Posts written by "Alec"

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    Gli sorrido e si, non stento a crederlo. Del resto non gli manca di certo lo spirito d'iniziativa e sono così felici in questo periodo che non sono neanche certa dormiranno più di otto ore.
    Sentirlo parlare del nostro letto, del nostro stare insieme mi fa sentire così bene che ho paura di crederci troppo, per non dovermene pentire poi dopo.
    -Questa è una domanda che mi pongo ogni volta, ma alla fine mi rispondo che è un film, del resto dove lo trovi un bambino di otto anni così intraprendente?- non che i giovani d'oggi non lo siano, ma non è possibile che a otto anni si sappia fare la spesa, trovare la strada di casa imbastire un piano così ben congegnato per affrontare due adulti.
    Così come è inverosimile questo lo è anche il fatto che un genitore non possa accorgersi che manca un figlio all'appello, neanche se si va di fretta.
    Prendo il vino e faccio un sorso, amo la magia, mi affascina da morire.
    -Si?- chiedo quando AJ richiama la mia attenzione.
    Lo so che ha detto che dovevamo parlare, ma non sono mai pronta al momento in cui potrebbe dirmi che le sue parole erano solo ipotesi e dopo natale sarebbe il caso di trovare una nuova sistemazione.
    Lo guardo e lo lascio parlare, sono una brava ascoltatrice e posso assorbire qualsiasi colpo.
    Ma quello che ha da dirmi non è niente di tutto ciò che la mia mente ha partorito fino a questo momento, tant'è che mi spunta un sorriso sulle labbra.
    -Aj ... - sento le lacrime pungermi gli occhi e mi sto per strozzare con la mia stessa saliva ma riesco a dirglielo - ti amo anch'io- lo amo con tutta me stessa, andarmene è stato un errore, non parlarne, farmi sopraffare dai dubbi.
    E' stato tutto un grandissimo sbaglio da parte mia.
    -Grazie- per darci una seconda possibilità, per credere in un noi.
    -Grazie AJ- e quelle che seguono, mentre affondo la testa nel suo petto, sono lacrime di gioia.
  2. .
    E' la voce di Alec a riportarmi con i piedi per terra.
    Colta in flagrante mi sento le guance in fiamme, e anche AJ è lesto nel riprendere il controllo della situazione.
    Mi accorgo solo in questo momento di essere su un ripiano, persa nel bacio non mi son ragionata di niente.
    E se Alec non si fosse intromesso probabilmente ora non sarei solo diventata rossa.
    Come se qualcosa sia effettivamente cambiato tra di noi riscopro una complicità che fino a questo momento è stata latente.
    Lui sembra tranquillo mentre da voce a quelli che sono i miei pensieri.
    Alec chiede della mamma.
    -E la mamma risponde- sorrido e mi lascio aiutare a scendere mentre cerco di capire cosa effettivamente stavo facendo prima di perdere il controllo.
    A si, cucinavo.
    Alec mi trascina verso la sala, AJ li conosce bene, sfilano davanti a me, vogliono le coccole, si abbracciano e tra le mani mi hanno messo il mio cellulare, perchè le foto di mamma gli piacciono tanto.
    Non fanno venire il mal di testa, dicono.
    A me piacciono anche quelle che fa AJ, le persone si muovono in quelle foto, mica scherziamo eh.
    Io però sono ancora con la testa al momento prima, quando AJ mi ha tirata di nuovo a se prima di lasciarmi ad Alec.
    Ha detto che dopo avremmo parlato, e io vorrei tanto che questo dopo arrivasse subito.

    Il dopo non arriva subito, passiamo una giornata bellissima, in famiglia, giochiamo, scherziamo, alla fine ci siamo messi a guardare un film di natale.
    I gemelli si sono addormentati e AJ si è offerto di portarli nei loro letti.
    Io sono rimasta sul divano con una coperta sopra che finisco di vedere la seconda parte del film.
    Quando ritorna gli faccio segno di sedersi accanto a me e condividiamo la coperta.
    -Sono crollati- dico ripensando a quanto effettivamente ci hanno messo per chiudere gli occhi, neanche venti minuti di orologio da quando si son spente le luci - bella trovata la luce soffusa, ammetto che per un momento ho temuto di addormentarmi anch'io- sorrido e mi accoccolo di più a lui - lo hai mai visto mamma o perso l'aereo?- chiedo mentre osservo il bambino saltellare sul letto tutto felice per essere rimasto solo in casa - non vorrei mai essere nei panni della madre-
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    Quei momenti in cui sembriamo l'uno il proseguimento dell'altro io mi pento di aver avuto dei dubbi sulla nostra storia.
    Potessi tornerei indietro e cancellerei tutto con un colpo di spugna tornando a quando avevamo dei progetti, a quando volevamo costruire la nostra famiglia.
    -Si beh- arrossisco visibilmente - lo sai che ci tengo- a cosa? Beh, intanto che vada tutto bene, che ad AJ piaccia la mia cucina, che non si trovi nella condizione di arricciare il naso e magari pensare: mio dio ma questa quando se ne va?
    Nella mia mente bacata se lo tengo felice almeno da questo punto di vista mi tiene con se ancora un pò. Non fa una piega come ragionamento, anche se sembra quello partorito da una ventenne insicura e psicolabile.
    Mi rassicura sul fatto che staremo insieme fino al 26, e la domande del : "e poi?" mi rimane in gola.
    -Dico che è meraviglioso, ma perchè tu sai pattinare?- sorrido e non so, ho sempre pensato che non le sapesse fare queste attività puramente babbane. Come amano chiamarci i maghi.
    Sorseggio un pò del vino che mi ha versato e mentre lui si allontana io mi volto a mescolare ancora un pò la salsina, ma credo sia cotta ormai.
    La spengo. E mi paralizzo..
    E' alle mie spalle, lo percepisco con forza, ha un carisma non indifferente e anche quando non lo vedo lo sento. E' inevitabile.
    Abbasso lo sguardo sulla catenina che ha messo al mio collo e non ho il coraggio di voltarmi perchè mi si sono riempiti gli occhi di lacrime.
    Ma io merito davvero tutto questo? Lo merito quest'uomo?
    -E'..- mi mancano le parole? no, mi si è solo fermato un cinghiale in gola, ma decido di ingoiarlo a tutta forza - è meravigliosa- dico percependo strati di pelle d'oca quando le sue labbra si posano delicatamente sul mio collo.
    E allora mi volto, delicatamente.
    -Grazie- riesco a dire.. Ho il suo viso così vicino al mio che posso percepirne il respiro sulla pelle, posso persino percepire il sapore delle sue labbra senza ancora averle toccate.
    Ma io voglio sentirlo questo sapore, voglio sentire il calore della sua lingua intrecciata alla mia.
    E non mi va di ragionare, a nessuno dei due va, visto che stiamo sfogando un mese di attrazione reciproca in questo unico bacio.
    Cielo quanto l'ho desiderato, il problema ora è che non ho il coraggio di staccarmi.
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    Chiedere è lecito, io so di non essere a casa mia. Sebbene questa casa l'abbiamo comprata insieme io l'ho lasciata a lui, me ne sono andata, e per quanto la logica ci imponga di pensare che è per metà mia il buon senso e anche le buone maniere mi ricordano che non è così.
    Indipendentemente dagli eventi poco gradevoli che mi hanno portata qui, indipendentemente dal fatto che ci volessi tornare già da tempo, non sarebbe corretto da parte mia imporre la mia presenza.
    Non sarebbe corretto fare da padrona quando non mi ci sento tale.
    -Non voglio essere invadente- dico sperando di aver scelto le parole giuste.
    Mi propone un'alternativa. Ha parlato al plurale, quindi "possiamo spostarci" intende io e loro.
    Mi piace quando ragiona così, si fa prendere dall'istinto, poco pensa a come fare per farmela pagare.
    Ecco perchè mi sono innamorata di lei. Un gigante col cuore tenero.
    E so che non mi dovrei allargare, insomma mi sta offrendo protezione e io ora mi sto alzando e lo sto raggiungendo, infine lo abbraccio. Veramente lo volevo abbracciare già da ieri, non fosse che mi ha fatto tirare fuori gli aculei non appena il mio radar aveva intercettato le signorine che gli ronzavano attorno - grazie- gli dico semplicemente - quando sono partita dalla francia non avrei mai sperato in tanto- decisamente no.
    Stringo un pò più forte per gli ultimi secondi e poi lo lascio andare. Mi schiarisco la voce e gli do le spalle incerta sul da farsi.
    -Io.. credo qualcuno che ce l'ha con mio figlio. Mi ha detto che si è messo in un brutto guaio ma neanche lui sa che sono qui. La verità è che non ci ho pensato molto. Ho avuto paura e quindi .. sono scappata via- tutto molto lineare e semplice sebbene forse un pò avventato da parte mia.
    -Vado a cambiarmi- gli dico dirigendomi verso le scale del piano superiore -poi decideremo il da farsi, okay?-



    Il tempo è volato.
    Siamo alla vigilia di natale e sto cucinando per noi quattro.
    L'indomani siamo in compagnia di altre persone ma oggi abbiamo deciso di passarla in tranquillità, tra di noi.
    I bambini sono emozionatissimi, sotto l'albero ci sono i loro regali e aspettano la mezzanotte per poterli scartare.
    Dagli sbadigli e le manine che sfregano gli occhi sono quasi certa che non arriveranno alle dieci.
    -Puoi passarmi gli aromi?- chiedo ad AJ che ha deciso di aiutarmi.
    Sono un pò incerta su questa salsa dell'arrosto, sembra compatta ma forse un pò insipida, dovrei chiedere un parere esterno.
    -Mi dici come sa?- allungo un cucchiaio con un pò di sugo verso le sue labbra ma mi lascio distrarre per un attimo e le gocce arrivano per metà sul ripiano - oh accidenti, scusami- mi affretto a pulire e mi dico che sono agitata, e lo sono perchè la questione è stata risolta, me ne ha parlato qualche giorno fa quindi .. quindi io qui non ci dovrei più stare, aveva dato una scadenza, il giorno è quindi giunto.
    Solo che io non ho il coraggio di parlarne e lui? Forse è uno dei pensieri che gli affollano la testa, forse dovrei essere io a iniziare il discorso per facilitargli il compito.
    Se continuo a pensarci mi scoppierà il cervello.
    -Ho un regalo per te- dico invece sbarazzandomi dei restanti pensieri almeno per il momento.
    -Ma te lo darò più tardi- sorrido e torno a mescolare la salsina dell'arrosto.
    -Tu quand'è che sei di turno?-
  5. .
    “Fino alle feste” paradossalmente è tanto tempo, sono mesi se vogliamo, uno e mezzo a voler essere precisi, e chi lo sa che col tempo non diventino di più.. chi lo sa se non riusciremo a perdonarci a vicenda per quello che è stato il passato?
    Non riesco a togliermi dalla testa la scena di ieri, quando stava perfettamente a suo agio in mezzo a tutte quelle donne.
    Non riesco a non chiedermi se ha una fidanzata, se i gemelli la conoscono, se la considerano come una specie di mamma surrogata quando non sono con me.
    Poi mi dico che se ci fosse stata allora avermi li sarebbe stato un problema.
    Che se ci fosse stata la sua sarebbe stata solo cortesia e io avrei dovuto dire qualcosa tipo “ non ti preoccupare, cercherò una sistemazione altrove”.
    Eppure non lo dico, perchè se mi ha invitato a restare allora accetto.
    Anche se ci fosse un'altra.
    Non sono problemi miei, no?
    Lo guardo da sopra il bordo della tazza mentre sorseggio il caffè.
    -Sei molto gentile riguardo questo punto- dico ma voglio saperne di più. Voglio sapere fino a quanto posso effettivamente sentirmi a casa, e quanto solo un'ospite.
    -Cosa posso fare e cosa non posso fare finchè sono qui?- chiedo quindi nel modo più naturale che conosco.
    -Per esempio posso cucinare anche per te? Sarebbe il caso di sistemare la stanza degli ospiti, non riesco a dormire sapendoti sul divano- mi stringo nelle spalle imbarazzata – posso sentirmi veramente a casa oppure .. - abbasso lo sguardo – oppure potrebbe arrivare qualcuna con un diavolo per capello e intimarmi di andare via perchè sono .. di troppo?-
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    He is mine

    Grazie mille :quo:
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    Non ho dormito molto, mi sono girata e rigirata nel letto troppe volte per poterle contare.
    In primis su quel divano ci sarei dovuta essere io, stare qui, con queste lenzuola che hanno il suo profumo impregnato tra le trame del tessuto fanno si che il sonno oltre che a tardare viene anche sostituito dai pensieri.
    Mi sono fatta prestare una felpa, non ho pigiami comodi in valigia, e non era il caso di ostentare un abbigliamento poco consono alla situazione.
    Quando lo sento uscire mi alzo di rimando e vado in cucina, non ci sono biglietti ma spero che sia andato a prendere Rachel e Alec.
    Lo scopro dopo un pò, quando rientrano in casa e fanno sorridere per come vogliono impegnarsi a fare silenzio, dopo aver urlato si intende.
    Fingo di dormire e quando volano sul letto lascio che mi riempiano di baci prima di abbracciarli forte a me.
    Le loro domande mi invadono per i successivi dieci minuti, almeno fino a che non appurano che non me ne sarei andata nell'immediato futuro anche se no, non eravamo tornati insieme io e il loro papà.
    Quando fuggono nelle loro camere per giocare io scendo di sotto e trovo AJ in cucina, intento a preparare il caffè.
    -Buongiorno- gli dico sedendomi a debita distanza, perchè la mia mente ha già immaginato me che mi avvicino a lui e che lo bacio su una guancia, questa casa mi fa tornare a una sorta di quotidianità che devo assolutamente ricordare che non esiste più.
    -I bambini sono entusiasti- gli dico come se non fosse lampante quanto stessero esplodendo di gioia - grazie per avermi ospitata- e per essere stato così ben disposto verso di me.
    Ovviamente non so come fare a chiedergli come ci dobbiamo organizzare in questi casi, se è il caso di prendere una casa nei pressi di questa, se è il caso invece di restare qui, quali regole ci sono da rispettare, come ci dobbiamo comportare tra di noi, come spiegare la situazione ai bambini...
    Non dico nulla di tutto ciò, quando si volta a porgermi il caffè gli dico solo - grazie- e accompagno il liquido marrone con un cucchiaino di zucchero.
    -Cosa hai detto ai bambini?- almeno per trovarci entrambi della stessa parola.
  8. .
    Non mi aspettavo potesse dimostrare affetto per me, non dopo quello che era successo, eppure lui lo fa, mi stringe le mani tra le sue e io mi sento di nuovo bene con me stessa, mi sento più leggera, mi sento al sicuro.
    -Io..- non so come trovare le parole, di solito ne ho una per ogni cosa ma mentre lo vedo stringere la mascella così forte a voler trattenere la rabbia che le mie parole gli stanno suscitando, vengono meno.
    -Temevo che non volessi ascoltarmi- per telefono poi, non lo avrei visto in viso, i suoi silenzi mi sarebbero pesati come macigni, ogni incertezza avrebbe fatto capolino insinuandomi il dubbio che a lui di me non importasse.
    Avrei frainteso, cosa che invece non stava accadendo ora, perchè potevo vedere con i miei occhi quanto ancora gli importasse.
    Delle lacrime scendono silenziose, avrei voluto evitare ma credo che questo sia un crollo di nervi.
    Ero pronta a fare la dura, mi ero detta che non vedere i miei figli era la soluzione migliore, non avrei mai preteso o chiesto di trovare asilo da lui.
    Lo stringo in un abbraccio, forse anche troppo forte, ma ne ho bisogno.
    Anche se non rispondo annuisco ad ogni sua parola, mi schiarisco la gola, cerco di ricompormi anche se sto così bene tra le sue braccia che faccio una fatica immonda per tornare al mio posto.
    Tornare a casa, le parole più belle del mondo.
  9. .
    Non smetto di osservare le sue spalle, sono sempre state la parte del suo corpo che mi perdevo a guardare, mentre si allenava e tutti quei muscoli si tiravano tesi, assieme alle sue braccia, quelle braccia che ancora sogno la notte talvolta, quando le immagino avvolgermi la vita per avvicinarmi maggiormente al suo corpo.
    Penso che non si volterà mai, il rancore è così forte? Non penso, almeno spero di no, eppure indugia tanto prima di darmi retta.
    La verità è che ci ho davvero sperato.
    Lo guardo quando si volta, quando finge un mezzo sorriso, quando gli leggo nello sguardo che preferirebbe stare mille mila metri lontano da me piuttosto che li fermo ad ascoltarmi.
    Vedo che i suoi muri crollano quando percepisce in pieno l'entità delle mie parole.
    Prima di rispondergli però lo seguo a una panchina, mi siedo.
    -Io .. ho paura AJ- lo so che devo dargli delle spiegazioni più attendibili e lo faccio subito dopo - sono venute nel mio studio alcune persone, lo sai sempre la solita storia, volevano un aiuto, volevano iniziare una terapia.
    Mi è bastato veramente poco per capire che non sono no mag normali, insomma erano maghi, mi facevano domande strane, su di te, hanno parlato di mio figlio, hanno detto che se non volevo gli accadesse niente a lui, e anche ai nostri piccoli dovevo assecondarli-
    sono impotente mentre mi stringo nelle spalle - mi hanno minacciata, volevano che stilassi dei rapporti fasulli di sanità mentale per delle persone che neanche conosco, hanno detto che sarebbero tornati ma io .. sono scappata prima- e sono andata dritta dritta lì da lui. - non lo so se sono maghi o solo no mag particolarmente informati- l'ansia di quei giorni stava venendo fuori tutta insieme.
    -Non so forse dovrei scomparire dalla circolazione, volevo solo dirti che non sono in francia, che non staranno con me Alec e Rachel la prossima settimana, ... e forse mai più...- lo so sto sparlando, sono praticamente vittima di un crollo emotivo, non ho ragionato molto prima di agire, sono una psicologa so che sono sotto shock.
    -Ti avrei evitato questo ..- indico con le mani noi - se avessi potuto, ma non mi fido più di nessuno io .. ho pensato che avrei potuto non lasciare tracce .. ho usato la nave al posto dell'aereo, sto viaggiando da giorni e ho usato documenti .. falsi. Oddio ho sbagliato tutto vero?-
  10. .
    Ho assistito a una scena che mi sarei volentieri evitata.
    “Aaron ci vediamo per un caffè?” è la vocina nella mia testa che percula la tipa che ha appena flirtato con il mio ex, e ovviamente non ne sono contenta, senza motivo, lo so.
    Ma sono una persona questi sono sentimenti normali oh.
    Inoltre quando mi vede, l'espressione del suo viso che cambia, le coltellate che non si fa scrupolo a lanciare.
    Me lo merito, mi dico, o forse no.
    Non sono certa che quello che è accaduto sia tutta colpa mia.
    E lo sappiamo entrambi anche se lui finge di no.
    -Non c'è bisogno di alterare i toni, Aaron- uso il suo nome mentre guardo la tipa che ci supera oltre e ovviamente non smette di fissarmi.
    La ignoro io per prima voltandomi di nuovo verso di lui.
    -Lo so, sono qui per un altro motivo- è molto ostile – se non fosse importante ti accontenterei- va da se che non posso soddisfare la sua richiesta.
    -E' una denuncia quella che devo fare, se preferisci vado da qualcun altro, ma preferirei parlarne con te- .
  11. .
    La Londra che ricordo non aveva quest'aria così tetra già da settembre, non si respirano buoni odori, ed è gelida.
    Mi guardo intorno, il maggiore dei miei figli ha detto che avrei trovato AJ nella vecchia casa, e che i piccoli stavano bene.
    Ma che sarebbe stato meglio parlarci in un ambiente più neutrale.
    Non ha tutti i torti, me ne rendo conto, per questo vado dritta al ministero, almeno li non può uccidermi, quanto meno.
    Mi spunta un sorriso mentre seguo un sicuro mago dentro la cabina che porta all'interno.
    Mi sono fermata sin da subito, una donna mi ha chiesto chi cercassi.
    Per fortuna non ha fatto storie, conosce AJ e mi ha indicato il cortile.
    Con passo sempre più esitante lo cerco con lo sguardo, solo quando lo vedo mi viene una specie di vuoto atomico nello stomaco.
    Sta facendo .. che sta facendo in mezzo a tutte quelle donne?
    Yoga? Ma siamo seri?
    Mi trattengo dal non voltarmi e andare via solo perchè ho davvero bisogno di aiuto e vorrei anche discutere dei ragazzi ora che … ho appena deciso di trasferirmi in pianta stabile a Londra.
    Aspetto che finiscano, e sta sorridendo a una collega (penso) mentre asciuga delle goccioline di sudore invisibile, quando finalmente mi vede.
    -Ciao, AJ- lo saluto senza dar cenno di voler andare via.
    -Disturbo?-
  12. .
    Alec fece tutto in ordine quella mattina, si alzò, fece colazione in sala grande con Javier, lesse persino la gazzetta del profeta.
    C'erano notizie relative all'ultimo arresto degli auror, e altre di tipo economico, ma ciò che a lui piaceva di più era il cruci mago che stava nelle ultime pagine.
    Non fece in tempo a terminarlo così si ripromise di farlo una volta in stanza.
    Salutatosi con l'amico si diresse verso l'aula di incantesimi.
    La professoressa che avrebbe fatto loro lezione era una donna affascinante, chiara di carnagione e bionda, gli ricordò un pò sua madre, anche per la linea delicata del suo viso, ma scacciò subito il pensiero per concentrarsi verso qualcosa di più importante, la chiacchierata che sarebbe venuta.
    -Credo che questa materia ci serva soprattutto per comprendere meglio la nostra bacchetta, le sue potenzialità, le sue proprietà- senza queste basi, secondo Alec , sarebbero stati solo dei maghi allo sbaraglio.

    Alec Hausmann Corvonero
  13. .
    Alec non era mai stato in Spagna, non perchè non apprezzasse il sole caliente o la brezza marina, semplicemente non c'era mai stata occasione.
    All'inizio si era detto che non sarebbe stato il caso, tornare dai suoi probabilmente si, ma Javier sapeva come essere convincente quando voleva e probabilmente avrebbe difficilmente desistito se avesse continuato con i suoi ingiustificati no.
    Non aveva valide motivazioni, neppure la mancanza dei suoi era tale da poter convincere lo Spagnolo.
    Quindi alla fine aveva detto si. Vedergli spuntare il sorriso che ne era seguito aveva dissipato anche l'ultima goccia di titubanza che gli era rimasta.
    -Molto .. movimentata- disse guardandosi attorno mentre teneva le mani ben tese a sostenere il busto e osservava di sfuggita una coppia che si dilettava nello studio della linguoscopia, se così si chiamava.
    -Sono tutti così .. espliciti qui? Nessun senso del pudore o .. che so, ha un valore qui l'intimità oppure è solo una peculiarità dei nostri vicini di telo?-
    Tranquillo e con un mezzo sorriso tra le labbra tornò a guardare Javier da dietro le spesse lenti dei suoi occhiali da sole.
    -A parte tutto è molto bella, mi piacciono i colori e anche l'odore della salsedine. Da me difficilmente si può godere della brezza marina, così come pure di un sole così splendente.- In effetti la sua città era molto più simile a Londra di quanto pensasse.
    -Come hai fatto ad abituarti al grigiore inglese quando potresti avere sempre .. questo a portata di mano?-
13 replies since 11/6/2017
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