Diciasettesima Quest

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    Non accadde nulla, ma d'altronde stavano andando a tentoni. Non c’era niente di chiaro, ne un probabile filo conduttore in tutta quella faccenda e Adam aveva cominciato a sospettare che non vi fosse neanche alcuna logica da seguire per risolvere quell’assurdo enigma. Ma forse Salazar era stato soltanto molto scrupoloso, forse il patriarca della casata dei Serpeverde era stato abbastanza furbo da fare in modo che se anche qualcuno fosse arrivato a trovare tutti gli indizi che aveva seminato avrebbe comunque dovuto scervellarsi un bel po’ per venirne a capo. Fatto restava che tutti gli sguardi presenti in quella stanza, ora, fissavano perplessi l’ammasso di argilla e acqua.
    Eppure l’intuizione del giovane Grifondoro aveva un senso, così come il suggerimento di Astrid. Altri incantesimi utili lui non ne conosceva. Doveva essere sfuggito loro qualcosa fra le righe di quegli scritti, forse avevano interpretato male qualche parte, era anche possibile che mancasse qualcosa, un’altra pergamena nascosta in qualche altro anfratto, un incantesimo cifrato e anagrammato... da lì in avanti avrebbero potuto lavorare soltanto su congetture e ipotesi e il tempo a loro disposizione era scarso. Senza dire nulla Adam si voltò per afferrare le pergamene tradotte portandosi una mano al mento mentre ne rileggeva per l’ennesima volta il contenuto.
    Furono due “toc-toc” e un sarcastico “c’è nessuno?” a fornire loro la soluzione e anche un pesante tonfo che costrinse l’Auror a voltarsi: Fred era a terra.
    Istintivamente Adam si inginocchiò su di lui per accertarsi delle sue condizioni senza per nulla notare ciò che stava accadendo sul tavolo affianco a loro. Soltanto quando il secondo Golem si alzò in piedi e cominciò a camminare per proprio conto l’Auror sembrò accorgersi di tutto. Ne conseguì un istante di stupore accompagnato subito dopo dalla voce di Fred, o meglio i pensieri di Fred.
    Adam fissò il golem inclinando appena la testa da un lato.
    -Quel Salasar doveva essere un tipo piuttosto bizzarro… - c’era voluto poco a fare due più due. Avevano bisogno di una coscienza che manovrasse il Golem e Fred aveva fornito loro il mezzo per farlo: bastava toccare il Golem per prenderne il controllo. La voce allarmata del Grifondoro gli rimbombò di nuovo nella testa costringendolo a strizzare gli occhi.
    -Datti una calmata ragazzo!- esclamò mentre l’energumeno di argilla si chinava ad osservare il proprio corpo sbattendo la testa contro il ripiano del tavolo. Una botta secca della fronte argillosa dritta contro ben due centimetri di solido legno di ciliegio e Golem-Fred non aveva battuto ciglio, al contrario aveva invece incrinato appena il ripiano.
    -Fai attenzione!- lo rimproverò sollevando una mano per intimargli di fermarsi, ma non vi fu nulla fare, il ragazzo sguazzava nel panico fino alle orecchie. Solo allora si accorse del livido comparso sulla fronte del vero Fred: in qualche modo gli urti e le eventuali ferite si ripercuotevano sul corpo reale della persona che comandava il golem.
    Senza pensarci due volte la bacchetta di Adam si puntò dritta contro Golem-Fred.
    -Reducio!- esclamò, pietrificarlo non sarebbe servito dato che si trattava di una “cosa” e non di vero e proprio essere vivente e dubitava fortemente che un incantesimo immobilizzante avrebbe avuto successo, l’unica soluzione per evitare che cominciasse ad auto mutilarsi sbattendo qua e la per la stanza era ridimensionarlo un po’.
    Funzionò e se ne pentì neanche un attimo dopo quando il Golemino-Fred iniziò ad arrampicarglisi su per la gamba fino a raggiungere la fibbia dei pantaloni.
    -Ehi ehi!- mosse la mano per cercare di afferrarlo ma quello scivolò deformando il corpo nella fessura tra la pelle della cintura e la fibbia evitandolo.
    -Ehi ragazzino! Fermati!- cercò di nuovo di afferrarlo ma gli sfuggi ancora e infine decise di lasciarlo fare, limitandosi a sbuffare fissando suo padre dritto negli occhi. Era stato lui a permettere che quei ragazzini prendessero parte alla missione e ora aveva un pezzo di argilla fra le…
    Mi lasci.. Mi lasci riprendere fiato.
    -Oh ma certo! Vuoi un sorso d’acqua?- odiava che qualcuno violasse il suo spazio vitale soprattutto se quel qualcuno gli passava tra le fessure della cintura.
    Quando lo assecondò facendo in modo che gli si arrampicasse in faccia fu ancora più bizzarro e irritante.
    -Ma fé fi…Ah! Fiafolo Fef!- e quando la manina argillosa afferrò le ciocche dei suoi capelli fu il culmine.
    -Eh no! I Capelli no!- una volta che si fu sistemato in cima alla sua testa fece scattare la mano per afferrarlo. Fu in quel momento che vide Astrid tendere la mano verso il Golem originario.
    -Qualcuno l’afferri per l’amor del cielo!- disse indicandola frettolosamente con la mano che ora stringeva Golemino-Fred. Ci mancava soltanto che la ragazza battesse la testa da qualche parte nella caduta. Non appena le dita della giovane Grifondoro sfiorarono il Golem, una seconda copia venne creata, anche quella delle stesse dimensioni e fattezze dell’originale.
    -Per favore, evitiamo di toccare di nuovo quell’affare?- sbuffò osservando Golem-Astrid testare il suo nuovo corpo.


    -Ho maledetto Fred e interagito con lui (ora sei nelle mie mani :3)
    -Ho domandato a qualcuno (fate vobis se darmi retta o meno) di afferrare il corpo di Astrid prima che cada rovinosamente a terra.
    -Non sono andato oltre perchè altrimenti veniva un poema quasi epico! (ringraziami testa cappelluta! <3)
     
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  2. Maximiliam Carter
     
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    Maximiliam non si era scostato un attimo dal Golem, scrutandone accigliato la mappa sulla schiena per tutto il tempo. Le linee parevano precise e, ogni volta che qualcuno si trovava a perdere possesso del proprio corpo per entrare in quello di un Golem sull'argilla appariva un nuovo punto che iniziava a seguirne gli spostamenti con estrema cura.
    Ascoltò distrattamente lo scambio di parole e pensieri che avveniva fra gli altri presenti, gettando di tanto in tanto un'occhiata nella loro direzione per verificarne le azioni: ridurre il Golem di Fred a dimensioni minime era stata una buona idea da parte di Adam, e nella parte del pupazzo di argilla Astrid pareva essere molto più controllata di quanto non fosse il giovane. Non che Maximiliam non riuscisse a capirlo. Trovarsi in un nuovo corpo, specialmente in uno particolare come quello, doveva essere un'esperienza esaltante. Da provare.
    Passò la mano sopra la schiena del Golem, attratto dalla morbidezza dell'Argilla di Lago ma senza osare toccarla, non finché non avesse trovato un modo per farli tornare nei propri corpi. Un modo che doveva esserci, e che doveva essere altrettanto semplice di quello in cui vi si entrava: non faticava a credere che Salazar avrebbe messo l'anima di alcuni babbani in alcuni Golem per farli lavorare, ma non voleva credere che Hogwarts fosse stata costruita schiavizzando esseri umani e condannandoli per l'eternità in un corpo d'argilla. Anche perché, se così fosse stato, avrebbero avuto ancora i Golem originali in giro per il castello.
    Osservò ancora la mappa, con attenzione, mentre la linea delle labbra si assottigliava pensierosa. Sperava davvero che "metodo facile" non significasse "Incantesimo molto semplice per noi che viviamo nell'anno mille, ma che fra pochi secoli sarà dimenticato e diverrà leggenda, quanto i nostri nomi". Fece per sfiorare la schiena della creatura, ripensandoci un attimo prima di toccarla. Si avvolse la mano nella manica, con prudenza, e solo allora toccò il nome di Fred che pulsava nella terra.

    Un attimo dopo, lui ed Astrid erano di nuovo nei loro corpi.

    - Direi che abbiamo capito a cosa serve il Golem... - commentò voltandosi verso il gruppo. Nelle loro facce vedeva gli stessi sentimenti che lui si sforzava di nascondere dietro l'abituale maschera di serietà: sui loro volti tirati si leggeva la stanchezza per la notte insonne, ma anche la soddisfazione per avercela fatta. Erano ancora ben lontani dal raggiungere il loro risultato, dal salvare la scuola, ma se c'era una sensazione che Maximiliam conosceva bene era quell'euforia che derivava dall'essere tanto vicini al proprio obiettivo da poterne quasi sentire l'odore. Come un cane da caccia che freme fiutando la preda.
    Si passò una mano sul volto, pensieroso, osservando il taglio sulla fronte di Fred. Era quella ferita che lo preoccupava, il modo in cui sanguinava in risposta alla botta presa dal Golem. Non gli piaceva, soprattutto alla luce dei pericoli che si potevano annidare nei sotterranei della scuola - Dobbiamo esplorare la scuola nei corpi di questi Golem - disse, rendendo ad alta voce quello che avevano già capito tutti - Io posso scendere e farvi da guida per una buona parte del percorso...Conosco bene il castello - meglio di tutti loro, probabilmente, ma non lo disse ad alta voce - I sotterranei sono il posto più logico, e credo sia da lì cche bisogna iniziare. Adam ed Ehimar verranno con me, ovviamente e... - osservò i due studenti, accigliandosi un poco. Non gli piaceva coinvolgerli più di quanto fossero già. Se fosse successo qualcosa a Fred, Ania non glielo avrebbe mai perdonato - Ci serve qualcuno che stia qui per farci tonare indietro e...mi piacerebbe restaste entrambi, ma una persona in più aumenterebbe le probabilità di riuscita. Uno di voi preferisce restare, o devo scegliere io? -


    Edited by Maximiliam Carter - 2/1/2013, 07:29
     
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  3. Eimhear
     
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    Quando troppe cose succedono tutte insieme è normale non capirci più niente. Eimhear guardò confusa tutto quello che successe nei minuti dopo.
    Fred tocca il golem e sviene. Nasce un golem-Fred legato al vero Fred. Ci si può intrufolare ovunque. Anche l’altra ragazzina si golemizza. Gli adulti borbottano. Fine.
    Eimhear sbuffò, cercando di capire una semplicissima cosa. Se dovevano diventare golem per intrufolarsi nei cunicoli del castello, il suo di golem avrebbe avuto lo stesso problema che aveva lei? No, perché se no era praticamente inutile usarlo, visto che per infilarsi nei cunicoli la schiena serviva eccome!
    «Posso fare una domanda?» chiese, alzando la mano come una ragazzina alle scuole elementari «I golem hanno le cicatrici e le debolezze delle persone originarie? Se no sapete che io e la mia schiena siamo un intralcio… Bisognerebbe provare»
    Passò lo sguardo tra Adam e Max, sapendo implicitamente che anche se non si era detto niente erano loro due a comandare. Anche se non facevano più parte della squadra Auror, per Eimhear, Adam era sempre il suo capo e il Preside… Beh, il suo ruolo diceva tutto.

    Scusate il post osceno e l'ora, ma non ho avuto il tempo di farlo prima ç_ç

     
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  4. *Il Cappellaio*
     
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    Il dafarsi era ancora da discutere, la situazione fin troppo surreale per essere ben compresa dalle menti di maghi e studenti. La magia può tutto certo, eppure si era in qualche modo abituati alla sua presenza solo in filtri, pozioni ed ovviamente bacchette magiche. Antichi rituali e costrutti magici si scostavano ampiamente dalla "solita" magia, lasciando perplessi i più.

    Non ci sarebbe voluto poi molto per Eimhear comprendere che quei piccoli Golem alti poco più di quindici centimetri, risultavano tutti identici ed enormemente resistenti: abbastanza per poter affrontare prove che normali corpi umani non avrebbero potuto affrontare. La loro forza era notevole, pari a quella di dieci persone, la loro velocità maggiore di un uomo comune, per quanto le gambe fossero notevolmente più corte. La vista rimaneva quella umana, per quanto adatta a scrutare maggiormente nel buio; la pelle d'argilla poteva resistere a fiamme per alcuni minuti, a colpi di martello, a ferite di spada, ma non erano indistruttibili: il fuoco intenso induriva l'argilla e la rendeva facilmente frantumabile, mentre colpi possenti di taglio potevano staccare arti o dividere a metà uno dei golem. Liquidi tra cui acqua e acidi viceversa, non causavano alcun danno, e quanto a scosse di elettricità non si propagavano attraverso ai loro corpi.

    Ma quanto sarebbe durato l'incantesimo?

    Ansioso di sapere chi fra essi sarebbe rimasto con il golem principale, trasportandolo in qualche modo nei sotterranei, mi muovo in esplorazione di ciò che stanno per affrontare: trappole e meccanismi, alcuni presenti da secoli ed altri installati dagli stessi portatori della bomba, attendono i piccoli corpi di argilla... quale sarà il destino di questi esseri e di chi li controlla?


    MappaSott



    Ciao a tutti e buon annoooooooooooooooooooooooooo!!!!!!

    Allora: nel mentre che off gdr od on gdr decidete chi rimane, vi illustro la prima parte dei sotterranei. In grigio trovate zone "piene" ossia che non consistono in stanze. Il sotterraneo viene replicato in parte sul Golem Originario mano a mano che viene esplorato, la visuale si allarga se i golem si dividono, per cui chi rimane "fuori" ha il compito di coordinare i movimenti degli altri: è quasi un labirinto ed è facile perdersi. Scese le scale (le più alte delle due sulla destra) provenienti dai "sotterranei normali" di Hogwarts, trovate una stanza dove può fermarsi chi "rimane fuori". Gli altri proseguono verso la prima stanza che contiene semplicemente enormi asce appese al soffitto che dondolano minacciando di dividere in due i vostri Golem. Sono posizionate in serie, prima due a distanza di un metro che oscillano a ritmi opposti (quando una è in alto a destra l'altra è in alto a sinistra), poi tre serie di doppie-asce messe vicinissime che oscillano sempre a ritmo opposto, ed infine una serie di tre asce che non lascia quasi spazio per passare senza che una non si trovi vicinissima alla vostra "pelle". Ovviamente ai lati della stanza sembra più sicuro passare vista la traiettoria a semicerchio, ma sarà realmente più sicuro?

    Nel vostro post:

    -Descrivete il dafarsi
    -Descrivete l'arrivo di voi-Golem alla prima stanza
    -Descrivete come intendete affrontare l'ostacolo senza darne l'esito.

    -Scadenza Post: 4 Gennaio 2012
    -Prossimo Post del Capp: 5 gennaio
    -Scadenza seguente: lunedì 7 gennaio ore 23.59
     
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  5. Maximiliam Carter
     
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    - Credo che la cosa migliore sia iniziare da qui - Maximilim aveva condotto i suoi improbabili compagni d'avventura lungo tutti i corridoi e giù per le scale, con una prudenza che aveva richiesto loro molto più tempo di quanto sarebbe stato consigliabile in quella situazione. L'alba si andava avvicinando rapidamente, e il dover controllare prima di svoltare in ogni corridoio e di imboccare ogni passaggio segreto aveva fatto loro perdere fin troppi dei pochi minuti che mancavano al sorgere del sole: poco prima dell'alba il castello avrebbe iniziato a risvegliarsi, e allora sarebbe stato molto difficile per tutti giustificare la loro presenza in gruppo.
    Ma in quella zona del castello...lì, sotto i sotterranei che venivano usati abitualmente per alcune lezioni e per gli alloggi dei Serpeverde era difficile che qualcuno andasse a turbare la loro tranquillità. Si trattava di corridoi isolati, che pochi conoscevano e ancora meno usavano. Perfino lui, per le sue lezioni di Alchimia, aveva scelto di usare un'altra parte di quei sotterranei - Ho riflettuto a lungo nelle scorse settimane - disse agitando la bacchetta per accendere alcune delle torce appese ai supporti nelle pareti. Molti di loro, di lì a qualche minuto, non avrebbero avuto la possibilità di usare le bacchette per illuminare la zona. Vero era anche, però, che non sarebbe servito a molto in ogni caso - E sono convinto che la bomba sia stata messa da qualche parte nei sotterranei. Entrare ad Hogwarts per un'operazione del genere non deve essere stato facile, e dubito che chiunque se ne sia occupato abbia avuto modo di trasportare troppo materiale all'interno: supponendo che vi sia una sola bomba, e che quando DeSade mi ha detto che lo scoppio avrebbe distrutto l'intera scuola sia stato sincero, la conclusione più logica è che l'abbiano sistemata nel sottosuolo, per danneggiare le fondamenta del castello - illustrò loro, mentre sistemava il golem originario in mezzo alla stanza, con il viso rivolto all'ingresso. Per chi restava a fare da appoggio logistico non cambiava nulla, ma era meglio che ne approfittasse per tenere d'occhio anche le vie di accesso. La prudenza non era mai troppa - Qui sono anche ragionevolmente sicuri che non venga trovata per caso, e fatta detonare per errore - aggiunse.
    Li osservò per un attimo tutti, uno per uno, prima di abbandonare la presa sul bastone e sedersi in terra, accanto al Golem. Se avesse dato loro il tempo di pensare, probabilmente qualcuno avrebbe potuto proporre che fosse lui a restare. Il mago più anziano, l'unico che poteva avere una spiegazione logica per trovarsi lì, l'unico la cui autorità, seppur ridotta, contasse ancora qualcosa. Ma non voleva chiedere loro di fare qualcosa che non era disposto a fare in prima persona, come il morire nel corpo di un bambolotto d'argilla. Allungò la mano, toccandolo con un dito e...

    La prospettiva cambiò di colpo, e Maximiliam si trovò a guardare il mondo da un punto di vista molto più basso di quanto fosse abituato a fare. Più basso e...più piccolo. Tutto sembrava enorme e, in maniera particolare, più limpido. Ci mise qualche attimo a rendersi conto a cosa fosse dovuto quel cambiamento, nel vedere con gli occhi di un altro - Devo assolutamente decidermi a mettere gli occhiali anche quando non sono in ufficio - ebbe il tempo di pensare, prima di rendersi conto di come i suoi pensieri avrebbero finito con il trasmettersi a tutti i presenti. Vedeva ancora molto bene, per essere un uomo della sua età, ma era un "bene" relativo rispetto al "bene" di cinque decenni prima. Molto relativo.
    Era come tornare giovani una seconda volta, con un corpo estremamente in forma e l'esperienza dei suoi settant'anni.
    Era esaltante, nonostante il corpo fosse alto quindici centimetri.
    Senza aggiungere altro, per evitare che la propria esaltazione si trasmettesse tramite i suoi pensieri, si prese qualche minuto per familiarizzare con il corpo, muovendosi avanti e indietro e provando a piegarsi e allungarsi. Era un giocattolino divertente, che avrebbe potuto rivelarsi utile in diverse circostanze nei mesi a venire, a prescindere dal fatto che trovassero o meno la bomba.
    Poi, quando fu sicuro di aver preso la dovuta confidenza con il corpicino, fece un cenno agli altri di seguirlo e si incamminò lungo il corridoio - Stiamo uniti per ora - decise, lasciando a chi restava la responsabilità di dar loro istruzioni. Il suo ruolo sarebbe stato vitale in quella situazione: le loro vite nelle mani di una persona che ancora non si era diplomata - Spetta a te guidarci -

    Le lame che attraversavano la stanza erano un classico intramontabile delle trappole, e Maximiliam avrebbe sospirato se avesse potuto: il fatto che fossero un'idea poco originale, non le rendeva affatto meno pericolose. Scrutò con attenzione oltre le lame, alla ricerca di dettagli che indicassero la presenza di ulteriori trappole, non trovandone -...uno alla volta... - pensò in direzione degli altri presenti, osservando l'oscillare delle lame e prendendosi tutto il tempo per capirne il ritmo. Passaggio...uno, due tre...passaggio...uno, due, tre...passaggio...e...mosse un passo in avanti, con tutta l'intenzione di continuare in quella maniera, avanzando nel centro esatto della stanza. Era tutta questione di ritmo, e lui si sarebbe fermato ad ogni ostacolo, osservando l'oscillarsi per due o tre volte prima di avanzare di un passo, sperando di averne carpito il ritmo e fermandosi fra le lame quando fosse necessario. Perfino alla fine, quando lo spazio era tanto poco da dubitare di starci.
    Come quando Priscilla gli aveva insegnato a ballare, prima del loro matrimonio. Un, due, tre, passo. Un due tre passo...senza mai dubitare di farcela.
    A volte, il solo dubbio è già fallimento.
     
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    Questo significava essere una Grifondoro, sentire l'anima che scalpita perchè la sola idea di rimanere con le mani in mano durante una missione era oltremodo inaccettabile, eppure il Preside aveva ragione, sapevo che ce l'aveva. Eravamo scesi nei corridoi cercando di passare per corridoi più che secondari e tutto quello che mi girava per la testa erano i pro e i contro, tra me e Fred, per chi, tra noi due, sarebbe rimasto di guardia. Scendemmo cauti nei sotterranei, scendendo le scale che dal primo livello portavano al secondo. Laggiù c'erano scarse probabilità di incontrare qualcuno, eppure l'ansia di essere scoperti -ansia che forse mascherava un'altra ansia, più grande e implacabile- poteva benissimo leggersi sui nostri volti.
    «Resto io.»
    Alla fine lo dissi. Mi costò quasi uno sforzo anche se sapevo che era la scelta più ragionevole. Sarebbe stato inutile cacciarsi nell'avventura ad ogni costo senza considerare dove sarei stata più utile.
    «Ho più esperienza di Fred con gli Incantesimi, essendo al quinto anno, ergo se qualcuno dovesse trovarci o attaccarci potrei fare qualcosa in più. Conosco degli incantesimi di guarigione, qualora ce ne fosse bisogno e possiamo comunicare via Golem, no? Quindi sarà come se fossimo insieme.»
    Espressi così le motivazioni che mi avevano portato a tirarmi fuori dalla ricerca diretta della bomba mentre gli altri, annuendo, toccavano il golem originario, accasciandosi al suolo e ritrovandosi in corpi di argilla alti non più di quindici centimetri.
    «Spetta a te guidarci.»
    La voce del Preside fu l'ultima vera voce che sentii prima che scomparissero tutti oltre la porta che avevo davanti. Mi sedetti a terra, le gambe incrociate e lo sguardo fisso sulla schiena del Golem mentre la prima stanza dei sotterranei iniziava a disegnarsi sull'argilla liscia.
    «Uno alla volta...»
    Maximilian Carter irruppe discreto nella mia testa. Cosa si erano ritrovati davanti? Dov'è che dovevano andare uno alla volta? Non mi azzardai a parlare per un bel po' di tempo, convinta che la minima distrazione sarebbe stata poco salutare per tutti.
    «Se qualcuno, quando ha tempo, mi dice cosa succede in quella stanza beh..mi farebbe un piacere.»
    Alla fine, delicatamente, lo pensai, sperando che il momento critico fosse passato. Ci saremmo dovuti abituare tutti a quel genere di comunicazione anche perchè, l'unico modo per non preoccuparmi troppo era sapere, almeno, cosa stava succedendo.
     
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    L’idea di lasciare Astrid da sola non gli piaceva affatto, come anche il fatto di portare Fred con loro. Ma la verità era che non riusciva proprio ad accettare l’idea di aver coinvolto dei ragazzini in quella brutta faccenda. Forse era per via del fatto che anche suoi figli erano stati coinvolti, o forse era semplicemente troppo protettivo, ma restava il fatto che ci sarebbe voluto del tempo prima che riuscisse ad accettare che non avrebbe potuto proteggerli per sempre.
    Nonostante quei pensieri si adeguò al piano di suo padre in silenzio.
    Ritrovarsi in un corpo fatto di argilla e alto non più di uno gnomo da giardino dava una sensazione strana. Muoversi in quelle sembianze però appariva più semplice del previsto e la capacità di modellare il proprio corpo a piacimento era un vantaggio indiscutibile. Pensiero che ritornò a galla non appena si trovarono davanti una dozzina di lame affilate pronte ad affettarli.
    Avevano raggiunto i sotterranei in silenzio, almeno lui lo era rimasto per tutto il tragitto. L’idea che a qualcuno potesse saltare in mente l’idea di piazzare una bomba in una scuola era inconcepibile, una mossa sleale e vigliacca, ma d’altronde non avrebbe dovuto stupirsi affatto che la mente di Ares De Sade arrivvasse a partorire idee simili. Lui aveva avuto un assaggio della sua follia e ne portava dentro ancora i segni.
    Quella che però appariva ai suoi occhi come una mossa sconsiderata non era altro che un’arguta mossa strategica: Hogwarts era da sempre al centro dei conflitti che avevano coinvolto il regno magico inglese, in un modo o nell’altro era da sempre il pilastro incrollabile, la fortezza inespugnabile e tenerla sotto scacco in quel modo era vantaggioso. Comunque la si volesse vedere il punto era che avevano un enorme problema e troppo poco tempo per risolverlo.
    Maximiliam fu il primo ad avanzare dopo aver studiato il ritmo delle lame che oscillavano davanti a loro. Cosa sarebbe successo ai loro corpi se l’argilla dei Golem fosse stata anche solo sfiorata da una di quelle lame? Forse però avrebbero potuto aggirarle passando ai lati.

    «Se qualcuno, quando ha tempo, mi dice cosa succede in quella stanza beh..mi farebbe un piacere.»


    La voce di Astrid gli echeggiò nella testa. Avrebbe dovuto restare lui a fare la guardia ai corpi, era sempre stato molto bravo con gli incantesimi di cura.
    -Hai detto di conoscere incantesimi di guarigione giusto Astrid? Come cureresti una ferita da taglio?- le domandò invece di risponderle mentre osservava Maximiliam compiere il primo passo oltre la prima ascia.
     
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  8. Fred.
     
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    Non mi chiami ragazzino! E per piacere mi metta giù! Non aveva alcuna intenzione di urlare contro il vero Capo Auror, nonché padre della sua ragazza, nonché uomo che incuteva più timore sulla faccia della terra forse proprio per le due caratteristiche precedenti, ma una certa nota nervosa e impaziente la si poteva facilmente percepire nella sua voce. Benché riuscisse a muoversi con sufficiente agilità e sentisse che nelle vene argillosa scorreva una forza che non vedeva l'ora di tastare, stare in quel corpo lo metteva ancora piuttosto a disagio. Un fortissimo disagio. E non capiva come Astrid potesse stare così calma dentro il suo Golem. Sembrava essere molto concentrata su quel che doveva fare piuttosto che esternare paure che non erano d'aiuto per il gruppo. Solo in quel momento, come a realizzare ogni sua precedente paranoia, la realtà gli parve più chiara: lui lì non c'entrava un cazzo. Lì in biblioteca, lì nell'Ordine della Fenice. Lui era un ragazzo di 20 anni, senza esperienza alle spalle e un incantesimo sulle labbra. A dir la verità lui non sapeva usare la bacchetta meglio di un chiunque altro ragazzo del primo anno: la maneggiava raramente, a lezione per gli esercizi pratici, ma niente di più. Nessuno di quegli incantesimi che i professori gli stavano insegnando poteva realmente tornare utile nella vita quotidiana. Cosa sperava di fare? Di sconfiggere un Mangiamorte a suon di Aguamenti? O stordendolo con tutte le nozioni di Cura delle Creature magiche che conosceva? Era un personaggio inutile in una storia di grande trama etica - ed epica - e impegno morale. Niente di tutto questo rientrava nelle abilità o le capacità di Fred. E non aveva una guida in grado di condurlo verso una via più adulta, più carica di responsabilità. Nessuno gli dava mai responsabilità. Nessuno credeva veramente di potersi fidare di lui. Prese un respiro, ascoltando le parole di Astrid che metteva in comune la sua esperienza come Golem, riconoscendo in lei una vera piccola leader, qualcuno alla quale avresti affidato tutto. Anche lei non era diplomata e non aveva esperienza alle spalle, ma era una strega di ottima forgiatura, e per quel che ne sapeva era una persona molto attenta e metodica. Fu infatti la prima persona di cui ricercò lo sguardo, una volta tornato del suo stesso corpo. Il dolore alla fronte per il bernoccolo pulsava, ma esso non riusciva a coprire i pensieri di Fred. I pensieri paranoici e sconfortanti di Fred. Adam ed Ehimar verranno con me, ovviamente e... Solo lo sguardo pesante del preside lo riportò alla realtà, rendendosi conto che aveva parlato per tutto quel tempo e lui non aveva prestato attenzione ad una sola parola. Cosa si aspettava da loro? Dal giovane Grifondoro in particolare? Neanche Maximiliam Carter confidava pienamente in Fred, questo lo leggeva dall'ansia e dalla preoccupazione che velavano gli occhi del vecchio mago. Lui avrebbe avuto bisogno di compagni solidi sul quale poter fare affidamento, non studenti di cui doversi preoccupare. Stava giusto per dire Io resto qui, quando Astrid lo precedette, pronunciando parole che gli fecero cambiare nettamente idea, almeno su quel che avrebbe dovuto fare in quel momento. Sì, Astrid ha ragione. Io non so combattere in un duello, e non conosco incantesimi utili per noi. Quindi qui di guardia sarei inutile. Mentre in forma di Golem sono al vostro pari, a livello di forze e abilità. Si passò nervosamente una mano sul bernoccolo, pensando a quante altre ferito il suo corpo argilloso avrebbe dovuto affrontare. Ferite che si sarebbero ripercosse sul suo vero corpo, sulla sua vera pelle. E se per avesse perso una gamba? Probabilmente era un pensiero comune a tutti, visto che la capacità magica dei tre adulti non poteva venire loro incontro anche in quella evenienza. Vide i suoi compagni toccare il Golem Originario, per poi prendere vita nel loro Avatar di terra. Lentamente si avvicinò anche lui, guardando la Caposcuola per l'ultima volta prima di riaprire gli occhi sotto forma di umanoide di altezza minimale. Non sapeva chi dei tre golem insieme a lui fosse chi, ma quando parlò il preside capì che lui era quello in testa, che guidava i suoi compagni giù lungo le segrete.

    Per un attimo credette che il regista di Indiana Johnes avesse aiutato Salazar Serpeverde ad arredare quella stanza: delle lame onscillavano paurosamente ad un altezza ostacolante per il loro passaggio. Dobbiamo per forza passare di qui, vero? ...uno alla volta... Sì, proprio di lì. Guardò il preside andare avanti, fermandosi ad ogni intervallo e schivando le lame taglienti, mentre nella sua mente si insinuò un pensiero non suo. Se qualcuno, quando ha tempo, mi dice cosa succede in quella stanza beh..mi farebbe un piacere. Si era scordato per un momento, che Astrid era in grado di sentire i loro pensieri e viceversa. Hai detto di conoscere incantesimi di guarigione giusto Astrid? Come cureresti una ferita da taglio? L'umorismo del Signor Carte in quel momento non era confortante. Ci sono della lame che incombono sulle nostre teste, As. Che ondeggiano alternandosi. Hai mai visto i film di Indiana Jhones, vero? Forse un ricordo visivo poteva renderle meglio l'idea. Scusate, io non vorrei fare il bastian contrario, ma se cercassimo di aggirarle passando per il perimetro della stanza che non sembra essere nel loro raggio di azione?

    Chiedo scusa per la paranoia. Prendete la mia proposta finale come una cosa che ho già iniziato a fare.
     
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  9. Eimhear
     
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    Familiarizzare con quello strano corpo era un esperienza interessante per la giovane rossa. Provava a fare movimenti con la schiena che con il suo corpo non riusciva a fare e provava una gioia immensa nel vedere che non le procuravano dolore. Un sorriso le si allargò nella mente, visto che quei corpicini striminziti non potevano di certo sorridere, non avevano nemmeno una bocca!
    La cosa più strana era sicuramente sentire i pensieri degli altri. Era una sensazione stranissima, molto più intima della semplice lettura del pensiero. Qualsiasi cosa veniva percepita dagli altri, compreso quello che non volevi sapessero. Bisognava necessariamente pensare solo alla missione… E a quelle maledettissime lame!
    «Concordo con il ragazzino! Credo che passare dai lati potrebbe essere la cosa migliore, se non si vuole morire affettati!»
    Non era un suo desiderio morire in quel modo, anzi. Sarebbe stato tutto più semplice se avessero potuto fondersi e passare come delle piccole amebe rotolanti sul pavimento o sul muro. Sarebbe stato davvero una figata e anche abbastanza impossibile. Quei golem potevano infilarsi ovunque, ma non potevano di certo sciogliersi!
    «Passiamo due di qua e due di la e vediamo chi si fa meno male? Almeno così due persone continuano sicuramente, le altre.. Beh, se Astrid è veloce può salvarci»
    Pragmatica fino al midollo. Diceva le cose quasi con non curanza, accettando una possibile morte come cosa ineluttabile. Ormai Eimhear non aveva più paura di morire, non dopo averlo desiderato così tanto mentre era tra le mani del suo rapitore.

     
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  10. *Il Cappellaio*
     
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    Osservo il Preside Carter dirigersi sicuro tra le lame, schivandole con sapiente calcolo del tempo: il figlio subito dietro, a che attende di osservare ciò che accade prima di muoversi. Scelta saggia, in caso di catastrofe qualcuno riesce comunque a sopravvivere. Nel frattempo, Fred e Eimhear, ovviamente sempre nelle loro forme di Golem, decidono di aggirare l'ostacolo passandolo sul fianco, dove le lame quasi nemmeno sfiorano l'altezza dei costrutti. Prima lama, seconda lama, terza.... booooooing!

    Una pedana sotto i loro piedi scatta improvvisamente, scaricando la forza cinetica di una possente molla dritta sotto i piedi dei Golem: la direzione scelta accuratamente in diagonale, per massimizzare la possibilità di incrociare una lama letale: il leggero ritardo della donna nel percorso la fa piroettare in alto, colpita solo parzialmente dal meccanismo: miracolosamente afferra la terza lama per il sistema di aggancio verticale, trovandosi ad oscillare sopra la tagliente lama ed i compagni. L'altro Golem è certamente meno fortunato, finendo in fondo alla stanza e colpendo duramente una parete: il braccio, tagliato quasi fino a metà della profondità da una delle lame letali, che si rigenera immediatamente, ma lo stesso non accade al corpo dello studente.

    Il preside Carter, con un'agile ultimo salto giunge in fondo e si appresta ad avvicinarsi istintivamente al Golem-Fred, mentre Adam, visibilmente in pena, deve ancora attraversare metà stanza per poterlo fare. E questo è soltanto l'inizio...


    Mappa5



    Ciao a tutti e scusate il ritardo! :)

    Il sotterraneo prosegue con alcuni corridoi "tranquilli" e quattro stanze, identificate da M e un numero. L'apertura tra M3 e M4 che conduce al resto dell'area cela una trappola: un muro di fuoco che si innesca da pareti, pavimento e soffitto creando una barriera impenetrabile di fuoco, che può cuocervi e rendervi statue di pietra. Siete piccoli Golem, faticate a muovervi nelle stanze, e potete portare con voi poche cose, al massimo due oggetti, uno per mano. Arrampicarvi su scafali ad altezza uomo od aprire casse enormi rispetto a voi si rivela un compito arduo, e questo introduce il prossimo ostacolo.

    Il Muro di Fuoco può essere attraversato tramite alcune sostanze reperibili nei magazzini
    Un'iscrizione, contenuta su una pergamena nella stanza M1, dice chiaramente cosa serve per attraversarlo illesi (vedi sotto)
    Dovete inoltre reperire le sostanze, ed abbastanza per far attraversare tutti
    Il Muro di Fuoco non si spegne in alcun modo, non ci sono pulsanti o modi per disattivarlo (certo basterebbe un incantesimo mirato ma siete Golem, non maghi).

    Dunque, scegliete una stanza a testa (chi primo posta meglio alloggia o accordatevi off gdr), e quindi 3 numeri da 1 a 10.
    Andate oltre lo spoiler, evidenziando la riga con il numero riferito alla vostra stanza per scoprire cosa riuscite a trovarvi dentro.

    Considerate che i colori possibili trovabili sono:

    Rosso / Arancio / Giallo / Verde / Blu / Viola / Bianco / Nero

    Le ricette possibili mescolandoli fra loro (in giro ci sono contenitori vuoti per farlo, mestoli e quant'altro):

    1 Blu + 1 Rosso = 2 Viola
    1 Blu + 1 Giallo = 2 Verde
    1 Rosso + 1 Giallo = 2 Arancio

    1 Blu + 1 Blu = 2 Blu
    1 Rosso + 1 Rosso = 2 Rosso
    1 Giallo + 1 Giallo = 2 Giallo

    1 Blu + 1 bianco + 1 nero = 2 Blu
    1 Rosso + 1 bianco + 1 nero = 2 Rosso
    1 Giallo + 1 bianco + 1 nero = 2 Giallo

    1 Viola + 1 Giallo = 1 Nero + 1 Bianco
    1 Verde + 1 Rosso = 1 Nero + 1 Bianco
    1 Arancio + 1 Blu = 1 Nero + 1 Bianco

    1 Viola + 1 Verde = 1 Blu
    1 Verde + 1 Arancio = 1 Giallo
    1 Arancio + 1 Viola = 1 Rosso

    La "ricetta" per attraversare il Muro di Fuoco è: 1 dose Filtro Verde + 2 dosi Filtro Viola
    In totale vi servono quindi 4 dosi di Filtro Verde e 8 di Filtro Viola

    P.S. Fred, il tuo corpo ha una botta sulla fronte e un profondo taglio sulla pelle (ma non fino all'osso :P). Gli altri superano l'ostacolo illesi.

    Nel vostro post:

    -Concludete la parte sulla Stanza delle Asce

    -Esplorate le Stanze Magazzino
    -Incontrate il Muro di Fuoco
    -Trovate la pergamena che spiega come attraversarlo
    (il tutto non necessariamente in quest'ordine a vostro piacere)

    -L'ultimo che posta riassuma la lista degli ingredienti in vostro possesso (consiglio ad ognuno di mettere i "propri" in spoiler)
    -Anche solo off gdr valutate se potete o meno attraversare il Muro di Fuoco e l'ultimo lo specifichi in spoiler

    -Scadenza Post: 11/01/2012 ore 23.59
    -Prossimo post del Cappellaio: Sabato mattina

    (scadenza sucessiva lunedì 14 ore 23.59... non questa, la successiva!!!!)


    =LEGGI SOLO DOPO AVER LETTO LO SPOILER=

    -Contenuto Stanza M1-

    1: 4x Verde
    2: 4x Bianco
    3: 2x Viola
    4: 2x Bianco
    5: 4x Rosso
    6: 3x Bianco
    7: 4x Nero
    8: 3x Arancio
    9: 2x Viola
    10: 2x Nero

    -Contenuto Stanza M2-

    1: 4x Blu
    2: 4x Blu
    3: 2x Viola
    4: 3x Viola
    5: 2x Rosso
    6: 1x Nero
    7: 4x Blu
    8: 3x Viola
    9: 1x Giallo
    10: 2x Verde

    -Contenuto Stanza M3-

    1: 1x Verde
    2: 2x Bianco
    3: 3x Bianco
    4: 4x Nero
    5: 4x Arancio
    6: 3x Arancio
    7: 4x Rosso
    8: 3x Blu
    9: 1x Nero
    10: 2x Blu

    -Contenuto Stanza M4-

    1: 2x Blu
    2: 1x Verde
    3: 3x Blu
    4: 3x Giallo
    5: 2x Nero
    6: 1x Blu
    7: 3x Bianco
    8: 1x Nero
    9: 2x Giallo
    10: 4x Bianco

    =LEGGI SOLO DOPO AVER LETTO LO SPOILER=
     
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  11. Fred.
     
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    A quanto pareva le lame non erano l'unico ostacolo in quella stanza. Il Golem Fred, con i suoi argillosi piedini, doveva aver fatto scattare un fatale meccanismo sul pavimento per cui una piastrella, una volta percepito il suo peso, lo fece sbalzare in aria, diagonalmente. Fred avrebbe volentieri chiuso gli occhi, per non vedere quale delle tante lame lo avrebbe colpito e mutilato, ma dovette assistere ad una semi amputazione del proprio braccio, per poi andarsi a fracassare addosso al muro. Si sentiva leggermente confuso, ma non dolorante. Anzi, il suo corpo con eccepibile tempismo si rigenerò, stessa cosa, supponeva, non stava accadendo al proprio corpo. Astrid, che.. che cosa è successo al mio corpo? Lui, in realtà, sapeva già la risposta: un braccio tagliato e una botta in testa. Dimmi che puoi fare qualcosa.. Dal suo tono di voce si poteva chiaramente evincere una nota di preoccupazione, avvalorata dall'espressione contrita del preside che era giunto, solerte, al suo capezzale. Il piccolo Golem si rimise in piedi, guardando i propri compagni. Il primo che dice che ciò dipende dal fatto che sono un ragazzino del primo anno, gli mordo un orecchio.. Probabilmente il suo volto non riuscì ad assumere un'espressione minacciosa, ma il suo tono sì. Quella sorte sarebbe potuta capita direttamente allo stesso preside, così come era accaduta ad Eimhear. Ma guarda caso solo il giovane ragazzo ne era rimasto gravemente ferito. Borbottò ancora qualcosa e senza dire niente uscì da quella stanza infernale, camminando cauto per il corridoio successivo. Dopo quello che aveva affrontato aveva bisogno di un paio di occhi in più per prestare attenzione a tutti. Sembra tranquillo pensò mentre camminava a piccoli ed incerti passi per il corridoio in pietra, finché, alla fine di esso, oltre passate le porte di quattro stanze, non si parò davanti a loro un muro di fuoco. Merda esclamò a voce alta, sentendo il calore sul viso e sulla parte anteriore del corpo.Fece qualche passò indietro, andando a sbattere contro il corpo di Maximiliam. Mi scusi.. As, se ti interessa c'è una parete di fuoco che minaccia di pietrificarci.. SI voltò verso i suoi compagni, per poi volgere l'attenzione alle porte che portavano, probabilmente, ad altre quattro stanze. Magari possiamo trovare un'altra strada.. E così dicendo si diresse verso la prima stanza che però, ad una prima occhiata, non pareva avere altre porte che conducessero da qualche altra parte. In mezzo ad essa, però, era posata una pergamena, e Fred, naturalmente, vi si avvicinò. Anche senza vie d'uscita, quella stanza era riuscita a fornire ai Golem il metodo per salvarsi. Leggete un po' qui.. Mostrò la pergamena ai compagni, mentre intanto incominciava a guardarsi attorno.
    Stanza M1, numeri 3 (2x viola) 5 (4x rosso) 9 (2x viola) 10 (2x nero)

    Individuò con lo sguardo una fialetta violacea che spuntava dal ripiano di un armadio. E' probabile che i colori siano nelle stanze qui accanto. Se non avete idee migliori proporrei di dividerci, ognuno in una stanza diversa. Una volta rimasto solo con se stesso poté concedersi il lusso di parlare con Astrid, mentre risaliva, senza troppa fatica, sull'armadio. Adesso ti spiego, As. Abbiamo trovato una pergamena che dice che c'è un metodo per neutralizzare il fuoco, ed è una specie di ricetta di filtri colorati. In tutto dobbiamo averne 4 verdi e 8 viola. Si aggrappò all'ultima mensola e riuscì finalmente ad arrivare alla fiala che aveva addocchiato. Ne ho trovato una viola. Anzi, due. Puoi dirlo agli altri? In girò per la stanza ne trovò altre, 4 rosse, altre 2 viola e 3 nere, senza smettere di fare la radiocronaca alla Caposcuola. Sulla pergamena c'erano anche i diversi abbinamenti da fare, ma direi che avendo trovato già 4 dosi di viola non serva a niente combinare quelle di rosso con quelle di nero.. Nella pergamena non c'è scritta alcune combinazione possibile tra questi due colori..
     
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    Se quello fosse l'ordinario modo di approcciarsi di Adam Carter non avrei saputo dirlo.
    «Con un Epismendo -Signor Carter- e poi fascerei la ferita con un ferula.»
    Risposi veloce alla domanda, quasi che la risposta fosse oltremodo scontata; avevamo affrontato quel genere di situazioni al corso guaritori e certo, una persona non era esattamente come un manichino, ma aver provato almeno qualche volta l'incantesimo era meglio di niente.
    «Ci sono della lame che incombono sulle nostre teste, As. Che ondeggiano alternandosi. Hai mai visto i film di Indiana Jhones, vero?»
    «Indiana chi? Okay no, non è importante. Concentrati sull'evitarle.»
    Silenzio assoluto, nella mia testa e nelle loro mentre provavo a figurarmi la scena. Asce che pendevano dal soffitto e, oscillando, affettavano l'aria e qualsiasi cosa si fossero ritrovate davanti. Deglutii, aspettando che qualcuno proferisse qualcosa quando un presunto urlo di dolore e pensieri spaventati si rincorsero in un batter d'occhio nella mia mente. Mi voltai allarmata verso i corpi dei miei compagni e, sbarrando gli occhi, vidi un taglio disegnarsi sul braccio di Fred. Mi avvicinai al suo corpo, cadendo in ginocchio mentre il Grifo mi chiedeva cosa era successo. Non potevo agitarmi, non potevo assolutamente farlo. Avrei rischiato di far agitare tutti, visto che tutti potevano sentirmi e sicuramente l'ultima cosa di cui avevano bisogno era distrarsi e finire tagliuzzati.
    «E' giusto un taglio, posso sistemarlo, tranquillo.»
    Sapere che tutti ti stavano ascoltando non era esattamente il modo migliore per rimanere concentrati, soprattutto se iniziavo a considerare "chi" era in ascolto. Presi un bel respiro, d'altra parte non potevo rischiare di fare meno bene il mio dovere solo perchè c'era un pubblico.
    «Epismendo.»
    Scandii, decisa, mentre con una lieve stoccata la bacchetta iniziava a dar vita all'Incantesimo. Così come era apparso, il taglio, di lì a un altro Epismendo, sarebbe poi diminuito. Il sangue che usciva dalla ferita iniziò a rallentare il suo flusso finchè non smise quasi del tutto e solo a quel punto, ancora con il cuore che batteva a mille, eseguii un ferula. Il braccio del Grifondoro venne fasciato da garze candide all'altezza della ferita, così sarei potuta tornare alla mia postazione di controllo. Ascoltai attenta ciò che Fred aveva da dirmi sperando addirittura che approfondisse, tanto per non sentirsi quasi inutile e tagliata fuori.
    «Fred ha recuperato quattro dosi di viola, come va la vostra ricerca?»
     
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  13. Maximiliam Carter
     
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    C'era un motivo ben preciso se aveva deciso di attraversare la stanza nel centro, nonostante l'apparente pericolosità delle lame in quel punto, e aveva creduto che ciascuno dei presenti vedesse quello che aveva visto lui alla prima occhiata. Non avrebbe avuto alcun senso mettere delle lame dondolanti in una stanza e lasciare dei varchi invitanti come una torta di pura pasticceria per passarci ai lati: non avrebbe saputo dire che genere di trappola vi fosse, ma era stato sicuro che almeno una vi fosse stata piazzata. Animagus, maghi rimpiccioliti da incantesimi, famigli...troppe creature potevano ridursi alle dimensioni che servivano per passare incolumi per sperare che non fosse una possibilità prevista.
    Ma quando aveva sentito la voce di Fred, nella propria testa, era troppo impegnato a prendere il tempo in quello che stava facendo per potersi voltare e fermarli prima che attraversassero. Una lama gli passò a pochi centimetri dal viso, abbastanza vicina da fargli ringraziare di non avere un naso in quella forma, e lui stava già sperando di essere in tempo per urlare loro qualcosa, per fermarli in qualche maniera, quando il familiare suono di una trappola che scattava lo raggiunse dalla sua destra. Fred urlò, e un attimo dopo era in fondo alla stanza, buttato a terra come un bambolotto rotto.
    - Dipende dal fatto che hai fatto di testa tua invece che seguire noi - ringhiò passando l'ultima lama e avvicinandosi ad un Fred che, nonostante la ferita al braccio, sembrava abbastanza in forma. L'unico suo rimpianto, mentre si voltava a controllare che anche Eimhear stesse bene, era di non poter esprimere con una delle sue occhiate quello che aveva pensato del loro spirito di iniziativa. Erano stati fortunati che nessuno ne fosse stato decapitato: dubitava che Astrid fosse il genere di strega in grado di riattaccare teste e resuscitare i morti - Astrid...? - ebbe appena il tempo di chiedere, prima di sentire che la ragazza era già all'opera con il braccio. Lasciare lei, nonostante tutto, era stata davvero la scelta migliore.
    - Niente iniziative personali - si raccomandò, prima di incamminarsi verso la sezione successiva, lasciando che fosse Fred a fare la telecronaca.
    Permise a ciascuno di andare in una stanza diversa, prendendo per se stesso la terza stanza e iniziando a frugare qui e là. Quei corridoi erano peggio dei sotterranei del maniero: pieni di scatole, bauli e cianfrusaglie di ogni tipo - ...state attenti ad eventuali trappole... - disse, afferrando il guanto di una vecchia armatura e lanciandolo contro un baule. Il baule non fece nulla di strano, meritandosi in quella maniera il diritto di essere aperto dal minipreside che iniziò a raccogliervi la prima delle fiale. La seconda fu trovata poco dopo in un secondo baule dietro al primo, e la terza nel ripiano più alto della libreria che copriva il muro alla sua destra. Nell'arrampicarsi un Maximiliam particolarmente impolverato poté notare numerosi volumi di una certa rarità che avrebbero fatto impazzire di gioia tutti i bibliotecari del castello e un buon numero di antiquari: con il ricavato di quelle vendite, valutò ad occhio, avrebbe potuto mantenere il castello per un paio d'anni. O inaugurare un bellissimo solarium di lusso accanto alla presidenza, magari.
    La quarta fiala la trovò parecchio dopo, in una scatola di legno marchiata a fuoco con strani frasi in spagnolo che non era però in grado di tradurre. Così ad occhio, sembravano una qualche forma di antica preghiera latina. La scatola era probabilmente stata dimenticata lì da un qualche professori di Magia Antica nei secoli precedenti.

    M3 numeri 2 (2Xbianco) 3 (3xbianco) 6 (3xarancio) 8 (3xblu)
     
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  14. Eimhear
     
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    «GERONIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO» strillò la rossa, mentre una enorme molla la faceva volare al di sopra delle lame, facendola ruzzolare indenne dall’altra parte della stanza. Aveva di certo superato le lame senza problemi, ma non si poteva dire altrettanto del povero golem grifondoro che aveva una ferita profonda al braccio.
    Il primo che dice che ciò dipende dal fatto che sono un ragazzino del primo anno, gli mordo un orecchio..
    «No, è perché sei una calamita per sfighe, ragazzino» ridacchiò la rossa, cercando di sdrammatizzare la situazione altrimenti troppo seria. Era fatta così. Quando era il momento di rimanere seria ci riusciva alla perfezione, forse, a volte, lo era fin troppo, ma quando si poteva essere un po’ allegri non perdeva l’occasione di dimostrare a tutti che nonostante le schifezze che la vita le aveva riversato addosso, riusciva ancora ad avere un sorriso stampato sulle labbra.
    - Dipende dal fatto che hai fatto di testa tua invece che seguire noi –
    «Suvvia preside, lei è ingiusto! Anche io sono passata dalla stessa parte e non ho un solo graffio!»
    A volte anche i mocciosi hanno bisogno di essere difesi, non si poteva dargli sempre contro, no? A volte l’unione faceva la forza, proprio come dimostrò quell’enorme muro di fuoco davanti a loro. Per riuscire a passarlo dovevano assolutamente ingegnarsi e trovare una soluzione.
    La cosa più logica era cercare tra gli oggetti disponibili, anche se questi oggetti erano solo delle fiale colorate di cui Eimhear non capiva il senso. Sospirò e si diede alla ricerca disperata di quegli oggetti, spostando scatole, togliendo ragnatele e polvere, ma alla fine ci era riuscita.

    CITAZIONE
    Stanza M4: 1(2xblu) 2(1xverde) 4(3xgiallo) 7(3xbianco)

    «Astrid! Di agli altri che ho trovato un po’ di blu, un bel po’ di bianco, di giallo e poco verde»
    Sembrava di giocare alla tombola dei colori. Tutti che trovavano colori diversi, ma sarebbero riusciti a fare tombola?
    Ehhh, bisogna fare il riassunto di quello che abbiamo, no? D:

    4 viola
    4 rosso
    2 nero
    7 bianco
    3 arancio
    5 blu
    1 verde
    3 giallo

    Ce la facciamo a passare perché: abbiamo 4 viola e per creare gli altri quattro usiamo due blu e due rosso. Abbiamo un verde e per creare gli altri tre si usano 2 blu e 2 giallo che non erano finiti



    Edited by Eimhear - 13/1/2013, 23:24
     
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  15. *Il Cappellaio*
     
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    Osservo i Golem cospargersi di fluido, passando indenni l'ostacolo. Adam davanti a tutti, vigile contro eventuali pericoli: risulta chiaro che da lì in poi, sono tutti nelle mani del Destino. Il corridoio si divide di fronte a loro, a sinistra verso uno stretto pertugio a destra rimanendo ampio: ma dopo pochi passi, una grossa sbarra di ferro blocca il passaggio. Subito a fianco una enorme porta di pietra, chiusa a chiave sembrerebbe. Come se qualcuno volesse tenere al sicuro il contenuto...

    Bene avete superato con gran fortuna il muro di fiamme! *guarda te se beccavano il filtro giallo!*

    Proseguite tutti verso l'altra area, trovate descritto sopra alcune cose, qui sotto il contenuto dei quattro punti indicati sulla mappa con A, B, C e D. In bianco la porta chiusa a chiave, il disegno sarebbe un lucchetto. In grigetto, poco oltre il lucchetto, il muro di sbarre. Scegliete dove dirigervi e solo POI leggete qui sotto che accade, scegliete voi se dividervi o meno.

    Nel vostro post

    -descrivete l'arrivo e la scoperta della porta chiusa
    -descrivete l'esplorazione in uno dei 4 punti del sotterraneo

    -Scadenza Post: martedì ore 23.59
    -Prox post cappellaio: mercoledì mattina


    (leggi dopo aver scelto tra A, B, C o D)



    Stanza A: entrando, si rivela una normale stanza magazzino. Dopo dieci secondi la porta d'entrata si chiude, sigillandosi, e bocchettoni iniziano a sputare dentro acqua del lago nero, da dei grossi tubi con grate per evitare la fuga. Il pavimento si inclina, puntando verso una ventola minacciosa posta al centro, dalle lame affilatissime: un pezzo di legno gettatovi viene ridotto in segatura o quasi. Quando la stanza sarà colma, l'apertura inferiore si aprirà risucchiando il contenuto verso la ventola mortale.

    Corridoio B: da una nicchia esce improvvisamente una grossa statua di pietra che, intercettato l'intruso, lo inseguirà tentando di colpirlo con una catena con palla chiodata. Sbucherà alle spalle, bloccando quella via di fuga, mentre di fronte bocche infuocate si apriranno sulle pareti ad intervalli regolari.

    Stanza C: Una stanza completamente colma di chiavi, appese ovunque. Alcune, tirandole via, tirano una catena che libera spruzzi acidi dallòe pareti, o piogge di proiettili, o addirittura scosse elettreiche attraverso la chiave, di alcuni siete immuni di altri no. Inventatevi un metodo per scoprire quale sia la chiave giusta, e non passare la vita a tirarle tutte: cosa la cotraddistingua, inventatelo voi ma deve avere senso! XD

    Stanza D: Una stanza vuota. Completamente spoglia di ogni cosa. Davvero strano. Ma... sul pavimento, un pezzo di roccia sembra sia stato tagliato, come se si fosse creata un'apertura e richiusa con la roccia, lasciando il contorno quadrato dello stacco. Sollevandola, con grande fatica, troverete... sette mollicci!
     
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59 replies since 10/12/2012, 17:25   941 views
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