Posts written by Drihoe

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    Adrian si spostò le ciocche di capelli che gli erano rimaste davanti agli occhi, mentre Corey faceva pressione sul suo fondoschiena.

    In seguito, gli chiese di morderlo: la richiesta lo fece sorridere, poiché gli ricordò i morsi che aveva ricevuto qualche ora prima, nel vicolo.


    È ora di restituirti il favore... e così dicendo gli diede un morso deciso sul collo, cercando di non fargli male.

    Occhio per occhio, dente per dente; hai visto che sono vero e non un sogno? gli domandò ridendo.

    Adesso potrai dormire tranquillo.
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    Sentendo quelle parole, Adriano arrossì ancora di più.
    Era felice di piacere a Corey, ma gli risultava difficile lasciarsi andare troppo.
    Riaprì il occhi e lo guardò esprimere ciò che provava.


    come faccio a dormire, sapendo che ho un bellissimo ragazzo nel mio letto, per me tu sei un sogno e ho paura se mi addormentarsi potrei scoprire quando mi sveglio che sei stato un sogno.

    Adrian sgranò gli occhi, poi scoppiò in una risata fragorosa.

    Credi che io sia un sogno? Mh, vediamo un po’...se fossi un sogno potrei fare questo? e così dicendo gli si avvicinò e lo baciò sulla bocca.
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    Corey tornò dal bagno e mise i vestiti di Adrian su una sedia, per poi sistemarsi nel letto con lui.

    Adesso ti riscaldo io
    Adrian arrossì leggermente: spesso mostrava poco le proprie emozioni, ma in quel momento non ne poté far a meno, sentendo anche una certa eccitazione.
    Decise di ricomporsi un attimo, poiché non amava vivere in fretta le proprie relazioni, ma gli piaceva godersele.

    Così, mise la testa sul petto di Corey e chiuse gli occhi.


    Forse è meglio se dormiamo. disse accompagnando la frase da una risatina.
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    Adrian aspettò che Corey si facesse la doccia, girovagando un po’ per la camera, osservando le luci del villaggio dalla finestra e accarezzando la propria gatta, la quale ormai dava i primi segni di sonnolenza; una volta che ebbe chiuso gli occhi, la risistemò sul cuscino imbottito.
    Dopodiché iniziò a cercare i suoi vestiti, finché non si rese conto di averli lasciati nel bagno: anche se gli piaceva il freddo, stava iniziando a soffrirlo, così si sdraiò sul letto per riscaldarsi un po’.
    Poco dopo, ritornò Corey, il quale gli si avvicinò e lo baciò; Adrian ricambiò, ma stava iniziando a dare chiari segni di stanchezza, così invitò Corey a raggiungerlo nel letto.


    Grazie mille per la giornata di oggi. gli disse scompigliandogli i capelli ancora umidi.
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    Non fa niente, va bene così com’è. disse Adrian girando un po’ per la camera: era semplice, ma perfetta per passare una notte in un posto accogliente;
    Appena trovò il bagno, tornò da Corey e, accarezzando la propria gatta, che ormai si era accoccolata e quasi addormentata su un cuscino imbottito, gli chiese il permesso di darsi una sciacquata.


    Ho un grandissimo bisogno di lavarmi. aggiunse, come per giustificarsi.

    Ricevuto il permesso dal ragazzo, si lavò velocemente, per non perdere troppo tempo e con un asciugamano attorno alla vita.

    Adesso cosa proponi di fare? disse sorridendo.
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    Corey non sembrava contento della proposta; tuttavia, ad Adrian piaceva andare piano e godersi ogni momento, così si concesse per qualche altro bacio e morso.

    Basta che non mi succhi il sangue come i vampiri. disse scherzosamente

    Dopo un po’, si separò da Corey lasciandogli lentamente la mano, riprese in mano le sue cose e gli sorrise.

    Allora, mi ci porti a questo ostello o no? e poi si incamminò verso la strada dalla quale erano venuti, aspettando che Corey lo raggiungesse.
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    Si appartarono in un vicolo, continuando a baciarsi, finché Corey non gli propose di passare la notte nel suo ostello; Adrian cercò di ricomporsi, aggiustandosi la capigliatura.

    Non so, dovrei tornare a prendere le mie cose...
    Stava cercando di non essere impulsivo: in passato gli era costato caro questo comportamento, anche se era consapevole che si trattasse di una sua grande caratteristica, spesso repressa.
    Subito dopo, riprese a guardare Corey negli occhi, in cerca di una risposta, per poi decidersi: avrebbe passato la notte con il ragazzo.


    Ci sto. disse sorridendogli.
    Però domani mattina torno nel mio. e gli prese la mano facendogli l’occhiolino.
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    ”ora tocca a te a raccontarmi un po' di te”
    Adrian rimase un po’ a pensare: gli era stata posta una domanda così facile, eppure aveva così tante cose da dire che non sapeva da dove iniziare.
    Nulla di che, sono nato in Francia e poi mi sono trasferito in Inghilterra...con mia madre

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    Sulla strada del ritorno parlarono poco, finché Corey, con un gesto rapido della bacchetta, fece apparire una rosa rossa; Adrian non sapeva bene come comportarsi, quelle emozioni erano abbastanza nuove per lui.
    Afferrata la rosa, si avvicinò al ragazzo e, con insolita sicurezza, fece in modo che le loro labbra si sfiorassero, per poi baciarlo definitivamente.


    Scusami tu se mi sono permesso.
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    Non ho idea di cosa siano tutte queste cose. disse osservando attentamente il menù, finché Corey non gli chiese se avesse mai provato la burrobirra.

    In effetti ne ho sentito parlare, ma non l’ho mai provata...
    Cercò di nascondere il fatto che non vedeva l’ora di fiondarsi sull’alcol e chiamò un cameriere per ordinarne una a testa.
    Bere un po’ lo avrebbe aiutato ad aprirsi più fretta.


    Dimmi un po’ di te...di dove sei?
    E così iniziarono a parlare del più e del meno, mentre la burrobirra iniziava a far effetto e provocare sonnolenza ad Adrian.

    Forse dovrei tornare all’ostello... disse al ragazzo, sperando che si offrisse di accompagnarlo.
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    Corey sussurrò qualcosa alla gatta non appena la prese in braccio; Adrian fece una faccia un po’ perplessa, per poi realizzare che lui stesso era il primo a parlare con la sua gatta quotidianamente.
    Entrati nella tavola calda, il ragazzo gli chiese dove volesse sedersi e Adrian lo trascinò in un tavolino in un angolo, con vista sulla strada principale del villaggio.


    Tu e Ayaba vi scambiate già i segreti? disse con tono ironico, per poi perdersi qualche secondo negli occhi del ragazzo.

    Ho una gran sete, cosa mi consigli di ordinare? domandò in fretta per evitare l’imbarazzo.
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    Hogwarts eh? e come si vive lì?
    Adrian era incuriosito dal ragazzo, era felice di aver trovato qualcuno con cui parlare in così poco tempo; inoltre, un po’ di svago non gli avrebbe fatto male.
    Per le strade del villaggio passavano poche persone ma, sebbene Adrian preferisse la confusione delle grandi città, trovava quella calma molto stimolante.
    Il peso di Ayaba, unito a quello dei vestiti appena comprati, stava mettendo a dura prova le braccia di Adrian; tuttavia, notò che Corey aveva muscoli molto più allenati dei suoi, così, senza pensarci due volte, gli disse:


    Ti dispiace tenerla in braccio? Giuro che non graffia.

    Subito dopo notò una tavola calda dove avrebbero potuto sedersi e discutere con calma, così fece cenno al ragazzo di dirigersi in quella direzione.
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    "Tu sei un figo della madonna cioè voglio dire che sei bellissimo."

    Quelle parole lo lasciarono di stucco: nessuno glielo aveva mai detto in faccia e l'essere diretto di quel ragazzo lo divertiva e imbarazzava allo stesso tempo; d'altronde, non credeva di poter sentire così caldo in un ambiente così freddo.
    L'imbarazzo della situazione fu spezzato in fretta da un'altra frase, che distrasse Adrian dall'intento di ringraziare il ragazzo per il complimento inaspettato.


    "Se ti va possiamo girare il villaggio assieme, io sono qui da solo, comunque io sono Corey tu? oddio che bel gatto!? come si chiama?"

    Adrian si prese qualche secondo per riorganizzare le domande poste da Corey e rispondere una ad una.

    Non conosco per niente la zona, quindi se ci perdiamo non farmene una colpa. e gli fece cenno di incamminarsi insieme con la testa.

    Piacere di conoscerti Corey, io sono Adrian e lei è Ayaba. disse accarezzando la gatta.
    Sono stato fortunato a trovare un istituto come Durmstrang, almeno ho avuto la possibilità di portarla con me.
    Tu studi o lavori?

    Edited by Drihoe - 29/6/2019, 11:54
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    Adrian non odiava l’estate, semplicemente non riusciva a capire perché le persone non vedessero l’ora di passare mesi a sciogliersi sotto il caldo afoso; pensava che optare per un clima freddo sarebbe stata la scelta migliore per lui e per la sua gatta.
    Era lì da poco e non se ne intendeva di luoghi dove passare le vacanze, ma gli era stato consigliato un villaggio perfetto per non soffrire il caldo estivo: il Villaggio Magico di Bergenwiz.
    Era così felice di poter mettere vestiti invernali nella sua valigia, anche se ormai si era stancato di mettere sempre le stesse cose e già pensava a cercare un bel negozio di vestiti una volta arrivato al villaggio.
    L’ostello gli faceva pregustare quell’atmosfera invernale che non avrebbe mai pensato di trovare in estate e i negozi per i quali aveva iniziato a girovagare sembravano chiamarlo uno ad uno, ma lui aveva in mente solo i vestiti.
    Trovato ciò che cercava, lasciò la sua gatta fuori dal negozio a cercare qualche preda e vi entrò per comprare tutto ciò che lo attirasse; tuttavia, questa volta si era trattenuto un po’ di più: non aveva senso comprare troppi vestiti invernali durante l’estate.
    Uscito dal negozio, riprese in braccio la sua compagna e notò un ragazzo intento a fissare la vetrina del negozio: aveva uno sguardo tra il perso e l’indeciso, forse perché non sapeva se comprare qualcosa o meno.
    Con disinvoltura, Adrian si decise a dargli consigli di moda, come amava fare con tutti:


    Tanto con quel fisico staresti bene con tutto.

    Ecco, aveva fatto di tutto tranne che dargli consigli di moda e adesso voleva sprofondare nel vuoto.
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    Sbrigati, è arrivato il tuo momento!
    Le parole di sua madre riecheggiavano nella testa di Adrian: cosa intendeva di preciso? il momento di pensare a sé stesso e un po’ meno a lei?
    L’unica cosa della quale fosse sicuro era che la distrazione e l’eccitazione di iniziare a studiare a Durmstrang lo stavano trattenendo dalla lettura di Jane Eyre, il suo romanzo preferito, compagno di viaggio insieme ad Ayaba: adorava quella gatta e la possibilità di portarsela con sé gli aveva dato un minimo di sicurezza in più...in caso non avesse fatto degli amici.
    In effetti aveva sempre fatto fatica a farsi dei veri amici e l’idea di continuare così per tutta la sua vita lo faceva rabbrividire; tuttavia, in un ambiente di maghi come lui sarebbe potuto riuscire a trovare interessi in comune con più persone...o almeno questo era quello che continuava a ripetersi per non perdersi troppo nei suoi film mentali.
    Arrivato all’istituto, iniziò a girovagare senza meta, ma semplicemente perché non sapeva nemmeno dove andare. La tensione era tangibile anche solo dal fatto che stesse nervosamente accarezzando il pelo grigio scuro di Ayaba, in cerca di indicazioni.
    In poco tempo trovò però i sotterranei, con tanto di dormitorio maschile e, senza pensarci troppo, vi si fiondò come se fosse la meta di una gara di atletica.
    La stanza era dominata dal silenzio, ma non uno di quelli rilassanti: era un silenzio imbarazzante, anche se non aveva ancora visto se ci fossero altri studenti o meno.
    Anche se appariva sempre freddo, l’ansia lo mangiava da dentro in quasi tutte le situazioni e, preso coraggio, disse con un tono tra il medio e l’alto:


    C’é nessuno?
14 replies since 26/6/2019
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