Diciannovesima Quest

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    Aveva il manto dei corvi negli occhi, e mi pungevano il cuore, lasciandolo sanguinante sul pavimento della mia anima.
    Lo ridevo in ogni collo che spezzo, ricordando come avrei voluto spezzare il suo.
    Lo rivedo in ogni vampiro abbastanza potente da affascinarmi.
    Lo rivedo perfino ora, nebuloso cobalto, mentre mi fissa.
    E mi chiedo se sei tu, che mi stai chiamando, al di là della mia indifferente agonia, pronto a rinfacciarmi il dono tenebroso di cui mi hai fatto presente.
    Brucerai piccolo fiore. Brucerai.
    All’inferno.



    Lei respira.
    Il suo odore la confonde, solo vagamente, ancora troppo concentrata sul cercare di rilassare le membra irrigidite dalla lotta. La osserva, osserva l’oggetto che tiene in mano, e una luce ferina attraversa le iridi cristalline. Per un istante – un concetto del tempo che per lei non ha alcun valore, ormai – si sente pronta a sguainare i canini, pronta ad attaccare. Pregusta il sangue caldo risanarle le ferite infertele dal mucchietto di cenere nel bar, le pulsazioni alla tempia placarsi, lasciando spazio alla beata estasi che ha provato poche ore prima, sensoriale ricordo nitido nella sua mente.
    Il tempo non esiste, per chi non ne sente lo scorrere. È un momento, ed è ora, ed è già passato, e la sua attenzione è catturata dal cobalto dei Viceministro. Mentre lascia fuoriuscire il fumo dalle labbra sottili, lo osserva sotto le ciglia d’ebano, le dita della destra ad accarezzarsi la pelle liscia e senza calore. Aveva incontrato, una volta, un ragazzino purosangue implorare di essere morso per diventare figo come Kyran Spencer.
    Per quel che ne sapeva, il cadavere del ragazzo poteva essere rimasto a marcire nel vicolo che era stato palcoscenico della sua morte.
    Non c’era stato amore o alcuna misericordia in quell’atto. Ma andava capita, si era sentita così offesa…
    Lasciò che una mano si avvicinasse alla figura del vampiro, in un movimento che un umano non avrebbe colto, troppo impegnato a battere le ciglia, ma che per una creatura soprannaturale poteva sembrare di una lentezza quasi sensuale nella sua inesistente casualità. Sfiorò la giacca sulla spalla, togliendo gli ultimi rimasugli di cenere, mentre con la mancina allontanava la sigaretta dalle proprie labbra per avvicinarla a quella del Viceministro.
    ”Mi sembra uno scambio equo...la ringrazio.” commentò, aspettando che lui mettesse in atto il proprio proposito. Sorrise soltanto, un istante dopo, la smorfia di un gatto selvatico che non si fida di un altro predatore. “E in effetti sto cominciando a sentire un po’ freddo.”
    Oh, l’ironia. Quale migliore arma per comprendere la portata distruttrice dell’ego di un uomo.

    L’arrivo dell’altro non-morto distolse Dandelion dallo soppesare la figura di Kyran, catturando la sua nervosa attenzione. E sicuramente il colore assurdo dei suoi capelli non aiuta. Si accende un’altra sigaretta, nascondendosi per un istante dietro una nuovo nuvola di fumo.
    “suvvia…” comincia, cercando di trattenere l’improvvisa rabbia che le risale dalle viscere. È nervosa, affamata. Ed è pragmatica, qualità che il suo Sira ha sempre apprezzato. Da quel che ricorda, almeno. “Non è colpa del nostro Viceministro se ha un così bel faccino..” …che fa bagnare tutte le piccole purosangue d’Inghilterra. Ah, di quale magnifica prevedibilità, la libidine umana.
    Un altro espiro, la soddisfazione di sentire il fumo scorrerle nel corpo senza per forza doverlo espellere. Cosa che fa comunque. Con un cenno del capo, indica il piccolo sacchetto nelle mani dello sconosciuto Billy Idol.
    ”E’ per quella che ci hai quasi fatto ammazzare?”


    -Citato Sophie (ho percepito il suo respiro, non che sia un essere umano. Contorto, lo so.)
    -Interagito con Kyran
    -Interagito con Edward
     
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    "E quindi uscimmo a riveder le stelle" si ricordò. In un attimo, le venne in mente suo padre quando, alla sua mente di bambina, sperava di inculcare la Divina Commedia. Certo, ci era riuscito. Quella era l'ultima frase dell'Inferno, quando Dante e Virgilio riescono ad uscirne....Ed era così che si sentiva lei.
    Respirava a pieni polmoni, come se non avesse avuto mai più la possibilità di farlo. L'aria gelida le congelava il corpo dall'interno, inspirandola, come se stesse ingoiando mille aghi appuntiti. Ma era viva, stava bene. Aveva il pieno controllo delle sue facoltà mentali, o almeno così credeva e sperava, ed aveva il pieno controllo del suo corpo...o almeno, così credeva e sperava.
    Per quanto ne sapeva, in quel momento la sua libertà poteva essere del tutto illusoria. Non sapeva se la lotta si sarebbe riversata in strada, macchiando di sangue le vie di Londra.
    Tuttavia, non aveva paura. Credeva che quelle bestiacce fossero abbastanza intelligenti da tenersi al riparo da occhi indiscreti. Non perchè volessero nascondersi o avessero paura degli altri, era chiaro.
    Il motivo per cui non affermavano la loro supremazia sul mondo non le era ben chiaro. Aveva sempre temuto una sorta di rivolta dei vampiri. Un gruppo organizzato che avesse rivelato la propria esistenza anche ai babbani, illudendoli di poter convinvere pacificamente gomito a gomito con il loro cibo preferito e poi...Quando il genere umano avesse dato loro abbastanza fiducia, quando li avesse integrati nelle proprie comunità, invitati nelle loro case, affidato a loro le proprie vite, smesso di combatterli...Allora, e solo allora, avrebbero saccheggiato intere città, creando una popolazione di soli vampiri, schiavizzando gli umani affinchè si riproducessero solo per far loro da prede.
    Era una visione altamente paranoica della situazione dei vampiri, ma quando ci pensava per lei era inspiegabile il motivo per cui non lo facessero, pur avendo tutti i mezzi a disposizione.
    Il suo obiettivo era impedire che tutto ciò capitasse, uccidendo un vampiro alla volta...Tutti quelli che le capitavano a tiro, nella speranza di trovare il clan che aveva assassinato la sua intera famiglia.
    Sentì un paio di occhi fissarla.
    Quello sguardo sembrava trafiggerla, sembrava che volesse leggerle dentro, per capire cosa o chi fosse.
    Forse , era solo una sua sensazione. Era appena sfuggita a dei vampiri sanguinari, magari la tipa non aveva nulla a che fare....O forse no. In quel momento, le sembravano tutti potenziali pericoli e quegli occhi avevano qualcosa di familiare, somigliavano a quelli che aveva appena accecato. Quella donna era poco vestita, sembrava che per lei non fosse accaduto nulla, fumava una sigaretta con tutta la calma interiore di questo mondo.
    Un uomo le si avvicinò, conversarono. Lei li osservava da lontano, tenendo stretto nella tasca il suo amuleto. I suoi capelli erano ancora argentei, era ancora sotto effetto della polisucco, ma non sapeva tra quanto avrebbe ripreso il suo aspetto.
    Una terza figura esce dal locale, con un sacchetto in mano.
    *Siete voi?* dice,con voce minacciosa.
    Voi chi??? le viene da rispondere, ma non lo fa. Vuole tentare di capirci qualcosa.
    *No...altri non allineati?* , in maniera autoconclusiva. Poi, indica la figura dell'uomo vicino a quella donna.
    *Tu! In parte è anche causa tua se l'equilibrio è stato spezzato, è giusto che provi a porvi rimedio."
    Viceministro? Che sia davvero....No, non è possibile. Il viceministro Kyran Spencer, in piedi di fronte ai suoi occhi? La donna dice qualcosa riguardo lui, poi, indica il sacchettino. *E’ per quella che ci hai quasi fatto ammazzare?*
    Sul volto di Sophie si apre un sorriso beffardo. Dall'espressione di quell'uomo , sembra quasi ignaro di quale sia la funzione di quel liquido in quella fiala. Sicuramente, è sangue.
    "Oh, io suppongo che a lui non interessiamo, vivi o morti, non fa molta differenza. Per lui come per gli altri..."
    Cercò di parlare con un tono volutamente seduttivo, e sicuro di sè. Le sembrava che tutti i vampiri parlassero così, per cui, stringendo ancora tra le mani il suo amuleto, cercava di emulare quelle creature così disgustose. La sua commedia doveva riuscire, perchè aveva il sospetto che l'altra donna l'avesse quasi intercettata.
    Si avvicinò, senza paura, al vampiro appena uscito da quel posto. Voleva osservare meglio il contenuto di quella fialetta.



    Ho capito che Dandelion mi stava guardando
    Parlato a "tutti"
    Mi sono avvicinata ad Edward
     
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    Le dita della piccola succhiasangue accarezzarono per un attimo le mie labbra . Aspirai il fumo dolciastro studiando ogni movimento delle sue mani bianche e poi del suo viso senza rintracciare la familiare mobilità a cui mi ero ormai assuefatto. Una mia simile con le sembianze di una bambina imbronciata, affascinante copertura di un predatore di cui conoscevo perfettamente ogni mossa. Tolsi la giacca e gliela porsi, con quello che nelle intenzioni di un gioco che avevo deciso di assecondare,doveva essere un sorriso.
    - La tua pelle sarebbe ugualmente perfetta anche increspata dai brividi. -
    Era sicuramente vero, ma si trattava di una bellezza mefitica in grado di condannare qualsiasi indugio. Nessuno di noi ne era esente. Spargevamo bellezza come colla per topi per poi nutrirci del frutto della nostra sensualità. - E sono interessato a sapere a chi appartiene. - Lasciai che coprisse alla mia vista l'argomento della nostra breve conversazione per poi seguire il suo sguardo ostinatamente rivolto oltre la mia figura. Edward sembrava fra noi, quello che aveva maggiormente sofferto per lo scontro appena concluso. E sembrava piuttosto sorpreso nello scoprire che a differenza di coloro che avevamo affrontato, non fossimo coperti dalla protezione di un qualsiasi branco, proprio come delle bestie inferiori.
    - No se non è strettamente necessario.- Lo affrontai con una certa condiscendenza, soppesando il contenuto della fialetta che teneva nervosamente fra le mani. - A meno che tu non voglia chiarire senza troppi giri di parole, perchè tutto questo avrebbe a che fare con noi e in che misura. - Questo poco prima che la sua attenzione cadesse sul sottoscritto e che mi indicasse come parte in causa del nuovo possibile scenario.
    - Sono davvero curioso di ascoltare questa parte della storia. Ma che sia il più esplicativa possibile.Ho già perso più del tempo che ho concesso a questa faccenda. - Non dubitavo del fatto che Edward avrebbe provveduto spontaneamente a renderci edotti sulla sostanza contenuta nell'ampolla e che lo avrebbe fatto volontariamente.Non restava che aspettare che si decidesse.
    - E per te invece fa una qualche differenza? - Difficile non leggere nei pensieri di quella strana creatura che di diafano ed eterno aveva solo l'aspetto. Mi chiedevo quanto tempo le sarebbe servito per disfarsene.
     
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  4. *Il Cappellaio*
     
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    Le spiegazioni tardano ad arrivare. Edward accenna appena al motivo della sua presenza, che come richiamati dalle sue parole, un nuovo gruppo di vampiri si affaccia allo spiazzo in cui si trovano. "Edward" una parola, mentre dalle ombre uno strano figuro si rivela, il familiare vestito del settecento con pizzi e merletti che lo ritraggono chiaramente come un Ventrue. Attorno a lui, altre tre vampiri emergono dalle ombre: due di essi sembrano più giovani, i vestiti di fattura moderna ma con uno stile che richiama certamente il taglio del loro "leader".

    "Quello appartiene a noi" poche parole, ma perentorie. Una rapida occhiata agli altri, con un leggero indugio sul ViceMinistro. "Sangue del nostro sangue, strappato ad un Ventrue. E a i Ventrue deve tornare" la minaccia, che in altro non si potrebbe tradurre, viene scandita da lenti passi dei nuovi arrivati, atti a stringerli in una morsa mortale.

    "Voice? Quella meretrice non sa di cosa parla. Voi non allineati dovete starne fuori, questo è un problema dei clan. L'Alleanza con il Druido e gli Emissari è infranta, Edward. Ora è tutti contro tutti... ed i primi a perirne saranno coloro che non hanno scelto da che parte stare" il vampiro sembra cordiale, quasi stesse ponendo un invito più che declamare un'affermazione. Nella vicinanza si distingue chiaramente una lama portata al fianco, una sorta di sciabola rinchiusa in un fodero ornato d'oro e pietre preziose. Il medesimo strumento sembra essere alla cintura degli altri Ventrue.

    "Fai la scelta giusta... fate la scelta giusta. I Ventrue sono l'unica possibilità per starne vivi, fatevi da parte e restituitemi la fiala. In tal caso vi prometto che non troverete l'abbraccio della Seconda Morte, questa notte". Nessun'altra parola viene pronunciata dal misterioso Ventrue, che non ha pronunciato nemmeno il proprio nome: quasi non fosse dovuto, se non ai fratelli del suo stesso clan.


    Avevo detto interagire, non flirtare U_U (scherzo)

    Attendete la risposta di Edward.
     
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    Sei tu, Alice?

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    CITAZIONE
    "Oh, io suppongo che a lui non interessiamo, vivi o morti, non fa molta differenza. Per lui come per gli altri..."

    La voce della donna mi suona stridula, quasi forzata: la fisso per qualche istante senza risponderle. Il mio è un gesto all'apparenza strafottente, quasi volessi sottolineare che ciò che le sue labbra hanno appena espresso è solo un chiacchiericcio fastidioso. Ma la verità è che non mi quadra, lei ha qualcosa che non va. Qualcosa che ora non ho il tempo di appurare, purtroppo.
    Torno a guardare la fialetta, alzandola davanti a me e lasciando che il sangue rifletta la luce dei lampioni attorno a noi. E' per questa che li ho quasi fatti ammazzare? Io? Vuoi davvero che sia io a prendermi i meriti...

    "Voice. E' per Lei che siete qui, di certo non anelo a prendermene i meriti." Sorrido alla donna prima di tornare sul Viceministro. Lui è quello che probabilmente ha più da temere, a nessuno è piaciuta la sua presa di pozione al fianco dei maghi. Non dobbiamo intrometterci nella loro insulsa politica.

    "Se volete delle spiegazioni dovete chiederle a Lei, alla Locanda della Sibilla." Non assicuro risposte chiare, ma un salto credo valga la pena farlo. Io di sicuro non perderò l'occasione, è diverso tempo che voglio incontrarla di persona, ma è talmente schiva...so che frequenta quel posto, ma per tutte le volte che mi ci sono recato, non l'ho mi trovata. E' lei a decidere quando, questo ormai l'ho capito.

    "Tu hai…" odio essere interrotto, ma il loro arrivo, seppur silenzioso non mi sfugge. Il mio nome viene sussurrato poco dopo, avvisandomi che sono arrivati anche loro. Lo sapevo. Non c'è due senza tre dicono i vivi.

    "Moony non vi ha insegnato l'educazione? Eppure vantate di essere gentiluomini." Li osservo, pizzi e merletti andavano di moda all'età del loro capo, preferisco di gran lunga la mia giacca di pelle e gli anfibi. Ma Lui è rimasto a quei tempi, intestardendosi a non volersi adeguare.

    "Non si interrompe chi sta parlando e…" La fialetta finisce nella mia tasca, mi muovo, senza preavviso scatto in direzione del più giovane, lo evito e lo raggiro, fino ad arrivare alle sue spalle, immobilizzandolo.

    "Non si insultano le donne. E' la base del Bon Ton. Giusto?" Mi rivolgo a Lui, so che è qui da qualche parte, magari non fisicamente, ma ci osserva ed ascolta. Muove i suoi burattini con maestria, aspettando il momento giusto.

    "Sei fortunato"
    mormoro dando una pacca sulla spalla al giovane finito nel mio mirino, lo lascio andare, facendo un passo indietro. "Per quanto ne so al momento, potresti anche mentire. Perciò, per il momento la terrò io, eh?" lo guardo con sfida battendo la mano sulla tasca, ma le sue parole non mi piacciono, le sue minacce dovrebbe rivolgerle a ben altri. Sorrido con scherno alzando le spalle con menefreghismo.

    "Spiacente, i figli della Notte ti hanno preceduto" Oh, è stupendo rinfacciarglielo. "Voi, siete liberi di andarvene se preferite." Le mie ultime parole sono riferite ai quattro non allineati. Tra poco ci sarà un bel po' di trambusto, e sarò proprio io a crearlo: con uno scatto raggiungo di nuovo il giovane vampiro che avevo immobilizzato poco prima, la mano gli perfora il torace raggiungendo direttamente il cuore che strappo con un unico gesto. Il corpo diviene immediatamente cenere. Ora è chiaro, che non mi unirò a loro.


    Scusate il ritardo, scadenza post Martedì ore 23.59.
    Siete liberi di decidere cosa fare:
    - restare e combattere contro i Ventrue
    - andarvene e raggiungere Voice. (alla locanda vi diranno dove abita: al 3/b di Portobello Road)
    Ovviamente ognuno sceglie per sè, non dovete seguire per forza tutti la stessa decisione.



     
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    Non ci sono scelte, in una notte come questa.
    Solo conseguenze di un piano già deciso.
    Burattini loro.
    E burattini noi, di questa fantomatica veggente.
    Vorrei dilaniarle la gola, lasciarla essiccarsi, senza più alcuna goccia di sangue umano nel corpo immortale.
    Mi annoiano. Le loro stronzate e la loro sicura fede in una profezia che non capisco.
    Fatemi divertire. Non chiedo altro



    Parole.
    Se c’era una cosa che odiava nei suoi simili, era l’insensata devozione che sembravano provare tutti, indistintamente, per il suono della propria voce. A lei piaceva più ascoltare, soprattutto le varie cadenze e sfaccettature delle melodie umane, così cariche di vita ed emozioni, come se il sangue che scorreva nelle loro vene potesse impregnare anche ogni singola sillaba e suono che usciva dalle loro labbra calde e perennemente bagnate.
    Alcune le piacevano di più, inutile negarlo, come quelle pronunciate dal Viceministro in persona. Si sarebbe finta lusingata, forse gli avrebbe pure rivelato il suo nome – in quel momento, o entro la fine della nottata, non ne era sicura, ma il tempo è una cosa relativa, per chi può perderne a sufficienza – rendendo la serata per lo meno interessante, dopo un procedere così deludente. Sicuramente, più interessante che raggiungere la fantomatica Voice in questa Locanda - Ah, banalità: una veggente in un barucolo dal nome Sibilla - Ma i Ventrue sembravano di altro avviso, troppo presi a pavoneggiarsi nei vestiti di broccato ridicolmente merlettato. Arricciò il labbro superiore, trattenendo a stento uno sbuffetto ironico, mentre gli occhi felini passavano da quello più travestito al centro agli altri due.
    Abbassò la sigaretta, espirando il fumo. Druidi, Eremiti, alleanze infrante e...
    ”Noia”
    Solo una parola; un gatto assopito che fissa pigramente uno spettacolo che non lo riguarda. Ma le parole di Edward – quanto piace parlare, a quel biondo ossigenato – le fanno alzare gli occhi al cielo. Di nuovo, la frustrante consapevolezza che a certi vampiri sembri essere più di interesse tessere intricate trame mistiche che perdersi nell'ebrezza e nella dolcezza della vita - e della morte umana.
    Osserva i propri compagni in quell’avventura senza capo né coda, lasciando cadere il mozzicone ormai consumato. Qualcosa le dice che andare da questa voce senza la dannatissima fiala è come firmare la propria condanna ad un eterno girovagare alla ricerca di sangue Venchiccazzonesenefrega.
    ”Che ne dite?” asserisce, infine, con un cenno rivolto ai tre e allo scatto di Edward. Ed è lo sguardo di Kyran che sfida, infine.”Io ho voglia di ballare…”
    Con un movimento aggraziato si volta, i capelli d’ebano danzanti alle sue spalle, e segue la scia di cenere del primo vampiro, lanciandosi contro il secondo damerino, il volto di porcellana stravolto da un’espressione ferina, mentre le sue mani si sigillano intorno al collo del malcapitato, pronte a squarciarlo.



    – Interagito con Kyran e la Cacciatrice
    -Ho deciso di restare e combattere al fine di recuperare la fiala
    -Mi avvento contro il secondo “damerino” rimasto, ho le mani intorno al suo collo.

    Non sapendo se potevo fare azioni autoconclusive, preferisco aspettare direttive.
     
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    Ancora una volta, avverte su di lei uno sguardo che sembra volerla analizzare, trafiggere. Di nuovo, un attimo in cui si sentì nuda. I suoi artifici e le sue magie non funzionavano. Ancora una volta, si sentì smascherata. La polisucco era un metodo blando, l'amuleto poi...Faceva il suo effetto. Ma non sapeva fino a quando poteva reggere il suo effetto, per non parlare del fatto che aveva perso la cognizione del tempo e non si rendeva conto....E' passata un'ora? Mezz'ora? Dieci minuti?
    *Voice. E' per Lei che siete qui, di certo non anelo a prendermene i meriti. Se volete delle spiegazioni dovete chiederle a Lei, alla Locanda della Sibilla.*
    Ed era proprio quella la sua intenzione. Scoprire qualcosa, sapere, chiedere. Il suo obiettivo era recuperare informazioni sul clan che aveva ucciso la sua famiglia. Era a questa Voice che doveva puntare, a questo pseudo oracolo, conoscitore di mille misteri, a detta del vampiro che le stava davanti. Quello era il suo nuovo obiettivo, non aveva più nulla da fare lì.
    Era riuscita a sfuggire senza danni ad una prima battaglia. Per fortuna, o per sua bravura, questo non lo sapeva ne voleva stabilirlo.
    Quante reali possibilità aveva di sfuggire ad una seconda ? Non voleva morire combattendo una guerra che non era la sua.
    Che i vampiri si scannassero pure a vicenda...Lei, lei voleva sapere qualcosa in più.
    Le conseguenze della baldoria notturna non tardarono ad arrivare. Ancora, dei vampiri si avvicinarono a colui che deteneva la boccetta in mano. E quest'ultimo non aveva intenzione di cedere, ne di arrendersi. Voleva combattere, di nuovo.
    Osservò quel vampiro ucciderne un altro, e la cosa non le diede nessun effetto. Lui voleva scatenare una nuova battaglia.
    Non si scompose, non provò orrore, non provò paura, ne eccitazione. Non un solo brivido percosse il suo corpo che non fosse solamente di freddo.
    Lei non voleva restare, e non poteva. Era codardo da parte sua non rimanere lì?
    Oh, ma rimanere lì poi, per cosa. Non era il suo clan, ma al contrario odiava chiunque corrispondesse all'appellativo di vampiro. E quella notte non poteva farsi uccidere, non per una causa che non fosse giusta. Era una faida interna, scaramucce tra cani per ottenere chissà quale osso. E a lei questo non poteva interessare, non erano informazioni interessanti. Non le servivano a nulla.
    *”Che ne dite?”*chiese la vampira.
    La sua voce la fece trasalire. Sophie, era troppo tesa, doveva preoccuparsi già di troppe cose in quel momento.
    "Non è più la mia battaglia" asserì lei, serafica. No, non lo era per davvero, e non le andava di farla diventare.
    Lei era abituata a considerare i vampiri poco più che animali. Trovò del tutto ovvio che cominciassero nuovamente a darsi battaglia, lì, tra gli altri. Trovò ovvio che il vampiro non volesse finirla lì.
    "E non lo è mai stata" disse, mentre anche la vampira attaccava.
    Lei girò sui tacchi, e andò nella direzione opposta, camminando con calma, non tradendo il suo immenso desiderio di correre via quanto più veloce possibile. Doveva atteggiarsi, recitare la parte della vampira.
    Camminò via, alla ricerca di tal Locanda della Sibilla. Davvero, un nome originalissimo. Trovò la locanda, una bettola a dire il vero. Chiese senza troppe storie di questa Voice, di dove fosse ubicata la sua collocazione. A Portobello Road. Una bella zona, bel gusto, non c'era da ridire.
    Quanto tempo era passato?
    Aveva ritenuto necessario andare via, scappare via dai vampiri. Anche perchè non sapeva quanto ancora avrebbe retto la pozione enon voleva trasformarsi davanti a loro.
    Arrivata a destinazione, al 3b, non sapeva che aspetto avesse.





    Sono andata via dalla scena della battaglia dei vampiri, alla ricerca di Voice!
    Chiedo al Cappellaio quanto tempo ancora durerà la polisucco
     
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    Edward sembrava intenzionato a farci desiderare la sua fialetta più delle spiegazioni che non intendeva soddisfare. L'aveva fatta baluginare ai nostri occhi con l'intenzione forse di coinvolgere i convenuti a quello strano appuntamento per poi occultarla con la stessa avida meticolosità di un ladro colto sul fatto che no intendeva separarsi dal suo tesoro. Avevo già pagato un dazio a questa sua perversione,di fatto partecipando ad una guerra che non mi apparteneva. A questo punto avrei potuto semplicemente soddisfare la mia curiosità seguendo le sue direttive fino alla locanda dal nome decisamente poco fantasioso. Sempre che questa fantomatica stamberga non fosse altro che un altro patetico tentativo di farci rimanere esattamente dove eravamo, asserviti ad uno scopo di cui per il momento mi sfuggiva la convenienza.
    Il che poteva anche non essere del tutto uno svantaggio, considerata l'inattesa compagnia che quel contrattempo mi aveva procurato.
    A decidere furono però le circostanze. Nuovi attori ingombrarono la scena. Sembravano intenzionati a reclamare lo stesso bottino che il biondo custodiva con tanta cura. Di per se la loro minaccia risuonò oltremodo pomposa, non meno dei pizzi e dei merletti con cui avevano deciso di adornarsi.
    - Trovo estremamente fastidioso accettare richieste ed avvertimenti in genere, soprattutto a chi non ha la compiacenza di presentarsi.- Non che avessi necessità di approfondire la conoscenza del folkloristico gruppetto, ma se da un lato volevano qualcosa che mi era già costato un paio di stivali di ottima fattura orrendamente macchiati nello scontro,dall'altro l'invito della bella vampira non mi lasciava alternative riguardo alla mossa successiva.
    Le sue maniche in pizzo ondeggiarono per qualche secondo davanti al mio viso. Il pallore del suo volto lo faceva assomigliare ad una maschera di cera. Era colui che aveva parlato e a cui avvicinandomi di qualche passo avevo risposto. Nel momento in cui i miei alleati avevano sferrato il loro attacco, me lo ritrovai di fronte. Una pessima scelta a cui ovviai con un balzo che mi portò alle sue spalle. Immobilizzarlo e spingerlo contro il frammento di tavola appuntito che penzolava all'altezza del suo cuore, l'obiettivo finale.
     
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  9. *Il Cappellaio*
     
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    La lotta infuria nei pressi del locale. Due vampiri cadono pochi istanti dopo, uno senza cuore e l'altro impalato da un pezzo di legno e dalle rapide mosse del Viceministro. Un'altro ancora afferra le braccia di Dandelion, facendovi forza e atterrandola costringendo a togliere la presa. La loro lotta non è più agilità e colpire per uccidere, ma quasi una scazzottata rotolando a terra senza lasciare all'altro tempo per rialzarsi. Ciò impedisce al vampiro di attaccare per uccidere o sfoderare la lama, ma Dandelion dovrà inventarsi qualcosa per metterlo fuori gioco.

    La donna se la vedrebbe davvero brutta, se non ci fossero gli altri due Vampiri a dedicare attenzioni ai Ventrue rimasti: le morti dei compagni li hanno notevolmente scossi, e non sembrano affatto intenzionati a morire in quella missione. Uno di loro estrae la bacchetta, puntandola contro Kyran e bersagliandolo di incantesimi senza tregua. Schiantesimi, esplosioni, una sorta di gatto col topo mentre la rapidità dell'avversario gli consente di attaccare il Viceministro da svariate angolazioni, costringendolo al riparo mentre si prepara con un nuovo incantesimo: di certo sa quel che fa. L'altro Ventrue estrae la spada che porta al fianco e aggredisce Edward, mirando a colpirgli il braccio: una volta in difficoltà sarà più semplice metterlo fuori gioco per qualche prezioso istante e recuperare la fiala.
    Dopotutto è quella la missione: prenderla e portarla al Maestro. Ucciderli? Non sono questi gli ordini. Morire? Dopotutto, da morti non si può certo recuperare l'oggetto, giusto?

    = = =



    "Cacciatrice" una voce emerge dalle ombre, nella tranquilla strada di Londra attorno all'abitazione di Voice. "Ti prego, evita. Vi stavo osservando, e per quanto tu sembri una vampira mi è ben chiaro che tu non lo sia" la voce è profonda, e gli occhi della donna faticano a rilevarne la fonte. L'unico indizio è la provenienza del suono.
    Poi la figura emerge dalle ombre, rivelando solo un mantello d'ombra che lo avvolge, celandone comunque l'identità. "Sei compiaciuta da questa faida tra clan, lo ben vedo. Posso dirti che lo sarei anch'io, in altre circostanze. Ma se il tuo scopo è quello di uccidere queste creature, devi comprendere questo: se lasciamo che la guerra prosegua, uno di loro raggiungerà il Risvegliato. E diverrà così potente da creare guai ben peggiori di questa faida" l'uomo scandisce lentamente le parole, senza però mai rivelare il volto.

    "Puoi startene in disparte, sopravvivere e lasciare che come bestie si uccidano tra loro. Ma se porti con te quelle armi e quel desiderio di cacciare i Vampiri, lo fai per un Bene superiore. Ed a questo punto, la tua missione è la mia: trovare ciò che vogliono questi vampiri, e poi distruggerlo per sempre. Io ho fatto la mia scelta, ora tu fa la tua... e ricorda che anche non agire è una scelta"


    Ciao a tutti, scusate il ritardo :(
    Kyran e Dandelion (+ Edward): proseguite pure con il combattimento. Edward posta alla fine e da l'esito dello scontro (ricordate però che nessun avversario sembra intenzionato a morire come i compagni, se alle strette fuggiranno). Inventatevi qualcosa per sopraffare l'avversario, altrimenti la situazione vi si ritorce contro ahah :P
    Sophie: dialoga pure con il misterioso figuro (se accenni a fuggire o a evitarlo ti si parerà improvvisamente davanti)

    Scadenza post: Lunedì ore 23.59
     
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    *Cacciatrice...Ti prego, evita. Vi stavo osservando, e per quanto tu sembri una vampira mi è ben chiaro che tu non lo sia*
    Udì quella voce. Sembrava che sapesse tutto di lei, parlava come se fosse a conoscenza di tutto.
    Era una voce maschile, ma nulla nella sua memoria ruscì a collegarla ad un volto : non l'aveva mai sentita prima.
    Sophie era sull'orlo dell'indecisione : stare lì o andare via? La tentazione di scappare era forte, ma non voleva sprecare quell'occasione : non aveva fatto tutta quella strada per poi girare sui tacchi ed andarsene, rimanendo con un pugno di mosche in mano. No.
    Lei voleva ottenere qualcosa quella notte, non aveva scampato il pericolo di una sanguinosa battaglia per poi tirarsi indietro di fronte ad una voce misteriosa.
    *Sei compiaciuta da questa faida tra clan, lo ben vedo. Posso dirti che lo sarei anch'io, in altre circostanze. Ma se il tuo scopo è quello di uccidere queste creature, devi comprendere questo: se lasciamo che la guerra prosegua, uno di loro raggiungerà il Risvegliato. E diverrà così potente da creare guai ben peggiori di questa faida"*
    Riuscì ad intravedere la figura dalla quale proveniva la voce, si era avvicinato a lei, ma non così tanto da rivelare la sua identità. Coperto da un mantello che gli nascondeva anche il viso.
    "Il mio non è puro compiacimento. Il mio desiderio è l'annientamento della loro razza malvagia. Se son così stupidi da uccidersi a vicenda, io non posso fare altro che gioire. Mi risparmiano un pò di fatica ammazzandosi l'un l'altro.
    Tuttavia ,comprendo pienamente il pericolo di un Risveglio. Ed è per questo che ero lì, tra loro, mettendo a repentaglio la mia vita. Solo dall'interno potevo raccogliere delle informazioni in più"

    *Puoi startene in disparte, sopravvivere e lasciare che come bestie si uccidano tra loro. Ma se porti con te quelle armi e quel desiderio di cacciare i Vampiri, lo fai per un Bene superiore. Ed a questo punto, la tua missione è la mia: trovare ciò che vogliono questi vampiri, e poi distruggerlo per sempre. Io ho fatto la mia scelta, ora tu fa la tua... e ricorda che anche non agire è una scelta*
    Sophie fissò quella figura. Le sue parole avevano qualcosa di ammaliante.
    Cos'era adesso la storia che condividevano la missione? Era forse un cacciatore anche lui? La loro storia era legata da una qualche similitudine che aveva a che fare con i vampiri? Erano stati vittime, entrambi?
    "Le tue parole sono oro, ma...Credi che io possa stare fianco a fianco di una figura incappucciata? Come fidarsi di un individuo del quale non si conosce nemmeno il nome o la storia?" gli rispose, provocandolo. Sapeva che non si sarebbe di certo rivelato, di lì a breve.
    "Ciò che proponi è allettante : trovare ciò che i vampiri vogliono e distruggerlo. Nulla potrebbe soddisfare di più la mia sete di vendetta che vederli disperati per qualcosa, stuzzicare la loro ferocia e la loro disperazione.
    Ma voglio farti io una domanda, questa volta : sai già cosa fare?
    Non mi butto mai a capofitto in missioni improvvisate. Programmo le mie mosse con diverso anticipo, per una missione genero due o tre piani alternativi, in caso uno fallisse...Ho sempre le spalle coperte. E ho sempre lavorato alla perfezione da sola.
    Se però intravedessi dei veri obiettivi ed una reale possibilità di distruggere quelle bestie..Oh, non ci sarebbe cosa più dolce!"

    Non si stava sbilanciando troppo. Era possibile che quella figura stesse solo prendendola in giro, illudendola che ci fosse qualche possibilità. Era meglio andarci con i piedi di piombo.
    Ma se quello che diceva fosse stato vero, c'era da capire qualcosa in più.


     
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  11. »Gift.
     
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    Il grugnire ansioso della creatura distrugge tutta la magia del momento.
    Io volevo solo ballare, sentire la sua forza affluire in me e tornare via.
    Volevo passione delirante, il pulsare del sangue umano che mi ricorda ciò che non posso più essere.
    E’ un maiale. Si rotola e affanna e cerca di tirarmi giù, nel fango, con lui.
    La meschinità della sua inutile immortalità è un offesa, per me.
    Ora capite perché deve morire, banale imitazione di quello che rappresentiamo.
    Perfezione.
    Io sono perfetta. Lui è cenere.



    Si era lanciata verso la lotta con la bramosia di un novizio esaltato dalla prima esperienza con il sangue umano. Il sorriso aperto, a lasciar intravedere i canini, mentre le dita si artigliarono intorno al collo massiccio del Ventrue, marmo friabile sotto i suoi polpastrelli. Riuscì a sentire la risata che le nasceva dal ventre, anche quando le braccia del vampiro fecero pressione sulle sue, costringendola a lasciare la presa. Uccidimi avrebbe voluto gridare. ”UCCIDIMI” gridò, ora sopra ora sotto di lui, prima di ritrovarsi la mano aperta della creatura sul volto, il sorriso che si apriva maggiormente. Sentì il sapore metallico del sangue sulla lingua, prima di sputarlo in faccia all’altro.
    ”Favorisci?” Un sopracciglio inarcato, mentre risponde all’attacco con una ginocchiata centrata nell’inguine, mentre lo vede piegarsi su se stesso.
    Non è stupida. Sa perfettamente che la forza bruta del maschio potrebbe superare la sua, anche se lei è più anziana. Lo vide arrancare alla ricerca della sua lama, incapace di afferrarla a causa della presa sui polsi delicati della vampira.
    Un sorrisino si aprì sul volto di Dandelion, pallido e mortale. ”Anche io porto le mie armi sempre con me”
    Aveva sempre adorato la teatralità, la piccola Mason, anche quando prese la decisione di abbandonare il proprio sire in una nuvola di fuoco e cenere. Le bastò aprire di poco le labbra, avventandosi veloce sul collo che già una volta ha sentito contro di sé, e con ferocia affondarvi i denti, perforando la durezza del vampiro e aprendo una ferita profonda lungo la sua gola. Qualcuno ha banchettato, stanotte, unico pensiero coerente prima di venir bagnata dalla viscosità della vita umana a loro tanto cara. Ed è sul viso, sul petto coperto solo dall’intimo, sulla pelle candida del ventre, sulla giacca del ministro. Si passò la lingua intorno alle labbra, facendo roteare gli occhi indietro, finalmente libera: preso alla sprovvista, il Ventrue non ha potuto far altro che arretrare, le mani intorno al collo.
    Un’ennesima risata salì dalla gola della vampira, mentre come una bambina si leccò la punta delle dita, estraendo la bacchetta, consapevole che la battaglia non poteva essere terminata in quel modo. Ancora pochi istanti – quale incredibile mistero, la rigenerazione sovranaturale – e della ferita inferta al vampiro non sarebbe rimasta che una cicatrice appena accennata. E poi il nulla.
    Ma gli istanti sono un concetto esteso per essere eterni, per creature immortali come quelle presenti, che riescono a sopravvivere anche alla perdita dell’essenza vitale. Istanti che le permisero di vedere la schiena di un nemico, istanti che le servirono per riconoscere la chioma corvina di Kyran a qualche metro da lei.
    Ancora pochi istanti e il momento perfetto sarebbe passato. Le sembrò di sentire – o forse era solo una percezione estesa del momento – gli occhi cobalto del Viceministro su di sé. In fondo ti ho rovinato la giacca.
    Con polso e stretta decisa, puntò la bacchetta contro la schiena del vampiro che stava attaccando, nuovamente, Kyran. Un’unica, semplice, affidabile parola.
    "Stupeficium





    Dovevo inventarmi qualcosa e ho squarciato la gola al mio Ventrue. Ma non l’ho ucciso. Può ancora attaccarmi se vuole.
    Mi sono tirata in piedi e ho castato uno Stupeficium alle spalle del vampiro contro il quale Kyran sta combattendo.
     
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    Il mucchietto di cenere ai miei piedi era solo l'inizio di un'avventura a cui non avrei dovuto partecipare.
    Era infatti più che probabile che una lotta dagli esiti incerti come quella che vedeva contrapposti due gruppi dalle caratteristiche simili, poteva concludersi solo dopo un tempo fastidiosamente lungo, per un colpo di genio dei contendenti o per un colpo di fortuna accidentale.
    Pizzi e merletti doveva a quest'ultima casualità la sua dipartita. Quel frammento appuntito aveva evitato che la situazione stagnasse in uno sfoggio infruttuoso di tecniche da combattimento. Ma i suoi amici non erano dello stesso parere, non ne avevano abbastanza.
    L'urlo con cui uno dei due sopravvissuti balzò nella mia direzione non lasciava adito a dubbi sulle sue intenzioni. Ridurmi in polvere non gli sarebbe bastato, per lenire l'affronto subito. E per convincermi del tutto aveva sfoderato la bacchetta con il chiaro intento di unire alla sua rabbia qualche deterrente alla mia reazione.
    Avevo avuto appena il tempo di gettare un'occhiata ai miei compagni di sventura che sembravano impegnati quanto me nel tentativo di arginare la furia dei Ventrue.Quella dannata fialetta stava diventando qualcosa di più di un misterioso rompicapo. Fui costretto a scartare di lato. Un salto non controllato che mi fece rotolare nella direzione opposta del fascio verde che germinò dalla bacchetta del mio avversario. Se fossi stato ancora umano non avrei evitato quel crucio e nemmeno sarei stato in grado di sollevarmi da terra con la stessa rapidità con cui invece sparii dietro il il muro che costeggiava il vicolo che avevo appena lasciato. L'incantesimo avrebbe prodotto soltanto un leggero stordimento,ma non era certamente l'unico a cui sarei stato sottoposto. Approfittai del leggero vantaggio per estrarre il mio legno e per allungare le distanze dal mio inseguitore. Un paio di giri intorno all'isolato,saltando sui tetti bassi dei magazzini e fermandoci giusto il tempo per fronteggiarci al suono dei comandi per gli incanti. Fasci di luci che si scontravano come lampi pirotecnici e che solo debolmente andavano a segno,dall'una all'altra parte. Sembrava posseduto dal sacro fuoco di Merlino quel Ventrue che continuava a bersagliarmi di bombarde e schiantesimi senza criterio. Decisi di averne abbastanza e mi riportai verso il luogo da cui eravamo partiti, Edward ancora alle prese con un altro cocciuto rappresentante di quella famiglia e la piccola vampira senza nome invece in piedi di lato sullo spiazzale con la bacchetta fra le mani. Il suo nemico agonizzava per terra, stordito.
    Ce ne saremmo liberati dopo.
    Capii che sapeva esattamente cosa fare nel momento in cui accolse il mio sguardo e sollevò il suo bastoncino. Perfetta sincronia di intenti.Era così semplice con le mie simili sondare e comprendere i reciproci desideri.
    La mia corsa si interruppe quando il vampiro si trovò al centro dei due fuochi,completamente ignaro della trappola in cui era caduto. Sorrise beffardo, caricando quello che doveva essere il suo ultimo attacco.
    Ora...
    Un comando e la sua eco si abbatterono sul petto e la schiena del Ventrue in uno sfolgorio di scintille rosse.
    - Stupeficium -

    Edited by Kyran - 4/3/2014, 18:35
     
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    La donna è fuggita, non se l'è fatto ripetere due volte, e forse, chissà, ha fatto bene. Le rivolgo un veloce cenno di commiato facendo un passo indietro quando la lama mi passa davanti sfiorandomi la pelle. Per un soffio. Il vampiro ha sfoderato la spada settecentesca, posso sentire l'odore ferroso del sangue invisibile che impregna il suo filo: quanti arti ha tagliato con la sua arma? Quanti ne ha uccisi? Molti, ma non poi così tanti, è ancora giovane. Lo scarto di nuovo mentre con la coda dell'occhio noto i due vampiri combattere ognuno con il proprio avversario, hanno perfino sfoderato le bacchette.
    Abbozzo un sorriso, ho capito che questo qui vuole il mio braccio, non vuole finire come il suo amico. Uno, due, tre passi indietro, resto in difesa finchè non trovo il modo per raggirare la sua spada e disarmarlo. Mi sposto un po' sulla sinistra fino a raggiungere i bidoni della spazzatura, perfetto. Rubo un coperchio impugnandolo come uno scudo, non reggerà molto, ma almeno un paio di colpi dovrebbe attutirli: lo testo immediatamente bloccando il forte fendente teso verso di me, il contraccolpo mi costringe e piantare i piedi a terra e rallentare i movimenti, ma ha retto questo è l'importante. Anche se si è un po' piegato prendendo la forma dell'arma. Mi preparo a prendere il prossimo colpo e quando questo arriva lo incasso sì, ma contemporaneamente do una spinta in avanti, costringendo ad indietreggiare lui che, preso alla sprovvista sembra disorientato. Spingo più forte che posso finchè non si trova lui con le spalle al muro in questo vicolo, lo incastro, lo scudo ormai quasi completamente distrutto ma la spada è incastrata tra le pieghe d'alluminio impedendone l'utilizzo. Con un calcio lo costringo a mollarla facendola volare a diversi metri di distanza.

    "Così va meglio" ghigno osservando lo sdegno nel suo sguardo, la realtà farsi strada nella sua mente, l'urgente ricerca di una via di fuga. Fuga...già è questo che fa, sono pronto a strappare anche la sua vita quando il vigliacco se la da a gambe. Polvere buio pesto, maledizione.
    Strofino gli occhi maledicendo la cacciatrice che l'ha inventata, è una polvere talmente fitta che nemmeno i miei occhi abituati alle ombre della notte, riescono a vedere: fatta su misura per noi ovviamente. Dannati cacciatori.
    Inutilmente cerco di spazzarla via con un movimento delle braccia, ma l'unica cosa da fare è aspettare che l'effetto passi da solo, tenere gli altri sensi in guarda ed attendere. Per fortuna la quantità utilizzata non era un granchè e presto riacquisto la vista. Siamo rimasti noi tre, i Ventrue sono scomparsi.

    "Andiamocene alla svelta prima che decidano di tornare" sì, prima che accada qualcos'altro è meglio raggiungere Voice ed a quanto pare anche Lei ha deciso che è arrivato il momento di incontrarci: trovare informazioni su di lei alla locanda è stato fin troppo facile, è un invito.
    Quando arriviamo apro la porta ed entro nell'appartamento, non busso nè suono, mi dirigo invece direttamente all'interno verso la prima stanza con la luce accesa: sono ansioso di conoscere la famigerata Voice, e quando finalmente me la ritrovo di fronte, è lei la prima a parlare.

     
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  14. *Il Cappellaio*
     
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    Il misterioso figuro tace, non intenzionato a rivelare il proprio volto: la reazione nella Cacciatrice potrebbe non essere ciò che cerca. -La fiducia è sopravvalutata in questi tempi. Esistono solo interessi comuni. Non so dirti cosa fare, se non indagare e cercare di capire il più possibile di questo evento. E battere i tre clan sul tempo. Chiedi dell'Angelus, quando questa storia sarà finita.- Resta sottointeso che il misterioso individuo parli della collaborazione della Cacciatrice con i vampiri. Pochi istanti, e la nebbia riassorbe la sua presenza, mentre solo un minuto dopo avanzano tra le tenebre Edward e compagni.

    = = =


    CITAZIONE
    All'interno, il buio. Ed una luce fioca che si alimenta con la semplice esistenza, all'inizio effimera, ma ben presto roboante come un incendio: la casa sembra davvero minacciata dalle fiamme, ma nessun calore viene prodotto. La luce sembra quasi fastidiosa, ma proprio al limite svanisce.

    Un invito ad entrare? Forse. Ora la luce illumina un lungo corridoio anonimo, le pareti grigie interrotte qua e là da una candela di cera bianca. Le porte, identiche, sembrano quasi ipnotiche, ma vengono tutte sorpassate dai due visitatori, che quasi senza accorgersene percorrono l'interno della casa, fino a trovarsi in un insolito salotto. Un ferro di cavallo di divani, vecchi di decenni, tre quadri alle pareti, uno per lato del mobilio. E accanto all'ultima parete, una poltrona. Vuota? Giurereste che lo foste, ma in un battito di ciglia vi si trova sopra una persona.

    -Benvenuti- la voce profonda risuona nella stanza, mente l'anonimo viso d'aspetto africano di un uomo sulla quarantina omaggia la presenza dei vampiri. La corporatura esile, avvolta in un completo blu scuro, anonimo come i suoi lineamenti. Fa semplicemente cenno di accomodarsi sugli ampi divani, dove potrebbero prendere posto almeno dieci persone: quanto basta per mantenere le distanze tra sconosciuti.

    -Edward- aggiunge, mentre un sorriso compare sulle sue labbra. -Hai perduto i cuccioli che ti ho affibbiato?- Voice scuote la testa, con ironia. Si volta mentre il completo blu sembra luccicare etereo nella penombra della stanza. -Un Ministro- lo sguardo si posa su Kyran. -Una vampira di duecento anni- lo sguardo si posa su Dandelion. -Ed un'altra che di sè preferisce non svelare cosa alcuna- Voice sorride, ed è la seconda persona in pochi minuti che riconosce la Cacciatrice per quello che è. -Perdonami, Edward, ma sai bene qual'è il rito di ogni incontro con Voice.- l'uomo dedica tutta la sua attenzione agli altri tre presenti mentre dalla mano una qualche sostanza scivola in un braciere, accendendone le tenui fiamme ed esalando un incenso molto profumato.

    CITAZIONE
    -Siete qui in cerca di conoscenza. E potere. C'è chi dice che la conoscenza è potere, in effetti. Perdonatemi, sono scortese: qualcosa da bere?- Indica un tavolino, che davvero non sembrava esserci prima. Illusioni? Sul tavolo, due bicchieri di vino rosso intenso... molto denso... sangue. -Vergine francese, abbastanza fresco. Sono certo che vi piacerà- e di questo davvero Voice ne sembra certo: non quella certezza dotata dal conoscere cosa stesse servendo, quasi una certezza globale, onniscente?

    -Ma voglio dirlo senza troppi indugi: non la otterrete. Non qui ed ora. Forse qui, in un altro tempo. I fili del destino sono tesi, lo posso vedere: fino allo spasmo, pronti ad esplodere. In questi momenti, i fili più resistenti sono quelli... intrecciati- Voice guarda prima uno e poi l'altro vampiro, intensamente, comunicando un messaggio silente. -Ed è così che sono destinati ad essere... perlomeno per qualche tempo. Tre- la mano va a formare il numero -ma sono due le risposte che voglio da voi. Due e due e due.- Voice raccoglie uno dei calici, sorseggiando con tutta la calma di una statua di pietra.

    -La prima risposta risiede nella causa, nel passato: perchè cercate ciò che cercate? Cosa muove i vostri passi su questa strada perigliosa, dove la mèta è conoscenza, e conoscenza potere? Avete accettato il mio messaggio... perchè?- Voice fissa nuovamente uno dopo l'altro, attendendo una risposta.

    -La seconda risiede nell'effetto, nel futuro- Voice sembra ignorare qualsiasi parola pronunciata dai presenti. -Cosa siete disposti a sacrificare per ottenere ciò che bramate? Quel'è il limite ultimo che non varrà la pena di superare? La vita? la libertà? Il vostro vigore fisico? Cos'altro? Avanti avanti tracciate un confine, e il destino sceglierà per voi- nuovamente lo sguardo di Voice viene posto sui presenti.



    Vi ho riproposto il medesimo incontro di Voice di inizio quest degli altri due originali partecipanti, alterando leggermente i quote: tutto ciò avviene ora con voi, è solo per farvi capire che si tratta della medesima "scena".
    Come al solito, prima di dare risposte Voice pone domande: domande a cui dovete rispondere se volete restare nella sua abitazione.
    Nel caso non vogliate rispondere, fermate il vostro post e descriverò cosa accade (non voglio certo imporre nulla in tal senso).

    Nel vostro post:

    - Interagite liberamente nel vostro re-incontro alla casa di Voice
    - Rispondete liberamente alle due domande che vi pone

    Scadenza post: lunedì 17 ore 23.59

    P.s. Scusate i continui ritardi ma tra impegni del sottoscritto e di "Edward" è una faticaccia :(
     
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    *La fiducia è sopravvalutata in questi tempi. Esistono solo interessi comuni. Non so dirti cosa fare, se non indagare e cercare di capire il più possibile di questo evento. E battere i tre clan sul tempo. Chiedi dell'Angelus, quando questa storia sarà finita*

    Un'altra frase ad effetto, e sparì.
    Non che avesse tutti i torti. Ma lei non sapeva se fosse riuscita ad operare in quel modo. Non si fidava di nessuno...Perchè iniziare a farlo adesso? Le balenò in testa la mezza idea di andar via, lasciar perdere tutto.
    Ma non poteva essere arrivata fino a quel punto per poi scappar via, come se niente fosse. Voleva ottenere qualcosa in più quella notte, qualcosa che non fosse solamente una mera proposta...o presa in giro.
    Percorse dei corridoi, osservando le pareti che la avvolgevano, quasi ipnotiche. Il voler capire qualcosa in più la spingeva ad addentrarsi di più in quella casa, a voler capire chi fosse la figura misteriosa incontrata, e sopratutto magari trovare l'autore della lettera che lei aveva intercettato, trovare chi aveva fabbricato quell'amuleto che, ancora adesso, reggeva.
    Dopo il suo vagare, si ritrovò in una sorta di...Salottino? Ma non era sola. Ecco che appaiono il vampiro visto prima ed altri.
    In quel momento, non si sentì più al sicuro. Perchè era andata via dal gruppo di vampiri precedenti, era scappata...ed adesso, eccoli, di nuovo lì. Nuovamente, c'erano anche la vampira donna di prima e l'uomo, quelli che avevano quasi scoperto il effimero trucchetto. E se li era ritrovati lì.
    Stava cominciando a pensare di non essere l'unica. Qualcosa le diceva che era solo una pedina in un piano molto, ma molto più grande.
    *Un Ministro....Una vampira di duecento anni....Ed un'altra che di sè preferisce non svelare cosa alcuna*
    Lei guardò torva l'uomo in quel completo blu. Non poteva perdere la pazienza in una stanza piena di vampiri,e lui di certo questo lo sapeva.
    *-Siete qui in cerca di conoscenza. E potere.* Questa era una definizione che la rispecchiava di più. *Perdonatemi, sono scortese: qualcosa da bere?*
    Sophie dovette sforzarsi per nascondere l'orrore che andava dipingendosi sul suo volto. La sua faccia sembrava fatta di marmo, una maschera da cui non trapelava emozione alcuna. Ma dentro di sè stava urlando dal dolore. C'era del sangue in quei calici. La linfa vitale di un essere umano, una vergine francese, prelevato sicuramente per l'occasione "speciale". Quale orrore, quale abominio. Doveva mantenere la calma. Perdere il controllo sarebbe stato fatale. "Mi dispiace, spero non si offenda personalmente se non bevo. Ma il sangue francese lo trovo..Aspro. Non lo gradisco in particolar modo." disse con poche parole, tentando di mantenere un tono calmo e vagamente sarcastico.
    Come se sapesse di cosa stava parlando.Ebbe la sensazione di non farcela, di non riuscirci. Ma riuscì ad evitare di pensarci troppo, senza sapere esattamente da dove proveniva quella forza immane. Le veniva da vomitare, il suo stomaco stava rivoltandosi per quella "bevanda" che invece per gli altri era la vita.
    *ma sono due le risposte che voglio da voi. Due e due e due....*
    Risposte. Lei era lì per domande. E non aveva idea dello scopo per cui altri vampiri fossero nella sua stessa stanza...O forse, non sapeva perchè era lei a stare lì, in fin dei conti.
    *Perchè cercate ciò che cercate? Cosa muove i vostri passi su questa strada perigliosa, dove la mèta è conoscenza, e conoscenza potere? Avete accettato il mio messaggio... perchè?*
    Sophie fu la prima a rispondere. Le venne così, in tono sarcastico. "Tu domandi perchè noi cerchiamo ciò che cerchiamo. Ma in che modo tali informazioni potranno esserti utili?"
    Era sicura che non ci sarebbe stata alcuna risposta, ma tanto valeva provare. "Il mio passato è la causa per cui io sono qui." Non poteva niente altro. "Ciò che vuoi sapere è perchè ho accettato il messaggio..Ebbene, io ti rispondo: sono qui perchè il mio passato mi obbliga ad essere qui. E questo è tutto ciò che saprai da me, per la tua prima domanda."
    La puzza del sangue le entrava nelle radici e la disgustava. Voleva gridare. Stava sopprimendo l'impulso di tirar fuori arco e frecce e bacchetta ed iniziare a farli fuori tutti. Ma prima di riuscirci, sarebbe morta azzannata da uno di quelli e morire per mano loro non era certo nei suoi piani.
    *Cosa siete disposti a sacrificare per ottenere ciò che bramate? Quel'è il limite ultimo che non varrà la pena di superare? La vita? la libertà? Il vostro vigore fisico? Cos'altro? Avanti avanti tracciate un confine, e il destino sceglierà per voi*
    Le parlavano di confini. Le parlavano di cosa era disposta a sacrificare. Bene...Questa era più facile. "Oh, andiamo, credi davvero che ciascuno di noi ti verrà a dire la propria vita, morte e miracoli? Se ti piacciono le commedie...
    Dunque, io sono qui perchè la mia storia personale mi ha condotto qui..."
    ribadì il concetto, senza specificare a cosa si riferisse ovviamente . Sembrava di essere ad un concorso di bellezza babbano. Vorrei la pace nel mondo e rifugi per tutti gli animali, grazie."E riguardo al futuro. Io ho i miei obiettivi...Ma se per raggiungerli dovessi rimetterci la pelle, non servirebbe a nulla, dal mio punto di vista.
    Il mio limite è l'egoismo. Non ho nessuno al mondo, bado solo a me stessa. E voglio badarci quanto basta per tornare viva e vegeta a casa, avendo la sensazione di aver fatto qualcosa di grandioso."


     
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51 replies since 24/4/2013, 13:23   1026 views
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