To be or not to be.

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    Per una qualche assurda motivazione quella cosa non lo sorprendeva affatto. Scoprire che Mortimer Cadaverius aveva davvero ricevuto dei voti era stato sorprendente, e chi meglio di lei avrebbe potuto votare proprio lui? Sarebbe perfino stata una cosa da approfondire, se non si fosse trattato di una tale futilità in confronto agli argomenti che danzavano fra di loro. C'era un confine molto sottile fra fiducia e diffidenza. Troppo sottile, per non rispettare a dovere quel passaggio - Riguarda il modo in cui ti hanno accolta al tuo ritorno? - le domandò invece. Era un altro degli aspetti peggiori della prigionia quello di uscire e scoprire che chi ci attendeva fuori non ci aveva aspettato come avremmo creduto. Dipendeva dal fatto che i suoi amici, latitanti, l'avevano ripudiata o dal fatto che il suo uomo si fosse trovato una nuova compagna? Chissà quanti l'avevano creduta morta, e più doloroso di un lutto c'era solo il ritorno di una persona che imponeva la restituzione di un posto ormai colmo di altro. Era una delle sensazione che aveva meno invidiato per tutta la sua vita.
    E sia, domanda per domanda.
    Volse il viso verso la vetrata, pacato, cercando con lo sguardo quella scogliera che da quel punto non si poteva vedere. Fissava l'orizzonte, cercando di capire quanto enorme fosse il baratro su cui si stava dondolando, ignorando volutamente le conseguenze di un seppur minimo errore. Avrebbe potuto imperiarla o obbligarla ad accettare un voto infrangibile, ci aveva pensato poco prima, eppure con lei non aveva mai preso in considerazione quelle opzioni perché, in un modo contorto, si rendeva conto che sarebbe stato sbagliato proteggere Tallulah con qualcosa che non avrebbe mai accettato - Ha detto di amarmi - confessò infine, tornando a fissare October. I suoi pensieri le passarono con una tale chiarezza sul viso da rendere inutile qualsiasi forma di telepatia. Come si poteva amare uno come lui? Eppure... - Non so se è vero, ma immagino di si. Non è comunque quello che importa -
    Domanda per domanda, però - Hai detto che ti turba la situazione attuale, e che inquina tutti i tuoi ricordi felici. Cosa intendevi? -
     
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    Riguardava l'accoglienza? Uhm, beh alla fine non c'erano stati dei veri e propri problemi di accoglienza, a parte un "stronza", una bacchetta puntata contro e essere stata appiccicata ad un muro poi era andato tutto bene..
    No qualcuno era anche contento di rivedermi. Altri non sembravano molto convinti...
    avevo attribuito quella poca convinzione al "e tu che diamine ci fai fuori, non eri mezza morta?" decisamente meno mortificante del "cazzo ma non ti eri tolta dalle palle per sempre?" quello sì che mi avrebbe atterrata.
    Il problema è che le risposte alle loro domande non sono state gradite. O non ci sono state. Pensano che mi hai fatto il lavaggio del cervello.
    Probabilmente ero anche io che gli davo motivo di crederlo. Sarebbe stato più appropriato che me ne andassi in giro sputando rabbia e odio nei suoi confronti. Invece alla fine di ogni discussione cosa avevo fatto? Mi ero ritrovata a difenderlo quasi. Il punto è che non sono mai stata brava a fingere, non riuscivo a tirar fuori dell'odio o della rabbia, almeno non verso qualcuno in particolare. Odiavo la situazione in cui ero.
    Alla mia domanda lo fece di nuovo, di guardare da un'altra parte, fuori. Se avevo imparato voleva dire che avrebbe risposto sinceramente, nel bene o nel male voleva che conoscessi il meno possibile la sua reazione ai sentimenti della ragazza.
    Non lo facevo apposta, davvero, ma per l'ennesima volta mi si dipinse uno sguardo sorpreso sul viso. Quindi lei aveva il ragazzo ma amava lui, che amava lei che a sua volta stava con un'altra persona. Se avessi avuto un po' di tempo in più per pensarci sarei forse riuscita a ricostruire la possibile dinamica, ma sul momento restavo con quell'espressione.
    Ok, c'è qualcosa che non torna in tutto questo lo sai vero? Tipo che entrambi state con qualcun'altro...e che tu non vuoi farle sapere che la fai controllare...
    Infondo a diciottanni ero stata per cinque mesi con un gay, chi ero per giudicare le cotte adolescenziali altrui? Probabilmente sarebbe piaciuto anche a me qualche anno fa. Sì ero ancora più stupida.
    Vuol dire che non riesco a isolare un singolo ricordo o momento felice. Perchè....
    presi un respiro profondo, per poi sbuffare.
    Perchè ho detto della guardia morta a qualcuno, la reazione è stata tremenda e adesso ho il terrore che tutti reagiscano allo stesso modo. E se non è per questo, se resto zitta e non parlo allora credono che non mi fidi di loro. O che stia nascondendo qualcosa. Quindi non riesco a pensare a niente di felice che non comprenda queste persone che adesso non mi vogliono o che non includa un aspetto di me che non c'è più.
     
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    Si, non faticava ad immaginare la sfiducia con cui era stata accolta. Dovevano essere tutti pronti a temere una trappola o un inganno, immaginando che lei li avesse venduti accordandosi con lui. In certi casi non serviva nemmeno faticare per installare delle trappole perché erano le stesse vittime a costruirsele intorno nell'incertezza di quello che avrebbero dovuto fare e di questo gli auror dovevano essere consapevoli quanto lui. Solo, non esisteva un modo indolore per uscirne. Per nessuno - Immagino si aspettassero racconti di terribili torture e atroci privazioni. Capisco - ammise. I loro dubbi c'entravano poco con il trattamento che aveva riservato ad October, così come c'entravano poco le loro accuse e i loro pensieri - Magari danno per scontato che ti abbia obliviato per fartene dimenticare - aggiunse con una scrollata di spalle. Ragionando per assurdo avrebbe potuto non essere nemmeno la vera October. Avrebbe potuto essere una persona che ne aveva l'aspetto, le idee e perfino i ricordi, ma non essere lei.
    Per questo, in quel genere di guerre, quando qualcuno veniva catturato era più semplice sperare che fosse morto. Non si sapeva mai chi sarebbe tornato indietro.
    - Non la faccio controllare, October : non ti ho mai chiesto di sapere cosa fa, dove va o con chi si vede. Ti ho chiesto di proteggerla - chiarì, quasi offeso da quella blanda insinuazione. Non stava spiando Tallulah. Lui voleva che lei fosse libera di vivere la sua vita come più le piaceva, ma non avrebbe mai potuto farlo con quelle minacce che le pendevano sul capo. Non senza qualcuno che la proteggesse - Perché entrambi stiamo con qualcun altro, ed entrambi abbiamo già qualcosa cui essere fedeli - sorrise, un po di se stesso e un po' dell'assurdità di quella situazione - Non credo nemmeno che si sia resa conto che io so cosa pensa davvero dell'attuale governo e di quello che tutto noi...io per primo...rappresentiamo. Ho giurato a Michael di servirlo finché avesse avuto bisogno di me, e non c'è un modo in cui io possa svincolarmi da questo giuramento senza attirare su di me le peggiori catastrofi - allargò le mani, come a voler mostrare qualcosa che si trovava fisicamente di fronte a loro - Non potrei mai tradire Michael ma, se anche lo facessi, non farei altro che attirarmi addosso l'ira di tutti i Mangiamorte. Allo stesso modo non posso chiedergli di liberarmi dal mio giuramento perché se uscissi dalla sua protezione...senza Azkaban, senza alleati né risorse...sarei alla mercé di chiunque voglia vendicarsi di me, compresi i tuoi amici. Potrei fuggire, potrei sopravvivere come ho sempre fatto ma...tu, tu October, condanneresti l'uomo che ami ad un'esistenza simile? - scosse la testa - C'è qualcosa che non torna, lo so. Eppure non esistono altre vie d'uscita -
    Gli ci volle qualche istante di silenzio per riprendere il controllo di quello che stavano facendo. Odiava essere umano. Era così frustrante - Immagino sia inutile che proprio io ti spieghi per quale motivo quella guardia doveva morire perché tu potessi sopravvivere. Non possono capirlo perché non c'erano, e c'è un intero mondo che è fuori dalla portata di chi non desidera guardarlo - le fece un cenno con la mano, di continuare a parlare - Non pensare adesso, torna indietro. Come nell'Occlumanzia, devi trovare un luogo in cui rifugiarti, un ricordo felice che non sia intaccato dalla tua quotidianità. Parlami della tua infanzia -
     
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    ..non mi hai obliviato per farmene dimenticare vero?
    Oh scusate, io non ci avevo proprio pensato a questa eventualità. Tuttavia questo tipo di domande pareva indignarlo oltremodo quindi mi affrettai ad aggiungere un:
    suvvia stavo scherzando.
    Sembrava offendersi molto spesso ed essere particolarmente attaccato al senso delle parole. Cosa che per uno straniero potrebbe essere o assurdo o totalmente ragionevole.
    Eddai hai capito il senso. E comunque io praticamente la controllo...
    il senso era sempre quello, che le aveva messo qualcuno al culo. In senso del tutto figurato si intende.
    Dipende dal prezzo che si paga per non essere costretti a scappare presumo.
    una risposta secca in realtà. Avevo capito che a lui non pesava fare quello che faceva, anzi pareva apprezzare molto i benefici che la sua posizione gli concedeva. Non sapevo che grado di amicizie avesse, ma a vederlo sembrava la tipica persona che non si scompone neppure con chi dovrebbe essergli più vicino. Tra i mangiamorte non si fidava di nessuno abbastanza da affidare ad uno di loro la protezione della Tassorosso. Quindi aveva alla fine dei veri amici? La sua famiglia non veniva mai nominata, e se lo aveva fatto era con un distacco tale da non far pensare che ci fosse un vero legame. Quindi alla fine era solo. Valeva la pena essere soli per una torre in mezzo al mare e il potere di sbatterci gente dentro?
    Sì ma se state con qualcun'altro allora siete entrambi delle teste di cazzo, scusa tanto...
    alzai le mani, come a voler sottolineare ulteriormente quella scusa, che ovviamente non era una vera e propria scusa.
    Eh..potreste stare anche da soli senza prendere per il culo altre persone. E se proprio devi farlo.."quello" insomma...non so trovati una groupie, non ne avete?
    Una qualche ragazzetta purosangue che sbava dietro agli esponenti dei Mangiamorte esisterà pure no? Sì dovrei farmi gli affari miei, lo so. E anche se la simpatia per quella schizzata rossa con cui sta è paragonabile a una cacca di piccione sul vestito nuovo, in quanto cornificata plurime volte non riesco a starmene zitta.
    Da quello che ha detto emerge che non sono affatto l'unica ad avere problemi sentimentali. In pratica che questa situazione finisca bene oppure male sono come quei tizi dei romanzi che non possono stare insieme. E sapete che succede? Esatto: mi dispiace.
    Ma la caccia al mio patronus perduto non sembra essere finita. Non sono riuscita a liquidarlo.
    ....io faccio schifo in Occlumanzia...
    ammetto, con una specie di pigolio. L'infanzia, un ritorno all'infanzia. In quel momento mi sentivo così lontana da quel concetto che rimasi in silenzio per un tempo che sembrava infinito. Sembrava impossibile ricordarsi che era esistito davvero un periodo lunghissimo della mia vita in cui ero stata senza pensieri, senza angoscie, paure. Dove il problema più grande era che mamma mi lasciasse accesa la lucetta di camera o che il lucidalabbra a sconto venisse venduto prima di radunare la paghetta.
    Ok, concentrazione, un ricordo particolarmente felice. La cucinetta in miniatura la mattina di natale. No non era un ricordo felice. Insomma ero stata molto felice a vederla ma adesso ne avevo una vera di cucine e non si puliva mai da sola. Era un po' una scocciatura..
    Uhm..papà che mi lancia nel lago, che mi fa fare i tuffi mettendomi a sedere sulle spalle per poi farmi cadere in acqua..proviamo con questo.
    Stavolta esce comunque uno schifo, ma forse quella nuvoletta di fumo aveva delle zampe stavolta..sembravano zampe no?
    Sbuffo sconsolata.
    Forse devo farmi davvero quella canna che ho nascosto nel portafogli...
     
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    Non valeva nemmeno la pena di rispondere a quella domanda. Non avrebbe sicuramente potuto affermare con sincerità che non avrebbe mai fatto una cosa simile - o che non l'aveva mai fatta per davvero - ma se così fosse non lo avrebbe mai ammesso con lei, quindi perché chiederlo? E poi sarebbe venuto meno il rapporto di fiducia che avevano costruito fino a quel punto.
    I minuti successivi però furono interamente dedicati a quella cosa del controllo. Parve rifletterci sopra a lungo, in silenzio, osservando quel problema da tutti i punti di vista come mai gli era successo di fare con una questione squisitamente etica - Non è importante che non sia nelle mie intenzioni? - le chiese alla fine. Sul viso aveva una punta di curiosità quasi infantile. Davvero desiderava capire - Che ti abbia chiesto di proteggerla e non di spiarla, e che non chieda mai un resoconto dei suoi movimenti? - chiese ancora. Stava molto attento a non farlo, nella stessa maniera in cui non aveva chiesto di quel ragazzo che October aveva citato poco prima, o di chi fossero i suoi amici. Era importante senza esserlo.
    Piegò appena la testa di lato - Prezzo? - domandò ancora. October si stava lentamente trasformando nello specchio tramite cui vedeva il mondo con occhi diversi - con gli occhi nuovi regalatigli da Tallulah - e i tre quarti di quello che vedeva sfuggiva alla sua comprensione - Immagino che il prezzo sia il non poter vivere una relazione normale...se questa parola ha un senso...almeno non con me -
    Quello che successe poi, era qualcosa che non era mai successa dal giorno in cui si erano incontrati per la prima volta al San Mungo. Erano passati più di sei mesi da allora, ed ognuno dei due era la persona che l'altro aveva visto più a lungo in quel periodo però mai, mai, Kostia le aveva rivolto più di un sorriso. Lo aveva fatto spesso, e con un piacere raro, ma non era mai andato oltre.
    In quel momento, invece, rise.
    Fu una risata stentata, roca, che gli uscì singhiozzante dalle labbra. Una risata brutta, imperfetta, mai sfiorata dall'accurata precisione con cui aveva modellato ogni istante della sua vita e, proprio per quello, sincera - Non è il sesso - disse dopo qualche attimo, alzandosi in piedi. Sul volto c'era ancora una traccia d'ilarità che non riusciva a scacciare- Quello è...marginale? - le domandò. Era quasi incredibile scoprirsi lì, a cercare di spiegare a qualcuno qualcosa di sentimentale. Il sorriso gli si allargò di un poco - E' successo solo due volte. Una prima che conoscessimo i nostri due...le nostre due "persone"...e l'altra non molto tempo fa. Non è il sesso, è lei. E' lei che rende diverso tutto - scosse la testa, riacquistando un poco del suo abituale controllo - So che sembra banale, forse lo è, ma per me è qualcosa di profondamente diverso da qualsiasi persona cosa abbia mai incontrato in vita mia -
    Aveva camminato fino alla vetrata, volgendosi solo quando vi fu vicino - Hai una canna nel portafogli? - le domandò. Non una cosa sorprendente ma quantomeno insolita - Abitualmente non approvo l'utilizzo di alcool o droghe sul lavoro, ma se credi che ti possa aiutare... - mosse la mano, lasciando la frase in sospeso. Se glielo avesse chiesto uno qualsiasi delle guardie l'avrebbe gettato giù dalla finestra senza nemmeno pensarci.
     
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    Mi strinsi nelle spalle annuendo.
    Sì la differenza è che se mi avessi chiesto cosa faceva e chi vedeva saresti sembrato un malato di mente...o me una decina di anni fa.
    A 16 anni sembrava di vitale importanza conoscere ogni singolo movimento dello gnocco di turno. Forse mi stavo prendendo troppa confidenza? Pazienza, tanto se non mi aveva lanciato come un frisbee in mare una frecciatina di più o una in meno non avrebbero fatto al differenza. Almeno era quello che speravo.
    Sì ma..non mi pare che sia solo con lei.
    Ora di offende, me lo sento troppo che si offende....
    Insomma comunque vada tu non ti fidi di nessuno perchè è troppo rischioso, valuti ogni cosa analiticamente. E ho capito che hai sempre dovuto fare così, che probabilmente è un modo di fare che ti ha salvato il culo troppe volte ma..insomma..chiami questo posto casa tua, ma se non c'è nessuno con cui starci a cosa serve?
    Si era capito il senso? Nei mesi in cui ero stata ricercata non mi era mancata casa mia, in quanto abitazione. Era peggio adesso, poterci andare ma sentirmi sola, non avere un appoggio, qualcuno che sentissi veramente vicino.
    A questo punto potrei tirare fuori qualche aforisma sul rischiare e il senso della vita ma credo tu sia più acculturato di me...
    sdrammatizziamo così, stringendosi nuovamente nelle spalle.
    E poi successe una cosa strana. Giuro ma strana forte. Stava ridendo. Ma rideva proprio male. Se non fosse che era quasi inquietante avrei riso anche io. Davvero. Mi limitai ad un cauto sorriso.
    Non intendevo con lei Kostia.
    Inarcai le sopracciglia.
    Ho capito che la ritieni una relazione impossibile ma...
    Mi stavo impicciando troppo. Sì, lo sentivo proprio, nell'aria c'era una specie di allarme rosso, stavo entrando nella restricted area senza nemmeno bussare.
    Non dovresti stare con quel...furetto psicopatico come si chiama..Ruthie
    non era colpa mia se la stampa amava la cronaca rosa. Io volevo cercare se era ricercato per qualche omicidio e prepararmi psicologicamente ad un eventuale sistuazione in cui il cadavere potevo essere io, ma era uscito fuori questo quindi..
    se dici questo di Talullah. Piuttosto stai da solo. Ha la faccia di una che può tagliarti letteralmente le palle se lo scopre...quell'altra non la Tassa..Insomma ci dovrebbe essere una sola persona, non due. E' uno schifo essere la ruota di scorta.
    Allarme rosso, allarme rosso! Mi ero catapultata nella zona ad accesso limitato. Non sarei arrivata mai ai 100 anni se continuavo così.
    Forse avrei dovuto farmela davvero la canna, magari mi addormentavo di botto e la smettevo di impicciarmi senza ritegno. Solo che non mi pareva brillare per empatia. Era già una sorpresa che avesse sul serio dei sentimenti, che riuscisse a immedesimarsi nel prossimo magari era chiedere troppo...inoltre era un uomo.
    Credo di aver superato il limite dove mi facevo i cazzi miei qualche battuta fa...scusa. Vita tua, affari tuoi, è che di solito parlo così con..
    gli amici. No non eravamo amici. O forse eravamo amici. No era il capo. Era un Adam Carter. No suscitavano due tipi di soggezione diverse.
    E' che..per una volta che parlava, e sembrava una persona normale mi ero fatta prendere la mano. Tipo sapete no? Quando mamma sembra particolarmente in vena di shopping e allora cerchi di buttare nel carrello più cose possibili, di cavalcare l'onda..
    Io però da parte mia non avevo assolutamente voglia di parlare di me, così come non hai mai voglia di sborsare soldi di tasca tua. Era più interessante il suo lato della barca.
    Beh potrei avercela..per delle emergenze emotive...comunque no giusto, a lavoro niente fumo.
    Niente accenni a ritentare il patronus, avete notato vero?
     
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    Rimase in silenzio, tranquillo, ascoltando tutto quello che October parve ritenere giusto sulla sua situazione. Su Tallulah, su Ruthie...perfino su Azkaban. Casa sua. Era vero, e poco contava che tecnicamente non era corretto dire che ci viveva da solo: quella era casa sua e solo casa sua. Annuì perfino a quello pur consapevole che, proprio perché Azkaban non era solo casa sua, non avrebbe nemmeno potuto essere nulla di diverso.
    Quando lei ebbe finito di parlare, però, Kostia poté solo limitarsi a stringere le spalle e porla davanti ad una delle poche, strambe illogicità della sua vita - Mi fido di te - e su di lei avrebbe potuto drappeggiare tutti quegli aforismi che la stessa October aveva citato per prima. Quelli sul rischio e sulla vita. Non le aveva affidato solo un segreto, confessandole di Tallulah, ma le aveva affidato qualcosa che lei avrebbe potuto usare per tentare di rovinarlo. Lui lo sapeva e, supponeva, stava iniziando a capirlo anche lei.
    Che non lo facesse per lealtà o perché ne temeva le conseguenze importava poco: in quello, da quando le aveva promesso sincerità, era stato completamente onesto.
    - No, ti prego - scosse la testa, ancora in parte divertito da quella situazione di una stranezza tale da poter essere solo divertente o inquietante - Non sono molte le persone con cui parlo in questa maniera. Con cui parlo in generale, a dire il vero - le spiegò, muovendo appena la mano. C'era un certo gusto, nella questione - Quanto a Ruthie, temo che il discorso sia più complesso di quanto sembri... - iniziò a dirle, muovendo poi qualche passo distratto lungo il confine della stanza. Rifletté un poco, prima di riprendere a parlare - Credo che la minaccia che hai ventilato sia alquanto plausibile, ciò nonostante mi trovo anche con lei in una posizione...nuova? ...insolita, diciamo. Ruthie ha bisogno di me - ammise infine - Cosa che mi pone in una situazione anch'essa insolita - aggiunse poi.
    Passò qualche altro istante in silenzio, prima di scuotere la testa - Comunque - riprese - Parlavamo della tua infanzia. Non ricordi nulla di davvero felice? -
     
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    Niente allarme rosso, nessuna sirena di evacuazione, ne elicotteri con grosse luci puntate che ti informavano che avevi violato la "cazzimiei"restricted area e che adesso erano guai. Come al solito avrei dovuto essere felice di ciò no? Eppure era talmente strano che non ci riuscivo del tutto.
    E' per questo che hai deciso di gestirla così?
    domandai allargando le mani per indicare..beh, il posto in cui eravamo. Dovevo dargli ragione su questo: prima il trattamento riservato a chi veniva condannato a Azkaban non era dei migliori. Non che stare qua dentro lo fosse, ma almeno era più dignitoso e i dissennatori se ne stavano alla larga dalle celle. Almeno su questo contavo.
    Perchè hai visto come ne è uscita lei?
    Restava sempre un furetto pazzo, perchè....perchè sì, lo era. Non sapevo quanto fosse dipeso dalla prigionia e quanto invece gli fosse stato regalato da madre natura o dalla vita, ma di certo bene non le aveva fatto. Non farebbe bene a nessuno, forse fa peggio a chi si è meritato di stare qua dentro.
    O Moon davvero se l'era scelto perchè adorava l'idea politicamente corretta del trattamento umano dei detenuti....ci vogliamo credere? O era un modo per tenerlo buono e al diavolo quel che combinava?
    Sì ma...insomma ero felice quasi sempre ma in un modo...stupido, senza una ragione reale.
    Sì e va bene è vero, non mi stavo impegnando! Ma insomma è una fatica mentale non indifferente, e io odio le cose mentali. Sul serio, ci vuole troppa concentrazione e io mi distraggo facilmente. Inoltre è noioso e molto poco immediato. Insomma sono lì a sedere in questa stanza con quel tirami il dito, su una vetrata...sebbene la stanza sia spoglia è una stanza "estranea" mi distrae comunque. Potrei chiudere gli occhi ma mi sentirei comunque stupida. Insomma è lì, non mi viene proprio di fare yoga ad occhi chiusi.
    Non posso farlo a casa mia? Sul serio mi ci impegno..
    da qualche parte sospettavo che almeno un abbozzo stilizzato di patronus avrei dovuto forniglielo per poter uscire da qui.

    dopo 15 minuti di tentativi. Non ne posso veramente più. Sento di aver praticamente ripercorso a ritroso ogni istante della mia vita!
    Forse ci sono!!
    Le feste di primavera. Le feste di primavera erano belle, smetteva di piovere, di nevicare, tornava tutto verde, tornava il sole, si andava alla casa sul fiordo, mi toglievo Ivan dalle scatole dopo l'inverno passato quasi interamente in casa a distanza fin troppo ravvicinata..c'era la musica, lunghe tavolate di persone tutte stipate nel bosco..
    Expecto Patronus
    Non era il patronus migliore, ovviamente, insomma stavo pensando ad una festa di primavera...ma almeno era inequivocabilmente una volpe. Aveva la coda stavolta. Pure grossa insomma.
    Strinsi il pugno in segno di vittoria.
    Ora pausa però, avrò perso ottomila calorie solo per questo.
     
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    Non era solo per via di Ruthie, ma la rossa aveva sicuramente il suo merito a riguardo. Azkaban era un luogo che faceva molta più paura di quanto non facesse prima che la prendesse in mano sua ma, in fin dei conti, era un posto molto più umano in cui finire di quanto non fosse stata a quei tempi. Succedevano ancora cose orribili, quello era vero, eppure non accadevano a nessuno che non se le fosse cercate o che non le meritasse per una qualche ragione ben precisa: la grande maggioranza dei detenuti veniva rinchiusa e se ne stava lì, a leggere o scrivere o fissare il soffitto, dimentica del mondo e dimenticata da esso - Nonostante quello che credi di me, October, non sono una persona che ama la crudeltà gratuita o la violenza senza costrutto - iniziò a spiegarle. Aveva fatto cose terribili nel corso della sua vita, ma non le aveva mai fatte per il solo piacere di farle. Il fine giustificava i mezzi e lì si trattava solo di stabilire dove si trovasse il confine fra quello che era lecito e quello che non era lecito fare - I dissennatori devono potersi nutrire, ma a che scopo lasciarli vagare liberi, a loro piacimento, fra i prigionieri? Cosa ne ottengo, che abbiano paura? Confido di non avere bisogno di simili mezzi per farmi rispettare -
    Scosse poi la testa, sorridendole - No, non puoi farlo a casa - e principalmente per via del fatto che, nonostante le promesse, non lo avrebbe fatto. Non si sarebbe impegnata, e si sarebbe fatta ammazzare. Ovvio. Così se ne stette lì, immobile, ad osservarla tentativo dopo tentativo, in attesa del momento in cui ci sarebbe riuscita. Perché Kostia era sicuro che ci sarebbe riuscita, che alla fine la volpe di October avrebbe preso forma di fronte ai loro occhi.
    E così fu.
    - Brava - applaudì nel pronunciare quel semplice complimento, due volte. Quella ragazza gli stava dando davvero tante soddisfazioni - Cinque minuti, poi proviamo un'altra cosa - stabilì, lasciandola libera di sedersi dove più gradiva - Nel frattempo dimmi: com'è stato il ritorno a casa? Il signor Guffrud ti ha aspettato? -
     
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    Mi ritrovai ad annuire.
    Sì, mi ero fatta quest'idea. Finchè non hai detto che ci sono persone che vorrebbero schiacciarti la testa prima che tu possa mordere. Il che mi ha confuso abbastanza per non darlo per scontato.
    Nonostante la nebbia iniziasse a diradarsi non avrei messo la mano sul fuoco su nulla che lo figuardasse. Se i suoi discorsi erano costruiti una volta per incutere timore, l'altra per rassicurare, altre volte ancora per fare entrambe le cose non saprei dirlo. Di fatto l'effetto era sicuramente quello. Qualche volta inquietante, qualche volta no. Qualche volta con un divario così grande da non poter credere che fosse la stessa persona, altre volte il confine era molto sottile.
    No infatti è molto meglio lasciarli andare in giro per un villaggio dove potrebbero nutrirsi della prima persona che trovano.
    Avrei preferito che venissero usati sui prigionieri? No.
    Dovresti toglierli di mezzo e basta. Sono esseri inutili in ogni caso.
    La pena ultima del mondo magico, la sentenza di morte del mondo magico. Il bacio del dissennatore, un modo come un'altro di ripulirsi la coscienza, non ti sporcavi le mani e punivi chi se lo meritava. Una lobotomia dell'anima, una cosa estremamente umana... che continuassero a raccontarselo.
    Confidavo veramente in quei 5 minuti di pausa, avevo iniziato a rilassarmi sul serio,schioccando la schiena, rilassandomi sulla sedia come un palloncino sgonfio. Invece alla sua domanda tornai ad irrigidirmi come uno stoccafisso. Rimasi in silenzio forse troppo. Ma era una domanda che non mi aspettavo affatto. Spiacevole, sotto molti punti di vista. Sia per il fatto che potesse farmi quella domanda, sia per la risposta a quella domanda.
    Avevi detto che non mi avresti fatto seguire.
    Fiducia un corno a quanto pare. Era un "ti tengo per le palle anche io". Colpa mia senza dubbio, mi ero precipitata lì e basta, affidandomi alla rassicurazione che nessuno avrebbe controllato dove andavo o chi vedevo.
    Non sono neppure più affari miei, non vedo perchè debbano essere tuoi.
    Avevano ragione, non dovevo farmi fregare, non dovevo ascoltarlo. Avevano ragione. Riportai la mano sulla bacchetta, che avevo abbandonato sul tavolo dopo il patronus, facendola rotolare avanti e indietro. Era una cosa ragionevole dopotutto, nessuno ti da il potere di fregarlo senza assicurarsi di avere la capacità di fare altrettanto.
     
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    - Infatti - commentò, accigliandosi appena. Gli ci volle qualche momento per iniziare a capire quello che October aveva frainteso, e il momento in cui la vide raccogliere la bacchetta per capire come lo avesse frainteso. Per qualche assurda ragione October aveva dato per scontato che la sua relazione con Ioan Guffrud fosse un segreto e che il fatto che lui lo sapesse lo mettesse in pericolo. Punto di vista tutto sommato comprensibile, ma che non cambiava in nessuna maniera da ciò che era fino al giorno prima della sua liberazione, o ad uno qualsiasi dei sei mesi precedenti - Il suo nome è nel tuo fascicolo da ricercata, ed è stato segnalato per aver fatto molte domande dopo il tuo arresto. Perdonami, non pensavo fosse un segreto - né ancora credeva che lo fosse. Aveva forse sbagliato a dare per scontato che lui fosse la prima persona da cui sarebbe andata?
    - Hai ragione, non sono affari miei - convenne, allargando le braccia. Nemmeno quello era del tutto esatto, ma lo era comunque con una certa approssimazione - Cercavo solo di fare...conversazione? Può dirsi così? - le chiese, scuotendo poi la testa. Pazienza. Andava bene comunque.
    - Prova di nuovo con il Patronus - la invitò, estraendo la bacchetta a sua volta - Io evocherò il Maledictus. Non ti attaccherò davvero, ma tu cerca comunque di proteggerti: hai potuto vedere che è un incantesimo molto efficace, e ha trovato un gran numero di estimatori fra i miei colleghi. Pronta? -
     
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    Su un fascicolo. Mi ritrovai a scuotere la testa mentre tornava tutto a galla.
    Non sapevo che avesse fatto domande, è mezzosangue e non sono la persona migliore a cui essere collegati in questo momento. Quindi toglilo
    Mi aveva lasciato perchè non volevo che si mettesse in mezzo, perchè non volevo che restasse coinvolto e invece il suo nome era in un fascicolo vicino al mio. Possibile che non riuscissi a sistemare niente? Sembrava di essere sulla cima di un pendio a guardare tutte le tue cose rotolare giù e non riuscire a salvarne neppure una.
    Per favore
    Aveva cercato di capire dove diavolo fossi finita e non potevo fargliene una colpa, la colpa era mia che prima di andare al San Mungo a lui neppure ci avevo pensato. Mi aveva fatto stare da lui quando ero ricercata, e io ero andata senza neppure preoccuparmi che se fossi stata catturata avrebbero anche potuto farmi dire chi mi aveva aiutato in quei mesi. Un mezzosangue che ha aiutato una traditrice...praticamente bastava per fargli avere un posto riservato qua dentro. Azkaban, da oggi accetta anche prenotazioni!
    Non hai scelto un buon argomento di conversazione: è stato un ritorno pessimo.
    Non riuscii a bloccarli, ne i pensieri ne i ricordi dell'ultimo mese, da quando ero uscita da Azkaban, tornarono ad appiccicarmisi sopra come la tela di un ragno
    No non sono pronta...
    risposi quel poco di tempo dopo che bastava per vedere il serpente già uscire dalla bacchetta. Mi morsi il labbro inferiore continuando a fare cenno di no col capo. Non mi stava attaccando ma continuava comunque ad avvicinarsi.
    Non riesco a farlo adesso...
    Nervosa, era forse la parola che rispecchiava al meglio lo stato d'animo. Il fatto che avesse tirato fuori Ioan mi aveva colpito su un punto scoperto. Forse era vero che non mi aveva fatto seguire, ma aveva comunque messo in luce quanto stupida fossi stata a non fare più attenzione..mi sembrava di non essere uscita realmente da questo posto, come mi giravo rischiavo comunque di rompere qualcosa attorno a me, o me stessa. C'erano troppe cose per cui avevo paura e non riuscivo a trovare un punto fermo. E cercare qualcosa di felice con quell'affare lì davanti, che strisciava era come essere punzecchiati mentre cerchi di calmarti. Un passetto indietro, e un'altro ancora. Stupido serpente...
    Expecto Patronus..
    niente. Un accidente di niente. Altro passo indietro, quella bestia era troppo vicina ai miei piedi. Rimpiangevo che non fosse un serpente vero per poterlo vaporizzare all'istante. Gli rovesciai sopra una sedia. Lo sapevo che non serviva a nulla ma era istintivo.
     
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    Scosse appena la testa, in un cenno più di diniego che d'impotenza - Quello che mi stai chiedendo è tradimento, October - un genere di cosa che Kostia era convinto non avrebbe mai fatto, nemmeno in circostanze così minime - E non avrebbe comunque senso: potrei cancellarlo dalla mia copia, e forse perfino da quella che si trova al reparto Auror, ma non potrei mai toccare la copia di Michael né servirebbe a qualche cosa. Non l'ho scritto io quel fascicolo, quindi altri sanno del vostro legame. Come ti dicevo, non mi ero reso conto fosse un segreto -
    L'anaconda apparve dalla bacchetta di Kostia, arrotolandosi fino a riempire la sua parte della stanza. Si muoveva lentamente, ondeggiando su se stessa, mentre le sue spire scivolavano sotto al letto e verso la porta. Gli occhi dell'animale, due pozzi del nero più fondo, puntarono direttamente su di lei mentre la lingua biforcuta usciva a saggiare l'aria - Un Maledictus è per definizione paura, October - Kostia stava in piedi in mezzo a quei cerchi, apparentemente immune dal loro effetto - E' studiato per incuterne e per fare del male - l'anaconda protese la testa, facendo scattare le zanne a poca distanza da lei. Si mosse rapida, dietro il tocco della bacchetta di Kostia, schivando gran parte della sedia che lei gli aveva rovesciato addosso. Lo schienale, che la colpì, gli passò attraverso come in una nube di fumo - Se resti consapevole di questo non è un incanto da cui è impossibile difendersi. E' un dissennatore, October, e devi comportarti come di fronte ad uno di essi: non farlo avvicinare ed evoca il tuo patronus - spostò indietro la bacchetta, facendo indietreggiare il serpente su se stesso. Voleva mordere, voleva attaccarla.
    - Oppure cerca di evocarne uno tuo - riprese dopo qualche momento - E' un'arma potente, e si nutre di odio, frustrazione e tristezza quanto un patronus di gioia e felicità. Non mi importa October: scegli tu il modo in cui farlo ma devi essere in grado di proteggere te stessa -
     
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    No io ti sto chiedendo un favore.
    Se c'era davvero così poco su di lui cosa gli costava toglierlo? Era un nome, soltanto un nome. Mi aveva chiesto di proteggere la Barton, lo stavo facendo. Mi stava anche dispiacendo per tutta quella storiella strappalacrime che aveva tirato fuori, tanto da dimenticare che in questa faccenda avevamo tutti degli interessi da difendere, ed erano quelli che stavano al primo posto. Evidentemente per entrambi. Forse sì non era un segreto, ma non importava. Gli stavo chiedendo una cosa semplice, una cosa a cui sicuramente non aveva fatto caso nessuno. Una cosa che poteva sicuramente fare. E di nuovo mi serviva quella storia del giuramento a Micheal Moon....sebbene irrazionale la sua risposta mi aveva tirato fuori, di nuovo la rabbia. Profonda.
    L'anaconda continuava a strisciare attorno ai miei piedi, avvicinandosi sempre di più per poi allontanarsi e scattare di nuovo.
    Lo so cosa è non mi serve una lezione di incantesimi. Ritira questo schifo...
    anche se l'incapacità di evocare un patronus poteva essere la dimostrazione vivente del contrario. Almeno io non ero un groviglio di freddi calcoli razionali. In quel momento ero profondamente irrazionale. Come un balzo indietro nel tempo, cancellando per un momento la gratitudine e quello che forse poteva essere un piccolo germoglio di amicizia per quell'uomo.
    Potrei fregarti in qualsiasi momento lo sai? C'è un sacco di gente incazzata con te, veramente tanta.
    anche gente che non conoscevo a quanto mi aveva raccontato. E io avevo un'anaconda fumogena ai piedi, che tentava di mordere, ma infondo la controllava lui. Non so evocare un patronus per fermare il dissennatore pret a porter ma posso sempre colpire il mago che lo ha evocato.
    Expecto....maledictus
    Uscì una bolla di fumo nero, identico a quello di un patronus, solo che questo era nero, quasi più denso, fino ad ammassarsi in un esserino esile e minuto, appena più piccolo della sua controparte patrono, con lunghi artigli, delle orecchie che sembravano quasi affilate anch'esse. Orrendo non tanto nell'aspetto quanto nel modo di muoversi. Veloce, e nero quasi come una piattola stava schizzando verso il mangiamorte.
    Se non fosse che ancora la rabbia non era ancora sciamata avrei potuto perdere ore a interrogarmi su come mi sia potuta uscire una schifezza simile. Ma ero veramente arrabbiata, forse anche..non saprei, delusa. No. Tradita. Sì. Ecco la parola.
    Potrei fregarti e non lo faccio, in un certo senso anche io ti sto salvando la vita, forse non proprio letteralmente come Moon ma almeno un favore me lo potresti concedere.
    No non pensavo di tirarmela, perchè diavolo, era vero! Non ero tenuta a tenere la bocca chiusa sulla Barton, lo stavo facendo e questo contribuiva a rovinare i rapporti con le persone importanti.
     
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    Un favore che implicava un tradimento, ammesso e non concesso che lo facesse senza dirlo a Moon. Gliene avrebbe parlato, visto che era tanto importante da spingerla a minacciarlo pur di tenerlo al sicuro, ed era più che certo che Michael avrebbe acconsentito: tendeva a dargli molto spazio in quel genere di cose - No - le rispose tuttavia, fermo. L'anaconda si mosse intorno a lui, come percependo la possibilità di uno scontro imminente. Era un bel serpente, l'anaconda. Enorme e maestoso - Tu mi stai minacciando - aggiunse, con voce ferma. Era contento che lo stesse facendo, perfino più di vederla utilizzare della Magia Oscura: significava che aveva ancora più grinta di quanta ne stesse dimostrando con i piagnistei sul perché non riusciva ad usare un patronus.
    - E' una cosa che non permetto a nessuno - le fece poi notare, mentre il suo Maledictus iniziava a muoversi in cerchio, ampio, con l'idea di circondarla. Non glielo avrebbe fatto davvero, ma non c'era alcun bisogno che lei lo sapesse, non in quel momento. Voleva vedere come reagiva alla montante inquietudine di quella minaccia, se se ne sarebbe fatta schiacciare o se invece avrebbe reagito, potenziando il suo Maledictus. L'anaconda aprì le fauci, sibilando una minaccia alla nuova apparizione, prima di svanire in un lento, sbuffo di fumo.
    Rimase solo Kostia, fermo di fronte a lei e a quella che sembrava essere la versione demoniaca di una mangusta - Ottimo - annuì, prima di indicare con il palmo aperto della mano il suo Maledictus - Ottimo davvero. Mantienilo per qualche momento, per cortesia - la pregò, muovendo due passi di lato per poterlo osservare meglio. Non era il massimo, ma come prima prova era davvero egregia.
    Annuì ancora, facendole segno di provare a muoverlo come più desiderava - Tu hai bisogno di molte lezioni, e io sto scoprendo il piacere di insegnare - riprese dopo qualche attimo, continuando ad osservare il Maledictus, a distanza - Non sei il tipo di persona che consegnerebbe una ragazza alle cose che l'attendono nelle mani dei miei nemici per solo per ottenere un favore simile. Per vendetta, forse, ma non per una cosa simile. Non fare mai minacce che non sei disposta, o non sei in grado, di mettere in pratica - indietreggiò di nuovo, verso la finestra - In ogni caso Michael non mi ha mai salvato la vita -
     
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