Quindicesima Quest

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  1. josslyn;
     
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    Gli eventi si consumarono velocemente, e nella testa di Josslyn un campanello d'allarme trillava fin dalla domanda scomoda del Jack. Ogni goccia di sudore che imperlava la fronte del giocatore "di casa" dava la certezza alla strega bionda che quello che stava cercando era importante: troppo importante per finire nelle mani sbagliate.
    Smise di domandarsi chi fosse l'uomo che le sedeva accanto quando il Jack abbandonò improvvisamente il tavolo, seguito a ruota poco dopo dal mazziere. Quel cappello poggiato sul tavolo.... non vi volle molto per capire che avesse qualcosa di strano, e la mangiamorte non fu l'unica a rendersene conto quasi immediatamente.
    Tre persone scattarono in postazioni diverse, Josslyn si appiattì contro il muro che si trovava circa due metri dietro la sua sedia per evitare la nebbiolina rosa che circondava l'atmosfera attorno al tavolo.
    L'uomo fu il primo a partire all'inseguimento del Jack lanciando un tavolo in direzione delle due donne rimaste nella stanza: la donna con la cicatrice lo scaraventò altrove, dando così alla bionda un vantaggio non indifferente. Senza proferire parola, com'era solita fare, Josslyn Lloyd con la bacchetta sguainata seguì quello che non poteva immaginare fosse l'ex auror William Dell Ramirez, a sua volta impegnato nell'inseguimento del Jack. Chiaramente doveva arrivarci prima lei dall'uomo che deteneva il segreto che cercava, e avrebbe fatto l'impossibile per evitare ad altri di sbarrarle la strada.
    «Incarceramus!» sentenziò fredda alle spalle dell'uomo, quando finalmente entrò nel suo raggio visivo: voleva incatenarlo per bloccare la sua corsa e se ci fosse riuscita lo avrebbe stordito con uno schiantesimo, o peggio.... gli avrebbe tappato la bocca per sempre se avesse potuto!Ma non aveva tempo da perdere, il suo vero obbiettivo era scappato avanti, e doveva portare l'informazione al ministero, costi quel che costi. Non c'è nulla in grado di fermare Black Mamba nelle sue missioni, forse soltanto la morte il giorno in cui sarebbe arrivata davvero. Già una volta aveva scampato il sonno eterno, così da darle l'illusione di essere la donna più letale del mondo. Prima di occuparsi dell'ex auror sotto polisucco, c'era prima una grossa curiosità che voleva soddisfare, e nella sua testa si formò una precisa frase mentre guardava le spalle dell'uomo che aveva intenzione di colpire.
    Avanti, dimmi chi sei brutto bastardo. Chi sei veramente.
     
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  2. *Il Cappellaio*
     
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    Dell ruzzolò oltre una spessa tenda rossa, posta dietro il paravento, le gambe immobilizzate dall'Incarceramus di Josslyn: muoversi per primi aveva i suoi pregi, ma anche difetti. La testa colpì duramente il pavimento, mentre un senso di stordimento iniziava a pervaderlo...ma era davvero a causa dell'impatto?

    Cordelia emerse oltre al muro di fish e carte scagliate ovunque, lanciandosi all'inseguimento quasi fianco a fianco della Mangiamorte, oltrepassando i tendaggi con un balzo.

    Quello che entrambi videro, fu davvero, davvero, insolito.

    Il Jack stava in piedi in lontanaza, una sagoma di ombre grigio e nere a circa tre metri dal suolo; al suo fianco, due globi di luce bianca levitavano a mezz'aria, e attorno ad essi due coppie di anelli ruotavano rapidamente. Luce, ombra, luce, ombra, ogni volta anticipate da un singolare crepuscolo... era ipnotico.

    La stanza era enorme, potevano essere almeno venticinque metri quelli che separavano l'uomo dai tre giocatori: una enorme campo di sfida, ove le regole erano le stesse, eppure radicalmente cambiate. Una grossa bilancia si stagliava dietro Il Jack, di quelle a contrappeso, ma insolita quanto l'intera... scenografia: un piatto solo ne bilanciava tre, ed un complicato sistema di pulegge confrontava il piatto solitario con il più pesante degli altri tre.

    "Bentornati, la partita può riprendere ora!" Il Jack alza la mano, rivelando due carte da gioco coperte. "Che aspettate? Il destino mischia le carte, ma è il giocatore che gioca la partita! Forza, le carte sono sul tavolo o meglio, sul campo da gioco: scatola dorata, carta fortunata. Scatola di cartone, la carta avrà poco valore. Ahahahahah!" Tre saette verdi sibilarono a fianco dei tre giocatori, uno scoppio che seguiva ogni colpo. I tre si gettarono di lato istintivamente, per poi osservare con più attenzione dove si trovavano.

    Di fronte a loro una balaustra divideva da un salto di cinque metri verso il basso, dove si trovava una sorta di palestra da pallacanestro: al posto delle familiari linee e dei canestri, oltre ad il Jack ed il suo folle armamentario, v'era una sorta di labirinto di muri dalle varie altezze e materiali, dal legno al cemento all'acciaio, incroci, feritoie, finte pareti, gincane tra tronchi movibili e liane pendenti dal soffitto che oscuravano la vista.

    E fra tutto questo, vi erano grosse e appiattte scatole: da quel che potevano vedere ad un'occhiata, due erano dorate, tre dal colore argento e un'altra decina erano semplice marrone chiaro. In quel momento non lo sapevano, ma contenevano delle semplici, eppure catartiche, carte da gioco.

    "Ed ovviamente, non sconrdatevi di puntare: chi si aggiudica la mano, vince l'intero montepremi!" Una specie di pergamena scivolò dalla figura de Il Jack al piatto della bilancia, che si piegò inspiegabilmente verso il basso di almeno un quinto dell'altezza possibile: l'aggiunta di un sacco di fish sonanti lo spostò un poco più verso il basso, ma non quanto ci si sarebbe aspettato. Potevano esserci duemila galeoni in fish là dentro!

    Ben ritrovati, apprezzo la solerzia dei vostri post! XD

    Bene, vi siete ritrovati in una vera follia di luogo: l'atmosfera è quella di uno dei capannoni labirintici pieni di roba che si vedono nei film d'azione, dove protagonisti e cattivi generalmente si sparano o prendono a cazzotti, ma creato per l'occasione e lo scopo.
    La cosa è più folle se pensate a tutto come ad una partita a poker, ed al fatto che il gas rosa è un mediocre allucinogeno, capace di trasformare la realtà in follia ai vostri occhi. I raggi verdi? Forse erano semplici proiettili. Il Jack? E se fosse una mera illusione? La bilancia magica? Che diavolo è?

    Quel che sembra chiaro è che la partita deve proseguire. Innanzitutto, dovete recuperare due carte presenti sul campo da gioco (una a post!), nascoste nelle buste sparse ovunque. Puntare a quelle dorate vi darà più probabilità di avere una buona mano iniziale, ma anche di dovervi affrontare fra voi per ottenerla. Ma la sorte potrebbe cambiare, durante la partita. E non è tutto.

    Dovete mettere sul piatto una puntata pari a quella del Jack, e di volta in volta, pari alla puntata più alta fra voi: le fish non le avete più, dite? Poco male: potrete puntare qualsiasi cosa. Anche se non l'avete qui. Dalle cose più astratte come la vostra libertà, od onore, o sanità mentale, fino alle cose più concrete: il vostro intero corpo, i vostri ricordi, i vostri averi a voi cari. Sono solo esempi, vale ogni cosa. Più alzate la posta, più rischiate di perdere ma obbligherete gli altri ad alzare la posta... e qualcuno potrebbe decidere che il gioco non valga la candela e uscire di scena. Perdendo ciò che ha puntato, ovviamente.

    Importante: ribadisco che saper giocare a poker non conta. Infatti, a seconda dei vostri post, da quanto sarete "scaltri" rispetto agli altri giocatori, darò carte più o meno favorite, ed estrarrò poi come carte comuni carte più favorevoli. Deciderò io l'esito di eventuali scontri per arraffare una carta, e non è difficile pensare che vorrete mettervi KO per impedirvi di giocare. Più furbi e originali siete nel gestire la situazione e scontrarvi fra voi, più sarete favoriti nella "partita". Vi comunicherò le carte privatamente ma non saprete le carte altrui, quindi non saprete se state vincendo o perdendo tutto. A tutti spiegherò via MP in una scala da 1 a 10 quanto sta vincendo, "traducendo" le carte nel vantaggio acquisito in base ai vostri post. Dell, sai di avere un 5 su dieci (1 = perdi sicuro 10 = vinci sicuro) ma come saranno le altre, a 2 o 7? Ma potete sempre tentare di vincere facendo una puntata che, credete, non verrà raggiunta da nessun altro, vincendo automaticamente il piatto.

    Proprio così. Dell, metti sul piatto la tua libertà? Se vince Josslyn, uscendo dal locale ti ritroverai ammanettato da lei.
    Cordelia, metti in gioco la tua volontà? Se vince Dell, una maledizione ti colpirà obbligandoti a fare qualsiasi cosa che lui desideri.
    Josslyn, metti sul piatto il tuo Marchio Nero? Se vince Cordelia, potreste trovarvi improvvisamente a ruoli invertiti, chissà!

    Per cui, pensate bene a quello che state puntando. Non sarà definitivo o per sempre, probabilmente, ma influenzerà le vostre prossime giocate on-gdr. Valuterò personalmente ed obiettivamente le vostre puntate traducendole in numero e dando il "totale del piatto" di ognuno: nel post successivo dovrete raggiungere la puntata più alta per rimanere in gioco (eventualmente potete chiedermi valutazioni pvt via mp prima di postare). Non siete obbligati a puntare la stessa cosa: la libertà di Cordelia potrebbe valere molto di più di quella di Josslyn. Chissà.

    Iniziamo dal primo giro di post con:

    -descrivete l'entrata nel campo da gioco ed il recuperare una prima carta (UNA!)
    -descrivete una prima puntata per raggiungere il "minimo" già puntato da Il Jack. Quanto vale, non lo sapete, per ora buttatevi!


    IMPORTANTE: chi primo posta primo "agisce" e gli altri dovranno adattarsi. Ovviamente, nulla vieta che il secondo a postare descriva il tentativo di rubare una carta all'avversario... o metterlo fuori gioco, magari. E' la resa dei conti, fate ciò che ritenete appropriato per vincere. Ma ricordate che temporalmente il primo a postare agisce per primo.

    Scadenza post: lunedì ore 23.59
    Prossimo post mio: martedì mattina (darò nel post il valore della vostra puntata, via MP la prima carta e le tre comuni, assieme ad un numero da 1 a 10 che esprime l'attuale possibilità di vincere)

    Come vedete, la partita andrà avanti finchè qualcuno continuerà ad alzare la posta e per almeno altri tre post quindi non posso valutarne la fine esatta :) si continuerà a "carte ferme" finchè tutti e tre non avrete raggiunto la stessa posta, a quel punto darò la 4 carta 8e via di nuovo) e la 5 (e via di nuovo).

    Se avete QUALSIASI DUBBIO scrivetemi via mp o Facebook :)


    SE AVETE BISOGNO DI MAGGIOR TEMPO PER POSTARE PER AVERE SPIEGAZIONI SU COSA DOVETE FARE, NO PROBLEM BASTA CHIEDERE!!!! :)
     
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    C'è troppa sconfitta in quel modo d'amare.

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    Cordelia atterrò prontamente oltre il separè, la bacchetta stretta in pugno, sul volto un'espressione di estrema concentrazione. Che diavolo stava succedendo? Era sicuramente preparata all'azione, se l'era ovviamente aspettata, ma tutto era apparso così improvvisamente surreale.
    La voce del Jack appariva lontana, come la sua stessa figura, anch'essa distorta - insieme al resto dell'ambiente - a causa degli effetti di luce provocati da qualcosa di non bene identificato. Cordelia strinse gli occhi per vedere meglio il lato opposto di quell'enorme stanza: qualcosa di altrettanto enorme si ergeva dietro l'uomo, una bilancia forse? Era veramente imponente.
    Riuscì comunque ad osservare meglio il tutto solo dopo essere stata sfiorata da un razzo verde e sibilante che la fece scartare istintivamente di lato; da quella posizione poteva esaminare almeno tutta la zona nei dintorni del Jack, e gran parte della zona sulla destra. Era veramente un luogo surreale, in cui Cordelia si sarebbe persa a fantasticare se la situazione fosse stata un'altra.
    "...Le carte sono sul tavolo o meglio, sul campo da gioco..."
    Cordelia drizzò la schiena impugnando meglio la bacchetta, lanciò sguardi furtivi agli altri due mentre si avvicinava lentamente di un paio di passi alla balaustra davanti a lei, al di sotto della quale si intravedeva un ambiente austero e intricato, nel quale probabilmente si sarebbero trovate le carte in questione.
    "Ed ovviamente, non sconrdatevi di puntare..."
    La maga lo ascoltava ormai distrattamente, con uno scatto si lanciò verso quel baratro, con l'intenzione di farla breve: avrebbe afferrato la prima carta trovata, al diavolo tutte quelle smancerie. Con un ampio salto Cordelia saltò nel vuoto, non era un'altezza eccessivamente notevole, ma un minimo movimento sbagliato avrebbe potuto comprometterla drammaticamente.
    "Morbido cadent."
    Se la cavò con una rotolata e un brusco arresto contro una parete di legno ricoperda da liane e piante rampicanti, il tutto accompagnato da un grugnito di disappunto. Si sollevò immediatamente in piedi, non aveva idea di dove fossero i suoi due avversari, né quanto vantaggio potesse avere su di loro, sapeva solo che era stata la prima a scattare, e che doveva essere la prima a raggiungere le carte. Si guardò intorno: era circondata da un rettangolo di muri, il più basso doveva misurare all'incirca tre metri, doveva scavalcarlo, uscire da quello spazio angusto. L'idea giunse improvvisa e perfetta, Cordelia sorrise fra sé e si aggrappò con tutto il suo peso su una liana che appariva più robusta delle altre. Con ampi e agili movimenti, la maga si arrampicò fin sulla cima del muro, rizzandosi in piedi sul bordo e dando un'occhiata al paesaggio che si vedeva dall'alto. Quello in cui il Jack li aveva mandati era un vero e proprio labirinto, di quelli fitti e incredibili che si vedono di solito nei film, ecco, Cordelia rimase per un momento a bocca aperta a contemplare quello spettacolo; poi improvvisamente i suoi occhi si posarono su qualcos'altro. Una grossa scatola argentata a circa 10 metri più in là rispetto alla sua posizione, le parole dell'uomo le balenarono nella mente disegnando un altro sorriso sulle labbra di lei: "scatola dorata, carta fortunata. Scatola di cartone, la carta avrà poco valore." Dunque l'argento era una via di mezzo, poco male, un buon compromesso per essere la prima carta trovata nel suo campo visivo.
    Non pensò, Cordelia, non perse neanche un attimo, si lanciò in un lungo salto verso il muro che circondava il passaggio sotto di lei, lo avrebbe attraversato così, quel labirinto, saltando di muro in muro, in modo da avere sempre una visuale abbastanza chiara del percorso da seguire.
    Col fiato corto e l'adrenalina che le bruciava nelle vene, Cordelia atterrò sull'ultimo muro prima del suo traguardo, già pronta a gettarsi sulla scatola. Qualcosa però accadde troppo velocemente perché la donna potesse evitarlo. Il muro su cui atterrò non rimase fermo al contatto con i suoi piedi, piuttosto traballò per qualche terribile momento prima di accartocciarsi pericolosamente su se stesso. Cordelia tentò invano di afferrare qualche liana, ma infine dovette arrendersi e osservare la scatola argentata scorrerle davanti agli occhi mentre sprofondava in un'improvvisa voragine nel suolo.
    Il terreno smise di crollare qualche secondo dopo, lasciando Cordelia su un cumulo di cartone e foglie affondato in un tunnel sotterraneo. Era buio, il varco da cui era sprofondata si era richiuso chissà come o perché, lasciandola in balia del nulla, senza neanche più il minimo punto di riferimento.
    "Dannazione! Lumos..."
    Lo spazio che venne illuminato era angusto e stretto, troppo stretto per impedire a Cordelia di avere un attacco di claustrofobia. La maga cominciò a tastare ogni parete in cerca di un passaggio, dopo diversi tentativi riuscì a percepire un suono diverso colpendo una delle pareti: un suono più acuto, meno sordo, c'era qualcosa lì dietro. Non ci pensò due volte, cominciava a mancarle il fiato.
    Si appiattì contro il muro opposto tentando di lasciare spazio sufficiente per evitare i detriti, e...
    "Bombarda!"
    Il fragore fu assordante e parecchie scaglie le volarono addosso provocando lievi graffi sulla sua pelle, ma almeno si riuscì a creare un varco. Cordelia vi si precipitò dentro seguendo il percorso nascosto in quei sotterranei, riuscendo infine ad emergere alla luce, di nuovo, respirando aria pulita. Si arrampicò un'ultima volta lasciandosi andare a terra per riprendere fiato, si contrasse infastidita sentendo qualcosa di scomodo sotto alla sua testa. Si alzò, sospirando irritata e quello che vide fu a dir poco sconvolgente: una scatola dorata era lì di fronte a lei, attraente come nient'altro poteva esserlo in quel momento. Cordelia la afferrò rapidamente, aggrappandosi di nuovo ad una delle liane che pendevano sulla sua testa, si tirò su arrampicandosi fino alla balaustra da cui si era calata prima, quanto tempo era trascorso? Si sedette sulla balaustra stessa, poggiando la scatola sul suo grembo, fiera e soddisfatta.
    "Punto la mia villa, con mobili e animali domestici inclusi."
    Pronunciò le parole a voce alta, scandendole bene e assumendo un'aria sicura di sé: la prima carta non poteva essere così pessima.
     
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    I’ll honour my sword to serve right ideals and justice for all

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    Sbattere la testa a terra non ci voleva e non appena mi girai per vedere chi delle due stronze mi aveva legato i piedi chissà per quale motivo sapevo già che era stata la mangiamorte, la sua espressione mi irritava. Con un finite mi liberai le gambe alzandomi in piedi velocemente per non farmi colpire da qualcos'altro e di certo non mi aspettavo di sentirmi così tremendamente confuso. Mi dovetti fermare qualche secondo chiudendo gli occhi cercando di capire cosa mi stesse succedendo e non appena li aprì quello che vidi davanti a me fu la conferma che non stavo affatto bene!
    Il Jack si trovava semi nascosto tra luci ed ombre, ma quello che più aveva attirato la mia attenzione era la bilancia, probabilmente quei tre piatti erano per noi vero? Perchè non potevamo fare un inseguimento normale, no. Mi preoccupai enormemente di quello che mi sarebbe toccato fare adesso, soprattutto perchè le mie avversarie non erano assolutamente da sottovalutare.
    "Bentornati, la partita può riprendere ora!"
    Lo guardai con un espressione stranita mentre continuavo a stringere tra le dita la bacchetta pronto per qualsiasi evenienza e...le parole che seguirono dopo poi giustificarono apertamente la mia preoccupazione. L'avevo detto io che quello si divertiva un mondo e non ebbi nemmeno il tempo di dire qualcosa dato che dovetti evitare un raggio verde!
    Evitandolo ci trovammo ad osservare che oltre ad una balaustra c'era un labirinto di muri di ogni genere dove avremmo dovuto giocarcela! Mi sentivo tanto un animale liberato dalla gabbia e mandato contro le altre bestie. Ci stava manipolando, si divertiva e ne godeva e la cosa di certo non faceva altro che mandarmi su tutte le furie. Ma non potevo pensare al come adesso, in qualsiasi modo dovevo ottenere ciò che lui sapeva nella speranza di fare un passo in più verso la nostra rinascita!
    Feci quindi un respiro profondo guardando oltre la balaustra per poter studiare il campo, grosso errore studiare troppo la zona? Perchè una delle mie avversarie non perse tempo e si lanciò sul campo come se niente fosse.
    Prima di seguirla a ruota mi voltai verso Jossylin sorridendole puntando immediatamente la bacchetta contro di lei per lanciare un incanto.
    "Elettro!.....Ramirez ti saluta! ;)"
    Nel giro di forse una ventina di minuti l'effetto della polisucco sarebbe finito per cui glielo rivelai solo per poter ammirare la sua faccia. Chissà magari si sarebbe divertita e infuriata a starmi dietro sapendo chi ero davvero e ciò poteva aiutarmi? Forse, avrei cercato di vincere io ovviamente, ma era sicuramente meglio una vittoria della finta consorte Harris che della mangiamorte se proprio dovevo scegliere.
    Non c'era da perdere altro tempo, per cui, saltai anch'io giù attutendo la mia caduta col Morbido cadent che mi fece atterrare, senza farmi troppo male, contro un muro abbastanza solido. Aspettai un paio di secondi prima di riuscire ad alzarmi e avere la padronanza del mio corpo e ciò che avevo attorno. Non avevo visto nessuna scatola sfortunatamente, ma la consorte Harris sembrava aver puntato qualcosa dato che saltava da un muro all'altro in bella vista verso chissà che direzione. "Ottimo...Deseteribus!"
    Grazie a questo incanto ora ero parzialmente invisibile così da poter inseguire Harris ancora più facilmente, guardandomi stavolta sempre le spalle nel caso Joss avesse la mia stessa idea.
    Non fu difficile seguirla, sembrava una scimmia ammaestrata da circo e seguendo i muri vicini al suo percorso corsi in sua direzione per beccarla e fermare la sua corsa prima che potesse prendere la scatola localizzata da lei, ero pronto per scagliarle l'incantesimo per bloccarla magari a mezz'aria e prenderle la scatola, ma la caduta di un muro creò sotto di lei una voragine che la fece cadere chissà in quale luogo angusto! Ovviamente che fine avesse fatto poco mi fregava, la caduta di quel muro rivelò la scatola d'argento, per cui mi lanciai contro prendendola tra le mani per poi girarmi al volo e lanciare un Engorgio contro al muro che avevo alle spalle nel caso mi fossi trovato la mangiamorte pronta a colpirmi con chissà cosa.
    Strinsi tra le mie mani la scatola rimanendo seduto dietro al muro pensando a che diavolo dovevo giocarmi dato che il Jack sembrava Zio Paperone, ma non appena sentì la voce della Harris alzai la testa vedendola tutta gongolante sulla balaustra! Ma che cazzo ci faceva lassù? La smaterializzazione funzionava? oppure la sotto c'era dell'altro...maledetta.
    Io non avevo case e mobili da giocarmi, era già tanto se ora non stavo in mezzo ad una strada, ma cosa c'era di più valore di una casa?...
    Ci pensai su un po' per poi mordermi il labbro inferiore e finalmente parlare.
    "Punto un mio ricordo..."
    In gioco c'erano chissà quanti galeoni che io non avevo, qualcosa di immateriale era la mia unica arma...esitai ancora qualche secondo iniziando seriamente a pensare a quanto mi avrebbe fatto male perdere il ricordo che volevo davvero giocare, mi sentivo male al solo pensarci, ma non avevo altra scelta in quel momento, mi dovevo sacrificare per chi amavo.

    CITAZIONE
    Incontro tra Dell e il Padre al matrimonio con Sarah

    4 settembre 2011, 10:00 A.M

    Sgattaiolai fuori da casa Ramirez come un fulmine. Solo Shai sapeva cosa stavo facendo così se mia madre andava nel panico almeno c'era lui a tranquillizzarla. Mi smaterializzai dietro la chiesa, nessuno doveva vedermi, nessuno doveva osare parlarmi. Dopo la cerimonia sarò disponibilissimo, ma adesso.........VOGLIO STARE SOLO.
    Entrai dal retro, e non chiedetemi come, ne il perchè, ma ad aspettarmi proprio li...c'era mio padre. Era li appoggiato al muro che mi guardava con la sua solita espressione indecifrabile con le braccia incrociate, come se sapesse già che sarei entrato da questa parte.
    "William, anch'io quando mi sono sposato con tua madre sono entrato dalla stessa porta lo sai?"
    E chi l'avrebbe mai detto che pure lui, l'uomo tutto di un pezzo, provasse agitazione e ansia, beh...alla fine era un essere umano anche lui.
    "Mi hai beccato...sono agitato."
    Era strano parlare così a Cesar, dato che mai e poi mai vantavo dei miei stati d'animo, ma tanto era inutile nasconderlo, ero stato beccato in fragrante. Mi avvicinai a lui appoggiandomi di fianco, stessa sua posizione.
    "Ti stai sposando, che cosa strana, eri l'ultima persona sulla terra che vedevo sposato sai? Ma alla fine, si...sono contento per te."
    Ero totalmente spiazzato, non sapevo cosa dire e mai mi sarei aspettato una risposta simile da parte sua. Ero...felice.
    "Grazie Papà."

    Magari visto all'esterno poteva essere un ricordo qualunque, di poco valore, ma quella breve chiacchierata con mio padre invece era stata uno dei pochissimi momenti in cui Cesar davvero era riuscito a vedermi come suo figlio e non come quel ragazzino ripescato all'orfanotrofio che combinava solo guai e non ascoltava mai, era davvero dura sapere che forse non avrei più ricordato qualcosa di simile...
     
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  5. josslyn;
     
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    Il Jack si stava rivelando un uomo capace di mille follie, a giudicare da quello che gli occhi della mangiamorte vedevano. Uno scenario degno di un concentrato di allucinazioni dividevano i tre giocatori dall'uomo con l'informazione segreta, ed una balaustra li separava da un salto di una manciata di metri, dove li attendeva un labirinto. Scatole, carte da poker.... silente come al solito, Black Mamba cominciò a ragionare sul da farsi. Le scatole color oro erano le carte migliori, e lei doveva averne una considerate le scarse abilità nel gioco. Fin'ora aveva perso solo una manciata di galeoni, chissà cosa avrebbe rischiato per quel gioco malato. Quel gioco a cui avrebbe giocato a costo della vita.
    Nel preciso istante in cui la bionda decise la sua tattica all'interno del labirinto, l'uomo decise di rivelarsi utilizzando un incantesimo: il corpo della bionda venne scosso da fitte scariche elettriche, e quel cognome continuava a risuonarle in testa. Ramirez... Ramirez... Ramirez... l'auror che le era sfuggito a Merlin's Wood la notte della conquista mangiamorte.
    Ci vollero pochi secondi per riprendersi dall'incantesimo (Josslyn non sa cosa sia il dolore, non urla mai per il male fisico, è abituata a subire i peggiori soprusi e ha reso la sua macchina una macchina) e per cominciare la sua folle corsa verso il pacco color oro.
    Differentemente dagli altri non utilizzò il morbido cadent, ma togliendosi la parrucca e rivelando così la sua identità all'intero guppo, salì in piedi dalla balaustra, e con uno scatto secco delle gambe saltò giù: cadde distesa e rotolandosi si alzò in piedi senza un graffio. Aveva fatto salti molto più alti nella sua carriera, non preoccupatevi.
    Decise di ignorare totalmente gli altri due di cui gl'importava relativamente poco: il suo unico e solo scopo era recuperare una scatola d'oro. Guardò i due muri che si ergevano ai suoi lati, e sorrise in maniera enigmatica. Dalla visuale dall'alto aveva calcolato perfettamente dove cadere, e in quale direzione procedere, per afferrare la scatola d'oro che si trovava a circa 35 metri dalla sua posizione attuale, a nord. «Guidami!» ordinò alla sua bacchetta che prontamente le indicò il punto cardinale. A quel punto procedere doveva essere un gioco da ragazzi per una come lei.
    Grazie ad un carpe retractum raggiunse la parte più alta del muro, per scoprire gli ostacoli che avrebbe incontrato lungo il suo cammino: apparentemente il percorso sembrava sempre uguale, quindi dopo aver segnato il muro con un Flagramus (per ritrovare il ritorno con facilità) cominciò a percorrere il labirinto.
    Mentre camminava con la bacchetta sempre diretta a nord, qualcosa le si aggrappò alla caviglia, facendole prudere la pelle scoperta. Era una pianta incantata e pian piano cominciò a risalire lungo il polpaccio, rendendole impossibile il movimento della gamba. «Diffindo!» la radice della pianta si squarciò apparentemente, per far riemergere due nuovi rami, che le aggrapparono entrambe le caviglie questa volta. Ovviamente Il Jack non avrebbe reso facile quella partita per i tre, la posta in gioco era davvero molto alta, e Josslyn Lloyd avrebbe voluto anche la sua testa dopo aver ottenuto l'informazione. E portare Ramirez alla mercè dei suoi auror le sembrava una succulenta vittoria. Ma restava quel piccolo problema con le piante incantate che avevano ormai quasi raggiunto le coscie della strega. «Incendio!» Un calore improvviso s'impossessò sei suoi arti inferiori, ma le piante cominciarono a bruciare. Strinse i denti, chiuse gli occhi sperando che tutto finisse in fretta, e non appena rimase soltanto cenere delle piante che l'avevano intrappolata, con un freddafiamma spense il fuoco che ardeva sulla sua carne e colta da uno scatto di rabbia improvvisa, lanciò un bombarda sul muro poci distante. Dopo la rottura del muro scoprì che quelle erbacce erano quasi ovunque e non poteva farsi rallentare così da un trucchetto così stupido: con l'apposito inantesimo, trasfigurò il suo abito da donna per bene in un pantalone di jeans nero ed in una maglietta color pelle di cammello dal taglio molto pratico. Incendiava le piante che somigliavano alla precendente che l'aveva attaccata, quando finalmente intravide la scatola color oro. Con un ghigno divertito fece per raggiungerla, ma un esemplare di quelle maledette piante, arpionò la scatola per trascinarla sempre più lontano ed ad uno velocità sempre maggiore. Digrignò i denti infastidita dall'ennesimo colpo di sfortuna, quando le offerte degli altri due giocatori arrivarono: non aveva tempo da perdere, le serviva una nuova scatola da acchiappare.
    Si voltò velocemente e salì sul primo muro aveva vicino: due scatole di cartone si trovavano a pochissimi passi da lei e poteva raggiungerle senza nessuna difficoltà, ma non aveva certamente voglia di partire perdente fin da subito. Così, uno specchio uscito da chissà dove attirò la sua attenzione: cos'era? Si avvicinò cauta prima di vedere la sua immagine riflessa... era un'immagine diversa non apparteneva a quella della donna spietata che vi si specchiava. Era Beatrix Kiddo sorridente e rilassata mentre poggiava le mani sul ventre in attesa: la figlia che lei e Bill aspettavano prima dell'inizio di tutta la scia mortale che si portava dietro. Fissò quella figura, la fissò con rabbia, dolore, delusione.... chiuse gli occhi per un istante e quando li riaprì una nuova immagine aveva preso il post della biondissima Beatrix sorridente. Era lei, Josslyn Lloyd con la bacchetta che grondava sangue in una mano, ed una scatola argentata nell'altra. Cosa voleva dire? Cosa le stava comunicando quel dannato specchio E soprattutto, esisteva realmente o era solamente frutto di un'allucinazione? Si voltò per ritrovare quell'immagine, adesso visiva. Beatrix Kiddo era d'avanti a lei spaventata si manteneva il ventre gravido... Josslyn Lloyd comprese.
    «Riddiculus!» il molliccio emise uno strano suono prima di trasformarsi nella scatola argentata che aveva visto nello specchio, la bionda l'acchiappò al volo prima di intraprendere la strada del ritorno, fino al muro segnato.
    «Metto in gioco la mia fertilità, il mio ricordo di maternità e l'intero contenuto della mia Camera Gringott.» quelle offerte le procurano un dolore immenso: se solo avesse perso quel ricordo che la legava al suo cuore umano, cosa ne sarebbe rimasto di lei?
    Solo l'involucro che portava in giro la sua anima nera e solitaria, solo la macchina della morte che adesso mostrava fiera il marchio nero a tutti i presenti.
     
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  6. *Il Cappellaio*
     
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    Il Jack ride, osservando divertito i tre correre come topi nel labirinto. In gran parte, gli ostacoli che incontrano sono mere allucinazioni indotte, altre volte sono veritieri, ma alterati dalle loro percezioni. Il Jack estrae le tre carte, che vengono magicamente ingrandite ed innalzate sulla parete retrostante, illuminate dalle sfere di luce semoventi.

    Un nove di cuori, un asso di picche, un jack di fiori.

    Il Jack ride, osservando le carte in mano, per poi rivolgersi ai giocatori: "Suvvia ancora una carta manca nella vostra mano! E credo proprio vi servirà... l'asciugamano ahahahahah!" Il Jack agita la bacchetta, muovendo alcune valvole poste poco sotto di lui, a livello del campo da gioco. Con dapprima esasperante lentezza, e poi sempre con più impeto, tre fiumi d'acqua escono dai tubi per riversarsi nel campo da gioco.

    Ora i giocatori avrebbero dovuto muoversi, se volevano ottenere una carta: non sarebbero rimaste molto intere dopo il contatto con il liquido!

    Eccoci qui!

    La partita va avanti, ma non partirà ufficialmente finchè non avrete tre carte in mano.
    Inoltre dovrete sempre superare il piatto de Il Jack e per rimanere in gioco eguagliare la posta più alta al momento.

    Le puntate in gioco al momento sono:
    Il Jack: 15
    Cordelia: 5
    Dell: 8
    Josslyn: 9

    Le vostre carte come pure le possibilità di vittoria le avete via MP.

    -Descrivete il recupero della seconda carta affrontando l'inondazione
    -Puntate qualcosa per arrivare almeno a "15" di valore di puntata

    -Scadenza post: mercoledì ore 23.59
    -Prossimo post del cappellaio: giovedì mattina
     
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    C'è troppa sconfitta in quel modo d'amare.

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    Puntate coraggiose almeno quanto interessanti, quelle dei due ancora in mezzo al labirinto. Cordelia osservava, quasi compatendo, l'ormai palesata Mangiamorte, qualcuno avrebbe potuto chiedersi se lo meritasse davvero il dono della maternità, ma non era quella la sede né quello il luogo più adatto per porsi l'interrogativo. Era vero che lei non si era sbilanciata troppo nella sua puntata, aveva preferito dare la priorità agli altri, guardare cosa fossero disposti ad offrire per una posta in gioco del tutto sconosciuta. La situazione si faceva delicata, e Cordelia avrebbe dato il meglio in quel giro di puntate. D'altra parte, la carta che le era capitata era abbastanza buona da permetterlo, seppure avrebbe potuto rivelarsi inutile se la fortuna l'avesse abbandonata.
    Il suo sguardo correva attento dal Jack al labirinto, la maga era già alla ricerca dell'altra scatola. Stava puntando a quella dorata, ovviamente, ma non riusciva ad intravederne, pur avendo una visuale dall'alto. Possibile che ve ne fossero solo due? Anche in quel caso, poco male, riuscì ad adocchiare una scatola argentata a sinistra rispetto alla sua posizione, in breve tempo costruì un percorso mentale attraverso vicoli, passaggi e fogliame vario. Il tutto sarebbe finito in pochi minuti, stavolta era organizzata, non poteva permettersi altri muri cedevoli. Tutto sarebbe stato perfetto, se il dannatissimo Jack non avesse avuto la splendida idea di complicare ulteriormente la situazione.
    Cordelia osservò quei rivoli d'acqua innaffiare il campo da gioco, per tramutarsi poi in fiumi sempre più impetuosi. Il percorso veniva lentamente inglobato nell'acqua senza risparmiare nulla. La maga era scioccata. E' il caso di specificare che l'acqua non era il suo elemento preferito, non a caso gli incantesimi in cui riusciva meglio erano quelli di fuoco; l'acqua la destabilizzava, confondeva, opprimeva, inquietava. Si chiese se fosse il caso di rinunciare adesso, se fosse il caso di darla vinta, non solo ai due antagonisti nel gioco e nella vita, ma anche a se stessa. La parte orgogliosa di lei le gridava di non pensarci neanche, ma anzi di gettarsi in quella piscina e affrontare quell'ennesima sfida. Quante volte Cordelia aveva ascoltato quella parte di sé? Non importava, quella volta si sarebbe aggiunta alle precedenti.
    “Vestis...”
    Si alzò in piedi sul bordo della balaustra su cui sedeva, i suoi vestiti mutarono istantaneamente in un paio di pantaloni neri in pelle e un corpetto dello stesso colore e tessuto. I capelli la ricaddero sciolti lungo le spalle raggiungendo le gambe, niente più velo a coprire gli occhi, niente più trucchi, la cicatrice sul volto era ormai ben distinguibile, come anche il vecchio Marchio Nero sul braccio. Non si soffermò a guardare le reazioni dei presenti, se mai ce ne fossero state, si tappò il naso e si lasciò andare su quella piattaforma d'acqua che continuava a salire. Fortunatamente il livello era ancora abbastanza basso da permetterle di toccare il fondo con i piedi, cosa che la rassicurò per un breve momento. Non attese oltre, cominciò subito a nuotare verso ovest, il punto in cui doveva trovarsi la scatola adocchiata. Ora che il labirinto era per metà coperto dall'acqua era ancora più difficile attraversarlo, ad ogni bracciata Cordelia urtava qualcosa, che fosse un muro, un albero, una roccia, doveva cambiare la sua traiettoria ad ogni movimento.
    “Testabolla!”
    Al diavolo le nuotate, si stava giocando tutto, non c'era tempo per sfidare i propri limiti. Si immerse aggrappandosi alla cosa più solida che riuscì a toccare e una volta sotto si trovò davanti lo stesso paesaggio che aveva affrontato per raggiungere la prima carta, ma distorto e orrido. Tutte le liane che prima pendevano dal soffitto ora ondulavano con movimenti ipnotici come immensi tentacoli. Qualche pietra galleggiava qua e là, strani animaletti – incroci indistinti fra ragni e granchi – si arrampicavano indisturbati e furtivi lungo le pareti dei muri ora ricoperte di muschio viscido e scivoloso.
    Non ci mise molto prima di trovarsi in trappola, ancora una volta. La parete che le si parò davanti era enorme e scura, segno che il livello dell'acqua stava salendo sempre di più. Cordelia cominciò a tastare, spingere, prendere a calci l'unica parete che sembrava più fragile delle altre, ma non accadeva nulla. Si costrinse ad ingoiare il disgusto e immerse le mani nello spesso strato di muschio che ricopriva il muro, in cerca di qualche serratura o passaggio: non c'era tempo per tornare indietro e provare un'altra strada.
    La scoperta giunse piacevole alla mano di Cordelia la quale si apprestò a strappare via l'erbaccia gelatinosa dal punto in cui aveva tastato l'apertura: era davvero una serratura!
    “Alohomora...”
    La piccola botola nella parete si aprì, Cordelia si spinse indietro per lasciar muovere lo sportello, il quale non rivelò altro che un tunnel buio e apparentemente vuoto. Si avvicinò per guardare meglio, ma quando fu a pochi centimetri da quel varco qualcosa sbucò improvvisamente fuori emettendo un terribile suono metallico. Non era ben chiaro cosa fosse, il viso di quella creatura era a metà fra quello di un basilisco e quello di un leone, strano da immaginare, ma era proprio così! Il corpo lo aveva sicuramente ereditato dal basilisco, dato che continuava ad uscire dal buco nella parete come un enorme serpente urlante. La maga si gettò istintivamente di lato, inorridita, ma la cosa sembrava percepire ogni suo minimo respiro, si voltò subito dirigendosi verso la posizione della donna, la quale tentava di arrampicarsi lungo la parete scivolosa per raggiungere l'aria.
    Fu la disperazione a decidere al posto di Cordelia.
    “Confrigo!”
    Una vischiosa sostanza cominciava a ricoprire la parete su cui era stato lanciato l'incanto, Cordelia si spinse il più lontano possibile mentre la bestia, con un colpo distratto di coda urtò proprio contro il muro. L'esplosione fu notevole, Cordelia venne scaraventata contro una parete invasa dagli animaletti citati prima. Se li scrollò facilmente di dosso e cercò di schiarire la vista. L'incantesimo che le assicurava una permanenza serena sott'acqua era terminato, e ora giocava una lotta contro il tempo non solo per la carta, ma anche per i suoi polmoni. Riuscì a distinguere il lungo verme dirigersi ancora una volta verso di lei, adesso parecchio irritato, e quello che avvenne dopo fu assurdo quanto vero.
    Cordelia saltò in groppa all'animale, posizionandosi proprio dietro la sua testa, sull'enorme nuca, in modo da evitare qualunque tipo di attacco, affondò le unghie nella carne dura e spostò tutto il suo peso verso destra, per far voltare l'animale e dirigerlo verso il passaggio che si era aperto grazie al Confringo. Dopo le prime scosse di ribellione, la creatura si lasciò guidare dalle spinte della maga, la quale si trovò paradossalmente a cavalcare un serpente marino, senza più fiato nei polmoni, nel metto di un pericoloso campo da poker. La voragine che si era aperta con l'esplosione venne superata e, dopo non pochi sforzi, Cordelia riuscì a raggiungere la superficie in groppa alla belva.
    Lo scaraventò via con uno Stupeficium e si allontanò rapidamente nuotando verso la prima parete ancora emersa che riuscì a rintracciare. Si guardò intorno, a circa cinque metri da lei, sulla cima di un'altra parete prossima all'affondamento, giaceva in bilico la scatola argentata che Cordelia aveva mirato dalla balaustra. Non ci pensò due volte e cominciò a nuotare convulsamente mettendo in moto ogni muscolo del suo corpo; ma a poche bracciate dalla meta la scatola perse ogni bilanciamento e precipitò minacciando di sprofondare nelle acque.
    “No! Accio scatola!”
    Gesto sleale? No, disperato. Non poteva permettersi di perderla dopo tutto quel trambusto.
    Con il braccio marchiato teneva la scatola fuori dall'acqua, battendo i piedi si teneva a galla respirando pesantemente. Posò uno sguardo gelido sul Jack - dall'altra parte della sala, all'asciutto – lo sguardo era quello tipico della vecchia Syrion, colei che vive solo inseguendo i suoi obbiettivi; parlò a voce alta e chiara.
    “Punto la mia completa conoscenza magica, i ricordi della mia infanzia, tutti, e...”
    Si schiarì la voce, prendendo tutto il coraggio che riuscì a trovare.
    “La mia fuga... “
    Anni interi trascorsi a studiare, giorni e notti trascorse ad imparare il più difficile incantesimo, a studiare le tecniche più rare. Se Cordelia era ancora viva lo doveva solo al suo immenso bagaglio culturale, che ora rischiava di perdere. I ricordi dell'infanzia era quasi un sollievo darli via, magari avrebbe vissuto meglio senza il peso della malinconia. Per quanto riguarda la fuga... Era forse la cosa peggiore e imprudente che potesse fare. Avrebbe dovuto smettere di fuggire, se avesse perso, avrebbe dovuto accettare tutte le conseguenze delle sue azioni, da parte di Auror e Mangiamorte al contempo. Non era forse pazzia?
     
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  8. josslyn;
     
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    «Stupido ciarlatano.» sentenziò la bionda alle parole del Jack: quell'uomo le piaceva sempre meno, ma non doveva perdere di vista il suo vero obbiettivo, e soprattutto non aveva dimenticato chi fosse l'uomo che era con lei in quel gioco al limite del sadico. Si voltò alla ricerca di quello che presto si sarebbe rivelato anche fisicamente come William Ramirez, e con il sottofondo dello scosciare dell'acqua che stava riempendo "il campo da gioco" gli disse a voce alta, per farsi sentire «Non mi sfuggirai per sempre, Messico!» e senza indugiare oltre cominciò a studiare la nuova situazione che si stava verificando sotto i suoi piedi. Un particolare attirò la sua attenzione: la ragazza che aveva trasfigurato i suoi abiti in qualcosa di più comodo, sfoggiava ora un marchio nero identico al suo. Ma Josslyn non la conosceva, non l'aveva mai vista al ministero, non l'aveva vista alla festa a casa del Marchese... improvvisamente quella cicatrice sul volto era la risposta ai suoi quesiti. Aveva sentito parlare di quella donna e qualcuno doveva ricordarle che non si smette di essere un mangiamorte. Mai.
    «Testabolla!» prima di occuparsi dei due giocatori però, Black Mamba doveva recuperare una carta buona, e questa volta aveva decisamente bisogno di una scatola dorata. Se voleva quell'informazione doveva vincere e la puntata era anche troppo alta per potersi permettere di prendere sotto gamba quello stupido gioco. Maledì il momento esatto in cui non si presentò con un mandato da quell'uomo dove una grossa scritta rossa lo invitava a rivelarle tutto quello che la bionda voleva sapere: per quello che aveva capito, i mangiamorte avevano un potere molto ampio in quell'epoca d'oro per la magia, e Kyran non le avrebbe negato un pezzo di pergamena vergato con il mandato. Maledetta lei e la sua voglia di far tutto da sola, in barba alle comodità del caso. Adesso non solo le toccava prendere parte alla partita di poker più malata che si sia mai giocata, ma doveva anche mettere a repentaglio i suoi averi personali, ormai ridotti al minimo con l'offerta di prima.
    Si tuffò nell'acqua che ricopriva quasi totalmente il labirinto di poco prima, e con il testabolla aveva modo di muoversi liberamente e più a lungo. Andò dalla parte opposta rispetto alla ragazza, tutta quell'acqua avrebbe danneggiato le carte a lungo andare, e non voleva perdere futile in una sciocca gara per chi si accaparra per primo la scatola luccicante: avrebbe proseguito dalla parte opposta, e con tutta la sua conoscenza magica e non avrebbe fatto sua una buona carta. L'acqua non le sembrava limpida, contrariamente assumeva colori psichedelici passando dal verde petrolio al rosso mattone per poi venarsi di giallo canarino.... i colori si muovevano come luci al neon impazzite e le rendevano tutto più difficile. «Diffindo!» c'erano delle grosse edere che ondeggiavano nell'acqua e di certo non aiutavano con la visuale, per questo la bionda le tagliava al suo passaggio mentre scrupolosamente scrutava tutta la zona che la circondava. Inevitabilmente pensò a quello che si era giocata, e sentì un'esplosione di rabbia avvolgerle il petto al pensiero di una possibile perdita: non se lo poteva permettere. Non aveva più denaro da puntare, e non c'era niente che valeva tanto quanto quel ricordo per lei... c'era il suo tesserino da Vice Capo della S.S.M.A ma che valore aveva? Quanto sarebbe importato ai due traditori andare a capo dei nuovi auror e sotto Ares De Sade? L'uomo li avrebbe sicuramente uccisi, non conveniva nemmeno a loro. Josslyn si ritrovò a fare nuovamente i conti con il suo passato se voleva alzare la posta.. magari fino ad ottenere ancora di più con una possibile fortunata vittoria.
    Improvvisamente i colori chiassosi del'acqua mutarono in un nero profondo come la notte, non riusciva a vedere nemmeno le sue mani, i suoi piedi... sembrava di nuotare nel petrolio, e aveva la sensazione che una sostanza oleosa avesse avvolto tutto di lei. Si sentiva come se stesse effettivamente nuotando nell'oro nero ed anche i movimenti erano più difficoltosi, l'acqua era pesante, laida... nuotava a fatica, i movimenti erano flemmatici decisamente diversi dalla sua solita vitalità, ma non riusciva a fare diversamente. Proprio mentre stava per risalire sopra e cercare di capirci qualcosa, un paio di occhi rossi, apparentemente di un animale, le apparirono d'avanti e senza perdere tempo sentenziò l'anatema che uccide nella loro direzione senza ottenere nessun risultato evidente.... un paio di mani le arpionarono le caviglie tirandola giù con violenza, e nessun incantesimo scagliato otteneva risultato. La presa si fece più salda e Josslyn venne tirata giù velocemente fino ad emergere in un nuovo liquido, non più denso e nero ma rosso come il sangue. Era pieno di cadaveri laggiù, e la bionda riconobbe decine delle sue vittime raccolte negli anni... finchè un uomo riverso sul fondale attirò la sua attenzione... nuotò nella sostanza decisamente meno densa ma sicuramente più disgustosa (sembra acqua sporca di sangue) fino a raggiungerlo per girarlo... era il suo amato Bill. Allungò una mano verso di lui ma quando stava per sfiorarlo, quello sparì fino a rivelarle la seconda scatola argentata. Non aveva tempo da perdere, e se nel poker serve bluffare poteva benissimo farlo con due carte di medio livello. All'improvviso si ritrovò nel labirinto colmo d'acqua, e non era più profonda come prima... cosa le stava capitando? Cos'erano quelle allucinazioni? Senza tergiversare oltre si affrettò a raggiungere la superficie e la traditrice dei mangiamorte aveva ancora una volta alzato la posta. Cosa poteva puntare, adesso?
    «Punto l'amore che ho provato, ed il ricordo dell'uomo a cui era destinato. Punto il Voto Infrangibile che ho stretto con Sophie Fatale e la mia bacchetta magica.» così la bionda si spogliò di quasi tutti i suoi averi più importanti che le erano rimasti... cos'era una strega senza la bacchetta che l'aveva scelta?


    VOTO INFRANGIBILE CON SOPHIE FATALE, PNG
    La storia che univa Beatrix Kiddo a Sophie Fatale era vecchia di anni, ed era l'episodio che la bionda ricordava con più rammarico. Aveva ceduto al suo cuore umano, aveva perso. Era solo una bambina la francese quando la sorprese, mentre uccideva sua madre: Sophie Fatale, 10 anni era uno spettatore indesiderato e Beatrix Kiddo doveva eliminarlo, erano gli ordini di Bill. Nessuno doveva vedere, che si trattasse di un bambino o di chiunque altro. Ma la bionda non lo fece, bensì le intimò di prepararsi allo scontro: "Quando sarai grande, se la cosa ti brucerà ancora e vorrai vendicarti, io ti aspetterò."
    E la francese lo fece: si preparò al duello fino al compimento dei suoi 17 anni, quando la traccia magica era ormai un ricordo del passato. Un lunghissimo anno impiegò per trovare la bionda con la katana, che mantenne la sua promessa, l'aspettò. La piccola Sophie ebbe la peggio dopo pochi minuti, non poteva far nulla contro una strega del calibro di Beatrix Kiddo. E la bionda, ancora una volta ebbe pietà di quella ragazzina, e la sua pietà si manifestò sotto forma di un Voto Infrangibile: non ti ucciderò se tu risponderai ai miei comandi, ogni volta io dovessi averne bisogno. La francese accettò, forse mossa da spirito di sopravvivenza, e con l'aiuto di un Suggello (una guardia della Deadly Viper) divenne la pedina di Black Mamba.
    Ma Beatrix Kiddo era morta, questo era quello che tutti sapevano: si sentiva libera dal Voto Infrangibile, libera da quel mostro di donna senz'anima e senza cuore, che l'aveva resa schiava. Fino al giorno in cui, il patronus di un Black Mamba non andò a cercarla. Ed ora abitava con lei, in quella casa triste e solitaria, perchè la bionda aveva bisogno di lei: necessitava di un aiuto con il suo nuovo ruolo di Vice Capo della S.S.M.A. precisamente, aveva bisogno di una sottospecie di segretaria.... o più umanamente di una compagnia.
    La ragazza le ricordava la bambina che non aveva mai avuto, che le avevano strappato dal ventre... le ricordava che c'era sangue caldo nelle sue vene, le ricordava che nonostante tutti gli anni impiegati per diventare una macchina della morte, aveva ancora bisogno di compagnia umana.
     
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    I’ll honour my sword to serve right ideals and justice for all

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    Metto in gioco la mia fertilità, il mio ricordo di maternità
    Come poteva una donna mettere in gioco ciò che poteva avere di più caro? Quella donna mi faceva paura da quanto menefreghismo possedesse in corpo. Sembrava non avere razionalità, sembrava che qualsiasi cosa le togliessero lei potesse vivere comunque come se niente fosse, questa cosa mi terrorizzava davvero.
    Comunque era inutile stare a pensare con quali diamine di persone pazze stavo avendo a che fare, il Jack continuava a ridersela sotto i baffi e ciò iniziava seriamente ad irritarmi. Neanche mi trovassi ad un luna park, tutta storia era sempre più assurda e quella sensazione di stordimento fastidiosa, ma ancora non potevo mollare, non potevo permetterlo soprattutto se quella dannata informazione che teneva custodita con tanta cura sarebbe davvero servita per la mia causa.
    Non appena uscirono le carte e guardai la mia mi toccò fare un respiro profondo e pregare la dea Fortuna. Mettere così in gioco il ricordo di mio padre mi aveva seriamente avvilito e purtroppo la faccenda non era ancora finita.
    Mi rialzai in piedi notando che la donna misteriosa ora aveva mostrato il suo volto. Ora era tutto più chiaro. Quella donna voleva quella informazione per poter riuscire a trattare contemporaneamente con entrambi i fronti? Furba. Stavo quasi per andare verso di lei quando l'affermazione del Jack mi costrinse a voltarmi e vedermi venire incontro tre fiumi d'acqua impetuosa. Quei tre fiumi sembravano danzare uno attorno all'altro come un urgano, pronti a distruggere e colpire qualsiasi cosa con una forza incredibile! Non potevo stare a fissarli troppo anche se la scena ai miei occhi sembrava alquanto affascinante. Dovetti riprendermi e corsi verso il muro che avevo ingrandito giusto pochi attimi prima per potermici arrampicare il più fretta possibile. Se stavo la sotto sarei morto all'impatto era sicuro!
    "Carpe Retractum"
    Grazie a questo incantesimo riuscì a salire su quel muro salvandomi dall'impatto dell'acqua e proprio in quel momento vidi la mangiamorte che graziosamente ricominciava con le minacce. "Stanchi dopo un po'."...Minacce che in realtà riuscivano a destabilizzarmi data l'irrazionalità che presentava, ma ora come ora, data la mia momentanea sfortuna, dovevo solo concentrarmi nel trovare quella benedetta scatola dorata. Quella soltanto.
    Guardai l'acqua che lentamente aumentava ogni secondo che passava e portai una mano sulla testa infastidito nel capire che ciò che vedevo non poteva essere davvero reale. Si erano venuti a creare una marea di mulinelli che sembrava risucchiassero qualsiasi cosa ed attorno ad essi ombre scure minacciose giravano intorno pronte ad attaccare. Preso dal panico scagliai delle bombarde una dietro l'altra nella speranza di fermare qualsiasi cosa vedessi quando finalmente, galleggiare più in la vidi una scatola dorata che stava per essere presa da uno di quei mulinelli. Non potevo rimanere li a guardare ancora.
    Dopo essermi applicato la testabolla mi tuffai di testa nell'acqua iniziando a nuotare in quella direzione il più veloce che potevo mentre continuavo a guardarmi attorno evitando qualsiasi ombra vedessi, ma ovviamente non poteva essere così semplice, uno di quei mulinelli mi prese facendomi trascinare verso il fondo iniziando a vorticare. Vidi che quel mulinello era causato dalla buca che prima la fuggiasca aveva provocato cadendo così dovevo tapparlo in fretta per non venire soffocato la sotto.
    Lanciai un Wingardium Leviosa verso uno dei pezzi di muro che si erano distrutti riuscendo a trasportarlo verso quella buca giusto in tempo prima di finirci dentro. Ero stanco, ma quella scatola dorata doveva essere mia. Ero stato ferito al braccio sinistro dato che avevo preso in pieno quel sasso, così feci più forza con le gambe per tornare a galla e finalmente riuscire a prendere quella benedetta scatola lanciando immediatamente un Impervius per non rischiare di rovinarla e andando poi ad appoggiarmi verso un altro dei tanti muri presenti.
    Prima di puntare qualsiasi cosa, mentre respiravo a fondo fisicamente provato, ascoltai ciò che le mie avversarie avevano in mente di fare e non potevo far altro che rimanere sconvolto.
    Non riuscivo a capire se erano stupide, assolutamente menefreghiste di se stesse oppure troppo sicure di vincere. Fatto stava che non avrei MAI giocato la mia unica possibilità di rimanere vivo. Non avrei dato la mia conoscenza magica, la mia bacchetta....e nemmeno avrei mai avuto il coraggio, probabilmente, di puntare l'amore che provavo per Sarah.
    "Voi siete pazze."
    E me ne stupivo pure? una era un ex mangiamorte che sperava di rimanere viva giocandosi magia e libertà e l'altra era una puttana senza un briciolo di dignità. Almeno se non avessi vinto io sicuramente una delle due si sarebbe giocata la magia, a quel punto sarebbe stato inevitabile mettere fuori gioco la perdente. Senza magia non aveva molta possibilità di contrastare un incantesimo.
    In quel preciso istante, visibilmente incazzato, puntai lo sguardo verso quell'essere egoista per farci due chiacchiere prima di buttare la mia giocata.
    "Cosa mi assicura che l'informazione che hai vale davvero tutto quello che ci stiamo giocando?! Sei la sopra che ridi di come siamo ridotti. Di cosa siamo spinti a dare per qualcosa che nemmeno sappiamo esattamente cos'è. Voglio una dannata prova che quel che hai vale davvero tutto quello che offriamo."
    Qualcosa mi diceva che quel bastardo se ne sarebbe fregato delle mie parole, magari avrebbe riso ancora, magari avrebbe continuato il gioco facendoci giocare l'anima. Ero nel panico, non sapevo cosa fare, ne cosa puntare, se scappare da quell'incubo lasciando li forse l'unica speranza di ribaltare questo schifo di governo...dovevo ancora sacrificarmi.
    "Punto le mie origini. Sono stato adottato, ma è solo da qualche mese che so da dove vengo, chi sono i miei veri genitori e soprattutto che ho un fratello biologico. Beh, punto tutto questo sapere."
    Appoggiai la fronte contro al muro maledicendomi da solo per quello che avevo giocato. Finalmente che sapevo perchè ero stato lasciato in quel orfanotrofio stavo per perderlo per chissà quale informazione. Se avessi perso tutto, anche il ricordo di mio padre, non me lo sarei mai perdonato.
     
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  10. *Il Cappellaio*
     
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    "Signore, lei dimostra notevole savietà. D'altronde, anche a Poker si gioca per quello che c'è nel piatto, e non per le carte che si tengono in mano!" Il Jack agitò la bacchetta, recuperando la pergamena, pronunciandovi una formula sopra, per poi farla levitare sospesa a mezz'aria mentre questa si dipanava in decine di pieghe, contropieghe, e risvolte.

    "Conoscete il simpatico oggetto chiamato Mappa del Malandrino? Se credevate fosse unico nel suo genere, siete in inganno: da tempo ho recuperato questa interessantissima versione, che dipinge nero su bianco niente di meno che il Ministero della Magia... e tutti i maghi e le streghe presenti. Dal primo al decimo livello, ogni camera, sala e corridoio vergati con inchiostro magico."
    Il Jack ripiegò nuovamente la pergamena, riponendola nel piatto ma non senza averla prima risigillata con un altra formula.

    "Nei pochi istanti in cui l'ho tenuta in mano mi ha mostrato nomi interessanti: Abel McAdams, Ares deSade... devo continuare? Ahahahahah!" Il Jack si rivolse all'enorme bilancia posta dietro di lui.

    "Sembra che le vostre puntate siano finalmente allineate, e superino la mia... in effetti la nostra serpentesca ospite è leggermente più avanti, ma non scendiamo in sottigliezze: mi vedo costretto quindi a lasciare a voi questa manche, e coglierei l'occasione per voltare la quarta carta..." Il Jack puntò la bacchetta nuovamente verso la parete ed una Carta apparve a muro: un 8 di Quadri.

    "Bene: alzate la posta, o la bacchetta; lasciate la stanza o restate per vendetta; una carta soltanto vi separa dalla posta, alzate la puntata o attendete la... batosta!" Il Jack mosse nuovamente una leva, facendo scorrere l'acqua da alcune fessure alla base del pavimento. Il liquido aveva notevolmente lavato via la sostanza allucinogena, assieme agli incanti testabolla, e la stanza risultava esattamente quello che era: un labirinto di pareti, in gran parte divelte, con su di un lato un grosso tubo distrutto ed una voragine tappata con un pezzo di roccia della stanza. I mostri avevano lasciato spazio a liane ed altri oggetti semoventi, ma all'esatto centro della stanza, a tre metri d'altezza e sospeso da una fune, si trovava ora un grosso sacco di liuta illuminato da un faro.

    E sopra, a grandi lettere, recava la scritta "Gratis. Vale per tre chili di posta nel piatto". L'ennesimo gioco de Il Jack, che anche se fuori dalla mano di carte, alzava nuovamente la posta: il campo da gioco era un'arena, e le tre belve si sarebbero contese quel pasto. O almeno, così Il Jack sperava.

    In seguito alla valutazione delle vostre puntate da parte dei 4 esperti, ecco le situazioni delle vostre puntate totali:

    Cordelia: 18
    Josslyn: 21
    Dell: 18

    Per non proseguire all'infinito, essendo le puntate vicine ho svoltato la quarta carta. In ogni caso Josslyn mantiene la puntata alta, per cui se Cordelia e Dell vogliono restare in gioco, dovranno aumentare di almeno tre punti la posta... proprio quello che contiene il misterioso sacco al centro della stanza!
    Josslyn ovviamente può aumentare la posta nuovamente, o stare a guardare, riservandosi eventualmente di postare per ultima nella Quest.

    Ricordo che la sorte delle carte dipende dalla vostra furbizia ed originalità nel post, ed ovviamente il come cercherete di prendere il sacco verrà valutato in tal senso! XD

    Nel post NON potrete dare l'esito del recupero del sacco (anche Joss può tentare di prenderlo per distanziarvi ovviamente), sarò io a decidere chi lo afferra. Quindi potete non aggiungere nulla nel piatto per questo giro, ed attendere il mio post per capire meglio la situazione. In ogni caso, qualcuno non sarà in pari con la posta probabilmente, quindi prima del giro della quinta carta ci sarà sicuramente almeno un altro giro di post.

    Dopo il giro della quinta carta, ci sarà l'ultima possibilità di far salire la posta.

    Descrivete cosa fate in questa mano, tra cui:
    -Se cercate di prendere il sacco bonus per tre chili (punti) di puntata e come
    -Se interagite fra voi e come
    -Se alzate nuovamente la posta o se attendete / lasciate il vostro piatto com'è / vi ritirate

    Come sempre via MP avete i valori delle vostre carte e le possibilità di vittoria.

    -Scadenza post: venerdì ore 23.59
    -Prossimo post del Cappellaio: sabato in giornata
     
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  11. josslyn;
     
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    "In effetti la nostra serpentesca ospite è leggermente più avanti"
    Bastarono queste semplici parole per far scattare nella bionda mangiamorte la molla dell'astuzia. Se la sua puntata era di poco più alta, poteva benissimo starsene ferma con le mani in mano, sperando che i due rischiassero di più fino a puntare il prezzo più alto... anche se per una donna come lei, aspettare che gli eventi accadessero era un po' come nascondere la testa sotto la sabbia. Inutile.
    William Ramirez, aveva fatto una cosa sensata e di questo Josslyn gliene diede atto: domandare una prova sul contenuto di quella pergamena, o almeno rivelare di cosa si trattasse... e quando il Jack parlò, Josslyn decise che quella pergamena doveva assolutamente finire nelle mani giuste, ossia in quelle del nuovo ministero. Se avesse perso tutto (a partire dalla bacchetta magica!) difficilmente sarebbe riuscita a recuperarla nell'immediato, e soprattutto era certa che quella mappa fosse utilissima per scovare traditori, per tenere sotto controllo i dipendenti ministeriali e chissà, magari anche qualche malintenzionato intento ad aiutare i possibili traditori.
    Perciò, invece di starsene lì ad aspettare una reazione da parte dei due, partì veloce verso la direzione in cui ciondolava il succulento premio nel sacco: ovviamente anche gli altri due avrebbero tenuto d'occhio quella magnifica possibilità di alzare la posta evitando di giocarsi altri averi, altri ricordi... e Josslyn voleva che i due si avvicinassero, era quello il suo intento.
    «Incendio!» indirizzò l'incantesimo verso la fune che teneva sospeso il sacco, cercando di così di "riscaldare" ancora di più l'arena. Voleva che la fune bruciasse lentamente per far ricadere il sacco nel bel mezzo del campo dove i giocatori se lo stavano combattendo... forse li avrebbe anche agevolati con quel gesto chi lo sa.
    Gli occhi chiari vagarono alla ricerca dell'ex auror, e non appena fu a portata di bacchetta, il Vice Capo della S.S.M.A pensò bene di utilizzare finalmente quel trucchetto meraviglioso che il Capo le aveva insegnato. Richiamò alla mente il suo ricordo peggiore, forse per l'ultima volta se avesse perso quella maledetta partita.. Bill, la bambina la loro morte....
    «Expecto Maledictus!» la voce era quasi uno strillo rabbioso mentre richiamava dalla sua bacchetta lo spaventoso Cerbero di fumo nero che era in grado di creare. Sperava che quella bestia immonda tenesse impegnato Ramirez per un bel po', ma restava la ex mangiamorte da mettere fuori gioco.... per lei Black Mamba aveva pensato a qualcosa di diverso. Lasciò che il Cerbero agisse libero dal suo comando, magari sarebbe sparito così com'era arrivato in quello spazio, o forse avrebbe raggiunto Ramirez per fare il suo dovere di Dissennatore sotto forma di incantesimo. Questa volta la bionda puntò la bacchetta dritta sul suo marchio nero e sentenziò la formula nota a soltanto poche persone «Nuntius Silentis»
    Cordelia Syrion aveva abbondanto i suoi doveri di mangiamorte, quello che non avrebbe mai abbandonato era il marchio a fuoco sulla sua carne. Era in un raggio di chilometri sufficiente per permetterle di entrare nella sua testa per quella breve e diretta comunicazione....
    Uccidi l'uomo e vincerai
    Come l'avrebbe presa la strega? Come una nuova allucinazione? Come il suggerimento di un'altra traditrice del Signore Oscuro? Josslyn non sapeva cosa la donna sapesse di lei, sapeva soltanto che voleva metterla contro Ramirez. Non era un mago da sottovalutare, era posizionato piuttosto bene nell'ex gerarchia auror e se c'è un errore che Josslyn non aveva mai fatto in vita sua, quello era sottovalutare i propri nemici. Sperava così di ottenere tutto l'aiuto possibile dalla Syrion... ovviamente prima di occuparsi anche di lei a tempo debito.
    Ma restava il punto cardine della situazione: doveva vincere quella maledetta partita, doveva arrivare alla Mappa del ministero.... e non si sarebbe ritirata per nessun motivo al mondo.
    «Il Jack!» urlò alzando la bacchetta che sperava di impugnare per il resto della sua vita «Punto anche la mia intera collezione di armi giapponesi e la mia abilità di pozionista.» terminò poi restando vigile: non doveva dimenticare che gli altri due erano lì e potevano attaccarla da un momento all'altro.
     
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    I’ll honour my sword to serve right ideals and justice for all

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    Non appena il Jack mostrò, grazie a dio, ciò che davvero aveva in serbo per noi non potei fare altro che sgranare gli occhi incredulo. Non credevo che potesse davvero esistere un tesoro simile. Se, lontanamente, avevo pensato di ritirarmi e mandare al diavolo tutti quanti ora dovevo fare di tutto per avere tra le mani quell'arma potentissima. Quella mappa avrebbe fatto di noi auror una minaccia molto più agguerrita per i mangiamorte e non potevo sul serio permettere che capitasse nelle mani di qualcun altro. La faccenda si faceva sempre più seria e rimanere concentrati e vigili era la cosa più importante.
    In quell'istante poi, mentre il Jack continuava il suo illustre gioco, l'acqua scese di livello lasciandomi finalmente in uno stato molto meno confusionario rispetto a prima. Quella stanza ora era solo un ammasso di muri e detriti e probabilmente anche l'effetto della polisucco era ormai finito se non annullato per via dell'acqua che era sgorgata altrove.
    Ma non solo l'ambiente era tornato, apparentemente normale, ora, sospeso per aria c'era un sacco che portava una scritta che sembrava quasi un miracolo. Avrei dovuto avere quella posta, assolutamente, così da non dover più puntare qualcosa che mi avrebbe distrutto ulteriormente.
    Stavo per partire come un fulmine verso quel pacco salendo, nuovamente, sopra uno dei muri, quando quella stronza non fece cadere il sacco a terra rendendoci, forse, il gioco più semplice?
    Il problema stava che dovevo cercare di rallentare la ricercata così da poter arrivare primo.
    "DEFODIO!"
    Senza la possibilità di contrastarlo con un protego scagliai questo incanto ai piedi della mora creando una grossa buca sotto di lei nella speranza di rallentarla il più possibile. Successivamente, mi venne un'idea che potesse avvantaggiarmi. Mentre, in teoria, lei doveva essere impegnata a non sprofondare lanciai un incanto direttamente al pacco. "Deseteribus!"...Ciò avrebbe reso il sacco parzialmente invisibile nella speranza che la mia avversaria non lo vedesse mentre io sapevo esattamente la sua posizione. Col sorriso sul volto iniziai a correre il più veloce possibile verso il mio obbiettivo, ma...chi l'avrebbe detto che la magia oscura poteva davvero nascondere così tanti segreti meschini?
    «Expecto Maledictus!»
    Feci solo in tempo a voltarmi e alzare la bacchetta per utilizzare un protego, ma era stato solo fiato sprecato.
    Un cerbero gigantesco mi corse in contro senza lasciarmi la possibilità di fuga, mi agguantò alla gola costringendomi a cadere a terra in preda ad un dolore imparagonabile. Lentamente mi sentivo svuotare di ogni sensazione positiva, era come se l'anima mi si stesse spezzando e stesse per uscire dal mio corpo. Era orribile, avevo gli occhi spalancati al massimo non riuscivo a respirare e non sapevo nemmeno come contrastare una mostruosità simile!
    Provai con un Protego Horribilis, ma nemmeno quello riuscì a togliermi questo cerbero di dosso, fu infine la sensazione che mi faceva provare, simile a quella di un dissennatore, e il fatto che avesse un nome simile a farmi provare con la mia ultima speranza.
    In mezzo a tutta quella oscurità era difficile trovare un barlume di luce, ma come poteva una donna così orribile schiacciare il ricordo della nascita di Emily? Usai tutta la volontà che avevo prendendo forza dalle persone che amavo riuscendo ad evocare il mio patronus.
    "Expecto Patronum"
    Una lince argentata uscì fuori dalla mia bacchetta andando contro quel cerbero riuscendo quindi a contrastarla. A fatica riuscì ad alzarmi da terra fissando la mangiamorte con tutto l'odio che potevo provare nei suoi confronti, ma ancora non era finita. Avevo perso un sacco di tempo e in cuor mio speravo di essere ancora in gioco.
    Non sapevo se aveva o no parlato con l'altra avversaria, ma mentre cercavo di tirarmi verso il pacco semi-invisibile parlai con lei.
    "Prova a pensare a cosa faranno di te i mangiamorte una volta che non avranno più bisogno di te."
    Conciato in quel modo era già tanto se riuscivo ancora a parlare, così, allo stremo delle forze puntai la bacchetta contro il pacco nella speranza di vedermelo tra le mie braccia.
    "Accio sacco!"

     
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    C'è troppa sconfitta in quel modo d'amare.

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    Cordelia non credeva ai suoi occhi, esisteva davvero una versione alternativa alla solita Mappa del Malandrino? E soprattutto, esisteva davvero una versione così compromettente per i diretti interessati? Possibile che nessuno avesse ancora tentato di distruggerla o di tenerla al sicuro? Ad ogni modo, se fino a quel momento aveva avuto numerosi dubbi riguardo al valore di quella sfida, adesso la maga non avrebbe lasciato più spazio alle titubanze. Nella posizione in cui era, possedere uno strumento come quello poteva essere più che vantaggioso, quasi un miracolo.
    D'altra parte però, il simpaticone qui continuava a dare filo da torcere ai tre, o ai due, al momento, essendo la bionda in vantaggio. Il premio messo in palio stavolta erano chili gratuiti, molto interessante. A Cordelia non era rimasto molto altro da puntare, ma se avesse giocato d'astuzia avrebbe messo i bastoni fra le ruote anche all'odioso Auror. L'aveva definita pazza, ah, chi non lo era almeno un po', lì dentro? Erano tempi duri, c'era da ammetterlo, ma quello che stava accadendo dentro a quella sala rasentava la follia.
    Mentre l'inutile conversazione proseguiva, il campo da gioco si svuotava lentamente, l'acqua scivolava via lasciando uno scenario desolato e incredibile allo stesso tempo: tutt'altro rispetto a quello che gli occhi della maga avevano visto pochi minuti prima. Tuttavia il corpo di Cordelia non lasciava trapelare alcuna particolare emozione, il volto era disteso e rilassato come sempre, gli occhi due pozzi impenetrabili. Diede una rapida ma attenta occhiata al sacco penzolante, si concesse qualche momento per riflettere, l'uomo non sembrava intenzionato a mollare, la donna probabilmente avrebbe preferito godersi la scena senza rischiare ulteriori fatiche. Fu in quel momento che l'idea giunse alla mente della Syrion: perché continuare ad assecondare il gioco di quel pazzo? Perché continuare a rompersi la schiena quando esistevano metodi alternativi molto più tranquilli?
    Tanto per cominciare fece qualche passo indietro, per avere una visuale più ampia, senza mai togliere il focus dal sacco, comunque. Avrebbe potuto lanciare un Dominusterra come colonna sonora per tutta l'azione che si andava sviluppando nella sua mente, ma le sue energie non erano infinite, e non era il caso di lasciarsi andare ai suoi amati effetti scenici.
    Decise dunque di passare all'azione, senza perdere altro tempo. Le sue labbra si incurvarono, pronte a pronunciare la fattura che però venne anticipata dalla donna a pochi passi da lei. Una fiammella volutamente debole apparve a metà del filo, cominciando a consumare lentamente il tessuto. Cordelia rimase con la bacchetta ferma a mezz'aria e le parole bloccate in bocca: l'aveva anticipata, facevano lo stesso gioco, seppur Cordelia mirasse a qualcosa di più drastico. Neanche il tempo di riflettere sulla prossima mossa che il pavimento scomparve da sotto i suoi piedi. Per miracolo non perse la bacchetta mentre precipitava di qualche metro nella voragine aperta dall'avversario.
    Raggiunse il suolo atterrando sui piedi e ammortizzando l'urto piegando un po' ginocchia: era buio, ma Cordelia era sempre stata abilissima nell'orientamento. Puntò lo sguardo in alto verso il buco di luce da cui era precipitata e puntò senza esitazione la bacchetta a terra, sotto di lei.
    “Ascendio!”
    Il corpo della donna venne improvvisamente lanciato verso l'alto, sgusciò fuori dalla voragine continuando l'ascesa per qualche metro. Mentre la gravità la richiamava a terra poté notare il sacco a terra, segno che la corda non aveva retto al fuoco più di tanto. Dall'altro lato un oscuro cerbero teneva occupato l'uomo. Il piano era stato compromesso, ma non rovinato, la Mangiamorte le aveva solo spianato il campo facendole risparmiare energie. Benissimo, poteva farla finita.
    “Inflatus.”
    Lanciò l'incantesimo verso il pacco, con voce non molto ferma, Cordelia era stata distratta da qualcos'altro. Una voce nella sua testa, un brivido lungo la schiena che le riportò alla mente i tempi in cui riceveva quel tipo di comunicazioni all'ordine del giorno. Si irrigidì voltando rapidamente lo sguardo verso la Mangiamorte, sicura di quello che avrebbe visto. Ascoltò le sue parole con calma glaciale, tenendo il suo corpo pronto a scattare, per ogni evenienza. Il vecchio Marchio Nero sul braccio pulsava, quasi rianimato e nostalgico. Poco dopo raggiunsero la maga anche le parole dell'uomo, il quale si appellava evidentemente agli ultimi atti disperati per raggiungere un qualche vantaggio.
    “Hahahah... E cosa farebbero gli Auror se mai capitassi nelle loro mani? Non siete migliori di loro! Maledettissimi vigliacchi che giocano a fare i paladini...”
    La risata che le uscì dalle labbra suonò inquietante alle sue stesse orecchie, quasi isterica, un po' roca. Cordelia rimase immobile per infiniti attimi, lo sguardo correva dalla donna, all'uomo, al pacco che si gonfiava lentamente minacciando di esplodere. Non volle aspettare oltre, lanciò un'ultima occhiata alla bionda qualche passo più in là.
    “Quanto a te... Possiedo il tuo stesso addestramento, conosco i tuoi trucchetti e li uso quotidianamente per sfuggire a chi me li ha insegnati. Non mi avranno loro, non mi avrete voi.”
    Sibilò le ultime parole prima di lanciare un Bombarda Maxima verso il pacco, giusto per accelerare il processo. Si rese conto di aver pronunciato le parole quasi contemporaneamente all'Accio dell'Auror, poco male, al massimo il sacco sarebbe esploso nelle sue braccia no?
    Non attese l'esito della fattura, la tipa aveva alzato la posta. Sarebbe stato il caso di osare, di gettarsi completamente nel baratro, aveva già perso abbastanza da svalutare notevolmente la sua vita. Tanto valeva giocare.
    “Punto i miei prossimi cinque stipendi e... e la mia verginità.”
    Mantenne un'espressione dura e composta fissando il Jack e ignorando qualunque altra cosa. Eh già, più di trent'anni vergine, si direbbe? Una vita dedicata allo studio, all'allenamento, alla cultura, a se stessa; non c'era mai stato spazio per gli uomini, né Cordelia era mai stata troppo interessata. La relazione più stretta che ebbe con un uomo probabilmente fu quella con suo padre, e non c'è bisogno di aggiungere altro.
     
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  14. *Il Cappellaio*
     
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    Il Jack ride, mentre il sacco posizionato sopra l'area di gioco vien prelevato da Dell, sfiorando il bombarda di Cordelia. L'uomo suda copiosamente, affrontando il Maledictus della donna con l'evocazione di un patronus. Una nuova cosa che il Jack apprende, una nuova informazione da condividere per il giusto affare.

    Il Jack ride, mentre il sacco parzialmente dilaniato rivela il contenuto: nulla. Proprio così, chiamatelo bluff, o semplice cattiveria, ma è stato nient'altro che un piacevole diversivo.

    "Ahahahahah! Perdonatemi, compari giocatori, ma non ho resistito a propinarvi questo piccolo inganno: ma non temete, se vi aggiudicherete il pavone dorato, diverrà più leggero il vostro... affanno!" un grosso volatile venne liberato da una gabbia sotto i piedi de Il Jack, e subito iniziò a sollevarsi in alto a circa sette metri d'altezza rispetto il terzetto di persone. Istintivamente, tutti alzarono la testa per osservarlo: ma cosa sarebbe accaduto se, mentre uno di loro cercava di afferrare il volatile, un altro l'avrebbe colpiuto con un potente incanto d'attacco?

    "Orsù, prendete l'uccello immantinente: chi lo afferra sano e salvo, avrà di ritorno una puntata immantinente! Ovviamente il piatto rimarrà d'egual peso, e ricordate che non potrete dirare ciò che vi è reso!"

    Arraffare l'uccello poteva essere estremamente vantaggioso, ottenendo gratuitamente indietro una delle puntate svolte finbo ad ora. Ma poteva anche sancire l'uscita dai giochi, se uno degli avversari sceglieva di attaccare il malcapitato con il naso all'insù!

    Benritrovati e scusate il ritardo!

    Valori delle puntate

    Josslyn: 36
    Cordelia: 29
    Dell: 18

    In questo post descrivete come sempre le vostre eventuali puntate, obbligatorie per Dell e Cordelia. Il mio particolare consiglio è cercare di puntare qualcosa per raggiungere esattamente la puntata di Josslyn, in modo da mandare verso la conclusione la Quest, ma fate voi.

    -Descrivete se cercate di arraffare l'uccello e come
    -Accio ed altri incanti di tipi Animazione e Apparizione contro l'uccello non funzioneranno
    -Descrivete accuratamente ogni vostra mossa, nel caso un altro giocatore decida di attaccarvi!

    -Scadenza post: lunedì ore 23.59
    -Prossima scadenza: mercoledì ore 20.00 (il Cappellaio sarà assente tra l'1 ed il 4 quindi risponderò alle Quest il 31 sera)
    -Prossimo post del cappellaio: martedì mattina
     
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    C'è troppa sconfitta in quel modo d'amare.

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    Cordelia questa volta osservò le azioni de Il Jack con rassegnata pazienza, niente più sorpresa, ormai si aspettava di tutto.
    Ecco un'altra caccia al tesoro dunque, un pavone color oro che si affrettò a raggiungere la zona alta della stanza. Qualcosa nella mente della maga le suggerì disperatamente che un semplice Accio non sarebbe servito a nulla, considerando che la posta in gioco continuava ad alzarsi, non poteva essere così semplice. Allo stesso tempo però l'opportunità di riavere indietro una puntata mantenendo il piatto invariato era dannatamente attraente, Cordelia si era esposta troppo, aveva compromesso non solo la sua vita, ma la sua stessa persona, sarebbe stato più che buono poter riavere indietro qualcosa.
    “Desillibus.”
    Sussurrò la parola lasciando che le sue membra assumessero sembianze più simili possibile all'ambiente circostante, questo, sommato alla sua abitudine di muoversi silenziosamente con passo leggero e felpato, le avrebbe permesso di sgusciare nel campo più facilmente. Si trovava in mezzo rispetto ai due avversari, non era una posizione vantaggiosa, avrebbe dovuto in primo luogo allontanarsi, e in fretta. Una volta che i due si fossero accorti della sua mimetizzazione non sarebbe stato difficile indovinare i suoi passi, doveva agire subito. Cominciò a spostarsi indietro, non in modo regolare però, si spostò ora un po' a destra, ora con due passi a sinistra, allontanandosi sì dall'uccello, ma evitando così il tiro immediato dei due.
    “Languelingua!”
    La bacchetta era puntata contro l'uomo, la sua voce era forte e un po' roca. Il corpo cominciava ad accusare la stanchezza, era necessario affrettare l'uscita da quella gabbia; sicuramente i muscoli di Cordelia non avrebbero mollato se non l'avesse deciso lei, i duri allentamenti in tutti i suoi anni le avevano permesso di controllare le sue membra al di là del dolore e della stanchezza: la resistenza era un suo punto forte. Non era un granché come attacco, comunque, era stata la prima cosa che le era venuta in mente, ad ogni modo avrebbe avuto i suoi vantaggi: non è facile pronunciare decentemente un incantesimo con la lingua incollata al palato, no?
    La fattura fu seguita da uno scarto della semi-visibile maga proprio verso la direzione dell'uomo, il quale si supponeva fosse innocuo per qualche momento; si rivolse quindi alla bionda ora di fronte a lei, gridando:
    “Impedimenta!”
    Non si scomodò ad osservare la riuscita o il fallimento dei due incanti, l'azione che si apprestava a compiere si basava sulla rapidità e sull'agilità, il fattore tempo giocava un ruolo fondamentale a quel punto della partita.
    Senza voltare le spalle, dunque, ma tenendo la bacchetta pronta davanti a sé, Cordelia si mise a correre verso la parte opposta rispetto alla sua posizione iniziale, la semi-invisibilità e la corsa le avrebbero permesso di schivare facilmente eventuali controattacchi. Una volta giunta dall'altra parte puntò la bacchetta in aria, ma tenne gli occhi fissi sui due avversari di fronte, sempre in allerta.
    “Diminuendo!”
    L'adorabile pavone, così tenero e indifeso lì in alto, sarebbe rimpicciolito notevolmente. Qual era il vantaggio di questa mossa? Sicuramente la mira per colpirlo sarebbe stata compromessa, essendo l'obbiettivo a notevole distanza e ora decisamente più piccolo di prima. Eppure Cordelia aveva in mente qualcos'altro, proseguì senza farsi attendere troppo.
    “Avis!”
    Numerosi uccelli rumorosi e disordinati cominciarono ad uscire dalla punta della bacchetta della strega. Quando lo stormo divenne abbastanza numeroso, Cordelia riprese la corsa laterale, raggiungendo un punto abbastanza isolato rispetto a quello che ormai era diventato il centro del campo da gioco e di battaglia. Lo stormo di uccelli aveva preso a svolazzare caoticamente sulle teste dei presenti, avvolgendo e riavvolgendo l'uccello che avrebbe ridato loro indietro una preziosa puntata.
    A quel punto Cordelia abbassò la bacchetta, pronta a dedicarsi solo ad eventuali attacchi dei due di fronte a lei. No, non avrebbe preso il pavone, ma almeno avrebbe reso l'impresa ardua agli altri due.
    “Il Jack, mi ascolti?! Punto Olive, la mia fedele civetta bianca. Aggiungo anche ogni rapporto sociale o umano instaurato dopo il mio ritorno... E concludo mettendo in gioco la mia freddezza d'animo.”
    Che senso avrebbero avuto queste cose una volta perse quelle puntata precedentemente? Ancora una volta la parte irrazionale e folle della Syrion tornava a farsi sentire spingendo la donna ancora più in basso nel baratro di eccitazione e adrenalina scavato da lei stessa.
     
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