma insetti da schiacciare o rettili da uccidere. Creature pericolose che mordevano per il solo fatto di avere i denti, senza altra motivazione che il gusto del dolore altrui. Pensò a Ruthie, e poi a Olympia. No. Le motivazioni di ciascuno erano più profonde di così - Non fa nulla - si limitò a dirle, posando una pietra sopra quanto era uscito dalle sue labbra.
    - Le persone di cui sei circondata hanno ragione - convenne però dopo qualche attimo - Quella di non fidarsi è una buona regola, in linea di massima. Quella di non smettere mai di prestare attenzione a quello che si ha davanti agli occhi è una regola migliore, però - mosse qualche passo, distrattamente - L'ultimo consiglio di oggi è questo, October: tieni sempre gli occhi bene aperti. Nove volte su dieci le cose sono esattamente quello che sembrano, le coincidenze sono solo coincidenze e il tizio ubriaco che ti viene incontro in un vicolo scuro non è altro che quello che sembra. Il problema non è cosa fare quell'unica volta in cui le cose non sono come sembrano, ma è riconoscerla. In linea di massima colpire e poi scusarsi è un comportamento accettabile, se le conseguenze non rischiano di diventare disastrose -
     
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    No invece fa, reagisco troppo di impulso e non va bene.
    lo facevo sempre, ma sempre sempre. Non volevo diventare impenetrabile come lui ma, una moderata via di mezzo non sarebbe stata male. Pensare di più, in modo più logico. Avere paura non giustificava appieno reagire sempre così, sull'onda delle emozioni. Proprio perchè avevo paura dovevo pensare di più prima di fare qualcosa. E il suo discorso probabilmente intendeva dire proprio questo.
    C'è qualche riferimento alla situazione di adesso?
    Il problema era che...non so proprio come si fa. Ok, non ho esperienza. In linea di massima so riconoscere quando una persona mente o dice la verità, ma non so mentire, non so ragionare in maniera completamente razionale. Non ho mai fatto missioni da sola quando ero Auror, niente comunque che richiedesse qualche mirabolante capacità intellettiva. Perchè fuori dal lavoro tornavo in OFF, niente modalità Auror, ti fidi di tutti, talvolta di dimentichi la bacchetta a casa, ti puoi mettere lo smalto fucsia e le pantofole coniglio. Non ero allenata a riconoscere le eccezioni..
    Questo potrebbe essere difficile...
    Fissai il pavimento per qualche secondo, mordicchiandomi l'interno della guancia prima di trovare il coraggio di chiedere..
    ..posso venire con te qualche volta? Se devi fare qualche lavoro che..
    che non sia sbudellare qualcuno ti prego, vomiterei ovunque.Che tipo di lavoro? Non lo sai che tipi di lavoro fa, ecco il punto. Scossi la testa, forse era meglio lasciar perdere.
    Insomma qualcosa che...
    Però mi interessava, gli invidiavo il fatto di saper calcolare, manipolare, perchè sì, sapeva farlo, mi aveva pilotato fin qui. Imparare gli incantesimi era una parte quasi marginale, e quello che mi aveva detto qualche mese fa era vero, ero cresciuta più in questo breve tempo che non in anni di studi e lavoro in Ministero. Capire le persone sebbene fosse pure così bravo nel non farsi capire.
    Non sapevo come terminare la frase , così rimase lì, incompleta.
     
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    Era vero, ma non doveva essere lui a dirglielo. Non sarebbe servito più di quanto non erano servita la maggior parte di quello che le aveva detto: certe cose bisogna capirle da soli o rassegnarsi non capirle affatto - C'è un riferimento a qualsiasi lavoro tu possa fare in futuro, vicino o lontano che sia - le fece notare, perché il bello di certe regole era che valevano per ogni situazione in cui potevano valere - Per me la tua sicurezza vale più di qualsiasi missione: preferisco che tu venga a spiegarmi come mai hai schiantato un innocente credendolo una minaccia, piuttosto che dover trattare la tua liberazione dalle mani di qualcuno, o addirittura disporre per le tue esequie - chi picchia per prima picchia più forte. Una regola con delle ovvie eccezioni, ma che abbracciava un campo tale che era impossibile non considerarla per la generalità che possedeva.
    Annuì, sorridendole appena - Si - le confermò - La prossima lezione la svolgeremo sul campo, allora. Ma... - e c'era un "ma" - Solo se saprai mostrarmi di nuovo quello splendido Maledictus - perché non ne aveva mai visto uno formato così bene al primo tentativo. Che rabbia doveva nutrire, October, per affondare così a fondo nella sua anima?
     
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37 replies since 19/5/2014, 18:18   284 views
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