La presa della Bastiglia

chapter one: l'inverno sta arrivando

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    Nuovo S.S.M.Auror
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    Quattro chiacchiere tra novelli amici, risate e una buona compagnia per passare le ore di fermo in ufficio, perfetto no? Certo, peccato che quando meno te lo aspetti ti si para davanti il patronus del capo auror a dirti che c'è un'emergenza mangiamorte Oh Cazzo!!! Nina!! I miei pensieri corrono subito alle ragazze a casa che mi aspettano di ritorno di li a poco, no, evidentemente non tornerò a casa tanto presto, non ho il tempo di avvisarle, in un attimo con un paio di puff ci smaterializziamo tutti e due nell'atrio del ministero, ad aspettarci la nostra caposquadra e l'immancabile Grethe, non c'è molto tempo per riflettere, tutti insieme partiamo alla volta della prigione magica, non faccio nemmeno in tempo a pensare, è meglio che non mi faccia prendere dal panico in un momento come questo: il mio primo lavoro serio, non le lezioni ai ragazzini o chissà che altro. No, ora è solo azione. La prigione ormai non ha nulla di quello che ricordavo, ci avevo accompagnato non molto tempo fa una studentessa e già allora metteva i brividi, ora se è possibile è ancora peggio, sabbia alzata, le pareti distrutte, colpi di canno....????Armes à feu? Oh mon dieu, où sommes-nous? Eccolo il francese, era un po' che non mi affiorava alle labbra, ma quando non penso è quasi inevitabile, o per lo meno, quando devo pensare rapido! Evoco anche io il patronus come gli altri, il cucciolotto di leopardo mi compe al fianco. La donna ci guida dentro, obbedisco, la seguo senza fare domande, senza pormi domande, ha più esperienza, sa certamente quello che fa e comunque sono ai suoi ordini, anche se vuol dire dividersi già subito e anche se vuol dire lasciare le due ragazze andare avanti da sole, cazzo, avremmo potuto dividerci in altro modo, noi, le due reclute, soli ai piani alti, le altre due, quelle più esperte, nelle segrete, coppie esattamente equilibrate, non trovate? No, basta, non devo iniziare a farmi mille domande o mille dubbi, agire, agire, agire!! Cris sembra già più sicuro di me, come d'accordo, come avevamo provato decine di volte negli allenamenti, lui attacca, io lo copro, più che altro perchè l'attacco.. Bhè, il mio attacco è composto dallo scatenare tanti uccellini neri contro gli avversari, puramente basato sul distrarre chi mi sta di fronte, efficace in duello, forse meno in situazioni di guerra aperta come quelle. Andiamo avanti, alcune brevi soste, una serie di protego e un paio di avis che trasfigurano le pietre scagliate nella nostra direzione in graziosi uccellini, si, sono un amante della natura se non l'aveste capito! Lego con un nuovo incanto coloro che ci hanno attaccati, poi torno a seguire il mio compagno.
    Arrivato con Cristobal, Grethe e Lily
    Seguito Cristobal e fermato un carcerato che scappava.


    Edited by Doggy‚ ehm… Ares! - 30/5/2012, 23:40
     
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  2. **Cariu**
     
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    -Uova, acqua, lievito, farina, sale...SALE!- con un colpo di bacchetta lo feci levitare al mio fianco, fortuna che avevo l'abitudine di controllare tutti gli ingredienti, altrimenti altro che pizza... Cominciai ad impastare seguendo il metodo della nonna, sbatti forte e tratta male l'impasto, fin quando smette di appiccicarsi alle mani, lascia lievitare e il gioco è fatto!
    Risposi al telefono che squillava già da un po' poggiandolo sulla spalla ed inclinando la testa. Oberon avrebbe fatto tardi, il lavoro l'avrebbe trattenuto più del previsto. Da una parte mi sentivo sollevata, ero in ritardo pazzesco - non ero di certo abituata a fare le pizze in tempi record - quindi avrei potuto cucinare con più calma.
    -Dimmi perchè hai deciso di stancarti a fare le pizze, quando avremmo potuto tranquillamente ordinarle!- mi disse mio fratello con un tono di rimprovero.
    -AH! Questo è il ringraziamento!- gli risposi scherzando. Ecco, da parte sua era plausibile una frase del genere, fossi stata al suo posto non mi sarei fidata, ma una possibilità si dà a tutti, no?
    Durante la nostra conversazione, nella quale Oberon mi stava facendo il resoconto della sua vita, apparve un lupo bianco, il patronus di C^2, Capo Carter.
    -Ob, hai sentito anche tu, emergenza sul lavoro! Se non ti chiamo, rimandiamo a domani, ok?- riappesi e in venti secondi mi disfai del grembiule, degli eccessi di farina sparsi sui vestiti, infilai al volo una tuta e un paio di scarpe comode, presi la bacchetta e mi smaterializzai immediatamente dal Ramirez, il mio caposquadra, che era già in compagnia della Bell, pronto ad avvisarmi.


    Non riuscivo a credere ai miei occhi. L'antica prigione stava cadendo a pezzi. I mangiamorte non si erano risparmiati la costruzione della scena, erano persino arrivati con una nave dalle vele nere, creando scompiglio e permettendo ai detenuti di scappare. Anche i dissennatori erano impazziti, attaccando chiunque trovassero al loro fianco.
    Alcuni dei nostri si erano diretti ai sotterranei, altri ai cannoni, tutti pronti, con il sangue gelato nelle vene, sicuramente non solo a causa dei dissennatori.
    -Expecto patronum!- dissi, e comparve al mio fianco la mia pantera nera.
    Iniziammo a correre tutti e tre insieme, quando sentii un urlo che proveniva dalle mie spalle, mi girai di scatto e riconosco uno dei tanti guardiani della prigione. Era nelle "mani" di un dissennatore. Non potei far finta di non vedere, così corsi e spedii il mio patronus in mio soccorso. Mi guardai le spalle, lanciando protego per sicurezza, poi corsi da Ramirez e Alexandra Bell per dar loro una mano. Un cannone li aveva quasi uccisi, fortuna che Dell è dotato di ottimi riflessi e ha messo in salvo entrambi.
    -Entriamo Bell, a quanto pare ci sono i cannoni qua fuori a dar man forte e non vorrei rischiare ancora.- sento dire da Ramirez a pochi passi da me.
    Corro più veloce e li raggiungo, sono estremamente sorpresa dalla prestazione delle mie gambe. Non le ricordavo così allenate!
    -Ci sono anch'io!- dissi alle loro spalle, poi li seguii verso una delle tante entrate della prigione.

    -Aiutato una guardia in preda ad un dissennatore; (Se non va bene modifico, l'ho fatto per prendere tempo!)
    -Raggiunto Ramirez e Bell;
    -Seguiti verso una delle entrate.


     
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  3. ·Paul·
     
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    I Mangiamorte hanno attaccato Azkaban.
    I muscoli del mio corpo s'irrigidirono alla notizia, il patronus di Adam ci aveva raggiunti, uno dopo l'altro raggelando il sangue nelle nostre vene. Che senso aveva attaccare la prigione? Liberare i compagni, e distruggere quel luogo di detenzione per quelli come loro.
    Gli occhi scuri sfrecciarono sui compagni che uno dopo l'altro si smaterializzavano per raggiungere la prigione. Per un attimo baluginò nella mia mente l'ipotesi che non fosse altro che un ritorno in grande stile di Ares DeSade. Dopo essere stato liberato lui stesso diverso tempo prima, aveva fatto la medesima cosa con i detenuti di Azkaban. Ares DeSade.
    Quel nome mi caricava di rancore. Agguantai un sacchettino contenente un oggetto nel cassetto della mia scrivania, per quanto allarmato ero mantenevo sempre una sorta di attaccamento alla lucidità.
    Mi smaterializzai, visualizzando chiaramente il punto in cui mi sarei materializzato. Il paesaggio che si prospettava di fronte ai miei occhi era terribile. La prigione era stata devastata da cannonate e colpi d'incantesimi esplosivi, una nave dalle vele nere era attraccata in lontananza e, spettacolo peggiore di tutti, erano i Dissennatori completamente impazziti, che attaccavano chiunque gli capitasse a tiro, per non parlare dei detenuti che si gettavano a mare dopo aver trovato una via di fuga tra le mura distrutte della fortezza.
    Lampi illuminavano il cielo, ma non erano lampi, erano ancora esplosioni e potenti incantesimi. Che provenivano dalla prigione. Stavano facendo manbassa, avanzando inarrestabili. Adam aveva già agito e focalizzato la scena, la mano tesa e la bacchetta puntata sulle prime figure. Mi chiesi dove fosse Grethe, altri che la mia compagna di squadra. Ma nonostante la cercavo con lo sguardo - non era neanche proprio invisibile, la sua persona - non avevo ancora individuato la sua posizione.
    Insieme ad Adam, Vincente, pronto a ricevere disposizioni, scartabellava con le taglie dei ricercati e osservava due uomini - gli unici non incappucciati. Quasi mi paralizzai nel riconoscere DeSade in lontananza, - CI SONO GLI AUROR! GLI AUROR! - gli urli dei detenuti, alcuni che scappavano altri che ci avevano individuato dalle finestre scavate nella pietra avvertirono i Mangiamorte ancor prima del nostro ingresso nella fortezza. Quelle urla mi fecero tornare con i piedi per terra, il sangue riprese a scorrere caldo e furente, e stretta con forza la bacchetta tra le dita spalleggiai Adam nel suo attacco.
    << Deprimo! >> Mirai ad altri massi di fronte a noi, con l'intento di farli esplodere nella direzione di Abel e gli altri Mangiamorte, per poi farmi udire da Adam e Vincente.
    << Lasciatemi DeSade. Fianto Duri! >> castai con l'intento di proteggermi dagli incantesimi nemici, allontanandoli dalla mia direzione. Ero pronto a combattere, ma soprattutto, prendere DeSade.


    Spalleggiato Adam nel lanciare massi frantumati contro Abel & co. e, lanciato su me stesso il Fianto Duri.


     
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  4. Ruthie.
     
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    Plin. Plin. Plin-plin.
    Un respiro tremulo, esalato da delle labbra incrostate di sporco, sangue e sudore. Un tintinnio di catene squarcia l’aria immobile. Non ci sono altri rumori in quella buia desolazione.
    Plin. Plin. Plin. Splash
    Qualcosa è cambiato. Rizza la testa, che ricade immediatamente in avanti, ciondolando. Non ha la forza di fare più niente, persino respirare le risulta difficile. Le palpebre incollate, le ciglia incrostate che impediscono di aprire gli occhi, come delle ulteriori prigioni. Un altro tintinnio di catene. Sta cercando di mettersi a sedere, cosa difficile visto lo stato dei suoi muscoli. Non rispondono ai comandi, sono quasi atrofizzati dopo così tanto tempo. Tempo. Un concetto relativo, inutile nella sua testa. Il tempo non esiste, il tempo è solo una convenzione creata per torturarla. Il tempo non esiste, lei non esiste. O almeno non vorrebbe esistere.
    Plin. Plin…
    Silenzio. A lei sembra un rumore assordante. Ancora un tintinnio di catene mentre si porta le mani alle orecchie, lanciando un sibilo frustrato dalle labbra secce. Un dolore acuto, improvviso. Il sapore del sangue le sfiora la lingua gonfia e arida. Da quanto non beve? Non ha mai bevuto, il tempo non esiste.
    Rumori in lontananza, rumori a cui non è abituata. Tende le orecchie, cercando di distinguere qualcosa in quel silenzio perenne. Ormai è abituata al silenzio, lei ama il silenzio. È il rumore che le da fastidio. I lamenti dei detenuti, le loro preghiere a divinità che non possono aiutarli, a divinità a cui non importa niente di loro perché sono solo delle pedine in una scacchiera più grande. Non sa nemmeno se esiste qualcuno di più grande. Sa solo che se esiste è davvero crudele per averla lasciata lì.
    BUM
    Sobbalza, trema. Si rannicchia su se stessa, o cerca di farlo. Le gambe non vogliono collaborare, rimangono immobili, lontane dal suo corpo. Sembra quasi vogliano scappare da sole, lasciandola lì da sola. Ringhia. Le costringe a muoversi e queste come cagnolini guaenti ritornano dal padrone, implorando perdono. Rannicchiarsi e nascondersi non è difficile. È piccola di costituzione, magra, quasi anoressica. La prigione di certo non le ha fatto bene. Sotto quegli stracci logori si possono contare una ad una le ossa fragili, stanche di vivere. Si abbraccia le ginocchia, nasconde la testa tra le gambe. Dondola come una bambina piccola, che cerca di scacciare l’uomo nero. Un unghia rotta le graffia il braccio. Un altro dolore acuto. Non sa se c’è del sangue, crede di averlo finito tutto ormai. Nel suo corpo non c’è più nessuna traccia di rosso, ormai è diventato tutto nero, nero come la sporcizia che la circonda, che la ricopre. La sua pelle è incrostata, lo sente. Non vuole nemmeno mettere una mano tra i capelli perché ha paura che se lo facesse inizierebbe a strapparseli uno ad uno pur di non sentire più gli animaletti muoversi. È sporca, non sa da quanto fa un bagno. Ma di nuovo il tempo non esiste, lei non ha mai fatto un bagno.
    Crash! Bang!
    Ha paura, ma il suo cuore addormentato non accelera. Non sente l’adrenalina. L’unico indizio della sua paura è il respiro strozzato che non le vuole uscire dalla gola. Se non la sentono non possono farle del male. Non la possono vedere perché lei non esiste. Se lei non vede gli altri non possono vederla, semplice.
    Squit squit
    La cena. Era arrivata la sua cena. O forse era il contrario. Lei era cieca, il topo ci vedeva. Allungò un piede nudo, tastando la roccia nuda e fretta sotto le piante. Un unghia si incastra su una crepa e si rompe. Le sembra di vedere le stelle dietro a quella nube nera che l’avvolge sempre. Trattiene un grido. Non deve farsi sentire o il topo la mangerà. Ha finito le lacrime, ma una, l’ultima probabilmente, le scende per la guancia, arrivando fino alle sue labbra tagliuzzate. Brucia, brucia da morire! Ma alla fine il dolore è vita. Lei si sente viva grazie al dolore. Cos’altro potrebbe farle capire che è ancora su questa terra? Solo qui si soffre.

    Azioni: nessuna. Sono nella mia cella e sto immobile lì.

     
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    l'Esecutore;

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    Bene, non è il caso di perdere altro tempo ora che abbiamo lasciato sgattaiolare la guardia al Ministero perchè dia l'allarme:
    gli auror non ci metteranno molto a raggiungerci e non voglio certo farmi trovare qui a fare la bella statuina come probabilmente si aspettano quei protettori della giustizia che credono di aver capito tutto solamente per la spilla che indossano.
    Ah! Quanto sarà bello strappargliele dal petto ed osservare le loro facce impaurite e rabbiose davanti alla verità dei fatti.

    "Fa in modo che non restino senza un padre allora, non vorrei dovermi occupare anche di loro una volta finito qui...
    o chissà magari crescerebbero meglio"


    Dico in un moto di rabbia e spingendolo dentro la fortezza, la sua tenera uscita mi ha fatto tornare alla mente pensieri che cerco sempre di tenere alla larga, mio padre era uno stronzo di prima categoria, severo oltre ogni immaginazione e ciò che ha fatto a me e Sophia da quando siamo nati non lo dimenticherò mai.
    Come non dimenticherò il suo stupido amore per quella babbana che...non riesco nemmeno a pronunciarlo.
    Ed è meglio così, non deve scoprirlo nessuno.
    NESSUNO.
    Sì, quei due gemelli starebbero meglio senza un padre.

    "Xavier blocchiamo l'entrata così li rallent..."

    Troppo tardi, questi auror sono dei fulmini ad intervenire, ci hanno messo meno di due minuti a smaterializzarsi sull'isola ed attaccarci interrompendo così il mio filo di pensieri.
    Dobbiamo andare sul tetto.
    Sì, non ho tempo di fermarmi a giocare con loro finchè non sarò sulla cima della prigione, allora magari potrò concedergli qualche scambio di incantesimi del tutto sleale.

    "Protego! Artis tempurus!"

    Mi proteggo prima di rivoltare la bacchetta contro i due Auror che ci stanno venendo incontro e creare una barriera di fiamme tra noi e loro, il tempo di riuscire a domarle dovrebbe consentirci di mettere abbastanza distacco tra noi e loro, non fosse per la palla di cannone che ci sfiora le teste andandosi ad infrangere sul muro sopra di noi, causando un enorme buco al secondo piano e la caduta di parecchi detriti che cerco di scansare con la magia - e lo stesso fa Xavier - in modo che non ci cadano in testa, per non parlare di quelli che ci stanno lanciando contro quegli idioti.

    "Bombarda! Impendimenta!
    Maledizione hanno preso il controllo della nave, presto dobbiamo muoverci!"


    Faccio per muovermi ma uno dei sassi lanciati dall'auror ricciolino appena arrivato mi colpisce dritto dritto alla spalla facendomi cadere a terra qualche centimetro più avanti.
    Qui la situazione sta peggiorando, e se non ci muoviamo rischiami di rimanerci secchi prima ancora che i veri Ares e Kyran siano riusciti a portare a termine la loro missione.
    Dobbiamo perdere tempo, almeno fino al segnale.
    Mi rialzo a fatica da terra, la tunica sbregata sulla spalla ed il dolore intenso mi rende difficile muovere il braccio, mi sforzo però di raggiungere il dentro della torre, tra le mura saremo al sicuro almeno per qualche minuto, il tempo necessario per organizzare le nostre trappole, ho delle belle sorpresine in serbo per loro.
    Guardo Xavier ed in accordo con lui punto la bacchetta sull'entrata in modo da farla crollare, so perfettamente che questo non li fermerà, potrebbero spostare i massi e crearsi un varco oppure cercarne uno già fatto dalle bombe, ma in entrambi i casi dovrebbero muoversi e perdere tempo, tempo che noi useremo per salire al piano di sopra.
    Ordino a Shane e l'altro prigioniero di avanzare fino alle scale che si trovano appena più avanti nascoste dietro una porta di servizio:
    sono molto strette, ciò ci costringe a salire in fila indiana.
    Saliamo fino al quarto piano prima di fermarci.
    Mi guardo attorno finchè non trovo ciò che sto cercando: si tratta di sei uomini, rinchiusi ognuno nella propria cella che ci guardano smarriti ancora in cerca di capire che cosa stia accadendo qui fuori, devono essere qui da molto tempo non sarà difficile incantarli perchè facciano quel che vogliamo.
    Mi faccio aiutare dal mio compagno ed insieme li imperiamo ordinando loro di attaccare gli auror quando li incontreranno, non dovranno fermarsi se non da morti, mentre noi proseguiamo la salita.



    Azioni:
    - interagito con Shane
    - Deciso di entrare nella torre e bloccare l'entrata facendola crollare
    - difeso dagli attacchi degli auror
    - usato l'artis tempurus per creare una barriera di fuoco tra noi ed i nemici
    - entrati quindi nella torre e fatta crollare l'entrata
    - saliti fino al quarto piano e preparato una trappola per i nostri inseguitori: 6 carcerati sotto imperio che li attaccheranno senza potersi fermare, lo faranno solo da morti
    - io, Xavier ed i due ostaggi proseguiamo la salita.

    Status: colpito alla spalla sinistra da una pietra scagliata da Paul.


    -------------------------


    Per i mangiamorte: potete liberare i detenuti di Azkaban e portarli dalla nostra parte mentre con calma dovrete raggiungermi al punto di ritrovo sul tetto. Non serve veniate subito quindi potete pure interagire con gli auror e prepare trappole come ho fatto io - dopotutto noi non giochiamo leale :bastard: - o continuare a distruggere la prigione come preferite, l'importante è che la struttura rimanga abbastanza in piedi da poter esistere un tetto XD

    Per gli auror: potete entrare nella torre anche voi ora e partire all'inseguimento dei mangiamorte; potete attaccare ed iniziare i combattimenti; tenete conto che useranno ogni metodo per non restare bloccati nella fortezza e non esiteranno a scagliarvi contro maledizioni senza perdono, nonostante comunque nessun pg muoia. Mantenete pure i gruppi e le azioni dei post che sono poi stati modificati.

    Per tutti: nella discussione narrate pure la presenza di png sia auror, prigionieri mangiamorte o semplici criminali, considerate che alcuni dei maghi in fuga abbiano prelevato le bacchette da auror/guardie morte.

    Posto qui sotto una piantina provvisoria della struttura esterna di Azkaban e dell'isola in modo che più o meno tutti possiamo avere una base simile da cui partire, ripeto è provvisoria per questa ruolata, per il futuro ne creeremo una specifica che possa andare incontro alle idee di tutti quanti ;)

    Si ringrazia il Cappellaio per la piantina :coffee:
    azkaban2
    >>dimensioni reali<<
     
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    Tu hai bisogno dell'Oscurità! Sottomettiti! Inchinati all'Oscurità.

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    Castiel strabuzzò gli occhi nel vedere la potenza della ragazza. Apparentemente sembrava piccola e indifesa, ma dentro riservava una bella forza dato l'esplosione che era riuscita a fare. Westwood quindi scrollò le spalle leggermente infastidito dal fatto che lui avesse qualche problemino con questi determinati incantesimi, ma non se ne curò molto, o meglio, non ebbe il tempo a dire la verità dato che, finalmente, erano arrivati i compagni di gioco che Castiel attendeva con ansia.
    -Depulso!-
    I giocattoli di Castiel furono spazzati via e questo servi come segnale di avvertimento, si stupì che l'incantesimo non avesse colpito lui, ma non c'era tempo per pensare troppo dato che non appena si voltò potè notare un'ondata di Auror che avanzava verso lui e Susan, Westwood iniziò a domandarsi se avesse fatto bene a star fuori......si, aveva fatto bene dato che ora poteva iniziare seriamente a divertirsi, magari senza farsi ammazzare, almeno non così presto aveva ancora troppo da fare.
    Castiel iniziò a correre dalla parte opposta a Susan non appena senti pronunciare una bombarda da uno degli auror e fortunatamente la forza della bomba non fu abbastanza sufficiente da farlo balzare chissà dove, cadde però a terra ferendosi in fronte. Si asciugò quindi con la manica per poi puntare in fretta la bacchetta verso quella donna.
    "Dismundo!"
    L'incantesimo sembrò non avere effetto dato che a difenderla ce ne era subito un altro così Castiel pensò che il modo migliore per abbattarli tutti era di ritornare sulla nave e approffitare dei cannoni, stava per farlo quando il terreno sotto i suoi piedi tremò facendogli quasi perdere l'equilibrio, ma non fu esattamente quello a preoccuparlo, semmai il fatto che lentamente stava quasi per sprofondare nel terreno. Si lanciò immediatamente su di se un protego per evitare brutte sorprese e l'impossibilità di muoversi rese Castiel inquieto e agitato, urgeva levarsi di torno questo impiccio.
    "Ascendio!"...Non era un incantesimo particolarmente facile, ma fu utile abbastanza per riuscire a tirar fuori i piedi da quelle sabbie, seppur contento di non essere più immobile si maledi per averci messo troppo perchè una palla di cannone stava per arrivare nella sua direzione, non riusci ad allontanarsi abbastanza per evitare l'urto e così venne sbattuto violentemente in aria. Per non rischiare morte certa Castiel riuscì a pronunciare un incantesimo prima di finire sul terreno. " Mordibo Cadent!"... La caduta fu attutita, ma cadde sul braccio sinistro che probabilmente si ruppe provocandogli dolore. Stava male fisicamente, ma non poteva che essere estasiato da tali ostacoli, probabilmente era solo questa sua malsana pazzia a farlo continuare. L'esplosione della palla di cannone lo fece avvicinare alla nave e si congratulò mentalmente con chi era salito prima di lui, solo che non poteva fare altro che ringraziarli di persona. Riuscì quindi ad alzarsi notando che gli altri auror stavano entrando così colse l'occasione di salire sulla nave ritrovandosi sul ponte. Prima di scendere ai cannoni si curò il braccio il meglio che poteva. "Brachium Emendo" Dopo di che aiutato dalla disillusione andò verso i cannoni trovando una ragazza in compagnia di qualcun'altro. Seppur era semi trasparente l'altra auror, Castiel percepi la sua presenza, l'auror stava per forza parlando con qualcun'altro, a meno che non soffrisse di personalità multipla o disturbi mentali.
    Non esitò quindi e puntata la bacchetta verso il cannone che si trovava esattamente dietro di loro, scagliò l'incantesimo.
    "Accio cannone!"
    Il cannone dietro di loro avanzò pericolosamente e Castiel dovette spostarsi prima di riceverlo anch'egli, la testa faceva male per il sangue perso ma riusci a smaterializzarsi dalla parte opposta. Nella sua testa balenò un pensiero, c'era un incantesimo che stava a cuore a Castiel e puntò le bacchetta verso l'auror visibile per provarlo.
    "Sectumsempra"


    - evitato la bombarda ferendomi però alla fronte
    - lanciato Dismundo contro Alex Bell, ma non ha avuto effetto per via del protego di Ramirez
    - liberato dalle sabbie mobili con l'ascendio
    - spazzato via dalla cannonata, ma ho usato il Mordibo Cadent ( che ho scoperto oggi l'esistenza ) per attutire la caduta
    - mi sono rotto un braccio ma l'ho parzialmente curato col Brachium Emendo
    - andato ai cannoni disilluso e lanciato un accio verso un cannone per farlo andare addosso a Murray e Matthews
    - Lanciato Sectumsempra a Murray

    Io chiedo umilmente perdono se ho fatto powerplay o fatto troppo, ma se non facevo così il pg mi moriva XD
    Per cui se ho esagerato ditemelo pure che modifico qualcosa :)
     
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  7. -.Harrison.-
     
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    Mi lamentavo di non avere nulla da fare. Avrei preferito continuare a far nulla. Il dolce far niente. Mi serviva un diversivo. Qualcosa che non mi facesse pensare a lei. Lei che mi ha rovinato. Rovinato, dalla reputazione alla salute mentale, al sistema nervoso. E stendiamo un mantello dell’invisibilità sul sistema circolatorio. Edward è a pezzi. :whax:
    :uff: E Guendalina, la mia dignità, è tornata per picchiarmi brutalmente. Vorrei che potesse farmi più male di qualsiasi altra cosa. Lei può. L’ho tradita per una donna che non valeva nemmeno la metà della metà di quanto la gente pensa valga. Cosa vale una donna che giura d’amarti e poi, dopo averti reso ridicolo al mondo, ti pugnala al cuore?!
    Sono alla mia scrivania. E rigiro la bacchetta fra le mani. Devo occupare il cervello. Smettere di farlo pensare. Altrimenti salgo di sopra e la strozzo davanti tutti i membri del Wizengamot. E vado ad Azkaban! Si! Tutto e meglio che stare con lei, nelle vicinanze e saperla impunita!
    Azkaban.
    Non so se l’averla pensata come luogo di una mia possibile permanenza a abbia influito oppure no… Fatto sta che suona l’allarme. L’allarme rosso. Quello che ti fa tremare la gambe e che al contempo vorresti strozzare per il rumore assordante che provoca.
    I mangiamorte hanno attaccato Azkaban. Un momento… Cerchiamo di capire… di riorganizzare le idee. I mangiamorte… attaccato… Azkaban…
    :omg: Ma cosa Merlino?!
    Mi alzo. Scatto come una molla in realtà, corro per il corridoio come tutti gli altri colleghi. Un attacco ad Azkaban. E i dissennatori? Non che possiamo fidarci di loro in effetti.
    :bah: Adesso mi tocca anche cercare la Matthews e Vincente. Quest’ultimo non mi crea problemi, la prima invece… Ma siamo in un’emergenza, quindi lascerò perdere. Vogliono il gioco di squadra? Quale migliore occasione?!

    La scena che mi si presenta davanti gli occhi è davvero irreale.
    La prigione più sicura al mondo. Il luogo che tutti temono anche solo di pronunciare, il cui pensiero ti fa venire la pelle d’oca e un senso di freddo che solo i suoi custodi potrebbero pareggiare la sensazione di fredda infelicità. Assediata. Diroccata. E una specie di vascello fantasma che… Ma dico… adesso badano anche ai ritocchi scenografici?! <_< Gli attacchi vecchio stile gli fanno schifo adesso?
    Oddio, per fare effetto fa effetto… ma?!
    Un vascello.
    Pieno di Mangiamorte.
    Che hanno attaccato Azkaban.
    Bacchetta alla mano e pronti all’azione.
    Lancio il mio patronus in avanti. Meglio prevenire inutili fastidi incontrando quegli esseri raccapriccianti dal corpo in putrefazione e le bende nere. Dissennatori.
    Ecco.
    Promemoria per me. Non desiderare mai più una distrazione mentale :qwe:
    Insomma, se queste sono le conseguenze :sese:
    E’ il caos. Una battaglia di quelle che mancavano un po’ a quelli che come me appartengono alla vecchia guardia. Uno spettacolo pericoloso che a noi Auror in fondo piace :wahx:
    Si, carichi di adrenalina, mentre ci copriamo le spalle a vicenda come capita. Ci salviamo la vita senza rendercene veramente conto, mentre sferriamo attacchi al nemico senza sosta. Il mio Setter Irlandese tiene lontano un dissennatore che stava venendomi incontro. Un uomo. Un uomo che indossa la divisa dei prigionieri. Puf… ci vuole coraggio a chiamare divisa quegli stracci :grat:
    Salgo. I miei compagni di squadra li ho persi di vista alla materializzazione. Cercarli sarebbe inutile. Auror e Mangiamorte, misti a prigionieri. Quasi non ci distinguiamo Merlino!
    Mi fermo. Ho corso lungo troppe scale, schivando incantesimi e lanciandone altre, col mio patronus sempre nelle vicinanze. Figure incappucciate vicino una cella. Il prigioniero è ancora dentro. Ricordo quella cella. Ce l’ho messo io lì dentro. Nicholas Nickleby.
    Stupeficium
    Eh no dolcezze dalle ciocche bionde e il cappuccio nero a punta! :qwe:
    Avete aperto la partita. Non sarete voi a chiuderla!

    - è arrivato
    - lanciato uno stupeficium in direzione di Ivy e Josslyn

     
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  8. Poison Ivy
     
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    Avevamo un vip di fronte a noi, il "famoso" Nicholas Nickleby.
    Scossi la testa dalla quale uscivano le ciocche bionde stropicciate, cosa ci faceva ancora lì con quella faccia da lenzuolo sbattuto? Era ora di giocare!

    «....bene...renditi utile....celebrità!»



    lanciai attraverso le sbarre una bacchetta di riserva che una delle guardie finite male aveva lasciato distrattamente per terra lungo il suo inesorabile tragitto verso l'aldilà.
    Feci appena in tempo a voltarmi quando uno Stupeficium mi colpì a tre quarti alla spalla sinistra destabilizzandomi e facendomi indietreggiare spalle al muro ancora per fortuna con la bacchetta in mano nella destra.
    Josslyn era a poca distanza da me ma non persi tempo a sapere se stava bene, i miei occhi azzurri attraverso la maschera nera fissavano l'uomo dai capelli rossi che mi aveva appena colpito.

    Saltellai come divertita col mantello svolazzante sulle spalle. La mia voce stridula come una lama tagliente scosse l'aria con terrore e bizzarro accapponamento di pelle da parte dei due detenuti rimasti vicini all'unica cella ancora intera.

    «...oohh..si si...ho già visto anche te da qualche parte....si......»



    gli puntai il dito contro mentre inclinavo la testa di lato. Ah, il marito della Ministra Gordon.
    Ecco dove avevo visto la sua faccia, ma certamente..i giornali avevano dedicato meritati servizi di encomio per il loro matrimonio felice.
    Oh, sarebbe crudele rendere vendova miss Gordon così presto. Ma il nero...le dona!

    I rumori di passi svelti che ci stavano per raggiungere mi distolsero dai miei pensieri e mentre rivolgevo la bacchetta con uno scatto d'ira verso l'uomo urlai trepidante...


    «...ARDEMONIO...!»



    lingue di fuoco grandi come bestie infernali ghermirono la stanza succhiando l'ossigeno ed incenerendo le due anime depravate ancora attaccate alle sbarre della loro cella.
    Mentre controllavo le fiamme che ci separavano dall'auror feci cenno a Josslyn di battersela, dietro di noi c'era una crepa nel muro abbastanza grande da garantirci l'accesso alle scale a chiocciola che conducevano sia ai piani superiori che a quelli inferiori. La scelta era sua, ma di certo restare lì era fuori questione.
    Diedi una rapida occhiata al Nickleby e appena l'incanto ebbe esaurito l'ossigeno provocando un vuoto d'aria stordente nel corridoio scosso dalle cannonate feci due passi indietro, due belle falcate rapide verso la "finestra" aperta dalla demolizione della prigione .

    Avevo il braccio sinistro intorpidito, probabilmente slogato, meglio cambiare piano.

    Sorrisi a Joss, sapevo che non poteva vedermi in viso, ma capiva bene quando l'espressione dei miei occhi cambiava. E quella era la mia espressione da " Piano B ".
    Dietro di me c'era il vuoto, il mare al di sotto delle fondamenta di Azkaban. Era lì che ero diretta.
    Aprì le braccia e mi lasciai cadere nel vuoto, le palle di cannone scagliate dalla nave soffiarono violente nei miei timpani, mentre tenevo gl'occhi fissi verso la crepa nel muro sempre più lontana da me.

    Mi voltai, ora ero a pancia in giù diretta verso gli scogli. La bacchetta fissa nella mano destra, i capelli biondi liberi dal cappuccio appuntito.
    A meno di mezzo metro da terra mi bloccai scagliando un incantesimo per attutire i danni.

    «..Morbido Cadent..!»



    A braccia chiuse contro la faccia vicinissima alla dura pietra nera degli scogli.
    Era stato come buttarmi dal secondo piano di un edificio..un pò pericolante. Impattai con il braccio ferito contro gli scogli e lo sentì spezzarsi in punti mentre il gomito e le dita si contorcevano. Mi rialzai a gattoni mentre sentivo il sangue uscire dal ginocchio destro malconcio ma ancora funzionante.
    Smisi di stare sugli scogli quando cercando di rimettermi in piedi un ondata improvvisa mi sbattè in mare. Non avevo considerato le onde poco adatte al surf e finì a fare qualche giravolta sott'acqua impattando contro gli scogli con il braccio malandato e la nuca.

    Mi ripresi dopo qualche secondo e sbucai a pelo d'acqua per riprendere fiato dalle narici.
    Addocchiai la spiaggia, c'era rimasto qualcuno? Era una fatica nuotare con un braccio solo.

    Si, qualche auror, delle ragazze e un..uomo? erano ancora all'esterno della struttura. Di sicuro mi avevano visto mentre cadevo dalla torre ma non avevano fatto in tempo a colpirmi che ero ruzzolata in mare.
    Ritornai sott'acqua e puntai la nave mimetizzandomi andando a fondo così che il nero del mio mantello si confondesse con la spuma nera delle acque salmastre.
    La nave era indubbiamente nelle mani degli auror al momento...e non mi piaceva la cosa..neanche un pochetto!

    Riemersi a poppa sbuffando aria fuori dalle narici di ferro della maschera che iniziava a starmi un pò scomoda. Tutta questa segretezza...
    Vidi Castiel raggiungere la spiaggia e muovere alcuni cannoni per debilitare l'attacco nemico, ma temevo che non fosse sufficiente per fermare le cannonate.
    In cima alla torre c'era trambusto, un bel caos di bacchette e tuoni...era lì la festa? Di sicuro Abel era là.

    Bene, tanto vale iniziare a danzare.

    Frugai nella borsa col braccio funzionante guardandomi intorno mentre gli auror si guardavano intorno e se la prendevano con Castiel,che mi stessero cercando?Dovevo sbrigarmi..
    Di fretta e furia tirai fuori quello che sembrava un mattone di materia plastica grigiastra, una bella bomba artigianale fatta con fialette di nitroglicerina e plastico, inutile dire che era di mia speciale produzione. Le bombe, le pozioni e le cose che esplodono mi hanno sempre affascianto!
    Mi immersi sott'acqua prendendo un bel respiro, raggiunsi il centro della chiglia della nave e sigillai allo scafo il mattone di plastico con un incantesimo, lo attivai facendolo lampeggiare di un verde smeranldo e mi allontanai con qualche bracciata verso il fondo. Sarebbe stato stupido riemergere ora e tantomeno cercare di allontanarmi in orizzontale.

    Scesi in profondità e puntai la bacchetta verso la bomba.
    Scagliai due bombarda , uno dietro l'altro per colpire il mattone e far detonare l'esplosivo.
    Il primo andò a vuoto ma il secondo incantesimo colpì il pieno l'ordigno facendo esplodere lo scafo del veliero che si alzò dall'acqua come investito da un gayser sottomarino.
    La nave aveva di sicuro subito grossi danni e imbarcava acqua proprio sotto la stiva con polvere da sparo e munizioni per i cannoni.
    Ma ora ero più preoccupata per la mancanza di ossigeno...
    L'esplosione mi aveva spedito sul fondo violentemente facendomi esaurire l'aria nei polmoni ed alcune travi di legno e detriti mi avevano colpito agl'arti inferiori rendendomi difficoltosa la risalita in superficie.

    Riemersi di fronte agli scogli in un anfratto coperto, questa volta presi una bella boccata d'aria strabuzzando gl'occhi.
    C'era mancato poco e ci restavo secca!



    Preso in pieno al braccio sinistro lo stupeficium di Harrison.

    Scagliato ardemonio contro Harrison e chi si trovava nel corridoio sul nostro piano con Josslyn e Nickleby.

    Data bacchetta di una guardia deceduta a Nickleby.

    Lasciato il piano della prigione per finire in acqua con un morbido cadens per non schiantarmi sugli scogli.

    Fatta saltare la chiglia del veliero con una bomba.

    Ora mi trovo nascosta dietro a degli scogli in balia delle onde in un punto impervio della spiaggia ad una decina di metri da Castiel.

    Danni:
    Braccio sinistro, mano sinistra e gomito sinistro rotti.
    Ginocchio destro sbucciato e intorpidito.
    Legamenti delle gambe intorpiditi.


    Edited by Poison Ivy - 30/5/2012, 21:53
     
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    Ben venga il caos, perché l’ordine non ha funzionato.

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    Il suo sguardo rimbalzava, velocemente, sulle due figure incappucciate. Sulle due donne. Le guardava da dietro le sbarre, e aveva capito perfettamente ciò che stava accadendo. Non che ci volesse un genio…
    I mangiamorte, dovevano esserlo, avevano preso il sopravvento, e lì, ora, era in atto una battaglia. Ne era contento. Una parte di sé lo era, sinceramente. L’altra desiderava di vivere abbastanza a lungo per riuscire a farne parte, e magari poi scappare lontano, essere libero.


    “Chiamerò il mio agente per farmi pagare i diritti.”


    Rispose ad una delle due, bionde. Lo stesso sarcasmo di sempre, il tono invece, era un po’ spento. Attento. Ansioso. Così come si sentiva Nicholas. Serrò la mascella, stringendo le sbarre tra le mani, e restando lì, in attesa di qualcosa. Qualcosa che avvenne nel giro di poco.

    Una delle due mangiamorte, gli lanciò la bacchetta di una delle guardie a terra. Nicholas l’afferrò al volo. Guardò la donna, e in particolare i suoi occhi, che sembravano risplendere dietro la maschera. Guardò poi la bacchetta. Un gesto… un attimo, e le sbarre saltarono in aria. Rimase lì per un secondo, ad osservare la scena, ad osservare la sua cella, ora priva delle sbarre che lo tenevano prigioniero.

    Poi, piano, con un passo lento dopo l’altro, si avviò verso l’uscita. Ma proprio nel momento in cui stava per mettere la testa, e il corpo, fuori dalla cella, un fascio di luce rossa, lo costrinse a rientrare dentro, e ad acquattarsi al muro. Vide l’incanto colpire la mangiamorte che gli aveva lanciato la bacchetta. La vide scappare via poi, dopo aver lanciato il suo controincantesimo.

    Nicholas ne approfittò. Uscì dalla sua cella, e stava per scappare ad un altro piano, quando, notò l’auror dai capelli rossi. L’auror che lo aveva sbattuto in prigione. Il cuore prese a battergli più velocemente, mentre fin troppa adrenalina veniva pompata in ogni dove nel suo corpo, ma in particolare nella sua mano, che ad un certo punto, si mosse da sola.


    “Exulcero.”


    Alzò la bacchetta verso il rosso, pronunciando l’incantesimo, che sperava andasse a segno.
    Un luccichio attrasse la sua attenzione. Si chinò al pavimento, afferrando un pugnale, che non sapeva di chi fosse… Forse di una delle guardie… forse di uno dei mangiamorte. Se lo rigirò tra le mani, tirandosi in piedi.


    “Prendi questo.”


    Lo lanciò contro il rosso, ed approfittando della sua distrazione, scappò via, prendendo le scale e dirigendosi al piano superiore. Non si stupì di vedere, anche lì, un vero e proprio putiferio. L’inferno, o qualcosa di simile. Il lungo corridoio era continuamente illuminato da flash di luce di vario colore, e da colpi di energia.

    E in quel momento, l’essere distratto dalla battaglia, avrebbe potuto costargli la vita. Fortuna volle, che si riprendesse giusto in tempo, per contrattaccare. Infatti una delle guardie delle prigione, lo aveva visto fin troppe volte, gli si era avvicinato, con non buonissime intenzione. Ovviamente Nicholas fu più veloce di lui, e dopo avergli rifilato un calcio al ginocchio, gli tagliò la gola con un diffindo. Rabbia, vendetta e voglia di continuare a vivere. Erano quelle le emozioni, che al momento lo guidavano.

    Poi, mentre si dirigeva verso la battaglia, un piccolo gemito attirò la sua attenzione. Si voltò di lato, intravedendo nell’ombra di una cella, la sagoma di una persona. Si avvicinò alle sbarre, cercando di capire chi è che ci fosse lì dentro. Capì soltanto che doveva trattarsi di una ragazza.


    “Ehi…Abbassa la testa…”


    Le disse, cercando così di attirare la sua attenzione.
    Non lo faceva per solidarietà… Ma se c’era una guerra, per la loro libertà, era meglio essere uniti. Era meglio essere in tanti.


    “Bombarda!”


    Esclamò, e le sbarre saltarono in aria, lasciando nella parete un grosso buco, e provocando un grosso polverone. Nicholas tossì, sventolandosi la mano davanti alla bocca, per riuscire a respirare liberamente, e quando il fumo si fu diradato, si chinò per afferrare la bacchetta della guardia a cui aveva tolto la vita.
    Se la rigirò tra le mani e la lanciò poi alla ragazza che era ancora lì all’interno della cella.


    “Esci di lì, attacca quelli che ti hanno ridotto così!”





    -Afferrata la bacchetta che Ivy gli ha lanciato, e aperto la cella nella quale si trovava
    - Lanciato l’exculcero contro Harrison, e gli ha lanciato contro un pugnale che trovato a terra
    - Scappa al piano superiore
    - Colpita una guardia png con un calcio al ginocchio e gli ha tagliato la gola con un diffindo.
    - Apre la cella di Ruthie e le da una bacchetta

    Se c'è qualche errore ditemelo, che edito :D


     
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  10. Susan Gray
     
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    mmh bene..arrivò un bel gruppetto di gente a darmi sui nervi..ora iniziava davvero la festa..
    un auror scagliò contro me e Castiel una bombarda che quasi non mi colpì in pieno..fortunatamente fui abbastanza veloce ad allontanarmi e i detriti dello scoppio mi procurarono qualche graffio..alzai la bacchetta irritata ma un altra auror mi precedette ,mi fece perdere l'equilibio e fece diventare il terreno su cui poggiavo i piedi una specie di sabbia mobile che mi bloccò..iniziai ad agitarmi inutilmente, più mi muovevo e più affondavo..Osservai Castiel non sapendo cosa fare e lo imitai..Non appena toccai terra, una palla di cannone mi colpì una gamba, urlai dal dolore, sapevo che quell'impato me l'aveva rotta come minimo..Cercai di alzarmi ma non ci riuscii..Era troppo pericoloso rimanere lì, dovevo escogitare qualcosa per potermi muovere..-Accio Firebolt!- gridai puntando la bacchetta contro la nave..La provvidenza mi aveva salvata, non era stata male l'idea di portarmi appreso la scopa, ancora una volta quell' oggetto inutile mi stava salvando la vita..A fatica salii sopra, ma quando ci riuscii volai verso la nave..Iniziai a lanciare bombarda maxima e confrigo a destra e manca, come per sfogare tutta quell' ira che avevo in corpo..Volai pericolasamente tra le vele così da non farmi colpire da eventuali controattacchi..

    -Mi sono rotta una gamba
    -ho fatto diventare il veliero un formaggio svizzero..:asd:
    ps:scusate per la schifezza, mi rifarò..Se ci dovessero essere errori ditemelo che modifico..
     
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  11. Olympia~
     
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    Ciò che uscì da quella cella non fu niente di ciò che Olympia si aspettava. La fissò in un silenzio quasi sorpreso. Era una donna. Una donna dall'aspetto fragile, con i capelli sporchi e i vestiti stracciati. Una donna dall'aria innocua che si ritrovò in un attimo a cavare gli occhi alla guardia. E Olympia lì, a deliziarsi della scena con un sorriso che le curvava lentamente le labbra.
    "e tu chi sei?"
    La domanda le fu rivolta direttamente dalla donna. Olympia la guardò ancora, prima di rispondere.
    La tua salvezza da questa fogna, probabilmente.
    Fu l'unica cosa che le disse. Raccolse una bacchetta da terra, probabilmente una delle guardie con cui si era scontrata, e la porse alla ragazza.
    Spero che tu ricorda ancora come si usa, in ogni caso non puntarla mai verso di me e non lanciare incantesimi a casaccio. Colpisci solo le guardie.
    Scavalcò i corpi, dirigendosi verso le scale. E soprattutto se vuoi uscire da qui senza problemi, seguimi.
    Salì le scale, lanciandosi un'occhiata alle spalle per vedere se la donna la seguiva. Era magra, quasi scarna, con i capelli biondi spenti e sporchi, eppure era comunque bella, di quella bellezza delicata, quasi innocente a cui non attribuiresti mai qualcosa di sbagliato. Ma era chiusa in quella cella e aveva appena cavato gli occhi ad un uomo. Era tutt'altro che innocente.
    Arrivata al pian terreno, lì da dove era entrata si fermò. Da fuori sentiva voci concitate e varie esplosioni. Si avvicinò lentamente ad una crepa nel muro, sbatté le palpebre per poi sbirciare fuori attraverso essa.
    Fuori non c'erano più solo i mangiamorte, ma anche altre persone. Olympia ne dedusse che erano auror.
    Per un attimo la tentazione di uscire fuori e buttarsi nella mischia fu forte. Poi si voltò a guardare la donna alle sue spalle, non avrebbe retto ad uno scontro del genere. Troppa gente. Non sembrava proprio in grande forma.
    Saliamo.
    Le disse brevemente correndo alle scale che portavano al primo piano.


    Procurato a Persemone una bacchetta
    Salita al primo piano.

    Non ho fatto altro perchè non ho capito niente di quello che state facendo XD avete modificato tutti i post.
     
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  12. josslyn;
     
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    Pochi attimi, e la torre cominciò a popolarsi come forse non lo era mai stata negli ultimi anni. Josslyn sentiva sulla sua pelle i rimbombi delle cannonate, e dei colpi di bacchetta.
    Bastarono pochi istanti, ed un auror raggiunse le due donne e il prigioniero colpendo Ivy ad un braccio. "Il maritino della Gordon" pensò velocemente prima di lanciare un sortilegio scudo in perfetta tempistica, considerando che Ivy aveva deciso di riscaldare l'atmosfera.
    «Uuuh abbiamo un maritò flambè per quella cagna della Gordon!» commentò alzando la voce mentre teneva su lo scudo, sperando che solo le ceneri dell'uomo potessero sentirla. Senza curarsi minimamente delle condizioni dell'auror, diede uno sguardo d'inteso alla bionda, che dolorante si buttò giù, attraverso una crepa nel muro. Nickleby era libero, armato e intenzionato a stare dalla parte che gli spettava: secondo Josslyn stava andando tutto alla grande.
    Trovò una scalinata pericolante a causa dei colpi accusati dalla struttura, e cominciò a marciarci veloce, mentre Nickleby inveiva ancora contro l'auror dai capelli rossi.
    Al piano di sotto, tutto sembrava tacere, diversamente da quello che accadeva nel resto della torre. Finchè due donne non apparvero, spuntando dal piano inferiore. Puntò la bacchetta decisa a colpire, quando si rese conto che si trattava di una maschera da mangiamorte e dalla bacchetta notà immediatamente che era Olympia (non sfuggiva nulla alla sua memoria, ed aveva imparato a riconoscere le bacchette di tutte le persone con cui aveva a che fare) ed una ragazza bionda dall'aria emaciata. Una prigioniera, senza ombra di dubbio.
    «Quanti ce ne sono al piano di sotto?» Chiese alla compagna, mentre abbassava la bacchetta, e si avvicinava furtiva alla scalinata da cui provenivano le due donne.
    Restò in ascolto tendendo un orecchio, e senza pensarci troppo urlò «Dominusterra!» in direzione del piano inferiore, aveva sentito dei passi ed un vocio non riconoscibile. Voleva far tramare il terreno sotto i piedi a chiunque si stesse avvicinando, per avere il vantaggio necessario ad organizzarsi. «Arrivano» disse secca mentre si avvicinava alla scalinata da cui era precedentemente scesa.
    Una via di fuga, magari non pittoresca come quella di Ivy ma quel muro era una delizia per prendere la mira.
    E per risalire se le cose si facevano difficili.


    - evocato uno scudo durante l'Ardemonio di Ivy
    - dopo la liberazione di Nicholas ed il "volo" di Ivy, è scesa al primo piano ed ha incontrato Olympia e Pers (se non ho capito bene la vostra posizione, edito)
    - lanciato un dominusterra verso il piano inferiore, dove ha sentito degli auror (presumo Dell & Bell, datemi direttive anche su questo se ho sbagliato)
    - posizionata all'inizio della scalinata che porta al piano di sopra
     
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  13. _Vincente_
     
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    "Portodoslebalesdetoros!" Esclamò Vincente, mentre balzava indietro per il muro di fiamme evocato da Abel, mentre il Bombarda lo sfiorava deflagrando più indietro.
    Tutta quell'azione lo faceva sentire giovane, e preferiva non pensare a crampi e contratture che gli avrebbero sicuramente augurato il buongiorno l'indomani. Sempre se ci arrivava, al domani, vista la situazione.

    "Sei un..sei un.. sei un cattivone!" urlò dietro al Mangiamorte, mentre questo spariva oltre la barriera infuocata, dentro la prigione, con il benvenuto di qualche colpo di cannone della nave.

    Senza voltarsi, sapeva bene che il signor Capo Temporaneo e forse il signor Poll erano dietro di lui, mise in moto i criceti nel cervello per superare quelle lingue di fuoco.

    *Unicorni. No. Draghi. No no. Orchideus! Mmmmmh... Orchidee. Fiori. Picche Quadri Cuori. Carte. Forbici. Sasso. Sassolini... ecco!"

    "Reducto!" Gridò, in direzione dei massi che piombavano dal cielo, mentre Azkaban si sgretolava.
    "Reducto, Reducto! Diffindo!" altri pezzi di pietra si staccarono dalla volta, riducendosi poi in polvere: sperava che producendo abbastanza detriti, questa avrebbe soffocato le fiamme... ovviamente riducendoli a dimensioni che fossero agilmente superabili, o avrebbe trasformato una barriera in un'altra. Ok, non era una grandissima idea, ma proprio non ricordava alcun incantesimo d'acqua, e per questo sperava nell'intervento degli altri due.

    "Reducto! Reducto! Erecto! Ohibò!"
    La sabbia che ricadeva sulle fiamme si trasformò in un castello, di quelli costruiti dai bambini in riva al mare, ma di un paio di metri di diametro, merlature e fessure per le frecce comprese.
    *Manca solo qualche stecchino per il ponte levatoio...* pensò, mentre parte delle fiamme si spegnevano sommerse dal castello, che non rimase in piedi più di un secondo o due.
    *Awwwwwwww...*

    Detto ciò, si apprestò a seguire Adam e Paul dentro alla Fortezza...

    -Lanciato Reducto e Diffindo per creare un mucchio di detriti a coprire le fiamme create da Abel
    -Lanciato un Erecto che ha trasformato la sabbia in un castello per qualche istante
    -Preparatosi per seguire Adam e Paul all'interno

    Ok, perdonatemi ma non ho resistito all'idea del castello di sabbia. Se non ha senso modifico, oppure considerate sia un'allucinazione di Vincente... d'altra parte Erecto serve ad erigere strutture per cui per qualche istante, su un mucchio di sabbia, potrebbe anche funzionare! XD

    P.S. d'accordo con Pam ho dato un'idea dell'interno della fortezza, con uno spaccato dell'entrata ed uno di una qualunque zona di celle. Ovviamente prendetele solo come esempio, e come sempre, sono solo per questa ruolata! :)

    azkaban3filter
    =>>Dimensioni reali<==

     
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  14. *LilyMoon*
     
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    - Rischieremmo di rimanervi sepolti a nostra volta, nel caso ci arrivassero alle spalle nei sotterranei...In più la maggior parte di loro sta salendo, urla ed esplosioni provengono dai piani superiori, adesso: si stanno spostando verso il tetto.- La strega esitò, stringendo i denti furente, alle spalle dell’immensa Grethe. L’apertura che la strega era riuscita a scovare, spalancata da un bombarda e di poco oltre l’ingresso principale ormai bloccato dai detriti, dava su quella che in un tempo non troppo lontano doveva essere la sede dell’auror di guardia. Per terra, incrostati di sangue, corpi martoriati giacevano già preda della morte. - Se li seguiamo faremo il loro gioco...- Sibilò l’auror, costringendosi a distogliere lo sguardo da coloro che non avrebbe potuto più aiutare e avvicinandosi alla porta che dava sul corridoio. Si poggiò allo stipite di schiena e, bacchetta pronta alla mano, si sporse oltre i cardini per controllare che non vi fossero nemici proprio lì fuori, pronti a spedirle all’altro mondo. Ma il corridoio era sinistramente silenzioso e apparentemente vuoto. - Ma abbiamo scelta?- Continuò, lanciando un’occhiata alla Hamalainen e facendole cenno di seguirla. S’insinuarono lungo il corridoio e raggiunsero l’atrium, denso di polvere e penombra. Un uomo tossiva in un angolo e, quando si rese conto che portava una tunica grigia e lercia, tenuta da prigioniero, non esitò a schiantarlo. C’erano altri corpi accasciati su quel pavimento di pietra, ma nessuno di loro, a prima vista, pareva appartenere ad un membro della squadra. - Andiamo...primo piano...!- Scavalcando un corpo inerte rannicchiato sul primo gradino, Lilian riuscì a raggiungere le scale e le salì con la bacchetta puntata in avanti. Dovette reggersi forte al corrimano per non perdere l’equilibrio, quando sotto i suoi piedi la terra iniziò a tremare: un dominusterra, indubbiamente scagliato dal primo piano e di sicuro per rallentarle, riuscendoci per l’appunto. Solo quando la scossa si spense, la Moon si accertò che l’altra stesse bene - non ne dubitava, in realtà - e si lanciò su per gli ultimi scalini, tendendo la bacchetta e fermandosi un attimo prima di svoltare: la luce riflessa sulla parete di fronte le assicurava che l’ultima rampa di scale sbucasse direttamente sul piano superiore.
    - Ci copro entrambe, tu attacca!- Avvisò la compagna, pronta ad aspettarsi quantomeno un’avanguardia all’imboccatura del piano.
    - Al tre...- Contò, svelta. - ADESSO!- Si tuffarono oltre la protezione del muro, le bacchette tese, e Lil, consapevole di quanto fosse importante il suo tempismo, scagliò lesta un - PROTEGO!- per parare e rispedire al mittente qualunque primo attacco e concedere alla collega di attaccare a sua volta, subito. Gli auror, ebbene, conoscevano qualcosa che ai mangiamorte sembrava sempre passare di mente: il gioco di squadra.


    - Penetrata nella fortezza insieme a Grethe da un'apertura che dava sull'ex stanza di guardia al pian terreno;
    - Spostata nell'atrium, dove ha schiantato un png evaso disarmato;
    - Risalite le scale e rallentata in pieno dal dominusterra di josslyn;
    - Tuffata sull'ultima rampa di scale con Grethe, in tempismo perfetto, e concesso a lei di attaccare mentre Lil ha protetto entrambe con un PROTEGO, barriera che rispedisce al mittente gli attacchi;

    Ps mi scuso con Grethe per aver scelto i piani superiori, ma tanto ormai a quel punto i sotterranei erano vuoti...
     
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  15. Eimhear
     
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    Ci stava prendendo fin troppo gusto con quei cannoni. Le sembrava di essere tornata indietro nel tempo, al tempo dei pirati. L’odore della polvere da sparo era penetrante e le irritava il naso.
    Stava cercando il suo prossimo bersaglio quando sentì un rumore sordo e vide un cannone scivolare verso di lei a velocità altissime. Sbarrò gli occhi, mollando immediatamente la presa dal cannone con cui aveva sparato fino ad allora e cercando di togliersi dalla traiettoria dell’altro cannone. Si buttò verso il centro della nave, sperando di fare in tempo. Non sapeva se c’era l’incantesimo antimaterializzazione e non poteva perdere tempo a provare. Doveva togliersi di lì alla svelta. Riuscì a schivare il pieno impatto, ma la sua gamba fu colpita da uno spigolo del cannone e lei sentì immediatamente un fortissimo crack e un dolore lancinante, acuto e inteso.
    Non c’era tempo per controllare la gamba, che di sicuro era rotta. Doveva rimettersi in piedi e controllare da dove arrivava la minaccia. Qualcuno era stato! Il cannone non si era mosso da solo, lo sapeva. Fece forza sulle braccia, cercando di sollevarsi senza fare peso sulla gamba ferita. Il processo fu più lento, troppo lento, forse solo di appena qualche secondo, ma quel breve attimo diede al suo avversario il tempo di fare la sua mossa.
    Crollò a terra, combattendo per mantenersi cosciente. Il dolore era troppo intenso, troppo opprimente per non soccombere. La schiena sembrava in fiamme e nemmeno le schegge del pavimento malmesso della nave che le si erano impiantate sui palmi delle mani riuscivano a competere con tutto quella sofferenza.
    La sua schiena era come stata tagliata da delle lame invisibili, tagli netti e estremamente dolorosi che continuavano a riversare sangue intorno a lei. Faceva fatica a respirare, non riusciva a far gonfiare del tutto i polmoni. Qualcosa doveva essere successo, lo sapeva, ma non riusciva a mettere a fuoco niente se non le fitte atroci alla schiena.
    Rialzati! le urlava il suo istinto e lei cercava di obbedire, ma non appena cercava di muovere qualsiasi muscolo le fitte alla schiena ricominciavano e il sangue iniziava a sgorgare più velocemente. Si sentiva debole, aveva brividi. Sentiva così tanto freddo!
    La vista le si oscurò del tutto, non aveva nemmeno la forza di tenere le palpebre aperte. Non voleva soccombere al nulla. Voleva rimanere cosciente, doveva combattere… ma era troppo stanca. Tutto quello che voleva fare era lasciarsi andare al tanto agognato oblio.

    - Rotta una gamba per colpa del cannone
    - Colpita dal Sectumsempra alla schiena

     
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