Essere in campo come una squadra, ma giocare praticamente da sola... Quello della cercatrice era decisamente il ruolo più adatto a me e alla mia personalità dato che ero sempre stata abituata a “giocare da sola”. Peccato che in quel momento non ero assolutamente da sola e non potevo fare finta che lo fossi. Scattai immediatamente in avanti in direzione della cercatrice Tassorosso, appiattendomi sulla scopa per fare meno attrito con l'aria e poter andare più veloce. Se lei aveva visto il boccino, seguendo la sua stessa traiettoria a rigor di logica sarei riuscita anche io ad individuare il tanto agognato boccino d'oro. Guardai dietro di me con la coda dell'occhio e notai il fatto che entrambi i bolidi fossero in posizione favorevole per essere colpiti dai nostri, Harvey era quello più vicino alla cercatrice Tassorosso, avrebbe dovuto tentare un tiro verso di lei, ma sembrava troppo attenta per farsi fregare da un bolide. Ragionai in fretta realizzando solo dopo qualche istante che della nebbia si stava diffondendo attorno a noi, lanciai un'occhiata ad Heather e compresi che stava utilizzando la tattica di cui avevamo precedentemente parlato durante un allenamento. Immediatamente tirai fuori la bacchetta e ne feci accendere la punta con un Lumos. Era il momento adatto per distrarre ancora di più la cercatrice Tassorosso: mi avvicinai a lei ancora di più e tirai un pugno, diretto al suo viso, che però la mancò. Avevo fatto male i calcoli e lei era sfuggita in avanti, muovendosi più veloce di quanto non potessi pensare. Imprecai tra i denti. Dov'era Harvey quando serviva? Sentii un sibilo non molto distante a me e una specie di tonfo, lo stesso suono che avrebbe fatto un bolide andato a segno, quindi bastava imprecare contro mentalmente al Corvonero per farlo agire? Buono a sapersi. Grazie alla luce della mia bacchetta riuscii a vedere Caterina che rallentava abbastanza per potermi consentire di raggiungerla e tallonarla piuttosto da vicino. Lentamente la nebbia iniziò a calare e la luce della bacchetta non fu più necessaria, quindi mi limitai a mormorare Nox e a riporre il bastoncino di legno in una tasca della divisa in fretta e furia, per non perdere terreno.
Quasi riuscii ad estraniarmi dal mondo in quel momento, strinsi forte il manico della scopa tra le mani, facendomi diventare le nocche delle mani quasi bianche. Bastarono poche parole del cronista a fare capitolare i miei buoni propositi di rimanere concentrata solo sul boccino. Tassorosso segnaaaaaaaaaa! Il respiro mi si fermò per un istante e molto probabilmente il mio cuore perse un battito. Che diavolo stavano combinando i cacciatori, i battitori e Dick? Soffocai in un grido piuttosto acuto tra i denti tutto ciò che avrei voluto urlare di talmente poco elegante per cui molto probabilmente mi avrebbero potuto espellere dato che non mi sembrava esattamente un linguaggio adatto al campo da quidditch. Mi avevano sentito anche i tifosi, ne ero più che certa, ma non mi importava. Un moto di irritazione mi percorse tutto il corpo, facendomi stringere ancora di più le mani sul manico di scopa. Quel boccino doveva diventare mio a tutti i costi, divenni ancor più determinata di quanto già non fossi specialmente sentendo le diverse voci che mi incitavano e vedendo un grande striscione con la mia faccia sopra. Non avevo intenzione di permettere a tutti i tifosi Tassorosso di sfottermi per una mia futura sconfitta o qualcosa di lontanamente simile. Non ne avrebbero avuto l'occasione, piuttosto sarei caduta combattendo, ma non sarei assolutamente dovuta uscirne perdente o altrimenti avrei passato tutto il mese successivo maltrattando chiunque mi si fosse avvicinato, mi conoscevo, ero sicura che l'avrei fatto. Affilai lo sguardo, adocchiando il Boccino d'oro, avrei dovuto trovare un modo per scavalcare la figlia di Tosca, dovevo assolutamente inventarmi qualcosa. Lasciai uscire con uno sbuffo tutta l'aria dai miei polmoni e strinsi le gambe sulla scopa, riuscendo così ad aumentare di poco la mia velocità. Speravo vivamente che i miei compagni di squadra non avrebbero sprecato il possesso di pluffa e che non si sarebbero fatti tagliare la difesa come burro o davvero la mia “aura nera” -come l'aveva chiamata qualcuno precedentemente- sarebbe stata percepita sin dagli spalti.

Con un bolide in mano e un portiere avversario abbastanza smarcato… Beh, ma a chi importa dei falli se riuscivo ad abbatterlo? Mi dispiaceva un po’ per Tallulah, ma questa era guerra. Poi mi sarei scusata, lo giuro! Per il momento però tutto quello che importava era vincere e per farlo bisognava impedirle di parare di nuovo un nostro tiro.
Intanto un’altra idea mi balenava per la mente. Bisognava impedire ai Tassorosso di segnare e di prendere il boccino allo stesso tempo. Avevamo le forze divise, non si poteva agire per il meglio su due fronti. A meno che… A meno che non si oscurasse completamente il campo da gioco. Niente di che, solo un po’ di nebbia, tanto per rendere difficile il tutto ai carissimi Tassorosso. La mia squadra era preparata e l’avevo istruita a tutto. Sapevano che se ci fosse stato qualcosa a oscurare loro la vista dovevano prendere la bacchetta e illuminarsi la via per la vittoria.
Con questo in testa lanciai il bolide a Tallulah, ma evidentemente ero un po’ distratta dalla mia genialissima idea perché il bolide la mancò. Cavolo Tallu, al posto di urlarmi dietro insulti ringrazia che avevo altro da fare! Se no con il cavolo che ti mancavo.
Presi velocemente la bacchetta e la puntai verso il cielo. Ovviamente, visto che una mano teneva la mazza e l’altra la bacchetta dovevo stare attenta ai giocatori avversari: una piccola spinta e finivo dritta verso il suolo. Tenersi solo con le gambe, per quanto facile fosse, non era esattamente il metodo più sicuro.
“Acqua Eructo” urlai. Una massa di acqua uscì dalla bacchetta, sospendendosi per qualche secondo in aria prima di iniziare la sua vertiginosa discesa. Allora puntai di nuovo la bacchetta sulla massa d’acqua e urlai un “Incendio!”
Il calore del fuoco avrebbe portato l’acqua al suo livello di ebollizione e si sarebbe creato del vapore acqueo che a contatto con l’aria fretta si sarebbe trasformato in nebbia. Geniale no?
Continuai così per un bel po’, fino a quando il campo non fu ben ricoperto di nebbia. Bene, molto bene. E adesso miei cari Tassorosso che intenzioni avete?
Evidentemente nessuna visto che l’arbitro era dalla loro. Quanto scommettiamo che l’arbitro era un ex Tassorosso?
“MA DAI COSì NON VALE! MI HAI FATTO SPRECARE TEMPO BELLO! ADESSO ME LA RIPAGHI LA NEBBIA! CI HO SPESO LAVORO! QUINDI MI DEVI PAGARE IL PREZZO REALE PIU’ IL PLUSLAVORO E IL PUSSVALORE, ALTRIMENTI CHI LO SENTE MARX? QUINDI DAMMI QUEI TRENTA PUNTI SU!” sbraitai, mulinando in aria la mia mazza da battitore e tenendomi stretta con l’altra mano sulla scopa. Ok, forse, e dico solo forse, dovevo imparare a trattenermi. Non era propriamente producente urlare contro l’arbitro, soprattutto se volevi evitare che ti mandasse fuori dal campo…. Dettagli!
Forse però non dovevo urlare così tanto visto che... Si stava avvicinando a me. Oh oh. No, io non avevo fatto proprio niente!
"Arbitro, il bolide non volevo davvero tirarlo a Tallulah... mi è scivolato! Insomma, è una mia amica, non le farei mai del male..." si, come no! L'arbitro evidentemente non si faceva intenerire dal mio faccino da angioletto, perché mi disse comunque che non dovevo farlo. Lo sapevo, graaaaaaazie! Non ero così scema, se l'ho fatto un motivo c'era. Uffa, che arbitri ignoranti!
Ritornai a seguire la scena notando con sommo orrore… CHE TASSOROSSO AVEVA SEGNATO?!? COSAAAAAAAAAAAAA? No, no, no! Questo era un incubo! Io mi sarei svegliata presto scoprendo che era tutta colpa di Charlie che mi aveva fatto mangiare pesante ieri sera e quindi stavo facendo l’incubo peggiore della mia vita.
“Dai ragazzi, non abbattetevi! Quei trenta punti li facciamo al cubo in meno di cinque minuti! Avanti Corvonero! Noi non ci facciamo abbattere da così poco! Combattete da veri eroi!” incitai il resto della squadra, sperando che non si abbattessero più di tanto. Quando il morale cade, peggiorano anche le prestazioni e se noi volevamo recuperare quei trenta punti… Beh, dovevamo dare il duemila per cento.
“Non festeggiate Tassi, la partita è ancora lunga! Caterina non prenderà il boccino prima di Zaire, nossignore! Quella è una macchina umana, vincerà lei lo so!”
Feci la linguaccia a Tallulah e scorsi il mio caro amico Bolide. Oh, io e Raph eravamo così in sintonia ormai! Mi amava, lo sapevo! Continuava a finirmi tra le mani perché sapeva che lo trattavo con gentilezza! Io e lui ci saremmo sposati e avremmo fatto tanti bolidini paddellari che facevano ancora più male!
“Vieni dal tuo amore Raphuccio mio!” trillai mentre il caro Raph, come se mi avesse sentito davvero, si fiondò tra le mie braccia… o sulla mia mazza, ma dettagli! MI AMAVA!

Per una volta in vita mia non avevo niente da fare. Voglio dire, la nebbia fitta, Jennie che era sparita e Cate impegnata con il boccino… La mia vita era una pacchia! Bastava che me ne stessi lì buona buona a proteggere l’aria di tiro, nel caso la marcia della partita si fosse invertita, e puff! Lavoro finito. Mi voltai verso Tallulah, per vedere cosa stava facendo. Evidentemente stava fissando la capitana corvonero che… Le stava lanciando un bolide?!? Ma che cavolo….?
“Tallulah tutto bene?” le chiesi, preoccupata. Il bolide non l’aveva colpita, l’aveva mancata di un bel pezzo, ma il trauma psicologico era tanto importante quanto quello fisico. Oddio, stavo parlando come la mia psicologa! No, non potevo iniziare a parlare come lei, per carità!
La mia attenzione fu catturata dalla capitana Corvonero. Ma che diavolo stava facendo con la bacchetta in mano? Non erano vietate le bacchette in campo? Evidentemente no, perché ben presto si formò una spessa nebbia su tutto il campo che ci impedì di vedere cosa stava succedendo dall’altra parte del campo. Che cosa stavano facendo i nostri compagni di squadra?
La nebbia fu ben presto tolta, per fortuna, giusto in tempo per vedere…. TASSOROSSO CHE SEGNA! MA SIIIIIIIIIIII!
“Grandissimi Tassi! Fate vedere quanto valiamo a questi corvacci spennacchiati!” urlai, agitandomi sulla scopa per incitarli. Solo che il mio equilibrio non era propriamente stabile così fui costretta ad aggrapparmi alla scopa con forza per non cadere. Forse era meglio che mi concentravo a stare in sella. Caterina mi avrebbe ucciso se fossi caduta durante la partita.
Quindi, concentriamoci a stare in sella e festeggiamo i tassi in altri modi.
“Ta-ta-sso ro-ro-sso! Una squadra un po’ gioiosa. Ta-ta-sso Ro-ro-sso! La mia squadra preferita sei tu!”
La sigla di Winnie the Pooh era perfetta! Bastava cambiare un po’ le parole e oplà, un incitamento perfetto!
“Vai Caterina! Prendi quel boccino! Sei la miglioreeeeeeeeeee!”