La presa della Bastiglia

chapter one: l'inverno sta arrivando

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    l'Esecutore;

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    Vele nere all'orizzonte.
    Il vento soffiava feroce quella mattina, da Oriente ad Occidente, minacciando tempesta.
    Quasi fosse conscio di quello che stava per accadere, e si preparasse a scatenare tuoni e fulmini come una epica colonna sonora di sottofondo. Di quelle che ti entrano dentro, ti afferrano il cuore, lo strizzano un paio di volte, e poi improvvisamente come sono giunte, spariscono, e rimane soltanto un senso di vuoto.
    Vele nere all'orizzonte.
    Il pescatore che sedeva placido sulla banchisa alzò lo sguardo, dubbioso: già era raro vedere delle vele.
    Che poi queste fossero nere, sembrava davvero strano.
    Era forse uno di quegli aggeggi moderni che andavano sull'acqua a velocità folli?
    Non poteva essere più nel torto.
    Qualche minuto più tardi, le vele erano accompagnate dallo scafo di una nave, una di quelle del 1500, ma costruite più recentemente. Poteva essere facilmente trovata presso un Acquario forse, o un museo, o un parco divertimenti Disneyano.
    E invece era lì: veleggiava rapida, come avesse tutto il vento d'Inghilterra a spingerla, mentre le vele - sembravano in effetti dei teli neri di plastica più che vero sartiame - spingevano lo scafo scuro come la notte dritto verso il porto.
    Basito, il pescatore si alzò per scendere verso la piccola spiaggia vicina, per poter osservare meglio l'arrivo della nave e dell'uomo che si era arrampicato sul pennone.
    La nave era vicina... sempre più vicina, ora rallentava per accostare al porto; stava compiendo una larga curva per allinearsi alla banchisa e poter ancorare l'imbarcazione a riva: chiaramente indendeva fermarsi.

    "...."

    L'uomo a bordo sembrava gridare qualcosa, ma la forza del vento e l'età del vecchio pescatore impedivano a questi di capire cosa stesse dicendo.

    "...i....os...di lì!"

    La nave si avvicinava velocemente alla riva, troppo velocemente: come pensava di frenarne il movimento per poter ancorare le cime alla banchisa? Neanche un cowboy avrebbe potuto centrare i piloni a quella velocità e comunque le funi si sarebbero spezzate.
    Quando il pescatore realizzò come l'uomo intendeva fermare il vascello, era troppo tardi.
    La Perla Nera, ribatezzata così dal suo Capitano, deviò bruscamente dalla propria rotta per puntare dritta contro la costa, mentre la polena osservava divertita il pescatore ed il timone sterzava sotto l'influsso dell'Incatesimo di Ares.
    Il babbano mollò la presa della canna da pesca, voltandosi per correre verso riva, mentre la Perla nera si schiantava con un tonfo sulla sabbia, proseguendo inarrestabile la sua corsa.
    L'uomo correva a perdifiato inseguito dalla nave, ma la fatica e le ossa deboli lo tradirono, facendolo precipitare a terra: la perla Nera, qualche metro addietro, raggiunse l'uomo, rallentando però di molto la sua velocità.
    La polena di legno, raffigurante una sirena nuda, sovrastò l'uomo adombrando il cielo, e riempiendo la visuale del povero pescatore.
    Fortuna volle che la Perla Nera si fermasse a pochi centimetri dall'uomo, mentre le due gambe erano aperte a V ed avvolgevano la punta estrema della carena della nave.
    Ancora qualche centimetro e l'uomo avrebbe fatto una fine davvero orrenda.

    "Ahoi!"


    Salutò Ares, camminando placidamente sul pennone di prua della nave mentre con un passo poco più lungo toccava riva sulla banchisa di cemento, ed ignorando completamente l'uomo più sotto.
    Aprì le braccia per salutare il Mangiamorte che lo attendeva, mentre con un gesto rapido si liberava del cappello da pirata, che atterrò dopo un breve volo sulla testa del pescatore.
    Ares tolse la giacca, raddrizzandola e riprendendo un poco di dignitosa apparenza, mentre estraeva un oggetto dalla stasca e lo lanciava ad Abel, manco fosse l'addetto alle limousine di un albergo.

    "E' tutta tua!"

    Aggiunse il mago, per poi svanire con un sonoro POP.
    All'uomo rimase in mano solamente una bussola; che strano: non sembrava segnare il nord...




    morsn




    "Farai un figurone, vedrai non si accorgeranno nemmeno della differenza..."

    Asserisco diverito sistemandogli la giacca di Ares sulle spalle ed abbottonandola, il mago davanti a me fa una smorfia alzando gli occhi al soffitto scricchiolante:
    la cabina di comando è lussuosa e comoda, ma soprattutto è lontana da occhi indiscreti.
    Devo ammetterlo, le ragazze hanno fatto un buon lavoro con questa pozione, eppure ancora non ho svelato loro a cosa serva nè dove siamo diretti, sarà una sorpresa, un regalo per introdurre la nuova epoca.
    Guardo Shane che ancora rimane immobile ed in silenzio, vedo che vuole dire qualcosa ed attendo con ansia la sua maledizione contro di me per averlo rapito e costretto a bere la polisucco - ho un po' faticato, non lo ricordavo così tenace -, quando eccola arrivare sottoforma di un pugno, tenta di colpirmi inutilmente un paio di volte ma alla fine rinuncia capendo di non poter far molto nelle sue condizioni.
    Si vede che è un McAdams, mi dispiace quasi doverlo utilizzare come esca.
    Guardo l'altro prigioniero seduto in un angolo sotto imperio - lui è stato più difficile da "addomesticare", ho dovuto ricorrere a metodi meno eleganti ma alla fine ha ceduto, come mio cugino...perchè lui non è incantato? Consideratelo un favore di famiglia -, sorrido e mi avvio verso la porta:

    "Resterai qui finchè non saremo arrivati, e non cercare di fuggire...tanto non ci riusciresti"

    La mia è una chiara allusione alla sua cecità, so perfettamente che non è in grado di smaterializzarsi e nonostante i suoi occhi in questo momento non siano più apparentemente vitrei non può ancora vedere, questa è una delle cose che la polisucco non può modificare seppure Shane ora abbia l'aspetto del Marchese.
    Esco e mi chiudo la porta alle spalle dando un giro di chiave alla serratura, guardo Xavier a cui ho affidato l'incarico di sorvegliare i nostri ospiti.

    "Che nessuno entri od esca da questa stanza"

    Ordino prima di salire le scale e raggiungere Olympia al timone: il comando di questa missione è mio, ma avrò bisogno della collaborazione di tutti per portarla a termine.
    Attorno a noi il cielo si sta scurendo, segno che la nostra meta è vicina e che il sole comincia a calare in vista della sera.
    Infilo la mano in tasca ed estraggo la bussola che mi ha lanciato Ares prima di scomparire dalla banchina:
    ci ho messo un po' a capire come funziona, inizialmente pensavo fosse rotta, ma poi mi sono accorto che non lo è affatto...è vero non punta a nord, ma punta esattamente dove voglio.
    Credo sia legata ad un incantesimo di legilimanzia, è un oggetto unico, in grado di capire di cosa hai bisogno ed indicartelo.
    E' affascinante non trovate?
    La porto davanti a me e controllo la rotta, dovremmo essere giusti eppure c'è qualcosa che non quadra, la lancetta ha cominciato ad oscillare indicando ripetutamente la mia destra.
    Corrugo la fronte, sono convinto che la rotta che stiamo seguendo sia giusta, non è possibile che abbiamo sforato così tanto la traiettoria di navigazione...mi gratto il mento alzando poi lo sguardo e portandolo nella stessa direzione della bussola che mi accorgo ora sta indicando proprio Olympia.
    Rimango ad osservarla stupito per qualche istante, prima di distogliere lo sguardo e chiudere l'oggetto con stizza.

    "Prosegui a dritta, dovremmo essere quasi arrivati"

    Dico infastidito prima che un urlo proveniente dalla vedetta confermi le mie supposizioni:
    Azkaban è in vista.


    azzacopia




    Come già anticipato la ruolata è aperta a tutti i mangiamorte, chi non si presenterà all'appello verrà eliminato secondo il regolamento del covo. Inventatevi pure i ruoli sulla nave a vostro piacere, avete una settimana di tempo per rispondere dopodichè procederò con la ruolata e l'eventuale eliminazione degli assenteisti.
    Buon divertimento :bastard:
     
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    Tu hai bisogno dell'Oscurità! Sottomettiti! Inchinati all'Oscurità.

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    "Mio mio, l'albero maestro è mio!"
    Nessuno li dentro prendeva Castiel seriamente, come dar loro torto daltronde. Si comportava sempre in maniera strana e poco seria e forse era proprio questo suo comportamento eccentrico ad aver convinto Ares ad averlo tra i suoi, poteva sempre essere utile come esca attira attenzioni, Castiel non era mica schizzinoso.
    Onestamente però, non sempre poteva risultare affidabile Castiel e non perchè avesse dei secondi fini, avesse contatti col ministero o chissà chi altro, semplicemente perchè a volte la sua instabilità mentale poteva compromettere il da farsi, ma almeno per il momento, Castiel era solo particolarmente eccitato per questa avanzata. Era la prima volta che aveva il privilegio di navigare e stare in uno spazio così ampio ed esteso favoriva solamente al suo benessere. Sarebbe stato un piacere abbattere quella roccaforte con ogni mezzo necessario. Seppur non era un ospedale psichiatrico, principale obiettivo di distruzione di Castiel, era comunque un edificio adibito a tenere rinchiusi dei pazzi criminali, non tanto diverso da dove era stato lui per anni. Non era male iniziare con Azkaban, anzi, non credeva che avrebbe già avuto il piacere di distruggere un inferno simile. Castiel poteva ritenersi soddisfatto, quel gruppo di folli continuava a stupirlo e la sua sete di distruzione aumentava, si sentiva tanto come una bomba ad orologeria.
    Senza sentire obiezioni quindi Castiel decise che non era il caso di stare in mezzo agli altri suoi compagni, tutti sembravano avere qualcosa da fare, sicuramente avrebbe dato fastidio con la sua solita parlantina su quanto Satana aveva grandi obiettivi per lui così aveva colto l'occasione di andare più in alto possibile per poter ammirare quegli spazi immensi che tanto aveva desiderato per anni.
    Si smaterializzò quindi al posto di vedetta trovando al quanto simpatica la maschera che aveva addosso. Per ora nei dintorni non vedeva altro che acqua e nuvole così si tolse la maschera guardandola divertito per poi sporsi verso il basso e ammirare gli altri maghi all'opera. Abel teneva le redini di questa missione, era curioso di poter ammirare la sua autorità, ma poi i suoi pensieri furono distratti da una chioma bionda che Castiel aveva particolarmente apprezzato alla festa tenuta dai mangiamorte. Era Josslyn Lloyd, bellissima donna.
    La osservò per qualche secondo fischiandole dietro non appena passò quasi sotto di lui per poi alzare lo sguardo e vedere finalmente che davanti ai loro occhi si stagliava la torre. Azkaban.
    "OBIETTIVO AVVISTATO!!!"
    Urlò Castiel che ormai situato la sopra da parecchio era inevitabile che avesse preso automaticamente il ruolo di vedetta. Il gioco poteva finalmente incominciare.


    Edited by Castiel. - 8/5/2012, 10:45
     
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  3. Raja.
     
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    Quantomai eccentrico come mezzo per viaggiare, ma altrettanto entusiasmante. Una ragazza come me, cresciuta tra deserti e oasi ben protette ben poche volte aveva visto il mare, e ancora meno ci aveva navigato sopra. Ed era per questo che, una volta appresa la sorpresa, mi ero vestita in modo un po' meno femminile del solito, preferendo dei comodi pantaloni ad una intramontabile gonna.
    Mi ero appostata a prua, sporta il più possibile, un'imitazione di carne della polena, osservando estasiata le onde che si infrangevano sullo scafo. Oh, era spettacolare. Fossi vissuta in un'altra epoca, di certo avrei fatto la piratessa: spirava un vento di libertà così forte in mezzo al mare!
    Non riuscivo proprio a stare ferma, così lasciai la mia postazione e mi arrampicai tra le corde che conducevano alla vedetta. Di certo Castiel, che si era guadagnato per primo quella postazione, aveva una visuale spettacolare. Con le gambe mi assicurai una certa stabilità anche senza l'aiuto delle mani e guardandomi in giro meravigliata cominciai a giocare con i miei amati pugnali. - Hey Castiel, occhio a non cadere. -lo presi in giro bonariamente, sicura che potesse sentirmi visto che eravamo a pochi metri di distanza. Chiusi gli occhi sentendo il vento che accarezzava le lame che a loro volta fendevano l'aria con movimenti puliti e precisi.
    Al grido della vedetta, che ricalcava moltissimi film babbani che avevo avuto il tempo di vedere, mi voltai esaltata verso il nostro obbiettivo. Che posto orribile, davvero. Totalmente antiestetico. Squallido. Avrei preferito morire piuttosto che entrare in un luogo simile. E poi tutto quel grigio proprio non si accostava al colore della mia pelle. No, era decisamente una cosa giusta attaccarlo.
    Era un insulto al buon gusto.
    E con movimenti fluidi mi preparai all'assalto.
     
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  4. Poison Ivy
     
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    Avevamo cambiato capitano, Ares si era volatilizzato lasciando al timone Olympia ed Abel alla guida della nave con la pittoresca bussola che ti conduce a quello che più vuoi al mondo...curioso oggetto.
    Io giravo per la stiva giocando con un coltello mentre contavo i cannoni rinnovati per l'occasione e già carichi, si bè non è che avessi altro da fare mentre sentivo la spuma dell'onda infrangersi ritmicamente contro lo scafo del veliero.
    Non sapevo dove stessimo andando ma il manipolo di uomini e donne dall'anima nera che mi circondavano mi facevano solo immaginare un raduno oscuro e scellerato per una destinazione altrettanto famigerata.
    Lanciai il pugnale con cui stavo armeggiando contro la porta della cabina delle polveri da sparo e ghignai stizzita come un marinaio stanco di restare a bighellonare sottocoperta senza nulla da bere, annusai l'aria salmastra e salì di un piano per raggiungere le cabine, in fondo c'era quella del capitano e i suoi "ospiti" sotto chiave con l'aiuto di Xavier.
    Ghignai nuovamente da sola mentre aprivo con la punta del piede la porta della cabina alla mia destra dove avevo lasciato la mia borsa senza fondo, quella utile per infilarci le peggio stramberie..
    Mi chinai a raccoglierla e mi sedetti su un barile vuoto di rhum, perchè finiva sempre per primo il rhum?

    Avremmo compiuto disastri degni del nome dei mangiamorte, non era il caso di vestirsi come ad una comune scampagnata da quattro soldi bucati..era il momento di ripristinare un pò di vecchiume tradizionale e una maschera degna per l'occasione.
    Nero era il mantello come l'anima e il veleno che mi scorreva nelle vene, un colore che come da programma ognuno di noi era portato ad indossare non solo come vessillo ma anche come utile stratagemma per confondersi fra le ombre.
    Feci scivolare la bacchetta dalla manica sinistra della giacca e passo la punta attorno ai vestiti. Quelli al passare della bacchetta di facevano viravano il loro colore verso il nero più pesto ed assumevano la consistenza dell'olio sciolando sul mio corpo come se mi fossi appena immersa in un bagno di petrolio.Una tuta aderente simile a quella da sub mi avvolgeva da sotto il mento fino ai piedi. Appena fu solida e della consistenza giusta aprì la zip sul petto, su su qualcosa si può far vedere sotto tutto quel latex opaco!, infine infilai un paio di stivali monocromatici neri e dei guanti di cuoio del medesimo tono. Passai la bacchetta sulle spalle e mi feci avvolgere dalla mantella di cotone scuro che toccava il pavimento.
    Non avevo ancora scelto una maschera, probabilmente l'avrei indossata solo al momento giusto,per ora erano a portata di mano nella borsa insieme alle armi..

    Dovunque stessimo andando la priorità era arrivarci armati e pronti ad ogni evenienza.
    Infilai la mano nel borsello di cuoio fino al gomito controllando i miei averi: balestra c'è, garrota c'è...nitroglicerina c'è...fumogeni fatti in casa con le mie manine, ci sono...oh...cintura..!
    Tirai fuori la cintura che avevo usato precedentemente alla festa del marchese De Sade, un gioiellino che si trasformava in una frusta dentellata grazie alla trasfigurazione. Torna sempre utile.
    Sciolsi i capelli sulle spalle e feci scrocchiare le nocche delle mani per allentare la pressione che quel dondolio mi stava provocando. Mal di mare? No, diciamo che non amo particolarmente i mezzi di trasporto babbani.Tendo a farli...esplodere?

    Mi voltai improvvisamente verso l'uscio, qualcuno aveva urlato Terra? o qualcosa di simile?
    La vedetta doveva aver avvistato il nostro obbiettivo!
    Legai la borsa di cuoio alla cintura che avevo in vita ed uscì a controllare sbucando da sotto coperta con fare eccitato, chissà dove siamo...chissà dove...

    Rimasi un attimo perplessa nell'intravedere all'orizzonte di fronte a noi LA prigione. Azkaban.
    Tutti erano indaffarati e laboriosi nei preparativi, significava che di sicuro non eravamo lì per una visita di cortesia. Non ero preoccupata di finirci dentro a vita o di incontrare i dissennatori, ero più incuriosita dalla sua architettura, non l'avevo mai vista così da vicino! Rimasi a rimirarla per qualche istante..

    «...però..ci sarà da divertirsi con i padroni di casa...!»




    ghignai dando uno sguardo a Josslyn in giro sul ponte della nave, anche lei si era preparata per l'agguato al Forte?
    Ancora non mi era chiaro per chi avessimo dovuto preparare la polisucco ma lasciai fedelmente queste noie ai "cervelli" dell'operazione. Non ero tipo da fare domande su domande, preferivo seguire il corso degli eventi adeguandomici per ricavarne la maggior quantità di violento e gratuito divertimento.
     
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  5. josslyn;
     
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    killbill-a-scenery
    Quante volte aveva desiderato vedere Azkaban crollare? Molte, e non per la paura di finirci dentro, semplicemente perchè li erano morti i suoi genitori. Una prigione vale l'altra quando sei un fuorilegge, ed Azkaban o Alcatraz non facevano alcuna differenza per lei. Se non per quel piccolo dettaglio.
    Gli occhi chiari s'immersero totalmente nel cupo grigio del cielo, e qualche goccia di mare le bagnò il viso. La velocità con cui avanzava la Perla Nera, era quasi innaturale ma niente era ordinario quando si trattava di magia. Josslyn osservava attentamente tutti i membri dell'insolito equipaggio, e cominciò a pensare mentalmente ai possibili ruoli che avrebbero avuto: era fatta così, le piaceva pianificare per poi fare tutt'altro. Era un modo per tenere allenata la mente, ed un modo per ammazzare il tempo che la separava dalla prigione sul mare.
    Guardò Castiel, un uomo assolutamente bizzarro, mentre estasiato anunciava la vista della prigione: aguzzò lo sguardo per intravedere anche lei quel postaccio, su cui volentieri tutti i presenti avrebbero sputato. Immediatamente pensò ai dissennatori, come avrebbe potuto evocare un patronus lei che un ricordo felice non sa nemmeno cosa sia? Quel problema andava risolto, ed in fretta. Magari poteva pensare al giorno in cui ricevette il suo primo incarico ad Okinawa, era così felice quella sera di marzo...
    Silenziosa come al solito, portò una mano al polpaccio destro: ottimo, la granata che si era portata era al suo posto, così sorrise gioviale e respirò l'aria salata che la circondava, beandosi di ciò che l'aspettava. Quanti auror accorerranno come piccole formiche? E quanti resteranno schiacciati?
    «Oh certo mia cara Ivy. Sono proprio curiosa di vedere come ci toglieranno la felicità. Tu ne hai compagna?» rispose sarcastica alla biondina tutto pepe che le era poco distante. Quella ragazza nel suo malsano stile di vita, le piaceva senza un motivo preciso.
    La mente di Black Mamba, abituata a correre come un equino libero nei campi, volò verso un nuovo pensiero: i detenuti. Cosa ne sarebbe stato di loro? Erano utili? Oppure erano solo carne come tutti gli altri?
    «Cosa ne sai dei detenuti?» domandò ad Ivy mentre si allacciava il mantello sulle spalle e alzava il cappuccio sulla chioma bionda «Idioti che si sono fatti beccare, o gente valida?» quello che distingueva Josslyn dalla maggior parte degli assassini su commissione che aveva conosciuto in vita sua, era il suo intelletto. Difficilmente agiva spinta dall'irrazionalità quando doveva portare a termine un compito, piuttosto moriva nel tentativo di rendere tutto perfetto. Non tutti apprezzano questa sua dote al limite del maniacale, altri invece ritenevano il suo operato un'ottima garanzia.
    Per questo aveva anche notato qualcosa di strano in Ares DeSade, qualcosa che lo rendeva diverso. Che fosse proprio un capello del Marchese quello scivolato nella polisucco preparata dalle tre donne?
     
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  6. Susan Gray
     
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    Questo era un giorno memorabile..si, prima missione a fianco dei mangiamorte..Quale onore?..Ero eccitata, la mia adrenalina era alle stelle, sembravo una bambina che stava andando per la prima volta al parcogiochi..
    Ero a bordo di un vascello capitanato dal biondino che avevo avuto modo di conoscere alla festa del Marchese..mmh, Abel se non erro..Il mezzo di trasporto era alquanto insolito, ma dava la giusta carica per la missioncina, mi piaceva fare la "piratessa", mi ci vedevo a duellare con le spade, fare gli assalti sulle navi nemiche, uccidere senza pietà e arraffarmi qualche prezioso bottino..mmh, si, stava diventando il mio secondo lavoro preferito..
    Tutti, come del resto anche io, avevamo un ruolo ben preciso da svolgere: c'era chi faceva guardia ai prigionieri, c'era chi era al timone, c'era chi era di vedetta e quindi si godeva il panorama dall' alto ed infine c'era chi cazzava le vele..enormi vele nere..Ecco, io ero una di quelle che percorreva dall'alto al basso il veliero per stringere per bene le corde che le tenevano..ed non era semplice tirarle, avevano un diametro che mi superava in larghezza, erano più grandi di me..Ma dove eravamo diretti?..la risposta arrivò non appena mi posi la domanda..

    "OBIETTIVO AVVISTATO!!!"


    Mi voltai prontamente verso la prua e in lontananza vidi una maestosa costruzione che s'innalzava tra le onde e la nebbia..Sembrava assomigliare a quelle immagini che avevo sul libro di storia della magia..si, non avevo dubbi..quello era Akzaban..
    Rimasi interdetta per un paio di secondi, osservavo la stranissima struttura architettonica, che per di più era davvero di cattivo gusto..Incudeva terrore..Fino ad allora ne avevo solo sentito parlare, ma da quello che si raccontava, non era per niente un bel posto..Tutta la gente che entrava lì dentro non riusciva ad evadere facilmente, tranne rare eccezioni..
    Bhè, quel mito sarebbe durato ancora per poco, aveva i minuti contati..Con un ghigno, tirai fuori dalla fodera che avevo legata intorno al bacino, un pugnale che brillò non appena incontrò la luce..Ero pronta..
    Non credevo che quella fosse una gita, o una visita..no, era ben altro..
     
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  7. Olympia~
     
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    Stringeva il timone tra le mani cercando di scacciare quella ridicola sensazione di eccitazione che la pervadeva. Sì, si sentiva eccitata come un bambino quando scarta i regali la mattina di Natale.
    Non andava bene. Non era da lei. Per questo sul volto manteneva solo un ghigno soddisfatto e per il resto un'espressione neutra. La maschera che avrebbe indossato in seguito avrebbe poi potuto nascondere ogni emozione. Non che Olympia si lasciasse andare a chissà quali emozioni. Il più delle volte si trattava di adrenalina, voglia distruttiva e follia pura.
    Sì perchè era quella a muoverla principalmente: pazzia. Anche se lei si sentiva perfettamente sana a dirla tutta. Anzi qualunque cosa facesse credeva di essere nel giusto. Era forse questo il motivo che non le faceva provare alcun tipo di rimorso.
    E in ogni modo quel giorno aveva tutte la ragioni di essere eccitata. Non era di certo il giorno di Natale. No era anche meglio. Azkaban stava per essere distrutta... per mano loro.
    Sì, Olympia dava già per scontato che la missione sarebbe andata a buon fine. Doveva essere così. Per forza.
    Sì voltò a guardare Abel al suo fianco. Lo fissò sbattendo le ciglia lunghe e rivolgendogli un sorriso di scherno. Si divertiva a provocarlo. Allo stesso tempo lo squadrò da capo a piedi. Peccato che un tipo così affascinante fosse allo stesso tempo così... insopportabile. Non che Olympia sopportasse chissà quanto le persone in generale, era anche per questo che non aveva amici, ma non disdegnava mai la compagnia di qualcuno per una notte. Ma la compagnia di Abel non sarebbe di certo stata piacevole con quel carattere che si ritrovava.
    "Prosegui a dritta, dovremmo essere quasi arrivati"
    Annuì.
    E' stato il tuo giocattolino a portarci qui?, indicò con un cenno del capo la bussola che Abel stringeva in mano. O avevi già avuto modo di fare un giro turistico ad Azkaban in precedenza?
    Non ebbe modo di aggiungere altro. Castiel -uomo strano, forse più strano di lei addirittura- dall'albero maestro grido di aver avvistato Azkaban.
    Olympia puntò lo sguardo avanti a sé. In effetti ecco la torre ergersi davanti a loro in tutta la sua tetraggine.
    Il viso di Olympia si aprì in sogghigno. Ora l'eccitazione era palese sul suo volto, non riuscì a nasconderla.
    Che il gioco abbia inizio, no?, sussurrò ad Abel con un brillio quasi folle nello sguardo.
     
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  8. Xavier;
     
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    Non sapevo cosa fosse più irritante. Fare da sorvegliante a dei salami o starmene inerme nell'attesa che tentassero di mettere il naso fuori. Diciamocelo, un pò ci speravo. Non perchè volessi fuggissero. Ma perchè sapevo sin dal principio che li avrei rispediti dentro quella fottuta cabina con le brutte. Ora c'era da chiedersi cosa io intendessi per "cattive maniere". Voi cosa immaginate? Increspai le labbra poggiando le spalle contro il legno ruvido della porta, lasciando correre le dita per la lunghezza della bacchetta che lentamente muovevo tra le mani, quasi desideroso di poterla usare. E l'avrei fatto certamente in quella giornata.
    Che nessuno entri od esca da questa stanza
    Sarà fatto.
    Risposi secco, dischiudendo appena le labbra in un impercettibile suono. I miei occhi lo seguirono mentre saliva le scale, scomparendo alla mia vista. Infilai le dita nelle tasche dei jeans dondolandomi appena sui talloni con fare annoiato, passandomi una mano fra i capelli e trascinandomi avanti e dietro lungo lo stretto corridoio, irritato dal cigolio del pavimento scricchiolante sotto i miei piedi. Era quello il mio compito dunque? Fare da badante? Mi innervosiva alquanto e non solo per il fatto concreto di esserlo. Mi si stava togliendo la possibilità di osservare il mare in tempesta e di sentirne le gocce d'acqua sulla fronte.
    Lì di sotto potevo solo udire l'incresparsi fuggitivo e rumoroso delle onde, oltre al tiepido oscillare della barca su entrambi i lati mentre agile e veloce tagliava il mare desiderosa di raggiungere la meta.
    OBIETTIVO AVVISTATO
    Chiunque l'avrebbe sentito. Probabilmente gli stessi carcerati di Azkaban. Era Castiel. Non parlavamo di un personaggio comune a molti altri. Parlavamo di una figura singolare. Chi non lo era fra di noi? Ghignai appena, curvando le labbra sulla sinistra, dipingendomi involontariamente un sorrisino sghembo in viso. L'arrivo. Sospirai salendo la scaletta che conduceva al piano superiore, lo stesso dove tutti erano. Potei finalmente bearmi della brezza che soffiava insediandosi fin sotto i vestiti. Lasciai correre rapidamente lo sguardo su ognuno dei loro visi, bloccandomi a pochi passi dalla cerchia, sollevando impazientemente un sopracciglio. L'ora era giunta.
     
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    Castiel alla vedetta mi conferma che siamo arrivati ed un sorriso di scherno mi compare sul volto: poveri auror, ancora non sanno cos'abbiamo in serbo per loro quest'oggi, eppure lo scopriranno molto, molto presto...
    e non gli piacerà, credetemi.
    Faccio oscillare la bussola davanti agli occhi di Olympia con fare sarcastico, sono sicuro che poco fa ci sia stato un errore, quet'aggeggio non deve funzionare proprio così bene perchè io non stavo affatto pensando a questa ragazzina.
    E non lo sto facendo tutt'ora, nella mia mente c'è solamente la missione.

    "Sfortunatamente non ho mai avuto la fortuna di alloggiare in questo posticino così confortevole...o chissà, magari è stato un bene.
    Posiziona la perla, è ora di giocare un po'."


    Le rispondo annuendo e lasciandola al timone prima di rivolgermi verso il resto della ciurma.

    "Compagni, preparate i cannoni, dimostriamo al Ministero cosa ne pensiamo di Azkaban!"

    La distruggeremo, la raderemo al suolo mattone dopo mattone, finchè non ne resterà più nulla, nemmeno una misera cella.
    Con un colpo di bacchetta apro i bocchettoni dei cannoni e mi avvicino alla balaustra, daremo loro un piccolo assaggio, un giusto benvenuto per il nostro arrivo, dopodichè scenderemo a terra e conquisteremo la prigione dei maghi a suon di incantesimi.
    Ho anche l'esca giusta per attirare qui quell banda di auror da strapazzo.
    Scoppio a ridere quando sento cantare il primo cannone.
    BUM.
    Il fumo si dirama mostrando un'enorme crepa nella struttura di azkaban mentre la sentinella fa scattare l'allarme.
    BUM. BUM. BUM.
    E' arrivato il momento di scendere a terra, anticiperò gli altri in cima alla torre, devo preparare la trappola.
    Ma prima devo recuperare il finto Marchese ed il finto vampiro dalla cabina del capitano, devono venire con me.
    Oh, so cosa vi state chiedendo...ma non sarò io a darvi la risposta.
    Per il momento non vi è dato sapere dove si trovano i veri Kyran e Ares.

    "Inizia lo spettacolo, vedi di fare bene la tua parte e non fare scherzi...magari alla fine potresti rivedere, ops scusa, ritoccare tua moglie.
    Xavier tu vieni con noi, guardaci le spalle."


    Con un movimento del polso ordino all'uomo che porta le sembianze di Kyran Spencer di alzarsi dall'angolo in cui l'ho lasciato ed uscire dalla stanza, prendo poi Shane - nei panni di Ares - per una spalla e lo spingo fuori.
    La scialuppa è pronta, non ci resta che raggiungere la terra ferma, ci penserà la magia a trasportarci attraverso l'oceano.
    Mi alzo in piedi e con un balzo scendo dalla barca quando essa sbatte contro lo scoglio, alzo lo sguardo: sopra di me si erge il luogo più temuto al mondo, un luogo da dove è impossibile fuggire, e se ci si riesce - quei pochi che ne hanno avuto la fortuna - non si è più quelli di prima...questo luogo ti fa impazzire, i suoi abitanti ti rendono pazzo, ti divorano l'anima, completamente.
    La morte qui è considerata una fortuna.
    Sorrido, ci sbatterei volentieri mia madre per prima e mio padre per secondo in questo luogo, sarebbe di certo una vendetta migliore di quella che sto cercando.

    "Li senti i brividi? Attendono solamente il nostro arrivo"

    Io li sento, chiari e limpidi, lunghi brividi che corrono lungo la schiena, i pensieri che iniziano a vagare e disperdersi, lasciando solamente desolazione nella mente.
    E' questo l'effetto dei dissennatori, tu risucchiano ogni cosa positiva che compone la tua vita, lasciandoti il vuoto dentro.
    Agito la bacchetta ed un ragno argenteo si materializza davanti a noi, anche se queste creature stanno dalla nostra parte - essendo al momento la più conveniente - io preferisco non fidarmi, non ho una grande stima di loro.
    Le porte di Azakaban sono davanti a noi, i guardiani escono dalla cabina - sono in quattro -, pallidi come un fantasmi si adattano perfettamente al luogo dove vivono o lavorano.
    Estraggono le bacchette ma noi siamo già pronti: l'anatema che uccide non perdona, io ne colpisco uno mentre Xavier gli altri due.
    Il terzo mi serve.
    E' giovane, è spaventato, non ci metto molto a disarmarlo e spingerlo verso il muro, vedo le gambe che gli tremano, farà quello che gli dico senza esitazioni.

    "Se vuoi salva la vita, vattene immediatamente da qui e non tornare...altrimenti farai la loro fine! Chiaro?"

    Il ragazzo annuisce cercando una via di fuga e guardandosi attorno ansiosamente, credo potrebbe mettersi a piangere da un momento all'altro, mi fa quasi pena.

    "Forse ha bisogno di una mano"

    Dico divertito a Xavier intimandogli di aiutarlo come se la nostra fosse un'azione caritatevole.
    Prendo una boccata d'aria da questo luogo spettrale, è giunta l'ora, finalmente.



    Avete tempo fino a lunedì per postare, dopodichè proseguirò con il piano.
    Per questo giro divertitevi come volete a distruggere la prigione. :bastard:
     
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    Tu hai bisogno dell'Oscurità! Sottomettiti! Inchinati all'Oscurità.

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    - Hey Castiel, occhio a non cadere. -
    Gli occhi di Castiel furono guidati verso il suono di quella soave voce. Non appena voltata la testa vide la figura di Raja Jain, con la quale aveva condiviso una missione, la trovava deliziosamente velenosa.
    "Sei tu quella sospesa tra le corde..."
    Avvistato l'obbiettivo poi non c'era più da perdere tempo in chiacchiere o viste meravigliose, finalmente Castiel poteva divertirsi a distruggere e far esplodere il suo ostacolo con ogni mezzo possibile, non aveva aspettato altro da quando era salito su quella strana barca. Passò oltre Raja, andandole di fianco e percorse insieme a lei la discesa con le corde tornando sul ponte, Abel aveva parlato e lui...eseguiva con piacere.
    "Compagni, preparate i cannoni, dimostriamo al Ministero cosa ne pensiamo di Azkaban!"
    Cosa pensava Castiel di Azkaban? Beh ormai avendo la mente totalmente sconvolta vedeva quel luogo come una specie di carciere per matti decerebrati senza speranza, la personificazione dell'inferno sulla terra. Quindi in breve, un luogo da abbattere e radere al suolo.
    Westwood andò versò uno dei cannoni preparati per l'occasione posionandosi dietro pronto a prendere la mira. Non si aspettava che avrebbe usato queste antiche armi, ma comunque la cosa lo divertiva comunque, e addocchiatto il punto prestabilito un tocco di bacchetta e il colpo parti. I primi mattoni erano stati abbattutti e dopo di quelli tutti gli altri avrebbero fatto la stessa fine. Attenzione e riflessi svegli servivano ai carcerati all'interno per non morire sotto i nostri colpi, conveniva loro essere veloci, di certo Castiel non avrebbe agito con più cautela, gli interessava solo lasciare il segno, avvisare il mondo che le cose sarebbero cambiate, il resto...doveva cavarsela da solo.
    Lasciò anche agli altri il piacere di bombardare la prigione aspettando ansiosi che la nava si avvicinasse alla riva. Non dovette aspettare molto e non appena si toccò terra Castiel fu immediatamente invaso da quella sensazione di oppressione che caratterizzava Azkaban. I dissennatori sarebbero sbucati fuori a momenti e quello non era il giorno in cui l'anima di Castiel sarebbe andata al diavolo, non ancora.
    Toccato terra dovette concentrarsi parecchio per riuscire a trovare un ricordo abbastanza gioioso, ma la distruzione del suo ospedale psichiatrico aiutò in questa occasione. Un patronus a forma di istrice usci dalla sua bacchetta, pronto a difenderlo ad ogni attacco di un dissennatore scocciante, ma ora, la sua più totale attenzione andò verso quella mura che dovevano assolutamente essere abbattute.
    Sicuro che il patronus sarebbe intervenuto successivamente ad aiutarlo ora puntò la bacchetta contro le mura carico e pronto a sfoderare bombarde come se fossero caramelle, l'unico problema però era sempre lo stesso, Castiel non era molto abile con gli incanti offensivi e provò a lanciarne una nella speranza di creare scompiglio, ma il suo attacco non fu degno di spettacolo. Si ingegnò quindi trovando a pochi metri di distanza da lui dei mucchi di mattoni caduti per colpa dei cannoni...potevano tornare utili. Si avvicinò quindi al mucchio di mattoni e fu semplice trovare un incantesimo adatto. "Waddiwasi" I mattoni si alzarono dal suolo e guidati dalla mia bacchetta andarono a tutta velocità contro il resto delle mura, aumentando sempre di più le crepe e i buchi già fatti. Castiel aveva trovato il suo giochino, avrebbe usato i mattoni come suoi proiettili letali. Quando si avevano delle debolezze si cercava di usare altri escamotage. Chissà se i suoi compagni sarebbero "Ehi Gray, non ho ancora avuto il piacere di osservare le tue doti, perchè non mi fai un po' vedere come distruggi?"
    Castiel amava infastidire o lusingare le donne a seconda dell'umore e per puro caso si era ritrovato di fianco a lei, una delle nuove arrivate come lo era lui, piuttosto giovane per i suoi standard, ma comunque da ammirare.


    Sono all'esterno di Azkaban ad abbattere con Susan le mura.


    Edited by Castiel. - 21/5/2012, 10:40
     
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    Ben venga il caos, perché l’ordine non ha funzionato.

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    Nicholas aveva perso il conto dei giorni passati lì dentro… e in fondo, a cosa sarebbe servito contarli?! Non c’era nulla a contraddistinguerli, se non il lento scorrere della giornata. Riconosceva il giorno dalla notte, soltanto perché nella cella riusciva a penetrare un po’ più di luce.

    Si vergognava di ciò che era diventato. Si vergognava della sua situazione. Ora cos’era, se non una nullità?! Un rigetto della società?! Era bastato poco, un gesto, a fare in modo che il suo grande mondo crollasse giù disastrosamente portando con sé tutto ciò che col tempo, Nicholas faticosamente aveva costruito.

    Sospirò poggiando la testa contro il muro e trovandosi così a fissare il soffitto logoro. La cosa peggiore, oltre al non sapere quanto ancora fosse durata la sua condanna, era il non avere una via di fuga. Nonostante a volte quel posto sembrava cadere a pezzi, era al contempo indistruttibile, almeno dall’interno. Sbuffò, chiudendo gli occhi, cercando, inutilmente di addormentarsi.

    Già, non era mica facile addormentarsi in quel postaccio?! Insomma, non che la vita avesse più tanto valore, ma sì, ad addormentarsi si poteva non risvegliarsi più. Era una paura comune quella. In fondo bastava, più del dovuto, essere addormentati dentro, a causa dell’incessante ruolo dei dissennatori.

    Riaprì gli occhi di scatto, capendo di perdere tempo. così prese a fare rumoracci con le labbra, così tanto per far arrivare dei suoni diversi alle sue orecchie, oltre ai lamenti dei detenuti, al rumore delle catene e delle onde. Continuò così per, non seppe quanto, ma ad un tratto, capì che c’era qualcosa che non andava. Qualcosa di strano. Come se la struttura stessa, fosse in agitazione.

    Corrugò la fronte, focalizzando la visione che aveva dinanzi: dissennatori che svolazzavano velocemente in una direzione, e guardie che li seguivano con la stessa velocità. Si incuriosì, ma rimase lì fermo a pensare, se fosse una buona idea, avvicinarsi alle sbarre, per poter osservare ciò che stava accadendo, cercare di capire almeno.

    Aspettò. Un attimo, due. Tre minuti, cinque.
    Si alzò poi, dirigendosi passo dopo passo alle sbarre. Poggiò le mani su due di esse, stringendole con forza e sporgendosi, quanto più potesse fare, per riuscire a vedere qualcosa. Non vide nulla, se non il buio. Tese le orecchie, ma non sentì nulla, se non il martellare furioso del suo cuore. Eppure sentiva, sapeva, che qualcosa stava per succedere.

    Improvvisamente, gli altri detenuti, che sembravano aver preso esempio da Nicholas ed erano tutti lì alle sbarre, tentando di carpire qualcosa, avevano cominciato ad urlare e a fare rumore, lasciando Nicholas abbastanza perplesso. Era quello un rumore assordante che avrebbero sentito da lontano. I detenuti non si fermavano e continuavano a sbattere i piccoli boccali di ferro, contro le sbarre, provocando un rumoraccio.

    Un rumore più forte di quello che provocavano i detenuti, per un secondo, mise a tacere tutti. Il pavimento tremò ed anche le mura. Nicholas si guardò intorno, e si mantenne forte alle sbarre, quando un nuovo scossone, fece tremare tutto.

    A quel punto si fece un’idea di ciò che stava accadendo, o forse era soltanto una vana speranza. Capì comunque che non era un’idea tanto malvagia, assecondare gli altri detenuti, e così lui con loro, continuarono con quel rumore, continuarono a far casino, sperando di ottenere l’attenzione, magari non quella dei dissennatori.


     
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  12. Susan Gray
     
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    "Compagni, preparate i cannoni, dimostriamo al Ministero cosa ne pensiamo di Azkaban!"


    Già, facciamo vedere al ministero chi comanda davvero, chi è capace di rivoluzionare il mondo e chi è il vero debole tra noi e loro..Ci stavamo dirigendo dritti dritti alla meta e ora era tempo di giocare e divertirsi..Questa era la parte più bella di tutta la missione, potevamo distruggere ogni cosa che ci avrebbe ostacolati e sopratutto potevamo radere al suolo quel postaccio..Quel giorno avremmo fatto un atto piucchè caritevole, stavamo per far evadere un bel pò di detenuti, non contando ovviamente quelli che sarebbero morti sotto le macerie..mhh, mi sentivo buona..forse anche troppo..

    Mi diressi verso il lato destro della nave, la brezza mi scompigliava i capelli, sentivo l'odore forte della salsedine..Addirittura il mare sembrava aiutarci nella nostra causa, le onde s'increspavano e colpivano violentemente la struttura creando rumorosi frastuoni...
    "Il mare ha questa capacità; restituisce tutto dopo un po’ di tempo" E quello era il momento di restituire la libertà a uomini seviziati e torturati dentro quella che io definirei la seconda casa del diavolo..
    Alzai la bacchetta e con un semplice gesto feci partire il primo cannone, secondo, terzo..Iniziai a ridere mentre osservavo il caos che si stava creando..Cannoni che sparavano, sirene d'allarme che iniziavano a suonare, boati e botti...L'inferno..
    Iniziammo a costeggiare la riva e io ,come una piratessa che si rispetti, afferrai la prima cima che mi trovai davanti e mi fiondai a terra a mò di Tarzan..
    Evocai un patronus visto che delle figure nere iniziarono a venirmi in contro..Dalla bacchetta si sprigionò un fumo bianco che lentamente prese forma mentre camminava sospesa nell'aria..La tarantola di dimensioni gigantesche mi avrebbe protetta dai dissennatori, io nel mentre potevo aiutare i miei compagni a mettere fine a quell'incubo..
    Lanciai bombarda maximus a tutto spiano, poi venni affiancata da Castiel..Castiel Westwood, un tipo alquanto strano, girava voce che avesse qualche rotella fuori posto a causa del suo passato tortuoso..Bhè, ma erano voci di corridoio e anche se fosse, come dice il detto, Tutti i migliori sono matti..

    "Ehi Gray, non ho ancora avuto il piacere di osservare le tue doti, perchè non mi fai un po' vedere come distruggi?"


    Gli rivolsi uno sguardo malizioso, pieno di sfida e curvai le labbra in un sorrisetto sarcastico..

    -..Se ci tieni tanto..Comunque, non male la tua tecnica...-


    Dovevo trovare un incantesimo devastante..più del bombarda

    -..Confringo!..-


    L'esplosione fece crollare gran parte dell' edificio, soddisfatta soffiai sulla bacchetta e volsi un occhiolino al ragazzo..
     
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  13. Poison Ivy
     
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    Ghignai voltandomi verso Josslyn a mani conserte. Felicità? sapeva benissimo che non ne avevo alcuna. Ma la follia e il divertimento erano comunque classificabili come stati emotivi in cui c'è una reazione chimica nel cervello...e rilascia endorfina.

    CITAZIONE
    «Oh certo mia cara Ivy. Sono proprio curiosa di vedere come ci toglieranno la felicità. Tu ne hai compagna?»

    Mi leccai le labbra e la affiancai.

    « ...sai meglio di me che non ho un anima..chissà a cosa si aggrapperanno i Dissennatori per farmi diventare triste e sconsolata..!»



    sbeffeggiai i guardiani di Azkaban con noncuranza e guardai Castiel e la signorina Gray affrettarsi a dare fuoco alle polveri mentre Abel se la rideva dall'alto della sua postazione di comando. Aveva in mente di sicuro qualcosa per quei due piccioni che ci eravamo trascinati nella cabina del capitano. Esche?

    CITAZIONE
    «Cosa ne sai dei detenuti?Idioti che si sono fatti beccare, o gente valida?»

    Tornai a guardare Josslyn e scossi la testa, generalizzare era fuorviante in questi casi. Molti erano lì semplicemente perchè erano un sassolino nella scarpa o degli idioti..ma alcuni erano ancora utilizzabili. Sempre che gli fosse rimasto qualcosa nel cervello.

    « ..credo che lo scopriremo presto..! ti va di fare una visita a quelle povere anime?...ci sarà molta più carne al fuoco...»



    indicai con la bacchetta i livelli di sicurezza della prigione che iniziavano a sgretolarsi sotto le cannonate del vascello oscuro. La mia attenzione fu un attimo distolta dalla battaglia quando Abel trascinò fuori insieme a Xavier le due persone che non mi aspettavo di vedere lì. Il Marchese e Michael.
    Per un attimo pensai fossero loro, ma una volta guardati con più attenzione notai che il Marchese non camminava come un bifolco ma molto più elegantemente e con la schiena ritta. Mentre Kyran non aveva tutte quelle emozioni, non faceva facce troppo emotive.Probabilmente era per questo che avevo un debole per lui...mmh chi lo sa!
    Ergo non erano loro.
    Tirai quasi un sospiro di sollievo prima di tornare a concentrarmi sulla prigione e sulla mia gemella bionda.

    Mi misi a ridere appoggiando un piede sulla paratia della barca e la mano destra salda su una delle corde che si srotolavano fino a terra. Era ora di andare!
    Mi aggrappai alla corda e scesi a terra come se dovessi interpretare un vero arrembaggio, scoccai qualche occhiata qua e là per tenere d'occhio la posizione dei Dissennatori che parevano essere più interessati ai Patronus di Susan che alla mia presenza funesta e nera.

    Sgattaiolai attraverso una falla nel muro al primo piano e tirai fuori la bacchetta trasformando la cintura che portavo in vita in una frusta dentellata.
    I prigionieri tenuti in quella zona erano già infervorati dai fumi della polvere da sparo e dai tremori del pavimento, pensavano davvero che sarebbero stati tutti salvati? si, forse i Dissennatori li avevano fatti diventare davvero folli!
    Li ignorai ghignando mentre una maschera scura mi copriva il volto celandolo ai miscredenti che osannavano quei cani del Ministero o che patteggiavano per il lato dei "buoni e onesti" cittadini.
    Insomma, solo i capelli biondi uscivano dal cappuccio della mantella ed io mi sentivo a mio agio in quel luogo di perdizione ed oscurità dove nessuna emozione era più pungente di quella della paura.
    Gustai con un certo divertimento le facce di alcuni detenuti portati alla follia, con gl'occhi sbarrati e la bava dalla bocca semi aperta. Erano vivi ma parevano defunti e raggrinziti.
    Toccai le sbarre della prigione e con la bacchetta feci sciogliere il ferro arruginito della sbarre permettendo ad una decina di sgattaiolare sulle loro gambe...fuggire dove poi? che eravamo circondati da acqua, vento e stronzissimi mostri ammantati?
    Sospirai sorridendo mentre li pensavo già a testa in giù nell'oceano mangiucchiati dai pesci.

    Saltellai sulle scale del secondo piano e raggiunsi altre celle, liberai qualche fortunato, ne uccisi qualcun'altro con un lieve accenno di bacchetta e adocchiai un detenuto che mi pareva di aver visto sulle pagine dei giornali.
    Alzai l'indice e glielo puntai contro tenendomi però ad un passo dalle sbarre e con la bacchetta ben alta così che se qualche Dissennatore avesse avuto l'ardire di interrompermi mentre parlavo avrebbe assaggiato il mio Patronus.

    « ...ehy..tu...! ci conosciamo?...mi pare di averti già visto da qualche parte..! sei uno famoso?..»



    la mia voce attraverso la maschera era mutata da un incanto piuttosto banale. Ma l'effetto era tutto un delirio, sembravo sotto l'effetto di esalazioni di Elio, perciò la mia era una vocina stridula e stiracchiata, una vera sofferenza per le orecchie e una tentazione per chi non si faceva una risata da anni là dentro!


    Interazioni con Nicholas e Josslyn :quo: :asd:
     
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  14. Olympia~
     
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    Olympia non aveva mai visto Azkaban dal vivo. Osservò con attenzione l'imponente struttura, lasciando correre gli occhi su quell'architettura marcata e scura. Inquietante persino per lei, doveva ammetterlo. No, di certo non invidiava chi si trovava al suo interno, non doveva essere affatto piacevole. Per un attimo si chiese se il proprio passato avrebbe potuto compromettere il suo operato lasciando ai Dissennatori la possibilità di sopraffarla. Un ghigno beffardo le si dipinse in volto al solo pensiero. No, al massimo ricordare avrebbe solo aumentato la rabbia in lei.
    Fece in modo che la nave si accostasse alla prigione, come le aveva detto di fare Abel. Non che le piacesse prendere ordini da lui, ma in quel caso era l'uomo a comandare. Il pensiero le fece arricciare il naso infastidita. Non era nata per ricevere ordini. Suo padre non aveva fatto altro che dargliene per tutta la vita.
    Calò la maschera sul volto. Era ora di iniziare a giocare. Ascoltò il suono del primo cannone con la stessa attenzione con cui si ascolta un concerto di musica classica. Oh sì, era musica soave per le orecchie: il cannone che sparava e colpiva Azkaban.
    La risata di Abel riempì l'aria, unendosi al colpo del cannone. Sì, un concerto. Olympia si lasciò sfuggire un sorriso divertito. Azkaban già iniziava a cadere sotto i loro occhi. Era ora di muoversi. Gli altri erano già scesi dalla nave. Si apprestò a fare altrettanto. Scavalcò i corpi delle guardie abbattute dai suoi compagni e corse verso la struttura, bacchetta alla mano. Sentiva il freddo entrarle fin dentro le ossa e l'aria farsi improvvisamente opprimente. Sapeva che era l'effetto dovuto dai Dissennatori. Strinse i denti, scacciò i ricordi fastidiosi che cercavano di farsi strada in lei ed evocò il suo Patronus. Un cigno argenteo si lanciò verso un Dissennatore, dando ad Olympia la possibilità di raggiungere il foro nel muro, provocato da uno dei colpi di cannone. Si intrufolò al suo interno.
    Fece per raggiungere le scale che portavano giù, nei sotterranei, ma si imbatté in una guardia. Un ragazzetto, che le puntò la bacchetta contro con la mano tremante. Ad Olympia sfuggì una risata, il cui suono fu alterato dalla maschera che indossava. Non diede il tempo alla guardia di fare qualsiasi cosa. Con un movimento veloce e fluido gli puntò la bacchetta contro.
    Sectusempra!
    Per un attimo rimase ferma, beandosi della visione dell'uomo a terra che agonizzava sputando sangue. Un tocco di colore in quella tetraggine. Ne scavalcò il corpo, scendendo le scale e lasciandosi alle spalle l'odore ferroso e forte di quel liquido rosso.
    Arrivata alla fine della scalinata ebbe la visione di diverse celle. Una fila lunghissima di sbarre arrugginite. Osservò incuriosita i prigionieri al loro interno. I più se ne stavano rannicchiati senza muoversi, quasi non avessero vita. Altri la fissavano incuriositi. Olympia ricambiava il loro sguardo sentendosi quasi al sicuro dietro quella maschera scura. Nessuno poteva sapere chi fosse.
    Reducto!
    E fece saltare via un paio di celle, aprendo la strada ai detenuti. Non che li temesse, per come erano ridotti non avrebbero neanche provato a farle qualcosa. Erano completamente disarmati poi.
    Neanche il tempo di finire il pensiero che si ritrovò sbattuta contro il muro, avvertendo un dolore sordo sul lato dove era andata a cozzare con il corpo. Non emise un fiato. Subito era in piedi, pronta a reagire. Lanciò un'avada kedavra contro la guarda che l'aveva colpita, lo fece con rabbia. Strinse i denti e si osservò la spalla: la veste era strappata e poté vedere il rosso del sangue. Non era copioso.
    Imprecò infastidita e fece saltare un altro paio di celle e poi altre ancora, liberando tutti al loro interno. Si guardò attorno, osservando l'operato: macerie ovunque e gente che correva e arrancava come poteva.
    Poi l'occhio le cadde su una cella più isolata, quasi contenesse chissà quale essere pericoloso. Puntò la bacchetta contro essa.
    Bombarda!
    E attese, curiosa di vedere chi o cosa ne sarebbe uscito fuori.


    - scesa nei sotterranei
    - distrutto un po' di cose
    - ucciso un paio di guarde
    - distrutto la cella di Persemone dandole la possibilità di uscire.


    Edited by Olympia~ - 20/5/2012, 23:15
     
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  15. josslyn;
     
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    L'obbiettivo era stato avvistato, i cannoni sparavano: finalmente si entrava in scena. Josslyn aveva subito capito che quelli non erano De Sade e il vampiro, così curiosa osservò la scena. Esche? Oh certamente. Quello che si chiedeva era chi si nascondesse sotto le fattezze dei due ricercati, magari solo due sprovveduti magari babbani.. o forse no. Notò come Abel parlò ad uno di loro in maniera quasi confidenziale. Molto probabilmente si sbagliava, ma inconsciamente si chiese cosa mai aveva fatto quel povero diavolo per meritare un trattamento simile. Perchè ovviamente avrebbero fatto la fine dei topolini con un solo passo falso.
    «Purtroppo per loro non ho delle sigarette con me, ma una visitina la faccio volentieri.» disse in risposta alla bambolina bionda calandosi la maschera sul volto.
    Trovarono un accesso alla torre, e il delirio totale all'interno di essa. Alcuni detenuti venivano liberati da Ivy, mentre Black Mamba tirava fuori il suo giocattolino: si rigirò la granata tra le mani, pensando che era un vero peccato la loro scomparsa dalla circolazione. Le granate a mano avevano un effetto devastante nell'arco di moltissimi metri quadrati, così scelse bene dove lanciare il suo regalo.
    Due celle infondo al corridoio attirarono la sua attenzione: due uomini parlavano tra di loro attraverso le sbarre, e nel delirio di follia dissero che quella era la loro occasione per avere una riduzione di pena. Li sentì trovare il modo di attirare l'attenzione dei dissennatori, così con un ghigno nascosto sotto la maschera lanciò la granata fino a farla salterrare tra le due celle. Pochi secondi e tutta la parte della torre dopo aver vibrato sonoramente crollò, sui corpi dei due detenuti. Soddisfatta Josslyn si avvicinò per osservare i compagni rimasti all'esterno: alcuni dissennatori già si erano avvicinati alla ragazza bruna che li teneva buoni con il suo Patronus. Tornò dentro sfoderando la bacchetta, quando s'imbattè in un sorvegliante: aveva pochi secondi, avrebbe immediatamente mandato un Patronus al ministero e lei voleva ancora bearsi dell'antipasto prima di occuparsi degli Auror.
    Con il solito zampillio di luce verde spezzò per sempre la vita dell'uomo, attirata dalla voce pazza di Ivy: forse aveva trovato qualcosa d'interessante.
    La trovò infatti d'avanti alla cella di un ragazzo dall'aria dismessa di chi è stato in gattabuia, e immediatamente lo riconobbe. Nickleby, arrestato per rapimento e tentato omicidio o qualcosa di simile.
    «Certo che è famoso, gemella. Nickleby ricordati di ringraziare i giornali, hanno fatto di te il testimonial di questo lurido posto.» si avvicinò anche lei alle sbarre per guardarlo da vicino. Non sapeva niente del ragazzo se non quello che aveva letto dai giornali, ma stare in quel posto renderebbe chiunque folle. Così folle da unirsi a loro?
    Chissà a cosa pensava il detenuto vedendo le due valchirie bionde, chissà quanti pensieri affollavano la sua mente. Ma Josslyn aveva un nuovo interesse: un brivido di gelo le attraversò la nuca, uno dei guardiani della torre stava per unirsi all'insolito trio.
    Un pensiero felice. strinse gli occhi sotto la maschera Un fottuto pensiero felice. Pensò alla sua infanzia. Merda Peter Pan, un pensiero felice coraggio.
    Il giorno della cerimonia per diventare membro operativo della Deadly Viper Assasination Squad, passò come un flashback nella sua testa. Sentiva l'orgoglio nel suo cuore, proprio come quel giorno di tanti anni prima.
    «Expecto Patronum!» un grosso Black Mamba argentato strisciò fino alla fine del corridoio, dove qualcosa di simile ad una tunica nera si stava appena palesando.
    Ce l'aveva fatta, aveva trovato il suo ricordo felice. Quello che la iniziò alla morte.


    - sono entrata dentro la torre con Ivy
    - siamo salite al II piano
    - lanciato una granata verso due detenuti dalle intenzioni balorde
    - abbiamo incontrato Nicholas ed ho mandato il Patronus verso un dissennatore affezionato al detenuto

    EDIT: Ho reso il mio spoiler più dettagliato!


    Edited by josslyn; - 21/5/2012, 18:36
     
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