Posts written by Jace.

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    Io ero suscettibile, perché la gente non lo capiva? Tutti a farmi gli agguati, ad arrivarmi alle spalle, a farmi prendere i coccoloni. Io passeggiavo tranquillo, uscivo da una lezione, andava in un'altra, la mia vita accademica doveva proseguire, ancora un anno e via, fuori da questo mondo, a fare cosa? Solo Merlino lo sapeva.
    Io ero in panico da futuro ok? E invece, dovevo avere problemi di coppia e cadaveri ambulanti che mi si piazzavano davanti facendomi prendere uno spavento colossale.
    Santa Rowena, ma cos'era successo a Bram?
    Avevo cercato di indagare con Roy sul fatto che non vedessi Bram da un po' e trovarmelo in questo stato mi fece venire un magone non indifferente che ora non potevo esprimere per via della sua preoccupazione e della sua situazione.
    Era cadaverico, sfatto...si vedeva che c'era palesemente qualcosa che non andasse, ma non sapevo neanche da dove cominciare, quindi meglio far parlare lui dato che aveva deciso di farmi un jumpscare non richiesto, che poi essendo jumpscare era ovvio che non fosse richiesto o non si sarebbe chiamato cos-..JACE ATTENZIONE, C'ERA DI PRESTARE ATTENZIONE ORA.
    ....Il cane? Era conciato così per il suo cane?
    Allora, piano, fermi tutti, non stavo sminuendo assolutamente la perdita di un cane, quando non trovavo più le mie puffole Isy e Alec andavo nel panico manco avessi lasciato mio figlio nel nottetempo per sbaglio, ma io qui mi stavo focalizzando sul suo decadimento fisico, non mentale e quel decadimento non era di certo dovuto al cane. Non prendiamoci in giro.
    Fatto stava che probabilmente non mi avrebbe dato la minima retta fin quando Duke non fosse sbucato fuori e tornato da lui. Non potevo esimermi! L'avrei aiutato sicuramente! Prontissimo.
    "Bram, Bram, tranquillo un attimo. Non darti subito la colpa, è un cane, potrebbe aver sentito qualsiasi odore ed è corso tutto preso bene. Lo troveremo, e poi è un cane fedele e sicuramente vorrà tornare dal suo padrone."
    Meglio evitare di dirgli che l'accademia ormai era la nuova Hogwarts per quanto riguardava i rischi, ma ormai il mondo era una vera cacca e la sicurezza era un lusso per pochi. Praticamente ero ancora vivo per miracolo, quindi pure il cane rischiava, ma ehi, niente panico, era sparito da poco, non poteva essere finito chissà dove.
    Oh Merlino, il bosco, allora, piano, un momento. Fermi tutti. Nel senso.
    Bastava non andare troppo in profondità, era un po' come la foresta proibita, sempre perché non era la nuova Hogwarts eh, insomma, un modo per attirarlo c'era dai...dai.
    "V-va bene."
    Poco convinto, ma l'idea di lasciar solo Bram ora mi faceva male, per cui dovevo provare a fare del mio meglio.
    Mi diressi quindi con lui, appoggiandogli una mano sulla spalla, avevo quasi paura che mi cadesse ai piedi per come era conciato, mi stavo preoccupando un sacco, ma oh, trovato Duke era obbligo parlargli.
    "C'è qualche verso, parola o giocattolo che possa attirarlo? Magari lo chiami in un certo modo, non saprei. Mentre andiamo, rifletti su questo, se c'è qualcosa che sai che può attirare Duke, magari possiamo procurarci anche qualcosa da mangiare, ma stai tranquillo che fin quando non lo troviamo non ti lascio."
    Ecco, bravo Jace.
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    Ecco, ero stato triggerato ed ero partito in quarta a dire una marea di cose senza tenere conto delle conseguenze. Ero un fottutissimo idiota, perché non avevo detto le cose con calma? Bastava spiegarsi no? Dirle come mi sentivo senza agitarmi, invece eccolo li, uno dei miei tasti dolenti più critici che mi faceva perdere del tutto il controllo iniziando a sparare a zero sperando di essere capito.
    Il fatto era che me ne rendevo conto solo dopo aver buttato fuori tutto, ma tipo un nano secondo dopo aver terminato la frase me ne accorgevo, neanche dici che continuavo imperterrito con le mie convinzioni credendo di aver fatto bene, no no. Mi bastava finire la frase, sentire quanto ero accaldato e osservare l'espressione del volto della persona che aveva dovuto subire tutto ciò per capire.
    E quindi eccoci qui, stavo sudando e Kenzie era mortificata.
    Ero un campionissimo. Un campione dell'idiozia.
    Abbassai subito la testa, anch'io mortificato e pronto a ricevere qualsiasi strigliata o chissà che altro, nemmeno sapevo cosa avrebbe potuto dire, ma di certo la sua faccia non suggeriva nulla di buono.
    Ecco, mi sembrava di ripetere sempre un disco rotto, per colpa di come ero fatto rovinavo gli equilibri, io davo tutto per gli altri, ma poi perché non permettevo a nessuno di fare lo stesso con me? Cosa avevo che non andava esattamente?
    Io come potevo ribattere alla ragione? Quando si aveva torto che si faceva? O si continuava a combattere per cercare di riaverla la ragione, oppure boh? Si cercava di capire come fare per rimediare...ma io non sapevo come rimediare, era questo il problema.
    Mi sentivo vulnerabile, ecco perché facevo sempre in modo che fossero i problemi degli altri a essere protagonisti perché i miei non volevo ascoltarli, poi mi sentivo così, a disagio, vulnerabile, sbagliato.
    "Scusami, non è stato giusto nei tuoi confronti il mio atteggiamento. Non- non volevo ferirti io...io mi sono sentito improvvisamente in un angolo e non sapevo come reagire."
    Ma neanche fossi stato aggredito da una bestia feroce santo Merlino, che disastro di ragazzo ero?!
    Era troppo ingenui e da codardi sperare che le cose fossero sempre uguali e basta? Era più facile risolvere i problemi degli altri e non i propri.
    Si, era tutto vero, lei si era impegnata per risolvere i suoi problemi, ma non doveva farlo per me! A che pro risolvere i propri problemi per qualcun altro? Andava fatto per se stessi se si faceva!
    "...Tu devi farlo per te stessa, per stare meglio tu, non per me. Se lo fai solo per me non ha lo stesso valore."
    E poi facevo queste uscite capito? Sembravo tanto carico e coccoloso e poi potevo risultare arrogante e pretenzioso senza neanche rendermene conto. Però era vero, era così che la pensavo, non doveva farlo per me.
    Al più, anche per me. Ma non solo.
    Ma allungai subito le mani in avanti quando disse che io non mi fidavo di lei ed era per questo che non le parlavo dei miei problemi. No, non c'entrava la persona con cui stavo parlando, io non lo facevo e basta, a prescindere, con chiunque.
    Infatti la guardai confuso aggrottando le sopracciglia prima di rispondere.
    "Perché non parlare dei miei problemi vuol dire non fidarmi di te? Io non ne parlo e basta...con chiunque. Perché, forse perché non voglio parlarne, perché non voglio affrontarli, perché sto meglio quando non ci penso. E le mie ferite sono niente al confronto con le tue. Io voglio che stai bene, vorrei che tu ti volessi più bene e basta."
    E così eccomi che spostavo nuovamente il discorso verso di lei, mi veniva quasi naturale, un comportamento spontaneo, abitudinario quasi.
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    Una giornata tranquilla, all'insegna di un tour accademico, era così assurdo sperarlo? Era così crudele da parte mia scegliere questo tipo di giornata invece di trovarmi costretto a dover spiegare concetti che nemmeno sapevo realmente spiegare a me stesso? La verità era che me l'ero tirata troppo come un idiota, a fare il figo dicendo "poi te lo spiego". Ma spiegare cosa? Che nel riflettere su questo...emh..."blocco", era come se il mio intelletto scendesse a livello seconda elementare facendo fatica persino a formulare frasi con una sintassi quanto meno sensata, per non parlare del contenuto, potevo anche azzeccare la grammatica, ma sul contenuto eravamo ben lontani.
    Ero un cretino. Punto, un grandissimo cretino.
    Si vedeva lontano un miglio che Kenzie mi stava solo assecondando..come a dire "assecondiamo il pazzo, prima o poi magari smette", no, non funzionava così, fosse stato per me avrei continuato con questa tarantella di adrenalina e parlantina tutto il pomeriggio.
    "E non ti da fastidio che vadano proprio li a fumare? Perché glielo lasci fare? Insomma, ad Hogwarts c'è un cortile immenso e devi proprio andare nelle serre? A che pro? Perché fuori fa freddo? Affari loro, non li obbliga nessuno a fumare no?"
    Io imperterrito eh, che poi piano, mica stavo parlando d'altro esclusivamente perché volevo evitare altri discorsi spinosi, non stavo dicendo queste cose in modo ipocrita, lo pensavo davvero ed ero davvero interessato. Ok codardo, ma mica stronzo.
    ...O almeno credevo....no?
    Io ovviamente stavo intavolando altri discorsi, potevo farla incontrare con i miei amici, scambiare due chiacchiere davanti a una cioccolata calda, portarla dalle creature, farle vedere la mia aula di divinazione, la lista di cose da fare era immensa, ma mi trovai con il suo indice contro le mie labbra che mi intimava di tacere.
    Io muto. Beccato in pieno.
    Mi ammutolì, Kenzie si stava imponendo, forse per la prima volta in questo modo e io in teoria dovrei esserne contento, nel senso, lo sono, oggettivamente parlando, ma dato che si stava, lecitamente mio malgrado, imponendo su una mia questione personale, la situazione risultava meno gradevole del previsto.
    Ricambiai la stretta alle mani, per poi lasciar cadere le braccia lungo i fianchi facendo un sospirone gigante. Io non mi ero preparato nulla e se avrei dovuto scegliere nemmeno mi andava di farlo.
    Ma perché era obbligatorio dire "ti amo anch'io"?
    Le feci cenno con la testa di andare verso una panchina poco distante da dove eravamo, così per isolarci almeno se dovevo ricevere uno schiaffo o venir insultato.
    Mi sedetti, guardando verso il bosco poco lontano dal nostro sguardo, se mi fossi messo a guardarla negli occhi ciao proprio, stavo già abbastanza uno schifo, non serviva aggravare la mia già precaria situazione.
    "Perché secondo te si ha per forza bisogno di esternare a voce determinati sentimenti? Se una persona ti sta accanto, ti aiuta, fa con te certe cose che non farebbe con chiunque, ha anche quasi il dovere di dover dire ad alta voce quelle parole? Perché se no non risulterebbero vere? Non c'è nessuna conferma? A volte si dicono certe cose senza neanche una vera base, eppure si è più felici di quello che di tutto il resto."
    Stavo divagando, più o meno. Nel senso, no non stavo divagando, ma stavo esprimendo un pensiero in un modo per niente lineare, oh io l'avevo detto che sul contenuto ci sarebbero stati gravi problemi, ci stavo provando. Circa.
    "Io...non lo so qual è il momento di dirlo, se devo farlo per forza. L'amore è così soggettivo, così assurdo che io non ho la minima idea se ci sia un qualcosa che mi fa capire che in quel momento provo amore, nel senso romantico del termine. In passato... mi è già stato detto, e mi è stato detto in un momento così carico di dolore che mi ha distrutto invece di farmi felice. Uno dice "ti amo" e poi dopo anni di matrimonio tutto viene distrutto per motivi futili. I miei sono divorziati ed ero piccolo quando è successo e non ci ho capito niente."
    Mi ero spiegato? Probabilmente no.
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    Oh no, non voleva andare in infermeria. PERCHé NO. PERCHé. Perché non volevano mai andare in infermeria? Semplice e veloce, erano loro i professionisti, gli adulti! Tecnicamente lo ero anch'io....almeno un po'...forse...INSOMMA, in infermeria c'era chi poteva aiutarla come si doveva, io non potevo farci niente e questa cosa che finivo così spesso a fare da buon samaritano era più un male che un bene per la mia salute psicofisica.
    Ok che fare ciò mi aveva fatto conoscere Kenzie, però ecco, non era quello il punto.
    Mi bloccai quindi, guardandola con apprensione e preoccupazione, ascoltando le sue motivazioni.
    Mi chiedeva di distrarla....ma che diceva!! E poi non mi stava dicendo il motivo, non voleva andare e basta. E certo, sicuramente non voleva rispondere a domande scomode, perché alla fine era quello il problema, dire il perché di quelle ferite.
    "Link, hai capito la gravità di quello che ti sei fatta? Quanto sia sbagliato che tu debba ricorrere a questo dolore per fermare dei comportamenti che ti fanno stare male?"
    Non volevo assecondarla e dargliela vinta, perché non mi piacevano questi comportamenti. Avevo lottato con Blaizenn per gli stessi motivi, avevo lottato anche con Kenzie, mi ero trovato anche altre volte a parlare con persone che non volevano chiedere aiuto quando invece era chiaro come il sole che ne avevano bisogno.
    "No Link, non mi va di andare a vedere gli ippogrifi o gli unicorni per quanto siano belli. Se hai bisogno della mia compagnia, allora andremo prima in infermeria."
    Mi rendevo conto di essere cattivo in questo momento, ma non mi sarei fatto trascinare chissà dove solo perché voleva fuggire, se non voleva rimanere sola allora avrebbe dovuto fare come dicevo io, se no...poteva anche lasciare la mia mano.
    Dopo l'infermiera potevamo andare anche ai recinti.
    "Se andiamo in infermeria, poi andiamo assieme ai recinti. Questo è il patto."
    Ci tenni anche ad aggiungere altro, anche se non sapevo quanto fosse giusto e mi stava dispiacendo un sacco per lei, ma non riuscivo a stare zitto ed avevo visto situazioni del genere troppe volte per rimanerne indifferente.
    "Magari hai ragione a dire che la prossima volta che ci vedremo starai meglio...ma sarà solo un caso vero?"
    Avevo tratto le mie conclusioni da quello che aveva scelto di dirmi e non si era andato a creare un quadro molto idilliaco...sobria da un anno e questo era sicuramente un bene, ma qualsiasi fosse ciò che le provocava tanto dolore non era stato risolto.
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    Potevo sopportare arte che non capivo in vista di una bella chiacchierata futura con Bram sul Quidditch. Un po' per uno no? Se l'intera giornata fosse stata dedicata all'arte probabilmente avrei avuto bisogno di una scorta di caffé non indifferente. Limite mio, che ci potevo fare? A parte rischiare di fare figuracce appena aprivo bocca era davvero qualcosa che a me colpiva fino a una certa, tutti bravi bravissimi eh, però ecco a piccole dose magari grazie mille.
    Si, l'idea che dopo avrei approfondito con il Quidditch allietava il mio tempo a osservare quadri che non capivo e alberi disegnati a caso che boh.
    Per non parlare di storie tristi e quant'altro, Van Gogh era uno sfigato, di quelli potenti anche. Gli ero molto solidale, tra sfigati ci si intendeva.
    Mica mi sembrava così assurdo che anch'io avrei fatto una fine simile.
    CHIARIAMO.
    Non parlavo di orecchie tagliate o quant'altro, ma il riconoscimento del proprio lavoro post morte, questo poteva succedere anche a me. AHAHAHA....no non faceva ridere, Santo Merlino che tristezza.
    "E niente..."
    Questo fu il mio unico commento di fronte all'approfondimento di Bram...ma evidentemente la storia forse era anche più complessa, e più triste, e più assurdo e più minchia però.
    "Fatemi capire, ma una gioia, che sia una, l'ha avuto quest'uomo? Praticamente per sperare in una gioia devo sperare che il suo fantasma sia ancora qui per poter vedere quanto la sua arte ora venga apprezzata, perché in vita insomma... sono triste adesso."
    Ecco molto meglio concentrarsi sul canale di gioia e meraviglia di Roy. Sembrava avere le idee chiare su che tipo di artista diventare sui soggetti sui cui voleva specializzarsi, ma io ero anche un ragazzo molto pratico e pronto con le domande più fastidiose da perfetto giornalista.
    "La vita dell'artista ha le sue difficoltà, come ti troveresti a dover fare opere lontane dal tuo gusto, almeno all'inizio, per poter guadagnare qualcosa?"
    Io sempre prontissimo a rovinare l'entusiasmo altrui eh. Un campione, ma insomma anche da giornalista mica avevo solo fatto articoli sportivi piacevoli, ANZI. La gavetta era una rottura.
    Però mi trovai a sorridere a immaginare Bram con le corna di un alce, ma poi perché?
    "Perché dovresti disegnare Bram con le orecchie da Alce o volpe? Nel senso..come ti vengono ste idee? Da un tratto del volto di Bram? Mmmh..."
    Mi avvicinai un po' a lui, mettendo una mano sotto al mento come se stessi analizzando uno dei quadri del museo, facendo un po' l'idiota insomma.
    "A me non ricorda un alce, Bram, io mi offenderei..... ahahaha."
    Poi scoppiai a ridere, sicuramente c'era un altro motivo, però ecco, non riuscivo a capire quali. Quanto erano complicati gli artisti.
    La spiegazione del perché dell'albero alla fine non mi soddisfò pienamente, ma potevo farci poco. Per me quell'albero ci stava male, ma un umile ignorantone come me che ne voleva sapere, dovevo accettare quell'albero e ridere della proposta di Roy di tingermi i capelli di blu.
    "Grazie, ma no ahaha. Ci tengo ai miei capelli."
    Ecco, non avevo il piacere di tingermi, i miei capelli mi piacevano così com'erano...piuttosto. AIuto l'ansia, dovevo decidere io dove proseguire e cosa guardare, ma la gran parte dei nomi degli artisti scritti non sapevo manco chi fossero. Che figura.
    "Ok...niente Mondrian...."...Il famosissimo Mondrian no?..."Dalì?..."
    Questo l'avevo sentito e avevo persino in mente vagamente qualcosa di suo, QUINDI, era già qualcosa no?
    "Prego, grandi conoscitori, guidami e istruite un povero ignorantone. Stupitemi."
  6. .
    "Nemmeno io ho mai conosciuto un altro Jace!"
    Non serviva dirlo, ma stavo cercando di dire più cose possibili, di non lasciare che silenzi pesanti potessero peggiorare una situazione già di per sé assurda.
    Ma esattamente cosa voleva il mondo da me? Perché dovevo sempre aiutare ragazze scombussolate? Non ce l'avevo assolutamente con loro eh, non era questo che intendevo!! Il mio era un commento più indirizzato verso il destino in generale, al fato, al caso, chiamatelo come volete, ma da veggente beh, diciamo che mi veniva piuttosto facile dare tutta la colpa al fato e il fato ogni tanto decideva di farmi scontrare con ragazze cariche di problemi, spezzate e io non ero esattamente un angelo venuto dal cielo, misericordioso e miracoloso.
    Più che altro miracoloso, perché andarmene e far finta di niente non rientrava minimamente nelle opzioni che tenevo in considerazioni perché ero uno scemo.
    Divagazioni solite a parte, l'origine di quel sangue fu presto rivelato e subito mi intristii parecchio nel sentire il motivo per cui aveva deciso di farsi del male...non era nemmeno...beh, almeno...non mi sembrava nemmeno un motivo che doveva spingerla a tanto. Ok mi avrebbe messo a super disagio e avrei respinto certe su avanche, ma costringersi a non farlo facendosi del male non andava affatto bene!!
    "Link...ma perché devi farti del male? Non è giusto nei tuoi confronti e non fai nemmeno nel male a nessuno se vuoi un po' divertirti o qualsiasi sia il motivo, ma non ti rifugiare in qualcosa che ti fa più male che bene."
    Mi rendevo conto che parole buttate così potevano fare poco o niente, d'altronde non la conoscevo, non sapevo quali fossero i motivi che l'avevano spinta prima di a drogarsi e ora a farsi del male.
    Praticamente ero una scatola di biscotti cinesi con messaggino ambulante che diceva cose a caso.
    Al di la delle parole a caso, per quanto vero, mi premurai subito di tirare fuori la bacchetta e lanciare un paio di ferula alle sue mani.
    "Link...ma, aspetta.."
    Ma quale camera sua, e una tarantola?! Ma cos?...Una cosa per volta. Dovetti fare un respiro profondo mentre la ragazza si aggrappava alla mia camicia. Ma cosa stava succedendo!!
    "Dobbiamo andare in infermeria. E' li che ti porterò e da nessun'altra parte va bene? Dai aggrappati pure al mio braccio se ne hai bisogno, ma devi camminare, non ti lascio andare da sola ok? Però andremo in infermeria, perché non voglio che senti ancora male."
    Iniziai quindi ad avviarmi, appoggiando una mano sopra la sua per suggerirle quindi di seguirmi e reggersi se ne avesse avuto bisogno. Non potevo fare altro, aveva bisogno di cure e di riposo.
  7. .
    Per come Shiloh scelse di chiudere il discorso, donandomi poche parole, e avendo un comportato quasi distaccato, mi fece capire abbastanza bene che insistere, chiedere altro, o dispiacermi di nuovo sarebbe stato piuttosto inopportuno.
    Non ero di certo Master & Commander in empatia e comportamento, ma conoscevo il disagio, tipo il mio miglior amico, per cui riuscivo a vederlo negli altri quando era abbastanza palese.
    Bocca chiusa Jace, puoi farcela, era sopravvissuto, se la rideva, a meno che non fosse un attore nato, una sua dote incredibile che gli permetteva di nascondere così bene le sue recondite emozioni, sembrava star affrontare questa tragedia con la forza sufficiente da non farlo crollare.
    E poi, porco Salazar, non potevo di nuovo prendermi a cuore un'altra situazione tragica solo perché me l'avevano spiattellata in faccia. Io dovevo darmi una calmata con questa storia del crocerossino, ma che problemi avevo? Ma perché dovevo rattristarmi così per tutti e sperare di dare una mano?
    Boh, uno scemo in culo ero.
    Così, facendo un respiro profondo concentrandomi sul bullismo, mi diede modo di veicolare le mie sensazioni altrove, lui era un ex bullo. OH.
    Illuso. Le persone che prima erano merde e poi provavano a migliorare e a essere persone migliori erano quelle che alimentavano ancora di più il mio animo da stupido coglione.
    BASTAAA.
    "Ah."
    Ok, avevo preso la sua domanda troppo seriamente...il fatto era che mica andavo a provare i bulli, mica ero cretino. Mica ero spavaldo che tagliava la strada alla gente o chissà che altro...e poi se davvero se la prendeva con me perché preferiva il manzo al pollo c'era un problema grave di fondo eh.
    "Cioè...nel senso. Io non so quali fatti superficiali ti spingessero a farlo...però ecco io sono logorroico, ho una faccia da scemo e boh da quel che ho imparato negli anni queste caratteristiche a certe persone irritano...."
    Quando ero piccino la cosa mi metteva abbastanza in difficoltà, pensavo di dover cambiare, di stare più zitto, stare più serio possibile, ma ovviamente la cosa non era andata in porto ed ero ancora logorroico con la faccia da scemo, ma andando via da quella scuola la mia vita era migliorata e nessuno mi aveva più bullizzato quindi avevo capito che non ero io il problema, ma loro. ECCOME SE ERA LA LORO.
    Ebbi la sensazione comunque che Shiloh sembrava davvero dispiaciuto e che forse avevo davvero centrato il punto, il problema stava che lui non poteva saperlo. Lo avrebbe mai saputo o quella memoria era persa per sempre? Non potevo saperlo e non potevo nemmeno chiedere dato che probabilmente non lo sapeva nemmeno lui e non volevo aggravare la situazione ulteriormente.
    Optai per il silenzio, avevo imparato, se capivo di dover stare zitto stavo zitto.
    Effettivamente ora mi aveva convinto e feci un sospiro un po' preoccupato, ma sicuramente meno astioso.
    Anche se era la persona più buona del mondo comunque nn era una cosa facile da dover dire.
    "E' una cosa strettamente personale. Intima per giunta. Io avevo scelto di non immischiarmi. Non esiste nessuna regola magica che mi spinga a rivelare ciò a cui assisto, la responsabilità che ne deriva da ciò che si viene a sapere è tutta del divinatorio. O almeno in parte. Perché dico "In parte"? Perché la divinazione, la preveggenza può anche essere legata al destino. Io avevo scelto di ignorare questa informazione lasciando che il tempo scorresse senza un mio intervento, ma quella visione ritornava e ritornava...è andata avanti per giorni, ogni notte. Nn ho la certezza che quello che ho visto sia un prossimo futuro o il passato. Può probabilmente più essere un conversazione del prossimo futuro perché ho visioni prettamente sull'immediato futuro. Ma comunque...scusami ma questa premessa era necessaria."
    Una premessa di cui se ne sarebbe lavato le mani da li a poco in realtà, cosa gliene fregava a lui delle mie scelte e di come funzionava per me la preveggenza. Dopo aver saputo di avere una figlia sarà incazzato e basta e tanti saluti.
    Ora scelsi di non guardarlo in faccia e andare dritto per la mia strada, perché se avessi tergiversato addio non sarei riuscito a dirlo.
    "Ho assistito a una conversazione tra una ragazza di nome Nike e una sua amica immagino. Parlavano...della figlia di Nike. Tua figlia a quanto pare. Se hai avuto una relazione con questa ragazza beh...ecco, è così che è finita."
    Ora. Mi avrebbe picchiato? Mi avrebbe urlato addosso?
    Alzai di poco lo sguardo e aggrottai le sopracciglia indietreggiando un pelo. Aiuto.
  8. .
    "Santo Merlino!"
    Purtroppo ero un ragazzo facilmente impressionabile e facilmente incline allo spaventarsi. Per cui, anche un esserino piccolo come Kenzie, era in grado di farmi venire un presunto infarto se mi piombava alle spalle in quel modo senza che io avessi avuto modo di pensare all'eventualità che avrei potuto incontrarla a caso in accademia.
    Mi scordavo spesso del fatto che chiunque poteva entrare sotto richiesta, che era una sorta di lungo pubblico, almeno certe zone dell'accedemia.
    Al di la dello spavento che mi aveva fatto fare un piccolo salto portandomi una mano sul petto, ero felice di vederla.
    Allora. Felice si, ma...anche un po' in soggezione.
    Tra di noi c'era un discorso importante lasciato in sospeso e io, da bravo codardo, l'avevo rimandato il possibile. Insomma mica era obbligatorio dai, stavamo bene, stava andando tutto alla grande no? Lei migliorava, aveva preso peso, era un po' più sicura del suo corpo, non serviva altro dai. DAI.
    "Sono facilmente impressionabile lo sai. Il mio povero cuooooore ahah"
    Ok stavo esagerando, non mi ero spaventato COSì tanto, volevo solo fare scena e farmi due risate con lei e magari parlare di tutt'altro che non fosse un "ti amo" ricambiato eh? Così eh, per dire. Si poteva parlare di un sacco di cose, dell'accademia, dei suoi spazi, della sua storia, voleva un tour? Perfetto, ero prontissimo.
    "Certo che ti faccio fare un giro! Sicuramente ci sono posti che non hai ancora visto e che nemmeno io ho visto tra l'altro. Purtroppo non posso andare ovunque, le aule dedicate agli altri corsi per esempio. Peccato, sarebbe bello vedere come sono strutturare le altre classi, se sono particolari. Tipo maziloogia dev'essere bellissima."
    Bravo Jace, era necessario spostare l'attenzione altrove. Così intrecciai le mie dita alle sue e la trascinai con me sotto i portici dell'accademia, il luogo più interessante, perché le colonne avevano stili diversi a seconda del corridoio e se eri abbastanza colto sull'arte sicuramente potevi sapere i nomi di tutti gli stili. Avrei dovuto chiedere a Roy così ora avrei potuto raccontare qualcosa a riguardo.
    Parlare un po'? Certo, in generale, della vita quotidiana, il lavoro, lo studio. Certo certissimo.
    "Come va il lavoro alle serre? E' da un po' che non me ne parli. Gli studenti le trattano bene? Io non sono mai stato un casinista, ma ricordo perfettamente che ci sono degli stronzetti che pur di attirare l'attenzione combinano guai."
    Questo era importante da sapere, ok che stavo sviando il discorso altrove, ma non con cose di cui non me ne fregava niente e che cavolo eh. Ok codardo, però tutto ciò che riguardava Kenzie mi interessava.
    "Uh qua siamo davanti all'aula di duelli. Tipo il posto più pericoloso dell'accademia per quanto mi riguarda perché partono incantesimi come se non ci fosse un domani e potrebbe succedere qualsiasi cosa. Ahaha una volta ho visto uno studente volare via dall'aula spalancando le porte con la schiena cadendo nel cortile. Come si è rialzato senza il minimo sforzo e tutto contento io non lo so. Forse sono pazzi. ahaha"
    Jace cuor di leone.
  9. .
    Una roba da supereroi. Mi aveva appena detto che ero un eroe? anfkjnfjlf io, un pirla che aveva visioni a caso, senza alcun controllo o senso e interveniva per il rotto della cuffia per pura fortuna. Ero ben lontano da essere un supereroe, dai, i supereroi erano molto più prestanti, con ottimi riflessi, con un senso di giustizia incredibile, io ecco si, il senso della giustizia c'era, tutto il resto ero un po' carente.
    Ok stavo già divagando, perfetto, se esistesse il supereroe con il potere di divagare io sarei perfetto, magari tutte le mie fantasie potevano diventare realtà tipo? Oh no, troppo casino.
    ALLORA.
    "No beh, oddio, supereroe addirittura, nooo...nel senso, ok grazie."
    Ma non potevo accettare i complimenti e basta senza dover risultare un disadattato? No eh? Eh va beh. In fondo non avevo nemmeno tentennato troppo, poteva capire di peggio e avrei potuto partire con uno sproloquio infinito su come il mio dono non era un superpotere, ma uno strumento per fare del bene e NIENTE, BASTA.
    Tra l'altro pareva la gara a chi minimizzava di più perché riuscire a recuperare i biglietti per un museo del genere mica era roba da poco, poi soprattutto per uno come Roy.
    Ascoltai sorridendo come Roy aveva aiutato Bram a superare un momento difficile e non mi fu di certo difficile immaginarlo impegnarsi tanto a sollevare un amico. Quel ragazzo, seppur a volte in modo impacciato, ci metteva tutto il suo cuore in quello che faceva.
    Così diedi una pacca sulla spalla del nostro amico facendo un mega sorrisone, aveva dovuto passare anche lui un periodo difficile e nonostante questo era riuscito ad aiutare qualcun altro, ottimo.
    "Non ti vergognare Bram, gli amici ci sono anche per queste cose. Tutti abbiamo dei momenti no in cui da soli non è facile rialzarsi. Bisogna essere fortunati nel trovare certe persone al proprio fianco."
    Notai che aveva abbassato lo sguardo un po' imbarazzato, non doveva, qua tutti avevamo i nostri conflitti e i nostri problemi.
    Mi consolai del fatto che solo Roy pareva essere il massimo esperto, così magari avrei fatto meno figure di merda. Ma se riuscivo a dire qualcosa di più di un "wow" sarebbe stato meglio.
    "Oh si una partita di Quidditch!!"
    Esultai come un bimbo davanti alla sua giostra preferita, insomma, ok l'arte, ma quello sport era fantastico ed emozionante. Un po' per uno no?
    Finito il museo ci sarebbe stato modo di visitare qualcosina dopo e a quanto pareva c'eravamo già guadagnati un altro invito per un weekend. Era incredibile tutto ciò.
    Dunque, misi da parte il Quidditch per il momento, avrei approfondito più tardi sul fatto che mio padre era un giocatore professionista, che mia madre mi aveva trasmesso la passione per il giornalismo sportivo, che avevo giocato come portiere ad Hogwarts e va beh e tanto altro.
    Ora eravamo all'interno di questo museo immenso e non potei che spalancare la bocca e girare come una trottola nell'osservare tutto ciò che avevo attorno.
    "Eh?"
    Mi ero perso a guardarmi attorno e non avevo sentito l'esclamazione di Roy anche perché subito dopo partì come un razzo verso chissà dove. Guardai Bram con fare confuso per poi ridere e allungare il passo per poterlo raggiungere e non rimanere indietro, diretti chissà dove.
    Eravamo nella sezione di Van Gogh, ecco ok l'ignoranza ma sapevo almeno che era esistito e qualche suo quadro, ma da qui a sapere la sua storia era un altro discorso.
    "Come si tagliò l'orecchio?...Ma povero...perché?"
    Non poteva dirmi una cosa del genere senza spiegarmi il perché! Ora ero dispiaciuto...nella disperazione e nella tristezza si era messo a dipingere, ma con quale stato d'animo? Che triste...
    E perché gli davano del pazzo?!?!
    Certo era bello che avesse trasformato il dolore in arte, ma non riuscivo a sentirmene gioioso come Roy, nel senso...stavamo parlando di un'artista morto ormai più di un secolo fa, però era triste l'idea che un'artista fosse riuscito a creare opere così incredibili partendo da uno stato d'animo del genere...no?
    Forse l'arte lo aveva aiutato e la stavo vedendo nel modo sbagliato, dovevo aspettare che Roy approfondisse di più in merito.
    "Se per essere come lui devi soffrire tanto allora non voglio. Devi trovare il tuo canale di espressione, che può anche essere carico di gioia e basta."
    Mi sentì un po' a disagio e stropicciai i capelli come ogni volta che mi sentivo così e pensavo di aver detto chissà cosa...fatto stava che tossì un paio di volte prima di provare a commentare questa notte stellata.
    "Perché ha dipinto quel...mmh è un albero? Del fumo? Insomma perché ha coperto parte di quel cielo con quella forma indefinita? Non capisco. L'occhio mi cade li."
    Ero troppo analitico, sicuro c'era un significato...
    "Si ecco però mi piacciono le sfumature di blu..."
    Solo che non riuscivo a commuovermi come Roy, nel senso, non entravo in contatto con eventuali sentimenti che poteva trasmettere...mi voltai verso Bram, allargando un po' gli occhi speranzoso che lui aggiungesse qualcosa di meglio perché io ero stato pessimo.
  10. .
    Guardavo quella lista con gioia, piano piano stavo riuscendo a leggere tutti i libri di divinazione che mi ero segnato, presenti nella biblioteca dell'accademia, ed ero così assorto da tali letture che non mi ero accorto di essere in ritardo con la scadenza per consegnarli... la signora Hudson mi avrebbe ucciso male, aiuto. Così, nonostante fossimo in vacanza, mi ero dovuto recare in fretta e furia per consegnare la pila di libri e dovetti subire pure cinque minuti di strigliata sul dovere e sull'essere responsabili con materiale che non era proprio. Mi ero tipo scusato mille volte, raccontandole di quanto amassi quei libri, che li avevo trattati come trattavo le mie amate puffole, che erano quasi figli per me e infatti poi l'avevo visto il sorrisino sul suo volto eeeeh! Perché sapeva che il mio ritardo non era dovuto a superficialità ma al fatto che quei libri me li sarei voluto tenere.
    Fatto stava che ora, al riparo dal sole cocente, mi stavo spulciando la lista dei libri che mi mancavano, a settembre sarei risbucato in biblioteca, ma non feci in tempo a leggerla tutta per segnare cosa già avevo letto e cosa no che una voce sconosciuta attirò la mia attenzione.
    Non appena mi voltai fu colto dalla sorpresa più assoluta, dovetti sgranare gli occhi più volte e sentirmi pure un in imbarazzo totale quando i miei occhi, SENZA VOLERLO GIURO AIUTO, scesero verso quelle che erano.....beh insomma non le avevo mai viste così VA BENE?
    Fortunatamente fu questione di pochi secondi mentre il mio volto si faceva paonazzo dalla vergogna e dal poco rispetto che mi sembrava di averle rivolto perché altro di decisamente più importante spostò i miei pensieri altrove.
    Perchè...perché piangeva?
    "Ehi ehi...ti sei fatta male? Oh no.."
    Prima che continuasse a dirmi altro mi preoccupai all'istante del sangue che vidi sulla sua fronte, forse si era fatta male e cercava aiuto? Cosa le era successo? Santo Merlino povera.
    Iniziai a cercare tra le mille tasche che avevo dei jeans e della camicia a maniche corte che indossavo, speranzoso di trovare un fazzoletto, ma poi lei continuò...
    Aggrottai le sopracciglia molto confuso, non riuscendo bene a capire che cosa stesse dicendo, ma mi trovai a balbettare senza dire niente di sensato nel capire che ci voleva provare e pure tentare di portarmi a letto...ma io? Il palo della luce ambulante? Ma cos..
    "m-m-m-m-m...ma..."
    Ma poi cos'era quella faccia triste? Era colpa mia? Dato che assomigliavo a qualcuno? Forse le ricordavo una persona cattiva? Oh no, che brutto!
    "Quella persona cattiva non è qui, ecco io sono biondo e non sei costretta a fare niente con me ok? Se stata brava si. E anzi quello che vorrei e che tu ora ti asciughi le lacrime e mi fai capire dove ti sei fatta male va bene?"
    E io lo sapevo, sembrava che fosse il mio dono o maledizione incontrare ragazze incasinate... e io eccomi qui, crocerossino cretino, ma mica potevo ignorare una cosa del genere! Mi dispiaceva un sacco.
    "Io mi chiamo Jace, tu come ti chiami?"
    Nel dirlo diedi un fazzoletto di carta a lei e uno lo usai io per pulirle la fronte dal sangue, non sembrava perdere sangue dalla testa per fortuna.
  11. .
    Allora, lui era ben disposto, quindi potevo provare a indagare meglio e quindi decidermi di togliermi questo peso e lavarmene le mani, anche perché maledetto Salazar questo segreto mi stava mettendo solo ansia, che poi io ero scemo, non era per un cavolo vero che poi me ne sarei lavato le mani senza pensarci più, di quel bambino, di quella situazione, di loro, ora mi importava...circa...nel senso che palle. Nel senso che se poi andava male, se poi stava avrebbe creato problemi a quel bambino e ai genitori mi sarei sentito solo in colpa. ECCO IN CHE SENSO.
    Io avevo dei seri problemi davvero, santo Merlino che strazio...ma nonostante nella mia testa continuavano a ritornare i ricordi di quando era un bullo che se la rideva come stesse guardando il miglior spettacolo comico della storia magica, stavo iniziando davvero a credere che fosse cambiato, almeno un po'.
    Era il mio turno di ascoltare ora, orecchie aperte e speranzose.
    Ok forse non ero pazzo, ma scemo si e anche tanto, ero il re degli scemi. Ma comunque, sembrava essere comprensivo, benissimo, ora, bevendo il mio succo ACE, non dovevo far altro che ascoltare.
    Karma? Mi stava forse dicendo che il suo passato lo avevo poi punito? Allora, uffa, ma potevo adesso sentirmi in colpa perché un po' stavo gongolando? MA POCHISSIMO GIURO, DAVVERO. Mica ero contento che avesse avuto un incidente così grave da perdere la memoria! Però per pochi secondi avevo gongolato e ora mi sentivo un pezzettino di stronzo.
    E tutto questo stava venendo rappresentato dalle mie espressioni facciali che continuava a mutare a ogni mia riflessione inutile e senza senso....
    Ma non lo interruppi, a quella "battuta" feci semplicemente una breve risata disagiata e bevvi il mio succo per nascondere l'imbarazzo. Prego, andiamo avanti.
    Nell'ascoltare quindi seriamente, finalmente, la sua storia, ora la mia espressione facciale era decisamente afflitta, dispiaciuta per quello che aveva vissuto. Quanto doveva essere alienante e orribile non ricordare la propria vita? Il proprio vissuto, le esperienze che ti avevano formato?
    Mi ritrovai a fissare il vuoto per un po', ma poi era dovuto intervenire.
    "Dev'essere stata un'esperienza orribile, per quanto avessi desiderato di vederti cadere dalle scale di Hogwarts perché azzeccavi male una scala che cambiava sotto i tuoi piedi, non ti ho mai augurato una male del genere... non riesco nemmeno a immaginare la sensazione che si può provare di fronte a buchi così enormi nel tuo vissuto. Mi dispiace tantissimo..."
    Ci credetti alle sue parole, perché uno non poteva mica inventarsi una balla simile, dai...dovevi essere la persona più orribile nel mondo per poterlo fare.........................no beh, nel senso, orribile tra le persone non criminali, assassini e quant'altro....orribile in una scala in cui non si era dei pazzi ecco.
    MA COMUNQUE.
    "Il fatto che tu sia riuscito comunque a riprendere in mano la tua vita ti fa onore. Sei stato fortissimo e coraggioso, questo posso dirtelo."
    Mi ero coinvolto emotivamente adesso, perchè ero una pippa, come potevo fare anche lo stronzo?
    Uffa.
    Mi stupì poi quando mi fece quelle domande, trovandomi ad corrucciare un po' le sopracciglia prima di rispondere, per poi però mettere le mani avanti quando chiese se mi aveva addirittura picchiato, fortunatamente no...
    "No no no, picchiato no. Non me almeno...non so altri...Mi davi un paio di spinte per finire dentro lo sgabuzzino, quello si....i tuoi erano più che altro sbeffeggiamenti psicologici? Ma come posso dirti io perché lo facevi? Io posso solo fare deduzioni...e sono dell'idea che se una persona tende a sminuire gli altri, a bullizzarli, è perché ha delle mancanze da sopperire... si sente inadeguato su altri aspetti e non sa come fare per gestirlo. Perché uno sceglie di fare il bullo? Forse perché non ha gli strumenti per risolvere i propri problemi per cui sfoga la frustrazione... ma appunto, sono mie idee, magari uno fa il bullo solo perché è stronzo e basta e finisce li."
    Era un discorso complesso, perché ogni caso era diverso, ma sicuramente se una persona decideva di far sentire male qualcun altro per nessun motivo apparente era perché c'era qualcosa che non andava nella sua vita e non sapeva come risolverlo.
    Ormai mi stavo sempre di più convincendo a parlargliene...senza contare che avevo poca scelta in merito, ma comunque c'eravamo ormai, volevo solo concludere il discorso prima di passare alla bomba.
  12. .
    Questo specifico argomento era in grado di mettermi un'ansia così devastante da far vacillare ogni mia certezza, senza contare che le mie certezze si potevano contare sulle dita di una mano, quindi capite che non era così un'impresa distruggere tutte le mie convinzioni dato che erano estremamente poche, fatto stava che ero agitato, per quanto avessi fatto di tutto per mostrarmi più tranquillo possibile e soprattutto contento delle belle parole di Kenzie e del suo enorme sentimento, avevo una paura fottuta che potesse prenderla a malissimo senza capire, anche lecitamente volendo, come stavo io in questo momento.
    Il problema stava che non riuscivo a distinguere quelle precise sensazioni così da dire "Ah, ecco cos'è, sono innamorato"...e non capivo se era un mio negare inconscio o più semplicemente era dovuto al divorzio dei miei genitori che mi aveva segnato più di quanto volevo ammettere.
    Nella mia mente doveva essersi formata un'idea idilliaca dell'amore e della coppia, da piccino vedevo i miei genitori così affiati, sia nella vita che nel lavoro dato che lavoravamo nello stesso ambiente e quindi mi ero immaginato chissà cosa.
    Un piccolo illuso forse? Chissà, fatto stava che mi trovavo in difficoltà con le emozioni particolarmente profonde e intense...ma di qualsiasi natura in realtà...non solo l'amore nel senso romantico.
    Ogni emozione che era in grado di influenzarmi in modo irrazionale mi destabilizzava a volte e quindi mi faceva entrare in questo circolo vizioso di ansie e casino...
    Mica tutti poteva reagire bene a uno che ti diceva "belle parole eh, ma per ora non ricambio"...ok che l'avevo detto in modo diverso, dopo l'esperienza con Blaizenn di certo non mi mettevo a dire cose strane, ma a parte che era stato diverso con le, ma comunque, al di la della situazione, erano rare le persone che poteva prendere bene questa cosa.
    Chiusi un attimo gli occhi, come se non avessi il coraggio di vedere la sua espressione...avevo paura di vedere delusione, di vederla ferita...come avrei potuto reggere una cosa simile?
    Poi però sentì le sue dita sfiorarmi i capelli e un tono tranquillo espresse una verità che non avevo preso in considerazione. Ero fermamente convinto del fatto che se qualcuno diceva le magiche parole era perché poi pretendeva di riceverle a sua volta..."ti amo"..."ti amo anch'io". Da prassi proprio...invece le parole di Kenzie mi fecero aprire lentamente gli occhi, ancora un po' insicuro, ma meno intimorito, e constatai infine che non c'era nessuna sofferenza sul suo viso.
    Incredibile.
    Mi trovai a commuovermi, DI NUOVO, nel sentirle dire che mi avrebbe aspettato... e niente alla fine era Kenzie la vincitrice di quella giornata, non che ci fosse da vincere chissà che cosa, era per dire che stavolta quello sbalordito e incredulo, in modo positivo, ero io, in tutto e per tutto.
    Sorrisi, un sorriso enorme, dato dal sollievo che iniziò a diffondersi in me, un peso gigantesco si era alleggerito nel mio petto nel sentirla e vederla così tranquilla nonostante io fossi avessi questi problemi.
    "Te ne sono profondamente grato...davvero...tantissimo. Enormemente. In modo assurdo, super grato. Extra grato. Sono contentissimo."
    Stavo esagerando, come un pirla, ma davvero mi aveva fatto sentire benissimo, super bene e le accarezzai il volto quando mi comunicò anche l'intenzione di proseguire quell'unione tanto desiderata.
    Venni pervaso dai suoi baci, dalle sue mani che percorrevano il mio corpo e io feci lo stesso, con ancora però la stessa cura e delicatezza che si meritava per essersi donata a me nonostante gli enormi ostacoli che stava ancora affrontando.
    Una volta che i nostri bacini furono definitivamente a contatto l'unione avvenne e una sensazione di pace ed appagamento si diffuse ulteriormente in tutto il corpo speranzoso che anche per lei ci fossero queste sensazioni, che non fosse solo tranquilla nel concedersi, ma anche appagata nel piacere che poteva derivare, sia mentale che fisico.
    Quel giorno potevamo goderci quel traguardo raggiunto, quelle gioie condivise, senza pensare subito al futuro o a quello che ci avrebbe atteso.
  13. .
    Io dei "ti giuro" di Roy non mi fidavo. Nel senso, se mi avesse detto "Ti giuro Jace questa ciambella salata col burro d'arachidi è più buona di quel che può sembrare" allora gli avrei creduto. "Ti giuro Jace che il museo che andremo a vedere ti piacerà"....Anche qui gli avrei creduto seduta stante. Ma un "ti giuro" seguito da un'opinione riguardo a una persona...NO, poteva giurarmi anche su tutti i suoi animali, non ci avrei creduto mai. Qua era necessario sperimentare in prima persona, toccare con mano, sentire se emanava vibrazioni negative, perché Roy a quanto pareva aveva il fetish del "terrificante" e quindi se una persona era tutta burbera con aura di malvagità attorno per lui era grande festa e per me invece grande fuga.
    Le mie ipotesi mica erano basate solo su Cassandra...io nei corridoi o all'aperto suo padre l'avevo osservato, lui invece di avere un'aura malvagia, aveva l'aura autoritaria da generale, ma eravamo impazziti? Quello era abituato alla gente così, io volevo solo gli unicorni.
    Dunque, com'era questo Bram? Uno spavaldo sofigosoloio? Un emo rabbioso? Boh. Non potevo far altro che mettere, come al solito, a repentaglio la mia vita e buttarmi nel vuoto in questo vortice che erano gli esseri umani.
    Avevo ben espresso i miei timori a Roy, ma a lui poco fregava, quindi pregando Merlino venni spinto ad acchiappare la passaporta per ritrovarmi a New york!!! Era quello ad avermi convinto più di tutti, mai in vita mia ero stato in America!! Quando mi aveva proposto questo viaggio, nonostante i timori, non ero riuscito a dire di no.
    Atterrammo in un vicolo decisamente poco attraente, ma sarebbe stata questione di attimi prima di affacciarci nella grande mela, anche perché già ad attenderci c'era l'amico di Roy.
    Mi avvicinai titubante, con gli occhi semi chiusi, indagatore, esperto indagatore!!! ma il mio grosso amico ci tenne a trascinarmi distruggendo tutte le mie difese.
    "C-ciao Bram...em si, ecco niente di che eh... Probabilmente non serviva una visione per rendersi conto che stava per cadere un albero, ma comunque."
    Ok, non stavo percependo aura malvagia. Ma la guardia era ancora alta, dovevo osservare come si comportava, però aveva sicuramente il viso simpatico. Ok, ok...meglio. bene.
    "Coooosa? Gratis? Ma serio? Ma grazie. Incredibile! Allora...insomma, spero di non rovinarvi l'esperienza, più che altro perché io di arte...non so niente. Ma niente serio, arte babbana soprattutto...non me ne intendo, ecco probabilmente lascerò parlare voi. Io ascolto giuro, però non ho opinioni che vadano oltre al "Wuao" e "Non mi dice niente"."
    Questo poteva essere davvero l'unico argomento in cui non avrei parlato tanto come al mio solito, si certo magari certe opere potevano darmi qualcosa, dieci parole potevo anche dirle, ma fine, insomma. Non ero un critico e non ero studiato in ste cose, quindi ciao proprio.
    Fatto stava comunque che vedere Roy così entusiasta e felice era bellissimo, doveva aver sistemato i problemi che lo attanagliavano, soprattutto con Cassandra, ero tanto contento per lui e mi trovai a ridere del fatto che chiamasse "piccoletto" tipo chiunque. Ok era più basso di noi, ma mica un nano, ma ovviamente per lui erano tutti nani.
    "Giusto per curiosità...dopo il museo un bel giro della città è d'obbligo e poi vorrei vedere il New York Times Building!! Chissà che articoli incredibili scrivono la! Il Quidditch americano poi!!...Ok mi calmo, una cosa per volta."
  14. .
    Per quanto fossi felice dei suoi progressi, del fatto che potevamo condividere qualcosa che recava soprattutto a lei disagio e sofferenza, mi sentivo ancora un pochino allarmato, come se stessi toccando una ceramica delicata e preziosissima che rischiava di rompersi da un momento all'altro.
    Difficile riuscire a essere più passionevole, per cui la delicatezza avrebbe fatto da padrona in questo scambio dolce e pieno di un profondo affetto maturato in tutto questo tempo assieme. Era davvero bellissimo vederla così rilassata, magari ancora un pelo titubante, ma sicura della sua scelta e dei suoi movimenti.
    Nonostante ormai fosse palese la situazione mi trovai pure più volte a rimarcare il suo consenso, come se stessi sognando ok? Questo momento racchiudeva più significati, dai più profondi a quelli più uniti semplicemente al desiderio e al voler compiere con lei questo passo per goderselo soltanto, per farle capire che si, era speciale, ma anche la cosa più naturale del mondo e del quale non si doveva avere paura.
    Molto probabilmente dal punto di vista femminile era diverso, non potevo capirlo, ma comunque se lei aveva scelto finalmente di sentirsi più tranquilla con me allora voleva dire che stava andando tutto benissimo. Non potevo chiedere di meglio.
    Ormai i successivi movimenti vennero naturali, entrambi ci liberammo degli indumenti potendoci scoprire del tutto, avventurarci alla scoperta dei nostri corpi in una condivisione reciproca, non era solo lei e non ero solo io... esplorai il suo corpo con baci e tocchi delicati, ma decisi, come ad assicurarla che ogni parte di le per me era importante e altrettanto desiderata, ormai erano solo i suoni dei baci e dei sospiri a riempire la stanza, eravamo pronti e stimolati per dare inizio a quella unione, ma due piccole e importanti parole giunsero alle mie orecchie costringendomi, momentaneamente, a interrompermi.
    Mi trovai ad alzare gli occhi per specchiarmi nei suoi sentendomi catapultato a quando per la prima volta ricevetti quelle due stesse identiche parole in un contesto decisamente diverso.
    Non c'era la stessa sofferenza, lo stesso dolore percepito in mezzo a quella foresta, il suo non era un grido disperato come quello di Blaizenn, non stavo travisando le sue parole, non riconoscendo il suo affetto, anzi.
    Lo sentivo perfettamente, facendomi però sentire inevitabilmente in colpa per come non riuscissi a pronunciarle a mia volta...
    Ma per un motivo ovviamente differente rispetto al passato.
    Era complicato, sentivo il cuore a mille, la pancia dolermi, non mi stava venendo spontaneo ricambiare e ciò mi fece abbassare di botto lo sguardo appoggiando la fronte contro il suo petto perdendomi nel suo profumo.
    Nascosi il mio volto, sentendomi onorato ovviamente, felice anche, carico di mille emozioni...
    "Non prendere ciò che sto per dirti come un rifiuto o un non riconoscimento del tuo amore, assolutamente no ok?"
    Misi subito le mani avanti, perché in questo preciso argomento purtroppo mi era capitato più volte di venir frainteso e non capito, pure insultato tra l'altro.
    "Non voglio semplicemente ricambiare le tue splendide parole, ma scegliere poi di mia spontanea volontà quando dirtele per primo. Non mi sento ancora pronto...e vorrei parlartene meglio del perché non è ancora così..."
    Io lo sapevo che ciò era legato soprattutto al divorzio dei miei genitori, a come io non fossi in grado di gestire emozioni così potenti, alla mia codardia forse, al "definito" che tanto mi ansiava... non ci avevo ancora lavorato, limitandomi sempre ad aiutare gli altri e non me stesso.
    Potevo comunque capire se ora non volesse più fare l'amore con me...ma speravo vivamente di no...
    "Io...vorrei comunque...fare l'amore con te."
  15. .
    Allora, io non mi ritenevo una persona incredibilmente acuta ok? Si mi credevo abbastanza intelligente, colto su ciò che mi interessava, molto buona, ma acuta...insomma era un altro discorso. Fondamentalmente riuscivo a non circondarmi di persone cattive perché ero sempre sul "chi va la", molto previdente, prudente, al limite dello scemo. Quindi ecco quando una persona faceva una cosa che non mi piaceva io subito mi mettevo sulla difensiva e facevo fatica a stare tranquillo in sua presenza, questo era quello che stava accadendo col belloccio qua davanti a me.
    Non ero a mio agio, ma al contempo sembrava sincero... però come potevo fidarmi così? Sulla parola, dopo dieci minuti manco ci parlavo? Mica ero venuto qui a dirgli che sarebbe inciampato, sapevo che aveva una figlia di cui lui non ne aveva la minima idea quella ragazza se aveva taciuto c'era un motivo.
    Allora, avevo bisogno di testarlo ancora un po', dovevo pur dargli almeno una possibilità giusto?
    "Sembri sincero, ma mettiti nei miei panni. Non posso fidarmi all'istante, ma posso almeno darti il beneficio del dubbio ok?"
    Dai, che così magari cedevo come un pirla e nello sgabuzzino ci finivo dopo...perché poi era la bontà a fregarti, uno era troppo buono e boom, finivo in uno sgabuzzino.
    Avevo dei traumi ok?! Uffa. Feci un respiro profondo, dovevo davvero darmi una calmata, avevo già dato abbastanza spettacolo.
    Visto perché non ero acuto? Lui mi aveva già sgamato, esatto, avrei dovuto fare così, indagare, provare a conoscerlo e via...ma il problema era un altro. Il lusso del tempo non ce l'avevo perché questa visione mi stava perseguitando.
    "Si l'alta probabilità c'è, ma io le domande per capire che persona tu sia ora te le faccio lo stesso. Perché posso ancora decidere di non dirti nulla."
    Non era vero, ero stanco di essere perseguitato, ma lui non lo sapeva. Per una volta che avevo il coltello dalla parte del manico dovevo un minimo provarci ok? Non ero sto genio incredibile, ma un pochino potevo giocarmela, speravo.
    Lo seguì quindi, sicuramente trovarci in un posto circondato da altre persone era più sicuro per me, tanti testimoni in caso di sue mosse azzardate, ma ciò che dovevo dirgli era meglio che lo sentisse solo lui ecco, beh se si fosse guadagnato la mia fiducia gliel'avrei detto a bassa voce.
    Che poi fiducia, diciamo che dovevo capire se non era più un completo stronzo.
    "Mi chiamo Jace..."
    Giustamente, al di la che diceva di non ricordarsi nulla, non mi chiamava di certo per nome all'epoca...
    "Puoi parlarmi del tuo incidente? Come si ricomincia a vivere quando la tua memoria viene meno?"
    Erano domande super personali, ma il mio sguardo era decisamente cambiato mentre glielo chiedevo, ero sinceramente curioso e anche...boh, mi sentivo in colpa se tutto era vero ok? Più che in colpa dispiaciuto, se si perdeva la memoria in un incidente beh di certo non era stato qualcosa di poco grave, anzi tutt'altro.
    Era domande molto specifiche, ok inventarsi una balla, ma certe cose come le dicevi se non le avevi vissute?
    "Lo so che sembro scemo e un pazzo, ma quando hai il dono hai una certa responsabilità, ignorare ciò che vedi è quasi sempre deleterio, sto...sto ancora imparando a capire come gestire tutto questo, che tipo di veggente diventare e dato che certe cose che posso venire a sapere non si possono dire come se stessi parlando del meteo penso che provare a conoscere un poco la persona destinataria della visione sia il minimo..."
    Ora gli stavo parlando in modo più tranquillo, davvero, volevo fargli capire il mio punto di vista. Anche se non era l'approccio migliore perché appunto lui aveva già puntualizzato che della visione potevo non parlarne, ma ero esasperato ok?
253 replies since 2/1/2013
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