Posts written by _Uhura_

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    Dobbiamo parlare di una cosa importante che ti riguarda.
    Verrò io da te.
    Park Avenue, 8 Febbraio ore 22:00
    U.
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    -Potresti- in fondo perchè no? Kurt ha bisogno di essere guidato alle volte, in ogni percorso che decide di intraprendere.
    Non prova stima per il Doc, o forse semplicemente ha timore di lui, della sua forte personalità.
    Quel che sia resta un'incognita che può essere dissipata solo quando potranno avere un confronto.
    In effetti lo sai anche tu che non sarebbe facile, e già pensi a cosa potresti dargli in cambio a patto che lui possa ascoltare cosa Jhonatan abbia da dirgli.
    Da quello che ti dice sembra che Kurt lo abbia volontariamente o involontariamente avvelenato.
    Ma il punto è che si è creata una connessione tra di loro, e sei certa che al tuo amico non piacerebbe sapere che qualcun altro sa cose di lui che persino tu ignori.
    -Posso capire il concetto, ma non posso sapere cosa provi- gli dici con fare cauto – in poche parole rivivi episodi della vita di un altro-
    I complimenti non accarezzano le corde del tuo essere in principio di rottura.
    Fremi dalla voglia di uscire da quella casa perchè hai intuito il pericolo insita in essa.
    -Tu sei un veggente, vero?- lo dici così a bruciapelo.
    Non c'è avvelenamento che porti a un contatto con l'altro, se non c'è un aggiunta.
    -Il locale è chiuso il martedì, qualsiasi ora di quel giorno per me va bene-
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    Si lo conosci molto bene, e sai che neanche tu riusciresti a uscirne illesa, se Kurt decidesse di volerti eliminare dalla faccia della terra.
    A volte si tratta di opportunità, di momenti di pura e totale fortuna.
    Ma non sempre puoi fondare la vita o la morte sulla stessa.
    -Voglio essere onesta con te. Non puoi basare la tua strategia sul modus operandi del tuo avversario.
    Soprattutto quando non ne ha uno-
    ti rilassi, accavalli le gambe e incroci le dita sul ginocchio.
    -Non vi è modus operandi per chi basa la sua strategia sulla follia- e con questo non vuoi dire che Kurt sia un folle, sebbene lui ne sia convinto, ma solo che lo è quando vuole ammazzare qualcuno, quando duella, quando si mette in prima linea.
    -Se cerchi il dialogo potresti avere successo, a lui piace tanto chiacchierare, ma non se lo stai minacciando con una bacchetta- ti stringi nelle spalle e aggiungi – del resto chi ti risponderebbe in tal caso?- tu gli risponderesti in effetti, deridendolo e sbeffeggiandolo, ma tu non sei Kurt.
    -Perchè non mi racconti cosa ti ha fatto? Sono brava nel capire le cose- ancora di più a imprimerle nella mente e chiedere per lui al diretto interessato.
    -Va bene allora, ho sempre desiderato fare la maestrina-
    Sai che gli hai dato l'indirizzo del tuo aggressore, in fondo è quello che ti ha chiesto ed è pensando a lui che rispondi alla sua domanda.
    -Questioni di lavoro.
    Gli ho chiesto di costituirsi e non ha accettato.
    Avremmo potuto trovare un accordo ma ha preferito provare ad uccidermi.
    Ma si sa, alcune persone sono dure a morire-
    gli sorridi adorabile – o semplicemente mi ha sottovalutata.
    Sono pochi gli uomini che ammettono il valore di una donna, questo è decisamente un nostro vantaggio.

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    -Ammetto di non averci capito nulla l'altra sera- accenni un sorriso ma non esageri, del resto non stai neanche mentendo, e non puoi di certo negare che il suo intervento non ti abbia incuriosita.
    Hai comunque preferito non chiedere spiegazioni a Kurt, la verità è che non ti andava di contattarlo per qualcosa di ancora così effimero.
    E poi è così sfuggente che non sei certa abbia realmente piacere a rivederti.
    No davvero, non sei affetta da improvvisa insicurezza, sono i fatti a parlare. Lui, quando il discorso verte su qualcosa di spinoso, preferisce sparire.
    E non è forse anche questo un discorso spinoso?
    Lo è per te comunque, e non deve essere piacevole condividere.. beh qualsiasi cosa essi condividano.
    Per l'appunto, non ti è chiaro.
    -Stento a credere tu sia impreparato- ribatti, sebbene ti senta quasi sollevata dal fatto che abbia desistito.
    Blackwood non avrebbe gradito.
    Ti lascia nuovamente interdetta dinanzi alla sua impertinente richiesta di aiuto.
    Cosa potresti insegnargli? Cosa crede che tu sia, in vero?
    Dapprima pensi che abbia fatto delle ricerche su di te, non sarebbe improbabile.
    Ma cosa mai potrebbe aver trovato di così compromettente tanto da spingerlo a innalzarti al ruolo di insegnante di tale livello?
    -Certo, comprendo pienamente, mi sfugge solo in cosa potrei esserti utile- pensi che potrebbe anche solo aver intuito tu non faccia parte dell'ultima spiaggia, hai riportato diverse ferite letali di cui lui ne è stato messo a conoscenza.
    Riporti ancora i segni di alcune, e se non sono oscure di sicuro sono state quasi letali.
    -Non so se ti ho mai detto che scuola ho frequentato- esordisci allora.
    -Castelobruxo la conosci?- chiedi lasciandogli del tempo per riflettere -lì ho approfondito la trasfigurazione, e di essa mi servo per la mia forza.
    Oltre che della mia testa.
    Non ho molte regole se non di finire uno scontro nel minor tempo possibile, perchè altrimenti potrei soccombervi.
    E lo sai non amo il dolore, sebbene sembrerebbe ne sia stata particolarmente affetta in questo ultimo anno-
    gli concedi un piccolo spiraglio di te, volto più a fargli sapere che non sei la grande strega che potrebbe pensare tu sia.
    -Posso aiutarti solo ad elaborare strategie veloci, utili per sopravvivere. E' quello che cerchi?-
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    -Ottima mise- gli dici superandolo quando ti invita a entrare.
    Lo vedi stranito e ti chiedi se le sue, quelle di quella sera, non siano state solo parole di circostanza, dettate da un filo di disperazione.
    Allora ti siedi, aspetti che torna, e che lui stesso si sieda.
    Segui con lo sguardo il movimento dei calici, ne riempie uno per te e te lo porge, ma tu ancora non ne bevi, prima di tutto vuoi rispondere alla sua domanda.
    -Non c'è di che- rispondi in riferimento alle prelibatezze che hai portato poi inclini il capo e lo osservi in silenzio – non mi avevi forse chiesto di farmi sentire se avessi cambiato idea e deciso di aiutarti?-
    Non ti cambia molto se lui pensa che sei qui per brindare alla vostra salute o per rispondere a una richiesta di aiuto, ma a questo punto vuoi capire, può darsi che abbia cambiato idea o che in questo lasso temporale abbia persino risolto i suoi dilemmi.
    -Come stai Dottore?- ricordi che l'ultima volta non stava tanto bene e per maggiore chiarezza specifichi - sei poi andato all'indirizzo che ti ho dato?-
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    Lo hai visto ostinato e una parte di te si chiede ancora come mai.
    A voler essere onesta con te stessa non ti incaponiresti mai per il bene di qualcuno, soprattutto quando ritieni che non ve ne sia motivo.
    Allora perchè sembra volersi buttare a capofitto in questa storia? In questa storia dove non sembrano previsti lieti fine, non per lui almeno.
    Non se si vuole confrontare con qualcuno che non conosce etica morale come può essere un tuo collega oscuro.
    Come puoi essere tu stessa.
    Non hai risposto quella sera, hai sentito il bisogno di prenderti il tuo tempo, perchè i pesi sulla bilancia sono tanti e non pendono tutti da una parte.
    Ripensi ancora a quello che ti ha detto, da quello che hai capito ha il DNA di Kurt dentro di se, questo lo induce a stare male, ma che tipo di malattia lo affligge?
    Ha parlato di una cura per se stesso, devi ammettere che sei entrata in un profondo stato confusionale e solo questo ti ha spinta a incamminarti verso la sua casa in questo freddo pomeriggio invernale.
    Quando suoni e lui ti apre accenni a un sorriso – si può?- chiedi e sollevi una pregiata bottiglia di vino dalla busta di carta che avevi tra le mani – questa per te, e questi per ringraziarti del consiglio che mi hai dato, ho acquistato il locale- lo hai fatto e ne hai già avuto dei profitti, niente di meno.
    I "questi" in questione sono dei cioccolatini che hai preso da una cioccolateria Svizzera, pregiati e gustosi, ne sarà contento.
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    Kurtino,
    sei in errore, io scrivo sempre in questi termini, riservo il mio affetto epistolare solo e soltanto a te; sono state rivelatrice le pareti verde salvia vero? Dovevo immaginarlo.
    Niente di che, questa volta pare io abbia rischiato di morire per una dose eccessiva di Ericanto.
    Ho affrontato l'antico. E' morto, io no, direi che è un ottimo risultato no?
    Mi accorgo che ci vuole davvero ben altro per farmi fuori, riscopro in me una forza che non pensavo di avere, così poco incline agli scontri da dimenticarmene quasi.
    Voglio sapere di te, tienimi compagnia almeno con qualche riga in più.
    Non essere in pensiero per me, tornerò come nuova.
    U.
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    “L’esperienza può insegnare a camminare sul filo del rasoio e a vivere sempre in pericolo di cadere, ma non si può usare la pazzia con uno scopo. Il delirio dà alla luce figure, visioni,realtà sommerse. La follia è un capitale enorme, estremamente prolifico, però lo può amministrare solo un poeta” (ibidem pag.143).

    Sono nuovamente qui, tra queste mura verde salvia e leggo un libro che mi fa pensare a te.
    Come stai Kurt? E' una vita che non ci si sente e mentirei se ti dicessi che non mi manchi.
    U.
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    Lei non era stata messa al corrente dei candidati, non era neanche certa ve ne fossero altri oltre il ragazzo che aveva davanti, tuttavia non era neanche certa gliene servisse uno, e nella sua mente lo pensava ancora che non glie ne servisse.
    -A si?- chiese in tutta tranquillità – ma lo è, ora ci stiamo conoscendo, mi dica, quanti anni ha lei? E' qualificato per questo ruolo? Il suo titolo di studio?- non voleva metterlo in difficoltà, in quel caso avrebbe fatto altre domande, tutte molto più di .. impegnative.
    Tutto sommato però il ragazzo sembrava simpatico, se non altro le avrebbe alleggerito le giornate, o quanto meno sarebbe stato di compagnia.
    Eppure più lo guardava più le ricordava qualcuno, anche se non era ancora riuscita a capire a chi lo assomigliasse.
    -Qual è la sua massima aspirazione nella vita- la risposta avrebbe condito ancora di più l'idea che si era fatta di lui o che si sarebbe fatta da li a breve.
    Per ora avrebbe posticipato i giudizi, del resto la lista delle domande era ancora molto lunga.
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    Il suo compito, quel giorno, era stato quello di sedare gli animi con l'Irlanda; “Cento anni vissuti pericolosamente”, così si poteva sintetizzare il secolo di età compiuto dall’Irlanda del Nord. E dopo un secolo vi erano ancora due irlande, una indipendente amministrata da Dublino, l’altra legata alla corona britannica. Eppure tutto stava nuovamente cambiando.
    -Mandate queste a Dublino, sarò lì la settimana prossima, non voglio incidenti diplomatici- intimò al suo braccio destro che, in quanto nato da quelle parti, aveva un diavolo per capello almeno quanto i suoi conterranei.
    Lo salutò comunque con una mano di incoraggiamento sulla spalla e un sorriso, gli poteva essere solidale, ma solo in quei cinque secondi che ci mise a liquidarlo.
    Uscì dall'ufficio di Lestrange e passò dinanzi alla receptionist – c'è il ragazzo .. oh eccolo. Era impaziente di vederla Miss-
    Uhura squadrò il ragazzo da capo a piedi, dopo di che gli allungò una mano – Buongiorno a lei, sono Uhura Moses, … il mio segretario?- chiese inarcando un sopracciglio – lo vedremo, mio caro, mi segua in ufficio- gli fece quindi strada e lasciò che entrasse prima di chiudere la porta alle sue spalle.
    Senza troppa fretta raggiunse il retro della sua scrivania e posò nuovamente le sue iridi nere su di lui – cosa le fa credere che io abbia accettato la sua candidatura? Ci sono altre domande qui- gliele mostrò indicandole con un cenno della testa.
    -Mi dica, perchè dovrei scegliere lei e non qualcuno di loro?-

    Edited by __Grace__ - 30/10/2021, 11:13
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    Lo guardò e si disse che si, sarebbe stato bello se fosse stato come diceva.
    Ma Uhura stava avendo modo di studiare il suo pupillo, lo vedeva distante, e soprattutto andava e veniva troppo spesso dal Ministero Irlandese.
    Non aggiunse nulla, né si espresse in merito ai suoi punti di domanda, ma era quasi certa che il ragazzo stesse intraprendendo la via meno congeniale a lei e a quelli della sua risma.
    Forse se lo sarebbero ritrovato contro, uno di quei giorni, ma questo non l'avrebbe comunque dissuasa dall'aiutarlo nel presente.
    Lo doveva a Connor, per riportarlo sulla retta via ci sarebbero stati altri metodi.
    Non da meno un oblivion ben fatto.
    Perchè non usare su di lui ciò che per altri era stato liberatorio dimenticare?
    La notizia delle sue nozze con “Azzurra” la lasciarono senza parole, non seppe di preciso elaborare pensieri coerenti se non che era libero di fare quello che voleva, lei poteva solo annuire.
    Le chiese se fosse disposta ad aiutarlo – come sempre- rispose.
    La notte lasciò il posto al giorno e alla notte seguente.
    I piccoli origami andavano e venivano dalla sua persona rispediti al mittente sotto forma di gufo.
    Il tutto fino a che non venne il giorno designato.
    -Qualsiasi cosa accada, voglio solo che tu tenga lontano da me terzi, solo io e lui, nessun altro-

    Lo scontro non durò molto, Ichabod era un bravo pozionista, il migliore forse nel suo campo, ma nello scontro frontale con lei non aveva chance.
    Fu comunque in grado di colpirla un paio di volte, ma la terza di lei fu la definitiva.
    Il mago venne sbalzato con forza contro la parete, mancò poco che lo uccidesse, ma questo Uhura non lo fece.
    Lo lasciò in vita, perchè in fondo nonostante il disprezzo che provava nei suoi confronti, era comunque un valido mago oscuro, e un giorno le sarebbe potuto tornare utile.


    Si ritrovarono in Hotel, era in piedi davanti allo specchio e si guardava mentre cercava di ricucire (tramite contro incantesimo) i tagli che le erano stati inferti dal sectumsempra di Blackwood – fortuna che non era molto lucido, questi tagli bruciano come tizzoni ardenti- e soprattutto le avrebbero rovinato la sua bellissima pelle cioccolatosa– dici che avrei dovuto ucciderlo?- in quel momento le veniva il dubbio di essere stata sin troppo clemente.
    Che avesse sbagliato?
    -C'erano altri con lui? Non mi sono accorta di nulla-


    Edited by __Grace__ - 15/9/2021, 16:03
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    -Non ho bisogno di aiuto- gli disse in tutta tranquillità – si è offerto Drago per questo particolare Ménage à trois- involontariamente il mago oscuro era diventato parte di quella storia, le aveva offerto i mezzi e il supporto e sebbene non lo desse per scontato era quasi certa che smaniasse dalla voglia di vedere l'effetto che la sua perla nera potesse avere sull'antico.
    -Ma grazie per avermelo chiesto- gli sorrise e proseguì nella camminata.
    Tutto sommato si stava rilassando e volendo fare delle considerazioni il clima da quelle parti era sublime.
    Secco, per niente pesante come quello inglese.
    -Peccato, sarà per un'altra volta- le sarebbe davvero piaciuto vedere la sua candida pelle bianca baciata dal sole.
    Sorrise immaginandoselo poi tutto rosso, scottato magari.
    Avrebbe passato il resto della vacanza ungendolo di aloe perchè potesse non provare dolore.
    -Mmh niente di meno, il Cairo- non ci era mai stata in quel posto ed era chiaro che lui, a differenza sua, non avesse bisogno di lei.
    -Bene, non ne avrai bisogno ma te lo dirò ugualmente, sai dove trovarmi se dovesse servirti una mano- gli scoccò un occhiolino e si lasciò distrarre da degli ambulanti che avevano del cibo nel loro carretto.
    Sembrava gustoso e lei si avvicinò per prendere uno di quei panini con la salsiccia dentro.
    -In che tipo di affari ha osato intromettersi?- gli chiese comunque indicandogli poi una panchina poco distante.
    Uhura si strinse nelle spalle – i Salvatore si sono rinchiusi nel loro isolamento, Stefan è l'unico di cui mi importi veramente.
    E lui è al sicuro-
    anche se rifiutava di andare a vivere nella sua casa e tutto sommato a lei andava bene così, finchè rimaneva nella scuola non doveva preoccuparsi di nulla.
    -E' un ragazzo particolare, i cambiamenti lo stanno mettendo alla prova, ma sono certa che prima o poi capirà quali sono le effettive priorità- aveva comunque appreso che aveva lasciato la ragazzina, e questo era un gran passo avanti per lei.
    -Come va con tuo figlio? Novità da quel fronte?-
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    -Ti ricordi il vampiro che ha ucciso il mio mentore? Connor Salvatore- gliene aveva parlato quando si erano trovati in Italia, quel giorno a Firenze, lui stesso era andato con lei in quel covo di vampiri.
    -Sarà lui il mio prossimo obiettivo- prima che uccidesse Stefan, semmai gli fosse andato bene il colpo, gli avrebbe reso la vita un inferno.
    Le era chiaro che Kurt fosse distratto da altro, era lì con lei solo fisicamente, ma la sua mente era altrove.
    A questo punto si chiedeva se fosse il caso che andasse con lei.
    E se, preso da altro, le avrebbero fatto scacco per questo?
    Poi ritrattò i suoi pensieri, impossibile, infondo si trattava di un uno contro uno, non c'era nessun bisogno di far intervenire terzi.
    Tuttavia la sua presenza lì con lei le dava sicurezza, e tanto le bastava perchè si sentisse forte.
    In grado di piegare chiunque al suo volere.
    -Ora succederà questo, il mio contatto mi darà delle coordinate quando sarà il momento di agire, probabilmente non oggi, forse domani.
    Ichabod Blackwood è un topo di fogna, la luce del sole lo vede di rado-
    ma a lei sarebbe bastato quel poco per coglierlo di soppiatto.
    -In effetti chi te lo farebbe fare di vivere in questa città? Il tuo castello è indubbiamente più rilassante- e riparato sicuramente. Lo aveva visto una sola volta, ma era stato sufficiente per farsi un'idea.
    Erano uno davanti all'altro e lei gli sorrise affabile – mi prenderò una vacanza, dopo tutto me la merito- lo prese sottobraccio e seguitarono a camminare – Grecia- specificò – ho voglia di gettarmi nuda nelle acque cristalline del mare di Samos e restarci a mollo finchè non ne sarò satura- le sue origini caraibiche erano in estate che uscivano maggiormente allo scoperto.
    Lei aveva bisogno del sole, del mare, della sabbia sulla pelle.
    Aveva bisogno di sentirsi un tutt'uno con l'elemento acqua.
    Aveva bisogno di sentire il potere del mare su di se.
    -Tu invece? Che programmi hai?-

    Edited by __Grace__ - 13/8/2021, 16:21
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    -So perfettamente dove sia- gli disse senza comunque affrettare il passo – anche nel caso in cui non abbia deciso di cambiare casa.
    In ogni caso sono certa che il ragazzo che ha mandato per farmi fuori non abbia avuto il coraggio di riferire il fallimento-
    guardò da ambo i lati prima di attraversare l’incrocio – sempre che ne sia venuto a conoscenza- era stata discreta e anonima, salvo il caso in cui non si fosse presentato direttamente in ospedale di Uhura Moses non si era saputo niente in quel mese di recupero.
    Rimase sorpresa comunque dalle sue parole.
    A questo punto voleva sapere chi lo avesse tradito.
    Ma lui non aveva voglia di parlarne e lei non voleva essere invadente.
    Del resto se avesse voluto dirglielo non si sarebbe mantenuto sul vago.
    Questo le fu comunque da monito per tenere la guardia alzata, non ci si poteva fidare di nessuno, lo sapeva, ma un memento era sempre bene accetto.
    -Sono prontissima, come ben sai ho avuto altro da fare in questo periodo, mi sto preparando ad affrontare un’entità superiore di me e di te messi insieme, Ichabod è una passeggiata al confronto- poteva anche definirlo un capriccio, un riscaldamento per il dopo, che non era certa avrebbe superato brillantemente come questa volta.
    -Mi piace il tuo senso pratico, vuoi sempre essere sicuro della riuscita, vorresti spiarlo, ma io voglio solo annientarlo, e voglio che mi veda perfettamente quando lo farò-
    Si era fermata nei pressi di un parco, un origami a forma di corvo era planato tra le sue mani e lei lo aprì senza indugio.
    Un sorriso le si dipinse sulle labbra in seguito alla lettura, prese una piuma da terra, la intinse in un rivolo di sangue che si era procurata mordendosi e scrisse una sola parola di risposta “Procedi”.
    Dopo di che ripiegò la pergamena a formare tante volte quante ne furono necessarie per creare un gufo che planò via al suo destinatario.
    -Quindi ti piacerebbe vivere qui, se potessi- aveva ancora del sangue che colava dal suo dito quindi lo rimosse leccandolo via – cosa te lo impedisce?-
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    Un paio di settimane la separavano dalla sua agognata vacanza, ma non sarebbe andata se prima non avesse concluso le questioni irrisolte.
    La sua questione irrisolta portava il nome di Ichabod Blackwood, ed era giunto il momento di tirare le somme.
    Avevano deciso, lei e Kurt, di prendere una passaporta e guadagnare tempo che avrebbero poi dedicato alla ricerca e allo studio del posto.
    -Sei mai stato qui?- gli chiese mentre camminava al suo fianco per Drottninggatan , una delle vie principali del posto.
    -Se tutto va secondo i piani non rivedrò questa città per molto tempo, non posso dire di esserne affezionata-
    Il cibo faceva davvero pietà per di più che si gelava e le temperature estive non erano mai come quelle da lei desiderate.
    Pregustava già il momento in cui si sarebbe esposta al sole fino a diventare nera come la pece, gli occhi le si sarebbero visti come due fari nella notte, anche durante le ore del giorno.
    -Dove sei stato la settimana scorsa? Ti ho cercato al covo ma non c'eri-
202 replies since 29/2/2012
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