Diciottesima Quest

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  1. Sophie Lacroix
     
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    C'era per forza il modo di uscire da quel posto, doveva esserci, o non avrebbe avuto alcun senso! Sophie riusciva a capire che potessero tentare di uccidere le due auror, ma cosa se ne facevano di una cameriera, un guaritore e una professoressa fuori gioco? Non sapeva molto degli altri, ma non riusciva a ricollegarli a un motivo per cui qualcuno tentasse di ucciderli. Volevano fare la differenza tra la vita e la morte, era per questo motivo che erano arrivati tutti in quel posto leggendo quella pergamena, volevano fare la differenza, eppure sembravano essersi condannati da soli a morte certa.
    Strinse la bacchetta mentre osservava il bozzolo riformarsi rapidamente con gli incantesimi della ragazza, sembrava come legato al terreno, visto l'alone che si era formato sotto di lui dopo l'urto con l'incantesimo di Sophie, ma legato da cosa? Le polveri colorate che aveva evocato il guaritore non sembravano dir nulla, c'era qualcosa, ma non qualcosa di fisico, era legato a quel punto, ma non fisicamente, solo da chissà quale magia che lo costringeva li.
    Che elemento ci resta da provare? L'aria? Ma evocare un Ventus attorno al bozzolo non avrebbe rischiato di farlo schiantare di nuovo? E allora cosa potevano fare? Certo, sembrava che le parole della rossa fossero d'aiuto, qualsiasi cosa vi fosse dentro sembrava come sul punto di schiuderlo, continuando a muoversi, ma quanto ci sarebbe voluto?
    Sophie prese un profondo respiro, li si sentiva inutile e non trovava nulla che potesse tirarli fuori da quella situazione, e poi la bionda della testa di porco era tornata alla normalità dopo aver rimesso piede nel pentacolo, non avrebbe corso rischi. E mentre la rossa continuava a leggere quelle frasi senza senso lei mise un piede fuori dal cerchio, osservandolo mentre perdeva contatto col mondo fisico, iniziando ad emanare una fioca luce. Centimetro dopo centimetro uscì del tutto dal cerchio, ritrovandosi persa nel vuoto. Portò la sua mano senza più superficie a sfiorarsi il vente, il bimbo stava bene? Sarebbe tornato indietro assieme a lei una volta nel cerchio? Sorrise, doveva per forza essere così, cosa poteva essere più intenso di una nuova vita per quel maledetto pentacolo? Quel bambino nel suo grembo non avrebbe corso rischi.
    Si chinò ad osservare più da vicino le piastrelle, il bianco e il nero, quel maledetto opposto... Serviva davvero a qualcosa quell'alternarsi di colori? Finite Incantatem, Verdimilious, Revelia Evanesco, Disillusio... Iniziò a provare ogni incantesimo che le veniva in mente per provare a svelare qualsiasi cosa ci fosse li attorno, puntando ogni volta la bacchetta su una piastrella diversa, spostandosi e toccandole tutte, ad una ad una, toccandole senza realmente sentirle. Lo Specialis Revelio!! Provatelo sul bozzolo!!
     
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    Se siamo disperati?! Sì, direi di sì. Ma, almeno, il mio incantesimo mi ha dato qualcosa in cui sperare, e su cui ragionare.
    Qualcosa celava questo pavimento a scacchi, e questo pavimento a scacchi cela a sua volta qualcos'altro. Disillusione su disillusione. Sì, è come ritrovarsi in una matrioska, dove le bambole sono gli strati di disillusione contro cui ci troviamo a cozzare prepotentemente con la testa nel vano tentativo di poter capire qualcosa in più del nulla.
    Qualcosa si cela al di là delle mattonelle, stesso discorso per la parete. Ma cosa cela questo posto?! Un'altra stanza?! O il nulla? E insomma... a cosa dovrebbe servire?! Non è che in questa abbiamo trovato chissà che tesoro. C'è solo un bozzolo pulsante alle parole, che non hanno assolutamente senso, della rossa.
    Annuisco alle parole della professoressa, e punto la bacchetta ora sul pavimento, ora contro la parete, ora contro il bozzolo.

    " Specialis Revelio"
    Sul serio non so quanto possa essere utile, ma tanto vale provare. Restare fermi a non far nulla non ci aiuterà ad uscire di qui, e direi che questa è la nostra priorità.
    "Revelio porta." dico, puntando la bacchetta contro la parete.
    Sono stanco, e spazientito.
    Questo vedere/non vedere mi mette ansia. Io devo sapere e devo sapere adesso.
    Forse semplicemente tutto questo è finto. Forse non per forza ciò che vediamo/non vediamo esiste sul serio. Forse è soltanto la nostra mente che ci fa brutti scherzi.

    "E se di colpo siamo ammattiti tutti insieme?! Potrebbe essere, no?! Magari su quella collina abbiamo respirato a nostra insaputa qualcosa di strano e ora stiamo vivendo un trip alla matrix, che ne dite? Qualcosa tipo ciò che vedete non è la realtà, uuuh... Hey Morpheus, se ci sei aiutaci!" Sì, sarebbe una gran figata, ma il problema resterebbe. Come uscire da una realtà, che non è una realtà?!

     
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    -Ma secondo voi perchè si è concentrato tutto in questi 50 cm circa e non in tutto il pentacolo?- Chiesi alle ragazze una volta respirato almeno mille volte e riacquistato parte del mio sangue freddo.
    Allungai una mano cercando di toccare il bozzolo mentre October continuava a leggere imperterrita.
    Faceva bene, il bozzolo precedente aveva reagito in qualche modo .
    -Penso anche che restare qui dentro a questo pentacolo non serva a niente- dissi ritraendo la mano per poi provare una seconda volta.
    - Si Matrix ci calza a pennello, questa è tutta un’illusione secondo me, il pavimento a scacchi cela delle uscite il muro dove si è schiantato il bozzolo .. ha risucchiato il mio furetto, lo scarafaggio e anche il liquido del bozzolo...
    Elis poteva toccare il pavimento, gli spettri veri non possono, quindi .. chi ci dice che anche questa non sia un’illusione? L’idea che questo pentacolo ci protegga è confortante ma .. è vera?-
    indicai il raggio annerito – io solo qui vedo che è successo qualcosa e che è rimasto il segno .. – fissai ancora una volta il bozzolo – senza paura Rya- e questa volta lo toccai.
     
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    Pochi minuti, anzi pochi attimi e Rya iniziò ad impartire ordini a destra e a manca come solo un auror sapeva fare, anzi, come solo lei sapeva fare! A volte mi metteva davvero in soggezione quella donna, non capivo mai se parlasse seriamente e fosse sempre così rigida o se a volte facesse finta...osservai gli altri eseguire quanto da lei ordinato, ma feci un mezzo salto quando mi si rivolse in quel modo, arrossii quasi per le parole, una in particolare, che uscirono dalle sue labbra, abbassai il viso mormorando l'incantesimo ed agitando appena la bacchetta senza troppa convinzione, non credevo davvero sarebbe servito a qualcosa, contavo di più sulla nuova creazione del bozzolo anche se a quanto pareva l'acqua non aveva sortito nessun effetto. Eppure, eppure le parole vergate sulle pergamene poco prima aveva sortito un qualche effetto su di esso, mi domandai quindi se non bastasse realmente completarne la lettura. Beh, immaginavo che non ci bastasse che aspettare che October concludesse per verificarlo.
    Mi feci da parte, per non intralciare nessuno degli altri e per quei pochi minuti, mi parve di non avere più paura: la mente concentrata, sviata nel tentativo di trovare una soluzione, e la speranza che qualsiasi cosa stessimo facendo fosse quella giusta, mi aveva caricata abbastanza per non pensarci almeno per un pochino.

    "Matrix?"

    Mi voltai verso House, ma cosa stava dicendo? Già era strano di suo, ora era ammattito seriamente visto che si metteva anche a parlare da solo con il vuoto? Tornai poi a guardare l'indiana ed il bozzolo, nonchè il pentacolo domandandomi se non avessero ragione, che non era lì per proteggerci da qualcosa ma solamente per creare l'illusione, se fosse stato una sorta di talismano?

    "Se lo rompessimo? Forse l'illusione sparirebbe...ormai credo sia inutile continuare a tentare incantesimi a caso" abbozzai forse non del tutto convinta nemmeno io, eppure ero pronta, mi sarebbe bastato un gesto, un piccolo gratta e netta per cancellare una porzione di cerchio, qualcosa sarebbe pur dovuto succedere. Bene o male che fosse, non potevamo continuare a restare indecisi.
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  5. *Il Cappellaio*
     
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    La disperazione. Conduce a nuove strade, sovente. Siano esse una via d'uscita per minacce alla propria esistenza, raggiunte con la forza di volontà e desiderio di sopravvivenza. Oppure, l'asfalto di un marciapiede,andatovi incontro a grande velocità dopo essersi lanciati dal tetto di un alto edificio, con il desidero di cessare ogni sofferenza.

    Le parole ed il loro potere, pronunciate per disperazione, donano vita all'enigmatico essere racchiuso nel bozzolo, che matura completamente, gonfiando non poco il viscido e caldo involucro che lo contiene. Mentre incantesimi di rivelazione rimbalzano ovunque, illuminando chiazze di pavimento e svelandone la nebulosa e maligna natura, il mago dai grigi capelli tenta invano di comprendere la natura dell'essere di sangue e fuoco e voce, ma il suo secondo incanto segna la via da percorrere: una parete svela una enorme porta di legno massiccio, una visione bendetta dai più, grati della presenza del materiale finalmente diverso dall'inanimato minerale, per quanto frutto di un essere morto da tempo.

    Il tocco di una donna, spesso, ha egual potere della disperazione. Può far vacillare volontà, scatenare guerre, crollare civiltà, generare amore duraturo e, soprattutto, donare inaspettato piacere. Il bozzolo, finalmente, si schiude al caldo tocco della donna, che rimane incolume mentre una sorta di demone, piccolo come un comune animale domestico ma dotato di due membrane atte al volo, scaturisce finalmente dal pentacolo e dal bozzolo, gridando entusiasta per la ritrovata esistenza.

    Con un verso simile alle grida terrificate di un neonato, l'Imp sbatte le ali una, due, tre volte fino a volteggiare un poco più in alto: inizia a vorticare, superando senza cambiamento la barriera magica, qualche altro colpo di muscoli e l'esserino, trionfante, si schianta contro il portone di legno rivelato dal Medimago, annichilendosi nel produrre una enorme palla di fuoco.

    Istintivamente, il gruppo di maghi si getta a terra, e quando osa sollevare lo sguardo, l'eco dell'esplosione ormai spento, solo fumo e schegge di legno si trovano al posto della immane porta, che rivela un'apertura e, sopra tutto, una
    luce. Calda, avvolgente, che suscita ricordi ed emozioni nei cuori dei presenti: qualcosa di differente dal freddo e dall'oscurità di quella stanza.

    Freddo ed oscurità che pervadono ancora il simil pavimento, un salto di almeno dieci metri fino all'apertura. Oltre il quale, si può già intravedere, alcune torce sono accese per omaggiare i presenti e dar loro il benvenuto, e scorci di mobilìo lasciano intuire una casa, uno studio, o qualche cosa del genere. Perfimo un calamaio ed alcune pergamene vi si possono trovare: segni di civiltà, segni di
    vita.

    Benritrovati, vedo che la tavola rotonda di idee è servita allo scopo!

    Rya: resti incolume dal tocco con il bozzolo, o forse no: il calore non ha scalfito la tua pelle ma ora la tua mano sembra bruciare innaturalmente producendo una fiamma di fuoco rosso molto vivo (come se fosse incandescente). Non senti alcun calore, ma avvicinata ad un compagno di sventura questo lo sentirà eccome.
    Elis: per lo spavento nel vedere Imp ed esplosione agiti istintivamente la bacchetta, colpendo il pentacolo: hai spezzato il cerchio, e sembra che ora se venga sorpassato non diventiate più fantasmi
    House: il tuo bastone nell'esplosione è finito dall'altro lato della stanza rispetto l'apertura, a circa 5-6 metri dal "bordo". Questo significa che viene a trovarsi esattamente in mezzo alla tenebra. Quando cercherai di eseguire un Accio, la tenebra stessa afferrerà con alcune mani umane (!) il bastone, impedendo che ti raggiunga. Dovrai trovare un altro modo per recuperarlo
    Sophie: per un attimo hai creduto che l'essere immondo ti venisse dritto contro, l'intera situazione unita al tuo stato interessante ti ha causato una crisi di nervi/asmatica/quel che vuoi, insomma, datti una calmata XD
    October: istintivamente hai lasciato cadare le pergamene, che hanno preso fuoco alla nascita dell'Imp. Guardando le tue mani, però, noti come le parole si siano riprodotte sui tuoi palmi, vergate con un inchiostro (?) rosso. Inutile lavarle o strofinarle, non sembrano andare via.

    Nel vostro post:

    -Affrontate la/le situazioni (collaborate se e come volete)
    -Descrivete come intendete raggiungere la stanza seguente (senza descrivere di farlo vista la presenza dello strano pavimento)
    -Idem per il recupero del bastone di House e la sparizione delle scritte di October (il resto giocatevelo pure come preferite, compresa la fiamma di rya o crisi di Sophie)

    -Scadenza post: mercoledì ore 23.59
    -Prossimo mio post: giovedì in mattinata
     
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    Non avevo prestato attenzione agli incantesimi di disillusione: non è così facile come sembra tentare di leggere quell'ammasso incomprensibile di lettere! Tutta la mia attenzione era focalizzata lì, e sul bozzolo, che sembrava stesse iniziando a plasmarsi. Mancava poco alla fine della pergamena quando vidi Rya allungare la mano verso quel bozzo. La fissai con diffidenza, allontanandomi un po' mentre le sue dita sfioravano quella cosa, come temendo che potesse arrivarmi addosso qualcosa di doloroso o disgustoso. E fu quasi così. Il bozzolo si aprì, e mi rannicchiai ai bordi del pentacolo. Lasciai cadere le pergamene e sperai che quella specie di diavoletto non iniziasse a graffiarci la faccia a sangue o cose del genere!
    Si limitò a volare in alto....prima di andare ad esplodere contro il portone. Ci gettammo tutti a terra, con le mani sopra la testa per ripararci dall'esplosione. ç___ç sarebbe finito tutto questo???'
    Accidentaccio!
    borbottai tra me e me, mentre mi tiravo su e mi toglievo qualche scaglia di legno di dosso....oh bene, adesso mi ero insozzata pure le mani!
    Le strofinai sui pantaloni prima di accorgermi che...
    Oh accidentaccio!!
    mugolai con sconforto profondo. Avevo un tatuaggio di lettere a caso sulle mani. Perfetto, ottimo! Sembrava proprio quello che c'era sulle pergaman...dove cazzo erano finite le pergamane???
    Alzai lo sguardo, fissando il vuoto. Oh. C'era il bastone di House laggiù. Gli tirai la manica indicandolo.
    Ehi, il tuo supporto è finito proprio ai margini delle tenebre. Non sei felice??
    Gli comunicai con tono privo di qualsiasi emozione. Basta. Ero al limite, basta. Ero scolmata da ogni emozione...
    OMMMIODDIO COS'ERA????????????
    delle mani. Delle fottutissime mani aveva afferrato il bastone. C'era qualcuno. Un ladro di bastoni. Laggiù!
    Basta basta! decisamente basta!!! Dovevamo andare verso la luce, dietro quel portone c'era la luce, una luce calda, bella. Lontana. Ovviamente lontana. -.-''
    Dobbiamo decisamente entrare là dentro. Dite che riusciamo a lanciarci con un incantesimo? Quanti metri saranno?....
    Se ero disposta a prendermi uno schiantesimo o simili pur di arrivare laggiù? Sì. Lo ero!
    Oppure potremmo far crescere qualcosa, un rampicante tipo ed usarlo come...come ponte...
     
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    La voce di October si diffuse nell’aria come una ninna nanna, e soprattutto mi diede la forza di continuare la mia avanzata verso il bozzolo.
    Non appena le mie dita lo sfiorarono percepii qualcosa di estremamente strano.
    Nulla accadde in vero , solo un piccolo dettaglio , tanto strano quanto innaturale. ... la mia mano prese fuoco ma .. non percepivo nulla!
    Spostai lo sguardo sull’Imp che come una scheggia andò a disintegrarsi sulla porta che House era riuscito a trovare .
    -Per la miseria!- eslamai ignorando momentaneamente il fuoco sulle mie mani per gettarmi a terra in seguito allo scoppio.
    -Ottimo- rimarcai sarcastica.
    Scossi la mano, ci soffiai anche sopra per poi avvicinarmi a Sophie.
    -Tocca, ti prego, dimmi se tu percepisci nulla-
    Neanche la scoperta di un passaggio riuscì a togliermi dalla testa che quelle fiamme dovevano cessare, perchè anche se io non percepivo nulla , bruciavano .. e non avevo intenzione di ridurmele a due ammassi di cicatrici e piaghe!
    -Fa qualcosa , un glacius un finite, qualsiasi cosa!- è ad Elis che mi rivolsi, la stessa donna che , anche se involontariamente, aveva eliminato il pentacolo disintegrando parte dei nostri problemi, ora poteva anche applicarsi per eliminare il mio .. no?
    Neanche la bacchetta mi era concesso prendere, perchè bruciava , per la miseria.
    -Poi dicono che una sclera. October secondo me un Ascendio sarebbe l’ideale, riusciremo a controllarlo meglio di uno schiantesimo . -
    Osservai come House avesse difficoltà a recuperare il suo bastone.
    Avevo delle mani incandescenti , che bruciavano , magari si scottavano anche quelle cose orribili che uscivano dai muri.
    -Provo, ma non ti assicuro niente!- Di fatti fu quello che feci, mi avvicinai e provai a prendere il bastone, per la precisione lo spostai con il piede occupata com’ero a tastare quelle cose con le mani. Mica si capiva però se il calore le allontanasse o meno .
     
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    Le orecchie mi fischiavano ancora quando mi alzai da terra, il boato dell'esplosione era stato troppo forte nonostante avessi cercato di coprirmi la testa con le braccia: la mia mente ancora rivedeva il piccolo demone prendere vita dal bozzolo e volare spedito verso la parete della stanza dove sapevamo esserci l'uscita nascosta dalla disillusione. Una creatura così piccola, dalle sembianze quasi umanoidi e due ali più grandi di lei ci aveva messo poco a vincere dove noi avevamo fallito...qualcosa mi diceva che era stata messa lì a posta, per svolgere quel compito importante quanto triste vista la sua immediata scomparsa.

    "Stai bene? E voi?"

    Aiutai la donna che non conoscevo ad alzarsi e solo in quel momento mi accorsi che qualcosa nel suo corpo era diverso, probabilmente nessuno di noi l'aveva notato, ad una prima occhiata non vi si faceva nemmeno caso, ma da vicino, riuscii a vedere il leggero gonfiore del suo ventre. Era...? La guardai abbozzando un sorriso caldo ed allo stesso tempo dispiaciuto per la situazione in cui si era ritrovata coinvolta, forse per lei più di tutti noi sarebbe stato rischioso procedere se non fosse stata attenta.
    Stavo per richiederle se stesse davvero bene visto che la sua carnagione mi sembrava insolitamente accaldata, ma la voce di October per prima e quella di Rya poi, attirarono la mia attenzione: l'indiana aveva le mani che andavano letteralmente a fuoco, ma lei sembrava esserne immune, mi avvicinai allungando il palmo verso il suo ma lo ritrassi sentendo il calore troppo forte sulla pelle.
    La guardai confusa, cosa avrei dovuto fare io?

    "Il contatto con il bozzolo e quella creatura deve aver lasciato qualche effetto collaterale, come a October con le pergamene..."

    Miss ovvietà. Non avevo la minima idea di cosa poter fare per rimediare a quella cosa...ma poi, mi ricordai la lezione che avevo fatto qualche mese prima agli studenti del primo anno, forse avrebbe potuto funzionare. Attesi che aiutasse House a recuperare il bastone che, nella confusione, era finito dove prima si trovava il pavimento a scacchiera: ma non mi intromisi pensando che sarei solamente stata di troppo.

    "Temo che il ghiaccio si scioglierebbe all'istante, anche se magico...e l'incantesimo di termine si è rivelato vano fino ad ora, ma forse, è una stupidaggine ma magari qualcosa riesce a fare mentre troviamo una soluzione definitiva. Ignifugo."

    Non avrebbe eliminato il fuoco dalla sua mano, ma forse, forse sarebbe stato in grado di tenerlo sottocontrollo, di circoscriverlo e consentirle di prendere la bacchetta e di toccare le persone e gli oggetti attorno a se.
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    Calore. Esplosione. Un grosso boato.
    Mi getto a terra, coprendomi la testa per evitare che qualcosa la colpisca, e quando il silenzio ricade sulle nostre teste, pesantemente, l'unico commento che mi verrebbe da fare sarebbe una lunga lista di insulti a me stessa. Ebbene sì, a volte capita anche a me di non apprezzarmi. Non apprezzo il fatto di aver dato ascolto alla mia curiosità ed essermi presentato in questo... posto diabolico.
    Sì, diabolico.
    Perché togliere l'unico sostegno ad un povero zoppo, è crudele.
    Mi guardo intorno, spaesato, cercandolo con lo sguardo e trovandolo lontano, circondato da tenebre fitte e palpabili.

    "Accio bastone." pronuncio, muovendo la bacchetta, aspettando di ritrovarmi in breve con il mio bastone tra le mani. Ma ciò non accade, o meglio, il mio è sì tra alcune mani, ma non le mie. Mani che... sul serio, non credo appartengano a qualcuno. Posso dire che sono inquietanti, e che ancora una volta, finisco col maledirmi.
    "Ma che diamine...?! Avete visto?!"
    A questo punto è chiaro. La stanza, o chi per essa, non vuole vederci fuori di qui. No. Ci vuole qui, per chissà quale oscuro motivo. Forse per sadismo.
    Sospiro, pensando ad un modo alternativo per raggiungere il bastone. Insomma, non posso andare lontano senza di lui.
    Nel frattempo, però, non posso non interessarmi alle situazioni delle mie compagne di sventure. In particolare della professoressa, che sembra sul serio essere sul punto di avere una crisi isterica. Direi che dovrebbe calmarsi.

    "Dovremmo calmarla. Qualcuno la schiaffeggi, o urli. Deve distrarsi per ritornare ad essere calma." dico, lanciando ancora occhiate al bastone e pensando ad un modo per riprenderlo.
    Annuisco alle parole dell'auror con la mano infuocata. Sì. Lei ha una mano che va in fiamme ed io penso al mio bastone, ma non posso fare altrimenti. E' diventato un mio pensiero fisso.

    "Dovremmo trovare un modo per raggiungere l'altra stanza, anche. Questo posto mi ha stancato. Se avessimo una scopa, qualcosa... Non toccare il pavimento, mi sembra l'unico modo per evitare brutte sorprese. Che ne pensate?"
     
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  10. Sophie Lacroix
     
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    Quell'essere passò così rapido, le andò così vicino. Sophie non aveva paura degli animali, anzi, non si allontanava mai da nessuno di loro, o almeno ci provava, ma quella volta era diverso, quella volta non era nemmeno riuscita, distratta, a capire di cosa si trattasse, aveva solo visto una massa informe quasi sfiorarla prima di schiantarsi contro il muro alle sue spalle e in un urlo si era spinta il più lontana possibile dallo scoppio, richiudendosi a riccio su se stessa, con la testa tra le gambe e le mani a coprirle il capo.
    Quel maledetto animale, aveva messo a rischio non solo lei, ma soprattutto il suo bambino, il piccolo semino che cresceva nella sua pancia. Per lo spavento aveva creduto possibile qualsiasi cosa, persino perderlo solo per la paura che aveva provato in quel momento, avrebbe così tanto voluto sapere che stava davvero bene, avere un minimo segno della sua presenza, ma ancora quell'esserino non si faceva vivo, non voleva mostrarsi... Aveva paura?
    Lasciò scivolare una mano fino al ventre, niente, non riusciva ad avvertire nulla e le lacrime salirono naturali agli occhi, mentre quel freddo non sembrava più venirle solo da fuori, sembrava crescerle dal petto, per sconvolgerla dall'interno, iniziò a tremare, il battito accellerò all'improvviso e il fiato iniziò a mancarle, le sembrava di non riuscire più a respirare, di non essere in grado di fare una cosa così banale, come poteva aiutare e salvare il suo bambino se non sapeva nemmeno salvare se stessa? Riaprì gli occhi e ad attenderla, attorno a lei c'era solo il buio, il buio e una luce lontana offuscata dalle lacrime. Probabilmente per spostarsi dall'animale in corsa non aveva fatto altro che allontanarsi dalla luce e avvicinarsi a quella maledetta ombra, ma in quel momento non riusciva a ricollegare nulla, non riusciva a capire che le sarebbe stato sufficiente rialzarsi e avvicinarsi alla luce, almeno un po'.
    Un urlo le uscì dalle labbra appena vide il guaritore avvicinarsi alla zona d'ombra e mani uscite dal nulla allontanarlo, un urlo e un altro ancora, si alzò di corsa, gettandosi sull'uomo per allontanarlo da quei demoni. ATTENTO!!! Probabilmente quelle mani non l'avrebbero attaccato direttamente, ma nella testa di Sophie già lo vedeva divorato dall'oscurità. Non riusciva più a pensare razionalmente, tremava e agiva semplicemente per puro istinto, lo stesso istinto che l'aveva spinta addosso all'uomo e quindi a terra assieme a lui. E se le mani li avessero raggiunti? E se li avessero catturati? Strisciò verso quella luce dove vedeva confuse le sagome degli altri, strisciò fino al precipizio e poi si tirò indietro di colpo, col cuore in gola per la paura di scivolare giù. Scandivicus! Scandivicus!!
    Lanciò gli incantesimi senza pensarci, contro i bordi del precipizio, sperava solo di andarsene da li, tremava così tanto che la bacchetta a stento le stava stretta in mano, ma lo sapeva, sapeva che le piante sarebbero arrivate in suo aiuto.
     
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  11. *Il Cappellaio*
     
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    Le calde mani dell'Auror a nulla valgono per il recupero del bastone, niente sembra allontanare la tenebra dall'oggetto sì caro al Medimago. La giovane compagna riesce però a spegnerle, con un sonoro POP che fa sussultare i presenti: dopotutto un fuoco mistico non può essere certo spento con acqua e sabbia, bensì dev'essere privato della sua natura di fuoco. Quanto al resto, il terrore a volta gioca strani scherzi, così come la magia nel luogo ove si trovano tutti: l'incanto di evocazioni e vegetale raggiunge la roccia circostante, ed immediatamente rampicanti così scuri da sembrare neri iniziano a fuoriuscire dalla roccia.

    Bene, si potrebbe pensare. Ma con accelerazione esponenziale, iniziano a sommergere le pareti della stanza, per poi avvicinarsi al pavimento, sembre più intricati, robusti e minacciosi: quando iniziano a spuntare gruppi di spine aguzze come spade e grandi in egual misura, la preoccupazione dei presenti si sposta verso il salvare la propria vita: senza tanti pensieri, il gruppo si fonda verso la porta, già parzialmente invasa da rampicanti, esitando solo qualche attimo prima di superare a balzi l'oscuro pavimento.

    Quando finalmente sollevano lo sguardo, stremati, l'apertura dietro di loro è sigillata da un muro di rampicanti, che fermano la loro crescita proprio sulla linea crepuscolare tra l'ombra e la luce delle candele. Ogni lasciata è persa, si suol dire, ma House nutre una speranza: il suo bastone è lì, avvinto e trattenuto nella parete di magici vegetali.

    La situazione, paradossalmente, sembra tranquilla: la stanza altro non è che un piccolo e confortevole studio, e a guardarla meglio potrebbe sembrare una sala comune dei dormitori di Hogwarts, sebbene non contenga alcun elemento per distinguere una casata particolare. Un tavolo, molte candele, addirittura delle finestre chiuse da pesanti tendaggi variopinti, ma dai colori notevolmente sbiaditi.

    Nessuna porta, nessuna via d'uscita, ed è questo che spaventa più di tutto: possibile che l'unica sia uscire da dove si è giunti? Tornare tra le tenebre ed il terrore? A meno che non vi sia nuovamente, qualcosa di celato alla vista, o nascosto tra il mobilio nella stanza. Per non parlare di un oggetto tanto ordinario quanto... solleticante a mente e sensi: un grosso, grosso baule posto al centro della stanza, dove nessuno si sognerebbe di abbandonarne uno (a meno di ferire seriamente un alluce nelle ore notturne) ma forse chiaramente posizionato lì per attirare l'attenzione.

    Non sono in fondo, qui per una cerca? Per trovare un misterioso artefatto a lungo dimenticato dall'esistenza umana?


    Ben ritrovati, e perdonate il ritardo, la combo matrimonio+spettacolo mi ha ucciso XD

    House: il tuo bastone è racchiuso tra le spire dei rampicanti, attento che la magia funziona in strani modi, un Diffindo o Incendio potrebbero colpire e rovinare l'oggetto a cui tieni molto!
    October: le tue mani sono ancora ricolme di segni, e sembra l'unica conseguenza che vi portiate dietro dall'altra stanza
    Tutti: vi sono alcuni arredi in giro, in cui cercare, capire qualsiasi cosa di utile per uscire da qui o trovare quel che c'è da trovare (cosa sarà poi?) Potete scegliere una zona della stanza e vedere che succede, avete alcuni dettagli sotto (cercate di sceglierne una a testa)

    Nel vostro post:

    House - se vuoi trova il modo per recuperare il bastone
    Tutti: esplorate la stanza

    Scadenza post: martedì ore 23.59

    Prossime scadenze: domenica ore 23.59


    (Evidenzia e leggi uno degli elementi solo dopo aver letto lo spoiler)

    Baule (al centro della stanza): sembra chiuso con un grosso lucchetto, ed è colmo di rune simili a quelle del pentacolo di prima. Eppure potrebbe contenere quel che cercate

    Scrivania (sulla destra della stanza): vi sono fogli di pergamene, inchiostro, ed alcuni cassetti contenenti in uno alcune piccole pietre rosse, nell'altro una piccola fialetta argentata racchiusa in un cofanetto di feltro blu notte.

    Tavolo e Sedie (sulla sinistra della stanza): nulla di particolare, a parte il cesto di frutta sul tavolo: sembra stracolmo, come se si volesse nascondere qualcosa. Ed inftti al suo interno, incastonato in una mela, vi è un piccolo pugnale completamente nero, più nero della notte, non schiarisce nemmeno alla luce della candela... che fare?

    Tende e Finestre(sui due lati, sinistro e in fondo, della stanza): scostando le tende, trovate delle finestre che danno sul nulla, il vuoto assoluto, l'oscurità totale. Ogni tanto però, una minuscola luce sembra brillare in lontananza da questa o quella finestra, che vorrà dire?

    Tappeto (verso il fondo della stanza, poco oltre il baule): avete presente il libro di CDCM del film, quello masticoso? Ecco, questo tappeto mastica la polvere. E anche piedi, scarponi e stivali.
     
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    "Come ti sembra?"

    Abbassando la bacchetta mi ero rivolta a Rya senza distogliere lo sguardo dalle sue mani, così, a vista, non sembrava essere cambiato nulla, ma forse, lei se ne sarebbe accorta per prima: lo speravo. Non avevo avuto il tempo però di appurarlo, la situazione nella stanza precipitò troppo velocemente per darmi perfino il tempo di pensare a cosa stesse accadendo: in pochi attimi mi ritrovai ad osservare alcuni compagni a terra intenti a rialzarsi spaventati per sfuggire alla crescita fulminea di alcuni rampicanti che sembravano voler ostruire la nostra unica possibilità di uscita da quel luogo oscuro. Non servì scambiare parole per decidere, la stessa ed unica soluzione passò nelle nostre menti all'unisono: dovevamo saltare il vuoto prima che le piante coprissero il passaggio. Guardai là dove fino a poco prima c'era il pavimento illusorio, se fossi caduta? Cosa sarebbe successo? Cosa c'era realmente nel fondo? Mi morsi il labbro, non dovevo cadere. Presi quindi la rincorsa cercando di tirare su, non senza imbarazzo, la gonna, in modo da avere più libertà di movimento e saltai per seconda arrivando giusto su limitare del bordo opposto: sorrisi soddisfatta forse un po' troppo in fretta perchè mi sentii presto perdere l'equilibrio e venire trascinata all'indietro dalla gravità, per fortuna una mano mi afferrò prontamente, tirandomi verso l'interno. Mi piegai in avanti per riprendere fiato ed attendere che il tremito alle gambe mi passasse, dopodichè mi voltai per assicurarmi che tutti fossero riusciti a passare, ero preoccupata per House, lui avrebbe fatto molta più fatica a saltare, per via della gamba. Ma sorrisi, quando mi resi conto che ce l'aveva fatta, per poi dedicarmi ad osservare la nuova stanza: luminosa e calda, accogliente come una sala comunque di Hogwarts, dava l'impressione di essere tornati a casa, che tutto quello che avevamo passato fosse stato solamente un sogno, avremmo quasi potuto rilassarci...perchè non farlo? Le sedie, il tavolo, i tappeti, tutto sembrava invitarci a prendercela comoda...eppure, c'era qualcosa che non andava: osservando le pareti non riuscii a scorgere altre porte.

    "Secondo voi si tratta di un'altra illusione? Eppure, questa stanza sembra così accogliente, così reale..."

    Asserii avvicinandomi alla scrivania inizialmente con l'intento di sedermi un attimo sulla poltrona, ma la mia attenzione fu catturata dal perfetto ordine, quasi maniacale come il mio, in cui vertevano gli oggetti sopra il mobile: un plico di pergamene vergate con calligrafia elegante e ordinata, qualche riga era però cancellata mentre altri appunti erano scritti in piccolo ai lati o negli spazi bianchi disponibili, penna e calamaio erano al loro posto, l'inchiostro sembrava essere appena stato riempito. Non vi era nemmeno un filo di polvere. Presi in mano i fogli dando un'occhiata veloce al loro contenuto prima di riappoggiarli sulla superficie piana, non capivo, se quella stanza era un'illusione, perchè mi sembrava realmente abitata da qualcuno? Mi chinai, aprendo i cassetti della scrivania, uno ad uno nella speranza di trovare qualcos'altro, ed in effetti fu così: in uno trovai dei piccoli rubini in grado di stare racchiusi in un mano, mentre in un altro un piccolo cofanetto di feltro blu. Presi entrambi, poggiando le prima sulla scrivania e dedicandomi invece al cofanetto che apprii solamente per scoprire che al suo interno vi era una fialetta contenente un liquido argentato: la presi in mano alzandola per metterla controluce, la scossi appena cercando di metterla a fuoco. Non ero un'esperta ma...

    "House, secondo te questi potrebbero essere ricordi? ...House?" Dov'era sparito il medimago?
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    Iniziavo ad essere esausta, ma purtroppo o per fortuna tutto quel caos e la scarica di emozioni che si portava dietro mi lasciavano abbastanza attenta. Non appena e se mai fossi riuscita a tornare a casa avrei dormito per tre giorni!
    Eravamo riusciti ad arrivare nella stanza illuminata, e francamente ne ero felice. Tanto felice. Sopratutto perchè quel coso con le mani doveva essere rimasto di là. Poi mi accorsi che...non c'erano porte. Ne finestre. Niente.
    Non voglio crederci
    sbuffai per la centesima volta. Pensai di mettermi a cercare una botola, o una scala un qualcosa, ma se non volevo iniziare a sclerare dovevo concedermi almeno due secondi per calmarmi, fare qualche respiro profondo alla ricerca di pensieri positivi.
    Oh delle sedie! Strascicai i piedi fino al tavolo, scostando una sedia. Ok pensa positivo: le mani sono ancora scritte, ma potrei non averle più invece ce le ho. Non siamo diventati spettri, non siamo esplosi, non siamo stati strangolati dal ladro di bastoni e i rovi non ci hanno trafitto come spiedini.
    A proposito di spiedini: della frutta. Oh, avrei anche fame. Ma se Biancaneve o quelle storielle greche sull'Ade insegnano qualcosa è che non bisogna mangiare niente. Ma ce n'era davvero tanta. Per pura curiosità e per distrarmi da brutti pensieri iniziai a svuotarlo, sperando che la frutta non mordesse(Fantaghirò insegna anche questo....).
    Oh un coltello! Possiamo tagliare le zampe al ladro di bastoni!
    Commentai tirando fuori dal cesto un coltello conficcato in una mela.
     
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    Un secondo, forse di più, forse di meno. Non sono in grado di spiegarlo adesso, e probabilmente non ci riuscirò neanche in futuro. Ma basta un battito di ciglia, per ritrovarmi dinanzi, non per essere catastrofico, un bel casino.
    Robusti rampicanti arrivano fino al cielo o il soffitto, o qualunque cosa sia, per poi ripiegarsi su se stessi e tornare giù verso di noi. Panico, paura. Lo ammetto.
    Come si è soliti dire in occasioni in cui la morte sembra più vicina della vita, ho rivisto passare i momenti migliori della mia esistenza dinanzi ai miei occhi. La meravigliosa pizza mangiata qualche anno fa, l’episodio di 102354566778 di Beautiful… Ah sì, i momenti con la Cuddy.
    L’adrenalina, per fortuna, corre in mio soccorso, impedendomi di stare fermo imbambolato, e spingendomi a muovermi. Mi guardo intorno spaesato per un attimo, e poi non ci penso su due volte a seguire le donne che zampettando si sono avviate verso la luce dell’altra stanza.
    Zompetto anche io quindi, sebbene non mi venga facile come a loro e più di una volta, ho rischiato di perdere l’equilibrio e cadere, rischiando una brutta fine.
    L’ultimo salto mi riesce non molto bene, e così finisco con l’atterrare male e cadere sul pavimento solido della stanza che fortunatamente siamo riusciti a raggiungere. Mi prendo un attimo per riprendere fiato ed assicurarmi che tutto sia al suo posto. Testa, denti, mani, testicoli. Tutto e al suo posto, ed io posso ritornare alla pseudo realtà in cui ci troviamo.
    Istintivamente mi guardo alle spalle, e non posso nascondere un po’ di sorpresa nel notare ciò che mi trovo dinanzi. Rampicanti che riempiono la stanza in cui fino a poco tempo fa eravamo intrappolati. La sorpresa svanisce, lasciando spazio ad un nervosismo insistente quando lo guardo mi cade sul bastone, intrappolato tra le spine dei rampicanti.

    “Maledizione. Devo riprenderlo.” borbotto tra me.
    Mi stendo sulla pancia, e stupidamente, sì me ne rendo conto dopo, tento di infilare una mano e poi l’altra tra i rampicanti nella vana speranza di riuscire a crearmi un varco e raggiungere il bastone. Ci rinuncio quasi subito, perché in effetti dubito riuscirei ad arrivarci intero.
    Pensa pensa pensa House. L’accio di prima è servito a nulla, e vista la scarsa visuale, proprio non mi va di lanciare un diffindo e rischiare di tranciare in due il mio unico sostegno. Lentamente, e non senza problemi, mi tiro in piedi, sbuffando nell’osservare il bastone tra i rampicanti.

    “Resiltabus “ Sì, ammetto, è l’unica idea che mi è venuta. Mi affido alla speranza che possa così liberarsi dai rampicanti e di vederlo rimbalzare verso di me, così potrò afferrarlo e poggiar mici su.
    Mi volto verso Elis, poi, quando sento pronunciare il mio nome. Ne approfitto per lanciare uno sguardo, ed osservare meglio il posto in cui ci troviamo.

    “Potrebbe essere…” le rispondo distrattamente, mentre zoppicando in maniera parecchio marcata a causa del mio mancato sostegno, mi avvio prima ad uno e poi all’altra delle due finestre presenti. Scosto le grosse tende, per fissare ciò che celano.
    Al di fuori della finestra, il buio. Ma non quello della notte. Un buio, un’oscurità che rassomiglia sotto molti aspetti alle tenebre da cui poco fa eravamo circondati. Increspo le labbra.

    Periculum urlo, sporgendomi appena.
    Chissà, magari la luce che oscilla nell’oscurità deciderà di farsi avanti nel notare una seconda luce, o semplicemente, non accadrà nulla.
     
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    -Secondo me c’è qualche passaggio segreto, di quelli che compaiono spostando un libro, o con botole nascoste sotto qualche tappeto, .. , insomma cose così-
    Ero ancora stralunata per il salto e per le mie mani che ora erano tornate normali. Me ne stetti un pò ad osservare la situazione, Elis che si accingeva a cercare nella scrivania, October che maneggiava coltelli e House che rifletteva a un chiaro di luna inesistente.
    -Grazie Elis- sollevai le mani - mi sembra che abbia funzionato- risposta a scoppio ritardato? fatta!
    Fissai lo sguardo davanti a me. Un’altra volta mi ero ritrovata di fronte un baule chiuso, precisamente a casa di non mi ricordo chi , ma ricordo che celava un molliccio nel suo interno.
    Sinceramente dopo la stanza precedente la mia peggior paura poteva anche andarsi a fare un giro.E poi , .. , sembrava proprio chiamarmi e dire: aprimi.
    Avete presente Alice nel paese delle gobiglie? Ecco li dicevano Mangiami, ma il concetto di fondo non cambia.
    Così, giusto per non deludere le aspettative del caro baule , mi accovacciai prendendo tra le mani il lucchetto che sembrava lo tenesse siggillato , in realtà non era poi tanto sigillato, bastò poco per aprirlo, che non contenesse poi così tanti segreti importanti?
    Che stessi perdendo il mio tempo?
    Feci spallucce, in vero ero troppo curiosa per lasciarlo chiuso .. ormai che mi costava darci un’occhiata?
    Sollevai la parte superiore, all’interno ancora delle rune, ..., maledette rune!!
    -Specialis Revelio- sussurrai puntando la bacchetta all’interno del baule percorrendone lentamente tutta la zona - Revelio Dominus- ebbè? Se il proprietario aveva un nome volevo sapelo , gli avrei fatto una visitina una volta finito il tutto, e non ciavrei sperato in una visita di cortesia fossi stata in lui.
     
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82 replies since 2/4/2013, 10:12   1218 views
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