La presa della Bastiglia

chapter one: l'inverno sta arrivando

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  1. Pers.
     
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    L'eternità. L'eternità è racchiusa tra quattro mura sporche di sangue e sporcizia, l'eternità è una ciotola che entra tre volte al giorno da una fessura della porta e il suono delle chiavi che sbattono contro il muro. Persemone sapeva che quella era la sua vita e si era adattata all'eternità, aveva organizzato la sua eternità come meglio poteva per tenersi occupata. Passava le sue giornate ad osservare il mare eternamente in tempesta dall'unica fessura che la cella possedeva, se non osservava il mare passava ore nel disperato tentativo di mantenere in ordine i capelli biondo cenere passando tra di essi le dita ormai piene di ferite che al loro passaggio lasciavano sangue e il sangue si trasformava in sangue incrostato. C'era solo una cosa che si ripeteva tutti i giorni, tutte le ore, tutti i minuti ed avveniva proprio dentro la sua testa, pensava costantemente alla sua guardia, a Thomas, quell'uomo brizzolato che l'aveva trascinata da un'eternità all'altra, il suo personale traghettatore da un'inferno all'altro. Pensava a come ucciderlo, alla sensazione appagante che avrebbe provato nel vedere i suoi occhi diventare vitrei e le sue carni lasciarsi andare diventando inizialmente mollicce per poi irrigidirsi sotto ordine della nostra signora e comandante morte. Il suo nome le era arrivato alle orecchie durante un secondo non troppo preciso della sua eternità, qualcuno l'aveva chiamato e aveva sentito la voce roca dalle troppe sigarette rispondere a quel nome, aveva sentito anche il suo sorriso verso quella voce infantile che l'aveva chiamato e poi tutto era piombato nel silenzio. Ora è passata un bel pò di eternità da quel momento, ora fuori dalle sue quattro mura non si sente più il rumore ritmico dei passi di Thomas ma un rumore forte e che sà di paura, che sembra arrivare da tutte le pareti. Le guardie stanno urlando cose che Persemone non riesce a capire nonostante sia con la guancia tumefatta poggiata alla lastra fredda che la divide dal mondo.

    "...DAL MARE!"

    Lo spazio angusto non dà modo di correre ma le gambe di Persemone lo desiderano, si sbuccia le ginocchia scoperte e si fa male alle mani mentre osserva l'enorme nave nera che arriva cercando quasi di infilare la testa nella fessura microscopica. Non sà quella ragazza persa nell'eternità cosa possa significare quella nave ma il suo cuore perde un battito e i suoi occhi si accendono di una luce nuova. Mentre fuori da lì si iniziano a sentire urla di terrore lei si scaglia contro la porta colpendola a mani nude, facendo più rumore che può senza sapere che la sua è una cella insonorizzata. L'adrenalina la fa tremare da capo a piedi e le fa pompare il cuore in petto come un forsennato, la sua bocca che è stata chiusa da quando l'eternità ha avuto inizio si apre senza riuscire ad emettere suono per un secondo, poi da quelle labbra spaccate esce un urlo disumano che quasi la svuota di tutte le forze. Proprio un quel momento dall'altra parte della porta qualcuno lascia un incantesimo che fà cadere in mille pezzi la porta che la nasconde dal mondo e la trattiene nell'eternità, alcuni pezzi di ferro la colpiscono aprendo ferite nuove sul volto e sulle braccia ma il dolore è ormai una cosa che Persemone non capisce più. I piedi si muovono quasi da soli mentre esce lentamente dalla cella e punta gli occhi in quelli della sua salvatrice, per un attimo che le ricorda l'eternità si osservano in silenzio, poi una voce interrompe quel silenzio, quella voce roca da sigarette che fa rabbrividire dal piacere Persemone e la costringe a girarsi. Thomas stà indietreggiando finendo direttamente nella sua traiettoria, gli spasmi di paura che lo scuotono sono come mani che carezzano il seno e le gambe della ragazza dell'eternità facendola eccitare. Inizia ad avanzare quasi mossa da qualcosa di più grande di lei, quasi come un burattino appeso a dei fili invisibili che la trascinano alle spalle di Thomas. Thomas è sprovvisto di bacchetta e continua ad indietreggiare fino a toccare con la schiena il suo petto, è a quel punto che le sue mani corrono vellutate fino agli occhi della sua ossessione.

    "Buonanotte Thomas.."

    Le sue dita affondano come un coltello affonda nel burro e mi impregnano della materia molliccia che un tempo erano i suoi occhi, l'urlo di Thomas le regala la cosa più vicina all'orgasmo che abbia mai provato, la costringe a chiudere gli occhi mentre il corpo dell'uomo si accascia ai suoi piedi e la lascia per un attimo stordita ed inebriata dal piacere. Si lascia coccolare per ancora un pò da quelle urla prima di mettere fine per sempre alla vita di Thomas, prima che il suo piede raggiunga la testa della sua guardia colpendola con forza, lasciando che si schianti contro il muro mettendo fine a quelle urla. Un sorriso sornione si allarga sulle sue labbra mentre si gira verso la ragazza che per un pò la sua testa aveva dimenticato.

    ".e tu chi sei?"
     
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    -Mi segue ovunque!- sbuffò alzandosi in piedi e indicando con un gesto stanco della mano l’elfo domestico che Shana aveva regalato alla sua famiglia. Sarah lo fissava con un sorriso dipinto in volto, incuriosita dall’ultimo acquisto della famiglia Carter che, in piedi accanto alla scrivania di Adam, non smetteva di fissare la mela linda che suo Zio Patrick stringeva fra le mani.
    -E poi dice sempre quella frase… Nèd mi passeresti quel libro?- lo interrogò schioccando le dita per attirare la sua attenzione.
    -Nèd-Fa, padrone!- l’elfo afferrò il libro che gli aveva indicato e glielo passò, tuttavia gli occhi blu non lo avevano minimamente considerato, lo sguardo era ancora fisso sul quadro alle sue spalle.
    -Grazie… vedi? Nèd-Fà quello! Nèd-Fà questo! È come un disco rotto, ripete sempre quella maledettissima frase… gli psicologi del Ministero mi hanno detto di lasciar perdere, dicono che sia, testuali parole, “una frase in cui il soggetto identifica se stesso”… che cosa vorrà mai dire poi…- al Capo Auror non piaceva avere uno elfo domestico, non perché li disprezzasse, semplicemente non aveva mai visto di buon occhio il ruolo che questi ricoprivano nella loro società.
    Senza disturbare ulteriormente Nèd dalla sua contemplazione, lo oltrepassò aggirando anche la scrivania.
    -E poi a Catherine la cosa ancora non è andata giù!- sua moglie odiava avere quell’elfo in casa, o meglio, odiava avere uno schiavo in casa. Adam aveva cercato in tutti i modi di farle capire che non era necessario trattarlo come tale, ma la natura di Nèd non aveva aiutato affatto in quel senso. A Nèd piaceva rendersi utile e aiutare in casa, e quella sua tendenza a seguire da vicino i suoi padroni rendevano spesso Cathe irascibile e di cattivo umore. Una volta se lo erano addirittura ritrovato ai piedi del letto che li fissava mentre dormivano.
    -Per questo me lo sono portato dietro…- l’Auror si appoggiò alla scrivania e tornò a guardare la creaturina.
    -Comunque, come sta Emily?- era una vita che non passava un po’ di tempo con la sua sottoposta, il lavoro li aveva costretti ad allontanarsi un po’. Ormai Sarah non era più un Auror alle prime armi, ne tantomeno la ragazza cocciuta e arrogante che aveva preso come assistente più di un anno prima. Era cambiata e non c’era più bisogno che le stesse addosso, aveva imparato molto. Inoltre, ora che era anche diventata madre, il suo senso di responsabilità aveva subito un’impennata incredibile. Ma probabilmente non era soltanto a causa del lavoro o delle responsabilità di entrambi se si erano allontanati, anche il destino sembrava volerci mettere del suo.
    La porta dell’ufficio si spalancò all’improvviso, facendo sobbalzare Nèd che distolse finalmente lo sguardo dal quadro.
    -Oh ma che modi!- brontolò il quadro di Zio Patrick.
    -Nèd può picchiare quel mago se padron Adam lo desidera… Nèd può!- il ditino ossuto di Nèd si allungò ad indicare il ragazzo ansante che aveva fatto irruzione nel suo ufficio. Adam quietò il suo elfo con un gesto della mano.
    -Nèd può picchiare, e tanto!- brontolò insoddisfatto ma ubbidendo al suo padrone.
    -Che cosa c’è?- disse soltanto il Capo Auror rivolto a quello che riconobbe essere un carceriere di Azkaban.
    -S-signore… i… i… i Mangiamorte! Hanno attaccato Azkaban!- l’espressione del ragazzo era un quadro di terrore. Adam diede un colpo di reni per scostarsi dalla scrivania, mentre Nèd emetteva un gridolino impaurito andando a nascondersi dietro la scrivania.
    -Cosa?- esclamò palesemente preso alla sprovvista. Il Capo Auror studiò il volto pallido del giovane guardiano, gli occhi strabuzzati, le labbra tremanti, era ovvio che non stava mentendo.
    -Nèd va da mio padre e mettilo al corrente di questa faccenda, dovrebbe trovarsi al Wizengamot!- la mano di Adam era già corsa ad afferrare la bacchetta, non c’era tempo da perdere. Il nasone dell’elfo spuntò da dietro la scrivania, tremava ancora.
    -Digli anche di raggiungere Cathe e gli altri, che non li allarmare, digli di parlare con Russell e digli di tenere al sicuro sua mia Moglie e gli altri, lui saprà cosa fare!- ma l’elfo era ancora immobile. Dio solo sapeva cosa c’era nel passato di quella creatura, ma qualsiasi cosa fosse, per la prima volta nei suoi occhi blu profondo Adam lesse la consapevolezza di chi sa a cosa va incontro.
    -Hai capito? Vai!- lo esortò.
    -Nèd-Fa!- l’elfo annuì ancora poco convinto, schioccò le dita e si smaterializzò.
    Il Capo Auror sperò per il meglio e lanciò uno sguardo a Sarah.
    -Dobbiamo avvisare tutti!- mentre diceva quelle parole un lupo bianco scaturiva dalla sua bacchetta, il messaggio che doveva consegnare avrebbe raggiunto tutto il reparto.

    ***


    Smaterializzarsi era una cosa che odiava, ma in quel momento, in quella specifica occasione, Adam non esitò un istante. Con un sonoro “crack” lui e Sarah si ritrovarono sull’isola su cui sorgeva la prigione. Aveva il fiato corto per lo sforzo, gli faceva sempre quell’effetto materializzarsi. Ma il panorama che trovarono al loro arrivo, glielo troncò del tutto. Era ancora peggio di ciò che la mente dell’Auror aveva immaginato. Una nave dalle vele nere era ormeggiata sulla costa, contrapponendo la sua austera figura a quella dell’enorme struttura di Azkaban. La prigione era stata devastata, buchi e falle si aprivano lungo tutte e tre le mura mentre gli attacchi da parte dei Mangiamorte continuavano imperterriti a colpire l’edificio.
    Da un’apertura alla base dell’imponente torre, schiere di prigionieri uscivano gettandosi in acqua. I Dissennatori ormai erano allo sbaraglio e senza remore attaccavano sia i detenuti che i guardiani. Era una strage.
    Adam strinse la presa intorno alla bacchetta e cominciò a correre in direzione dell’apertura. Il lupo bianco correva al suo fianco.
    Immediatamente puntò verso uno dei maghi oscuri che si stava divertendo a lanciare massi contro la facciata della prigione.
    -Depulso!- esclamò eseguendo un rapido scatto dell’avambraccio prendendo di mira alcuni dei massi che giacevano a qualche passo di distanza dal Mangiamorte. Immadiatamente quelli si animarono andando a scagliarsi contro il suo obbiettivo. Se era abbastanza fortunato avrebbe potuto distrarre, o magari colpire, anche qualcuno degli altri.
    -Dobbiamo impedire che liberino i detenuti!- urlò in direzione di Sarah e di qualsiasi altro Auror che fosse abbastanza vicino per sentirlo. Tutto in dire visto lo sciame di carcerati che uscivano dalla struttura, ma non era di landruncoli e stupratori che Adam si stava preoccupando, Azkaban conteneva feccia ben peggiore.
    Poi la sua attenzione cadde su un altro Mangiamorte, quello che se ne stava placidamente immobile ad osservare l’operato dei suoi amichetti.
    -Stupeficium!- urlò e un raggio rosso scaturì in direzione dell’uomo.


    Per gli Auror: tempo per postare una settimana, ovvero entro la mezzanotte di Domenica 27 Maggio! Buona ruolata a tutti!
     
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    No, seriamente. Chi cazzo abbiamo messo a guardia di Azkaban? E’ la prigione più drastica di tutto il mondo magico e basta una squadra di mangiacacca ingrifati a sbaragliare lo squadrone di dissennatori e guardiani che ne sono a capo? Questi erano i pensieri di Sarah Matthews, cioè io, mentre correvamo nell’ufficio di controllo e regolazione dei trasporti a non ricordo quale livello. Era iniziata come una giornata tranquilla; dopo tanto tempo ero finalmente riuscita a passare un po’ di tempo con Carter e guardate la coincidenza... qualcuno doveva necessariamente decidere di fare il guastafeste di turno. Provando, tra l’altro, che gli ingegneri edili di Azkaban facevano proprio cagare: ditemi voi come cavolo era possibile che un paio di colpi di cannone o di bacchetta fossero stati in grado di far crollare un’intera facciata della torretta.
    -Dobbiamo impedire che liberino i detenuti!-
    -Troppo tardi: dobbiamo impedire che scappino!- a nuoto sarebbero morti di freddo e a battaglia conclusa avremmo potuto raccattarli e sbatterli altrove, ma se avessero preso il veliero beh... li erano cavoli amari. Altri crac ci avvertirono che erano arrivati i rinforzi: i duelli non erano il mio forte, per cui, dato che sembrava non esserci più nessuno a bordo... mi sarei resa utile in altri modi.
    -Murray! Con me! Coprimi le spalle- Adam aveva già attaccato battaglia con uno dei mangiamorte rimasti fuori dalla prigione, gli altri ci avrebbero coperto le spalle – o almeno lo speravo! – e noi avremmo dato loro man forte con le loro stesse armi. Un incantesimo di disillusione mi rese semitrasparente e meno individuabile, corsi verso la fiancata della nave e quando fui abbastanza vicina, prima di intrufolarmi insieme alla mia compagna, scagliai un incantesimo rivelatore sulla superficie lignea per assicurarmi che non ci fossero strani incantesimi atti a respingere gli intrusi. Un altro incantesimo rivelatore – homenum revelio – ci garantì che, almeno in quella porzione del veliero, non c’era nessuno al suo interno. Indietreggiai.
    - Stai indietro! Reducto!- le assi di legno implosero, piegandosi all’interno della nave quel tanto da creare un varco per permetterci di entrare. Una volta dentro il veliero un altro incantesimo rivelatore per essere sicure di non avere ospiti: a parte noi due la stiva era deserta.
    -Ai cannoni: facciamoli a pezzi!-


    Edited by 'hotaru' - 20/5/2012, 16:52
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    "Mmm...Oh sì, quanto mi sei mancata!"
    Alex la stava stringendo tra le braccia con assoluto trasporto. Quant'era che non aveva tempo di stare un po' sola con lei? Almeno due settimane. Forse per la maggior parte delle persone sarebbe sembrato un tempo quanto meno ragionevole, ma anche due giorni possono essere un'eternità se ti costringono ad essere lontano dall'oggetto del tuo desiderio.
    L'Auror l'accarezzò con dolcezza mentre si appoggiava alla scrivania lasciandosi rapire dai colori che quella bellezza d'ebano le stava offrendo. Solo per lei.
    In Inghilterra era molto più facile trovare delle bionde (non che Alex le disdegnasse, anzi di solito andavano molto meglio per una serata disimpegnata), ma il fascino di una nera in particolare era per Alex imbattibile. C'era qualcosa nel suo profumo, nella sua morbidezza, che non era riuscita a trovare in nessun'altra e, avvicinandosi con le sue labbra con trasporto, già pregustava quello che per lei sarebbe stato un momento di agognata felicità. Dopo tutto, si sa, l'attesa accresce il desiderio.
    Fu in quel momento, con un tempismo a dir poco leggendario, che un lupo d'argento (l'inconfondibile alter ego di Ruttacuori) fece irruzione nella stanza urlando come un pazzo che...Azkaban era sotto assalto?!?!
    Senza esitazione Alex si voltò di nuovo a guardare la sua gioia che le sarebbe sfuggita un'ennesima volta tra le dita.
    "Beh, il lavoro chiama..."
    Finalmente, almeno per qualche secondo, le sue labbra la raggiunsero avidamente. Poi, senza ulteriori indugi, l'abbandonò lì e balenò fuori dall'ufficio verso i corridoi.
    Azkaban era una delle maggiori prigioni magiche del mondo e non solo per le dimensioni, lì venivano spediti i peggiori criminali di tutta Europa e per peggiori non si intendevano solo stupratori e assassini, ma stupratori e assassini psicopatici convinti che legarsi carnalmente col demonio sarebbe molto trendy se ci fosse davvero realmente quella possibilità. E apparentemente altri psicopatici adesso stavano andando a liberare gli psicopatici di cui sopra forse per organizzare un'orgia di violenza, sangue, psicopatia, morte e magia nera. Mio Dio, sarebbe stato come Woodstock, ma all'inverso! Non fate l'amore, fate la guerra! E probabilmente nessuno sarebbe stato nudo! Alex non poteva permettere un tale abominio!
    Senza bussare Alex spalancò la porta dell'ufficio di Dell. Era il suo superiore, ma oltre a quello era l'unica persona lì dentro con cui avrebbe voluto (Lily a parte, il cui ufficio era vuoto) combattere fianco a fianco quella battaglia.
    "Andiamo a prendere a calci in culo qualche Mangiamorte. Ho anche una Guinness che mi aspetta da sola in ufficio."
    E con un CRACK Alex si smaterializzò.

    La vista della prigione che le si parò davanti andava oltre ogni sua più malata fantasia. Poco lontano da loro Adam e Sarah erano già alla carica. Ruttacuori si era scagliato contro un Mangiamorte fermo sul lato ad osservare l'operato degli altri.
    Alex si guardò intorno. Il caos regnava ovunque e, soprattutto, i Dissennatori erano andati completamente fuori e attaccavano chiunque, così a caso. La sua volpe scaturì all'istante dalla bacchetta e le si mise al fianco muovendo con calma la coda. Perfino il patronus sembrava nervoso e shockato da quella vista.
    C'era una nave ormeggiata all'isola e uno dei Mangiamorte giocava a tirare sassi (che Adam si era prodigato a sparpagliare in giro: mossa intelligente). Ma chi si credevano di essere? Giocavano a fare i pirati? O gli assaltatori del medioevo? Si credevano forse dei cavalieri? Cosa li spingeva a farlo? Dov'erano i loro spingitori di cavalieri?
    Beh, di cavalleresco avevano ben poco. Era evidente come ogni loro azione mancasse di buon gusto ed era il caso di ripagarli abbondantemente con la stessa moneta!
    Adam era impegnato e Sarah si stava gettando all'assalto della nave con un'altra collega, ma poco lontani il tiratore di piattello e la sua compare erano in una posizione che avrebbe permesso loro di cogliere i due Auror a fianco scoperto. Alex non poteva permetterlo.
    "Dell! Coprimi!"
    Iniziò a correre e la sua volpe la seguì immediatamente. Ridusse per metà la distanza dal suo bersaglio portandosi a circa 5 metri, giusto per avere la certezza di riuscire a mirare con precisione e raggiungere un masso alto una trentina di centimetri approfittando del fatto che l'attenzione dei due era stata catturata dal diversivo di Adam sui mattoni. Ci saltò sopra e da lì la sua mira sarebbe stata perfetta.
    Con un movimento fulmineo puntò la bacchetta a terra, in un punto in mezzo ai due Mangiamorte e con un'ultima stoccata di polso un raggio rosso partì a tutta velocità.
    "Bombarda Maxima!"
    Gli incantesimi esplosivi erano sempre stati la sua specialità: non per niente a New York la chiamavano Dinamite...quant'erano veri i perizomi di Morgana, di quei due Mangiamorte sarebbero rimasti soltanto stracci fumanti e un enorme cratere al suolo.

    -Arrivata con Dell pochi secondi dopo Adam e Sarah
    -Bombarda Maxima al suolo dove stanno Castiel e Susan Grey


    Edited by Alexandra Bell - 21/5/2012, 01:07
     
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    Dovevano essere passati pochi secondi da quando l’argenteo lupo ci aveva raggiunte nel mio ufficio a quando tutte e tre ci eravamo smaterializzate sull’isola su cui sorgeva la prigione di Azkaban.
    Nel momento stesso in cui quelle parole erano giunte alle nostre orecchie un brivido freddo mi aveva percorsa da parte a parte, Taiga era stata mandata ad Hogwarts per invitare Allison e tutta la struttura a non lasciare “PER NESSUN MOTIVO” il castello. Lo sguardo tra me, October e Eimhear non aveva bisogno di essere commentato.
    C’erano diversi motivi per preservare Eimhear, ma al momento avevamo bisogno anche di lei, un pessimo modo per iniziare la sua carriera da Auror, ma a quanto pare qualcuno aveva deciso di svegliarsi dal momentaneo sonno eterno.
    Lo sfacelo che si parò davanti ai nostri occhi non poteva neanche essere descritto.
    Andava ben oltre la comune immaginazione.
    Un’enorme nave, sembrava quella di una flotta di pirati, faceva bella mostra di se su uno dei fronti, la prigione era stata distrutta e continuava ad esserlo.
    La mano andò a serrarsi attorno alla bacchetta mentre veloci affiancavamo Adam e Sarah.
    -va con lei- dissi ad Eimhear, incitando poi Taiga al mio fianco .
    -Dobbiamo impedire che liberino i detenuti!-
    -ci penso io tu fa che non mi crolli addosso!, October con me- guardai nella direzione di Adam e alla volta della zona dello stesso uomo e compagna, lanciai un sentito
    -Dominusterra- accompagnato da -PANDEMONIUM!- dritto ai loro piedi, dopo di che mi voltai di scatto e seguii Taiga che felina si addentrava nella gelida struttura dove si stava scatenando l’inferno in terra.

    Praticamente ho:
    -lanciato un dominusterra e un pandemonium ai piedi di Castiel e Susan Gray
    Il dominus terra dovrebbe far perdere l’equilibrio e il pandemonium fungerebbe da sabbia mobile.
    -entrata nella prigione assieme ad October


    Edited by __Grace__ - 23/5/2012, 08:54
     
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  6. Xavier;
     
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    Compagni, preparate i cannoni, dimostriamo al Ministero cosa ne pensiamo di Azkaban!
    Curvai appena le labbra mentre un impercettibile sorriso mi dipingeva il viso. Affiancai lentamente Castiel preparando i cannoni e osservai rapito lo scenario che pian piano si diradava difronte ai miei occhi. Mi imbambolai quasi involontariamente sulla crepa che lentamente designava le possenti mura di Azkaban. Lo squarcio via via più profondo seguito da altri su entrambi i lati mentre urla stridule si levavano per aria echeggiando fino alle mie orecchie, passando attraverso il mare in tempesta. Il clima stesso conferiva un'atmosfera del tutto gelida, inaspettata, sinistra. E forse era proprio questo a piacermi. Ripensandoci era ciò che mi era sempre piaciuto.
    L'ennesimo scoppio mi ridestò dalla visione, riportandomi nel mio stesso corpo, quasi mi fossi allontanato fisicamente e mentalmente per parecchio tempo. Umettai le labbra guardandomi attorno e afferrai la bacchetta dal taschino dei pantaloni, facendovi scorrere lentamente le dita sul legno mentre mi apprestavo ad eseguire l'ennesimo comando. Ero quasi del tutto certo ce ne fosse stato uno. Tutto sommato, mi ritenevo una presenza alquanto indispensabile nel gruppo. Egocentrismo o no non aveva importanza. Sapevo chi ero. E rendeva le cose dannatamente più facili.
    Inizia lo spettacolo, vedi di fare bene la tua parte e non fare scherzi...magari alla fine potresti rivedere, ops scusa, ritoccare tua moglie. Xavier tu vieni con noi, guardaci le spalle.
    Eccolo lì il mio comando. Io prontissimo ad accoglierlo. Annuii osservando il "finto Ares", stringendo il mantello nero attorno alle vesti e afferrando la maschera sulle stesse tonalità. Quella che molti altri si apprestavano ad indossare. Uno dei simboli chiave dei mangiamorte. Io la consideravo un aggeggio come un altro per evitare di metterci la propria di faccia. Esporsi non era gradito. E non perchè cagasotto, ma perchè le rogne col Ministero erano le ultime cose che cercavamo, o forse si? Infilai la maschera sentendola aderire sul volto e balzai sui massi che circondavano l'intera prigione seguendo in silenzio Abel e guardandomi attorno con fare diffidente e circospetto. Mi resi conto solo in quel momento di essere svuotato. Come se qualsiasi barlume di adrenalina o qualsiasi altro pensiero non consono al luogo e al momento si fosse volatilizzato divenendo fuliggine al vento. Aggrottai la fronte puntando gli occhi vitrei e irriconoscibili su due delle guardie che funestamente facevano capolino fuori, quasi a volerci dare il benvenuto. Roteai il polso senza un briciolo di esitazione in corpo. Era ciò che andava fatto. Semplicemente.
    Regolohov!
    Sussurrai fra le labbra mentre la frusta di fuoco incandescente colpiva due delle guardie lateralmente spingendole in mare prima di scomparire. Ero sempre stato attratto dal fuoco e dalla magnificenza. Non c'era da stupirsi se tutto ciò che usavo era frutto di una perversione incline alla grandezza e allo stupore. La tipica essenza del male in altre parole.
    Se vuoi salva la vita, vattene immediatamente da qui e non tornare...altrimenti farai la loro fine! Chiaro? Forse ha bisogno di una mano
    Ghignai appena. Il tono di voce appesantito quasi diabolicamente dalla copertura che mascherava alla perfezione chi c'era sotto. Afferrai il ragazzo per il colletto della camicia, spintonandolo al limite di un enorme masso in picchiata sulle lunghe onde che con forza si scagliavano attorno alla torre.
    Va via.
    Sillabai minuziosamente strattonandolo per un braccio osservando le gocce di sudore freddo che lentamente gli calcavano la fronte. Mi limitai a fare quello sicurissimo che si sarebbe smaterializzato di lì a poco, mentre lentamente ritornavo al cospetto di Abel alzando il capo tanto per osservare i dissennatori aggirarsi lungo la cima. Nel frattempo era arrivata la fazione del bene. Irrigidii i muscoli prestando attenzione al rumore metallico delle celle che esplodevano lasciando liberi i detenuti al loro interno. Secondo il mio modesto punto di vista, quella prigione era ancora troppo integra. Meglio tartassarla un altro pò, no? E sembrò che il mio desiderio divenisse realtà quanto la terra sotto i miei piedi cominciò a tremare. Era iniziata.


    - fatte fuori due delle guardie e "condotta in salvezza" la terza HAHAHAHAH
    - fermo vicino all'ingresso della torre come spalla ad Abel


    Edited by Xavier; - 20/5/2012, 22:21
     
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  7. Eimhear
     
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    La quiete prima della tempesta. Niente avvisaglie, niente, segni. Solo una tremenda quiete, quasi irreale. Questo era quello che stava succedendo pochi secondo prima che un patronus raggiungesse le tre donne per avvisarle dell’attacco ad Azkaban.
    Un secondo. Un secondo era tutto quello che era servito per scambiarsi uno sguardo pieno di sottointesi, pieno di tutte le parole che non avevano tempo di dirsi.
    Si erano immediatamente smaterializzate, ritrovandosi davanti ad Azkaban un po’ distrutta. Ma quanti erano i mangiamorte? E soprattutto… era una nave pirata quella? Ma i mangiamorte non dovevano odiare i babbani? E allora perché arrivare con mezzi babbani? Insomma, era un controsenso grande come un drago, pensò Eimhear, ma alla fine non c’era il tempo per pensarle quelle cose. Era una battaglia e in battaglia bisognava stare concentrati su quello che succedeva.
    -Murray! Con me! Coprimi le spalle-
    La voce di Sarah le arrivò nitidamente alle orecchie e dopo il consenso della sua caposquadra la seguì a ruota, dirigendosi vero il veliero. Tremava un po’, non sapeva se per l’agitazione dell’imminente combattimento o se per l’influenza, anche se alquanto minima, dei dissennatori.
    Stranamente sembrava non esserci nessuno sul veliero. Insomma, era strano considerando che era la loro unica via di fuga. A nuoto non potevano di certo andarsene, questo era certo. Potevano smaterializzarsi, questo si. E allora chi li avrebbe bloccati? Nessuno. Dovevano fermarli prima.
    - Stai indietro! Reducto!-
    Eimhear si coprì gli occhi per proteggersi dalle schegge di legno, per poi seguire Sarah all’interno della nave. Il loro obbiettivo erano i cannoni. Li avrebbero ritorti contro i loro precedenti proprietari.
    -Ai cannoni: facciamoli a pezzi!-
    «Diamo loro pan per focaccia!» ringhiò la ragazza, sgattaiolando fino ai congegni. Adesso bisognava solo capire come funzionavano. Certo, lei era cresciuta tra i babbani, ma di certo non le avevano insegnato come si faceva ad azionare un cannone!
    «Bene, in teoria… Basta accendere la miccia! Però prima è meglio puntare» borbottò, parlando quasi da sola. Con una spinta ruotò i cannoni, puntandoli dritti verso le figure che le sembravano mangiamorte. Non aveva la minima idea della gittata di quei cosi e di certo non aveva voglia di mettersi a fare calcoli di fisica per calcolare la traiettoria.
    «Secondo te così è puntato verso di loro?» chiese a Sarah, andando intanto alla ricerca di qualcosa con cui accendere la miccia. Si ricordò solo dopo qualche secondo che era una strega e che quindi poteva usare la bacchetta!
    «Incendio!»
    La miccia piano piano bruciò e dopo pochi istanti si sentì un fortissimo BUM! Il contraccolpo spinse il cannone all’indietro, spaventando Eimhear che fece un balzo per schivarlo.
    «Cavolo, sono potenti questi! Dobbiamo ricaricarlo mi sa…» disse alla collega, prendendo tra le mani una palla di cannone, o cercando di prenderla almeno. Pesavano decisamente troppo.
    «Uffa! Wingardium Leviosa!» e il cannone fu presto ricaricato e pronto a scoppiare di nuovo. Prossimo bersagio? Ma ovviamente altri simpatici mangiamorte! Spinse di nuovo il cannone per puntarlo verso la prossima vittima.
    «Pronti, partenza… VIA! Incendio»
    Un altro boato e la seconda palla di cannone partì diretta verso il secondo gruppo di mangiamorte che aveva avvistato. Si giocava a Bowling ragazzi!

    Arrivata con Sarah fino ai cannoni della nave.
    Sparato due colpi: il primo in direzione di Castiel e Susan e il secondo verso Xavier Abel e i prigionieri

     
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  8. The~Blind
     
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    Shane non sa come si è potuto cacciare in una situazione simile.
    Anzi lo sa. Tutto merito di Abel il suo adorato cugino. Abel è andato a casa sua. Abel lo ha soggiogato. Abel lo ha messo al tappeto in un secondo, avvantaggiato dalla cecità di Shane. Abel lo ha letteralmente rapito.
    Shane non ha capito inizialmente perchè. Non ne ha avuto idea, finchè non ha sentito che gli strappavano dei capelli.
    È stato inutile ribellarsi. Quei capelli possono servire solo ad una cosa: pozione polisucco. E non è difficile capire il motivo per cui li hanno presi. È un ministeriale, ha accesso al ministero della magia senza problemi.
    Il problema è che hanno poi rifilato a lui quella pozione disgustosa. Ha tentato di sputarla, ma Abel si è accanito così tanto che alla fine ha avuto la meglio. Il bruciore che ne è seguito è stato nauseante.
    Non ha idea di quale aspetto abbia ora, neanche di chi sia l'identità che ha acquisito, ma tutto ciò non gli piace affatto.
    Ora se ne sta seduto a terra. A giudicare dal movimento e lo sciabordio che sente, si trovano su una nave. Purtroppo la trasformazione non ha modificato la sua condizione: è comunque cieco. Non sa cosa accade attorno a lui. Sente solo le mani di Abel che gli sistemano la giacca e poi la voce del cugino.
    "Farai un figurone, vedrai non si accorgeranno nemmeno della differenza..."
    Il primo istinto di Shane è di mollargli un paio di pugni, digrignando i denti. Peccato che finiscano a vuoto. Umiliante.
    "Resterai qui finchè non saremo arrivati, e non cercare di fuggire...tanto non ci riusciresti"
    Shane mugugna un “fottiti” a denti stretti e si lascia andare contro la parete alle sue spalle. Sente una presenza al suo fianco, forse un prigioniero come lui, ma non gli parla, non gli dice niente.
    Il suo pensiero corre a Wendy. Tornerà da lei?
    Poi la nave si ferma. Non ha la possibilità di dire o fare molto, si ritrova spinto fuori e poi a terra. L'altro prigioniero, Abel e un altro mangiamorte di nome Xavier camminano con lui.
    "Inizia lo spettacolo, vedi di fare bene la tua parte e non fare scherzi...magari alla fine potresti rivedere, ops scusa,ritoccare tua moglie.”
    Shane non risponde alla provocazione, si limita a stringere i denti. Poi non sa da dove gli esce, sembra quasi una supplica anche se il tono è duro.
    Aspetta due gemelli...
    Ma a lui cosa può importarne? Per Abel lei è solo un'insulsa babbana e i bambini che aspetta dei mezzosangue, no? Può davvero interessare ad Abel di lasciarli orfani di padre?
    Non c'è il tempo di dire altro. Shane sente voci, incantesimi e un gran movimento, ma non ha idea di cosa stia accadendo, sa solo che si ritrova nel mezzo di tutto, è disarmato, ha l'aspetto di chissà chi e non può fare assolutamente nulla.

    Mi sono limitato a fare il povero prigioniero-esca u___u
     
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  9. *LilyMoon*
     
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    - Tu non dovresti essere qui...- Con un sopracciglio inarcato, la Moon si sporse sul ripiano della propria scrivania per avvicinare il volto illuminato da un sorriso divertito a quello un po’ strafottente del suo ospite. Tra le mani stringeva una pergamena macchiata d’inchiostro e vergata da una scrittura così sottile e sghemba che per distinguerne le sillabe sarebbe stato necessario ricorrere a un engorgio...o ad una lente d’ingrandimento.
    - Tu mi ferisci. Si tratta di un’emergenza lavorativa...- Il ghigno beffardo di Ioan Gruffudd si allargò mentre il ragazzo si sporgeva a sua volta, verso di lei.
    - Non riuscivi a distinguere la calligrafia del tuo cliente...non è un’emergenza lavorativa!- La strega ora poteva percepire il profumo del suo dopobarba, tortura agrodolce e inebriante da cui avrebbe fatto bene a guardarsi, visto che alla conclusione del suo turno mancavano ancora un paio d’ore.
    - Lo è, invece. E ad ogni modo, se deciderai di arrestarmi per la mia terribile mancanza ti prometto che opporrò ben poca resistenza.- Lilian ridacchiò, una risata argentina che rimbombò contro le pareti dell’ufficio.
    - Forse dovrei pensarci seriamente...-
    - Ho il diritto di rimanere in silenzio!- Lesto e furbo come una volpe, l’uomo le poggiò le labbra sulla punta del naso, donandole un piccolo assaggio di quello che le sarebbe spettato quella sera a cena, se fosse riuscita a sbrigare in fretta tutte le pratiche di lavoro.
    Fu in quelle condizioni che il lupo d’argento del capoauror li trovò, prendendo forma appena dopo la porta chiusa. Le sue parole, pronunciate dal tono grave di Adam Carter, le raggelarono il sangue nelle vene.
    - Che diavolo significa?- Ioan, vedendola scattare in piedi, aveva perso colore in fretta.
    - Che temo dovremo rimandare di qualche ora la cena di stasera...- Lil aveva provato ad alleggerire l’atmosfera - improvvisamente pesante come marmo - con un sorriso nervoso, ma il suo tono non era stato poi così convincente...oppure il Gruffudd era abbastanza sveglio (e non ne dubitava) da aver perfettamente intuito quanto la situazione fosse grave. Una rivolta ad Azkaban non era esattamente pane quotidiano per il mondo magico. Una rivolta ad Azkaban era follia, per chiunque non fosse abbastanza organizzato da credere di poter sopravvivere nonostante l’intervento dell’intera squadra auror. Dovevano essere lì a decine...e anche se così non fosse stato, la strega era certa che ci fosse dell’altro sotto quel gesto tanto plateale: che diavolo speravano di fare, aprendo le porte dell’inferno?
    - Vengo con te.- Annunciò Ioan, estraendo la bacchetta.
    - Non se ne parla.-
    - Lilian, non ti lascio andare da...-
    - Non sarò sola! Ci sarà tutto il dipartimento e sono certa che le mie reclute mi stanno già aspettando di sotto.- Strinse la fibbia del mantello da combattimento sulla divisa da auror, inspirando a fondo. Il suo tono era suonato fermo, chiaro, ma in cuor suo tremava alla sola vista dell’espressione del moro.
    - Una bacchetta in più vi farà comodo.-
    - Una bacchetta in più, la tua bacchetta nella fattispecie, mi farà soltanto ammazzare...-
    Ioan parve aver incassato un manrovescio da paura. Le sue pupille si strinsero e il pugno si serrò attorno all’arma, tradendo rabbia ed ansia al contempo.
    - Ti prego, Ioan. Non posso combattere sapendoti nella mischia. Non posso battermi al meglio, se il mio cuore continua a tornare a te e la mia mente cerca costantemente di preoccuparsi di dove sei e come stai. Perfavore...non posso rischiare di perderti come Robin, o Derek. Devi restare qui...- Era vero. Sarebbe già stato difficile scendere in battaglia col pensiero di Rya, Alexandra e Dell gettati a loro volta nella ressa, ma dopotutto loro erano addestrati per quello. Erano pronti. Entrambi avevano raggiunto la porta e alla giovane auror sarebbe bastato oltrepassarla per raggiungere la fiumana di colleghi che si avviava all’atrium in procinto di partire.
    - Impazzirò, qui senza potermi rendere utile, mentre ci sarà il caos laggiù!-
    - Trova Daveigh e Juliet, portale a casa tua, proteggile, non lasciarle uscire per nessuna ragione finché non avrete mie notizie. Puoi farlo per me? Basterà a farmi scendere in campo concentrata. E’ la cosa migliore che tu possa fare per aiutarmi...-
    - Lilian!-
    La strega si fermò, ormai oltre la porta, si voltò e squadrò il suo volto scuro, la mascella indurita, i lineamenti tesi. Sorrise, sfiorandogli i capelli corvini con la punta delle dita. - Ci vediamo presto...tornerò una volta spaccato qualche culo, te lo prometto.-

    ***



    Non appena i suoi piedi toccarono il suolo il tipico olezzo della battaglia le riempì le narici, pizzicando: un misto acre di polvere, sudore, salsedine e sangue. Il caos era già ben più intenso di quanto si aspettasse: l’aria era satura di urla, ringhi, gemiti e schianti (tra massi volanti e bombarda scagliati a più riprese), gli auror si stavano mescolando ai manti neri dei mangiamorte, i dissennatori oscuravano il cielo calando su chiunque e banchettando senza grosse distinzioni e la torre di Azkaban, la fortezza entro le cui mura indistruttibili i maghi avevano riposto per anni i cavalieri del male certi del loro confino, si crepavano e crollavano sotto le stoccate dei bastardi. Un veliero di grandi proporzioni dominava la scena, ancorato oltre le scogliere rocciose dell’isola.
    - PATRONUS!- Ordinò Lilian a voce alta per farsi sentire dai suoi uomini: Chris Alvarez e Ares Lacroix, come anche l’imponente Hamalainen, dovettero richiamare le loro creature d’argento più o meno mentre la strega creava la sua volpe. Lo sguardo della donna correva già tra le macerie, verso i primi duelli, per concederle un’idea più chiara della situazione, ma era difficile venire a capo del tumulto: era chiaro che all'interno della struttura i mangiamorte stessero "aprendo le gabbie" dei detenuti, perché gli uomini che annaspavano respirando quell'aria salmastra come se per la prima volta lo facessero da secoli erano in numero molto maggiore, rispetto ai veri responsabili della rivolta. La cosa lasciava poco ben sperare comunque: nonostante non fossero organizzati, era chiaro da quale lato si sarebbero schierati, se qualcuno li avesse armati. E la rabbia di chi aveva vissuto la prigionia e sentiva il profumo della libertà dopo anni sarebbe stata devastante, in un frangente come quello.
    - Dobbiamo muoverci con cautela.- Azzardò la strega, lanciando un'occhiata nervosa ai suoi. - In questo frangente, seppur disarmati, i detenuti evasi sono forse il pericolo maggiore: farebbero follie per tenersi la libertà e se qualcuno li armasse saprebbero bene come incanalare la furia. Schiantate, paralizzate, immobilizzate e pietrificate tutti quelli che potete, prima ancora di pensare ai mangiamorte. Ho il sospetto che stiano cercando di rimpolpare le proprie fila e finché possiamo dovremo impedirglielo. State attenti, però, non sappiamo quanti sono...muovetevi sempre almeno con un compagno! Hamalainen, con me...cercheremo di guadagnare almeno l'atrium della fortezza!-

    Auror Lilian Moon
    Posizione: ancora esterno;
    - Ha creato il suo patronus;
    - Ha studiato un po' la situazione;
    - Ha dato ordine ai suoi di bloccare prima di tutto gli evasi disarmati e poi preoccuparsi dei mangiamorte, come anche di agire in coppia;
    - Ha chiamato con sé Grethe e adesso intende provare con lei ad infiltrarsi all'interno della struttura;


    Edited by *LilyMoon* - 23/5/2012, 19:38
     
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    I’ll honour my sword to serve right ideals and justice for all

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    [font=tahoma]Ancora non ci credevo che quel giorno tutto sembrava apparentemente tranquillo. L'unica cosa che continuava a tormentarmi era il pensiero di Vergil che ancora una volta era riuscito a scappare dopo aver raso al suolo casa nostra, per cui, questa tranquillità non faceva altro che aumentare la mia ansia e la rabbia che contenevo dentro ansiosa di uscire fuori per prendere Vergil a calci in culo, beh...però a quanto pareva, ad essere preso a calci, sarebbe stato qualcun'altro.
    Ero nel mio ufficio a sistemare le ultime carte quando il patronus di Adam Carter ci avvisò della tragedia che era ora in corso. Non feci neanche in tempo ad alzarmi per andare subito fuori a chiamare i miei sottoposti quando la porta si spalancò di getto e la figura di Alexandra Bell entrò nel mio ufficio. "Bell..."...A parte mia moglie che sapevo stare con Adam Carter, era solo la Bell che si era presa il piacere di sfondare la porta del mio ufficio senza mai bussare, ma ovviamente in quel frangente non me ne preoccupai, quella fottuta rabbia finalmente avrebbe avuto il via libera.
    "Facciamo due Guinnes Bell, finito qua vengo nel tuo ufficio! E ora andiamo a chiamare anche la Corby."

    Materializzati sul posto sgranai gli occhi nel vedere quanto la loro pazzia avesse superato limiti inimmaginabili. Le mura crollavano, i prigionieri scappavano e c'era pure un veliero attraccato alla riva. Se non potevamo far tornare indietro le cose almeno eravamo preparati per non far completare questo disastro.
    Senza badare a dove gli altri colleghi fossero andati, non mi permettevo il lusso di preoccuparmi sapendo che in giro c'era anche Sarah, avanzai insieme alla Bell verso i due mangiamorte all'esterno. Probabilmente erano le esche.
    "Dell! Coprimi!"
    "Con piacere."
    Mentre la Bell correva per avvicinarsi di più ai bersagli estrassi la bacchetta facendomi affiancare immediatamente dal mio patronus a forma di Lince e iniziai a scagliare incantesimi di protezione sia a me che alla Bell...dato che l'effetto distrazione era stato pienamente compiuto da Rya...
    "Oh cazzo..."
    Mi voltai di scatto quando alle mie spalle senti il rumore di un esplosione venire verso me e la Bell, probabilmente era diretto ai due mangiamorte, ma noi eravamo troppo vicini per evitare lo sparo del cannone senza farci male.
    Mi materializzai quindi di fianco alla Bell e le presi il braccio per smaterializzarci lontano, fortunatamente lo feci in tempo prima di essere sbattuti chissà dove.
    "Lo so che volevi essere in prima linea ma un cannone ci stava per far esplodere!"
    Appunto mentale: non appena finita questa strage ricordarsi di chiedere chi è il genio che ci stava per far ammazzare. Comunque.
    "Entriamo Bell, a quanto pare ci sono i cannoni qua fuori a dar man forte e non vorrei rischiare ancora."
    Corsi quindi veloce verso una delle tante entrate nel muro seguito dalla Bell, evitando accuratamente di incrociare i due mangiamorte all'esterno. Erano troppo pochi i mangiamorte all'esterno sicuramente dentro ci sarebbe stato qualcun'altro ad attenderci.

    - coperto la Bell che scagliava la bombarda
    - Allontanato me e la Bell dall'esplosione del cannone
    - io e la Bell stiamo per entrare


    Edited by Dell. - 23/5/2012, 07:09
     
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  11. Grethe
     
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    «Arrenditi, non hai nessuna possibilità con me.» Lo so, sto giocando a braccio di ferro con un bambino di 10 anni ed il tutto è abbastanza ortodosso. Però sapete com'è, queste piccole creaturine diventano piuttosto insistenti se non le assecondi, e dopo dieci minuti di stalking verso la mia persona ho dovuto cedere e alzarmi la manica della maglia.
    Se vi domandate come abbia fatto a fare un figlio e crescerlo in così breve tempo state toppando: è il figlio di una strega che nel frattempo sta discutendo con un ministeriale, e mi ha mollato la prole.
    Prendo la mano del bambino pronta nella mia messa in scena, ovviamente lo farò vincere cosa credete!
    «3...2...ma che diavolo!» Un lupo argentato mi raggiunge. La voce del capo auror, mi da una notizia orribile. Quelle teste di cazzo stanno colpendo Azkaban, e devo alzare il culo immediatamente. Prendo il bambino in braccio ed irrompo nell'ufficio dove la madre sta colloquiando «Un'emergenza.» dico soltanto prima di scomparire con un sonoro pop.

    La scena che mi si presenta d'avanti potete benissimo immaginarla, ed io invece di perdermi in avvistamenti idioti do un'occhiata veloce ai miei colleghi, e agli uomini a terra. Vedere che sono tutti impegnati ed in piedi, mi da la giusta motivazione per trovare un pensiero felice e chiamare il mio grosso orso argentato.
    Bloccare con qualsiasi mezzo i detenuti liberati, era la miglior cosa da fare considerando che quei pazzi erano lì dentro tutti per un motivo, e non perchè avevano rubato la legna ai vicini di casa! «Ti guardo le spalle.» dissi alla Moon annuendo, avremmo tentato di entrare all'interno della grossa torre ormai ridotta ad una groviera, da dove provenivano schianti e urla. Di certo non erano stati molto furbi, con tutto quel baccano era chiaro da miglia che i bastardi si erano sparsi lungo i livelli della prigione.
    «Se qualcuno si è rintanato nei sotterranei, difficilmente troverà vie di fuga. Propongo di provare ad accedervi.» dissi a Lilian mentre con la bacchetta pronta, mi muovevo lungo il perimetro della parete, cercando la via d'entrata più libera.
    «Di qua!» suggerii mentre qualcosa di simile alla strizza mi raggiunse improvvisamente.
    Non sapevamo cosa aspettarci dentro... e se fosse stato un errore? Una trappola?
    "Fanculo, spaccherò il culo di qualsiasi bastardo qui dentro." Ah, l'autostima. Fa miracoli.


    - evocato l'orso bruno (Patronus)
    - sono con Lilian Moon ancora all'esterno ma ho individuato una via d'entrata libera


    Edited by Big Grethe - 23/5/2012, 19:52
     
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  12. _Vincente_
     
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    Vincente si smaterializzò sulla scena, bacchetta in tasca e piatto fumante di pasta italiana in mano, il sugo che colava ancora dalla forchetta.
    Un'esplosione vicina fece volare via il piatto dell'uomo, sorpreso dalla situazione in cui veniva a trovarsi.

    *Accidenti proprio mentre mangiavo doveva succedere*

    Armato di bavaglino e bacchetta, Vincente si mise in posizione difensiva della Gru Sazia, osservando rapidamente la scena su una gamba sola. Certo, molte volte il cervello lo deludeva, ma il suo addestramento Auror si faceva sentire, come gli anni passati a coordinare il dipartimento in missioni come quelle.
    Tipo quella della Fenice in cina, nella fabbrica di fuochi d'artificio.
    O l'invasione di mollicci nelle tubature di Barcelona, quello si che fu davvero un casino.

    Ma questo non era certo da meno.
    Un veliero sostava sulle rive dell'isola, dove Sarakappa Mattiu e la tizia lì, EhiQualcosa, stavano utilizzando dei...cannoni contro la fortezza? Che facevano, aiutavano i Mangiamorte nel demolirla? Ah forse quelli a cui sparavano erano i cattivi si, doveva essere così.
    Un paio di auror, tra cui Lillipù, si erano infilati nei sotterranei, ottima cosa sicuramente c'erano un sacco di criminali da mettere in riga laggiù.
    Con la coda dell'occhio vide Benn&Denn entrare anch'essi nella fortezza, nomi facili quelli, facevano pure rima, impossibile dimenticarli.
    Poi c'erano Amarjuana e Settember...November...quell'altra che erano partite alle calcagna di qualche mangiamorte, mentre un po' tutti sparavano ad una coppia di tizi incapucciati che sembrava pigliarsela da chiunque.
    Ma c'era una gerarchia nella catena di comando, così Vincente cercò Adam, trovandolo intento a lanciare incantesimi contro un gruppo particolare, di fronte all'ingresso principale: erano in quattro, e due a volto scoperto.

    *Accidenti dove l'ho messo* pensò Vincente, mentre estreva dal taschino il suo quaderno degli appunti. Ripiegati all'interno, i manifesti da ricercati di Ares de Sade e Kyran Spencer, con gli appunti presi alle riunioni in cui si era parlato di loro. Fissò i volti disegnati mentre un masso gli sfiorava l'alluce atterrando a pochi centimetri da lui, che testardo proseguiva con il confronto dei volti.
    Eh si, erano proprio loro.

    "Signor Capo Temporaneo Adam, sono arriv" booom, un altro masso planò poco lontano, scagliato da un qualche bombarda esploso nei piani alti dell'edificio. "arrivato. Quei due là in fondo sembrano Athos e Aramis... Hill e Spencer... Insomma i due ricercati delle riunioni. Stanno fuggendo!" indico, ma la visuale viene coperta per qualche istante da qualcosa che mi sfreccia poco distante: un uomo su una scopa, nelle grigie vesti dei criminali di Azkaban, che ridendo come potrebbe fare un Goblin dei fumetti, cavalca la scopa dirigendosi verso il mare aperto.

    *Dove diav...* pensò Vincente, prima di notare che molti detenuti si stavano lanciando in mare, anche tuffandosi da decine di metri d'altezza, mentre poco sopra di loro i Disennatori rimanevano immobili. Cosa stavano facendo? Perchè non aiutavano a trattenere i prigionieri?

    Vincente non esitò oltre, partendo di corsa verso la fortezza mentre cercava di disimpigliare la bacchetta che si era annodata al bavaglino: se Adam gli avesse gridato qualche ordine l'avrebbe eseguito, altrimenti avrebbe dato priorità ai due ricercati dal Ministero; taglia la testa al gruppo e l'attacco probabilmente fallirà. La sua squadra era divisa, non c'era tempo per coordinare le azioni. E i Mangiamorte gliel'avrebbero pagata, non si trattava così un piatto di buona pasta.

    Nel mio posto ho un attimo riassunto quello che ho letto per facilitare i prossimi, spero di aver scritto cose corrette (a parte i nomi :P ).

    Vincente: osserva la situazione - comunica con Adam - parte ad inseguire Abel, Ares, Kyran e Xavier.

    Ho chiesto indicazioni a Melinda/Abel per descrivere anche gli eventi a "margine" quali criminali in fuga e Dissennatori, mi sono chiesto cosa facessero e mi ha dato indicazioni in merito.
     
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    Non ero mai stata ad Azkaban e probabilmente non era quella la giornata migliore per fare un giro turistico.
    C'era una nave. No, non una nave di metallo. Era un vascello, coi cannoni.
    ....stiamo scherzando vero??
    sbottai a metà tra lo sconvolto e il basito. Ma che diavolo!! A quanto pare però no, non stavamo scherzando:avevano già bucato la fortezza di Azkaban. Ogni giorno da Auror che passava scoprivo altarini del mondo magico molto imbarazzanti. Non mi sarei mai più fidata delle cose che sentivo dire in giro!
    Gli ordini erano di evitare che i detenuti uscissero. Come priorità almeno.....
    Che dite hanno la nave dei pirati, invochiamo il diritto al Parlè?


    Sono arrivata U_U


    Edited by •Fay• - 23/5/2012, 09:44
     
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  14. Ares;
     
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    La salvezza la si può trovare in varie forme.
    E' questo il mio principale pensiero, io, Than, criminale, ladro, stupratore e assassino, mentre mi lancio con un grido folle dal ventisettesimo piano della Fortezza, grazie ad un buco apertosi nella parete della propria cella: attimi interminabili mentre cado verso il cielo, forse no, è il mare quello?
    L'impatto con l'acqua ghiacciata è violento, terribile, ma più violenta è la mia determinazione: cerco di capire dove si trovava il sopra e dove il sotto, è difficile, vortica tutto attorno a me: ma ecco che un masso mi indica la via, basta seguire la direzione opposta verso cui si muove.
    Aria!
    Mi guardo attorno, cercando qualsiasi cosa che non sia acqua salata: tra le onde vedo altre persone, come me, e più in là una... massa arancione? Si, è un canotto di salvataggio, arancione, mi ci dirigo con tutta la forza che ho nelle braccia e nelle gambe, incurante delle strane figure che sembrano schizzare fuori dall'acqua.
    L'unica cosa che importa è quell'ancora di salvataggio.
    La raggiungo, e subito noto la scritta verde sul fianco: "dai vostri amici Mangiamorte". Che tocco di classe.
    Ma la vera sorpresa giunge quando mi isso sull'imbarcazione, scoprendone il contenuto: vi si trova almeno una dozzina di manici di scopa, pronti ad essere cavalcati e portarmi fuori di lì.
    Ne afferro una, lanciandomi in aria senza nemmeno sistemarmi in sella: mi aggrappo semplicemente e isso sul manico mentre sono in volo, libero finalmente, l'aria che mi sferza il volto ed il corpo fradicio, ma non c'è dolore o fastidio, solo pura gioia di essere libero. Noto con piacere che altri compagni di cella hanno trovato quei doni, sparsi vicino tutta la costa dell'isola fortezza, nel mare vedo almeno altri dieci cerchi arancioni, con piccoli puntini neri che vi si dirigono incontro. Un rapido ultimo passaggio su quello che è ormai un campo di battaglia, e poi via, verso Londra.
    Libertà.



    Andros. Andros. Andros.
    Il mio nome, scritto mille e mille volte sulle luride pareti della mia cella, è l'unica cosa che vedo.
    Tengo drizzate le orecchie mentre i suoni delle esplosioni che scuotono la fortezza si propagano nella struttura fino alla mia cella; da parecchi minuti non percepisco più la presenza di alcun Dissennatore, forse impegnati a respingere chiunque stia provocando quel caos; mai però mi sarei aspettato che una figura, incapucciata in un mantello nero e con una maschera sul viso, venisse a liberarmi.
    Un piccolo gesto, rapido, mentre un bombarda colpisce una delle colonne portanti e scuote le celle, liberando le sbarre di ferro dalle loro prigioni di pietra: poco importa che nella cella a fianco, il mio compagno di prigionia muoia nel crollo che ne segue.
    Com'è possibile che siano giunti fin lì, senza essere fermati? I Dissennatori che trovano in Azkaban la loro eterna dimora, ormai avrebbero dovuto incontrare gli invasori. O quantomeno, gli Auror li avrebbero fermati prima.
    Nulla. Solo le sbarre della prigione aperte, quel poco che basta ad Andros... basta a me per far leva con il mio braccio, il sangue che sgorga copiosamente dalla ferita, mentre con ogni grammo di forza in corpo apro finalmente la cella, per rovesciarmi sul pavimento a terra. Andros deve correre, io devo correre, lungo il corridoio, giù per le scale e...
    Mi rialzo, Andros non capisce cos'è accaduto...cos'è accaduto? Un attimo sono in piedi e quello dopo a terra. A fianco, noto un altro compagno di prigionia, mentre la polvere copre la vista di Andros ed i suoni di un duello si distinguono dal rombo della roccia cadente e dei colpi di cannone: un istante più tardi, e dell'uomo rimane solo un calice d'acqua.
    Fuggire. Per Andros è l'unico imperativo.
    Andros scappa, vado nella direzione opposta a quello dello scontro, acquattandomi dietro una colonna mentre altre figure, non saprei dire se Mangiamorte, Auror o prigionieri, corrono lungo il corridoio. Andros sapeva, ricordo vicino ai cancelli principali, le stanze delle guardie: trovo il cadavere che serve, la bacchetta ancora in pugno: qualcosa Andros sarebbe riuscito a combinare. Un altro collega mi affianca, prendendo anch'egli una bacchetta abbandonata, per poi venire colpito da un incantesimo vagante. Andros non perde tempo, fuggo di nuovo dentro la fortezza. Decido di salire verso i piani superiori, lì forse avrei individuato una via di fuga.
    L'ultimo sguardo, all'esterno, Andros lo rivolge agli odiati Dissennatori, immobili in alto nel cielo, a fissare lo scontro tra le guardie dorate ed i neri latori di morte: come se non sapessero da che parte stare.


    Mosso alcuni PNG per mio mero divertimento. Ahahahahahahahahah!

    PNG Than: fuggito a nuoto verso gommone, prelevato manico di scopa, fuggito in volo verso Londra
    PNG Andros: fuggito dalla cella, prelevata bacchetta nell'atrio, fuggito verso il tetto


    Edited by Ares; - 21/5/2012, 16:30
     
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  15. Cris;
     
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    Inizialmente quella era cominciata come una normale giornata. Ero andato a lavoro, dove non avevo molto da fare, così mi ero ritrovato nell’ufficio di Ares, a chiacchierare del più e del meno. La calma e il rigoroso ordine di sempre regnavano nel ministero, dove ogni singolo dipendente era immerso nelle sue quotidiane occupazioni. Quello che non potevamo sapere era quello che stava accadendo altrove, in mare aperto, su quella nera colonna che era Azkaban. I primi presagi che qualcosa non andava furono le voci, le voci concitate che spezzavano quell’ordine che fino a poca prima dominava, la gente che correva frettolosa nei corridoi.
    Ares, che cacchio sta succedendo? Chiesi, al mio compagnò, che si limitò ad alzare le spalle ed allargare le braccia.
    Ci sporgemmo quindi dalla porta, per osservare fuori nel corridoio. L’annuncio arrivò poco dopo, portato solennemente dal lupo grigio del capo auror. Altro che ordine…quello che stava avvenendo era il CAOS totale.
    I mangiamorte avevano attaccato. E non era un attacco qualunque: era un attacco alla prigione di Azkaban. Poteva sembrare pericoloso, quasi un piano suicida per loro, vista la massima sicurezza di quel carcere…ma se rischiavano tanto voleva dire che avevano un piano, un asso nella manica. E se fossero riusciti a vincere, liberando dalle prigioni pericolosi criminali, mangia morte, assassini, la sicurezza dell’intera comunità magica sarebbe stata gravemente compromessa. Sarebbe stata una strage.
    Ares indossa l’armatura, si va in guerra! Avevo esclamato, poggiando una mano sulla spagna del mio compagno e correndo a recuperare il mantello nel mio ufficio.
    Poco dopo la squadra era radunata, Lily, Ares, ed io più Grethe eravamo pronti a partire e combattere. Quando arrivammo la battaglia era ormai nel vivo, il caos più totale. Esplosioni risuonavano ovunque, sprazzi di luci rosse e verdi rischiaravano il cielo, dimostrando che la battaglia era già nel vivo.
    Lily ci ordino di evocare i patronus e così feci. *Ogni tanto desidererei avere un patronus un po’ più virile* pensai, quando un simpatico ma decisamente inappropriato procione schizzò fuori dalla mia bacchetta.
    Ma non c’era tempo per mettersi a pensare alle forme dei patronus. Lily ci aveva ordinato di bloccare qualsasi individuo tentasse di allontanarsi, perchè probabilmente tutti quei detenuti si sarebbero schierati a fianco ai mangiamorte se armati, e sarebbero stati senz'altro pericolosi. Così mentre Grethe e Lily tentavano una via per penetrare nella struttura,io e Ares rimanemmo all'esterno pronti ad intervenire al minimo segnale del
    Ares, io attacco tu mi copri il culo, come sempre. Se facciamo così siamo una squadra vincente. DISTRUGGIAMOLI! dissi, prendendo posizione all'esterno, Ares affianco a me, pronto all'attacco. Tentammo subito la nostra strategia contro uno di quei detenuti fuggitivi disarmati da cui ci aveva messo in guardia Lily, che stava correndo come un pazzo fuori dalla struttura. Mentre Ares mi copriva le spalle con incantesimi protettivi, lanciai uno stupeficium all'uomo. Come squadra funzionavamo, ora c'era solo da aspettare. Aspettare in silenzio che qualcosa si muovesse, che la vera battaglia avesse inizio.
    -arrivato con Lily, Grethe e Ares
    -colpito un fuggitivo disarmato (png) come da ordini di Lily
    -all'esterno in attesa


    Edited by Cris; - 23/5/2012, 20:35
     
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