Posts written by ~thistle.

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    Pustole e bubboni, la piaga dall'alba dei tempi.
    E in fin dei conti non avrebbero fatto male a nessuno, no?
    La Rosier sembrava quasi delusa da se stessa, tanto impegnata a trasformare un crimine in una comune bravata e non viceversa.
    Sapeva bene di cosa parlava la Morgan; tutto quell'annichilimento, lei, lo sentiva nelle ossa ogni santo giorno e sperava davvero che drogare le masse potesse servire a spezzare la ruota.
    La dottoressa le aveva detto di provare ad essere più intraprendente, di sforzarsi un po', di vedere come sarebbe andata.
    Conta pure su di me per i falò e per l'impotenza ai traditori, io con le ragazze perfide ho chiuso. Disse, quasi nostalgica della perfidia di un tempo.
    Però era stanca di starsene lì seduta, nuda sotto ogni luna piena solo a ricaricare le energie, bisognava diventare parte attiva del processo.
    Le venne naturale sorridere un po', mentre posava di nuovo la sua borsa color cipria nel laboratorio di alchimia, poco distante dall'aula studio.
    Non so, se lo spruzzassimo nell'aria poi lo subiremmo anche noi, no? Chiese, giusto per sapere se servisse preparare anche un'antidoto, lei di certo non voleva dover combattere anche coi bubboni.
    Tu dormi qui al campus? Si sporse appena, per frugare tra tutti quegli ingredienti accatastati nell'armadio.
    Io vivo da sola, in Norvegia, è una tristezza allucinante. Sbuffò, spesso aveva pensato che con delle coinquiline, lì al campus, per lei sarebbe stato più facile mantenere alto il morale, ma a casa c'erano sempre troppe questioni da risolvere.
    E' facile sentirsi tagliati fuori, poi per noi è più difficile socializzare, è risaputo.
    Insomma, spesso e volentieri la gente tendeva a non fidarsi di chi tiene un'occhio sempre puntato sul futuro; quindi era più facile, per la Rosier, essere percepita come una disadattata, qualcuno fuori dal tempo e dalle dinamiche sociali.
    In realtà io faccio anche schifo, come veggente. Un po' in tutto, in realtà. Ho avuto solo tre visioni, tutte perfettamente chiare, eh, ma solo tre. Disse, allineando con fare maniacale i vasetti che le capitavano sotto mano.
    Il resto sono solo spiriti e allucinazioni varie.
    Era quasi divertente, parlarne con leggerezza.
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    No, stai buono, ma non ci vai mai al cinema? Magari non a vedere film d'animazione vecchi di sessant'anni.
    Rise, cercando di non fare troppo chiasso in sala.
    No, effettivamente no.
    Clay, così fermamente realista.
    Tutto il contrario della Rosier.
    Poche frasi e il pavimento sembrò sgretolarsi sotto ai suoi piedi.
    Quindi c'è una data? Chiese, staccando per la prima volta gli occhi dallo schermo.
    Credeva che certe fratture potessero avvenire una sola volta nella vita.
    Improvvisamente apparve tutto molto più chiaro.
    La principessa non era altro che un'altra Valerie.
    Quanto a lei, era destinata a dover essere Eris.
    Si rese conto solo poi, di aver capito male.
    Ah, si, quindi non sai nemmeno dove siete invitati.
    Cercò di recuperare.
    Oh, lei è una strega che invece di andare a scuola va a fare pratica in una città vicino casa e inizia a fare consegne, tipo postino. Spiegò, inserendo come al solito troppi futili dettagli.
    In quali circostanze il matrimonio andrebbe a monte?
    Ormai era anche la sua missione.
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    Lei in realtà conosceva parecchia gente e almeno una volta nell'arco di quelle conoscenze avrebbe voluto ritorcergli contro la noia di due studentesse universitarie.
    Solo che ultimamente, tutti quei risvegli di coscienza le avevano fatto perdere interesse nella vendetta. Dopotutto l'aveva solo messa in casini peggiori.
    Però cosa poteva mai essere uno scherzo innocente?
    Il suo karma non ne avrebbe risentito poi così tanto, no?
    No, poi nessuno berrebbe la loro roba in ogni caso, alla festa non succederà un bel niente e tutto rimarrà perfettamente alla normalità.
    Si, assolutamente, se lo meritano.
    Tanto per far succedere qualcosa.
    Nah, quello lo fanno già benissimo da soli.
    Un raduno studentesco a pochi giorni dall'equinozio di primavera era quanto di più fondamentale ci fosse!
    Possiamo riempirli di brufoli e guardare le loro vite superficiali sgretolarsi.
    Propose, un cenno del capo a validare l'offerta.
    Oppure un po' di fungo amanita e li facciamo parlare con gli dei.
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    Sorrise alla promessa del vampiro. Geralt.
    Si era rivelato un tipo galante e come poteva, la Rosier, resistere alla buona educazione?
    Intanto, ti prego, dammi del tu, io ho ventun'anni e tu potresti anche averne trecento per quanto ne so. Per quanto riguarda me, ormai, sarebbe sciocco iniziare a darle del lei.
    Strinse appena le labbra, sistemando i capelli con i guanti irrimediabilmente ricoperti di ghiaccio.
    La Rosier non riuscì a fare a meno di notare quanto parlasse quello strano tipo dai capelli argentati.
    Dai, non fraintendetela, è indubbiamente un bell'uomo e, cielo, questa sua ossessione per i vampiri.
    Non si nutriva di sangue umano, a quanto diceva, la bionda la trovò una scelta ammirevole. Non sapeva se lei al suo posto avrebbe avuto lo stesso coraggio di precludersi una tale leccornia per la sua specie.
    Aveva dovuto farlo, una volta; mezzo bicchiere di sangue.
    Non era il sapore metallico che ricordava; era qualcosa di disgustoso.
    A ripensarci, la schiena le si coprì di pelle d'oca.
    Geralt voleva rimanere un'altro po' e la strega si chiese per quale motivo, dato che una foresta del Nord Europa in piena notte non sembrava proprio l'ambiente più adatto ad una chiacchierata.
    Se non hai nulla da fare allora seguimi; so che tu non puoi saperlo ma qui si gela.
    Disse, stringendosi appena nelle spalle. Quanto bastava per sommergerla fino al naso nella sciarpa.
    Oh, in realtà è un regalo; si, l'ex dei tempi di scuola, volevo disfarmene ma era carino, no? Spiegò, mostrando l'anello al vampiro.
    Ci sai andare sulla scopa?
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    Possiamo scegliere tra La città incantata e Kiki consegne a domicilio. Iniziato tutti e due tra quindici minuti e parlano di magia, quindi non ci capiremo nulla. Disse senza togliere lo sguardo dal volantino che le avevano lasciato all'ingresso del cinema.
    C'era un gran vociare di babbani in sottofondo e con ottime probabilità, lei e Deschanel erano gli unici maghi nell'intero edificio.
    Non che a lei importasse molto, in realtà.
    Aveva cercato di seguire i consigli che Karen le aveva dato, essenzialmente di non vestirsi da vecchia e fece del suo meglio con un una maglia con la scollatura a barca.
    Rosa cipria.
    Con le balze.
    Ichabod l'avrebbe presa in giro a vita.
    C'era un vento terribile lì fuori. Disse, improvvisamente infastidita dai capelli fuori posto.
    Sarebbe stato divertente poter venire in centro con la scopa. Aggiunse, sollevando finalmente lo sguardo su un Clay impeccabile come al solito.
    Se la tua principessa ti trova al cinema con me da di matto? Chiese, sfregandosi le mani come chi non vede l'ora di far danni. Trovare nel suo corso qualcuno con cui condividere il suo lato un po' caotico le aveva ridato un po' di vita, complice anche l'euforia data dai farmaci. Era bravissima, rispettava le dosi e non toccava alcolici da settimane.
    Ci sono novità sul fronte matrimonio?
    Ogni volta che pronunciava quella parola un qualcosa sembrava sbriciolarsi nel suo petto; faceva appena il rumore delicato della sabbia nella clessidra.
    Spero di poter essere la damigella ubriaca per quel giorno.Scherzò.
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    La Rosier rise, una risata di circostanza più che altro, ma era sinceramente sollevata che il commesso, Noah, l'avesse presa bene e non avesse fatto la tipica faccia che si fa davanti all'ennesima svitata che passa per Nocturn Alley.
    No, in effetti non passo qui da più di un anno, probabilmente. Sono stata qui per anni ma sono tornata nelle Terre del Patto. Disse, allargando appena le braccia, quasi scusandosi.
    Non sembrava, in realtà, volerla aiutare nella ricerca del libro, tant'è che prese due tazze e tornò oltre il bancone, invitandola a seguirlo.
    Era ben chiaro quanto la Rosier fosse debole davanti a tali offerte: un imprevisto.
    Una variazione dal percorso.
    Avrebbe dovuto prendere quel libro, tornare a casa e mettersi a studiarlo parola per parola, ma ora le veniva offerta una fuga dal programma.
    Ovviamente lo seguì.
    Immagino, è passato davvero tanto tempo. Rispose, come unica risposta possibile alla faccenda di Newt, libro chiuso.
    Noah affondò in una sedia a dondolo e solo allora, in quella stanza più luminosa, la Rosier si rese conto dell'assoluto silenzio che regnava in quel posto; prima, presa dalle cianfrusaglie, non si era nemmeno accorta che fosse uscito il sole.
    Le sembrò strano, rivedere quella luce dorata riflettersi su quei capelli biondi. Quel pomeriggio a casa ad Hogsmeade, lei e Leodegrance avevano preso un tè.
    Solo non c'era l'impercettibile ombra delle gocce di pioggia sulle vetrate ingiallite.
    Una macchia lenta chiamata Cruciatus.
    Del mio sguardo? Strizzò appena quegli enormi occhi, quasi a chiedere se fosse serio o meno; insomma, non è che lei credesse di avere chissà che sguardo comunicativo.
    Solo lo sguardo di chi non dorme abbastanza, no?
    Nata in Norvegia da padre inglese e madre francese; lo sono quanto basta. Aggiunse sorridendo appena, posando il cappotto.
    Tu piuttosto non mi sembri molto il tipo da Magie Sinister, sai?
    Non credeva che lì fuori ci fosse qualcun altro che bevesse tè non appena ne avesse l'occasione e di certo non credeva di trovarlo in quel posto.
    E di certo non credeva avesse il volto della sua prima maledizione senza perdono.
    Come sei finito qui dentro?

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    L'aula studio, ora che le giornate iniziavano a sembrare meno gelide e grige, sembrava un'ottima alternativa alle enormi stanze vuote di casa sua.
    Era abituata al fatto che poche persone parlassero con lei; soprattutto in aula studio in cui vigeva l'ordine di rispettare il silenzio; quasi sempre ci si limitava ad un saluto veloce.
    Aveva reperito nella biblioteca dell'accademia un volume di demonologia tra gli scaffali di Storia della Magia.
    Non c'era voluto molto tempo prima che capisse l'inutilità di quel libro.
    Demoni.
    Il suo non era un demone.
    Era lo spirito incazzato di una donna uccisa inutilmente e se ancora ne sentiva la presenza, lo scambio con l'anima di Blackwood non era andato a buon fine e lui si era solo salvato.
    E lei si era sporcata le mani inutilmente.
    Se me lo avessi chiesto un anno fa mi avresti reso la persona più felice del pianeta. Sorrise, chiudendo il libro immotivatamente ancora aperto sotto al suo naso.
    Putroppo al momento non mi viene in mente nessuno. Se hai qualcuno da proporre però ti aiuto volentieri! Pratica; oh quanto le mancava.
    Ormai erano settimane che non praticava alcun tipo di magia o divinazione; nemmeno un accio veloce, dato che nove volte su dieci non sapeva nemmeno lei cosa cercasse.
    O volevi più mandare il campus in preda al caos per il puro gusto di farlo?Chiese, alzando gli occhi sulla compagna di corso. Non si somigliavano per niente ma in fin dei conti erano uguali. Un giorno anche Mystica Moon si sarebbe ridotta come Eris Rosier.
    Era il crudele destino della veggente.
    Ma per andare avanti poteva essere utile un po' di rincorsa e perchè non tornare a divertirsi come ai vecchi tempi?
    Anche solo provarci poteva bastare e a dirlo non era lei era quella che Clay definiva la "scintilla" negli occhi.
    Dicono che ci sarà una festa, io non volevo andarci ma, non saprei, potremmo inventarci qualcosa di interessante tipo un punch allo Stramonio. Propose, a bassa voce.
    Non ci si presenta mai a mani vuote ad una festa.

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    La voce di quest'uomo era così diversa da quella di Leodegrance, nonostante si potesse comunque trovare quel velo di fierezza tra una nota e l'altra. Il libro che aveva in mano cadde, aiutando i due ad infrangere il silenzio presente nel negozio.
    Se fosse stata un'abile strega forse sarebbe riuscita a lanciare un morbido cadent, ma lei non lo era, quindi si limitò a seguire il movimento con lo sguardo.
    Scusa se ti ho spaventata, ho il passo leggero. Alzò appena le spalle; si poteva aspettare qualcosa di diverso da un corpo tanto leggero per la sua altezza?
    Nulla in particolare, più che altro cerco un'alternativa al pipistrello.
    Sin da piccola, aveva sempre provato vergogna per quelle idee strampalate, infatti raramente avevano funzionato; ma lei era sempre stata così, doveva imparare sbattendoci la testa.
    E magari fallire come la maggior parte delle volte.
    Lo guardò per un po', quasi chiedendosi se l'avrebbe presa in giro o trattata da pazza, poi decise di spiegare comunque.
    Tanto peggio di così.
    Con il pipistrello potrei usare il sangue come veicolo in modo da legare lo spirito all'animale. Spiegò.
    Una cosa del genere ha già funzionato. Disse, alzando le sopracciglia per rimarcare il concetto.
    Si chiamava Noah, sembrava un tipo spigliato.
    Eris. Fu breve, strano per una logorroica del suo calibro.
    Lavori qui da molto? Chiese, incapace di frenare tutta la curiosità che trascinava con se.
    Tempo fa ci lavorava un mio compagno di scuola, Newt, non so se lavora ancora qui.

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    Si, un universitario fuori corso.

    Aggiunse, più tagliente di quanto non volesse essere. Si chiese dove fossero finite le sue buone maniere.
    Scuse accettate, puoi restare quanto vuoi e se dovesse servirti qualcosa, insomma, basta chiedere. Dannata sia la Rosier e tutto quell'interesse per i vampiri.
    Ne ho conosciuti parecchi, di vampiri, mi piacete perchè non riesco a leggervi così su due piedi. E per una veggente dotata della sua empatia quelle creature erano sfide, puzzle da risolvere.
    A quanto pare ho il Dono della veggenza ma non su di voi.
    I non morti, cuori che non battono comunicano su frequenze diverse dalla sua, erano fuori dal raggio d'azione della bionda.
    Quindi non capisco se hai intenzione di andartene, aggredirmi o, non so, socializzare.
    Alzò le sopracciglia a mo' di "non si sa mai".
    Si avvicinò di qualche passo, fiduciosa nel potere di quell'anello d'argento che portava sempre appeso al collo.
    Non somigli per niente agli altri vampiri che conosco, ma è vero anche che non si somigliano nemmeno tra di loro. Accennò un sorriso, quasi ammettendo la sua ignoranza in materia.
    Intanto, quell'anello d'argento giaceva sul fondo del mare, giù dalla scogliera, oltre la foresta.
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    La vedo difficile, ho la calamita per gli stronzi. Disse, prima di sorseggiare quasi per sbaglio un po' di tè, prima di ascoltare più di quanto avesse voluto.
    Perchè scappare era sempre la via più facile? A volte le sembrava l'unica soluzione.
    Ma io non ti piacevo, Clay. Disse, e a dirlo sembrava futile proprio come il dramma adolescenziale che era stato.
    Meritavi più insistenza ma meritavi anche di vivere quella storia con chi volessi tu. Onestamente, Clay, quante probabilità c'erano che quella fossi io? Chiese, le labbra dure e il viso di marmo mentre si tormentava la cucitura della manica del maglione; sotto al tavolo, dove non l'avrebbe vista così agitata.
    Tante volte pensava che tanto valeva rischiare, che a toccare il fondo sono capaci tutti, ma mai nessuno si mette a scavare e non sia mai si trovi un qualche tesoro.
    Non è acqua passata se non mi perdoni. Disse senza distogliere lo sguardo dalla sua tazza di tè.
    Non posso tormentarmi per quel che avrebbe potuto essere dopo così tanto tempo, mi fa pensare di aver sbagliato tutto e di essere solo un'inguaribile imbecille. Poggiò i gomiti sul tavolo e posò la testa tra i palmi delle mani, facendo scivolare appena le dita tra i capelli chiari e sottili.
    Ichabod li avrebbe definiti orrendi.
    Ti odio, adesso non smetterò più di pensarci. Soffiò una risatina nonostante fosse seria, per non mettergli pressioni, per non spostare su di lui le sue colpe.
    Però per il cinema va bene. Era buio, non si sarebbe accorto di quanto fosse brutta, no?
    Magari avrebbe messo il cappotto carino-
    O magari gli avrebbe mandato un gufo per annullare l'uscita, in fin dei con non era raro che si sentisse poco bene.
    Ho visto che a Stoccolma venerdì sera danno una sorta di maratona di vecchi film d'animazione, potremmo andarci, invece delle persone vere lì ci sono addirittura dei disegni!

    Avrebbe provato a non star male.
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    Era passato un anno, o quasi, dal giorno in cui tutto era andato storto.
    Ed era questa la punizione per aver tirato i fili del destino: le scarpe sporche di fango ed almeno tre farmaci diversi al dì.
    Era scesa a tre, uno era solo una copertura per lo stomaco, quindi stava tornando tutto a posto, no?
    Non aveva risposte, ma un piano ce l'aveva; come sempre.

    Il sudicio vicolo che conduceva al Magie Sinister sembrava ancora più decadente quel buio martedì mattina. La pioggia batteva obliqua sul suo ombrello grigio perla ed i capelli che aveva raccolto in uno chignon si erano comunque arruffati. Mai che ne andasse bene una.
    Rimase qualche istante davanti alla vetrina del negozio, rigata dalle gocce di pioggia che vi cadevano, chiedendosi se avrebbe ritrovato Newt lì dentro.
    Evidentemente no.
    Caradoc? Chiese senza pensarci, come se la memoria e quegli enormi occhi pallidi non potessero tradirla, poi si avvicinò ad un uomo più grande di Leodegrance, in un posto in cui il corvonero non avrebbe messo piede nemmeno sotto tortura.
    Oh perdonami tanto, ti ho scambiato per un conoscente. Ora che lo guardava più attentamente, il naso di quest'uomo era più piccolo; fermò quella sua strana scansione prima di potersi ritrovare a chiedergli se anche lui avesse un dente scheggiato.
    Autocontrollo, Rosier.
    Dovrei intrappolare uno spirito in un oggetto, avete qualche libro a riguardo? Chiese, umettando le labbra appena colorate, poi intrecciò le dita nel tentativo di nascondere lo smalto irrimediabilmente sbeccato.
    Poi, così, per curiosità. C'è modo di reperire un pipistrello vampiro?
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    Se per gestirla intendi tirarle i capelli o provare a tirarle qualche graffio, allora si, posso gestirla. Temo siano finiti i tempi in cui cruciavo la gente. Soffiò sul tè e posò la tazza, dimenticandosi di bere.
    Io? A duellare? Vuoi proprio seppellire la mia autostima una volta per tutte, eh? Apprezzò la disponibilità di un vecchio compagno di scuola, una vecchia fiamma, un vecchio amico.
    Non lo diede comunque a vedere se non per le spalle, improvvisamente più rilassate; sembrava quasi stare comoda nonostante quello scheletro ingombrante.
    Non dirlo nemmeno per scherzo. Le spalle si squadrarono di nuovo mentre si posava sullo schienale della poltrona, le labbra improvvisamente dure ed un velo di delusione negli occhi.
    Si sentì sciocca ad essersi aperta, ad aver parlato a Clay dei suoi problemi.
    Il supporto che stava ricevendo era dettato dal senso di colpa?
    Avrebbe presto fatto chiarezza.
    Evidentemente ero già entrata in fase attiva. Disse, sciogliendo le dita ormai annodate in grembo da tempo.
    Tu mi piacevi davvero, Clay, davvero tanto. Spiegò piena d'imbarazzo, il viso sembrava aver assunto un colorito più umano.
    Ma c'era Valerie e io non potevo competere con lei, era palese. Morse un labbro come per trovare le parole giuste, evitando lo sguardo di Deschanel come un vampiro avrebbe fatto coi raggi del sole.
    Se non ero lì non potevi più scegliermi e di conseguenza nemmeno rifiutarmi, per me è stato più facile così. So che non ha senso come ragionamento, lo so, ma per me lo aveva e, lo sai come sono fatta, non accetto un no come risposta. Gesticolò, come se tutto quel movimento di mani potesse distrarlo dal riconoscere l'imbarazzo disegnato sul suo viso.
    Ho fatto esattamente come dice lo psicologo, ho rovinato tutto pur di non rischiare che funzionasse.
    Lo so, è stupido.

    Sistemò i capelli e affondò nello schienale.
    Ti sdebiterai non sposando la figlia di Satana. Sorrise.
    Sentire di nuovo l'adrenalina circolare nel corpo dopo tanto tempo, quel far fluire i pensieri, la faceva sentire esausta ma in qualche modo appagata. Si era tolta un peso.
    Se la sposi dovrò per forza ricominciare a cruciare la gente.
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    Sette galeoni. Ripetè, frugando nel portafoglio rivestito di pelliccia rosa.
    Lo odiava.
    Eppure quando lo aveva comprato le piaceva da impazzire.
    Le sfuggì una leggera risata nel comprendere la fine della carriera sportiva del ragazzo, diede i soldi al ragazzo curandosi di lasciare una mancia decente.
    Dovresti trovare un'altra squadra. Disse, spostando i capelli dietro le orecchie.
    O mettere su un giro di corse, io ci starei. Non che sembrasse chissà che portento, soprattutto impigiamata così. Io ho giocato solo a scuola, sia per Hogwarts che per Durmstrang. Disse, come se a quel ragazzo potesse importare qualcosa.
    Aspetta, toglimi l'ultimo dubbio e poi ti lascio andare. Sorrise. Anche tu studi all'accademia, giusto? Pozioni?
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    Credo di no, dipende dai gusti. Alzò le sopracciglia, incapace di dare un giudizio onesto o quantomeno sensato. Se Clay si fosse messo addosso una camicia di flanella e avesse messo su una trentina di chili, lei lo avrebbe comunque considerato un principe.
    Tesoro, passa qualche giorno con me e non sarai più all'altezza di nessuno.
    Soffiò una breve risata, senza per questo togliere gli occhi dal libro di pozioni, pronta a lanciare un autoscribo su quella penna tanto anonima da non essere più tanto da lei.
    Il pessimismo ti sta malissimo, troveremo una soluzione. Disse, per una volta preoccupata sul serio.
    Non poteva arrendersi così e sposarla davvero.
    Era così profondamente ingiusto!
    Diciamo che la situazione non era molto chiara nemmeno a me prima di parlarne con lo psicologo, che avrei dovuto dirti? Disse, raccattando le sue cose e seguendolo fuori dalla biblioteca; lei non aveva fatto minimamente caso a quelle persone.
    Abbozzò un sorriso e per una frazione di secondo sembrò non essere cambiato nulla dal suo secondo anno a Serpeverde.
    L'anno del drago.
    Oddio non posso farcela in mezzo a tanta gente- ehi! - Non ti hanno insegnato che non si dice ad una ragazza di andare dal parrucchiere? Disse, fingendosi offesa. Poi si accomodò sulla sedia, stringendosi nelle spalle come se in quella caffetteria potesse far freddo.
    Riflettè sulla spa e pensò potesse farle bene, poi si ricordò delle ossa sporgenti, del fatto che si sarebbe sentita orribile in un costume da bagno e decise di no, Clay non l'avrebbe vista così.
    E' un po' più complicata di così. Disse, facendo tintinnare il cucchiaino contro le pareti della tazza, girando in senso orario un tè che avrebbe bevuto solo a metà.
    Mi hanno detto che sono "dipendente dall'abbandono" Disse, mimando anche le virgolette. Le solite cose, drammi familiari, una madre egoista, un padre morto, zii anaffettivi e in sostanza se un qualsiasi rapporto sentimentale sta procedendo nel verso giusto io lo rovinerò perchè non so fare altrimenti. Spiegò, roteando gli occhi come a parlare di qualcosa di davvero poco interessante, concludendo con un sorriso quasi divertito.
    Se non fa sentire rassegnati uno spiegone del genere allora si deve avere proprio una volontà di ferro.
    Lei pensava di averla.
    Evidentemente si sbagliava.
    Ma parliamo di te invece. Disse, sporgendosi in avanti fino a sentire il fumo del tè carezzarle il viso. Devi imparare a dire le bugie. Sorrise. Immagino che un matrimonio del genere sia fatto principalmente per farvi sfornare un super erede, no? Disse, umettando le labbra come se il gesto bastasse a rendere valido quel percorso mentale pieno di buche.
    Se tu fossi sterile non saresti più uno sposo alla sua altezza. Si tirò su, alzando le sopracciglia a quell'intuizione geniale.
    Conosco una ragazza che lavora al San Mingo, un paio di referti falsi e il gioco è fatto.

    Clay Deschanel non poteva sposare una stronza.


    Edited by ~thistle. - 24/1/2020, 17:27
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    La Rosier smontò dalla scopa, il freddo sulle gambe la rendeva magicamente meno maldestra; fece pochi passi in avanti spolverandosi la neve dai capelli chiari.
    Cos'è che sei? Un mannaro disfunzionale? Chiese, continuando ad avvicinarsi. Il suo solito passo silenzioso era rovinato dallo scrocchiare di legnetti e ghiaccio, anche qualche sassolino qua e la.
    O un vampiro? Chiese, dubbiosa ma con quella scintilla di interesse che non si accendeva da tempo.
    Un plot twist, l'incontro inaspettato che avrebbe dovuto cambiare qualcosa in lei dopo tanto tempo di stallo.
    Si avvicinò, per studiare meglio la creatura sotto quella luna tanto luminosa.
    Devi essere giovane, per essere un vampiro. Ti vesti da universitario. Disse, piegando appena la testa, studiando le espressioni del viso dell'uomo. Non che avesse un gran repertorio.
    Eris Rosier, non ci sono recinzioni ma sei nella mia proprietà. Sorrise, liberando una mano dai guanti da quidditch che ancora teneva dai tempi di Hogwarts; allungandola per stringere la sua.
    Sembrava fin troppo posato per essere un vampiro a caccia.

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