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  1. *Il Cappellaio*
     
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    Il Campo di Quidditch era gremito di gente per la seconda partita del campionato, che vedeva in campo i Corvonero contro i Tassorosso.

    L'aria era tersa ed il cielo sereno, una giornata perfetta per la partita di questo sport che aveva, già dall'inizio, animato gli animi di tutto il mondo magico.

    Anche quest'oggi era previsto il pienone per il campo del Quidditch, dove gli spalti erano zeppi di persone, da professori a studenti, da auror ad addetti del Ministero, da maghi a creature magiche. Tutti in attesa dell'inizio della partita e della cronaca sportiva!


    "Le due squadre, forti dell'allenamento intensivo di questi mesi, entrano in campo capitanate da Heather Peverell per i CorvoNero, e Caterina De Masi per i TassoRosso. Quest'ultima sembra aver fatto una scelta diversa dalle altre squadre, scegliendo per sè il ruolo di Cercatrice, anzichè di Battitore come gli avversari, Corvonero compresi. Una scelta tattica, o dipendente solo dalle ottime prestazioni fisiche della ragazza?"

    "Chissà, attendiamo il fischio di inizio... eccolo!"


    Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

    "La partita è iniziata! Abby Rei si getta a capofitto sulla Pluffa, afferrandola subito e rubandola a Trowa Barton per pochi centimetri; nel frattempo Zayan Strömvik e Heather Peverell si gettano all'inseguimento dei bolidi! Chissà cosa ci riseverà questa emozionante partita!"

    field01



    CORVONERO 0 - TASSOROSSO 0

    Possesso Pluffa: Corvonero
    Possesso Bolidi: B2 Tassorosso / B1 Corvonero
    Individuazione Boccino: Nessuno

    Danno a:
    Corvi

    Tassi

    = ^ = ^ =



    Ricordo ovviamente che l'esito delle azioni dipenderà TUTTO dai TIRI CASUALI e dalle vostre CARATTERISTICHE quindi non ci sarà interferenza da parte mia, se non nell'assegnazione dei punti Fortuna che dipendono, lo ricordo, da come scrivete bene i post.

    Detto ciò, alcuni dettagli:

    MARTEDI': ogni martedì mi aspetto di ricevere dai Capitani la tattica di Squadra, che consiste nell'indicare cosa fanno tutti i giocatori della Squadra, uno per uno, e quale azione viene "potenziata" dal Comando del Capitano (in generale, non specifica di un compagno di squadra, ma specifica per azione e obiettivo per esempio INTERBOL o INTERPLUF sono diverse). Potete ovviamente postarlo anche prima non importa, basta che per martedì ci sia (diciamo entro le ore 23.59).

    GIOVEDI': ogni Giovedì il master (io) posta l'esito di tutte le azioni, descrivendo sommariamente cosa succede nell'azione. Dice anche chi ha il possesso di palla, eventuali ammonizioni, danni, eccetera.

    TRA GIOVEDI' e MARTEDI DOPO': dopo il post del master, ogni giocatore può descrivere l'azione dal suo punto di vista, cosa vede, cosa fa, cosa subisce eccetera; in questo modo ricevete Punti Fortuna che aumenteranno le probabilità di riuscita delle vostre azioni successive. Sarà consentito postare anche tra martedì e giovedì ma questo non assegnerà Punti Fortuna (non avrò tempo per calcolarli).
    Non sarà possibile postare dopo il post del Master: in questo caso si descriverà direttamente l'azione successiva.

    Ricordo che in questo modo tra giovedì e lunedì potete discutere azioni e tattica coi vostri Capitani, i quali però avranno sempre autonomia nel decidere le azioni dei compagni.

    LINK AL REGOLAMENTO

    Buon divertimento!


    Edited by *Il Cappellaio* - 20/3/2012, 14:10
     
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  2. Dick.
     
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    Avevo abbandonato le mie amate cheerleader con enorme dispiacere, vi rendete conto che non potrò più vedere le mutandine della Duvall per chissà quale infinità di tempo?? Ma sapete, quando il dovere chiama u___ù
    Ammettetelo la Peverell è una gran brava capitana, ha dimostrato fantasia e decisione negli allenamenti e tutti hanno sempre l'ansia che possa fare qualche follia, chessò, mi aspetterei che si mettesse a lanciarci addosso le scarpe col tacco di chissà chi visto che non le indossa, non appena non l'ascoltiamo! Serve un elemento di disturbo più dolce e simpatico, nonchè attraente, decisamente attraente, all'interno della squadra!
    Dai, guardatela quella Nana simpaticissima quanto rompicoglioni!
    Prima di entrare in campo fece quello che era secondo lei un discorso di incitamento probabilmente, io dal canto mio mal sopportando i discorsi noiosi ero stufo raso e non vedevo l'ora si cucesse quella bocca, un paio di volte senza nemmeno pensarci mi venne spontaneo farle il verso e la successiva occhiataccia mi fece decisamente venire ancora più voglia di romperle i coglioni!
    Ma non era il caso di fare gli scemi e farla incazzare prima di entrare in campo, quindi dopo un paio di volte iniziai a fare il bravo ragazzo e assieme a tutti gli altri presa la mia scopa entrai in campo facendo un rapido giro di perlustrazione/riscaldamento
    Osservai bene i tre anelli, ci girai attorno giusto per farci amicizia da bravo portiere. La divisa era scomodissima, la tutina da Cheers era molto meglio ç__ç Smettila di far la frigna Dick u___ù Sii uomo!! AHHAHAHAH
    Eeeeeh corvonero spaccaaaa!!!
    Mi limitai ad urlare appena l'arbetro fischiò il fischio d'inizio, Abby quella grandissima figa fantastica era riuscita a recuperare subito la pluffa
    Forza Abbyyyy!!!! Sei grandissima!!
    Che dovevo fare fino al momento del primo tiro in porta? Incitare i compagni e guardarmi intorno, sia mai che vedo il boccino prima dei due cercatori e posso dare una mano!!
     
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  3. Heather!
     
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    “Siamo qui riuniti per celebrare un evento unico! Un evento che ci farà entrare nella storia, che scolpirà i nostri nomi nelle menti di tutti e ci renderà immortali”
    Questo era l’inizio del mio epico discorso pre-partita. Mi sentivo elettrizzata e anche molto nervosa, soprattutto se pensavo che lì fuori c’era un sacco di gente che ci stava guardando. La precedente partita, Serpi contro Grifi, aveva generato un grandissimo scalpore e sentivo il peso dell’aspettativa sulle spalle. C’era chi voleva un incontro epico, c’era chi voleva vedere sangue, c’era chi voleva che la propria squadra vincesse per portare onore e punti alla Casata… e io come capitano dovevo, con l’aiuto dei miei fedeli compagni di squadra, riuscire a soddisfare tutte queste aspettative. La cosa mi terrorizzava.
    “Dobbiamo andare lì fuori” indicai con un dito il campo e il vociare indistinto che si sentiva “e dare il meglio di noi. Spacchiamo qualche culo a quei Tassi! Siamo forti, preparati, abbiamo un po’ di problemi di spirito di squadra…” lanciai un’occhiataccia ai diretti interessati, senza fare nomi ovvio “ma nonostante questo siamo un gruppo e so che possiamo vincere! Abbiamo lavorato sodo, mi avete insultata per le levatacce e gli allenamenti con ogni tempo e condizione atmosferica, ma questo ci ha resi in grado di batterci contro tutto e tutti! Quindi adesso mano alle scope e preparatevi a combattere con le unghie e con i denti, ma soprattutto divertitevi! Se ci divertiamo tutto sarà più semplice!”
    Ok, forse non ero il genio dei discorsi di incoraggiamento visto che tutti mi fissavano mezzi seccati mezzi annoiati, eppure io mi sentivo fiera di me stessa. Volevo trasmettergli la carica febbrile che sentivo, l’eccitazione che mi scorreva nelle vene e la voglia di vincere, di fare del mio meglio. La testa mi ronzava con mille pensieri, mille possibilità e calcoli. Dovevo calmarmi, dovevo pensare razionalmente, una cosa per volta… e lasciarmi dominare anche dall’istinto. Ero una veggente per qualcosa, no? Avevo provato a divinare il risultato della partita, ma mi era venuto solo il nulla. Evidentemente il destino non aveva ancora deciso che strada prendere.
    Sospirai e afferrata la scopa mi portai a bordo campo, facendo segno a tutti gli altri di librarsi in aria. Non appena i miei piedi si staccarono da terra mi sentii… libera. Volare era una cosa meravigliosa per me, mi faceva sentire potente, invincibile, piena di vita. Dimenticai per qualche attimo tutta l’angoscia e il senso di responsabilità che mi sentivo sulle spalle come un macigno e mi godei quella sensazione, chiudendo gli occhi e lasciando che il vento mi soffiasse sul volto scombinandomi le ciocche che erano sfuggite alla treccia con cui avevo legato i capelli.
    Non avevo voluto nessuna disposizione particolare per l’inizio, quella standard andava benissimo. Avevo cercato di immaginarmi e calcolare le probabilità con altre formazioni, ma avevo scoperto che alla fine una valeva l’altra. E poi c’era il fattore psicologico. Se l’altra squadra ti vedeva in una formazione particolare si innervosiva perché pensava che avevi qualcosa in mente e si sapeva benissimo che una squadra nervosa è una squadra pericolosa. Meglio iniziare tranquilli e valutare tutto mentre si giocava.
    Volai fino alla mia postazione, nella linea di metà campo e rimasi sospesa a fluttuare, guardandomi intorno e studiando gli avversari. Caterina De Masi, posizione cercatrice. Zaire aveva un bel da fare a battersi contro di lei! Speravo che non tirasse troppo la corda facendola indispettire… Si sa, i rapporti di buon vicinato servono! Battitori, ragazzo a me ignoto e… Cappero, straniera di Caterina, una furia a quello che si diceva. Portiere… TALLULAH? E chi immaginava che voleva fare il portiere? Beh, la mia socia in affari aveva una bella gatta da pelare! E infine Cacciatori: sposino novello, sorella di una star del quidditch e Jen… oh santissima polenta! Questa partita sarebbe stata da ridere!
    Fischio dell’arbitro e… SI PARTEEEEEEEE!
    Abby prese subito possesso di pluffa (grande donna, davvero!) e io e TJ iniziammo a scandagliare il campo alla ricerca di qualche bolide da poter rilanciare… Ed eccolo! Quel bolide doveva essere mio!
    Tenendo ben stretta la mazza iniziai la mia corsa verso il bolide, cercando di recuperarlo prima del battitore avversario… E infatti, MIO!

     
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    Ero la tranquillità fatta persona, probabilmente aveva ragione Rya quando mi diceva che peccavo di superbia, ne avevo a valanghe, questo era il lato serpeverde che il cappello aveva visto in me quella volta, ma se ero finita a corvonero un motivo c’era, il mio gemello, era lui che influenzava la mia personalità.
    Kevin Rei era un maledetto corvo dalla punta più alta del capello più lungo fino all’unghia più lunga del piede più brutto. Tra le altre cose era così pigro che probabilmente non stava neancheli tra quegli spalti a tifare per me, per sua sorella , e chissà se quell’altra era venuta, che poi pure capocasata dei tassi doveva essere, una Serpe come lei.
    Tirai con maggiore foga la coda che mi ero fatta quella mattina, chiamiamolo Karma, fissai la spalla del mio capitano che attendeva di entrare in campo, solo un leggero passaggio di scopa da una mano all’altra poteva rivelare un certo nervosismo, oltre al fatto che se qualcuno mi avesse toccato la mano si sarebbe reso conto che era CONGELATA.
    Guardai le mie compagne , avevo una faccia da funerale, neanche mi usciva un sorriso, neppure uno di quelli da circostanza. Niente. In compenso vedevo Dick abbastanza .. carico? Probabile, pure io! Ero carica e Agguerrita, non avrei potuto scagliare un bolide in faccia a quella tassorosso da strapazzo ma potevo impegnarmi a sfondare quegli anelli e lo avrei fatto.
    Presi il volo mettendomi in posizione centrale pronta a scattare come un razzo. Un occhio dall’altra parte mi fece incontrare lo sguardo di un ragazzo “Che c’è bello meglio che cambi rotta” intimai silenziosamente in trepidante attesa per il fischio che avrebbe consacrato l’inizio di quella partita.
    Tre, mispostai con lo sguardo verso destra stringendo sempre di più le mani attorno al manubrio della mia numbus, “eccoti” dissi inquadrandola, DUE, tornai con lo sguardo sul tipo UNO FIIIIIIIIIII
    Un momento, ed eccomi scattare in avanti lanciandomi sulla pluffa con il Ciuffo che si accingeva a fare altrettanto. A costo di spintonarlo a suon di gomito sarebbe stata mia eeeeeeehh PRESA! Con un carico adrenalitico che solo poche altre volte avevo avuto modo di provare mi spostai quanto bastava per non travolgerlo, direzione Nord con tanto di Pluffa ancorata sotto al mio braccio *__*
     
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    Ero agitata? Si lo ero, più del torneo di qualche mese fa? SI lo ero, più dei G.U.F.O. di qualche settimana fa? Si lo ero.... Aiuto! Fortuna che l’impalcatura che mi ero messa addosso celava le mie gambe che si muovevano a ritmo di Girolamo Girolamo e soprattutto che nessuno dei ragazzi sospettasse del mio stato emozionale ... Forse solo Audrey che appena quella mattina mi aveva vista vomitare, ma una volta sola eh!
    Il problema non era tanto la dannata voglia di vincere che mi prendeva in ogni cosa che facevo, no visto che ero consapevole di tutto ... e quando dico tutto intendo TUTTO TUTTO. Quanto invece il fatto che se mi davano retta come me ne davano agli allenamenti allora mi sarei ritrovata con Audrey che disarcionava Trowa dalla scopa, Winnie che faceva i giri di campo appesa per aria e Zayan che da super uomo quale era al posto di lanciare bolidi a chi di dovere si lanciava lui stesso a mo di salvatore del mondo sui suoi compagni per salvargli la faccia, rischiando di travolgerli dal primo all’ultimo. Lasciamo stare Talluh che se si faceva male potevo anche caricarmi la scopa in collo e salutare con la manina, ma .. jenny? Ne vogliamo parlare? ERA UNA FURIA SCATENATA! Non mi clacolava proprio quando parlavo é__é . E io? Io .. bella domanda. Cosa avrei dovuto fare secondo voi? Mi immaginavo già con una mano in fronte o piegata in due dalle risate D: Ero seria e rigida per tutto ma in quella situazione proprio no, solo che poi ci sono quei momenti in cui ti ritrovi un ragazzetto dietro la porta della tua stanza, che ti guarda con quegli occhi pieni di orgoglio e di stima profonda, e ti fa sentire importante e ti dice : “Capitano vedrai questa sera festeggieremo il boccino in sala comune tutti insieme “ e ti sale quindi il primo pensiero “mi stai portando sfiga sappilo” e poi un altro pensiero che surclassa il primo .. Caterina cara, chi è che deve prenderlo sto boccino? Da qui l’insana voglia di dirgli un “ rassegnati oggi l’unico boccino che vedrai sarà solo quello che per sbaglio mi si è spiaccicato in faccia in seguito a manata doppia potenza della cercatrice corva” ma non lo fai perchè è ancora li che ti guarda così :oci: e così da leggero come una piuma ti ritrovi con lo stomaco di piombo (da qui il perchè della visita al bagno) e che hai paura anche per una partita di quidditch.
    MA IO MI SONO ALLENATA PER DIVERTIRMI NON PER FARMI VENIRE L’ANSIA PERDINDIRINDINA!
    E così ora sono in prima fila che mi passo agitata la scopa da una mano all’altra che fisso l’infinito e oltre, e come Massimo prima di scendere in arena e sconfiggere i leoni mi rivolgo alla mia squadara con queste precise parole.
    -Non voglio l’impossibile, non voglio che vi facciate male, non voglio feriti nè da un verso e neanche dall’altro, voglio solo che vi divertiate .. TUTTO CHIARO?-
    MMMh li scrutai uno ad uno silenziosa , non li vedevo tanto convinti ma alla fine .. io il mio dovere l'avevo fatto u.u e che Merlino ci assista!
    Il microfonista annunciò le due squadre, ma chi era costui? Non mi apprestai ad affinare lo sguardo per vedere chi fosse, probabilmente un grifondoro, erano loro i ferrati in questo campo.
    Due passi e dimentica di tutti i cattivi e i buoni propositi mi levai alta nel cielo prendendo possesso del posto che mi spettava. Guardai Audrey sorridendole
    -Se vinciamo mi butto nuda nel lago nero- le dissi facendo poi cenno verso Trowa – ma se perdiamo gli taglio il ciuffo, e questa è una promessa!- poi sorrisi anche a Jenny, Winnie e Talluh. A quest’ultima particolarmente scoccai un occhiolino, giusto per infonderle coraggio e tutto ciò che doveva ricordare in seguito alle passate esperienze.
    FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
    L’arbitro fischiò l’inizio della partita e tempestivi come non mai i bolidi scattarono indiavolati nell’aria fendendone anche quella che poverina secondo me non aveva neanche avuto modo di formarsi. Restai fissa per un nanosecondo a scrutarli a maggior raggione poi considerando che uno si era praticamente catapultato su Zayan *fa che non me lo travolga al primo colpo ti prego ti prego ti prego!* Ammetto che non me ne stetti li per tutto il tempo ad osservare l’azione del mio ultimo ingresso in squadra, virando precipitosamente verso quella che da quel momento fino all’individuazione del boccino *occhio di falco avrebbe colpito ancora ne ero certa* sarebbe stata la mia ombra.
    Più i secondi passavano più mi caricavo, forse non avrei dovuto dire quelle parole all’inizio, qua si respirava aria di guerra. Un occhio alla Rei che soffiava la pluffa a Trowa e uno a tutta l’area circostante. Boccino amorino della mamma dove sei ?
     
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  6. »PennyLane˜
     
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    Il giorno atteso da chissà quanto tempo era ormai arrivato. Quale? Ma quello della nostra prima partita, anzi della mia prima partita di Quidditch. Oggi si sarebbe tenuta al partita tra Corvonero e Tassorosso. Si, ero abbastanza agitata, ma mi ritengo di essermi allenata e anche impegnata molto, quindi dovevo stare tranquilla e dare il meglio di me stessa, è naturale che tutti noi della squadra avevamo voglia di vincere, e ci avremo messo anima e corpo per tornare a termine questa partita, ma è anche vero che non dovevamo solo pensare alla vittoria, ma anche al fatto che dovevamo anche divertirci. Questa per noi sarebbe stata la nostra prima partita, con questa partita avremo scoperto com'è in realtà questo sport, che non era come quello che praticavamo noi quando eravamo piccoli oppure durante l'allenamento.
    Tra poco ci sarebbe stato il nostro ingresso dentro il campo da Quidditch. Prima di raggiungere gli altri ero rimasta imbambolata per non so quanto tempo davanti allo specchio a vedere me con addosso la divisa della mia squadra, con quei colori maledettamente belli che io amavo un casino.
    Ero rimasta a girarmi intorno, fino a quando però Heat non mi prese per i capelli che mi trascinò verso gli spogliatoi della nostra squadra per parlare delle ultime tattiche di gioco che avevamo messo in atto durante l'allenamento.
    Prima di salire sul mio manico di scopa, sistemai la mia coda, non volevo ritrovarmi con i capelli davanti o con qualche ciuffo di capelli che cadevano davanti agli occhi, non avevo intenzione di fare un incidente per colpa dei miei capelli lunghi quanto quelli del personaggio di Raperonzolo.
    Salita poi sul manico di scopa, diedi una spinta e mi andai a dirigere dove il nostro capitano mi aveva riferito. Mi ritrovai in difesa, davanti al potiere e accanto a me c'era la nostra cercatrice Zaire. Bene era tutto pronto, potevamo cominciare e dare le danze.. Anzi, scatenare l'inferno. Quando l'arbitro fischiò e liberò la pluffa, Abby si precipitò subito per afferrarla. Perfetto, abbiamo iniziato bene, la palla era nostra e lo sarebbe stato fino alla fine della partita!
     
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    Il gran giorno era infine arrivato. Dall’ansia, Audrey non aveva quasi chiuso occhio quella notte: si trattava della sua prima partita ufficiale come “infiltrata” tassorosso alla quale avrebbero assistito non solo l’intera Hogwarts e maghi esterni ad essa, ma suo fratello venuto a fare il tifo appositamente per lei. Oltre che per soddisfazione personale e per soddisfazione per la sua squadra, era lui che voleva rendere fiero di lei, dimostrandogli, una volta tanto, di meritare la fiducia che in lei era stata riposta. Preso il suo manico di scopa e la divisa si avviò, insieme a Caterina e agli altri membri della squadra, negli spogliatoio per prepararsi. Se doveva essere sincera temeva che sarebbe arrivata una partaccia prima dell’inizio dato che nell’ultimo allenamento il capitano non era sembrato molto contento di loro né delle loro prestazioni in campo, e invece con sua grande sorpresa la cercatrice tassorosso non disse nulla del genere.
    Quindi... significa che non posso spedire un bolide all’altro capitano per fracassargli i denti? Nemmeno se a fin di bene?” commentò a bassa voce rivolta a Zayan, con fare scherzoso per sdrammatizzare e alleggerire la tensione. Nel frattempo che le altre finivano di cambiarsi Audrey stringeva nella mano il fungo power up e 1up, portafortuna/antistress che aveva attaccato al manico di scopa regalatole da William, in un tentativo di scaricare la tensione in solitaria. Pochi minuti e sarebbero scesi in campo; pochi minuti, e lei e Zayan si sarebbero divertiti a disarcionare i cacciatori avversari dalle scope a suon di bolidi. O almeno questo era uno dei propositi che si erano prefissi di mantenere!
    Nuda nel lago?”, rise, scuotendo piano la testa “Guarda che me la segno, eh! Anche se vedere Trowa senza ciuffo è altrettanto allentante” non si era ancora scoperto il perché, ma entrambe, cercatrice e battitrice, avevano notato la profonda venerazione che il ragazzo aveva per il suo ciuffo. Chissà.
    Beh spero che se Jessie dovesse entrare in campo i signori Barton non abbiano di che distrarsi! – non aveva potuto partecipare al loro matrimonio perché coincideva con il giorno del compleanno di William – che in parte avevano passato insieme – ma aveva rimediato inviando un biglietto di auguri. Uno per uno si alzarono dalle panchine, pronti ad entrare in campo.
    Forza ragazzi, diamoci dentro!” i capitani si strinsero la mano, e così fece il resto della squadra e Audrey con il battitore avversario mentre l'arbitro marcava una raccomandazione: gioco pulito. Subito dopo, la battitrice salì in sella alla sua scopa, il corpo chino in avanti, una mano stretta saldamente attorno al manico e l'altra serrata attorto alla mazza, aspettando il fischio dell'arbitro. Non appena risuonò nel campo e pluffe, bolidi e boccino furono liberati, Audrey scattò in alto per perlustrare con lo sguardo l'area circostante a caccia del bolide e, contemporaneamente, per tenere d'occhio grossomodo la posizione dei rispettivi giocatori, soffermandosi in particolare sui battitori avversari e sui propri cacciatori. Vide il capitano avversario sfrecciare in una direzione precisa: non seguì il suo esempio, per il semplice motivo che, da quel che aveva capito, se aveva indivuato il bolide e se questi si trovava poco distante da lei, se Audrey avesse deciso di gettarsi all'inseguimento per contenderlo non ce l'avrebbe fatta a soffiarglielo via. Meglio tenere d'occhio le sue mosse e assicurarsi che non si abbattesse sui cacciatori o sulla cercatrice ad alcuni metri alle proprie spalle!

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  8. Winni&Fred
     
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    Stavo per vomitare. Mi sentivo lo stomaco che faceva le capriole e ballava la samba nella mia pancia e minacciava di far uscire tutto quello che avevo mangiato… Anzi, quello che non avevo mangiato. Ero stata così nervosa quella mattina che non ero riuscita a mettere in bocca nemmeno un pezzettino minuscolo di pane. Adesso ne ero decisamente grata.
    “Morirò. Me lo sento” mormorai tra me e me, guardando con aria corrucciata la mia scopa o meglio la scopa di Maybell. Si, quella era l’unica cosa che poteva salvarmi quel giorno. Avevo bisogno di tutta l’energia positiva di questo mondo per non fare qualche danno.
    Caterina e tutta la squadra contavano anche su di me. Di certo non potevo rischiare di farmi ammazzare ad ogni passaggio di pluffa e di certo non potevo ammazzarmi da sola non riuscendo a stare sulla scopa. Mi ero esercitata, avevo acquistato un po’ di sicurezza, anche se dovevo ammettere che non ero un genio del Quidditch, anzi, tutt’altro. Sembrava che i geni che avevano reso così bravi i miei due fratelli avessero deciso di rendere me una totale imbranata. Aria diceva che potevo migliorare, che bastava crederci, ma io avevo paura di essere una causa persa in partenza.
    -Non voglio l’impossibile, non voglio che vi facciate male, non voglio feriti nè da un verso e neanche dall’altro, voglio solo che vi divertiate .. TUTTO CHIARO?-
    Ok, non farsi male… Forse ce la potevo fare! Per quanto riguardava il divertirsi… avevo un po’ di dubbi! Ero seriamente terrorizzata e il divertimento era una delle ultime cose che mi passava per la mente. Divertirsi era giocare alla play con Addie o divertirsi era esplorare posti nuovi.
    E se avessi trattato quella partita come un gioco della playstation? Se io non fossi stata un giocatore ma solo una pedina mossa da me stessa con una serie di comandi? Forse ce la potevo fare se la vedevo così.
    Ok, quindi… Prendere la scopa: x. Volare: triangolo. Prendere la pluffa: quadrato. Semplice no?
    Già più tranquilla recuperai la mia scopa e mi misi accanto agli altri, pronta (più o meno) ad alzarmi in volo e a godermi quella bellissima giornata… Ma chi stavo prendendo in giro! Stavo tremando e sudando freddo.
    “Zà, te la stai facendo sotto anche tu?”
    Ma no, Zayan non poteva essere terrorizzato. Lui sembrava divertirsi a lanciare a destra e a sinistra bolidi. Lui e Audrey mi facevano seriamente paura. Temevo che avrebbero fatto male a qualcuno… E si dico proprio degli avversari! Non volevo che nessuno nessuno si facesse male, ma loro due sembravano di un altro avviso e forse anche la squadra avversaria lo era. Si metteva decisamente male la faccenda!
    In groppa alla scopa e piccola spinta, proprio come mi aveva insegnato Arya. Non dimenarsi troppo e puntare il manico della scopa dove si vuole andare. Chiaro semplice e preciso! Ce la potevo fare.
    Gli spalti erano gremiti di gente e la cosa mi metteva un po’ d’ansia. Ok, magari non così tanto pieni come alle finali della coppa del mondo dove giocava mia sorella o nemmeno così pieni come alla partita Serpeverde Grifondoro, ma per me era comunque tantissima gente che fissava ogni mossa. Sentivo le mani sudaticce e completamente congelate. Speravo di non perdere l’appiglio sulla scopa o ero morta!
    Mi misi in posizione, pronta a scattare per qualsiasi cosa. Avevo scoperto che la velocità un po’ mi piaceva, anche se mi spaventava, e almeno andare dritto sapevo farlo. Ma tanto Caterina sapeva che io e le cose complesse non andavamo d’accordo!
    Fischio di inizio e si parte! Possesso di palla Corvonero, questo voleva dire solo una cosa sola… intercettazione! Ahi ahi, iniziamo bene!
     
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    Il giorno della partita.. Agitato? No. Ma non perché inizialmente non lo fossi..
    Ero solito due/tre volte a settimana, utilizzare la Stanza delle Necessità per allenarmi e la partita, pochi giorni dopo il mio matrimonio, aggiungeva una tensione seppur minore ma comunque difficile da gestire.
    Come riuscire a rimanere calmo? Avevo preso parte alle selezioni per entrare nella squadra e partecipato agli allenamenti per ritagliarmi un posto da titolare.. Ma la prima partita! Oh caspita a questo no! Non ero pronto. Dovevo trovare una soluzione e alla svelta.
    Analizzare i miei punti di forza, ecco cosa dovevo fare… Ho forza e inventiva e la precisione è la mia peculiarità. Molto quindi del mio gioco doveva essere giocato sul dai e vai, su scambi veloci o che avessero quanto meno imprevedibilità. Ma prima di questo c’era un fattore fondamentale. Dovevo stare calmo.
    L’idea mi arrivò in quel momento, ma inizialmente non volli utilizzarla. Si trattava di prendere in considerazione le esperienze passate e metterle in pratica.
    Esiste una pratica chiamata training autogeno, una tecnica per risolvere problemi di ansia, insonnia, tachicardia, tensioni, somatizzazioni, per aumentare la concentrazione, l'autostima.. e via discorrendo.
    Quello che Obs aveva insegnato a me, era una parte particolarmente indicata per allontanare ogni pensiero d’ansia dalla mente e sfruttare lo stress come adrenalina per far meglio di quanto il nostro corpo sia in grado di dare.
    L’unico problema era che la risposta del fisico cambiava da soggetto a soggetto e comunque andava a ripescare ricordi non troppo felici, di cui avrei volentieri preferito farne a meno. Per questo motivo scelsi di provvedere solo per me in quella partita. Più in là, l’avrei magari proposto a Cate se i risultati ci fossero stati davvero.
    Per quanto potessi dire di me, dopo un training di due ore e passa, mi sentivo tranquillo e pronto ad impegnarmi al massimo.
    «Non voglio l’impossibile, non voglio che vi facciate male, non voglio feriti nè da un verso e neanche dall’altro, voglio solo che vi divertiate .. TUTTO CHIARO?»
    Questo fu il discorso di Cate. Non sapevo se con gli altri avrebbe funzionato, ma a me tocco verosimilmente poco. Per quanto fosse un gioco e divertirsi era importante, la mia indole era nel cercare la vittoria fino all’ultimo. Non mi sarei arreso finché non fosse finita, qualsiasi fosse stato il punteggio.
    Evidentemente Cate si accorse che su di me non aveva sortito troppo effetto il discorso perché disse «Se vinciamo mi butto nuda nel lago nero» e poi «ma se perdiamo gli taglio il ciuffo, e questa è una promessa!»
    «Ehi non vale!» scherzai sorridendole. «Io non ho alcun interesse a vederti nuda visto che sono sposato. Taglia la tua coda piuttosto xD» ribattei divertito per poi tornare serio.
    Rimanere concentrato era essenziale se non volevo perdere in partenza…
    Entrammo in campo e al fischio mi fiondai sulla pluffa che sfiorai di pochi centimetri mentre una corva me la soffiava. Sentivo poco il commento dagli spalti, ma il cognome della ragazza non mi era sfuggito.. Rei, e io conoscevo solo una persona con quel nome.. possibile che..
    Non avevo il tempo di pensarci, ora dovevo solo pensare alla partita e a smarcarmi in attesa che qualcuno contrastasse quella ragazza.
     
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  10. ~Tallulah;
     
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    Tallulah! Tallulah! Tallulah! inneggiavano le tifoserie dagli spalti mentre lanciavo la pluffa dall'altra parte del campo.
    Osservai il tabellone dei punti

    Corvonero - 0
    Tassorosso - 230

    e non potei fare a meno di sorridere, lieta che nessuno avesse ancora violato gli anelli della mia porta.
    -Tallulah! ...TALLULAH?!-
    Sentii più forte. La voce mi era familiare.
    ...Jenny?
    -Cavolo, ti vuoi svegliare sì o no?!-
    C-c-cosa..?
    Come se qualcuno avesse mandato indietro il giratempo di qualche ora, mi ritrovai ancora nel letto. Il cuscino ben stretto tra le gambe e la mascherina da notte al posto degli occhialini. Una volta sfilatala, venni quasi accecata dalla polverosa luce mattutina mentre l'odore del caffè mi solleticava le narici. Voltai la faccia e notai che ce n'era una tazza piena sopra il mio comodino assieme ad un invitante muffin ai mirtilli.
    -Bevilo piano che è bollente!- Mi ammonì subito Jennifer, per poi sparire oltre l'anta dell'armadio.
    Guardai l'orologio. Mancavano poco più di due ore alla partita e una morsa mi strinse lo stomacotanto da farmi perdere l'appetito. :S
    Mi alzai riluttante dal letto -era stato solo un sogno!- e andai in bagno. Dopo una lunga seduta sul gabinetto (ò.o) e una doccia calda, indossai la divisa della squadra Tassorosso. Il numero 1 scintillava dorato dietro la mia schiena, coperto solo in parte da una lunga treccia bionda.
    -Sei pronta?-
    Pronta!
    E uscimmo dalla camera.


    Campo di Quidditch, 6 minuti prima del fischio d'inizio.


    -Non voglio l’impossibile, non voglio che vi facciate male, non voglio feriti nè da un verso e neanche dall’altro, voglio solo che vi divertiate .. TUTTO CHIARO?- Annuii senza staccare gli occhi dalla mia capitana. Ero ansiosa, ma preferii non darlo a vedere ed offrire tutto il mio supporto ai compagni più giovani. Per molti di loro, infatti, questa sarebbe stata la prima partita e ci tenevo affinchè ne conservassero un buon ricordo.
    Abbracciai Jessie cingendole la spalla prima di montare sulla scopa.
    Facciamogli il culo! E sfrecciai oltre i cancelli d'ingresso, in direzione della porta che mi era stata assegnata.
    Esattamente dalla parte opposta, scorsi la chioma bionda del portiere corvonero.
    McKenzie, vediamo chi ne para di più!
    C'erano ovviamente anche tutti gli altri giocatori blu-argento ed era strano dover considerare molte delle mie amiche come avversarie. Specialmente Heather, con la quale avevo condiviso moltissimo tra lezioni ed esperienze scolastiche.

    Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

    Il fischio d'inizio si andò a confondere con il boato proveniente dalle tifoserie.
    Puntai immediatamente lo sguardo sulla macchia marrone che precipitava prima di essere afferrata per un soffio dalla giovane Rei.
    Dannazione! La pluffa era a Corvonero.
    Intrecciai le gambe al manico della scopa così da avere le mani libere in caso di un eventuale tiro in porta. I riflessi pronti e gli occhi che saettavano seguendo i movimenti della ragazza.
    Se non lo si fosse ancora capito... non le avrei mai consentito di segnare!


    narrato
    parlato
    pensato
     
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    HO TUTTO LO STOMACO SOTTOSOPRA LULAH ç__________ç
    Piagnucolai stizzita giocando a girarmi i pollici mentre Tallulah fissava riluttante la sua colazione sul comodino. Io avevo mangiato tutto, anzi avevo persino fatto il bis. Più che altro era un dato di fatto: non riuscivo a concentrarmi senza aver messo qualcosa sotto i denti! Mi sarei sentita debole, sarei crollata dalla scopa eh...NO! Che cavolo era quello? Pessimismo non tipico di me.
    Brontolai ancora cinque minuti prima di infilarmi nella mia divisa. Da notare che fosse leggermente più ampia della mia misura corporea, cosa che mi ero sempre premurata di far notare. Non ero grassa U___U La divisa mi dipingeva così! E questo per avere più libertà nei movimenti. Solo per questo.


    Sospirai saltellando sul posto, posando lo sguardo su ognuno dei componenti della mia squadra. Ero insolitamente nervosa, ed io non lo ero mai, quindi dovevo calmarmi. Non c'erano vie di mezzo. Detto fatto mi bloccai ma la gamba sinistra continuò ad ondeggiare scaricando la tensione. OH SI, non stiamo a guardare i dettagli!
    Gonfiai le guance legandomi i capelli biondi in una coda e sfregai le mani, uno dei primissimi segni. No jen, niente violenza. Neanche con buone intenzioni. Ma infondo, con questa faccina, chi avrebbe potuto dire che ero manesca? *3* Nessunissimo.
    Non voglio l’impossibile, non voglio che vi facciate male, non voglio feriti nè da un verso e neanche dall’altro, voglio solo che vi divertiate .. TUTTO CHIARO?
    Quindi posso alzarmi la maglia per confondere Dick? *____________*
    Domandai gongolante con fare per niente convincente. Ero un terremoto. Quando avrei imparato a prendere gli ordini? Tirai un pizzicotto a Lulah dondolando sui talloni nella mia minuscola statura. E non stiamo a precisare quanto vale il minuscolo. Sono una ragazza con tante altre doti! Scommettiamo?
    Se vinciamo mi butto nuda nel lago nero, ma se perdiamo gli taglio il ciuffo, e questa è una promessa!
    E in più, se vinciamo la de Masi mi regala un buono gratis per Mielandia...vero Cate?
    Mormorai facendo gli occhioni dolci, premurandomi che questo aspetto fosse sottolineato. Certo, io dovevo avere sempre l'ultima voce in capitolo, anche su discussioni in cui c'entravo poco o nulla U__U. Contai silenziosamente i minuti che ci separavano dall'inizio della partita. Mi ritrovai anche a fare il countdown arrivata ai dieci secondi. Voglio dire, dove altro si trova una tizia del genere?
    E via, nel campo da quidditch! Il fatto che fosse una bella giornata mi rasserenava. Non avrei avuto problemi con la pioggia, con l'umidità e col freddo. AVEVO UN CU...UNA FORTUNA! Osservai l'erbetta verde del campo e al fatidico fischio di avvio mi sollevai per aria assieme agli altri. Raggiunsi velocemente la mia postazione assumendo la tipicissima posizione TASSOPAZZO. AHHAHA, in altre parole mi ero curvata col busto lungo l'impugnatura in legno, stringendo il manico con la mano sinistra e lasciando libera la destra. Ovvio, il braccio migliore per quanto mi riguardava era il destro. Per cui, meglio tenerlo pronto all'uso! Toh. Possesso pluffa corvonero. Così non andava bene, affatto!
    Increspai le labbra stizzita, sottigliando leggermente lo sguardo nel tentativo di non lasciarmi sfuggire alcun movimento. Al mio turno, avrei fatto capire a tutti chi era JENNIFER S, "la puffa assassina".
     
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  12. Anastasia Rose Carter
     
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    Mangiare? Colazione?
    Ahah!
    Già: Ania si era ripromessa di seguire i consigli del fratello; per una volta che parlava con reale cognizione di causa (essere capitano di Grifondoro qualcosa avrà pur voluto dire, no?), poteva dare per certo che una colazione abbondante era propedeutica ad un buon match.
    E due salsicce, s'era premurato di aggiungere, una stoccata di più contro il suo essere vegetariana.
    Ma il cibo, in sala grande, voleva far tutto tranne che entrarle in bocca: la nausea dell'emozione non le concesse di andar oltre un biscotto (metà a dir il vero) ed un bicchier d'acqua.
    Se davvero la vittoria poggia sulle calorie, la piccola Carter può darsi per morta...
    Eppure quando nello spogliatoio vestì i colori di Rowena, imbottiti con lo spirito del Quidditch, nausea, paura, timore: tutto lasciò il posto al solo orgoglio.
    Gonfio, alato, nero come il corvo.
    Ascoltò con attenzione ogni singola parole di Heather, mentre il cuore le batteva forte: ancora pochi istanti e presto un intero stadio, pieno di tifo e passione, avrebbe gridato e giudicato loro, cavalieri del legno e dell'aria.
    Qualcuno le disse qualcosa quando entrò in campo?
    La piccola Carter non lo sapeva. Tutto ciò di cui si rendeva conto era l'infinito. E il solo appiglio alla realtà, sottoforma di manico di scopa.
    Tesa come una freccia, scoccò dove il capitano aveva delegato la sua posizione nello schieramento iniziale.
    Il cuore prese a martellare volenteroso di raggiungerla nell'invisibile prigione del cielo, nella snervante attesa che l'arbitro decidesse a dar musica al suo fiato.
    Decise di sfruttare quei pochi istanti per considerare vento e cattiveria degli avversari.
    Tassorosso.
    Ah.
    Fiiiiii
    Scattò in avanti senz'altro aspettare: la palla ad Abby, sì!
    Ora Ania non esisteva più: esisteva la squadra.
    Ed in quel preciso momento era il braccio della Rei.
     
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  13. zaire.
     
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    Fanculo. Chi me l'aveva fatto fare di iscrivermi alla squadra dei Corvonero, eh? Avevo sempre detestato la pressione, quel peso che gli altri scaricavano addosso a me solo perchè non avevano la forza d'animo o la voglia di tenerselo sulle loro spalle. Che andassero al diavolo, io non ero la servetta di tutti, dovevo solo prendere uno stupido boccino, e tutti quelli che me lo ricordavano non facevano altro che incrementare la mia voglia di malmenarli. I peggiori però non erano quelli che mi mettevano pressione. Oh, no. I peggiori erano tutti quelli che si comportavano meglio con me perchè conoscevano il ruolo che avrei avuto nella partita. Era dannatamente frustrante quando addirittura una tizia che ti aveva sempre rivolto degli sguardi omicidi per chissà quale arcano motivo iniziava a farti dei sorrisi di incoraggiamento e a mostrarti i pollici in alto. Dire che detestavo tutto ciò era davvero il più grosso eufemismo possibile. Anche il verbo “odiare” era troppo poco per descrivere le sensazioni che suscitavano questi gesti, all'apparenza anche piccoli ed insignificanti, ma che accumulati diventavano grandi come una montagna. Il riassunto di tutto questo? La settimana prima della partita fui persino più intrattabile del solito, nemmeno le mie compagne di stanza osavano avvicinarsi a me, un undicenne arrivò persino a dirmi che “emanavo un'aura nera di cattiveria, nervosismo e acidità”. Testuali parole. Io gli avevo semplicemente risposto che aveva dimenticato qualcosa nella sua descrizione della mia “aura”, come la chiamava lui: la voglia di vincere. Nella mia vita avevo sempre detestato perdere e tutti quelli che mi stavano vicino avrebbero capito che cosa davvero significava il termine “intrattabile” affibbiato a me se la cercatrice avversaria fosse riuscita a stringere tra le dita -che nella mia mente erano corte e tozze, in totale antitesi con le mie affusolate- quel boccino d'oro. […]
    Sbarrai gli occhi, ansimante. L'orologio posizionato sul mio comodino segnava le tre e trentatrè minuti ed evidentemente il mio cervello aveva deciso che non potevo dormire ulteriormente. Mi passai una mano sul viso, fare gli incubi in cui Tassorosso vinceva con un margine schiacciante proprio perchè io mancavo il boccino per un errore madornale non era davvero un toccasana. Le minacce di ricevere padellate in testa da Heather erano ciò che mi spaventava di meno in quel momento, più che altro ero preoccupata dal fatto che sarei stata il bersaglio preferito dei battitori tassi. Di bene in meglio. Respirai a fondo e cercai di rilassare tutti i muscoli che non mi ero nemmeno accorta di avere contratto, poi finalmente caddi di nuovo addormentata, magari sarei riuscita a dormire sino ad un orario decente. […]
    Alle sei ero già sveglia un'altra volta, ma non mi importava, mi sentivo riposata, un incubo mi era bastato e non ne avevo fatti altri per tutta la notte. Sospirai realizzando che il mio stomaco era completamente chiuso e che l'unica cosa che mandai giù quella mattina come colazione fu mezzo bicchiere di succo di zucca. Di buon'ora mi diressi verso il campo da quidditch, che constatai essere già gremito di tifosi. Impallidii appena, scossi la testa e continuai ad incamminarmi, già in tenuta da partita. Il discorso di Heather contribuì a farmi salire la pressione che già era a livelli altissimi. Le lanciai un'occhiataccia e mi alzai in volo insieme a tutti gli altri. Stava per cominciare. Improvvisamente mi scivolò via tutto il nervosismo, stare in alto, sopra a tutti, mi dava una bella sensazione. Il fischio d'inizio contribuì a farmi scorrere nelle vene una scarica di adrenalina e incominciai a guardarmi attorno come una maniaca, dando solo un'occhiata di sfuggita ai corvonero che prendevano possesso della pluffa. Vai così!
     
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  14. TJ;
     
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    Ero terrorizzato. E non tanto per dire, ma seriamente. Quella mattina mi svegliai all'alba, cosa di per sè già molto strana se si parla di me, che starei giorni a dormire; avevo aperto gli occhi ed ero rimasto lì, sdraiato sul letto, a fissare il soffitto. Chissà perchè mi venne in mente una frase classica che poteva dirsi per un occasione come quella: il grande giorno è arrivato. Era una stronzata troppo grande perchè potesse passarmi troppe volte per il cervello. Risultato prevedibile di un'agitazione proprio non nel mio stile e di sole 5 ore di sonno fu un pessimismo esagerato che sembrava volermi rendere più paranoico di quanto non potessi esserlo di mio. Per tutta la mattina non fiatai con anima viva, esprimendomi solo con "mh" per dire qualsiasi cosa: , no, forse e grazie a chi mi dava qualche incoraggiamento. Di "buona fortuna" e "in bocca al lupo" ne collezionai in quantità, e la cosa mi agitò anche di più: mi avrebbero portato sfiga. Arrivai in Sala Grande quasi obbligato dall'idea di dover necessariamente mettere qualcosa sotto i denti prima di scendere in campo, ma senza aver voglia di mangiare niente. Avevo lo stomaco chiuso, il battito cardiaco a mille e un peso sul petto a cui non ero abituato, e riuscire a mandar giù qualcosa sembrava un'impresa. Un boccone alla volta, potevo farcela. Tutto per una partita di quidditch, la nostra prima partita del campionato, contro gli Huffle. Dovevo calmarmi, dovevo per forza. Non potevo certo permettermi di fare una pessima figura in campo, di fronte a tutta quella gente. Già, tutta quella gente. Pensai che probabilmente era il pubblico a terrorizzarmi, troppe aspettative con cui fare i conti. Ma a me della gente non me n'è mai fregato molto. Probabilmente era di una sola persona tra quel pubblico - perchè sapevo per certo che ci sarebbe stata - che mi stavo facendo tanti problemi. Lei, potei quasi esserne certo, pur essendo restio ad ammetterlo. Scrollai le spalle scuotendo la testa allo stesso tempo, per allontanare ogni tipo di pensiero che potesse distrarmi dalla partita imminente. Era fondamentale tenersi concentrati, ed era proprio quello che avevo intenzione di fare.

    Non feci che ripetermi mentalmente pensieri positivi e ottimistici con scarsi risultati, mentre mi preparavo, poi mentre mi dirigevo verso il campo e ancora quando Heath iniziò a farci il suo discorsone d'incoraggiamento. Che non mi incoraggiò poi tanto, ad essere sinceri. Siamo qui riuniti per celebrare un evento unico! Un evento che ci farà entrare nella storia, che scolpirà i nostri nomi nelle menti di tutti e ci renderà immortali. Tanto per non renderci nervosi e alleggerire la tensione. Ascoltai il resto del discorso annuendo automaticamente, ma arrivando veramente al senso delle parole solo in ritardo. Ero troppo occupato a mantenermi calmo, inspirando ed espirando regolarmente. Serrai i pugni, uno per tenere il manico e l'altro stretto attorno alla mazza. C'eravamo quasi.
    L'entrata in campo fu come uno schiaffo che mi fece tornare la lucidità e scacciò via quell'ansia che mi portavo dietro dal giorno precedente. Ormai ero lì: non potevo, ma soprattutto non volevo far altro se non giocare quella partita. E per giocare intendo fare il culo ai tassorosso in pieno stile Ravenclaw. Mi librai in aria non appena ricevuto il segnale dalla Capitana, e mi portai subito ad un altezza considerevole, per avere subito tutta la situazione sott'occhio. Optammo per una formazione standard, perciò mi trovai vicino al bordo campo, con le urla e le grida di incitamento che a quel punto erano diventate solo un sottofondo al quale non facevo più caso; le persone invece erano soltanto una miriade di puntini che si muovevano sventolando i colori della loro casata. A me non interessavano gli spalti, quanto quelli che stavano in campo. Osservai bene la squadra avversaria, riconoscendo volti noti e altri semi-sconosciuti. Il fischio di iniziò segno l'inizio della partita e ci mise tutti in moto. Iniziai subito a cercare i bolidi, vedendo subito che il più vicino a me era già del battitore tasso; in compenso Heather aveva l'altro, così mi limitai ad osservare ogni mossa degli avversari, specie i battitori, e tenermi pronto ad ogni evenienza.
     
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  15. Zayan;
     
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    Ace sveglia,svegliaaaaaaaa!! ero più agitato che mai,la mia prima partita di quidditch, e diciamolo. agli allenamenti non avevo fatto per niente il massimo. mi toccava giocare con quel poco che sapevo fare. ovviamente avrei dato il meglio di me! Ace dai!.......vabbè io me ne vado! ciao! mandai a quel paese il mio compagno di stanza,corsi davanti l'armadio. dove potevo trovare la mia tuta di quidditch, pochi istanti ed ero pronto per giocare. presi la scopa in mano ed iniziai a camminare a passo svelto verso il campo. si potevano già sentire le urla dei tifosi e la cosa era molto stimolante. ti dava quel tocco di grinta in più che mancava. i miei pensieri erano : e se sbaglio!? e se il mio bolide colpisce quelcuno della mia squdra?..Cate mi avrebbe sicuramente ucciso. ma non era il momento di pensare a ciò. dovevo concentrarmi sulla partita.
    Entrai in campo c'èrano già componenti della squadra, tra cui mia sorella e Winnie. mi avvicinai stando in disparte e senza salutare inizia subito ad ascoltare la caposquadra Non voglio l’impossibile, non voglio che vi facciate male, non voglio feriti nè da un verso e neanche dall’altro, voglio solo che vi divertiate .. TUTTO CHIARO? feci cenno con la testa anche se nessuno in quel momento si fosse accorto della mia presenza Se vinciamo mi butto nuda nel lago nero spalancai gli occhi. Dobbiamo vincere!!!..scoppiai in una risata prima di tenere sempre più stretta la scopa in attesa del fischio d'inizio. Zà, te la stai facendo sotto anche tu? mi voltai verso la voce che sembrava proprio essere quella di Winnie. di fattie era lei che mi fissava, No. anzi. non sto più nella palle! sorrisi e poco dopo
    FIIIIIIIIIIIIIIIIIII
    il fischio d'inizio della partita di quidditch presi il bolide in mano e mi sollevai in aria fissai tutti i miei compagni di squadra alcuni intimoriti altri grintosi. si aspetta una partita avvincente
     
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174 replies since 16/3/2012, 12:13   3180 views
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