Diciottesima Quest

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  1. *Il Cappellaio*
     
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    Collina dei sussurri, non troppo distante da Hogsmeade. Un solitario figuro, immobile nel leggero vento freddo pomeridiano, veste una lunga giacca consunta, un tempo forse nera ma ora color grigio polvere. In mano regge una valigetta, di pelle nera. Un figuro misterioso, un contenitore altrettanto misterioso. Nemmeno quando scorge l'avanzare di alcuni maghi, il rumore dei passi che eccheggia nel silenzio, l'uomo misterioso produce alcuna reazione. Immobile attende, immobile ascolta, immobile da il benvenuto a ciascuno di loro, senza mai voltarsi, senza mai muovere un solo passo. Ma ognuno, viene salutato con il proprio nome. Insipegabilmente. Chi può conoscere i loro nomi? Una professoressa, una cameriera, due ex Auror, ed un medimago.

    Eppure il volto dell'uomo è tanto sconosciuto ai presenti quanto anonimo. Così anonimo che nemmeno il Creato avrebbe potuto pensare ad un volto così privo di particolarità, così facilmente dimenticabile ed irriconoscibile. "Benvenuti" sussurra l'uomo, tutti tendono le orecchie istintivamente. Sembrano quasi di temere di proferire parola, di fronte a quest'uomo sconosciuto. "Il mio cliente ha messo a vostra disposizione quest'oggetto. Ha compiuto lunghe e pericolose ricerche per averlo, ed ora, sfortunatamente, non è più in grado di farne uso. Il suo tempo su questa terra è agli sgoccioli. Ma era cosciente che il segreto che cela andasse svelato, portato alla luce del mondo: dopotutto, la sua missione era la rivelazione, non l'acquisizione. Quando siete pronti, raccogliete assieme il contenuto della valigetta, è quella che voi chiamate Passaporta. Purtroppo, non so darvi alcun dettaglio aggiuntivo. Ma sono sicuro che almeno uno di voi prenderà questo oggetto e terminerà il lavoro iniziato dal mio cliente." L'uomo lasciò la valigetta su una piatta roccia grigia, compiendo soltanto i movimenti necessari per abbandonare l'oggetto. Era davvero inusuale. E terrificante, in un certo qualmodo.

    "Dimenticavo: buona fortuna. Ne avrete bisogno."


    Benvenuti alla diciottesima Quest!

    Quando aprirete la valigetta, troverete al suo interno un alberello di legno intagliato, di circa quindici centimetri: ha nove rami, ed ognuno di questi ha all'estremità una singola foglia. Alcune rune sono intagliate su ogni ramo e sul tronco, ma sono incromprensibili.

    Nel vostro post:
    -Descrivete il vostro arrivo alla collina (le indicazioni le avete da Hogsmeade) e qualsiasi interazione fra voi
    -Il misterioso figuro non risponderà a domande nè nulla, semplicemente lascia la valigetta e se ne va ignorandovi.
    -Descrivete l'apertura della valigetta ed il raccogliere l'oggetto per venire trasportati dalla Passaporta (interrompete qui il post).

    -Ordine per postare: libero
    -Lunghezza Post: libera
    -Scadenza post: giovedì ore 13.00

    ATTENZIONE
    In spoiler indicate se, per il giro seguente, potrete postare entro 24 ore ossia entro Venerdì ore 13.00
    Mi servirà che almeno un paio di persone postino con questa scadenza, mentre le altre possono tranquillamente postare nel weekend.
    Questo per velocizzare l'azione ed evitare vostri post sterili. Eventualmente potete organizzarvi offgdr. Se non riuscite, amen XD

    -Prossime scadenze: venerdì ore 13.00 / domenica ore 23.59
     
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  2. Sophie Lacroix
     
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    La differenza tra la vita e la morte... Quanto avrebbe fatto tempo un oggetto capace di salvare lei, o magari chi più le stava caro, in una situazione come quella che stavano vivendo nel mondo magico? E se fosse stato tutto un inganno? Un modo come un altro per avvicinarla e di nuovo chiedere informazioni su Ares? Certo, ora che il ragazzo non era più sotto il suo tetto e nemmeno lei sapeva di preciso dove si trovasse non avrebbe fatto poi così tanta fatica a nascondere a chiunque informazioni potenzialmente utili a trovarlo, ma a che prezzo? Se ci avesse rimesso lei in prima persona? Se ci avesse rimesso la piccola creatura che solo in quegli ultimi giorni iniziava a farsi sentire viva dentro di lei?
    Ancora titubante sul da farsi si strinse il mantello sulle spalle, calandosi il cappuccio sul viso e carezzandosi il ventre si smaterializzò a Hogsmade, da dove iniziavano le indicazioni per raggiungere il posto segnato nella pergamena.
    Sophie si mosse in parte indecisa, resa leggermente insicura dal pensiero di quella nuova vita che poteva mettere in pericolo... Samuel cosa ne penserebbe? Le avrebbe impedito di recarsi a quell'assurdo appuntamento di cui non sapeva praticamente nulla? E con quelle incertezze continuò ad avanzare con una calma che non le apparteneva, priva della solita, esaltante esuberanza, con quel velo di preoccupazione che rarissime volte in 45 anni l'aveva sfiorata.
    Sentì altri passi dietro di lei, al suo fianco, in varie direzioni, ma decisa sul suo cammino evitò di alzare lo sguardo, limitandosi a stringere invece la bacchetta sotto al mantello. Non amava essere tesa, la tensione le offuscava la mente e le impediva di compiere azioni abbastanza sensate e logiche. Quanto avrebbe voluto poter fumare prima di uscire di casa, ma si era ripromessa che non l'avrebbe più fatto, era il minimo che potesse fare nella sua situazione.
    Davanti a lei, e ai suoi ignoti accompagnatori, si vedeva stagliata davanti al cielo una figura immobile quanto inquietante, poteva sembrare una statua, non fosse stato per il leggero vento che di tanto in tanto gli si spezzava contro, ma l'uomo non sembrava rendersene conto, come se non avvertisse nulla di quello che sentiva attorno.
    La sua voce uscì priva di alcun sentimento, come tutto il resto del corpo, dei suoi movimenti, lasciava pensare. La sua missione era la rivelazione, non l'acquisizione? Che cosa voleva dire? Gli altri individui al suo fianco avevano ricevuto la sua stessa pergamena e essendo uno l'oggetto non avrebbero, ovviamente, potuto dividerselo? Solo in quel momento Sophie si decise ad alzare lo sguardo per controllare chi le stava attorno, stupita nel riconoscere alcuni volti. Si sorprese a pensare che ad ogni modo l'avere un medimago tra di loro sarebbe pur sempre potuto tornare utile e quel pensiero le fece ricomparire il sorriso sul volto.
    Lasciò scivolare del tutto il mantello, scoprendo la chioma rossa e avvicinandosi, senza aspettare le reazioni degli altri, alla valigetta. Faccio io, se non vi spiace. Sorride amabile ai presenti facendo scattare la serratura e scostandosi per mostrarne a tutti il contenuto. Rune, fantastico... Credo abbiate con voi la professoressa della materia sbagliata. Rise rivolgendosi agli altri, mentre sfiorava quel particolare oggetto... Bhè, era pur sempre un albero, o almeno la sua rappresentazione.
    Posso postare per venerdì ^^
     
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    Mi ero rigirata tante volte quella pergamena tra le mani, chiedendomi cosa o meglio chi sapeva della mia presenza in quella stanza e come mai non era rivolta al nano ma a me, Aishwarya Rei.
    Non credevo fossi stata scoperta, non ancora, e la curiosità di saperne di più mi aveva convinta ad andare al luogo dell’incontro.
    Per questo i miei passi risuonavano nella silenziosa via nella periferia di Hogsmeade, avanzavo a testa alta e sicura. Se era la fine che si accingeva ad arrivare tanto valeva affrontarla a testa alta.
    Non ero stata indotta a presentarmi dall’avarizia o dall’ingordigia, anche se un oggetto così potente sarebbe potuto essere molto ma molto utile.Chissà se altri miei compagni erano stati invitati a partecipare .. chissà se tra questi ci sarebbero stati anche dei mangia morte venuti a conoscenza della situazione.
    Domande, domande a cui non ero in grado di dare una risposta se non presentandomi. Tuttavia la mia fidata bacchetta la stringevo con forza e prontezza.
    Meglio prevenire che curare. Sempre e comunque. Strinsi più forte a me il giubbotto di pelle nera che avevo deciso di indossare, eravamo ad aprile dopo tutto, come potevo immaginare che facesse così freddo su quella dannata collina?
    Giunta sul posto mi limitai a scrutare il tipo che fermo e ambiguo se ne stava con una valigetta in mano proprio al centro della protuberanza.
    Presenti .. tutti.
    Non ero ancora sicura di cosa avrei preferito .. sicuro in quel momento avrei gradito compagnia, anche solo per non dover starmene sola con quell’individuo.
    -Salve- dissi comunque ricordandomi le buone maniere.
    Il fatto che conoscesse il mio nome, e che lo pronunciasse anche bene mi fece drizzare le antenne.
    Ma chi era? Non mi sarei abbassata a chiederglielo come una comune donna curiosa.
    Avrei scoperto chi si celava dietro quelle spalle coperte da un abito che probabilmente aveva visto tempi migliori.
    Tuttavia dovetti ricredermi, l’uomo era più anonimo delle mutande di Dell e se solo lo avessi visto altre volte me lo sarei sicuro ricordato, e invece niente.
    Neanche mi gimentai a fargli delle domande, sicuramente avrei solo sprecato del fiato. Ciò che ci chiedeva era comunque abbastanza chiaro, recuperare un oggetto molto importante, magari avesse aggiunto cosa non sarebbe stato male.
    -October sei tra le migliori in quanto a ricerche, mi fido di te, e voi ragazzi, spero non siate così competitivi da metterci l’un contro l’altro, solitamente il lavoro di squadra porta a risultati decisamente più ottimali di quelli che si possono ottenere individualmente.-
    Detto ciò mi avvicinai alla valigetta che la Lacroix aveva già provveduto ad aprirla.
    Ignorai completamente le ultime parole del tipo, cosa credeva non fossimo abituati al peggio?
    Cosa ci poteva essere di più terrificante di Michael Moon al governo e di Ares De Sade al suo fianco a dirigere la nuova SSMA.?
    Scossi il capo cercando di scacciare tali fastidiosi pensieri.
    All’interno vi era un alberello di legno intagliato – cosa ve ne pare? Un bonsai? – lo lasciai alla donna, era lei l’esperta di piante.
    -Sembrano rune, se serve una mano potrei anche provare a riconoscerne qualcuna, mi sono occupata in prima persona di quelle del caso Ramirez, magari sono simili- rune .. avevo sempre odiato quella maledetta materia.
    -Pronti per questa nuova sfida?- quando tutti saremmo stati pronti avremmo toccato contemporaneamente la passaporta, era importante non dividersi già dall’inizio.

    Posso postare entro venerdì , no problem


    Edited by __Grace__ - 2/4/2013, 22:28
     
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    Quella lettera..avevo continuato a guardarla male, con sospetto. Non credevo che fossero mangiamorte, non avrebbe avuto senso inviare una lettera di quel genere: se sapevano dov'ero sarebbero venuti a prendermi e basta. E allora chi era? Avevo passato il tempo che mancava all'appuntamento a pensare a tutte le persone che conoscevo, che potessero sapere che ero lì. Solo quelli dell'ordine, e allora perchè non usare gli specchi?
    In quel momento non riuscivo a pensare a niente di peggio dei mangiamorte, quindi mi convinsi che se c'era anche solo una possibilità di ottenere un aiuto per rigettare il nuovo governo da dove era venuto, avrei dovuto andarci.

    Mentre raggiungevo la collina, notai che altre persone si stavano arrampicando assieme a me per il pendio. Riconobbi House, il medimago. Era nell'ordine...e poi Rya. E la bionda. Tutti dell'ordine, tranne una donna rossa che non avevo mai visto. Quando fummo tutti incima c'era un uomo ad aspettarci. La sua faccia mi diceva qualcosa, avevo come l'impressione che mi ricordasse qualcuno, ma non riuscivo a capire chi, ne se fossero i suoi occhi, il suo naso o la sua bocca a darmi quell'impressione. Era così....comune. Comune in maniera quasi irritante.
    Restammo tutti in silenzio, ad osservarlo. Nessuno sembrava conoscerlo. Eppure disse tutti i nostri nomi. A quanto pareva non era lui ad averci contattati. O forse sì...l'oggetto comunque non era suo. E non sembrava averlo con se
    Chi è il suo cliente?
    non mi rispose. Non mi rivolse proprio parola. Non mi ero certo aspettata vita morte e miracoli, e neppure un nome, ma ero sicura che anche con un: ciupa! avrebbe risposto! Ci lasciò una valigetta e se ne andò dopo averi augurato buona fortuna. Mi avevano sempre detto che non poteva fortuna augurarne. Purtroppo non avevo del ferro da toccare con me. Optai per il bastone del Medimago....
    Lo avete mai visto quel tipo?
    A quanto pareva la donna che non conoscevo era una professoressa....
    già...credo che siamo tutti dalla stessa parte ormai ragionavo solo così: viva i mangiamorte, a morte i mangiamorte. Bianco o nero. Nessuna via di mezzo, nessun altro pericolo. Finchè non fosse finita il mio mondo sarebbe stato diviso così ..direi che cercare di recuperare questa cosa, sia la priorità e...beh al resto sarà meglio pensare dopo.Non sappiamo neppure che cosa sia e se possa davvero interessare a tutti.
    Infondo chissà qual'era il lavoro iniziato dal suo cliente! Eravamo assortiti così a caso che poteva essere qualsiasi cosa!
    Quando aprirono la valigetta c'era un albero di legno all'interno con..dandandan!! Rune! l'ennesima delle cose di cui, mi stavo accorgendo, non sapevo un emerita cippa! Mi grattai la testa, scocciata di non poter essere utile in nessun modo.
    Al tre ci lanciamo sull'alberello? Uno...due...
     
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    Feci segno di no con la testa, io non avevo mai visto l'uomo dalla giacca impolverata che ci stava di fronte, e a giudicare dagli sguardi degli altri presenti, nemmeno loro: a dire il vero, ero rimasta sorpresa di ritrovare così tante persone lì, in coma alla collina dei sussurri, un luogo forse più spettrale della stessa Stamberga. Lo ammetto, mi aspettavo di essere da sola, e a dire il vero non sapevo nemmeno cosa mi aspettassi, non sapevo nemmeno perchè ci ero andata alla fine...forse perchè, come tutte le cose ultimamente, sentivo il bisogno di farlo, una forza magnetica incontrastabile che mi spingeva verso azioni sconsiderate ed ignote, di cui non avrei mai capito il risultato in anticipo. Era così: un continuo salto nel vuoto, e a niente serviva fare o farsi promesse, od un elenco di buoni propositi che, alla fine, sarebbe stato difficile mantenere. Non mi sentivo più me stessa ormai. Il continuo mentire, la paura, non sapere bene quello che stavo facendo, mi stavano prosciugando le energie. Per quanto ancora sarei riuscita ad andare avanti senza crollare? Per quanto ancora Paul sarebbe rimasto in silenzio ad osservarmi mentre mi mettevo in pericolo, senza fare nulla? Per quanto...per quanto avremmo dovuto sopportare quella situazione, e vivere nell'ombra? Quando avremmo potuto riprendere in mano le nostre vite?
    Domande, domande e ancora domande affollavano la mia mente ormai da troppo tempo, e quel luogo dall'innaturale silenzio, non aiutava certo a distrarsi, c'era un motivo se quella collina era detta dei sussurri: lì accadevano cose strane, perfino per noi maghi.
    E l'avventura che stavamo per intraprendere quel giorno, era una di quelle.
    Sentii un brivido percorrermi la schiena rendendomi conto che lo sconosciuto conosceva non solo il mio, ma il nome di ognuno di noi, come se fossimo stati invitati appositamente, scelti dal suo clienti, tra milioni di maghi che abitavano il mondo. Era inquietante vero?
    Chi era? Cosa voleva da noi? Perchè ci aveva scelti? Cosa teneva nella valigia? E cosa voleva mostrarci? Domande che ognuno di noi probabilmente si stava ponendo e a cui ancora una volta non avevamo una risposta, l'unica che ci fu concessa, fu il contenuto della valigetta: un piccolo alberello intagliato, di un legno candido, di quelli che sembrano ricavati da alberi troppo antichi e rari per poterne credere l'esistenza. La sua chioma era formata da nove rami perfettamente e simmetricamente disposti sul tronco principale, mentre una piccola foglia ne adornava le estremità, infine, ogni millimetro della superficie, era incisa da una minuscola runa. Mi chinai sull'oggetto per osservarlo meglio, ma il cambio di prospettiva non cambiò molto, le rune continuavano a restare per me un mistero...mi voltai a guardare House, lui forse, forse sarebbe riuscito a capirne qualcosa, era riuscito a risolvere il mio problema alla spalla, di certo, avrebbe trovato una soluzione anche a questo.

    "Ha detto che è una passaporta, immagino non ci resti che prenderla..."

    Asserii incerta, a dire il vero non ero sicura di voler realmente scoprire cosa fosse: mi guardai attorno, l'uomo era scomparso lasciando lì ogni cosa. Tornai quindi a guardare gli altri, erano tutti decisi a proseguire? Mi morsi il labbro prendendo un respiro profondo cercando di capire cosa mi trattenesse, ed allo stesso tempo mi attirasse verso quell'alberello...era inutile, lo sentivo chiamarmi dal profondo dell'anima. Annuii ed allungai la mano verso la passaporta.

    CITAZIONE
    Spero non dispiaccia se mi sono presa libertà descrittive :3
    Per me va bene sia venerdì che domenica per rispondere, visto che già due hanno confermato la prima scadenza, mi prendo la seconda!
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    La curiosità uccise il gatto, si dice.
    Io sono curioso, e non sono un gatto, teoricamente quindi dovrei avere le spalle coperte.
    E’ questo un altro dei motivi che mi ha spinto ad accettare l’allettante e implicito invito della lettera che mi è stata recapitata. Lettera anonima, ovviamente, giusto per incrementare la suspance, che non fa mai male.
    E quindi eccomi qui, ad Hogmeade, non sapendo neanche cosa cercare o cosa aspettarmi. Sono solo per le stradine di questo villaggio, ma soltanto per un attimo.
    Ben presto infatti, mi ritrovo tra quattro fanciulle che mi sembra di riconoscere, quasi tutte. Ecco. Mi mancava fare il beato tra le donne.
    A vederle, capisco subito che siamo qui per lo stesso motivo: la lettera.
    Insieme ci avviamo in cima alla collina, dove sembra quasi sia lì ad aspettarci una strana figura incappucciata.
    L’aria è cupa, quasi pesante. Nessun rumore nell’aria, se non la debole voce del vento che provoca un fischio inquietante. Null’altro.
    Inutile dire che potrei persino farmela addosso. Non mi piacciono i film horror, e questo sembra il terrificante inizio di uno di quei tremendi film procura-infarti che tanto piacciono ai ragazzini.
    Mi affianco ad Elis, ascoltando le parole dell’uomo strano e sconosciuto.
    Inutile dire che le sue parole, se possibile, aggiungono un tocco ancora più mostruoso ed inquietante a tutto questo.
    Sì, grandioso. Potevo starmene a casa a ridere sull’ennesima e stupida puntata di Beautiful e invece sono qui.
    Seguo attentamente con lo sguardo, la valigetta che l’uomo poi ripone per terra. Una passaporta. Bene. Giusto perché le cose non possono mai esser semplici, dobbiamo essere scaraventati in chissà quale posto dimenticato da Dio.
    Mi guardo indietro, mentre penso a se non sia il caso di tornarmene a casa e poltrire sul divano. Stringo la mano sul bastone. Quanto mi piacerebbe farlo. Ma sono curioso e oramai sono qui. Non posso semplicemente tirarmi indietro. Che figura ci farei?!
    Riporto lo sguardo sull’uomo, proprio nel momento in cui pronuncia quelle paroline, che mi procurano un brivido lungo la schiena. Buona fortuna?! Ne avremo bisogno?!?!?!
    Santo me.
    La mano corre quasi automaticamente ai gioielli di famiglia per una fugace grattata salva-sfiga, mentre alzo gli occhi al cielo, maledicendomi.

    “Sono quasi sicuro di averlo visto nell’Esorcista.” rispondo, quando l’auror, che mi è capitato di curare non molto tempo fa, chiede se abbiamo mai visto quel tipo.
    Mi avvicino, seguendo le quattro donne, alla valigetta. Valigetta che viene aperta, rivelando ciò che contiene.
    Un alberello.
    Siamo qui per un alberello. Sul serio?!
    Mi sporgo, riducendo gli occhi a due fessure per tentare di carpire qualche informazione in più.

    “Nel mio ufficio ne ho uno uguale. Cioè…quasi.” Nah.
    Quello in ufficio ha senz’altro più foglie e di sicuro non ha delle rune incise sui rami.
    Annuisco alle parole di Elis.
    Non c’è tempo da perdere. Se voglio soddisfare la mia curiosità, e dare un senso a questa giornata, dobbiamo solo agire. Afferrare questa passaporta e scoprire dove ci porterà.
    Faccio un respiro profondo, sperando non sia l’ultimo, e come le altre, allungo una mano verso l’alberello.
     
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  7. *Il Cappellaio*
     
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    Tenebra. Assoluta. Nel buio, la luce trova sempre un modo per filtrare, creando così l'ombra. Ma quando i nostri occhi si trovano in luoghi che mai hanno visto il sole, l'ombra al confronto sembra luminosa e dolce come le stelle. Tenebra, tenebra e freddo. Non pensate alla semplice bassa temperatura, questo freddo è qualcosa che non può essere misurato in tal modo: è il freddo che lambisce la pelle, vi penetra dentro, fino a congelare cuore ed anima.

    Lumos. La voce s'ode distinta, ma ritorna con echi distorti. Dalla bacchetta, il caldo raggio luminoso rischiara il luogo che ormai, ha dimenticato perfino il significato della luce, del bianco, del chiaro. Qualcosa strisca a nascondersi nell'oscurità, un rapido movimento... od un gioco di ombre? I volti amici dei conoscenti danno un attimo di sollievo, ma il cerchio di luce si estingue ben prima delle pareti della stanza: eppure, il proprietario della bacchetta ne è sicuro, solitamente la luce è più forte ed intensa...

    Un passo viene appena accennato, incapaci di restare immobili oltre che a subire la cecità dei sensi: lo sguardo volge al pavimento, dove un grosso cerchio rosso -sangue?- circonda i presenti. Alcune linee partono dalla circonferenza per congiungersi fra loro, basta rischiarare un poco la dura pietra grigia per notare che i maghi e le streghe sono atterrati all'interno di un pentacolo, gremito delle stesse rune della passaporta. Accanto ai loro stessi piedi, alcuni polverosi fogli di pergamena giacciono come dimenticati, abbandonati a loro stessi.

    Cinque maghi, un pentacolo, una stanza di pietra grigia. Oltre a questo, solo tenebra e silenzio.

    Di nuovo, benvenuti!

    Nel vostro prossimo post:
    -Qualcuno descriva di aver usato il Lumos
    -Qualcuno descriva di aver osservato il pavimento, ovviamente
    -Per il resto, potete fare ciò che volete. Al momento siete dentro un pentacolo rosso, in una stanza buia e misteriosa di cui non vedete nemmeno le pareti. Quindi fate poche azioni perchè, tra una e l'altra, chissà che non possa accadere qualcosa!
    (Da qui il motivo per cui volevo che almeno metà di voi postasse prima)

    -Scadenza post: venerdì ore 13.00 / domenica ore 23.59

    Prossime scadenze: martedì ore 23.59
     
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    Non ero più tanto sicura di aver fatto la scelta giusta.
    Non era timore vero e proprio il mio, solitamente non mi facevo abbattere dalle circostanze, ma quando ad andare di mezzo erano i miei nervi e le mie sensazioni .. beh difficilmente sbagliavo.
    Tutto in me diceva che qualcosa era cambiata, dovetti portarmi una mano al cuore per accertarmi che battesse ancora.
    E non era solo una questione di temperatura.
    -Lumos!- esclamai illuminando con un getto prepotente di luce la zona circostante. Tanto era il buio devastante che gli occhi ne risentirono. Cercai di guardarmi attorno illuminando anche i volti dei miei compagni di viaggio – non mi sento più il respiro- dissi solo abbassando poi la bacchetta dopo aver sentito un fruscio non molto lontano . Ma cosa diavolo era mai?
    Guardai sconcertata October – era più luminoso .. non può essere un Lumos questo .. – non ero più in grado di fare un incantesimo così basilare?
    Impossibile!
    -qualcosa non quadra- avanzai di un passo cercando di affinare maggiormente lo sguardo , un movimento brusco mi costrinse ad abbassare il braccio e illuminare il pavimento – Oh Santo Merlino!- Mi accucciai sfiorando con le dita il contorno rosso di quella strana forma che ci conteneva. La percorsi tutta con la flebile luce – si tratta di un pentacolo e ogni punta ha una runa .. una runa che stava sulle foglie della passaporta .. cosa credete possa accadere se … se ad esempio posassi un piede fuori da questo perimetro?- poi illuminai il volto di House – dimmi che non è stato tracciato con il sangue ..- eravamo per caso precipitati in un rito voodoo ?
     
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  9. Sophie Lacroix
     
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    Il vuoto all'altezza del ventre lasciò spiazzata per qualche istante Sophie che appena toccò di nuovo terra si portò una mano nel punto da cui si era sentita risucchiare come ad assicurarsi che tutto fosse al suo posto, che non le fosse sfuggito niente... Paure stupide, lo sapeva bene, ma il non avere idea di cosa le riservassero le ore successive non riusciva a renderla tranquilla, non riusciva a darle il solito sorriso, per quanto ci provasse, per quanto già da subito si impegnasse a non perdere mai la sua solita, dolce espressione dal volto, nella consapevolezza, o forse nella speranza, di contagiare gli altri col suo classico buon umore.
    Dopo la certezza di essere in ordine ci fu solo il buio, il buio, il silenzio dei loro respiri e il freddo, un freddo che arrivava a gelare nel profondo, a ghiacciare le ossa, a rendere faticoso ogni respiro, come se il ghiaccio che sfiorava i loro polmoni li graffiasse come piccoli, ma affilatissima aghi. Chiuse gli occhi, cercò di calmare il respiro, di regolarizzarlo, ritirando le mani sotto il mantello per tenerle al caldo, ma sembrava impossibile, la stoffa non sembrava darle alcun sollievo. Le risollevò davanti al volto, ci soffiò sopra e quasi si stupì nel non vedere la nuvoletta d'aria ghiacciarsi e cadere a terra davanti a lei.
    E se provassimo con un Patronus? Fu la risposta che le venne spontanea all'affermazione della collega. Se l'intensità del suo Lumus non era sufficiente, forse un piccolo animaletto d'argento sarebbe tornato loro utile. Al massimo cosa può succederci? Darci un po' di fiducia? Non penso faccia male...
    Ma aspettò a provarci, voleva sentire cos'avevano da dire gli altri, quanto avrebbero voluto provare. Fu sempre Rya a scrutare avanti, con la bacchetta tesa e chinandosi notò quello che ci circondava, quello che c'era disegnato sul pavimento. Sophie non era esperta di tutte quelle superstizioni, riti strambi e cose del genere, ma la sua vita cinematografica le aveva dato modo di vedere qualche set di riprese sul paranormale o via dicendo, nulla che l'avesse mai affascinata, nulla che avesse mai approfondito più di quelle poche cose che le erano state dette dai vari registi sul momento.
    Eviterei di scoprirlo se fossi in te. L'hai detto tu, è un Pentacolo, quindi o vuole tenere qualcosa fuori... O vuole tenere noi dentro! Non è uno di quei simboli che i babbani credono servano a intrappolare i demoni? Solo allora allungai la mano con la bacchetta fuori dal mantello, il tempo necessario a evocare prima un piccolo uccellino da mandare in avanscoperta, poi provare con quello a cui avevo accennato poco prima. Incanto Patronus! In un posto del genere non sarebbe stato semplice pensare a qualcosa di davvero felice, ma Sophie fondamentalmente era una persona che non si lasciava mai oscurare, e poi aveva nel ventre proprio in quel momento la sua piccola dose di felicità gratuita! Sorrise vedendo lentamente la polverina argentata prendere forma di una farfalla, che avanzò sopra all'uccellino, poco alla volta, fino all'estremità del Pentacolo e oltre, per illuminare il percorso dell'animaletto e vedere se fosse sicuro o meno uscire... O per lo meno, quella era la speranza.
     
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  10. *Il Cappellaio*
     
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    Il piccolo ed argenteo ucellino svolazzò all'esterno del pentacolo. Quando superò il limitare del cerchio, la sua traiettoria deviò improvvisamente, per poi riprendersi, quasi avesse perso il senso dell'orientamento. Svolazzò fino ai margini della stanza, illuminando le pareti di pietra, il pavimento del medesimo aspetto: tutto era identico, immobile, e di dura pietra. Pochi istanti dopo, il Patronus svanì.

    Nel vostro prossimo post:

    -Potete fare ciò che volete. Ma fate qualcosa vi prego XD
    -Scadenza post: domenica ore 23.59 (per i tre che mancano)

    Prossime scadenze: martedì ore 23.59 (tutti)
     
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    L'ultima volta che avevo preso una passaporta ero finita in una radure buia in un bosco sconosciuto, circondata da mangiamorte. Non ero al settimo cielo, sorpattutto non sapendo la meta. Ma non ero da sola e quindi riuscii ad allungare la mano e a toccare l'albero prima che la paura di assalisse.
    Un momento ero convinta di essere scampata alla paura? AHAHAHAHAH!! Indovinate, dove ci ritroviamo? In un bel prato fiorito stile mago di oz? Ovvio che no!
    Al buio. Ora..io so che la fase di paura del buio si dovrebbe superare agilmente prima dei 10 anni, ma credo di essermi persa questo importante traguardo infantile. Odio il buio. Non ebbi i riflessi abbastanza pronti come Rei, di tirar fuori un lumos, ma fui abbastanza pronta ad afferrare la manica della prima persona che avevo a tiro come se fosse l'unica ancora di salvezza.
    Il lumos di Rei....beh era il lumos peggiore che avessi mai visto, ma illuminò abbastanza da farci vedere l'espressione sconvolta della mia caposquadra. La fissai anche io con gli occhi sbarrati. Nella mia mente risuonava una sola parola, ripetuta all'infinito, in toni molto acuti: merdamerdamerdamerda.
    Il secondo tentativo di far luce fu un patronus. Dio solo sa come fosse riuscita a pensare a qualcosa di bello, in quel posto da trappola mentale jedi!
    Illuminò quel che bastava a farci capire che non c'era proprio niente, se non un muro, da qualche parte, che chissà dove altro continuava!
    Ok. Non ne sapevo un tubo di pentacoli, ma non sarei rimasta lì a morire di fame, di freddo o più probabilmente di paura!!
    Strappai un bottone dalla mia giacca, e lo misi sulla mano, illuminati dal fioco lumos di Rei e gli puntai la bacchetta contro trasfigurandolo in uno scarafaggio. Lo appoggiai vicino al bordo del pentacolo e aspettai che uscisse. Ti prego non venire fulminato scarafaggino!!
    In ogni caso...
    -Scusi eh, posso??-
    Senza troppi complimenti afferrai il bastone del medimago .Ok...avrei dovuto sacrificare il mio mantello ç_ç Non se non ci fossero state altre scelte!
    -Avete una sciarpina o un fazzoletto??? -
    Una volta riuscita a rimediare un pezzo di stoffa lo arrotolai sul fondo del bastone
    -Proviamo a cancellarne almeno un pezzo...Mi versate un po' d'acqua sulla stoffa??-
    e adesso olio di gomito: iniziai a strusciare il pezzo di stoffa sulla linea rossa, muovendo il bastone avanti e indietro.
     
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    Io, sul serio non ho vergogna ad affermarlo odio la passaporta. Ci vuole una certa concentrazione e velocità di riflessi, che non ho, per riuscire a non finire col sedere per terra, o scaraventato da qualche parte in una posizione stana e ambigua che neanche il più astruso dei libri di kamasutra potrebbe riuscire a spiegare.
    Ma sono fortunato nella sfortuna, e così arrivati a destinazione, e che destinazione, mi ritrovo perfettamente in piedi sulle gambe, gambe che mi meraviglio siano ancora attaccate al corpo.
    La visione non è delle migliori, e magari principalmente perché di primo acchito non c’è nessuna visione. Esatto siamo al buio, ma non il buio, quello piacevole e meritato, dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro, no assolutamente. E’ quel buio che, si capisce subito, cela qualcosa. Qualcuno, non ci pensa due volte a tirar fuori la bacchetta e ad illuminare la stanza con un Lumos, e sebbene dalla bacchetta di Rya, scaturisca la consueta luce provocata dall’incantesimo in questione, è una luce che non soddisfa. Anzi, per un secondo acceca pure, prima di diventare fioca. Poca luce per tutto buio. E' per questo che le faccio compagnia, tirando fuori anche la mia bacchetta, ed imitandola.
    Ne approfitto per guardarmi intorno, e scorgo con la coda dell’occhio qualcosa muoversi nell’ombra. Ora, sul serio, potrei urlare come una donnetta impaurita, se solo avessi sicurezza di quello che ho visto.
    Non sono neanche sicuro. Era sul serio qualcosa, o è solo la mia immaginazione che, per puro sadismo, comincia a tirarmi brutti scherzi?!

    “C’era qualcosa lì… vero?” chiedo alle presenti, cercando di non lasciar trapelare dal tono della voce il fatto che me la stia facendo addosso.
    Il ruolo di Indiana Jones proprio non fa per me.
    Osservo l’altra donna mentre lancia il patronus, e con le altre, aspetto ansioso il risultato dell’incanto. Ma chissà perché dentro di me, ho l’impressione che non serva a molto. Anzi, è quasi una sicurezza. E’ come, la mia è solo una sensazione, essere rinchiusi in una grossa scatola.
    Non mi sento neanche tanto sorpreso quando il patronus della donna, svanisce nel nulla.
    Continuo a guardarmi intorno, a fissare il buio come se da un momento all’altro qualcosa dovesse sbucare dal nulla e sbranarci o farci morire d’infarto. E magari sarà soltanto la mia immaginazione, che continu a a prendermi bellamente in giro, ma sono sicuro che ci sia qualcosa nel buio.
    Solo dopo mi accordo di quello che c’è disegnato sul pavimento, e che ci circonda. Un pentacolo, tracciato con qualcosa di un ambiguo colore rosso. Mi avvicino di poco, quel tanto per scorgere meglio quel colore.

    “Non ne sono sicuro. E capirai se non mi va di toccarlo.” rispondo all’auror che mi chiede se quello che ci circonda è o meno sangue.
    Direi che al novanta per cento lo è. Sangue, simboli esoterici. Sì, ci sta. Ma per avere conferma dovrei toccarlo, e come già detto, non mi va di rischiare.
    Quando l’altra auror, mi afferra il bastone, la lascio fare, non capendo da subito quale siano le sue intenzioni, ma quando poi comincia a passare il fazzoletto, tenuto dal mio bastone, sul liquido rossastro che ci circonda, il cuore comincia a battermi più velocemente del normale. E no, non è un infarto.
    Le poso una mano sul braccio, per bloccarla almeno per un momento.

    “Okay, non per fare il pignolo ma, non credete che questo simbolo possa proteggerci da quello che c’è fuori?! E' solo un ipotesi.” Insomma, non sarebbe una novità. Sono quasi sicuro che non sempre il pentacolo sia inteso come simbolo negativo. Il simbolo in cui ci troviamo potrebbe anche essere una sorta di scudo contro quello che ci circonda. Cancellarlo così, senza avere certezze, non mi sembra una buonissima idea.
    Tanto vale aspettare che lo scarafaggio tenti di attraversare la linea rossa, così per vedere cos'è che gli capita.
    Essì, è un uomo che tiene alla propria vita a parlare.
     
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    Quasi inciampai e caddi a terra quando una mano mi afferrò per la manica tirandomi di lato proprio pochi attimi dopo che la terra era tornata sotto i nostri piedi, non avevo ancora terminato di orientarmi quando fui costretta a voltarmi verso quella mano: October mi aveva afferrata non so se per impedire a se stessa di cadere o se spaventata da qualcosa. Posai la mano sulla sua indicandole gentilmente di lasciarmi andare proprio mentre Rya cercava di fornirci una base luminosa con cui vedere dove fossimo finiti: solo allora mi resi realmente conto dell'oscurità che ci attorniava, di quanto quel posto ne fosse intriso fino quasi a soffocarci...gli occhi si abituarono a malapena impedendomi di scrutare maggiormente nella stanza, perfino i muri sembravano invisibili, o addirittura assenti. E il silenzio, il silenzio risultava quasi assordante, perfino fastidioso. Com'era possibile? Cercai istintivamente la passaporta, sentivo il cuore in gola per l'agitazione e la voglia di tornare indietro non tardò ad arrivare, volevo il sole, la luce, l'aria fresca, volevo tornare a Hogsmeade che conoscevo con le mie tasche, a casa, dove Paul mi aspettava con il suo abbraccio caldo, perchè quel posto mi faceva paura, mi ricordava troppo...

    "House..."

    Provai a chiamarlo, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu muovere le labbra senza emettere alcun suono, scossi la testa chiudendo gli occhi e contando fino a dieci nella speranza che una volta riaperti tutto fosse tornato alla normalità: la foresta al suo posto, noi ancora in cerchio attorno il piccolo alberello di legno. Ma ovviamente non fu così, quando li riaprii era tutto immutato, davo le spalle agli altri perciò non avevo prestato la minima attenzione nè ai loro discorsi nè a quello che stavano facendo, per me, in quel momento c'ero solamente io ed i miei pensieri.

    Il mondo si allontanò totalmente da me, i rumori sparirono, perfino la voce di House sparì, si fece tutto silenzio e buio, vuoto. Un vuoto enorme che mi stava inghiottendo, trascinandomi al centro di quell'oscurità nascosta dentro di me...

    Mi sentivo di nuovo in quel modo, sola, indifesa, pesante...perfino quel dolore fantasma alla spalla sembrò tornare. Spaventata, mi guardai attorno alla ricerca del "serpente" quasi sapendo che si trovava nascosto nell'oscurità, pronto ad attaccarmi in qualsiasi momento. No, non potevo tornare indietro, non volevo che accadesse nuovamente, non volevo trovarmi nuovamente in quel baratro ad attendere che la mano gentile di qualcuno mi afferrasse per portarmi in salvo. Non sarei caduta nuovamente preda di quella maledizione. Mai, per nulla al mondo. Mi portai le mani alla testa, dovevo...sì, dovevo andarmene.

    "House..." questa volta, seppur bassa, la voce mi uscì sufficiente per attirare l'attenzione del mago. Mi rivolsi a lui, perchè già sapeva. "De-devo andarmene di qui"

    Tremai, facendo un passo avanti senza nemmeno accorgermene, il panico aveva preso il sopravvento costringendo il mio corpo a muoversi in cerca di una via d'uscita: sorpassai inconsapevolmente il cerchio, uscendo da forse l'unica reale protezione che avevamo in quel luogo. Mi misi quasi a correre finchè non inciampai su qualcosa che mi aveva sbarrato la strada, finendo dritta a terra, le mani poggiate sopra quelle che sembravano pergamene.
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  14. *Il Cappellaio*
     
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    La magia in quel luogo, si comportava in modo alquanto particolare. Gli incantesimi luminosi erano scomparsi quasi immediatamente, o avevano perduto parte del potere. Il bottone trasfigurato invece, si era mosso spedito sul pavimento di pietra. Passetto passetto passetto pluf. Sparito nel nulla. Come risucchiato dalla pietra. Poco dopo, l'insettino era letteralmente emerso dalla pietra, impossibile comprendere se fosse una sorta di pietra liquida, oppure un illusione dei sensi. Ma lo scarafaggio emerso qualche metro più in là era strano. Molto, strano, si sarebbe potuto dire, se fosse rimasto fiato in corpo.

    Dall'oscurità emerse infatti un insetto un poco più grande, a cui erano spuntate tre ali leggere e frastagliate. Il muso si era allungato, e dopo qualche istante aveva preso a volare per la stanza. Un colpo qui, un colpo là, l'insetto colpì ripetutamente le pareti di pietra, deviando ogni volta bruscamente la direzione del volo. Da qualche parte poi, decise di fermarsi e rifugiarsi in un anfratto d'ombra. O forse era semplicemente tornato ad essere un bottone.

    Poco distante, fuori dal pentacolo, Elis restava sdraiata a terra, sotto di lei alcuni fogli di pergamena. Li vedeva distintamente, sebbene circondati da una nebbiolina azzurra... strano perchè da quel che percepiva erano sotto il suo torso, coperti dal suo stesso corpo. Elis sollevò le braccia per mettersi in piedi, ma di fronte a sè vide solo quella nebbiolina azzurra, come se la sua vista fosse offuscata. Si rimise in piedi in qualche modo, inconsciamente tenendo fra le mani i fogli di pergamena.

    Le mani. Dov'erano le sue mani? Terrorizzata, osservò il suo intero corpo: non c'era più nulla. Solo i contorti mal definiti e la nebbiolina azzurra che aveva sostituito il suo corpo. In tutto e per tutto, era diventata un fantasma.


    Eccoci per il nuovo appuntamento!

    Lo scarafaggio è volato via da qualche parte, ma deve aver subito qualcosa di strano.
    Elis è uscita dal cerchio (che non è stato -ancora- cancellato da October per l'intervento di House) e sembra essere ora un fantasma.
    E' eterea, la luce le passa attraverso e sembra composta di nebbiolina azzurra. Riesce però ad afferrare alcune cose, come le pergamene ad esempio.

    Nel vostro prossimo post
    -Fate quel che volete, cercate di capire come uscire da quel luogo magari XD avete alcuni indizi importanti sull'ambiente.
    -Chi cercherà di uscire dal cerchio, anche solo con un braccio, vedrà il corpo divenire etereo come un fantasma (tornerà normale se rientra)

    -Scadenza post: martedì ore 23.59
    -Prossimo mio post: mercoledì ore 13.00 (o prima se riesco per darvi qualche aiuto tra un vostro post e l'altro)

    -Prossima scadenza: giovedì ore 23.59
     
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    "non credete che questo simbolo possa proteggerci da quello che c’è fuori?!" Onestamente?? NO! tuttavia aspettai di vedere che fine faceva lo scarafaggio prima di mettermi a protestare e a urlare che io volevo andarmene immediatamente.
    Non era definibile ciò che accadde allo scarottone. Sembrò sparire e accogliemmo tutti l'evento con un allarmato "uh!" ma poi ricomparve al suono di un nostro sospiro di sollievo. Non riuscivo a vedere bene in che condizioni stava, ma se avessimo voluto vedere che cosa accadeva ad una persona..beh non avremmo dovuto attendere molto!
    Non mi ero accorta che Elis aveva abbandonato il cerchio. Fu solo grazie al silenzio totale e al gemito in lontananza che ci girammo tutti, personalmente con la bacchetta sfoderata.
    AAAAAH!PROTEGO! EXPELLIARMUUUSS!!!!!!
    non avevo nemmeno visto cosa c'era, solo una luce azzurra, che mi era sembrata un incantesimo. Non fui la prima a capire che in realtà quella roba celestina era Elis.
    Cosa caspita le era successo??? La fissai con occhi spalancati e poi fissai il dottore con occhi altrettanto spalancati.
    Ottima mossa. Viva il pentacolo.
    Non sembrava essere morta, o qualcuno aveva già rimosso il cadavere, perchè ai suoi piedi non c'era niente. La sua luce sembrava la cosa più efficiente prodotta fin'ora. E sembrava stringere tra le dita dei fogli....quindi non era realmente un fantasma o quei fogli potevano essere maneggiati solo da...qualsiasi cosa fosse adesso la bionda.
    Dopo un momento di scombussolamento emotivo mi ritrovai a fissare Rei. Sembravamo d'accordo....
    Elis...puoi leggerci o portarci quelle pergamene? E.....ehm...
    era un momento delicato. Lei sembrava nel panico, giustamente. E io stavo per uscirmene con una richiesta tremenda!!! Strinsi gli occhi, come temendo una sassata in faccia di risposta.
    Potresti fare un giro intorno? giusto per vedere se c'è qualche cosa in giro, o quanto è grande, se ci sono delle porte...
    ....un momento di pausa poi aggiunsi:
    Tranquilla, andrà tutto apposto, di sicuro. Quell'uomo sembrava affidabile.
    cazzata numero 1 e due.
    Magari nelle pergamene ci spiegano tutto, si sarà dimenticato di mettercele qui dentro e...vedrai, non pensarci...
    Allungai la mano oltre al cerchio: merdaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!! le mie ditaaaa!!!!!!!!!
    La ritrassi subito, col cuore a mille, come se avessi appena toccato del fuoco. Le dita della mia mano tornarono al loro posto.
    Le sorrisi:
    Vedi, forse basta che rientri!
     
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82 replies since 2/4/2013, 10:12   1218 views
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