Diciannovesima Quest

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  1. *Il Cappellaio*
     
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    Greydeath Manor, il cuore della zona dei Figli della Notte: un grosso edificio nel cuore del territorio di caccia di vampiri ed altre creature della notte, poco distante dal lago ma ben nascosta dal bosco che la circonda. Un ripido e stretto sentiero circondato da vegetazione conduce ad essa, ed ogni ospite che si rispetti lo percorre preannunciando la propria presenza, anzichè attraversare la selva o smaterializzandosi nel portico della magione: i più saggi, semplicemente, restano alla larga dal luogo maledetto. Pietra e legno compongono la sua struttura, e la scelta uniforme del grigio ha dato un nome all'edificio, nome rivelatore del contenuto: dietro le spesse tende prive di colore, risiede il branco del Druido, composto non solamente da vampiri bensì anche da Licantropi ed altre oscure creature. Proprio un lupo mannaro accoglie sulla soglia i visitatori, fissando dubbioso i due vampiri ma riservando un sorriso di scherno misto a replusione ad Edward: la sua fama di vampiro malvagio poco si addice a quel luogo, dove chiunque si trova lì per trovare un profondo legame con la natura, e non certo per immischiarsi con il resto del mondo civile.

    "Edward, ti aspettano" più che una voce è quasi un ringhio, mentre l'uomo vestito di stracci allunga una mano per apire l'enorme porta dell'edificio. Senza attendere oltre, si infila nell'apertura, svanendo nell'oscurità al suo interno. un attimo di titubanza, prima che i tre lo seguano all'interno: se fosse una trappola, nemmeno un vampiro come Edward potrebbe nulla contro un branco intero. Ma se esiste una legge fra vampiri, un patto che tutti li accomuna, è il solido vincolo di un invito e dell'ospitalità: dopotutto, è una prassi che a ogni notturno genera non pochi problemi, solitamente.

    Un lungo corridoio rivela la fatiscenza del luogo, abbandonato perlopiù a sè stesso: luci di fuochi si intravedono tra porte semiaperte, vampiri ed altre creature nudi o ricoperti da stoffe, stracci, od accostamenti del tutto casuali. Ciò che importa non è certo ciò che si indossa da queste parti, il freddo per i più è un ricordo della vita precedente, mentre il proprio corpo è l'unico legame che li ancora al mondo, dopo la scomparsa dell'anima. Un legame a cui ognuno è devoto, e ne rinnova il vigore con le indicazioni del Druido.

    "Benvenuti" la voce proviene da uno dei presenti, che si affianca al gruppo mentre i passi li portano nel grande salone centrale: potrebbe essere chiunque, nulla lo contraddistingue dal resto del branco, ma la voce ferma e profonda dona una sorta di retrogusto alle sue parole, come se non fosse una persona qualsiasi a parlare, bensì qualcosa di... più. Edward, ovviamente, non tarda a riconoscerlo: l'età che porta sulle spalle si percepisce attraverso la semplice presenza. L'uomo li anticipa, recandosi accanto ad un focolare posto al centro della stanza, ai cui margini numerosi vampiri e creature riposano, si nutrono, cedono alla lascivia o semplicemente fissano i nuovi venuti.

    "Sono lieto che abbiate accettato il mio invito" il Druido siede sul pavimento, poco distante dalle fiamme, invitando gli ospiti a fare lo stesso. "Avete già incontrato gli Hellsingers, non proprio amichevolmente." Il Druido pronuncia le parole con noncuranza, stringendo le spalle. "E sembra che Voice ti abbia affidati due adepti, Edward: quante lune hanno? Il biondo sembra non sapere nemmeno dove si trovi, mentre l'altro si, avrà anche un paio di secoli, ma mi ci gioco lo scalpo che non sappia nemmeno cosa sia, un branco" il Druido resta terribilmente serio, non intende scherzare nè insultare i presenti, bensì esporre la realtà dei fatti: questa è la sua natura, osservare interpretare e si, a volte agire, ma sempre come ago della bilancia. Bene e male non hanno significato, per lui.

    "Vengo subito al sodo, e ti dirò qualcosa che non sai, Edward: dopo che il tuo compare Angelus ha ammazzato Evan, i Ventrue hanno trovato un nuovo leader oltremare; sono certo che non passerà molto tempo da ora al vostro incontro. Moon, Armand Moon. Sono certo che lo conosci, come conoscerai la sua parentela con l'attuale Ministro della Magia. Comprendi la situazione? Da decenni la Triade ha trovato un equilibrio... non senza il mio diretto intervento... e le voci del Risveglio hanno messo chiunque in allerta, i branchi sullo stesso sentiero, gli artigli su medesime prede. Il nome del vampiro dovrebbe bastare per farti comprendere che una sua eventuale alleanza con il Ministero porterebbe notevoli scompensi nella Triade..." il Druido medita, pensieroso, quasi ignorando le parole di Edward, mentre muove pigramente alcune braci sul focolare.

    "Voice è un punto cardine della trama. L'hai incontrata. Tu, e quei due, e te li ha affibbiati. Vuoi sapere una cosa? Si dice che Voice non abbia ricevuto nessuno nell'ultimo mese. Nemmeno me. Nemmeno gli Emissari, nè Armand per quello che mi è dato sapere. Forse l'unica altra eccezione è l'Angelus. Non so cosa vi abbia riferito, nè credo sia in mio potere chiedervelo... ma se vi ha ammessi c'è una ragione, e vi voglio dalla mia parte. L'equilibrio dev'essere mantenuto, solo i Figli della Notte possono garantirlo... l'unica altra possibilità, è guerra aperta. Totale. La Triade, i non allineati, Licantropi... forse anche maghi. Hai voltato le spalle agli Hellsinger, Edward, e non ti ci vedo abbigliato in pizzi e merletti con Armand... nè credo che i due branchi si adattini ai tuoi amici... restate al nostro fianco, come emissari dei Figli della Notte, e scongiurate distruzione, squilibrio e... dannazione"


    Benritrovati, perdonate l'abissale attesa ma problemi di lavoro mi hanno ahimè trattenuto.

    Sentitevi liberi di inserirvi dove volete e postare nell'ordine che preferite (eventualmente Edward posterà poi, nessun problema).

    Nel vostro post:

    -Descrivete l'arrivo alla Greydeath Manor
    -Descrivete l'incontro con il Druido
    -Date una risposta alla sua offerta.

    Nella fattispecie, potete scegliere se proseguire la cerca affiliandovi ad un branco (i Figli della Notte, di allineamento neutrale) oppure se proseguire da soli: se le vostre risposte saranno differenti ovviamente dovrete accordarvi, ma nel caso se almeno uno non vorrà affiliarsi, nessuno lo farà. Sentitevi liberi di porre qualsiasi domanda, anche per conoscere il Druido ed il branco, ma al termine del prossimo giro lascerete in ogni caso l'edificio (quindi regolatevi, avete solo quest'opportunità). Ovviamente, la cosa cambierà la quest ed il vostro futuro on-gdr: associarsi ad un branco può comportare l'inimicizia degli altri due, ma anche il supporto del branco in caso di necessità.

    -Ordine per postare: libero
    -Lunghezza post: max 50 righe
    -Scadenza post: giovedì ore 23.59
     
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  2. Mr Stark
     
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    Seguimmo Edward, non mi fidavo, ma dovevo stargli dietro. Era l'unico tra noi tre che ne sapeva di più, la mia mente viaggiava, un suo tradimento era molto probabile, dall'altro non sapevo cosa aspettarmi veramente. Senza nemmeno accorgermene finimmo su di un sentiero, era ripido, sembrava quasi un avvertimento, a noi non importava, ma avevo un brutto presentimento. Sentivo una strana presenza, antica, potente, e tante altre diverse fra loro. Sentivo odori contrastanti e non sapevo cosa aspettarmi realmente da un luogo così tetro e isolato dal mondo civilizzato. Arrivammo davanti ad'un portico di legno, li c'era un lupo mannaro...un branco di vampiri, era questo che mi aspettavo, ma vedere quel lupo mi innervosiva, chiamatelo istinto o come vi pare, per quell'essere provavo solo repulsione. A quanto pareva conosceva già il nostro "amico" Edward e al primo sguardo anche lui provò repulsione. "Edward, ti aspettano". Questa fu l'unica frase che ringhiò il mostro mentre allungava la mano per aprirci la porta e per poi sparire la dentro. Dubitai, come un comune uomo dubitai, non sapevo se entrare o no. Nemmeno il vampiro più forte avrebbe potuto nulla contro un branco cosi vario e cosi grande. Entrati dentro, percorremmo un lungo corridoio fino ad'arrivare ad'un grande salone.
    "Benvenuti!" una voce profonda riecheggia nella stanza enorme, la identificai in un vampiro, sembrava una persona comune, ma la sua presenza diceva altro. Non facciamo in tempo a parlare, che l'uomo si dirige verso un focolare vicino, li le creature si ammassano, si nutrono e lasciano andare il loro corpi ai vani piaceri della carne. Ma poco importe, non siamo la per quello.
    Sono lieto che abbiate accettato il mio invito. Avete già incontrato gli Hellsingers, non proprio amichevolmente. E sembra che Voice ti abbia affidati due adepti, Edward: quante lune hanno? Il biondo sembra non sapere nemmeno dove si trovi, mentre l'altro si, avrà anche un paio di secoli, ma mi ci gioco lo scalpo che non sappia nemmeno cosa sia, un branco"
    Disse l'uomo sedendosi a terra, constatava la situazione, preferii sedermi anche io, non volevo, come dire, mancare di rispetto, a quel punto avrei rischiato seriamente la vita. Questi antichi, legati ancora agli usi del loro tempo sapevano portare rancore come pochi, e la loro lunga vita gli aveva insegnato a portare pazienza, perché la vendetta arriva sempre e comunque. Non mi sentii infastidito dalle sue parole, erano vere, non avevo mai visto un branco del genere, al massimo un branco formato da una decina di licantropi o vampiri si, ma questo...era qualcosa di mostruoso, qualcosa di molto simile al vero inferno, chi veniva la non lo faceva per divertimento ma solo per dovere e molto probabilmente doveva sottostare a ogni loro richiesta.
    Ignorai ciò che disse dopo, non era nulla che mi interessava o che avrei dovuto ricordare, del loro mondo non volevo far parte, erano isolati da tutto il resto e le loro guerre erano futili, semplici questioni burocratiche. Non perdevano mai occasioni per dimostrare la superiorità si un branco su di un altro, ma in tutto questo c'era un certo fascino che mi attirava...
    "Voice è un punto cardine della trama. L'hai incontrata. Tu, e quei due, e te li ha affibbiati. Vuoi sapere una cosa? Si dice che Voice non abbia ricevuto nessuno nell'ultimo mese. Nemmeno me. Nemmeno gli Emissari, nè Armand per quello che mi è dato sapere. Forse l'unica altra eccezione è l'Angelus. Non so cosa vi abbia riferito, nè credo sia in mio potere chiedervelo... ma se vi ha ammessi c'è una ragione, e vi voglio dalla mia parte. L'equilibrio dev'essere mantenuto, solo i Figli della Notte possono garantirlo... l'unica altra possibilità, è guerra aperta. Totale. La Triade, i non allineati, Licantropi... forse anche maghi. Hai voltato le spalle agli Hellsinger, Edward, e non ti ci vedo abbigliato in pizzi e merletti con Armand... nè credo che i due branchi si adattini ai tuoi amici... restate al nostro fianco, come emissari dei Figli della Notte, e scongiurate distruzione, squilibrio e... dannazione"
    Momento delicato, cosa fare? Se avessimo rifiutato la possibilità di non uscirne vivi era alta, ma sembrava un tipo ragionevole, però il suo aiuto ci avrebbe fatto molto comodo, già alcuni hanno tentato di ucciderci e non credo che se ne staranno zitti e buoni mentre noi andiamo alla caccia di questo antico potere che loro bramano. Dovevo fare la scelta giusta, se io rifiutavo sarebbero potuti andare avanti anche senza di me. Il mio orgoglio non avrebbe sopportato una sottomissione a qualcuno, non importa chi, nemmeno a quell'Edward, finche era utile avremmo viaggiato insieme, ma non mi aspettavo nula di che. Presi la mia decisione e parlai.
    -Io accetto...-
    Dissi con riluttanza. Buttai giù il mio orgoglio e tutto quello che ne derivava. Uno dei tanti sacrifici che avrei incontrato sulla strada. Comunque ne sarei potuto uscire quando volevo, molto probabilmente in una cassa da morto ma poco importava.
     
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    Sei tu, Alice?

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    Mostro indifferenza verso il licantropo, non accennando nemmeno a rispondergli: sento il sangue ribollire nelle vene, la voglia di staccargli la testa farsi prepotente, e devo ammettere che una lotta tra nemici naturali sarebbe alquanto divertente in questo momento, proprio perchè risulterebbe fuori luogo qui, alla tana dei figli della Notte. Purtroppo siamo ospiti, e come tali sarà meglio restare accondiscendenti per il momento.
    L'idea di entrare in luogo pieno di cani continua comunque a non piacermi.
    Seguiamo la nostra guida all'interno, la sala in cui veniamo accolti dal Druido è molto grande ed affollata, i vampiri allo stato brado attorniano il fuoco centrale chi proseguendo i proprio affari, chi fermandosi per osservarci: una di loro la conosco, bella, lo sguardo felino, i capelli dello stesso colore delle fiamme, movenze talmente sinuose in grado di incantare qualsiasi essere vivente e non. Le rivolgo un sorriso ricordando la nostra avventura, una notte che consiglierei a tutti almeno una volta nell'esistenza.

    "E' un piacere rivederti, forse l'unico degno di questo momento"

    Le rivolgo la parola poggiando le labbra sul dorso della sua mano prima di prendere posto sotto invito del Druido, non mi interessa che senta, qualunque cosa io possa dire qui dentro, lui già la sa. Come l'età dei due vampiri al mio fianco, sono giovani, lo si vede dal loro sguardo, dal loro modo di fare. Per loro il nostro mondo è ancora un'incognita, ma impareranno presto a conoscere la Triade e le sue regole.
    Lascio che una smorfia rovini il mio sorriso quando sento parlare di Angelus, quel maledetto, prima o poi lo ucciderò, l'ho giurato ormai diversi anni fa.

    "Questi scompensi esistono già, e non solo per il nuovo Signore dei Ventrue" se solo fossi seduto su una poltrona, mi metterei comodo, accavallando le gambe mentre osservo l'espressione curiosa del Druido.

    "Non ci siamo mai immischiati negli affari dei maghi, ma da quando uno di noi, un vampiro, è salito ai vertici del Ministero della Magia, la storia è cambiata. Il Risveglio, la nostra intromissione, la scelta di Moon come capo. L'equilibrio è stato spezzato."

    Chissà, il regno delle Triadi potrebbe perfino terminare in tutto questo. Ma il mio sguardo si fa severo, cercando inevitabilmente quello dell'anziano capo, chiedermi di unirmi al suo branco non è stata una decisione affrettata nè superficiale, mi chiedo solo cosa possa ricavarne dalla mia, anzi nostra, collaborazione...per quanto gli altri due siano liberi di scegliere quello che vogliono, io potrei anche rifiutare.

    "Dimmi perchè. Sono anni che non mi intrometto nei vostri affari, e non mi sembra di aver dato l'impressione di voler tornare: una mia presa di posizione potrebbe risultare conveniente tanto quanto sconveniente, lo sai. Inoltre non credo proprio di volermi immischiare, l'unica cosa che mi interessa è l'Angelus, il risveglio e tutto il resto possono andare all'inferno." Faccio per alzarmi, non posso andarmene a causa di Voice, ma se devo proseguire, voglio almeno poterne ricavare qualcosa, o qualcuno.

    "Una volta finito il lavoro, ogni mio legame con il branco, sarà annullato: non resterò nella tua famiglia." Ed il fatto che io non prenda ordini da nessuno è implicito.


     
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  4. *Il Cappellaio*
     
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    Il Druido sorride. Ha destato l'interesse di Edward, ne è certo. Quel nome è sufficente per tenerlo al guinzaglio... perlomeno quanto basta per svolgere il compito richiesto. Dal fato, dall'equilibrio, sia chiaro, non certo da un semplice uomo, vampiro, che altri non è che il suo tramite nel mondo. "So bene dove riponi il tuo interesse, Edward. Ma pensaci attentamente: se il Risveglio è davvero ciò di cui si parla... se un antico Maestro si è davvero svegliato dal lungo sonno ristoratore... in quale luoghi pensi che l'Angelus muoverà i suoi passi? Credi si farà sfuggire tra le dita una simile occasione, di eliminare una creatura del genere quand'è ancora indebolita e quasi inerme?" Il Druido sorride, rimestando le braci nel fuoco. Ma molto tempo passa, nel silenzio, prima che risponda all'affermazione di Edward, e del suo compagno di ventura.

    "Lascia che sia il futuro a decretare queste affermazioni, per quanto possano risultare... ovvie. L'Equilibrio nella Triade, nelle creature della notte, nel Mondo Magico va ripristinato: questo è il mio scopo, il nostro scopo, il volere del Fato. Se nel farlo vorrai eliminare l'Angelus, o lasciare la protezione del nostro branco, poco mi importa. Ad ogni modo, quello che posso dirti è questo: The Horny Stormy Sea, lo trovi nelle docks di Londra. Sono certo che capirai quando sarai lì." Il vampiro tace, e dopo alcuni minuti risulta chiaro che non ha più nulla da dir loro. Sanno di essere ora i benvenuti in quel luogo, ma la notte è giovane e i tre sanno di non poter perdere tempo.


    Qualche tempo dopo, i tre percorrono gli ultimi passi che li separano dall'infimo pub londinese. Alcune scale in legno mezzo marcito conducono al piano interrato, mentre soltanto una vecchia insegna di latta indica proprio lì sotto la presenza di quel locale. La porta in ferro battuto arrugginito si apre scricchiolando (ma un essere umano avrebbe dovuto spingerla con forza), rivelando sorprendentemente un locale raffinato, con poltrone in pelle rossa, enormi lampadari appesi al soffitto che sfiorano le teste dei presenti; il bancone del bar è in mogano scuro, i calici riposti sopra di esso senz'altro di cristallo.

    Qualche sguardo si volta a fissare i presenti, ma poi ognuno torna alla propria bevanda. Anche senza l'olfatto, è facile capire che ognuno di questi liquidi altro non è che sangue. Vampiri, dal primo all'ultimo dei presenti. Edward si muove verso il bancone, indicando ai due compagni di sedere ad un tavolo. Come sempre, è bene cercare informazioni da chi sta dietro un bancone, da chi ha occhi per vedere e orecchie per ascoltare. Ma cosa potrebbe mai dirgli quell'uomo, più di Voice? Nel frattempo, dietro di lui, due vampiri hanno raggiunto i compagni di ventura, baldanzosi nei loro abiti tanto eleganti quanto passati di moda, e con atteggiamento di una qualche superiorità che presumono di avere.

    "Guarda guarda, due sanguisughe di fiume. Non portate il marchio degli Hellsingers, e non siete mezzi nudi come i Figli della Notte... di questi tempi, di vampiri non allineati non se ne vedono molti, sapete: tendono a fare brutti incontri..."


    Rieccoci!
    Perdonate i tempi fin troppo lunghi.
    Poichè sarò assente per una settimana, Hunter prosegui pure a tuo piacimento. Nel frattempo forse tornerà il compagno di quest e nel caso potrà postare anch'egli e recuperare il post precedente (in tal caso il limite di righe sarà di 20 righe aggiuntive).

    Nel vostro post:

    -Ruolate come preferite l'uscire dal rifugio del Druido ed il recarvi al pub londinese
    -Interagite come preferite con i due Ventrue che vi stanno dando noie; vista l'ampia scadenza potete muoverli a vostro piacimento, farli reagire alle vostre parole o vostri gesti (ma non pensate di poterli liquidare facilmente nè a parole nè in un confronto fisico). Considerate che sono arroganti, presuntuosi, e sebbene non intenzionati ad uccidere nessuno, vogliono farvi capire che per i Ventrue siete della spazzatura da gettare nel vicolo.

    Ordine per postare: Edward per ultimo
    Lunghezza post: max 40 righe
    Scadenza Post: martedì 18 ore 23.59
     
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  5. *Il Cappellaio*
     
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    Londra, The Horny Stormy Sea, 00.15 di notte.

    CITAZIONE
    Alcune scale in legno mezzo marcito conducono al piano interrato, mentre soltanto una vecchia insegna di latta indica proprio lì sotto la presenza di quel locale. La porta in ferro battuto arrugginito si apre scricchiolando (ma un essere umano avrebbe dovuto spingerla con forza), rivelando sorprendentemente un locale raffinato, con poltrone in pelle rossa, enormi lampadari appesi al soffitto che sfiorano le teste dei presenti; il bancone del bar è in mogano scuro, i calici riposti sopra di esso senz'altro di cristallo.

    Qualche sguardo si volta a fissare i presenti, ma poi ognuno torna alla propria bevanda. Anche senza l'olfatto, è facile capire che ognuno di questi liquidi altro non è che sangue. Vampiri, dal primo all'ultimo dei presenti. Edward si muove verso il bancone, indicando ai due compagni di sedere ad un tavolo. Come sempre, è bene cercare informazioni da chi sta dietro un bancone, da chi ha occhi per vedere e orecchie per ascoltare. Nel frattempo, dietro di lui, due vampiri hanno raggiunto i compagni di ventura, baldanzosi nei loro abiti tanto eleganti quanto passati di moda, e con atteggiamento di una qualche superiorità che presumono di avere.

    "Guarda guarda, due sanguisughe di fiume. Non portate il marchio degli Hellsingers, e non siete mezzi nudi come i Figli della Notte... di questi tempi, di vampiri non allineati non se ne vedono molti, sapete: tendono a fare brutti incontri..."

    Evidentemente, questa "Voice" l'aveva previsto. Nella tasca, tenete stretta una misteriosa missiva: il nome del bar, la mezzanotte. Una parola, "Risveglio", ed infine la firma.

    Il medesimo contenuto delle tasche di quattro avventori, avvinti dalla curiosità, sebbene cauti nell'entrare in quel covo di vampiri. Il simbolo degli Hellsingers, uno dei tre clan che negli ultimi anni ha acquisito potere, dimensione e reputazione.

    Ed ora, altri tre vampiri entrano nel medesimo locale, altri tre senza portare il marchio del clan di "casa".

    Pochi istanti, e zanne ed artigli vengono sfoderati mentre con estrema agilità e forza inizia un combattimento tra i presenti: ogni vampiro si alza per attaccare Edward e i due compagni, i tatuaggi che li accomunano che brillano nella luce del locale. Persino il barista partecipa all'aggressione, come iene sul corpo di una gazzella ferita.

    Questo fantomatico "Risveglio" di cui si sente parlare è dunque così importante, per scatenare una guerra dentro un locale?

    E cosa dovrebbero fare quei quattro vampiri, senza clan, in quella situazione? Aiutare un non-allineato come loro? Darsela a gambe?


    Cosa sapete:
    - Sapete che esistono 3 clan di vampiri, da sempre "ognuno per i cavoli suoi" ma che di recente hanno iniziato ad emergere un po' troppo. Sembra che non avere un clan sia quasi un "peccato", uno "sbaglio", qualcosa del tipo "con me o contro di me". Quindi se per ora avete sempre vissuto tranquilli senza mai incontrarli (a meno di entrare nei loro territori di caccia), adesso li vedete un po' ovunque. Troppo spesso e troppi.
    - Se avete frequentato luoghi di vampiri, avete di recente sentito di una cosa chiamata "Risveglio".
    - In ogni caso, conoscete per fama Voice (è una sorta di Oracolo per i Vampiri, anche se tecnicamente raccoglie semplicemente informazioni).
    - Sapete anche che con Voice è raro averci a che fare, ma sembra che la lettera ricevuta a casa/tana/xxx vostra venga da lei.
    - Sapete con quasi certezza che voi quattro, anche se non vi conoscete, non appartenete a clan: gli hellsinger si distinguono da tatuaggi e abiti "punk" o comunque da teppisti. I Figli della Notte vanno in giro nudi, o poco vestiti, o vestiti da Hippie e sembrano molto più "bestie". I Ventrue invece vestono con moda del settecento e i più "giovani" indossano divise o giacche ispirate a quella moda.

    Cose che non sapete:
    - Chi sia Edward e come si chiami
    - Chi siano i due con lui
    - Cosa stia succedendo di preciso XD

    Nel vostro post:

    - Fate qualsiasi considerazione in merito all'essere giunti lì ed alla lettera
    - Decidete cosa fare: se aiutare i tre non allineati, se aiutare gli Hellsinger a pestarli, se starvene in disparte, quel che volete
    - Quindi scrivete che fate quello che avete deciso (ma non date esiti delle vostre azioni)

    NOTA: do per scontato che Kyran, essendo un volto molto conosciuto, sia incapucciato, nascosto, o in un privè, o in ombra... insomma, ci sia una giustificazione per il fatto che nessuno lo importuni o gli degni di un'occhiata (ovviamente se dovesse decidere di agire sarà palese a tutti la sua presenza :P )

    Scadenza post: Domenica ore 23.59
    Numero massimo righe post: 50
     
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    Stava ancora chiedendosi se quella non fosse un'effettiva missione suicida. A volte era convinta di non avere alcun livello dell'istinto di sopravvivenza, se andava a buttarsi in un covo di vampiri, lei unica umana, unica preda di creature spietate che l'avrebbero riconosciuta dall'odore come un bocconcino appetibile.
    Ma doveva andare. L'adrenalina che le scorreva nelle vene era troppa per starsene a casa, dopo quello che aveva scoperto.
    Una lettera, chissà come, era finita nelle sue mani. Lei l'aveva rintracciata, forse era destinata a qualcun'altro ma non importava : si parlava di un possibile Risveglio.
    Se aveva intuito bene la questione, tale risveglio aveva ovviamente a che fare con i vampiri. E non c'era occasione migliore di quella per cercare di informarsi sui vampiri in questione. Lei , che aveva consacrato i suoi ultimi anni di vita a quell'unico scopo supremo: trovare gli assassini della sua famiglia..Ma nel frattempo, far fuori più vampiri possibile poteva essere un buon riempitivo. Era diventata una cacciatrice, ma questo non significava che fosse una sprovveduta. Metteva sempre in atto tutte le migliori cautele che riusciva a prendere : incantesimi, protezioni fisiche, frecce particolari. Duro addestramento, tutti i santissimi giorni per quattro o cinque ore seguiva un programma rigido, teso a migliorare la sua forza fisica e la sua agilità, doti fondamentali se si voleva avere a che fare con quelle creature.
    Ma forse quella volta stava davvero...esagerando.
    Andare a tuffarsi in un luogo chiuso, probabilmente con pochissime vie di fuga utili, poteva essere davvero l'ultima cosa che faceva.Quando salutò il suo gatto, unico essere vivente ammesso alla sua esistenza ed a cui dedicasse attenzioni, sapeva che forse poteva essere l'ultima volta che lo vedeva.
    Eppure, era misteriosamente spinta ad andare, e nulla riusciva a distoglierla da quell'idea, nemmeno la paura di venir morsa da un vampiro, o peggio ancora, di fare da banchetto per tutti i presenti. Doveva andare, e doveva farlo per uno scopo ben preciso : doveva raccogliere informazioni su tutti coloro che c'erano lì, ma sopratutto perchè era possibile che tra quei tre clan ci fosse quello che le aveva rovinato la vita. Non poteva sapere ancora quale dei tre, ma aveva speso tutte le sue energie per arrivare a gruppi di vampiri, coloro che vivevano ed operavano insieme e non che se ne andavano a zonzo nella foresta da soli, ma molto spesso le sue piste si erano rivelate inutili. Ad oggi, ancora non sapeva nulla e diventava sempre più difficile rintracciare dei clan...Fino al momento in cui aveva intercettato una missiva.Era a caccia, come tutte le notti, ed aveva colpito un gufo, che si era rivelato un gufo postino. Prese la lettera senza pensaci e la aprì, incurante dell'educazione ricevuta che le diceva che non si ficca il naso negli affari altrui. Con quella filosofia però al giorno d'oggi non si andava molto lontano. La lettera parlava di questo risveglio, e dei tre clan presenti, ed era firmata da Voice, che lei conosceva solo per sentito dire. Era una sorta di veggente.
    Insieme alla lettera, una sorta di amuleto strano. Sembrava qualcosa di Vodoo, di certo non era magia "raffinata" ma forse aveva a che fare con la natura..Era a forma di croce. Non sapeva a chi fosse indirizzata la lettera, ma decise che era la sua occasione. Tornata a casa, iniziò a pensare a come partecipare. Il buon senso le diceva di non mettersi l'amuleto addosso, poteva essere intrisi di una qualche maledizione potente e lei non voleva sopportare ulteriori disgrazie. Decise di farlo provare al suo povero gatto, ma sul quale non sortì alcun effetto. Ma l'istinto le diceva di provarlo. Nel momento in cui lo indossò, era allo specchio. La sua pelle divenne bianco pallida, i denti le diventarono aguzzi e le provocarono due piccole ferite sulle labbra inferiori. Sembrava proprio un...vampiro. Quella visione la spaventò, era come vedersi da morta. Ma quello era l'espediente fondamentale per infiltrarsi in quei clan e magari tentare di non farsi riconoscere. Il gatto le passò davanti e cominciò a miagolare con insistenza. Non l'aveva mai fatto. Soffiava, era come impazzito...come se volesse attaccarla. Lei si avvicinò, il gatto iniziò ancora di più a minacciarla. Si tolse l'amuleto e...il gatto tornò normale. Forse quell'affare non alterava non solo il suo aspetto, ma anche il suo odore.
    Tuttavia, una volta provato il funzionamento dell'amuleto, decise anche di prendere ulteriori precauzioni. Pozione Polisucco. L'ultima volta che aveva ucciso un vampiro, era una donna, abbastanza giovane, forse anche più di lei. Aveva lunghi capelli argentei, e durante lo scontro le erano rimasti sui vestiti. Era molto inesperta nella lotta, forse creata da poco.Sophie la fece fuori prima che potesse ricevere un addestramento, a giudicare da quanto fosse scarsa. Tornata a casa, Sophie aveva notato che le erano rimasti attaccata alla giacca due o tre capelli di lei. In genere non amava conservare trofei di quelli che uccideva, non era psicopatica fino a quel punto. Ma quella volta lo fece, pensando che forse un giorno potevano tornarle utili. Ed infatti, ebbe il lampo di genio quando decise di utilizzarli per la Polisucco che stava già creando da quasi un mese e che era giunta ormai alle sue ultime fasi. Aveva iniziato a creare la polisucco semplicemente perchè voleva mettere alla prova le sue vecchie abilità da pozionista, e stava riuscendo abbastanza bene, o almeno credeva...
    Sembrava che fosse una congiunzione di eventi a spingerla ad andare a quell'incontro. La lettera e l'amuleto, i capelli, la pozione...Erano segni del destino? Inserì i capelli nella pozione che diventò color blu argentato , e la bevve. Si trasformò dunque nella donna da lei uccisa. Il suo aspetto fisico era cambiato. Inoltre, aveva anche quell'amuleto che infilò in una tasca. Appena lo pose vicino al suo corpo, le spuntarono di nuovo i canini, la pelle si impallidì ancora di più..Non era più lei. Ed era meglio così.
    Il luogo era affollato. I componenti dei tre clan si distinguevano tra loro per l'abbigliamento. Sembrava di stare ad una rappresentazione teatrale.
    Si era scatenata una sanguinosa battaglia, mentre lei, decise che si sarebbe nascosta nel primo posto utile.
    Il suo abbigliamento la celava agli occhi dei più, aveva mantello con cappuccio e tutto rigorosamente nero. Certo, il nero andava di moda tra i vampiri ma non poteva fare altrimenti.
    Sophie decise che doveva nascondersi. Sarebbe stato troppo pericoloso partecipare, e poi, partecipare per cosa? Non voleva aiutare nessun vampiro, nemmeno se fosse stata in punto di morte l'avrebbe fatto. Guardò in giro per cercare di accaparrarsi un nascondiglio. Il barista che serviva al bancone si era gettato ugualmente nella mischia al pari degli altri. Così lei cercò di raggiungere il bancone per mettersi lì dietro, al riparo almeno apparentemente.
    Ormai era lì e non poteva fuggire. Doveva trovare però una strategia più efficace per uscire viva da lì.




    Dunque, ho ricevuto tramite posta questa specie di amuleto- voodoo che fa sembrare un vampiro, anche per l'odore. Ma sono polisuccata grazie ai capelli di una vampira, per nascondere il mio vero aspetto.
    Ho cercato di raggiungere il bancone per nascondermi ^^


    Edited by Sunburn* - 30/1/2014, 19:12
     
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  7. »Gift.
     
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    Non so nulla di te. Ma ti amo.
    Ho amato il modo in cui hai attraversato la strada, poco fa, attirato finalmente dal mio sguardo. Ho amato il modo in cui in questi giorni mi hai cercato, sentendomi presente, cercandomi fra la folla.
    Amo il rossore delle tue guance e il sapore delle tue labbra.
    Io non so nulla di te, e in fondo non ha importanza.


    Dandelion lasciò andare il corpo del giovane ormai privo di vita, i grandi occhi castani sbarrati, fermi nella gelida lontananza della morte.
    Si passò una dito sull’angolo della bocca mentre si allontanava dal vicolo che l’aveva vista abbracciata alla sua vittima, l’umano che negli ultimi giorni aveva infestato il suo riposo diurno e le lunghe notti uggiose di una Londra troppo a lungo dimenticata.
    Le vie della capitale inglese ribollivano di stanchezza e calore, lo stesso che ora le imporporava le guance. Era così facile confondersi in mezzo a loro, la pelle diafana riscaldata dal sangue del suo ultimo amato, riflessi di quella vita spezzata che la riportavano tra i mortali, oltre quel velo che li separava, notte dopo notte.
    Ritornare a casa le aveva fatto male, per un singolo, breve ed effimero istante, e se avesse avuto un cuore pulsante lo avrebbe sentito spezzarsi nell’identico modo in cui aveva piegato il collo di un’innocente impiegato, unica sua colpa quello di averla osservata troppo a lungo in un suo momento di fragilità.
    Se avesse avuto un creatore – o meglio, se il tuo creatore l’avesse riconosciuta e raggiunta – l’avrebbe ammonita per la sua solita noncuranza nel lasciarsi dietro una scia di cadaveri fin troppo evidente.
    Non era un problema suo. Lei non si fermava mai per più del tempo necessario atto ad innamorarsi di qualche umano. E, automaticamente, ucciderlo.
    Morte misericordiosa.
    Sorrise di quell’epiteto, un luccichio inquietante nella piega felina delle labbra, e scostò i capelli mogano scoprendo il collo lungo e invitante, circondato dal suo amato rosario.
    La mezzanotte aveva battuto il suo primo quarto da qualche minuto. Ma lei adorava essere in ritardo.
    E, in ogni caso, tendeva a non fidarsi di strane lettere ricevute in strani modi firmate da qualcuno che celava la propria reale identità dietro ad un nome che sapeva di insulto alla sua ferina intelligenza. Giustificò la propria curiosità con il sapore vagamente anemico del giovane appena sacrificato alla sua sete, e certo l’Horny Stormy Sea non era famoso per i suoi cocktail a base di frutta.
    Aveva sorriso a un membro degli Hellsingers, i bicipiti scoperti a causa dell’orrido gilet di pelle accompagnato da polsini borchiati di dubbio gusto. Decisamente, quel tizio meritava di diventare polvere solo per il concetto di punk che si era creato nel suo cervello.
    “Certe creature, mio piccolo fiore, meritano di finire all’Inferno solo per l’immagine che di noi danno al mondo.”
    La sua coscienza aveva deciso di assimilare la fastidiosa tonalità roca del suo sire, ed era fondamentalmente per questo che non la seguiva. Mai.
    Inutile negare, in ogni caso, che le sue dita esili stessero fremendo di cauta curiosità nel momento esatto in cui, con un semplice movimento delle dita, la porta del locale si aprì, e per un istante occhi immortali furono su di lei e lei ricambiò il loro silenzioso saluto, in mente solo una parola.
    Risveglio.
    E aveva riso, riso fino a rompere il vetro del calice che stringeva in mano, tintinnio di campanelli infantili, quando aveva letto quella parola, in precedenza soltanto sussurrata.
    Perché doveva avere paura, in fondo. Lei si risvegliava ogni notte. Che cosa avrebbe mai dovuto esserci, di tanto particolare.
    Incauta, anche per i suoi quasi trecento anni.
    Un’incauta curiosa, perché sarebbe stato prudente rifiutare l’invito di quella creatura banalmente leggendaria che amava farsi chiamare con il nome di Voice, esempio lampante – le diceva ancora quella dannata voce – di qualcuno che aveva bevuto troppo sangue andato a male.

    Troppi tatuaggi. Troppi punk. Avrebbe potuto anche passare inosservata, lei che adorava il nuovo stile dei giovani inglesi, pieno di toppe e pizzo sistemato nei punti giusti, le braccia diafane ricoperte dalle maniche. Ed era quello che le importava, non certo la sorte di quei tre che sembravano aver offeso il capo della baracca, se con la loro sola presenza avevano ridestato il ronfare annoiato di quelle creature fintamente decadenti.
    Si sedette. Semplicemente. E avrebbe pure ordinato dell’AB negativo, se non avesse preferito optare per il calice abbandonato da qualche Hellqualcosa troppo interessato alle faide di clan ai quali lei non aveva mai prestato più che un orecchio annoiato.
    Se questa Voice l’aveva fatta arrivare fin lì per ucciderla, o peggio, per farle aiutare tre perfetti estranei, come “veggente” fa leggermente schifo.
    Con quel pensiero si portò il vetro alle labbra, lasciando che il nuovo sapore sostituisse quello vecchio della sua ultima ossessione, cercando di non lasciarsi cogliere dalla frustrazione di ritrovarsi immischiata in qualcosa che, con la sua solitaria e meschina esistenza, non aveva nulla a che fare.



    Sono entrata e sto bevendo. Quello che succede attira la mia attenzione ma fondamentalmente non mi interessa.
     
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    Era un odore a cui non ero più abituato. Annusai l'aria stantia di un luogo in cui l'aria filtrava con un certo malcelato disagio, inerpicandosi nelle fessure di legno corroso dall'umidità incalzante e spigoli di muro marcio rivestiti di coltri lavorate da ragni operosi.
    Era tempo che non frequentavo più simili ambienti. La mia vicinanza agli umani,un fatto ormai consueto, mi appariva in quelle circostanze più contaminante che mai, non fosse altro per la strana accozzaglia di figure che riempivano il parterre di quel teatrino della desolazione rappresentato dal "ghetto" per soli vampiri. Se qualcuno aveva sentito l'esigenza di creare un simile abominio doveva essere per un distorto autocompiacimento della propria condizione di "diverso".
    A guardare bene,appena varcata la soglia, quell'idea era assolutamente rappresentata nelle fogge più estreme e al tempo stesso preoccupanti. Londra improvvisamente diventava un piccolo terreno di caccia sovrappopolato di predatori dall'aria omologata. Gruppi i cui nomi non mi avevano fino a quel momento recato alcuna preoccupazione, finchè almeno si fossero limitati a pascolare nelle loro assurde divise, lontano da ciò che consideravo al di sopra di qualsiasi lotta. Noi solitari eravamo ancora l'unica vera essenza,il promemoria di un eterno rincorrere la vita quella del dopo,incostante e capricciosa,bisognosa di linfa per perpetuarsi.Non avrei accettato etichette,ne compromessi alla mia ricerca, nemmeno se fosse stata Voice ad imporlo con le sue rivelazioni. Arcane come al solito,generiche al punto da costringermi a derogare dalle mie consuetudini e spingermi a recarmi in quel posto. Odioso nettare conservato..Poteva andar bene in caso di emergenza, ma mai sostituire il piacere estremo di procurarselo vedendolo stillare da una gola compiacente. Senza contare il disturbo di dovermi mimetizzare, sforzarmi di passare inosservato anche in mezzo ai miei simili. Simili...parola altisonante e quanto mai poco appropriata a descrivere gli occupanti del locale eccitati dalla stessa inquietante informazione che mi era stata recapitata. Risveglio. Poteva essere quello il motivo di tanta febbrile attività con bella mostra di canini e aggressività animale in bella mostra.Approfittai della corale confusione che distraeva gli astanti e i convolti nella rissa, per accomodarmi, non notato ad uno degli angoli della sala, in parziale oscurità rispetto al resto. Da li potevo osservare il bancone e dominare con un colpo d'occhio l'intera superficie,in caso di necessità.
    Attesi.
     
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  9. Alias-
     
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    Kyran Alias
    Hopkirk


    La separazione da quel ch'era il mondo d'una volta a questo. Londra, una città popolata da creature mostruose, orribilanti che si nascondono mutando la loro forma, o essendo anche in parte, umani. Quest'ultime si nascondono tra gli umani, celando quei grossi misteri che nemmeno i maghi a volte riescono a svelare. Lycan e vampiri, due razze portate all'odio fin dalla nascita. Belve feroci, armate di artigli affilati, denti aguzzi pronti a sbranare chiunque desse un minimo di fastidio e 'uomini' pallidi , dai canini affilati e potenza e velocità sovrannaturali a quelle umane.
    Una lunga serata come tante, m'aspettava quel gran giorno d'inverno che vi era in tutta Londra. Quell'allegria ch'avevo in me divenne d'un tratto serietà, ed in parte anche paura per la lettera ricevuta nella mia piccola abitazione. Un'unica parola , Risveglio, firmata da questa Voice. Udendo vari discorsi tra vampiri avevo già sentito parlare di lei, dicono sia alquanto misteriosa in alcuni casi, ma quando serve è pronta a rivelare qualunque cosa. Mi chiedevo cosa volesse da me, anche se in parte il mistero l'ho sempre amato.
    La mezzanotte era arrivata, la torre della chiesa più vicina al quartiere dove abitavo suonò le campane, abbottonai la grigia felpa per poi indossare il cappello che ombreggiava i miei occhi e m'avvicinai all'indirizzo scritto sulla lettera di Voice. La polisucco ch'avevo bevuto d'un vampiro ucciso all'istante non dava nell'occhio, nessuno se non un vampiro esperto avrebbe capito di quale razza appartenessi. Era un quartiere silenzioso, le abitazioni erano tutte uguali ed era difficile distinguere quale fosse e dove dovevo andare in quell'istante. M'avvicinai di più agli edifici e ne vidi uno che in parte si distingueva. Non c'erano luci accese, le finestre cigolavano ed erano aperte. Era tutto buio lì, capii subito ch'era lì che dovevo andare. Restai fermo fuori il portone d'ingresso in legno, guardandomi intorno e vedere se qualcuno era intento ad entrare con me. Nessuno si vedeva, il quartiere anche se pieno di case era isolato. Spinsi la porta ch'era mezz'aperta, fino ad arrivare fuori un locale. Osservavo dal buco della serratura, ed annusavo chi ci fosse in esso. Erano tutti vampiri, tutti. Entrai , nella grossa confusione che si creava, e senza che nessuno mi notasse m'accomodai in un angolo lontano dal bancone e dal mucchio di vampiri. Mi chiedevo ancora cos'avesse da dire, da rivelare questa Voice, cosa fosse questo famoso 'Risveglio' di cui si sentiva parlare ovunque. Ero lì, ad attendere che queste rivelazioni fossero appunto rivelate.
     
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  10. *Il Cappellaio*
     
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    Mi scuso per le inesattezze del mio post, avevo dato per scontato foste vampiri :P
    Comunque nessun problema: come comunicato alla Cacciatrice, Voice ai non-vampiri ha dato un amuleto Vodoo che vi fa sembrare vampiri. La polisucco non funziona su creature magiche/con creature magiche quindi la Cacciatrice la può bere per cambiare il suo aspetto, mentre un Lycan no.


    Cosa fanno due vampiri, una cacciatrice ed un Lycan in un locale? Potrebbe essere l'inizio di una barzelletta, eppure la faccenda è molto più seria di quel che i quattro si aspettano. I quattro restano impassibili di fronte agli accadimenti, certo, fino a che non è la rissa a coinvolgere loro. "E questi, amici tuoi?" Un hellsinger armato di uno sgabello d'acciaio nota per la prima volta i presenti, voltandosi verso il Licantropo e la vampira. Dopo un rapido volteggio, scatta verso di loro con tutto l'intento di schiantare la loro testa con l'arma improvvisata. Dietro di lui, un vampiro lo segue per dargli supporto.

    Un altro compagno viene scagliato da Edward per tutta la lunghezza del locale, finendo dritto addosso al ministro Kyran: improvviso consapevole della sua presenza nel locale, decise di dare tutte le sue attenzioni al silenzioso avventore... ovviamente senza identificarne il volto come quello del Viceministro.

    Anche il bancone del bar non è immune dalla rissa: come nei migliori film, due vampiri vengono catapultati oltre tale mobilio per finire a qualche centimetro dalla Cacciatrice: la testa all'ingiù che la fissa come se avessero trovato il prossimo pasto. O meglio, gioco, poichè non sospettano nemmeno che il suo aspetto celi un più succoso premio.


    Se la maometto non va alla montagna... XD

    Nel vostro post:
    -Affrontare i vampiri che vi sono venuti incontro*
    -Una volta liquidati, uscite dal locale (Edward si sarà occupato del resto)
    -Fermatevi appena fuori dal locale con il vostro post

    * Raccomando realismo, post "interessanti" e non banali (niente elenchi della spesa tipo "pugno pugno artiglio morto") descrivendo anche le reazioni dei PNG che vi ho messo contro. Insomma, non sono sacchi da box XD

    Scadenza post: mercoledì 05/02/2014 ore 23.59.00 (Viceministro va bene così? :P)
     
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  11. »Gift.
     
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    L’antica decadenza di fine Ottocento è stata spazzata via dai virgulti delle guerre. Magiche e Babbane. Per lasciare spazio a questi esseri trasudanti tracotanza e marciume.
    Creature morte, buone solo per ricoprire il pavimento sudicio con la cenere dei loro resti.
    Li odio.
    Li odio tutti.



    Se ne sarebbe rimasta al proprio tavolo intingendo piano, con finta noncuranza, un dito alla volta nel liquido viscoso, per sentirne la consistenza prima sui polpastrelli sensibili e poi sulle labbra, lasciando la lingua per ultima. Dell’atto estremo del morso, la sua parte preferita era la penetrazione: l’umano rabbrividiva appena, lasciandosi sfuggire dalle labbra un gemito di dolore, come se la coscienza dell’imminente fine passasse dalla pelle perforata fin dentro alla bocca della vampira. Ma infine, vinti, si abbandonavano tutti contro di lei, sospirando.
    Non avrebbe dovuto perdersi in simili pensieri, non quando a pochi metri da lei sembrava andare in scena una barbara rappresentazione delle peggiori scazzottate da bar che i film babbani tanto amavano rappresentare. Si ritrovò a pensare, con un sorrisetto infantile a piegarle l’angolo delle labbra sottili, a quanto sarebbero rimaste deluse le fan della sua razza, nel vedere quegli energumeni senza cervello precipitarsi contro il tavolo di un avventore solitario, che sembrava tutto tranne che un novellino. Non avrebbe fatto in tempo a riconoscerlo come il Viceministro della Magia, perché altre creature sembravano trovare fastidioso che lei, nella sua solitaria bevuta, fosse in mezzo a loro. O semplicemente non capiscono la particolarità del pizzo rispetto al..
    Il vetro le scivolò di mano, ferendole le dita nella presa spasmodica che le sue dita praticarono nel momento in cui il dolore le spaccò il cranio.
    A terra, mentre il sangue del suo ultimo amore fluiva lentamente dallo squarcio al polso, alzò la testa con un ringhio basso, osservando di sotto in su il vampiro imprudente che evidentemente non sapeva come attaccare un suo simile. Doveva essere un novizio di nemmeno cinquantenni, se pensava che bastasse quello per farla fuori. La ferita si sarebbe rimarginata nel giro di qualche secondo, poteva già sentire la pelle tendersi sulla carne tagliata. Macchie. Macchie ovunque, che devastavano la perfezione del suo aspetto. Era da quando aveva abbandonato l’infanzia dei suoi primi anni da vampira che non si sporcava un abito, e certamente non avrebbe permesso ad un succhiasangue qualunque di rovinare una delle sue magliette.
    Gli occhi ferini di Dandelion si assottigliarono, mentre lo vedeva avanzare nuovamente, goffo nella sua velocità di novizio, odioso nella sua spacconeria da quattro soldi. Cenere. Ti voglio cenere.
    Il metallo dello sgabello cadde nuovamente trovando il pavimento sul quale pochi istanti prima aveva trovato rifiugio. Il vampiro non ebbe che il tempo di spalancare gli occhi e le labbra, i canini illuminati dalle luci al neon. Un istante. Le dita della londinese erano intorno al suo collo, le labbra sul suo orecchio, il tempo dilatato dalla consapevolezza che c’era un solo esito per quello scontro, e lui doveva averlo capito.
    ”Bastardo”
    La morte aveva la voce profonda e sensuale di una donna offesa.
    Movimenti rapidi delle mani, il crac leggero di un osso che si spezza, ed ecco le braccia tirate indietro, a tranciare di netto carne e tendini e muscoli. Del vampiro non rimase altro che sporco sul pavimento.
    Cenere ho avuto.
    E non sarebbe rimasta in quel bugigattolo un minuto di più, che andassero tutti a farsi fottere.

    L’aria fredda del vicolo non poteva competere con la gelida ferocia che sembrava scorrere con la stessa velocità con il quale il sangue le riscaldava le vene, ogni notte diverso. Si tolse la maglietta rivelando il candore della sua pelle, pallido specchio dei raggi lunari che illuminavano il buio della strada. Lasciò cadere il pizzo per terra, scalciandolo con la punta degli anfibi e restandosene in reggiseno, prendendo dalla tasca posteriore il pacchetto di sigarette e accendendosene una, ritrovando nella consolazione del fumo un briciolo di senso per quella nottata rivelatasi fallimentare.
    Risveglio un cazzo.” esalò insieme al fumo, appoggiando la schiena contro il muro sporco di solo l’Inferno sapeva cosa.



    Affrontato uno dei due vampiri che sono venuti contro me e Kyran il Licantropo:
    -il vampiro mi ha colpito alla testa
    -Ho dato per scontato fosse più giovane di me. Quindi l’ho ucciso spezzandogli l’osso del collo e staccandogli la testa. Si è polverizzato.
    -Sono uscita parecchio stizzita e mi sto fumando una sigaretta fuori dalla porta del locale.
    -Non ho aiutato nessuno.
     
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    La tecnica del nascondiglio poteva rivelarsi utile, come poteva rivelarsi un fiasco totale.
    Non riuscì ad udire altro se non qualche urlo, rumori di colpi sferrati, versi di vampiri arrabbiati, così per sport. Non aveva capito quale fosse il motivo della rissa, ma in realtà credeva o meglio sapeva benissimo che probabilmente non ce n'era. I vampiri e le bestie son così, si accapigliano per niente. Lo chiamano istinto, ma per lei è solo ferocia allo stato puro.
    Lei stava seduta, accovacciata su quel pavimento freddo e sicuramente lurido. Quel posto dietro al bancone poteva salvarle la vita per adesso, ma prima o poi doveva uscire.
    Beh, poteva aspettare tranquillamente che le bestie finissero di uccidersi a vicenda ma...Poteva volerci anche tutta la notte. E non sarebbe sopravvissuta tutta la notte, prima o poi l'avrebbero scovata. Si appoggiò con la testa sulle ginocchia, spaventandosi per quei capelli argentei che le cadevano sulle spalle. Per un secondo si irrigidì poichè pensava che una seducente vampira le stesse per approdare addosso, per poi ricordarsi che era lei quella trasformata in vampira, almeno fisicamente e forse per l'odore. Era così strano essere così...Chiara.
    Il suo piccolo angolino tranquillo smise di essere tranquillo quando una coppia di vampiri finì oltre il bancone, scagliata lì chissà da chi.
    Si ritrovò faccia a faccia con uno di loro.
    Cosa doveva fare , in quel momento? Cosa poteva fare?
    Il suo volto non tradiva un ombra di ciò che stava provando. Stare così, con il suo viso ed il suo corpo così vicino a quello di una bestia, le provocava una repulsione inimmaginabile. Li aveva sempre affrontati da lontano, perchè prenderli da vicino poteva essere pericoloso. Se l'avesse sfiorato, sicuramente il vampiro avrebbe capito che qualcosa non andava, poichè i muscoli della bella Sophie sotto mentite spoglie erano come pane nelle mani di una bestia secolare. Doveva andare sulla difensiva.
    Indietreggiò di qualche centimetro, ma non servì a niente perchè dietro di lei c'era solo il bancone. Scavò nella sua bisaccia, incantante perennemente con l'incantesimo di Estensione Irriconoscibile, che nascondeva sotto gli abiti ed il mantello. Doveva trovare qualcosa, qualunque cosa.
    Riuscì ad afferrare un paio di frecce al volo, ma non l'arco. Una freccia senza arco era quasi inutile , ma ha pur sempre la punta acuminata!
    Il suo sguardo si fissò per un attimo in quello vuoto del vampiro davanti a sè. Non si era mai avvicinata così tanto a quelle creature, le aveva sempre prese alla lontana. Per un attimo, tentò di sondare cosa si celasse dietro quegli occhi sanguinosi, privi di alcun soffio vitale. La risposta era proprio quella che pensava. Il nulla, celato solo dalla sete si sangue e contornato dalla brama di potere. Che senso aveva vivere così, vivere solo facendo appello alla propria forza per distruggere? Che senso poteva avere una vita, se così poteva chiamarla, che non trovasse all'interno di se stessa una scintilla, un fuoco...ma che necessitasse di uccidere per poter andare avanti, notte dopo notte, per l'eternità?
    Lui aveva già capito lei cosa voleva fare...E lei non voleva deluderlo.
    Lei provò a ficcare la freccia appuntita nell'occhio . Ci mise tutta la forza che aveva nel corpo.
    Con un balzo, tentò di alzarsi e rapidamente scattò su, pronta a distanziarsi.
    L'altro vampiro però non rimase sicuramente a guardare e l'accecato si sfilò la punta dall'occhio come se fosse un cerotto strappato dalla pelle. Nulla...Stava sanguinando, ma sembrava non averne alcun sentore.
    *Ehi, bambolina...Non pensi di aver esagerato un pò?* disse quello non colpito *Tranquillo, Stefàn. E' chiaro che vogliamo giocare...E giochiamo" gli rispose quello accecato, che però aveva rapidamente recuperato tutte le forze.
    "Sono d'accordo!" pronunciò la Cacciatrice, mentre un sorrisino malvagio le si dipinse sul volto. Non riusciva mai a non cedere ad una provocazione. Scoccò la freccia a Stefàn , colpendolo ad una gamba. Volontariamente. Perchè voleva almeno rallentarlo, ma per adesso non ucciderlo. Per fortuna aveva portato le frecce imbevute di aconito, un punto debole per i vampiri.
    Quello semi-accecato le si fiondò contro, e lei per difendersi scoccò una freccia, stavolta cogliendo il bersaglio nell'altro occhio. Non sapeva perchè adesso le era presa la fissa degli occhi...Forse perchè era stato così orribile guardarli, scavare lì dentro e non trovare un briciolo di umanità...Per questo forse ce l'aveva così a morte con gli occhi di quel vampiro.
    Tirò fuori la bacchetta con un gesto fulmineo. "Everte Statim!" pronunciò mentre Stefàn si alzava e le veniva incontro. *Bambolina...Io intendevo dire che sarebbe stato divertente giocare con te...USANDO TE!* gridò. Ma il suo incantesimo riuscì e Stefàn fu scagliato via.
    Doveva tentare di fuggire, almeno adesso che erano leggermente rallentati entrambi. L'accecato cercava di riprendersi la vista, Stefàn si stava alzando. Erano arrabbiati, arrabbiati neri.
    Quello cieco le si avventò contro con una furia inaudita. La fortuna di lei era che fosse cieco per il momento, ma avrebbe recuperato la vista a breve.
    Ebbe paura.
    Era incontrollato, lei riuscì a schivare solo un paio di volte i suoi denti affilati, mentre con le mani gettava colpi a tentoni, nel buio. Durò tutto qualche istante. Lui riuscì a colpirla, con le mani le graffiò entrambe le braccia. Sophie non si fece sconvolgere dalla vista del suo sangue che cominciò a zampillare. Ma adesso era ancora di più in pericolo, perchè non sapeva se in questo modo la sua identità da vampira poteva essere a repentaglio.
    Lei salì su un tavolo, cercando di non fare troppo rumore per non fargli capire dove fosse, e scoccò una freccia che colpì l'accecato nuovamente, alla spalla destra. Sperava che l'aconito contenuto nel cuore della freccia servisse. Scoccò un'altra freccia a Stefàn, colpendolo all'addome. Stefàn invece ci vedeva benissimo, ed aveva recuperato le forze anche se camminava un pò più lentamente rispetto ad un normale vampiro, ma comunque era più veloce di lei.
    "Immobilus" gridò, tentando di farlo rimanere immobile. "Incarceramus" nuovamente, sull'accecato. Quella doveva essere l'unica via di fuga.
    Le sembrava di stare ad esercitarsi contro dei manichini che andavano colpiti per punteggio, come papà le faceva fare da piccola. Stava cercando di difendersi in tutti i modi,facendo appello alla sua memoria, a tutti gli incantesimi che riusciva a ricordare
    "Stupeficium!!" gridò con tutta la forza che aveva in corpo, colpendo prima Stefàn e poi, lanciando un nuovo incantesimo contro l'accecato.
    Adesso, doveva solo correre.
    Con bacchetta in una mano ed arco ancora nell'altra, uscì fuori dal locale, inspirando profondamente e sentendo l'aria pungente della notte entrarle nei polmoni. Le sembrava di non aver mai corso così veloce in vita sua.



    Dunque, nell'ordine ho fatto :
    - ho colpito con la punta della freccia il vampiro che stava a testa in giù davanti a me, poi alzata e allontanata...
    - freccia su "Stefàn" colpito alla gamba
    - freccia su quell'altro colpito all'altro occhio
    - Everte Statim su Stefàn
    - L'accecato mi si fionda contro e mi graffia, sanguino...Lo colpisco con una freccia alla spalla destra.
    -Immobilus su Stefàn ed Incarceramus sull'accecato
    -Stupeficium su entrambi
    -Fuga!!

    Le punte delle freccie hanno un nucleo interno di aconito e sono imbevute della stessa sostanza. In molte role ho specificato che Sophie a volte fabbrica da sè le frecce, per essere in vantaggio ^^ Nella scheda ( mai aggiornata xD ) c'è scritto che con la famiglia inventavano prototipi di nuove armi. Spero possa andare bene !
     
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    La situazione cominciava ad innervosirmi al punto che mi chiesi se non fosse stata una perdita di tempo assecondare una richiesta tanto fumosa quanto accompagnata dall'esibizione estemporanea che aveva preso vita e coinvolto un gran numero di partecipanti. Probabimente non si sarebbe conclusa rapidamente e questo più di ogni altra cosa mi suggeriva di pazientare lasciando inascoltato un istinto pronto ad abbandonare il luogo senza ulteriore esitazione. Istinto più volte sollecitato dalla punta dei miei stivali,coinvolti loro malgrado nello scontro al fine di allontanare vittime più o meno malconce dal mio spazio vitale. Ne osservavo la pelle maltrattata da materiale organico e la mia indifferenza verso l'intera faccenda, lasciava lentamente il posto ad una cupa irritazione che mi auguravo non fosse destinata a crescere.
    Ma quella era la serata sbagliata per le supposizioni e tanto meno per i miei propositi di non ingerenza.
    La chioma ossigenata di Edward faceva bella mostra di se a tratti,nell'amalgama indistricato di corpi pallidi che si fronteggiavano nell'arena. Portava guai. Ne fui certo ancor prima che i suoi occhi incrociassero i miei.
    Al suono di vetri infranti che inopinatamente qualcuno aveva disposto sul bancone, seguiva il luccichio dei frammenti che sembravano restare sospesi in aria,tanta era la velocità dei movimenti di chi ne afferrava i colli per usarli come armi improvvisate. E grida, urla bestiali che accompagnavano la rissa in uno spazio troppo stretto a contenerle tutti. Ma il mio sguardo restava vigile a seguire quell'unica figura che sembrava l'origine di ogni avvenimento, il pretesto unico di quella rappresentazione.
    E così lo vidi arrivare.Appena in tempo per assorbirne il colpo,ma non altrettanto velocemente da evitarlo. Il biondo me lo aveva lanciato, come fosse una palla da bowling pronta ad atterrare il suo birillo. Indietreggiai, rimanendo seduto, il corpo del vampiro a ghermire il mio, le sue braccia ad afferrarmi le spalle con l'intenzione di farmi rotolare al pavimento. Aveva uno strano immobile sorriso disegnato sul volto,come se avesse perso ogni capacità di coordinare i suoi muscoli, le palpebre irrigidite in uno sguardo vitreo inespressivo.Tesi il ginocchio nell'attimo in cui piombò su di me con tutto il suo peso. Lo sollevai di poco,ma fu sufficiente a tendere una distanza che la pianta dello stivale impresse con maggior forza. Emise un verso, qualcosa di simile a quello di una bestia ferita a morte. Invece era soltanto il segnale che doveva avvisarmi di come fosse pronto a ricaricare. Lo fece a testa bassa puntando al mio torace. Ma questa volta ero pronto,in piedi, ad afferrare quell'involucro vuoto,senza idee. Lo afferrai sotto il mento,stringendo il braccio intorno alla gola e tirai con l'altra mano in direzione opposta.Un orribile crck accompagnò i suoi movimenti convulsi.Era forte,ma non tanto da sfuggire alla mia presa. Spezzargli il collo non era abbastanza, non me ne sarei liberato. Continuai a tirare,slabbrando la sua carne in una grottesca spirale,finchè cedette. Il corpo si accosciò ai miei piedi inerme,il suo viso assunse alfine un'espressione,tra le mie mani. Poi si dissolse scivolandomi tra le dita. Sollevai lo sguardo alla ricerca del latore di tanto disturbo. Era scomparso. Ma sapevo che lo avrei ritrovato e presto.
    L'aria umida della notte mi avvolse benevola. Qualcosa mi trattenne facendomi ritornare sui miei passi.
    Delle due, una era troppo spaventata e ansante per costituire un vero pericolo.La mano che brandiva ancora il legnetto magico vibrava insieme al suo respiro. Chiunque fosse,aveva avuto una fortuna sfacciata ad essere uscita viva dal locale. L'altra, illuminata dalla brace della sigaretta esibiva impassibile il busto esile e seminudo.
    - La mia giacca in cambio della tua sigaretta. -
     
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    Sei tu, Alice?

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    CITAZIONE
    "So bene dove riponi il tuo interesse, Edward. Ma pensaci attentamente: se il Risveglio è davvero ciò di cui si parla... se un antico Maestro si è davvero svegliato dal lungo sonno ristoratore... in quale luoghi pensi che l'Angelus muoverà i suoi passi? Credi si farà sfuggire tra le dita una simile occasione, di eliminare una creatura del genere quand'è ancora indebolita e quasi inerme?"

    Certo che no, quel perbenista non si lascerebbe scappare un'occasione del genere. La sua sete di redenzione, la convinzione di poter riavere l'anima se combatterà per gli umani, lo spingerà ad avvicinarsi il più possibile al Risveglio: ed io sarò lì ad attendere il suo arrivo.
    E' solo per questo che mi abbasso a rispondere agli attacchi degli Hell - non certo per movimentare un po' la serata, per tirare due cazzotti in compagnia e far salire il mio ego...forse -: si sono avventati su di noi immediatamente, appena siamo entrati nello squallido locale che ci hanno indicato. Mi domando se questa notte la passeremo così, da un luogo all'altro, uno più putrido dell'altro, in cerca di indizi sconosciuti. I figli della Notte sembravano sapere il fatto loro, sapere a cosa ci avrebbe portati questa gita, e Voice...lei sa ogni cosa. Me lo continuo a ripetere mentre infilo la gamba della sedia di legno massiccio nel cuore del vampiro che ho bloccato a terra. Adios, per te l'inferno inizia ora. Prima o poi, io e lei ci incontreremo di persona.
    Mi guardo attorno, preso dalla foga, dal richiamo del sangue e della morte non ho seguito i movimenti di quelli che dovrebbero esser e i miei compagni e li ho persi: poco male, sono un solitario, abituato a combattere e sopravvivere da solo ormai da molto tempo...non ricordo nemmeno più da quanto. E invece lo rimembro, il fatto è che sono io a non voler ricordare quel giorno.
    Angelus. Lo porto dentro con rancore, il fuoco che brucia nelle mie vene è più distruttivo di quello reale. Questo mi fa andare avanti ogni giorno.
    Atterro l'ultimo degli Hellsinger, ma prima di finirlo mi accorgo del fagotto che stringe con forza nella mano, sembra quasi voglia proteggerlo. Lo guardo con interesse, il suo sguardo impaurito non mi fa alcun effetto. La mia anima, le mie emozioni ormai se ne sono andate. Solo la rabbia è rimasta.

    "Dannato Druido, era una trappola e lui lo sapeva! Ci ha dato in pasto agli Hellsinger come dei novelli....mancano i Ventrue e poi siamo al completo" Qualche minuto dopo sono all'esterno, in pugno stringo il braccio che ho strappato da quella feccia: non voleva lasciare il suo tesoro, perciò sono stato costretto a strappare tutto l'arto. Non che mi sia dispiaciuto. Il tempo che la carne torni cenere, che la cenere venga sparsa dal vento, ed il sacchetto è finalmente mio. Lo osservo attentamente prima di alzare lo sguardo sui presenti: attorno a me vi sono quattro entità, sembrano tutti vampiri, ma sento un leggero odore di marcio nell'aria.

    "Siete voi?" mi metto sulla difensiva, pronto a mollare qualche altro pugno. Se sono i Ventrue vorranno sicuramente sapere cos'ho tra le mani, se già non lo sanno. Ma uno sguardo più attento mi fa rilassare, non troppo.

    "No...altri non allineati? E' raro chi non decide di seguire la Triade, ma questa sera sembriamo destinati a riunirci." Parlo più a me stesso che a loro. Voice, di nuovo lei...

    "Tu! In parte è anche causa tua se l'equilibrio è stato spezzato, è giusto che provi a porvi rimedio." Indico il Viceministro ovviamente, i giornali li leggo anch'io cosa credete? La sua faccia la riconosco al contrario di quella degli altri. Soppeso il sacchettino di pelle di licantropo che ho tra le mani - sicuramente un trofeo - prima di aprirlo: all'interno vi è una fialetta, il suo contenuto è rosso e sembra quasi sangue, anzi no lo è, sembra quasi diluito nell'acqua ma quando la stappo l'odore è inconfondibile. La richiudo velocemente prima di avere la tentazione di berla. Ho già visto una di queste fiale, è molto simile a quelle che usano i maghi per raccogliere i loro pensieri, l'ho visto fare da uno di loro una volta...prima di squarciargli la gola.
    Ma a cosa serve?


     
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  15. *Il Cappellaio*
     
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    Nel vstro post:
    - Proseguite pure con il dialogare con Edward, potete porgli qualsiasi domanda per capire cosa stia succedendo.
    - Per quanto non siate ovviamente obbligati a restare lì, non descrivete che vi allontanate (al massimo accennate al fatto che ve ne andate) in quanto a breve succederà dell'altro :P

    Scadenza post: Domenica 09/02 ore 23.59 (con ritardo massimo fino alle 20.00 di Lunedì 10/02 sera)
     
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51 replies since 24/4/2013, 13:23   1026 views
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