Diciasettesima Quest

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  1. *Il Cappellaio*
     
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    C'è movimento, quest'oggi, ad Hogwarts. Oscuri figuri, ben più del sottoscritto, si aggirano fra le mura del castello. Personaggi dalla discutibile morale e ancor più discutibile presenza, si palesano fra queste antiche pietre fautori di gravi notizie. Il volto del preside è emblema della preoccupazione di tutti, studenti insegnanti e probabilmente anche genitori, ma ben più gravi sono i suoi fumosi pensieri: il Preside è fra i pochi a conoscenza dell'ordigno esplosivo che è stato sistemato nelle fondamenta dell'edificio.

    Un grande problema, finito nelle mani di una grande personalità. Di norma, mi disinteresso di queste umane faccende, ma come forse molti sapranno le mie azioni sono dettate dal personale diletto per ciò che mi compone. Chiamatemi Fato, chiamatemi Destino, alcuni mi definiscono come il personaggio di un libro di favole, sono tutto ciò e molto meno di questo, un'ombra che raramente lascia segni del suo passaggio, limitandosi a scrutare nell'imperscrutabile.

    Ma quando decido di intervenire nel mondo, lo faccio generalmente con un mezzo ben preciso: come spesso è accaduto in passato, è un sottile foglio di pergamena a compiere un etereo viaggio fino alla pergamena del Preside. Poche parole, quasi illeggibili, che indicano la sezione segreta della Biblioteca ed un titolo in particolare. Fondazione di Hogwarts, volume III, Capitolo tre: Il Rituale della Creta. Capitolo sette: i magici Costruttori.

    Uno scherzo? Un appunto di qualche professore per una lezione? Maximilian ignora tutto ciò, ma qualche tempo dopo, trovandosi a passare per la biblioteca, ecco che lo stesso identico foglio scivola dalle sue tasche, o forse da altri ignoti luoghi, planando accanto ai suoi piedi. Un caso? O forse solo... il Destino? Il Preside legge nuovamente le parole, si volta verso la sezione segreta. Una luce etera, proveniente dall'unica minuscola finestra, illumina una sezione della stanza: se il preside vi entrerà, troverà proprio lì il libro che cerca.

    CITAZIONE
    CAPITOLO III - Il Rituale di Creta
    I quattro fondatori non costruirono certo Hogwarts in un giorno, ma il tempo occorso per fondarne l'edificio fu senz'altro ridotto rispetto ad altri castelli babbani. I quattro maghi, Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Priscilla Corvonero, e Tosca Tassorosso riunirono le loro conoscenze per fondare un edificio che più fra tutti avrebbe dovuto resistere al tempo e a qualsiasi cosa. Le sue fondamenta erano di vitale importanza, più delle alte torri, delle spesse mura, delle magiche scale, delle meravigliose classe di studio magiche. Fra tutti, fu proprio Salazar a studiare un rituale che potesse venire in loro soccorso, per quanto ciascun mago diede il suo contributo. La terra stessa venne loro in soccorso, ed il Rituale della Creta venne creato ed eseguito quel giorno: la sua conoscenza ne è andata perduta, ai giorni nostri, e si dice che soltanto Salazar conosca luoghi dei Sotterranei di Hogwarts ora dimenticati, sigillati, inacessibili, o nascosti accuratamente. Non a caso, la Casa dei Serpeverde oggi trova posto nei livelli inferiori di Hogwarts.

    Ma il Libro proseguiva con ben altri dettagli:

    CITAZIONE
    CAPITOLO VII - I magici Costruttori
    In quel tempo era Salazar Serpeverde che seguiva i lavori della costruzione del Castello, gettando le fondamenta del glorioso edificio. Ma la leggenda vuole che non furono le sue mani ad accatastare pietra, terra e quant'altro per costruirne sotterranei e sostegni, bensì instancabili Golem, umanoidi animati con la magia, che potevano recarsi oltre ogni anfratto o fessura e lavorare incessantemente, giorno e notte, pietra su pietra, finchè la costruzione delle Fondamenta vide la sua fine, i Sotterranei vennero costruiti interamente, e le prime mura del Castello iniziarno a sollevarsi dal terreno. Leggenda vuole che questi magici costruttori siano ora scomparsi, e la formula dimenticata: ognuno dei Fondatori si premurò di celare il segreto conservando e codificando la propria parte di formula finchè fosse necessario, per poi distruggerla cancellandone l'esistenza (alcuni dicono invece che le pergamene furono conservate proprio ad Hogwarts, ma ciò non è mai stato appurato). Salazar in persona si occupò di conservare il segreto dell'intero procedimento, per quanto fosse inutile senza le formule dei componenti. Per questo, i Golem Costruttori non furono più visti ad Hogwarts, ed il segreto delle Fondamenta della Scuola è rimasto sepolto con loro.

    Benvenuti alla Quest!
    Chiedo nuovamente venia a Max per averlo mosso, non mi aspettavo volesse partecipare ahahah!
    Bene la Quest inizia così, vista la presenza dell'esimio Preside spetta a lui trovare il libro e richiamarvi. Ovviamente, quello che sembra un semplice lavoro di ricerca bibliotecaria si rivelerà ben altro. Ma quale strumento meglio di tutti di piccoli e laboriosi Golem per togliere un cruccio al Preside, ossia trovare il luogo dove è stata celata la bomba?

    Come si suol dire, il tempo è denaro, e Maximilian non può certo occuparsi da solo della cerca delle cinque pergamene per la formula: quattro per i materiali, e la quinta per il procedimento della creazione dei Golem. Sarebbe utile riuscire a ricreare tale procedimento ed ottenere validi alleati per i propri scopi... giusto?

    Nel vostro post descrivete:

    -La vostra convocazione alla Biblioteca da Maximilian
    -Interagite fra voi come volete
    -Iniziate a cercare nella Biblioteca (eventualmente anche nella sezione proibita) questi fogli di pergamena, che possono essere celati fra pagine di altri libri, in intercapedini tra le mensole, nascosti in una pietra semovibile, qualsiasi cosa (sbizzarritevi!).
    -Fermate il post con voi che trovate ognuno uno di questi strani fogli,

    Ordine per Postare: Maximilian Carter, a seguire gli altri
    Lunghezza Post: libera
    Scadenza Post: Mercoledì ore 23.59 (poichè partecipa anche Max, la scadenza è relativa: significa che giovedì alle 09.00 devo poter leggere tutti i post quindi puoi liberamente postare a notte fonda)
    Prossimo post del Cappellaio: Giovedì in mattinata

    Prossima scadenza: venerdì entro le 23.59
     
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  2. Maximiliam Carter
     
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    La sera era calata da un po, quando Maximiliam aprì i battenti della biblioteca. La ricerca che stavano per effettuare non doveva essere resa pubblica per nessun motivo al mondo, e l'ultima cosa che desiderava era che qualcuno lo scoprisse e lo riferisse al ministero: nel migliore dei casi avrebbero ucciso lui e tutti i presenti, mentre nel peggiore Hogwarts si sarebbe trovata ad assomigliare molto all'odierna Azkaban.
    Attese in silenzio, pochi passi oltre la porta, che tutti i maghi che aveva convocato si presentassero all'appuntamento. Si erano offerti tutti volontari per quella ricerca, anche se Maximiliam non aveva ancora confessato loro di cosa si trattava esattamente. Anche all'interno dei ranghi dell'Ordine era meglio che la cosa rimanesse circoscritta.
    Chiuse la porta dopo che anche l'ultimo fu arrivato, sigillandola e lanciando vari Muffliato non verbali per la biblioteca, in modo che nemmeno il rumore della loro conversazione potesse tradirli. Il rischio era alto, ma se avesse esagerato con le precauzioni avrebbe ottenuto il risultato contrario. Non voleva che qualcuno si chiedesse come mai vi fossero delle armature a guardia del corridoio, o perché le scale non conducessero più a quella zona del castello.
    - Buonasera a tutti, e grazie di essere qui - salutò. Conosceva tutti i presenti, e sapeva di potersi fidare di loro, eppure avrebbe preferito non averli lì. Soprattutto Adam. Se li avessero scoperti entrambi, chi avrebbe pensato a Russell e Ania? - Ho bisogno del vostro aiuto per cercare queste pergamene - iniziò a spiegar loro, porgendo il libro che aveva trovato qualche giorno prima. Aveva smesso da tanto di credere alle coincidenze, e non aveva pensato nemmeno per un attimo che fosse un caso che quel foglietto gli fosse capitato per ben due volte fra le mani. Era solo meglio evitare di farsi certe domande, ad Hogwarts: il castello sapeva, e il castello agiva - Qualcosa di molto pericoloso è stato nascosto nei sotterranei di Hogwarts, qualcosa che potrebbe ucciderci tutti, e che finora è sfuggito alle mie ricerche. Trovare questi golem potrebbe permetterci di salvare la scuola -
    Inspirò lentamente, lasciando passare lo sguardo da uno all'altro. Volti familiare, volti amici. Volti su cui avrebbe preferito non scaricare il peso che lo angosciava da mesi - Hogwarts è minata. C'è una bomba che verrebbe fatta esplodere al primo accenno di ribellione: è il motivo per cui l'Ordine non può agire. Qualsiasi azione, comporterebbe la distruzione della scuola. E di tutti noi che non possiamo lasciarla -
    Rimase in silenzio per qualche minuto, dando a tutti loto il tempo di digerire la notizia. Alcuni abitavano al castello, altri vi avevano delle persone care, ed era sicuro che in quel momento ciascuno di loro stesse ricalcolando il prezzo delle proprie azioni in base a quella novità. Era sempre una questione di prezzo, alla fine. In quello aveva ragione Toryn - Trovare queste pergamene ci permetterebbe di trovare la bomba. Il libro dice che sono state distrutte, ma io non lo credo: ad Hogwarts non si distrugge nulla. La scuola nasconde e conserva tutto, e spero che abbia fatto così anche con queste pergamene - lui, almeno, al posto di Salzar non le avrebbe distrutte. Erano troppo importanti - Una sezione alla volta, uno scaffale alla volta. Siate meticolsi. Non importa se dovremo vederci una seconda volta, domani notte, per finire, ma dobbiamo essere sicuro che non ci scappi nulla. Io inizierò dalla Sezione Proibita -

    Scegliere il luogo dei libri più pericolosi era stato naturale per lui. Lì erano conservati i volumi più antichi, quelli più preziosi e quelli che potevano far male perfino al solo contatto: non avrebbe permesso a nessuno di correre quel rischio al posto suo. Si fermò all'inizio di uno dei corridoi della sezione, scrutando con attenzione nella penombra gettata dalla lampada che gli fluttuava davanti, un metro avanti e uno più in alto rispetto alla sua testa. La bacchetta gli sarebbe servita per altro, supponeva.
    Ogni libro veniva preso e analizzato con cura, prima di essere deposto da parte per dargli moro di controllare le scaffalature. Tastava, spingeva, lanciava Revelio con egual prudenza, bene attento a non far scattare nulla che potesse ferirlo. Un paio di libri si rivelarono bollenti al tatto, e uno cercò di azzannarlo, ma muovendosi con cura riuscì ad evitare il grosso dei danni.
    Sezione Proibita. Non voleva nemmeno immaginare uno dei ragazzi intento a muoversi lì dentro.fece sc
    La ricerca durò ore, lenta e faticosa. Per tre volte aveva pensato di aver trovato quello che cercava, nell'individuare un nascondiglio sotto una pietra, un cofanetto dissimulato dietro uno scaffale e una lettera nascosta fra le pagine di un libro, ma furono falsi allarme. Oggetti interessanti, rifletté rimettendoli dove li aveva trovati, ma comunque non quello che cercava.
    Fu premiato solo quando, ormai stanco, stava analizzando con cura uno dei pilastri. Infilando un dito dietro una delle pietre fece scattare un incantesimo che scomparire una parte della roccia, rivelando un vano segreto. La pergamena era lì dentro, arrotolata, e ancora sigillata con simbolo di Salazar.


    "poichè partecipa anche Max, la scadenza è relativa" mi piace assai <3
     
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  3. Fred.
     
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    Era sceso in Sala Comune con due ore di anticipo. Dormire per lui era impossibile e il fastidioso russare di Carter non gli dava modo di pensare e soprattutto di rilassarsi. Era convinto che il fuoco scoppiettante gli avrebbe calmato i nervi e la morbidezza del divano lo avrebbe cullato finché non si sarebbe dovuto dirigere verso la biblioteca.
    Sapevo di trovarti qui. Fred era sdraiato sul divano a fissare il fuoco quando la voce di Allison lo raggiunse dalla fine delle scale che portavano al dormitorio femminile. Grindelwald non rispose e la Prefetta si avvicinò cauta, facendo segno al compagno di lasciarla sedere in modo che lui potesse appoggiare la testa sulle sue gambe. Le sue mani delicate, stranamente tanto simili a quelle di Ania, viaggiavano sulla sua nuca e tra i suoi capelli, con l'intento di tranquillizzarlo. Sei nervoso? Fred non sapeva cosa aspettarsi ma era sicuro che qualsiasi cosa gli avesse chiesto il Preside, le sue capacità non sarebbero state all'altezza. Qualsiasi cosa Maximiliam gli avesse chiesto. Quindi sì, era nevoso. Annuì impercettibilmente con la testa, senza staccare lo sguardo dal fuoco, mentre le dita di Ally catturavano ciocche castane che scivolavano via al passaggio. Aprì la bocca per parlare, per dire anche solo una parola, ma il passo pesante di Russell sulle scale a chiocciola che scendeva lo zittì. Ah, sei ancora qui. Le dita di Ally si fermarono di colpo, per poi riprendere timidamente e più nervosamente. Sì, devo essere là fra un'ora. Si stupì della sua voce roca che usciva dalla sua bocca: dopo troppe ore passate in silenzio con i suoi pensieri, la sua voce era una novità. Carter di tutta risposta grugnì, buttandosi sulla poltrona a lato del divano. Era raro, in quel periodo, che i due figli di Godric parlassero in camera: preferivano scambiarsi occhiate eloquenti e di rimprovero. Mancava solo Ania a completare il quartetto. Fred aveva già goduto della sua compagnia per tutto il pomeriggio, senza però far trasparire alcuna preoccupazione, anche perché essa non si era manifestata finché il Grifondoro non aveva toccato il letto.
    Non rivolse sguardi a nessuno dei due compagni, non notando se stessero silenziosamente comunicando alle sue spalle. Appressava la loro presenza, ma l'ambiguità dei loro rapporti che inevitabilmente si portavano dietro erano snervanti. Rimasero in silenzio per lunghi quarti d'ora, con il solo rumore della mano di Allison sulla testolina dell'italiano. Man mano l'ora si avvicinava. Ma dov'è Astrid? Non deve venire anche lei? Fred alzò il busto, mettendosi a sedere sul bordo del divano. Ha il turno di ronda. Ci incontriamo davanti ai bagni del terzo piano e andiamo insieme. Così se fossero stati beccati fuori dal loro dormitorio avrebbero potuto usare quella scusa e Fred si sarebbe tramutato in un ragazzaccio che non rispettava il coprifuoco. Ok.. La sua espressione stizzita in volto era emblematica. Non sapeva se il problema per Ally fosse "Perché proprio la Lestrange?" oppure più direttamente "Perché non io?". Si alzò definitivamente, stiracchiando la schiena per la posizione a feto che aveva assunto per tutto quel tempo e si diresse verso l'apertura al di qua del quadro, salutando i due ragazzi con un cenno. Sembrava un condannato a morte. La Signora Grassa lo squadrò con cipiglio, ma non disse nulla e lo lasciò andare verso il suo compito. Astrid era già davanti ai bagni del terzo piano, e senza che Fred si fermasse, i sue continuarono a camminare senza parlare verso la biblioteca. C'era solo il preside all'interno e Fred lo salutò con un educato inchino del capo. Di parlare quella sera non ne aveva voglia, e non lo avrebbe fatto se non strettamente necessario. Subito li raggiunsero l'Auror acciaccata e Adam Carter. Egli costituiva uno dei motivi che rendevano così ansiogeno e preoccupato il giovane Grifondoro. Per quanto anche il preside facesse parte della famiglia di Ania, entrare in contatto direttamente con il padre della sua ragazza, senza per altro lei a presenziare, lo turbava. Senza contare a tutta la pressione che aveva già addosso per l'ansia da prestazione.
    Ho bisogno del vostro aiuto per cercare queste pergamene. Fred ascoltò con attenzione le parole del Preside. Trovare delle pergamene non sembrava poi tanto difficile. Poteva ancora rientrare nelle sua capacità. Il problema era, chiaramente, ciò a cui servivano quelle pergamene. Hogwarts è minata. C'è una bomba che verrebbe fatta esplodere al primo accenno di ribellione: è il motivo per cui l'Ordine non può agire. Qualsiasi azione, comporterebbe la distruzione della scuola. E di tutti noi che non possiamo lasciarla. Grindelwald trattenne il respiro, nel suo angolino nel quale si era rintanato, pensando ad Hogwarts come ad un campo di battaglia devastato da un esplosione. Hogwarts era la sua casa, come lo era di tutti gli altri studenti che al suo interno si sentivano protetti. Ecco spiegato il motivo per cui il Preside no aveva mai potuto fare niente in tutti quei mesi di violenze e soprusi suoi suoi studenti da parte dei Mangiamorte. Se solo avesse alzato un muscolo la scuola sarebbe saltata in aria. Fred lo guardò in volto con compassione, ringraziandolo mentalmente per averli segretamente protetti con chissà quale sortilegio di amore e affetto.
    Io inizierò dalla Sezione Proibita. Il giovane Grifondoro annuì, guardandosi intorno. E lui da dove avrebbe potuto incominciare? Dalla sezione dei libri di Trasfigurazione. Salazar Serpeverde non era un ottimo trasfiguratore? No? Amen. Quella sezione andava fatta lo stesso. Partì dal primo libro in alto a destra, proseguendo verso sinistra, ad esaminare ogni libro, sfogliandolo lentamente, sperando che da esso spuntasse una pergamena. Ma sapeva che in libri così usati sarebbe stato quanto mai impossibile trovare qualcosa: in secoli di studenti nessuno aveva mai trovato un foglio di pergamena antico senza esserselo intascato. E se fossero già stati trovati da qualcun altro? Chiese timidamente alle persone sparse per tutta la biblioteca. Forse non era il caso di fare l'uccello del malaugurio in quel momento, ma bisognava prendere in considerazione ogni opportunità. Intanto era già passato alla seconda mensola, dopo aver svuotato la prima e non aver trovato niente. Né tra le pagine di alcun libro, né tra le copertine rigide in pelle di drago né tra il legno di mogano intarsiato. Aveva addirittura provato a tirare via una decorazione mobile, ma dentro ci aveva trovato solo una gomma da masticare vecchia di qualche lustro. Continuò così per un paio d'ore, passando alla sezione di Pozioni, sfogliando libri consunti e vecchi quanto la prima commedia di Shakespeare che rischiavano di sbriciolarsi tra le mani del ragazzo. Finché non la trovò. Era arrivato al ripiano più basso della sezione di Pozioni, dopo averlo svuotato di tre file di libri ed essere entrato con tutto il corpo dentro l'insenatura: c'era una crepa sul fondo dello scaffale che fino a quel momento non era stata visibile all'occhio degli studenti che passavano di lì perché coperta da strati e strati di libri. Fred la tastò e quella si allungò, fino a che non fu abbastanza lunga da toccare entrambe le estremità del fondo. Magicamente la crepa continuò, prendendo la forma di un serpente, molto simile a quello che tutti i giorni vedeva sullo stemma di Alex. Non poteva essersi sbagliato. Staccò il serpente di legno facendo uscire una pergamena intonsa, immutata dal tempo, ancora sigillata con lo stemma di Salazar. Ne ho trovata una! La sua voce rimbombò per tutta la biblioteca.
     
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  4. Eimhear
     
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    Eimhear non vedeva l’ora di uscire da quella dannatissima casa per fare qualcosa, qualsiasi cosa. Era una persona attiva, tremendamente indipendente, e sentirsi così oppressa e controllata la faceva andare su tutte le furie. Ultimamente era di umore irritabile e le persone che soggiornavano per periodo più o meno lunghi il quella casa se ne erano accorti. La rossa si sentiva come un leone in gabbia e presto avrebbe staccato il braccio a chi le offriva il cibo, anche solo per pura frustrazione.
    L’offerta di andare a fare una ricerca ad Hogwarts era stata come una manna dal cielo. Finalmente c’era qualcosa che poteva fare per essere utile, un modo per uscire da quelle mura e agire. Le mancava l’azione, le mancava poter aiutare la gente. Essere invalida in mezzo ad un gruppo di resistenti era come avere un cartellino rosso appeso al collo, una garanzia di essere in panchina per tutte le cose davvero divertenti.
    Era vero anche che, giorno dopo giorno, la sua schiena stava migliorando. Ormai riusciva a fare quasi tutto senza dolori, anche se non riusciva ancora a tendere troppo i muscoli o a sollevare oggetti troppo pesanti. Le scale non erano più un inferno per lei e quasi tutte le faccende di routine.
    Non sapeva che cosa l’aspettava ad Hogwarts. In teoria dovevano solo fare delle ricerche in biblioteca, ma la scuola era frequentata e non si poteva mai sapere chi potesse entrare di soppiatto. Aveva ideato un piano geniale. Se c’era qualche intruso o se c’era anche solo il minimo rischio di essere scoperta avrebbe bevuto una fialetta che aveva in tasca contente una pozione invecchiante. Bastava qualche sorso e i capelli rossi sarebbero spariti, trasformati in nuvolette bianche, e il suo viso giovane sarebbe stato cosparso di rughe. Chi mai avrebbe sospettato che la ventunenne ricercata Eimhear Murray si nascondesse sotto le adorabili vesti di una dolce vecchietta settantenne?
    Certo, era solo il piano b, in caso qualcosa fosse andato storto, per il momento preferiva tenere la poca agilità che aveva. La pozione poteva invecchiarla anche mentalmente e tutti sanno che i vecchi hanno gran poca memoria, o almeno quelli della sua famiglia si. Non voleva rischiare di trovare informazioni importanti e dimenticarsi di riferirle.
    «Allora capo, tutto pronto? Possiamo andare?»
    Lei e il capo auror erano gli unici fuori dalla scuola che si erano offerti per quel compito. Avevano garantito che avevano aperto i camini della biblioteca, così i due avrebbero potuto arrivare direttamente lì senza troppi sospetti. Era decisamente la cosa più sensata, visto che erano due ricercati.
    «Forza e coraggio, il lavoro ci aspetta! Biblioteca di Hogwarts» scandì chiaramente, buttando la polvere volante nel fuoco e facendosi avvolgere dalle fiamme verdi. L’atterraggio non fu dei più belli: le gambe le cedettero e finì a rotolare per mezzo metro prima di fermarsi del tutto, con la testa che le girava e i libri sopra di lei che si moltiplicavano.
    «Salve a tutti, scusate l’arrivo strampalato» borbottò, cercando di rimettersi in piedi. Si spazzolò velocemente i vestiti dalla cenere e controllò che la fialetta fosse intatta. Non aveva nemmeno un graffio, cosa che la fece sospirare di sollievo.
    Il preside li richiamò a sé e la giovane ascoltò affascinata e preoccupata le sue parole. Una bomba sotto Hogwarts non era di certo uno scherzo, avrebbe potuto creare seri danni, se non fosse stata scoperta in tempo. Per fortuna erano riusciti a recuperare quell’informazione, anche se il piano per recuperarla era un po’… particolare. Dovevano creare un esercito di golem, ma per farlo dovevano trovare dei documenti che erano stati smarriti nel tempo. Una passeggiata, insomma.
    Si divisero in varie zone della biblioteca, cercando di perlustrare il maggior spazio nel minor tempo possibile. Eimhear partì dagli scaffali più bassi. Si sedette a terra, incrociando le gambe, e iniziò a tirare fuori un libro alla volta, studiandone attentamente le pagine per cercare se c’erano delle anormalità. Il reparto in cui era finita era quello di storia della magia, un reparto gran poco utilizzato, a vedere dalla quantità di polvere che finiva addosso alla ragazza ogni volta che estraeva un libro. Ci volle poco, prima che iniziasse a starnutire come una pazza.
    E se fossero già stati trovati da qualcun altro? chiese il ragazzino, si ormai gli era stato affibbiato quel soprannome e non gliel’avrebbe tolto nessuno.
    Eimhear sbuffò e cercò di girarsi verso la voce, ma dalla posizione in cui era non riusciva a vederlo, quindi si limitò a rispondergli, senza preoccuparsi di smettere di lavorare.
    «Non disperare, pensa positivo! Di certo male non può farci avere un po’ di speranza»
    Prese un altro libro tra le mani e iniziò a scuoterlo velocemente. Lo aveva riconosciuto, era il suo libro di testo quando era ad Hogwarts, uno dei ricordi più brutti della sua vita. Aveva odiato quel libro noiosissimo con tutta se stessa. Lo rimise velocemente via e continuò il suo lavoro in silenzio. Nelle prime quattro file dal basso non c’era assolutamente niente, solo polvere. Forse dovevano pulire un po’ meglio, se non volevano intossicare gli studenti.
    Continuò a salire sempre di più, fino ad arrivare ad una fila troppo alta. Per arrivare a prendere i libri doveva spingersi sulle punte e tendere la schiena al massimo e così ancora ci arrivava solo con le punte delle dita. Una fitta alla schiena la costrinse a serrare la mano e così facendo fece cadere tutti i libri, che le finirono dritti in testa.
    «AHIA! E chi lo dice che i libri non possono far del male?» piagnucolò, massaggiandosi la testa e sbuffando come un treno. Quel fortuito incidente e quel bernoccolo sulla testa erano serviti a qualcosa, però. Tra i libri che erano caduti uno si era aperto, rivelando una fessura da cui usciva una pergamena vecchia e ingiallita. Curiosamente la rossa la prese tra le mani e con suo enorme stupore vide che era proprio quello che stava cercando.
    «Ne ho trovata un’altra!» quasi urlò dalla gioia. Era bello sentirsi utili, finalmente.

     
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    Chiusi gli occhi, scaricando l'ansia in un respiro particolarmente profondo mentre, aspettando Fred, non potevo fare altro che pensare al perchè ci dovessimo trovare in Biblioteca quella sera. Avevo dato la mia disponibilità alla riunione dell'Ordine e, tra una manciata di minuti, mi sarei ritrovata a cercare un qualcosa non solo con Fred e una certa Eimhear, ma anche con Maximiliam Carter ed Adam Carter quando a me, di Carter, ne bastava e avanzava uno. Sbuffai, cancellando quel pensiero dalla testa mentre mi ripetevo di non fossilizzarmi sui trascorsi con il Grifondoro. Se il Preside aveva chiesto aiuto, sicuramente non sarebbe stata una nottata leggera. Fred arrivò silenzioso come al solito, il passo leggero che riecheggiava per i corridoi ormai vuoti e la fronte corrugata dalle stesse domande che probabilmente mi stavo ponendo io. Ci avviammo verso la biblioteca senza parlare, come se lo sguardo di saluto che ci eravamo rivolti prima fosse più che eloquente e bastasse a racchiudere lo scarno rapporto che ci legava. Non conoscevo Grindewald nonostante fossimo entrambi Grifondoro, lavorassimo alla Testa di Porco e avessimo amici in comune: tutto, tra noi, si era sempre fermato ad una conoscenza forse superficiale, non avrei nemmeno saputo spiegare il perchè. Non ci volle molto per arrivare in Biblioteca e, avanti ai pesanti battenti di quercia, sembrava quasi che il Castello fosse immerso in una quiete densa quanto le acque del Lago nero, tanto che il lieve cigolio che accompagnò la nostra entrata sembrò oltremodo fuori posto. Salutai il Preside con un cenno del capo e lo stesso fece Fred mentre, dal caminetto a fianco a noi, uno scoppiettio di fiamme verdastre annunciava l'arrivo degli ultimi due membri della nostra squadra.
    «Salve a tutti, scusate l’arrivo strampalato.»
    Ed eccoli lì, la giovane donna e Adam Carter. Il mio sguardo indugiò brevemente sulla figura di lui prima di posarsi definitivamente sul Preside che, risoluto, ci spiegava il motivo di quella squadra di ricerca.
    «Ho bisogno del vostro aiuto per cercare queste pergamene.»
    La segretezza del nostro incontro tradiva però un qualcosa di più di qualche semplice pergamena vecchia di mille e mille anni.
    «Hogwarts è minata. C'è una bomba che verrebbe fatta esplodere al primo accenno di ribellione: è il motivo per cui l'Ordine non può agire. Qualsiasi azione, comporterebbe la distruzione della scuola. E di tutti noi che non possiamo lasciarla.»
    Ecco perchè nessuno aveva ancora tentato di opporsi. Ecco perchè gli auror erano costretti tra le mura di Myrddin Wyllt come bestie in gabbia. Una bomba sotto Hogwarts. Con gli occhi sbarrati metabolizzai la notizia mentre la mia mente, frenetica, ripensava a tutto ciò che Hogwarts rappresentava per me. Non era solo una scuola, non era semplicemente un Castello era Il Castello, era la mia casa più di quanto non lo fosse mai stato un qualsiasi altro posto. Era dove ero cresciuta e dove avevo imparato a conoscere me stessa e gli altri, era uno dei tasselli fondamentali della mia vita come delle vite di tanti altri studenti ed era nostro dovere e nostra responsabilità salvarla. A qualsiasi costo. Fu con ritrovato vigore che iniziammo, dunque, la ricerca. La ricerca delle pergamene di Salazar Serpeverde sembrava quasi un'impresa impossibile, non fosse che "impossibile" era una parola che avevo deciso di eliminare dal mio vocabolario. Per quanto il dubbio che fossero state già trovate o distrutte ancor prima di aver trovato loro un rifugio pungolasse insistente ogni mio pensiero, costituivano pur sempre la nostra unica speranza. Mi spostai dunque verso gli scaffali riservati a Rune Antiche e, meticolosa come non ero mai stata, iniziai a cercare. Ogni tomo portava con sè anni e anni di polvere e le pagine fitte di rune non sembravano nascondere nessuna pergamena, nessun foglietto e nessun indizio. Tastai il legno degli scaffali, ne ripercorsi con i polpastrelli le venature, quasi che un'irregolarità avesse potuto illuminarmi su dove trovare una pergamena ma niente. Feci un respiro profondo mentre, frustrata, riprendevo a cercare. I tomi degli scaffali superiori erano stati deludenti quanto gli altri che avevo sfogliato quando, poggiando irritata la fronte sul bordo di uno scaffale, non mi aggrappai con entrambe le mani al ripiano. Le dita della mano destra si posarono leggere su quella che, a primo impatto, avrei scambiato per una semplice irregolarità del legno. Scostai la fronte dal bordo dello scaffale, continuando a seguire i segni sul legno. Piccole ondine, quasi impercettibili, si susseguivano per la restante porzione della mensola e si disegnavano poi, quasi invisibili, sul lato corto dello scaffale, percorrendo poi l'altra faccia del mobile fino a posarsi sulla pietra della parete vicina. Continuai a seguire quei segni e, lentamente, mi ritrovai in ginocchio sul pavimento, le ondine che terminavano dietro un angolo scarsamente illuminato della biblioteca. Sull'ultimo mattoncino della parete, sul battiscopa quindi, giaceva un'ondina, l'ultima. Sfiorai delicatamente la pietra e ne ripercorsi i bordi, facendovi poi forza quasi per togliere la pietra da dove era stata incastonata e fu soltanto quando applicai più pressione sul bordo inferiore che la pietra del pavimento sottostante si scostò di qualche centimetro. Sbattei più volte gli occhi, incredula mentre, veloce, scostavo la pietra. Una pergamena ingiallita dal tempo e perfettamente arrotolata giaceva intatta nel minuscolo spazio, lo stemma di Salazar ancora impresso nella ceralacca.
    «Ne ho trovata una anche io.»
    Le parole mi fiorirono sulle labbra mentre, sollevata, raggiungevo gli altri.
     
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    Se non fosse stato per i suoi figli non avrebbe mai rimesso piede in quella casa, pensò Adam mentre osservava le rosse lingue di fuoco che danzavano nel camino del salone di quello che era diventato il quartier generale dell’Ordine della Fenice. Avrebbe potuto assistere l’Ordine anche dal piccolo appartamento di Cassie evitando così di dover incontrare i volti trasparenti di tutte quelle persone. Non era difficile leggere nello sguardo dei suoi compagni Auror la stanchezza, la rabbia, la frustrazione e di tanto in tanto perfino la paura. Per non parlare degli sconosciuti, di loro non sopportava il falso coinvolgimento che sembravano provare per tutto quel che era accaduto, per tutto ciò che lui e i suoi compagni avevano vissuto. Non gli era affatto utile vivere anche nei sentimenti degli altri, quando tutte quelle sensazioni gli si annodavano nel petto senza tregua. Ma Russell, Anastasia e Allison ormai erano stati coinvolti in quel casino e doveva accettarlo. L’unica nota positiva era che almeno, di tanto in tanto, poteva vederli. Da quando Catherine era stata “presa in ostaggio”, da quando l’aveva vista costretta e incatenata al fianco di Abel McAdams, la rabbia e il senso di impotenza lo avevano corroso. Non si sentiva più in grado di affrontare alcunché. Stare a contatto con i suoi figli però riusciva se non altro a dargli la forza di non gettare la bacchetta una volta per tutte o peggio impugnarla senza badare alle conseguenze. Erano loro il suo salvagente.
    Fu la voce di Eimhear a distoglierlo da quei pensieri facendone subentrare altri decisamente meno felici. Perché si ostinavano tutti a chiamarlo capo quando non solo non lo era più, ma era proprio a causa delle sue scelte che si trovavano ridotti in quel modo?
    -Si.- rispose soltanto alzandosi in piedi e osservandola. Sprizzava energia da tutti pori e sembrava entusiasta di poter partecipare alla ricerca, ma lui non la vedeva allo stesso modo. Avrebbe preferito che Eimhear fosse rimasta a riposo dopo quel che gli era accaduto, ma per quanto la conoscesse relativamente poco aveva capito che si trattava di una ragazza ostinata, non sarebbe stato facile chiederle di passare la mano, perciò non ci aveva provato affatto. Inoltre tutta quella segretezza lo innervosiva, e Adam conosceva abbastanza bene suo padre da capire che la ricerca a cui avrebbero partecipato quella notte non prometteva nulla di buono.
    Afferrò un pugno di polvere volante lasciando però che fosse Eimhear ad andare per prima. Non appena fu sparita nelle fiamme verdi prese il suo posto scandendo con precisione la destinazione.

    ***


    Quando le fiamme che lo avevano avvolto si dissolsero il paesaggio aldilà del camino era cambiato. Scaffali di libri e lunghe tavolate lo accolsero nella biblioteca di Hogwarts. Fu inutile combattere il flusso di ricordi che si fecero strada nei suoi pensieri mentre faceva qualche passo oltre la soglia del camino, come lo sarebbe stato nascondere il palese fastidio che gli provocava essere in missione con dei ragazzini.
    Fred Grindel Wald accolse il suo arrivo con uno sguardo nervoso, la sua compagna di casata invece si limitò ad indugiare lo sguardo su di lui per un breve istante. Non sapeva quasi nulla di nessuno dei due tranne che non avrebbero dovuto trovarsi lì. Perché permettevano a degli studenti di partecipare ad operazioni simili? In quanto loro padre era riuscito a far si che Russell e Anastasia ne rimanessero fuori e perfino Allison si era arresa alla sua irremovibilità, ma con Fred e Astrid non si sentiva di avere voce in capitolo. Sarebbe stata Elis a pagare il prezzo delle loro scelte.
    Non disse una parola dedicandosi immediatamente a Maximiliam. Per quanto suo padre tentasse di nascondere la preoccupazione, non gli fu difficile percepire nel suo sguardo la gravità e l’urgenza di ciò che stava per rivelare loro.
    Esisteva un linea sottile fra l’inimmaginabile e il surreale, e Adam Carter non avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbe riuscito a posare i piedi su entrambe le sponde di quel confine. Eppure fu proprio ciò che provò quando udì le parole di suo padre.
    Una bomba a Hogwarts? Il cuore gli era salito in gola e poteva sentire ogni battito rimbombargli nelle orecchie. Per settimane aveva tratto speranza dall’idea che i suoi figli si sarebbero trovati al sicuro fintanto che fossero rimasti fra quelle mura e invece…
    Avrebbe voluto prenderlo a schiaffi suo padre. Perché diavolo aveva taciuto tanto a lungo un’informazione così importante? Era in una posizione delicata e questo lo capiva ma… ma anche sapendolo cosa avrebbe potuto fare lui? Lui o Maximiliam stesso, o chiunque altro?
    Per un istante gli parve di percepire un briciolo di sollievo accarezzare il volto stanco di Maximiliam. Non doveva essere stato facile dover gestire tutta la situazione e tenere tutto all’oscuro. Quando parlò dei golem e delle pergamene facendo passare i testi Adam ne divorò ogni parola con apprensione e incredulità. Il destino di tutti gli studenti di Hogwarts, dei suoi figli, era riposto in cinque pezzi di pergamena.
    Chiudendo con un tonfo il libro che aveva per le mani si avviò verso lo scaffale più vicino e senza dire una parola estrasse la bacchetta iniziando la sua ricerca.
    Gettò diversi incantesimi sui ripiani e fra le pagine dei libri che mano a mano afferrava, riponendoli poi senza alcun risultato. Fu un procedimento lento e infruttuoso per ben due scaffalature della sezione di Incantesimi. Aveva provato di tutto, ma Aparecium, disillusio e Verdimilious vari non avevano sortito alcun effetto sull’intera sezione, se non per rivelare cose che molto probabilmente avrebbero fatto bene a restare nascoste lì dove erano state lasciate. Aveva perfino individuato una grassoccia Puffola Pigmea che era stata resa invisibile. La pelliccia della creaturina un tempo doveva essere stato di un brillante viola, ma ora dopo essere rimasta a rotolare in quel luogo, per anni interi probabilmente, il colore si era attenuato spegnendosi in una vaga sfumatura tendente al cenere. Un animale aggressivo che tentò di infilargli la lunga lingua appiccicosa su per il naso, prima di scomparire rotolando dentro una fessura del muro.

    E se fossero già stati trovati da qualcun altro?


    La voce di Fred gli arrivò chiara, come anche la risposta di Eimhear, non voleva nemmeno pensare all’eventualità di un fallimento, quelle pergamene dovevano essere lì da qualche parte.
    -In tal caso troveremo un’altra soluzione!- disse soltanto proseguendo oltre e inoltrandosi nella sezione successiva: Cura delle Creature Magiche. Aveva sempre adorato quella materia e si era sempre detto che se mai la carriera da Auror non fosse andata come previsto, quello sarebbe stato il secondo lavoro della sua vita: insegnare Cura delle Creature. Forse, pensò per un istante chinandosi ad afferrare uno dei volumi del ripiano più basso, sarebbe stato meglio insegnare. Un pensiero che si dissolse non appena lo sguardo grigio dell’Auror si posò sul titolo di un libro che si trovava poco più in là: “Il Re dei Serpenti”
    Poteva essere tanto semplice?
    Con calma posò il libro che aveva preso e afferrò quello. Era un volume di poche pagine completamente dedicato ai basilischi. Adam lo sfogliò velocemente, parlava delle varie specie esistenti, dei loro poteri, delle pozioni che era possibile ricavare dai loro resti e quant’altro. Tanto per togliersi lo scrupolo Adam decise di iniziare da quello. Eseguì gli incantesimi di apparizione uno dopo l’altro e fu un semplice Aparecium a rivelare qualcosa.
    Sulla pagina di introduzione, sotto il nome dello scrittore, apparve una nota in corsivo.
    -Serpensortia.- Adam scandì la parola corrucciando lo sguardo, Il serpente che venne evocato però non scaturì dalla sua bacchetta ma dalle pagine del libro. Non si trattava però di un vero serpente, constatò mentre lo osservava prendere forma ai suoi piedi, aveva più le fattezze eteree e fumose di un patronus. L’animale iniziò lentamente a strisciare lungo il pavimento, compiendo ampi movimenti a zig zag sulle pietre seguì la linea dello scaffale fino a che non incontrò il muro davanti al quale virò bruscamente verso sinistra iniziando a seguirne il perimetro fino a raggiungere lo scaffale successivo. Si fermò lì acciambellandosi e puntando lo sguardo verso la parete iniziò a dondolare la testa avanti e indietro, quasi si trovasse davanti a un pifferaio intento ad ipnotizzarlo. Un istante dopo scattò in avanti a sibilando. La testa triangolare trapassò una pietra e quando ne uscì stringeva fra le fauci un rotolo di pergamena.
    -Originale…- commentò mentre il serpente svaniva lasciando cadere a terra il foglio con il sigillo di Salasar Serpeverde.


    Mi scuso per aver postato dopo la mezzanotte... ma ho iniziato a scrivere alle 22 e 30 e... beh ci ho messo un po'... >__>
    EDIT: ho corretto dei codici!


    Edited by Adam Carter - 13/12/2012, 10:51
     
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  7. *Il Cappellaio*
     
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    Le cinque pergamene vengono poste sul tavolo, al cospetto del Preside Carter: cinque pezzi arricchiti da inchiostro, di fronte ad altrettanti sguardi basiti. I modi in cui erano state riposte o nascoste erano senz'altro diverse, e così pure il loro contenuto. Alcune pergamene sembravano incomprensibili, di altre si capivano le parole, ma non l'intero significato. Altre ancora sembravano mancare di parti importanti. Dopotutto, erano segreti che per quanto non fondamentali, riguardavano la costruzione del magico castello: semplici incanti di rivelazione non portarono assolutamente a nulla.

    Quello che si poteva capire era senza dubbio la divisione dei fogli: quattro di essi spiegavano come creare i vari componenti necessari, ed un quinto come mettere assieme il tutto. Anche la difficoltà di comprensione variava tra foglio e foglio, di cui si comprendeva solamente il titolo, seguito dal cifrato contenuto. Ovviamente, la scelta più logica era lasciare un foglio a ciascuno, ed aiutarsi eventualmente a vicenda una volta che alcuni fossero stati decrittati.



    Mistura dell'Argilla (difficoltà: 4/5)
    CITAZIONE
    MOBIABOB ZBIQLSBIQFQOC' DMUHHF AF UODFGGU AF GUDL, PBQUZZFUQU ZLI UZNRU COBAAU.
    UHUGDUHUOB FG QRQQL U HUIL PR RIU MFUPQOU AF GBDIL AF NRBOZFU, RIBIAL ALAFZF DMUHHF
    AF PUVVFU CFIB NRUGPFUPG, L CUOFIU. ZOBUOB RI FHMUPQL LHLDBIBL B PCBOFZL.

    Cristallo della Visione (difficoltà 1/5)
    CITAZIONE
    su un foglio di pergamena, disponendoli
    tenerli al caldo ed attendere dieci minuti.
    metà di essenza di belladonna, per un'altra metà di succo di Orklump ed
    ognuno in contatto con gli altri due,
    Attendere fino a che
    diverso colore e dimensione non più grande di
    spariscano alla vista. Deporre i ciottoli
    aggiungere infine tre gocce di sangue di Unicorno.
    e prelevare i ciottoli,
    il succo non decanti verso il basso
    due centimetri di diametro.
    Immergerli in un barattolo da riempire per
    Recuperare tre ciottoli di
    prima che le gocce di sangue di unicorno

    Essenza Primeva (difficoltà 5/5)
    CITAZIONE
    1234p213 2l c56d31783 c78 7 62912 d'5cqu5 c7113893, 2803121v2 v3892 g15442 d2 d299547 3 du3 p2u43 d2 J7bb31k8766. 430c76513 3 v7693 28 03807 715127, qu28d2 5gg2u8g313 3 g7cc3 d2 058gu3 d2 05l5458d15. 430c76513 8u7v543893 6 v7693 28 03807 715127 0c56d58d7 2l c56d31783 p31 4 428u92, 5v38d7 cu15 di c7p11167 c78 u8 c7p31ch27 d5l qu563 02 30915115’ 6'28fu07.

    Filtro del Locomotor (difficoltà 2/5)
    CITAZIONE
    Ricorda o tu che ambisci conoscenza
    che la prima non è solita dir verità,
    e con un salto d'una ogni volta,
    troverai sempre ciò che tu cerchi.


    Fin dai tempi antichi i quattro Faraoni
    regnanti delle eterne piramidi
    eseguivano i loro dodici incanti
    alla luce dei soli gemelli.
    Il Nilo, una e una sola fonte di vita,
    che si protendeva al mare come una mano,
    cresceva dall'acqua le sette magie,
    conducendo gli stregoni lungo l'oscuro trivio.
    e se dodici risiedono le lune nell'anno
    v'è un tempo da considerare ad essi ulteriore

    In un'ampolla mescere ? bacche di vischio a ? dosi di base per pozioni. Aggiungere un rametto di Lavanda di non più di ? centimetri, far bollire la sostanza in ? litri di acqua salata nel calderone per ? minuti. Estrarre l'infuso prelevandolo dalla superficie del calderone con il mestolo.

    Processo di Creazione (difficoltà 3/5)
    CITAZIONE
    Tutto venne creato a partire dalla Madre terra
    Dalla massa informe un serpente che morde la coda
    Al suo interno non Vuoto, bensì solamente una grande voragine
    L'essenza da questa depressione nacque tre volte, mutando la terra in ogni cosa
    Il terremoto scosse la terra, e da essa nacque la forma dell'uomo
    Le sue appendici vennero ferite, con lunge faglie che corrono attraverso nel mezzo
    Sei volte la scossa diede moto all'uomo, lo risvegliò dal suo letargo
    Mani capaci chiusero le ferite attingendo alla terra accanto
    Ed infine, due occhi apparvero sul suo volto, ed un terzo sopra di essi
    Per vegliare e proteggere il luogo a lui indicato

    Bentornati!

    @Adam: non preoccuparti come dicevo anche a Max la scadenza è per far capire che entro la mattina seguente devo avere tutti i post per rispondere, quindi fino alle 09.00 del giorno dopo potete postare, la mezzanotte non è fiscale ecco XD

    A tutti: come vedete ho postato il contenuto delle pergamene. Accanto al titolo ho messo ("off gdr") la difficoltà di decrittazione del contenuto, quindi accordatevi in off gdr o on come distribuirvi le pergamene. Numero più alto implica difficoltà maggiore e quindi conviene venga presa da amanti di giochi di logica e simili eheheh!

    Nel vostro post

    -Descrivete come distribuite le pergamene
    -Descrivete il ragionamento che vi porta a capire come è criptato il testo
    -Descrivete, se riuscite, il testo tradotto (eventualmente a "pezzi" nel post e poi in spoiler o quote per intero)
    -Se non riuscite a tradurlo chiedete aiuto on-gdr ed il prossimo giro di post collaboreranno tutti alla traduzione, ma sarete ovviamente bollati come incapaci :P :P :P

    -Ordine per postare: libero
    -Lunghezza post: cercate di ridurla un po' ahahahahah! :P
    -Scadenza post: Domenica ore 23.59 (ho ampliato la scadenza vista la complessità dell'operazione)
    -Prossimo post del Cappellaio: lunedì mattina

    -Prossima scadenza: Martedì ore 23.59
     
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  8. Eimhear
     
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    Tutti erano riusciti a trovare le pergamene. Era quasi un miracolo, visto che erano state perse negli anni. Eimhear si chiedeva come fosse possibile che nessuno le avesse mai trovate. Quei libri non erano così nascosti e chiunque avrebbe potuto trovarli e prelevare la pergamena, per curiosità o per semplice scherzo. Dovevano essere decisamente fortunati.
    Solo che quando si misero a leggere il contenuto delle pergamene, la rossa capì che la fortuna non c’entrava niente. Iniziava adesso il lavoro duro e tutti dovevano fare del loro meglio per capire quei… messaggi.
    «Sicuri che dicano davvero qualcosa? No, perché mi sembrano più che altro dei brutti scherzi. Questo sembra un codice cifrato…»
    La ragazza fissò curiosa i vari numeri, cercando di darci un senso. Così a primo sguardo era impossibile. L’unica cosa che era certa, forse anche ovvia, era che ogni numero rappresentava una lettera e loro dovevano solo decifrare quello strano linguaggio.
    «Ad ognuno una pergamena e tutti al lavoro? Prima iniziamo e prima ci capiremo qualcosa, credo» mormorò, lanciando sguardi preoccupati al resto dei presenti.
    Prese una delle pergamene e si mise in un angolino di un tavolo, cercando di capirci qualcosa. Doveva sostituire i numeri, questo era certo, solo che per farlo le serviva di certo una pergamena e una penna.
    «Qualcuno ha dei fogli e delle penne? No eh? È una biblioteca, ci saranno da qualche parte!» borbottò, scuotendo il capo. Forse era meglio usare un metodo meno pratico ma più veloce. Prese la bacchetta e la puntò nell’aria davanti a sé:
    «Accio foglio di carta! Accio penna!»
    Immediatamente si sentì un tremolio nell’aria e dopo un forte rumore, come di cassetti che si aprivano, Eimhear vide volare verso di se un numero esorbitante di fogli di carta e penne.
    «Oggetti volanti in avvicinamento, abbiamo un problema!» borbottò, abbassando il capo giusto in tempo per schivare la marea di penne che sfrecciò sopra il suo capo per fermarsi qualche metro più in là. Si alzò velocemente, raccogliendo un foglio e una penna e si voltò verso i suoi compagni, imbarazzata.
    «Se a qualcuno servono penne…»
    Tornò velocemente al suo banco, iniziando a studiare di nuovo la pergamena. Serviva concentrazione e basta. Cercò delle parole che potevano sembrare familiari, come punto di partenza. Un apostrofo la incuriosì. La parola era di cinque lettere e mancavano solo la prima e l’ultima, che erano uguali. Non ci voleva un genio per capire che quella parola fosse acqua! Alla fine, quale altra parola di cinque lettere poteva avere la cq in quella posizione? La insegnavano ai bambini alle elementari quella regola.
    Velocemente, su un foglio a parte, scrisse che la A era rappresentata dal 5.
    Controllò e vide che c’erano tutti i numeri dallo 0 al 9. Quindi non erano solo le vocali che mancavano, ma anche qualche consonante. Scrisse sullo stesso foglio le cifre da 0 a 9 e sotto si preparò a scrivere le corrispondenze.
    C’era un’altra parola che veniva ripetuta con frequenza. C78. Doveva essere una preposizione e la prima che le veniva in mente con tre lettere che iniziava con la c era con. Scrisse con tratto leggero una O sotto il 7 e una N sotto l’8. Se il 5 era la A il 2 doveva essere la i, perché una parola di due lettere con la seconda che era una l poteva essere o al o il. Più avanti c’era anche scritto d2 e se il 2 era la i aveva senso che la lettera fosse i. Soddisfatta la scrisse in corrispondenza del suo numero.
    Provò a sostituire le lettere che aveva trovato, scrivendo tutto il testo di nuovo. Adesso aveva già più senso ed era più facile trovare il resto delle lettere mancanti. C’era una parola lunga che iniziava con c e poi aveva una d. Andò ad intuito e vide che calderone ci entrava perfettamente. Scrisse anche il resto delle lettere sotto le cifre. Gliene mancavano pochissime, adesso, ed era estremamente facile sostituire tutto.


    CITAZIONE
    Riempire il calderone con 7 litri d’acqua corrente, inserirvi venti grammi di dittamo e due piume di Jobberknoll. Mescolare 3 volte in senso orario, quindi aggiungere 3 gocce di sangue di salamandra. Mescolare nuovamente 6 volte in senso orario scaldando il calderone per 4 minuti, avendo cura di coprirlo con un coperchio dal quale si estrarrà l’infuso

    Soddisfatta posò la penna, sorridendo eccitata. Si alzò velocemente, agitando con forza sopra la testa la pergamena con la traduzione.
    «Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta! È qui la traduzione! So come si fa l’essenza primeva, o quel cavolo che è! Qualcuno l’ha mai sentita nominare?»
    Non era di certo una cosa che si insegnava a scuola, di questo ne era certa.

     
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  9. Fred.
     
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    Stava andando bene, i suoi nervi si stavano lentamente sciogliendo e Adam Carter non incuteva poi così tanto timore. O forse la sua tattica "faccio finta di non sapere che stai con mia figlia" era un modo per far dormire sugli allori la sua preda e poi attaccarla alle spalle come un felino. Se così fosse stato il signor Carter era davvero un uomo arguto. E terrificante.
    Anche gli altri alla fine riuscirono a trovare le pergamene, poggiandole sul tavolo delicatamente, come se da un momento all'altro potessero sgretolarsi e vanificare tutte le loro ricerche. E la loro speranza di sopravvivenza. Rimasero in silenzio a fissarle per qualche minuti, finché Eimhear non ruppe il ghiaccio iniziando a sfogliarle tutte. Fred si avvicinò, consultando quelle da lei già perquisite e rimase basito. Numeri? Lettere senza senso? Frasi che non avevano né capo né coda? Perché Salazar Serpeverde doveva rendere tutto così difficile? Doveva essere stato un grandissimo stronzo in vita. Ad ognuno una pergamena e tutti al lavoro? Prima iniziamo e prima ci capiremo qualcosa, credo Fred annuì, prendendo quella che per lo meno aveva un senso logico a livello di lettura. Il problema era capire che cosa significasse. Si sedette al tavolo dove solitamente studiava con Ania, come se da esso potesse trarre la presenza della piccola Carter. Se ci fosse stata lei lo avrebbe risolto in due minuti, ma il giovane Grifondoro rimase ricurvo su quella pergamena senza cavare un ragno dal buco per un'ora buona. L'unica cosa che aveva capito era che quello era il metodo per dare vita ai golem di cui parlava il preside e che erano citati nel libro da lui mostratogli. E i golem di che cosa erano fatti? Scusate, posso dare un'occhiata alle vostre pergamene? Ricordava di aver visto che ognuna di essere aveva un titolo.. Si avvicinò cautamente ad Adam, senza disturbarlo dalla sua traduzione. Mistura dell'Argilla. Fred guardò ancora sulla sua pergamena e una lampadina gli si illuminò. La Madre terra doveva essere per forza l'argilla. E il serpente che si morde la coda ricordava molto una ciambella e probabilmente stava ad indicare la forma che doveva assumere l'argilla per la creazione. L'essenza da questa depressione nacque tre volte.. Essenza.. Essenza.. Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta! È qui la traduzione! So come si fa l’essenza primeva, o quel cavolo che è! Qualcuno l’ha mai sentita nominare? Grindelwald si avvicinò al banchetto al quale era seduta Eimhear. Posso? Prese in mano la sua traduzione. Un infuso. Era qualcosa di materiale che sarebbe potuto essere messo al centro del ciambellone di argilla. Aveva senso. Andò avanti sulla sua pergamena, cercando di far combaciare i pezzi. Qualcosa che doveva rappresentare il terremoto avrebbe dovuto mettere in moto l'argilla, ma cosa? Filtro del Locomotor. Eccola la chiave. Lasciò la pergamena di quel filtro in mano ad Astrid e camminò ancora per la biblioteca, pensieroso. La forma dell'uomo era riferito ancora una volta ai golem che erano umanoidi d'argilla. Ma le ferite? Avrebbero dovuto tagliare i golem nel mezzo? Quella parte rimase un mistero perché non trovava alcun riscontro nelle altre pergamene, mentre i tre occhi potevano ricondursi al Cristallo della Visione. Visione occhi erano strettamente collegati, no? Io.. credo di aver dei problemi con la mia pergamena. Sono riuscito a capire che si tratta del metodo di unire tutti i pezzi che voi state traducendo, ma non sono sicuro che la mia interpretazione sia giusta.
    CITAZIONE
    Bisogna mettere l'argilla a forma di ciambella e nel buco inserire l'infuso dell'essenza. Il filtro del locomotor scuote l'argilla che prende la forma umana. Credo che l'argilla poi debba essere tagliata nel mezzo e riempita di altra argilla, per poi imprimere altre sei movimenti con il locomotor. Gli occhi dovrebbero essere le tre pietre nella seconda pergamena, sempre se in quella traduzione ci siano delle pietre, in modo che il golem possa vegliare e proteggere il luogo indicato.

    Vi pare che abbia senso?

    Più che una traduzione ho fatto una parafrasi.
     
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    Incredibile ma vero, nell'arco di un paio d'ore di accurate ricerche tutti avevamo trovato una pergamena. Sembrava quasi surreale che in anni e anni di studenti e giornate in biblioteca nessuno avesse trovato almeno uno di quei preziosi scritti eppure andava decisamente bene così, magari per una volta ci aveva detto un po' di fortuna, dettagli che poi le pergamene in questione fossero perlopiù ricoperte da frasi strampalate e a prima vista senza senso.
    «Ad ognuno una pergamena e tutti al lavoro? Prima iniziamo e prima ci capiremo qualcosa, credo.»
    La voce di Eimhear mi riportò con i piedi per terra e diede un ordine alle cose: Sicuramente ragionare su una sola pergamena avrebbe portato più risultati che se avessimo provato a capirci qualcosa tutti insieme e, mentre la ragazza prendeva la pergamena con le lettere intervallate ai numeri e Fred una che sembrava più discorsiva, io presi quella che, alla fine, sembrava riportare le istruzioni di una pozione. Agguantai carta e penna dalla scrivania dove si era seduta la Ministeriale e, sistematami in un tavolo poco lontano e ben illuminato, iniziai a leggere velocemente il testo discorsivo, soffermandomi infine sulla ricetta per la pozione.
    «In un'ampolla mescere // bacche di vischio a // dosi di base per pozioni...»
    Sussurrai tra me e me, rendendomi conto che mancavano tutti i dosaggi; dove trovarli se non nel testo sovrastante? Non potevano certo essere nelle altre pergamene, ergo quella era l'unica alternativa valida.
    Ricorda o tu che ambisci conoscenza che la prima non è solita dir verità, e con un salto d'una ogni volta, troverai sempre ciò che tu cerchi.
    Okay, dunque la prima frase non andava presa in considerazione. Per la questione di saltare "una ogni volta" rimasi un attimo perplessa. Considerare una riga sì e una no? Provai, ma di fatto non mi cambiava nulla giacchè le righe che saltavo non contenevano pressochè numeri.
    «Proviamo a non considerare "una" allora...»
    Passai oltre i quattro faraoni, segnandomi poi su un pezzo di carta prima il dodici, poi un improbabile gemelli fino ad arrivare nuovamente al dodici.
    CITAZIONE
    In un'ampolla mescere 12 bacche di vischio a gemelli due dosi di base per pozioni. Aggiungere un rametto di Lavanda di non più di 7 centimetri, far bollire la sostanza in trivio tre litri di acqua salata nel calderone per 12 minuti. Estrarre l'infuso prelevandolo dalla superficie del calderone con il mestolo.

    «Ho qualche dubbio sulla parola gemelli che ho trasformato in "due" e sul trivio che ho fatto diventare "tre", ma in teoria dovrebbe andare bene, che ne dite?»
    Domandai, avvicinandomi al gruppetto di quelli che avevano già risolto i loro enigmi per ascoltare eventuali consigli.
     
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    Trovare le pergamene era soltanto il primo passo. Una verità di cui tutti presero coscienza non appena ebbero modo di osservarle tutte: erano cifrate. La semplicità con cui erano riusciti a trovarle doveva pur essere compensata in qualche modo, pensò mentre indugiava con lo sguardo su ognuna.
    La soluzione proposta da Eimhear era la più ovvia. Adam osservò con attenzione le pergamene prima di scegliere una lasciando che fossero gli altri a precederlo. Tra le due rimaste però ad attirare la sua attenzione fu proprio quella composta da parole apparentemente anagrammate. Lanciò uno sguardo a Maximiliam e afferrò il foglio.

    «Qualcuno ha dei fogli e delle penne? No eh? È una biblioteca, ci saranno da qualche parte!»


    Stava giusto per farle presente che le famosissime penne a sfera che a sua figlia Anastasia piacevano tanto non erano ammesse a Hogwarts, quando l’Auror afferrò la bacchetta evocando un incantesimo di appello. Penne d’aquila e fogli sfrecciarono fra gli scaffali verso la giovane senza controllo. Riuscì a malapena ad afferrare la bacchetta nel tentativo di bloccare l’eventuale disastro ma fortunatamente le pergamene andarono ad impilarsi l’una sull’altra sul tavolo insieme alle piume. Sospirando diede un colpo di bacchetta roteando il polso e facendo apparire delle boccette di inchiostro.
    Istintivamente, osservando Eimhear non poté fare a meno di domandarsi se fosse un caso che anche October Fesht, l’Auror imbranata, fosse rossa come lei.
    Qualche attimo dopo erano tutti all’opera. Con il suo immancabile taccuino di pelle di drago, penna e inchiostro, Adam si sistemò in un angolo per fare la sua parte. Non era mai stato un amante degli enigmi, né tantomeno di codici cifrati o anagrammi, ma nel suo lavoro non era raro trovarsi di fronte a cose del genere.
    Osservando le parole con più attenzione capì subito che non si trattava di un anagramma, anche volendo cercare di dare un ordine alle lettere non se ne ricavava nulla. Non esisteva nemmeno una “chiave di lettura” da trovare nel testo, intuì invece che poteva trattarsi di una semplice sostituzione di lettere. Ogni lettera doveva corrispondere a un’altra. La prima cosa che gli venne in mente fu quella di cercare le vocali e di individuare poi la parola con più vocali possibili nel tentativo di rivelare anche qualche consonante. Iniziò ad incolonnare su un lato della pagina del taccuino tutte le lettere con cui terminavano le parole:
    La B, la F, la L, la U, la I, la G e la R. Tra queste soltanto cinque rappresentavano delle vocali. Facendo vari tentativi cominciò a supporre degli eventuali accoppiamenti: la B, la U, la L erano le uniche tre lettere che risultavano isolate, poteva trattarsi di congiunzioni, ovvero una E o una O. Se lo appuntò.
    B = O - E
    U = O - E
    L = O - E
    Partendo da quel presupposto, la F invece, trovandosi in parole composte da due lettere poteva essere una A o una I. Appuntò anche questo.
    F = A - I
    La I fu una delle prime lettere che decise di scartare. Compariva per ultima soltanto in una parola di tre lettere e in un'altra della medesima lunghezza appariva nel mezzo ma nelle parole lunghe non si trovava mai alla fine, doveva per forza essere una consonante.
    La G invece si trovava in una sola parola di due lettere accanto alla F e in alcune parole veniva riportata due volte di seguito. Anche quella era senza dubbio una consonante.
    Stabilito questo cominciò a cercare le parole in cui le eventuali vocali venivano ripetute più volte, ma si rivelò un vicolo cieco. Le probabilità erano troppe e tentare ogni strada significa andare avanti a tentoni sperando che la fortuna guidasse la sua mano. Strizzo gli occhi massaggiandoseli con indice e pollice mentre rifletteva sul da farsi. Quando tornò a guardare la pergamena però le cose non erano cambiate. Fu in quel momento che Fred si avvicinò a lui per osservare a sua volta la pergamena. Adam accigliò appena lo sguardo osservandolo, non stava leggendo il testo ma il titolo, un dettaglio che lui aveva completamente ignorato: “Mistura dell’Argilla”.
    Quella che aveva fra le mani doveva quindi essere una “ricetta” per creare il materiale di cui i Golem erano composti, e da qualche parte in quel mucchio di lettere doveva nascondersi anche la parola argilla. Si trattava di una parola composta da sette lettere e non troppo difficile da individuare dato che aveva la particolarità di avere anche due consonanti uguali vicine. Osservando il testo individuò ben 4 parole composte da sette lettere ma soltanto una presentava due lettere uguali affiancate: UODFGGU.
    Sostituì le lettere e la U compariva due volte esattamente la dove le due A della parola argilla andavano messe. Non c’erano dubbi che quella era una pista buona da cui partire. Seguendo quel ragionamento cominciò a decifrare le parole.
    Ci mise un po’ ma la cosa sembrava funzionare e di lì a poco, aiutato anche dall’intuito, riuscì a decifrare tutta la pergamena:
    CITAZIONE
    PRENDERE CENTOVENTITRE GRAMMI DI ARGILLA DI LAGO, SETACCIATA CON ACQUA FREDDA. AMALGAMARE IL TUTTO A MANO SU UNA PIASTRA DI LEGNO DI QUERCIA, UNENDO DODICI GRAMMI DI SABBIA FINE QUALSIASI, O FARINA, CREARE UN IMPASTO OMOGENEO E SFERICO.

    Si avvicinò agli altri posando il taccuino con la traduzione accanto ai fogli di cui si erano occupati loro. Non aveva mai sentito parlare dell’ Essenza Primavera, ma nonostante la diffidenza che provava nei confronti della loro presenza lì, fu costretto ad ammettere che i due giovani Grifondoro avevano svolto un ottimo lavoro. Tuttavia non disse nulla, si limitò invece a cercare con lo sguardo la figura di suo padre.

    Chiedo venia al Cappellaio ma... la stanchezza ha annullato qualsiasi mia capacità di riassumere... ci ho provato... giuro!
     
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  12. Maximiliam Carter
     
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    La relativa facilità con cui avevano avevano trovato le pergamene era l'ennesima dimostrazione di qualcosa che il preside ci aveva messo fin troppo tempo a capire, e che non avrebbe potuto esprimere ad alta voce di fronte a nessuno. C'era della Grandezza in quelle mura e nalla magia che le permeava. Un magia antica e molto più potente di quanto chiunque di loro potesse sperare anche solo di capire.
    Passò una mano sulle cinque pergamene, titubante, lasciando poi che ciascuno di loro ne prendesse una e si occupasse di risolvere un pezzettino dell'enigma che si trovavano di fronte. Annuì lievemente ad Adam, lasciando a lui l'ultima scelta e prendendo quella che rimaneva. Cinque persone, cinque pergamene.
    Gli ci volle un attimo per rendersi conto di quale fosse la chiave di lettura del foglio che aveva di fronte, e a cosa serviva. Nella sua carriera aveva visto troppe istruzioni simili per non riconoscerle quando le vedeva, e la persona che aveva scelto di mischiare le frasi aveva fatto in modo che la punteggiatura stessa di quelle istruzioni servisse da guida per ricostruire l'ordine esatto del procedimento. Esitò solo un istante nel leggere del sangue di unicorno, lanciando un'occhiata in tralice ad Adam. Lui li aveva sempre amati, quegli animali.
    Prese una delle piume, immergendone la punta nel calamaio e ricopiando rapidamente le frasi nell'ordine in cui avrebbero dovuto eseguire la procedura per la preparazione di quel particolare ingrediente - Ecco... - disse infine, ruotando la pergamena perché anche loro potessero controllare la sua come lui controllava le loro. Non era il momento di fare errore, peccando per orgoglio.

    CITAZIONE
    Recuperare tre ciottoli di
    diverso colore e dimensione non più grande di
    due centimetri di diametro.
    Immergerli in un barattolo da riempire per
    metà di essenza di belladonna, per un'altra metà di succo di Orklump ed
    aggiungere infine tre gocce di sangue di Unicorno.
    Attendere fino a che
    il succo non decanti verso il basso
    e prelevare i ciottoli,
    prima che le gocce di sangue di unicorno
    spariscano alla vista. Deporre i ciottoli
    su un foglio di pergamena, disponendoli
    ognuno in contatto con gli altri due,
    tenerli al caldo ed attendere dieci minuti.

    La soluzione meno precisa gli parve quella data da Fred, ma nell'osservare la pergamena che era capitata al ragazzo si scoprì a pensare che ben difficilmente avrebbe potuto fare di meglio. La soluzione che avrebbe tirato fuori lui sarebbe stata forse diversa, ma probabilmente anche meno adatta di quella del Grifondoro.
    Gli rivolse l'abbozzo di un sorriso, annuendo leggermente. Non aveva potuto evitare di notare le occhiate che Fred stava lanciando ad Adam, e capirne il motivo era quanto mai semplice: Anastasia. Lui era il nonno della ragazza di Fred e, anche se non aveva ancora avuto modo di spiegargli quanto doloroso sarebbe stato per lui maltrattarla, era una persona con cui il giovane aveva una sorta di rispettosa confidenza. Si conoscevano, e se c'era un ragazzo per cui provasse stima in quella scuola era proprio Fred. Adam invece...beh, Adam sarebbe stato perfino più gentile di quanto non fosse lui, una volta che l'avesse conosciuto, ma era comunque un pericoloso ricercato la cui faccia spiccava sui muri di ogni edificio pubblico d'Europa. Era facile aver paura di lui, e non sarebbe stato di sicuro Maximiliam a tranquillizzare Fred, a riguardo.
     
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  13. *Il Cappellaio*
     
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    Cinque pergamene e cinque traduzioni, disposte sui tavoli. Esitanti, osservo i cinque tra maghi e streghe cercare di metterle assieme, commentando fra loro il lavoro svolto. Istintivamente gli occhi andavano verso Maximilian per una tacita approvazione. Cosa dovevano fare, ora? Dopotutto la formula era sotto i loro stessi occhi... perchè non eseguirne il rituale, tentando di evocare i Golem? Sotto l'occhio accorto di Auror e Preside potevano ritenersi al sicuro, dopotutto. E le quantità richieste suggerivano qualcosa di... piccolo.

    Gli studenti? Dopotutto ogni giorno praticavano con filtri e pozioni, assieme avrebbero senz'altro prodotto qualcosa di utile. Sempre che, ovviamente, tutte le traduzioni fossero esatte...


    Nel vostro post:

    -Descrivete la discussione sul da farsi
    -Descrivete che recuperate gli ingredienti per uno dei procedimenti, a vostra scelta
    -Fred e Astrid in caso collaborano per uno degli ingredienti, in quanto il processo va svolto alla fine
    -Ruolate come preferite la scena anche in relazione al fatto che una ricerca in biblioteca è divenuta ora la preparazione di un rituale magico

    -Ordine per postare: libero
    -Lunghezza post: a piacere
    -Scadenza post: Martedì ore 23.59 (ho ampliato la scadenza vista la complessità dell'operazione)
    -Prossimo post del Cappellaio: Venerdì mattina

    -Prossima scadenza: Giovedì ore 23.59
     
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    Cinque pergamene fitte di ingredienti e procedimenti riposavano sul tavolo mentre, tra noi, discutevamo il da farsi. Per poter procedere alla creazione dovevamo necessariamente procurarci tutto ciò che veniva menzionato nelle pergamene ergo dovevamo uscire dalla biblioteca, perchè lì dentro al più podetamo trovare penne, inchiostro e montagne di carta.
    «Non possiamo andare tutti a prendere gli ingredienti però... Di fatto gli Auror non dovrebbero nemmeno essere qui e Fred non può girare per il Castello.»
    Corrugai la fronte, rileggendo alla svelta le pergamene per capire che ingredienti sarebbero serviti. Eccetto me, solo il Preside Carter avrebbe potuto girare per la scuola senza destare sospetti; al più Grindewald poteva fingere die ssere stato scoperto in giro dalla sottoscritta.
    «La maggior parte degli ingredienti, in teoria, dovrebbe essere nello stanzino di pozioni mentre per qualcosa è necessario scendere giù al Lago Nero... sarebbero quindi solo due i posti in cui recarsi.»
    Proposi, ascoltando poi la proposta del Preside. Visto che nè Adam Carter nè Eimhear potevano girare per il Castello, avrebbero sgomberato i tavoli ed organizzato uno spazio di biblioteca mentre noi tre che rimanevano saremmo andati a cercare gli ingredienti. Io e Fred saremmo scesi giù nei sotterranei e il Preside sarebbe arrivato sulla riva del Lago Nero per prendere argilla, sassi, sabbia e legno di quercia, perchè uscire dal Castello, di notte, non sarebbe stato sicuro per noi studenti, non ora che i Mangiamorte potevano liberamente arrivare ad Hogwarts sotto lo sguardo dei Draghi che, placidi, rimanevano sull'isoletta in mezzo al Lago a fare la guardia.
    Fatta la lista di cosa prendere, alla fine ci dividemmo. Scesi cautamente le scale, Fred praticamente al mio fianco, lo sguardo che saettava da una parte all'altra nella speranza di non impigliarsi su niente e nessuno e così, cercando di non utilizzare troppe vie principali, alla fine arrivammo nei sotterranei. L'umidità e il freddo erano esasperati in quella notte gelida e il solo pensiero di potermi imbattere in qualche figlio di Salazar non migliorava certo la situazione, eppure non potevamo farci fermare da un po' di brividi e dalla condensa sulle pietre. Spinsi la porta dell'aula di pozioni quel tanto che bastava a far scivolare Fred e me nell'aula dopodichè, delicatamente, la richiusi.
    «Colloportus, muffliato. Ecco, così non dovrebbero esserci problemi...Qui c'è l'elenco degli strumenti che ci servono, io inizio a prendere gli ingredienti dilà, okay? Appena hai fatto di sistemare le cose tutte vicine raggiungimi.»
    Sorrisi al Grifo, dirigendomi poi verso lo stanzino degli ingredienti, inserendo quindi la chiave nella toppa. Non sarebbe bastato un semplice Alohomora per poter accedere alla scorta di ingredienti per pozioni di Hogwarts e così il Preside ci aveva dato la chiave. Se fosse o meno preoccupato di cosa avremmo potuto farne beh, questo non avrei saputo dirlo.
    Entrai, la bacchetta illuminata con un lumos e la lista degli ingredienti stretta nella mano sinistra. Iniziai da quelli un po' più complicati, ossia da quelli che Fred, non avendoli ancora trattati nelle pozioni del primo anno, non avrebbe saputo riconoscere.
    «Adduco Maxima.»
    Puntai la bacchetta all'interno della mia tracolla, così che trasportare i vari oggetti non sarebbe stato un problema. Per le fialette delicate c'erano sempre le tasche laterali. Feci quindi luce sui vari scaffali, trovando qualche fialetta di sangue di Unicorno chiusa in una teca. Ne presi una, rimirando le poche gocce in essa contenuta e riponendola poi, con grazia, in una tasca. Proseguii con la ricerca, mettendo nella borsa quanto trovato finchè anche Fred non mi raggiunse.
    «Eccoti..allora, mancano questi ingredienti qui...io intanto vado a mettere quello che hai trovato nella borsa. Appena hai fatto chiudi la porta a chiave, ti aspetto in aula.»
    Indicati gli ingredienti mancanti, tornai nell'aula di pozioni e iniziai a mettere in borsa gli strumenti.
    CITAZIONE
    Ingredienti&strumenti
    Barattoli vari
    bilancino
    setaccio
    ampolle
    coltelli in argento
    fornelletti
    mestoli
    calderoni e coperchi

    essenza di belladonna
    succo di Orklump
    sangue di unicorno
    12 bacche di vischio
    due basi per pozioni
    rametto di lavanda
    dittamo
    due piume di jobberknoll
    sangue di salamandra
     
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  15. Fred.
     
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    Fred lesse e rilesse più volte la sua pergamena, cercando di trarci un significato nascosto, ma alla fine la abbandonò sul tavolo insieme alle altre che parevano avere un senso maggiore rispetto alla sua. Diede un'occhiata alle traduzioni degli altri e quel che poteva capire era che si trattava di.. pozioni? Infusi, essenze.. Erano tutti sinonimi di pozioni, e quando si parlava di pozioni.. La maggior parte degli ingredienti, in teoria, dovrebbe essere nello stanzino di pozioni mentre per qualcosa è necessario scendere giù al Lago Nero... sarebbero quindi solo due i posti in cui recarsi. Annuì in direzione di Astrid, per poi guardare i due Auror che ancora una volta non potevano far altro che nascondersi, rimanere rintanati in una stanza che fungeva da gabbia. Chissà per quanto tempo e dove erano rimasti nascosti. Rivolse un ultimo sguardo ad Adam, con la speranza che al suo ritorno fosse stato ancora lì, e uscì seguendo Astrid, verso i sotterranei, verso la tana del nemico. Se qualcuno lo avesse scoperto fuori dal dormitorio a quell'ora sarebbe stato portato a porsi delle domande. Domade scomode. Astrid era il suo lasciapassare. Camminarono rasenti al muro verso i piani più bassi del Castello, proprio quelli costruiti da Salazar con i golem che loro doveva riprodurre. Qui c'è l'elenco degli strumenti che ci servono, io inizio a prendere gli ingredienti dilà, okay? Appena hai fatto di sistemare le cose tutte vicine raggiungimi. Fred annuì ancora silenziosamente, leggendo l'occorente che doveva recuperare. Coltelli d'argento? E se li trovo di metallo non vanno bene? Ridacchiò prendendola in giro mentre iniziava d impilare cinque calderoni su un banco con altrettanti coperchi. Non era sicuro che le pozioni da fare fossero esattamente cinque, ma meglio abbondare, no? I barattoli erano nella credenza insieme alle ampolle, i fornelletti erano sotto i tavoli, i mestoli e i coltelli nei cassetti e tutto il resto era sparso per la stanza, un po' negli armadi, un po' sulle mensole. Ho trovato tutto sussurrò a Astrid raggiungendola alle spalle. Nonostante ci fosse i Muffliato non si fidava a parlare a voce normale. Eccoti..allora, mancano questi ingredienti qui...io intanto vado a mettere quello che hai trovato nella borsa. Appena hai fatto chiudi la porta a chiave, ti aspetto in aula. Prese in mano la chiave e la lista degli ingredienti cercando quelli non depennati. Mentre la luce della sua bacchetta illuminava le varie fiale con le rispettive etichette, essa si dipanò anche sulla chiave che aveva ancora in mano e che brillò per una frazione di secondo. La chiave della porta del'armadio degli ingredienti di pozioni. Solo a pensarlo si era eccitato. Anche se un po' si sentiva in colpa nei confronti di Maximiliam. Non era tradirlo, in fondo. Era essere solo scaltri. Non l'avrebbe mai usata se non in un momento di vera necessità. Peccato non conoscere l'incantesimo per duplicare gli oggetti. Astriiiiiid! Quella volta non si preoccupò di alzare la voce. Intanto tieni! le diede l'essenza di belladonna e le due piume di jobberknoll. Geminala! Allungò la mano con il palmo aperto verso l'alto con al centro la chiave. E non stare a dirmi che sei una Caposcuola e queste cose non le fai. Ci servirà. Con tutti questi Mangiamorte alle calcagna dobbiamo essere pronti a tutto. Un clap clap per il suo bellissimo discorso da rivoluzionario. :riot: Gliela lasciò sul tavolo, tornando a prendere le altre fiale mancanti, sempre alla luce del suo Lumos, per poi portarle tutte dalla figlia di Godric. Dovrebbero essere tutte. Le mise delicatamente dentro la sua tracolla, per poi riprendere la chiave da sopra il tavolo e tornare a chiudere l'armadio. Chissà sa l'aveva geminata mentre lui era distratto dalle fiale. Torniamo, gli altri avranno già preparato tutto. Chiuse lentamente la porta dell'aula di pozioni alle sue spalle, guardandosi furtivamente in giro. Quello sì che era un comportamento da veri Grifondoro.
     
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59 replies since 10/12/2012, 17:25   941 views
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