Diciottesima Quest

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    Un solo istante di felicità
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    Vuoto. Una sensazione che stavo provando fin troppo spesso negli ultimi minuti: nuovamente mi ero ritrovata a fissare il soffitto senza nemmeno ricordare cosa fosse successo, ricordavo il coccodrillo aprire le sue fauci verso di me e poi nient'altro, nemmeno di aver perso i sensi, era stato come un flash, un attimo prima ero aggrappata alla colonna e l'attimo dopo ero stesa a terra, contro il pavimento freddo di pietra. Mi alzai, stando attenta a non muovermi troppo velocemente in modo che la testa non iniziasse a girare...ma c'era, qualcosa di diverso in quella stanza: mi guardai attorno, nonostante l'aspetto fosse del tutto simile alla prima in cui mi ero ritrovata mancava qualcosa, o meglio qualcuno. Mancavano gli altri, i miei compagni d'avventura. Rabbrividii rendendomi conto di essere rimasta completamente sola. Deglutii stringendo le spalle, dov'erano finiti gli altri? Perchè non erano lì con me? Si trattava di un'altra illusione? Ero solamente io a non poterli vedere?

    "House? Rya? October?"

    E l'altra donna...ancora non conoscevo il suo nome. Provai a chiamarli ma niente, non ricevetti alcuna risposta da loro. Forse non erano lì, forse si trovavano in un luogo diverso, ancora intrappolati nell'altra stanza, e se così era, come avevo fatto io ad uscirne? Cercai di ricordare, ma l'unica cosa che ricevetti fu una fitta di mal di testa, non riuscivo proprio a ricollegare il coccodrillo con l'arrivo in quella stanza. Mi morsi il labbro inferiore, cercando di capire cosa dovevo fare, quando mi accorsi del piccolo altare posizionato al centro della stanza, alto e circolare, interamente fatto di pietra, come tutto il resto d'altronde. Era stata la luce sulla sommità ad attirare la mia attenzione. Mi avvicinai come attirata da una forza invisibile e quando posai lo sguardo sulle cinque pietre rimasi più di qualche istante ad osservarle: ognuna di esse aveva un colore diverso, ma allo stesso tempo racchiudeva al suo interno più colori creando sfumature e gradazioni differenti. Erano davvero belle, in grado di risplendere di luce propria: soprattutto due catturarono la mia attenzione, due pietre che con le loro gradazioni sembravano formare un unico cerchio di viola, rosso, arancio e azzurro. Era come se si completassero a vicenda. Ma non furono i colori ad attirarmi, fu qualcos'altro, qualcosa che già avevo sentito quando avevo posato lo sguardo sull'albero delle rune quel pomeriggio, era come se sapessi che dovevo essere lì, che dovevo prenderle. Perciò allungai la mano verso di esse, volevo afferrarle e tenerle in mano, ma poco prima che le dita ne sfiorassero la superficie, qualcosa mi fece ritrarre spaventata: una testa usci dall'altare, sembrava quasi essere un fantasma. Trattenni un urlo facendomi indietro e cercando velocemente la bacchetta nella tasca dell'abito, la puntai contro la testa fluttuante che ora era completamente uscita dalla roccia, attendendo che il corpo facesse lo stesso. Solamente quando la figura si mise a fuoco, mi accorsi che si trattava di House.

    "House? C-come sei arrivato? Cosa ti è successo? Gli altri?" Domandai al mago, tuttavia senza accennare ad abbassare la bacchetta. Anche il suo sguardo era stato attirato dalle pietre ed io non ero sicura di voler lasciare che si avvicinasse.
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  2. Sophie Lacroix
     
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    Un attimo prima c'era solo il buio, il dolore e un'infinità di rumore, un attimo dopo non c'era più niente. Non c'era più niente ad opprimerla, a tenerla spinta contro il terreno, stretta, raggomitolata su se stessa per proteggere il ventre, per evitargli danni troppo grandi, irreversibili. Non voleva perdere la sua piccola creatura, era terrorizzata alla sola idea, ma non poteva farlo, non poteva assolutamente permettersi di perdere il suo tesoro, quello che aveva aspettato e desiderato per trent'anni, perchè Sophie aveva sempre desiderato essere madre, ma non aveva mai trovato il compagno giusto.
    Avrebbe dovuto dirlo a Samuel, avrebbe dovuto dirgli che si imbarcava in quell'assurdità, ma mai avrebbe pensato di rischiare tanto, eppure all'improvviso sembrò più tranquilla, i suoni liberarono i suoi pensieri, permettendole di tornare a pensare lucidamente e soprattutto di rialzarsi, finalmente libera da quel peso, da quel pericolo che le opprimeva non solo il corpo, ogni movimento, ma soprattutto il cuore per la paura.
    Si risollevò quindi con calma, guardandosi attorno. Sembravano tutti più tranquilli, anche la stanza sembrava diversa. State tutti bene? Si guardò intorno cercandoli tutti e cercando una via d'uscita e solo allora si rese conto di un vuoto. Fino a quel momento erano sempre stati tutti assieme, nel bene e nel male, ma a quel punto era diverso, non lo erano più. Che fine ha fatto la ragazza bionda? Sgranò gli occhi, cercandola in ogni angolo della stanza, ma niente, e la cosa più assurda era il mutamento in House.
    Si portò la mano alla bocca per soffocare un urlo nel vedendolo prendere il volo a pezzi, si spostò rapida verso le due auror, stringendo la mano di Rya, l'unica delle due conosciuta. Un momento di debolezza, l'ennesimo momento di paura di quella giornata. Ti prego, se succede qualcosa tieni d'occhio il mio Ares! Se anche non l'avesse saputo non ci avrebbe messo tanto a far due più due e collegare i cognomi della professoressa e dell'auror, no? Fu un attimo, il tempo di parlare, solo un istante prima di sentirsi mancare, sentire il vuoto sotto ai piedi, vedere il nulla, come quei personaggi che sembrava vedere poco prima il medimago, ora sembravano loro Alice che sprofondava nella tana del bianconiglio, ma la tana aveva una fine, sarebbero arrivati sani e salvi a terra, aggrappandosi a qualche sedia volante o a qualche ombrello?
     
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    "Funziona." commento stupito ed anche sollevato, notando che le guardie e la regina svaniscono nel nulla, nel momento in cui ho cominciato a pensare che fossero soltanto frutto della mia fantasia. Questo mi da speranza. Sì, è un po' come vedere la luce in fondo al tunnel, la possibilità di una via d'uscita. La paura di morire mi scivola di dosso, lasciandomi leggero, così leggero che potrei quasi librarmi in aria come un palloncino. No, un secondo... è esattamente quello che sto facendo.
    Abbasso lo sguardo vedendo la nuova stanza che si ripresenta a me, sempre più lontana, così come le mie compagne di sventura.

    "Ma che diavolo..." comincio a chiedermi, bloccandomi nell'osservare lì sul pavimento un corpo estremamente uguale al mio. Un corpo che è il mio.
    Roteo gli occhi maledicendomi, quando d'un tratto la testa passa attraverso il soffitto, e mi chiedo dove andrò stavolta. Senza un corpo decisamente poco lontano, mi dico.
    Per fortuna non devo attendere molto per ricevere una risposta. Ben presto mi ritrovo dinanzi la faccia di una Elis spaventata a morte. Ammetto di essere davvero felice di rivederla, perchè la credevo persa chissà dove...

    "Sta calma Elis! Rischi di perdere la testa." Non ho potuto evitare di fare una battuta del genere,ammetto. E appena l'attimo dopo ecco che ricompare il mio corpo, attaccato alla mia testa. Il tutto perfettamente al proprio posto. Mi tasto tutto, tirando un sospiro, ritrovandomi così come mi ero lasciato. Non sono mai stato così contento del mio corpo come ora!
    Dopo questa scena alquanto patetica, tiro su lo sguardo verso Elis e su ciò che sta guardando.

    "Che mi è successo?! E chi lo sa. Sono contento di essere vivo e avere i piedi per terra." Di avere dei piedi principalmente, ma il concetto è lo stesso. Non rispondo all'altra domanda, circa la situazione delle altre, perchè sul serio non so cosa dirle. Guardo quella sorta di vasca posta sull'altare e le pietre che contiene.
    "Belle, non credi? Quella nera e bianca direi che è quasi perfetta. " Faccio un passo verso l'altare, protendendo la mano verso l'altare e le pietre in questione, puntando poi lo sguardo verso Elis.
    "Concordi?... Elis?!" le chiedo, bloccandomi poi nell'osservare la sua bacchetta stretta in una mano. Le faccio segno di metterla giù.
     
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  4. *Il Cappellaio*
     
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    Le tre donne emergono dal labirinto, con un pop rumoroso che le riporta alle loro dimensioni naturali... o qualcosa del genere. Una grossa nube di polvere si alza mentre i loro piedi toccano il pavimento in legno della stanza, non senza alcuni sinistri cigolii. L'atterraggio è a dir poco morbido, ed è il primo indizio rivelatore della loro salvezza. Si trovano in un rudere, abbandonato da decenni, la notte si intravede dalle finestre ormai senza vetri, da cui filtra una leggera brezza fredda. Quanto tempo è trascorso dalla loro partenza? E dove sono finite? Accanto a loro un... baule.

    Il coperchio spalancato rivela una strana nebbia vorticante, che si scuote appena vi posano lo sguardo sopra, ma convulsamente, come se fosse incatenata a qualcosa... o meglio, obbligata a rimanere in un luogo ma soprattutto forma. Al suo interno, aguzzando la vista, la nebbia grigia pare assumere colorazioni e forme diverse, una sorta di cubo... cosa diavolo è?


    In un altro luogo, forse non troppo distante, Elis e Hous: entrambi in quella sorta di caverna, santuario... contenitore. Tra loro, le cinque pietre: brillanti, affascinanti... ma veicoli di dubbi, di ossessioni forse. Quel che vedono è davvero reale? C'è davvero un medimago con Elis? Ed una camieriera con House? Le pietre attendono, pazienti, come solo la roccia sa fare... chissà che forse, a breve, tutto avrà una fine.


    House ed Elis: ruolate l'incontro come preferite! Se decidete di prendere le pietre, considerate di poterle dividere fra voi a vostro piacimento... ma sono dispari, e voi siete in due. In ogni caso, le pietre se ne dovranno andare in un modo o nell'altro quindi qualsiasi cosa non ruoliate in merito, verrà "mossa" dal cappellaio per giungere alla conclusione della quest :)

    Altre: non capite bene cosa sia successo. Ruolate pure la "scena" a vostro piacimento, se avete bisogno di maggiori informazioni potete eventualmente richiedermele off-gdr :)

    Scadenza Post: domenica ore 23.59 (sentitevi liberi di fare più post)
    Prossimo post del Cappellaio (epilogo): lunedì 10 giugno
     
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    "Io? Sei tu quello che l'ha persa, sei...sei sbucato da lì senza corpo!"

    Asserii ancora incredula, ma nemmeno House sembrava aver capito cosa gli fosse successo: tutta quella storia era una catena di assurdità e stranezze, se da un momento all'altro mi fossi dovuta svegliare, credo che l'avrei scambiata facilmente per un sogno. Era proprio quel genere di cose che accadeva solamente mentre ti trovavi tra le braccia di Morfeo, perfino per un mago era difficile da capire e credere.
    La bachetta ancora in pugno, spostai lo sguardo dal mago verso le pietre e di nuovo sentii quella strana sensazione invadermi e spingermi ad allungare la mano verso di loro per prenderle e farle mie: sarebbe bastato così poco per eseguire quell'ordine inconscio, a scoprire cosa sarebbe accaduto una volta che le avessi prese, eppure, il dubbio che era rimasto insinuato dentro me da quando avevamo intrapreso il viaggio, mi impediva di muovere un solo muscolo. Reduce anche dalla precedente esperienza con le pietre della scrivania, non ero sicura di volerle tenere tra le mani. E se fosse successo altro? Se di nuovo fossero risultate maledette? Avrei fatto del male a House? E se le avesse prese lui? Ma non volevo nemmeno che fosse lui a prenderle per primo, era come se avessi sviluppato un istinto di protezione nei loro confronti che mi spingeva ad impedire a chiunque altro di avvicinarsi...House avrebbe potuto non essere House dopotutto, no? Avrebbe potuto essere un'illusione, o qualcosa di peggio.
    Mi morsi il labbro, non sapevo proprio cosa fare, la testa mi stava scoppiando, non capivo più nulla.

    "Come faccio ad essere sicura che sei tu? Che non sei...che non mi farai del male non appena le toccherai?"

    Scossi la testa, no non avrei mollato la bacchetta finchè non fossi stata sicura che non ci sarebbero stati altri pericoli dietro l'angolo: per tutto il tempo mi ero sentita sbattuta di qua e di là senza riuscire veramente a difendermi e la cosa stava diventando alquanto frustrante: se non riuscivo ad affrontare una situazione del genere, come avrei fatto ad affrontare Ares poi?
    Spostai il peso da un piede all'altro, un po' nervosa. Restare fermi a guardarci negli occhi con sospetto non avrebbe comunque cambiato la situazione, e guardandomi attorno confermai solamente ciò che già sapevo, ovvero la mancanza di una via d'uscita...l'unica cosa che resta era l'altare e le pietre. Le guardai di nuovo chiedendomi se fosse davvero l'unico modo per andarsene e più le guardavo, più le sentivo invocare il mio nome. Dovevamo prenderle, era questo il nostro destino.

    "...insieme?" Domandai.
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    L’atmosfera era diventata orribilmente devastante.
    Elis era stata risucchiata, eppure ancora non riuscivo a capire, abbassai lo sguardo, niente, non si stava riuscendo a risolvere la situazione. Stava diventando sempre più grande, sempre più BOOOOOM ! Inevitabile , mi ritrovai a urlare come una pazza per il dolore, riversarmi su me stessa e sperare di morire, subito. A quanto pare fui esaudita. Il corpo , il mio corpo, lo sentii fare un tonfo e poi una luce. Forse ero giunta in paradiso, sebbene non fossi la migliore delle donne, sebbene avessi anche ucciso una donna una volta, forse il signore era così grande e misericordioso che mi stava offrendo un posto accanto a lui.
    No sbagliavo, io non ero una babbana, quello era Merlino che mi accoglieva a braccia aperte.
    Arrivo o mio mentore .. ARRIVOOOO.
    E poi il buio più totale.
    […]
    Mossi dapprima le gambe, e le liberai da un mucchio di pietre .. sepolta viva!
    MI avevano forse sepolta davvero viva?
    Nello stesso modo mossi le braccia, SANE tutte e due.. che si fosse trattato tutto di un sogno?
    Tossii guardandomi poi attorno. – Sophie- chiamai la strega che come me era stata travolta da tutto quel popo di roba.
    -Stai bene? Io sto bene si ..- … cosa diavolo era successo? Beh qualsiasi cosa fosse sembrava essere finita.
    -Non ci avranno mica rinchiuse in un ospedale psichiatrico?- chiesi incredula mentre l’occhio percorreva parete dopo parete.
    Quelli erano colori orribili, io personalmente li odiavo, ma tanto proprio!
    Per accertarmi di stare sul serio bene mossi il braccio.
    Sembrava ok .. sembrava.
    -Siamo tutti? – Io , Sophie, House, October .. Sophie diede voce a ciò che ormai anche i miei occhi avevano avuto modo di verificare. Ci eravamo persi la biondina, la finta donna di De Sade , ommannaggiagliindianid’america.
    -Huse .. per la miseria, .. la tua testa …- sgranai gli occhi, aveva perso la testa, letteralmente ..- oh si Sophie te lo tengo d’occhio .. ma che cavolo dici, noi torneremo tutte a casa e poi .. ma non vi pare che stiamo bene? Mi sembra che sia tutto finito no? House a parte che ora sta sparendo .. ma sapete cosa vi dico?.- ormai era chiaro si trattasse tutto di una bufala. – secondo me ora torna, è stato scelto per andare a recuperare Elis. Ora godiamoci questo momento di relax e aspettiamoli – nel dire ciò incrociai le gambe e distratta mi massaggiai il braccio. E si sembrava proprio stesse bene. E poi il vuoto. Sembrava stessimo precipitando nel nulla.Tenni ancorata la mano a quella della professoressa, non l’avrei mollata per niente al mondo e poi .. il pop finale. Una lieve caduta e ci ritrovammo tutte e tre in una sala .. diversa dalle precedenti. Sembrava quasi normale.
    Era tutto finito forse?
    -Sembra una casa abbandonata- osservai alzandomi in piedi e ispezionando l’abitacolo. – Ed è notte, proprio come quando abbiamo iniziato questa storia, secondo voi è stato tutto un sogno?- Scostai lo sguardo – questo baule sembra tremendamente uguale a quello della stanza di prima, di House e di Elis neanche l’ombra, eppure se noi eravamo li anche loro sarebbero tornati a breve.- Ma si spiamo- tanto era tutto troppo normale perché potesse trattarsi di un ritorno al peggio, e poi peggio di ciò che ci era appena successo non poteva accadere no? E fu così che mi affacciai. Una nube di fumo prese a muoversi , sembrava volesse aprirsi per rivelarci qualcosa ma non ci riusciva .. poteva del fumo essere incatenato?
    -Voi vedete niente?- chiesi alle altre aguzzando la vista – sembra un cubo- a me sembrava proprio quello della stanza dove stavamo poco prima, che fosse un’altra stanza simile, perché quella era in bianco e nero ma qua sembrava ci fossero tanti colori- magari e li che sono ancora intrappolati Elis e House- Ostaculum Evanesco!- esclamai puntando la bacchetta verso l’interno del baule. E se magari fosse stato davvero un passaggio?
     
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    "Beh, in effetti non puoi saperlo..." rispondo alla sua domanda, dopo un attimo di silenzio.
    Non ha tutti i torti. Con tutto quello che ci è successo anche io sarei, sono, ancora più diffidente di quanto lo era prima. Ma è una storia questa che è andata troppo per le lunghe e se vogliamo riuscire a tornare a casa, ad arrivare ad una fine, non possiamo starcene fermi a guardarci l'un l'altro. E' un lusso che, oramai è chiaro, non possiamo permetterci.

    "E potrei pensare la stessa cosa di te." Sarebbe stato sensato dubitare di lei, ma sono così desideroso di procedere, di toccare queste pietre (qualunque cosa esse nascondano o rappresentino) che sono disposto a correre il rischio. Devo però tranquillizzarla, perchè non sembra volersi fidare ed io non voglio beccarmi un suo incantesimo. Decisamente no. Ci penso su un attimo.
    "Ti ho aiutato col tuo problema alla spalla, ricordi?" le dico, sperando possa bastare questo a tranquillizzarla e a farla fidare di me. Avevo messo in pericolo la mia vita in quel occasione, per tentare di salvare la sua, e questo doveva pur valere qualcosa. Per fortuna, non mi devo impegnare ulteriormente per convincerla, perchè sembrano essere bastate queste mie poche parole ad averlo fatto. Le sorrido, quando mi chiede di toccare insieme le pietre verso cui entrambi siamo attratti. E dopo aver annuito in modo anche parecchio vigoroso, mi avvicino all'altare e alle pietre in questione. Non so a cosa servino, nè perchè io mi senta tanto attratto, ma sento che è la cosa giusta da fare. Faccio un passo quindi in avanti, in contemporanea con Elis, ed entrambi ci impegniamo per prendere tutte le pietre qui presenti.
     
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  8. *Il Cappellaio*
     
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    L'incantesimo colpisce la creatura di fumo, che inizia ad agitarsi e contorcersi, quasi volesse respingerne gli effetti.

    Un terremoto scuote la strana stanza in cui si trovano House ed Elis, facendo vacillare la loro presa sul terreno.

    Il fumo ha degli spasmi, si contorce ed il cubo al suo interno lo segue, ma sembra voglia uscire dalla nebbia grigia vorticante.

    Le pareti, il pavimento si muovono convulsamente, la cameriera finisce in braccio al medimago, e lui precipita afflosciandosi sull'altare, il bastone saldo in mano.

    La nebbia si spacca a metà, il cubo si apre, mentre uno dei suoi lati svanisce.

    Il soffitto viene spalancato, una luce accecante permea la stanza, sebbene sia poco più intensa di quella provocata da qualche candela.

    Il baule si agita mentre House ed Elis ne balzano fuori, uscendo dalla vorticante nebbia grigia.

    Un solo sguardo tra i presenti, uno soltanto, prima che il baule venga richiuso, e sigillato con un incantesimo: un istante in cui la nebbia cerca di cambiare le proprie sembianze, assumendo i tratti di un Paul Hewson con la testa tagliata quasi a metà da una lama, il suo volto proprio accanto alla giovane donna bionda...

    Elis e House tastano il proprio corpo, controllano di essere vivi, a dimensioni giuste, e tutti interi. L'unico cambiamento è il contenuto delle loro tasche: sembra quasi impossibile ma la cameriera sa di possedere due pietre nella tasca, proprio quelle che ne avevano attirato lo sguardo a prima vista. Mentre il medimago, in qualche modo sa di avere le altre tre... qualche souvenir della loro folle avventura, male non potrà fare.

    Forse.


    Eccoci giunti all'epilogo!

    Descrivete a piacere come preferite la fine di questa avventura (vi basterà smaterializzarvi a Hogsmeade, non siete troppo distanti).

    Grazie a tutti per aver collaborato e sopportato le follie di quella... "stanza". Se ancora non l'avete compreso, la pietra-passaporta vi aveva rimpiccoliti e portati dentro ad un Molliccio, appositamente incatenato magicamente nel baule e in cui erano state nascoste le cinque Pietre delle Norne. Il fatto di esserci all'interno aveva evocato dal vostro subconscio cose terribili e terrificanti, magari stralci di libri letti, di racconti sentiti da bambini, fino ad adattarsi lentamente ai vostri pensieri: a mutare era il molliccio, quindi tutto ciò che avevate attorno a voi!

    Venendo alle pietre (se le volete cercare appartengono alla Mitologia Nordica), il loro potere rimane sopito finchè non si chiede loro "aiuto": in situazioni di difficoltà interverranno. A loro si può dire solamente uno "scopo", ad esempio "difendetemi" o "aiuto sto per morire" oppure "voglio riuscire ad uccidere quel tipo" e loro reagiranno: non potrete controllarne la modalità (ON-GDR si svolgerà con un intervento del Cappellaio) ma il loro potere evocherà un incantesimo che appartenga ad una classe superiore alla vostra: quindi ad esempio un mago di quarta classe potrà tramite la pietra colpire un avversario con un incanto di terza classe. Le pietre verranno sempre in vostro soccorso, ma chi può dire quale sarà il prezzo da pagare?

    Ogni pietra corrisponde ad alcune tipologie di incantesimi, ed evocherà quindi un incanto della relativa tipologia:

    NERA-BIANCA: Magia Bianca, Magia Oscura (Maledizioni incluse)
    MARRONE-VERDE-GIALLA: Incantesimi Corporei, Vegetali, sulle Creature e Speciali
    ROSA-BLU: Incantesimi Mentale e Fisico

    VIOLA-ROSSA: Trasfigurazione e Elementali
    ARANCIO-AZZURRO: Animazione e Apparizione

    Ad esempio Elis potrebbe trovarsi inseguita da un estraneo e chiedere l'aiuto delle pietre (attenzione la richiesta può anche solo essere mentale e non rivolta a loro, ad esempio "aiuto qualcuno mi aiuti"). Queste potrebbero reagire evocando un Morphomagus su di lei, cambiandone le sembianze. Oppure lanciare un Liquefacium Sferitus su un ponte per separarla dall'inseguitore o chissà, proprio sul volto di quest'ultimo...

    Allo stesso modo House potrebbe essere in difficoltà durante un'operazione complicata, e sapere che sta perdendo il paziente che non riesce a rimarginare le ferite: la pietra potrebbe evocare un Lumos Sanentur circondando di luce il paziente ed accelerandone la guarigione... ma chissà, in una simile situazione dove un paziente cerca di uccidere House, la pietra protrebbe colpire l'uomo con un Dolohoferio e decretarne la morte...

    Nota bene: le pietre possono essere "imprestate" a qualcuno (anche ai partecipanti della Quest ad esempio) ma per pochi giorni: hanno una sorta di volontà che in un modo o nell'altro li riporterà sempre da chi le possiede... ma non datele mai per scontate, altrimenti potrebbero decidere di lasciarvi!
     
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82 replies since 2/4/2013, 10:12   1218 views
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