Posts written by Janis.

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    Schedario Animagus






    DATI ANAGRAFICI:

    Nome: Marìe Janis
    Cognome: Kellar
    Data di Nascita: 30/10/1985
    Nato a: Ruggell, Liechtenstein
    Residente a: Londra, Inghilterra
    Stato civile: Gattara Nubile









    DATI ANIMAGUS:

    Genere di animale ed eventuale razza: Leopardo melanico (Pantera nera)
    Descrizione fisica dell'animale: Felino solitario e opportunista. Il leopardo ha un corpo lungo e muscoloso, ben proporzionato, con grandi zampe. I muscoli pettorali sono sviluppati per consentirgli di arrampicarsi sugli alberi. La lunga coda viene tenuta incurvata verso l'alto quando l'animale cammina e funge da bilanciere durante gli spostamenti tra gli alberi. Pesa circa 35 kg. La lunghezza del corpo è di 1,25 metri, con una coda di 60 cm. L'altezza al garrese è di 70 cm. Gli artigli che raggiungono i 2,5 cm di lunghezza, sono i più affilati fra tutti i felini (necessari per arrampicarsi). I canini possono raggiungono i 5 cm di lunghezza. Le orecchie arrotondate hanno la parte posteriore nera e una macchia bianca all'interno. Sui fianchi, il dorso e la parte superiore delle zampe, le macchie formano delle rosette dall'interno bruno che talvolta presentano anche una macchiolina nera, come quelle del giaguaro. La testa, le zampe e la coda hanno macchie nere solide. Sulla coda, le macchie possono formare degli anelli.
    Il leopardo nero, noto comunemente come «pantera nera», presenta una variazione di colore dovuta a una mutazione genetica chiamata melanismo: il mantello conserva le sue macchie, ma esse sono visibili solo da certe angolazioni di luce.
    Segni particolari: Il pelo sul perimetro delle orecchie ha mantiene la caratteristica di Janis, ovvero muta di colore a seconda dell'umore della donna. Parimenti il colore degli occhi è quello della strega: cangiante che sfuma dal verde acqua all'azzurro.
    Registrato al Ministero: Si





    ALBERO GENEALOGICO:

    Nome e Cognome: Ras Kellar
    Grado di parentela: Padre

    Nome e Cognome: Annerose Collins
    Grado di parentela: Madre

    Nome e Cognome: Marcie Jade Kellar
    Grado di parentela: Sorella minore

    Nome e Cognome: Louise - coniuge di Antares Black
    Grado di parentela: Zia

    Nome e Cognome: Elison Elektra Black
    Grado di parentela: Cugina









    Edited by Abel; - 13/9/2019, 14:03
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    Non so perché, ma ho come l’impressione che mi rivedrete molto presto.” Fatalista, la strega aveva rivolto quelle parole ai suoi cinque gatti prima di salutarli e lasciare il suo appartamento per dirigersi verso il Ministero.
    Ancora doveva capire come aveva fatto a finire in quella – se così vogliamo chiamarla - trappola (che ad essere sinceri non se la sentiva proprio così, anzi). L’idea di trovarsi al Gran Galà di Natale con il proprio titolare e l’amico – che lo ricordava per averlo distrattamente e forse prematuramente additato come maschilista nell’occasione del Talent Show – la divertiva, stuzzicava e spaventava al tempo stesso. Era un rincorrersi continuo di sensazioni e presentimenti come non le accadeva da un po’.
    Forse era questo a cui si riferiva Elison quando le diceva che aveva bisogno di aria nuova, di sentirsi viva e di buttarsi nelle situazioni e nella mischia. O forse no, stando alla sua reazione dopo che le aveva fatto sapere chi era, o meglio erano i suoi accompagnatori - anche se preferiva pensare che era lei che accompagnava loro, vista l’età dei maghi.
    Pensiero irriverente, che sarebbe rimasto tale o dall’indomani non avrebbe più avuto un lavoro.
    Coprì un sorrisetto beffardo abbassando il capo nella stola scarlatta come le sue labbra, che le avvolgeva le spalle. Era arrivata prima dei due così da non perdersi l’entrata in scena: House e Thornton in sella a qualcosa che lei non aveva capacità di vedere – ma aveva studiato abbastanza da ricordarsi e capire che doveva essere un Thestral – che atterravano e scendevano a terra dopo un volo. Li immaginò stretti stretti, avvinghiati, per cercare di scaldarsi il più possibile e di getto si trovò a pensare che quei due dovevano essere dei tipi particolari. Forse si era sbagliata pochi minuti prima, quando salutando la sua mandria di felini, aveva espresso la sua sfiducia verso la serata.

    Avete fatto un buon volo?- Chiese riemergendo dalla stola. Sorrise lasciando il resto dei pensieri, tali. -Era un Thestral, vero? Scelta coraggiosa, a meno che non abbiate avuto una comoda sella.” Parlò la bionda, una volta notato il silenzio e gli sguardi del Dottore – cercava sempre di evitare e tamponare situazioni imbarazzanti – ma ci volle relativamente poco perché tutto tornasse alla normalità, anche la lingua di House.
    Una moto non ha occhi.” Rifletté in direzione del mago. Un modo per dire che era più sicuro in un cielo come quello che trafficavano loro, pieno di altri viaggiatori, spesso nebbia e altre insidie. Occhi e sensi in più come quelli sviluppati dei Thestral dovevano fare più che comodo. “Però, perché no?! Magari quando le temperature saranno più clementi. Mi piacerebbe vedere le luci di Londra dall'alto.” Attenzione, perché non aveva specificato quando. Janis era una di quelle capace di rimandare per anni e anni e anni un impegno - o un appuntamento - soprattutto quando non era sicura di chi si trovava di fronte. In quell'occasione però sapeva bene che poteva rilassarsi e prendere alla leggera quello che le capitava e anche i discorsi e le parole che sarebbero venuti fuori.
    Quando anche Thornton ebbe sistemato il vivente mezzo di trasporto, Janis lasciò che l'affiancasse e posizionatasi esattamente tra i due maghi ne afferrò gli avambracci per poter entrare insieme nell'adornata sala dove si sarebbe tenuta la cerimonia. “Grazie. Voi non siete di certo da meno. E... Ora che ci penso non vi ho ancora ringraziato per la vostra disponibilità.” Anche se Janis era tanta e sarebbe bastata per entrambi, doveva ammettere che non era da tutte avere ben due accompagnatori.
    Una volta entrati si fece sfilare la stola dagli inservienti dell'ingresso, rimanendo con l'abito scelto per quella sera. Audace, di un tessuto nero velluto, particolare.

    Prima di proseguire credo sia doveroso che mi presenti: mi chiamo Janis.” si rivolse così a Thornton. Gli sorrise e lo riprese a braccetto, posandogli la mano sull'avambraccio.
    Ah, Dottore, volevo sapere come chiamarla in questa occasione: preferisce mantenere i ruoli oppure possiamo darci del Tu?” Questo glielo chiese tirandoselo un po' verso di se, morbidamente, con il braccio - non voleva compromettere ulteriormente l'andatura del Medimago. “Inoltre ho una curiosità: come ti ha convinto il Dottore a venire a questo ballo, in tre?” A volte era così ingenua Janis, come in quell'occasione, che aveva appena rivolto la sua domanda a Thornton e successivamente era tornata a volgere il suo sguardo verso House. “Mi piace conoscere i retroscena! Sì insomma, cosa gli hai detto?” Sicura di volerlo sapere, tenera, ignara e innocente Janis?
    Tra la folla, presa dai discorsi, scorse comunque la cugina fasciata nel melenso e romantico abito che si era scelta - si era ripromessa di tenerla d'occhio - e soprattutto le sarebbe piaciuto farsi un po' di affari suoi e conoscere il suo accompagnatore.
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    E quindi era giunta l'ora di uscire dal suo stato di empasse e tornare a vivere, e non solo limitandosi a respirare e sopravvivere?
    Non ne era del tutto certa, gli ultimi anni le erano scivolati addosso come acqua sulle piume cerate di un cigno ed in un certo senso era stato più facile per lei. Coinvolgersi, lottare per i propri sogni, rischiare di rimanere delusa... ci voleva coraggio e impegno per queste cose, e aveva cominciato ad esaurire la sua carica.
    Piuttosto strano per una come lei, invero, ma la vita era strana e non si poteva sapere e mai dire come ti prendeva. Lo aveva imparato a sue spese.

    "Dozzinale..." Aveva soffiato scivolando accanto alla cugina.
    Sì, era in ritardo ed aveva visto dalla metà della seconda esibizione, ma in qualche modo doveva pur far percepire la sua presenza, no?
    "Oh ci siete anche voi, cuccioli di mago..." Stirò le labbra in un sorriso sofferente quando vide i tre bambini attorno ad Elis e diede loro, in ordine: un buffetto sulla guancia, una spettinata di capelli e all'ultimo rubò il naso.
    Li aveva portati, accidenti.
    Le sarebbe toccato sicuramente prenderne in braccio uno e giocarci qualche minuto.
    L'idea la rendeva insofferente, i bambini non le piacevano particolarmente e faceva uno sforzo solamente perché erano i figli della cugina.

    "Siamo arrivati a questi livelli, per attirare clienti e gente?" Apatica e un po' acida - non era in vena - ed uscire dalla sua tana la rendeva così. "Sono sicura che dopo cinque o sei giri di whiskey incendiario i clienti abituali della testa di porco saprebbero fare di meglio." Passò dietro all'uomo che con prontezza aveva concluso l'infelice battuta del ragazzo sul palco. Nello spostarsi aveva esaminato il suo profilo con sguardo tagliente, poi si era sistemata accanto alla bionda. *Dimmi che non ho sentito quello che ho appena sentito... Sì, ha proprio la faccia del maschilista.* Alzò gli occhi cerulei al cielo per poi farli finire sulle palette utili alle votazioni: un ottimo modo per dare votacci a caso e sfogare così le sue frustrazioni.
    Pochi istanti e venne presentata l'esibizione successiva, di cui Janis non capì praticamente nulla. Guardò nuovamente Elis, poi i bambini cercando di capire se si stavano divertendo. Forse doveva solo lasciarsi andare e non farsi infastidire da qualsiasi cosa! Ma per quello, c'era bisogno di bere.
    Sì, doveva decisamente bere.

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    Al turbinio di pensieri si aggiunse anche il pensiero della sistemazione del locale: dopo l'attacco dei draghi e dei troll - sguinzagliati dal caro governo Moon - diverse pareti della testa di porco erano state rovinate dalle fiamme - che prontamente Astrid e Fred avevano cercato di spegnere - ma i danni comunque erano rimasti, e anche se celati da un tocco di magia, andavano sistemati. Doveva solo trovare tempo, modo, e un paio di spalle maschili da sfruttare. Ripose l'ennesima tazza, infine si trovò a sussultare di fronte ad un uomo che non ricordava aver visto entrare. In tutta risposta, il colore dei suoi capelli divenne più caldo e acceso, un tenue color ramato, ma per pochi istanti, il tempo di una fiammella danzante, che sopisce troppo presto per il poco ossigeno. Anche i suoi occhi si spalancarono per la stessa frazione di tempo, ma lo spavento non le fece scivolare di mano alcuna tazza. Potevano tradirla i capelli, ma i riflessi erano ottimi.
    Le bastò fare mente locale, ricordarsi che si trovava alla Testa di Porco e che era normale che i clienti affollassero quel posto. Normale, al contrario, non era farsi cogliere con la testa fra le nuvole e intenta a dialogare da sola. - E di teee... Possiamo dire che continuerai a parlare da sola, perderai anche il lume della ragione. O forse già l'hai perso? - A suo dire, però, altrettanto anormale era rivolgersi a quel modo ad una perfetta sconosciuta. Soprattutto se deve servirti da bere, e ci avrebbe potuto mettere dentro chissà quale intruglio sconosciuto o corporale. Ma i clienti dei locali di Hogsmeade erano così, un po' burberi, sempre con la voglia di scherzare - o forse no? - e attaccar briga. Dovevano pur distrarsi a loro modo?! E chi era Miss Kellar per privarli di quel divertimento? Aveva avuto abbastanza esperienze alla Stregaccoglienza del San Mungo - e con i peggiori individui afflitti dalle peggiori malattie magiche - da poter assicurare che quello era persino un modo simpatico per attaccare bottone se faceva fede alla media.
    Occhi color ghiaccio, capelli corvini, cipiglio arrogante ma emblematico. Non un tipo da idromele, e nemmeno da burrobirra. L'assenzio di zucca era troppo sofisticato, e per un carattere così, ci voleva qualcosa di forte e quasi aspro, che ti rapiva la bocca e ti faceva quasi lacrimare. Tra le tante cose, Miss Kellar era esperta anche di bevande alcoliche e non - tutta esperienza vissuta sulla propria pelle, la sua. -
    "In realtà qualche volta sento il bisogno di parlare con qualcuno di intelligente... e allora mi tocca."
    Soffiò melliflua in tutta risposta, stando al gioco di quell'uomo che ancora non era riuscita ad inquadrare. Rispose in modo - se vogliamo definirlo così - saccente, ma comunque celato da un tono giocoso, ironico. Arricciò le labbra in un sagace sorriso, poi si voltò per recuperare due bicchieri vuoti, del ghiaccio, e una bottiglia di Whisky Incendiario invecchiato quarant'anni.
    "Secondo me, sei un tipo da whisky. E se mi sbaglio e non ti piace, questo giro lo offre la casa!"
    Tanto pagava Elis! Era sempre bello fare gli spendaccioni con i soldi degli altri.
    Versò il liquido ambrato nei due bicchieri dalla grandezza adeguata, dall'impeto un paio di gocce rimbalzarono sul bordo superiore del vetro, senza però colare fuori.
    "Alla salute! E al risorgimento della nostra comunità magica dopo questo periodo di decadenza.
    Posso dare un nome al tuo volto...?
    "
    Fece scorrere sul bancone il bicchiere dell'uomo fino alla sua posizione e ondeggiò quello che reggeva in mano sempre verso di lui, come a voler brindare.
    "Io sono Janis! E... che cosa ti porta fin qui, oltre alla buona marca degli alcolici che smerciamo? Non ricordo di averti visto prima."
    Se non si era notato, cercava di capire cosa frullasse nella testa di quell'uomo, per riuscire ad inquadrarlo meglio. Ed era noto di come chiunque si sbottonasse - a volte in tutti i sensi - dopo un paio di bicchierini.
    Si poteva capire molto di una persona da quello che beveva, e da come trattava le persone che non conosceva. E poi la Kellar non poteva di certo dare sfoggio di tutto il suo caratterino piccante e talvolta prepotente. Non quando doveva fare le veci della cugina, un angelo sceso in terra, praticamente - nonostante le ultime scelte di vita che aveva intrapreso - le avrebbe rovinato la reputazione del locale.

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    Quindi era questo che significava il detto: "Grandi poteri derivano grandi respondabilità"? Se lo stava chiedendo da parecchi mesi, da quando la cugina Elis Black le aveva appioppato la gestione della Testa di Porco, e lei, da brava parente, l'aveva disertato fino a pochi giorni prima quella sera.
    Faceva qualche apparizione, controllava con occhio vigile i ragazzi che lavoravano li - che tra l'altro gli ricordavano amaramente la scuola, e quindi, Cadaverius e lo spaventoso incidente - poi spariva.
    Le risultava difficile dividersi tra il San Mungo - quello invece le ricordava i fugaci baci con Moon il giorno del risveglio, e la facevano stare piuttosto male - la sua vita privata, e la Testa di Porco.

    Quella sera, però, era riuscita a trovarlo un po' di tempo, e si stava rigirando delle tazze tra le mani. Le asciugava meticolosamente con un panno pulito, poi le riponeva al loro posto. Avrebbe trasmesso una strana sensazione ai ragazzi che lavoravano giornalmente li dentro? Ritrovarsi quella strana donna dietro il bancone... non era loro abitudine, lo sapeva bene.
    Eppure non lo vedeva come un problema: era così presa dai pensieri che inizialmente non si era nemmeno resa conto che qualcuno era entrato nel locale.
    "Sono successe così tante cose negli ultimi tempi..." sussurrò, portandosi una tazza più vicina al viso. Strinse gli occhi e la studiò, come se ci fosse stata una scritta minuscola ed in un alfabeto arcano che non comprendeva. "...ho perso la cognizione del tempo. E di me..." Un altro sussurro, poi ripose la tazza al suo posto, scuotendo con vigore la chioma bionda. Era rilassata, e non si era resa conto che i suoi pensieri erano diventate parole.

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    A sprazzi le veniva la sensata voglia di andarsene da quell'ufficio e ringraziare calorosamente Mortimer Cadaverius per non averle prestato attenzione ed averle così, evitato di commettere il terribile errore di passare altro tempo in compagnia di un tale ed evidente cerebroleso. Ma la ragazza anche in quel caso cercò di guardare il lato positivo, non si sarebbe mai e poi mai presa una sbandata per quel tale, così strano, che non la stava nemmeno a sentire e, Morgana, la cosa che la faceva imbestialire di più era proprio il non essere presa in considerazione. Era in quei momenti che un'indispettita Kellar dava il peggio di se. Seduta sulla punta della sedia tesa come una corda di violino afferrò l'acqua e si alzò, per appoggiarla proprio sulla "cesta per il pane" del suo plasticoso paziente. "Prego." Cinguettò a distanza ravvicinata.
    Cosa doveva fare per essere ascoltata da quella testa pelata?! "Mi scusi signorina, che diceva sul cornetto al cioccolato?" Ecco, appunto. BUUUZZZZ. Che puffola era quel rumore?! "Che secondo me è la soluzione!" Alzò il tono di voce per farsi sentire. "Provi a metterlo qui, nello stomaco, al posto delle farfalle, vedrà che il vuoto verrà colmato e questo fastidioso rumore smetterà! Il cioccolato è sempre, la soluzione a tutto!" Sapeva bene che non aveva detto quello, ma voleva prendere un po' in giro il Signor sonotroppoimpegnatoperascoltarti Cadaverius, così concluse con un enigmatico - ed urlato, vista la confusione che si era creata: "Perfetto! Dieci minuti prima dell'inizio della festa ci incontreremo all'uscita che porta al lago. Allora l'aspetto Mortimer, cerchi di non farmi attendere, ci rimarrei davvero male!" A quel punto l'uscita di scena era d'obbligo, sperando che avesse capito qualcosa tra tutto quel trambusto… e che avesse accettato di accompagnarla a quel ballo. Ma davvero, Janis avrebbe cambiato idea se fosse rimasta un minuto di più in quell'ufficio. Sventolò la mano di fronte al pallore cadaverico di Mortimer e sorrise allegra. Dopodiché si avviò verso l'uscita per lasciare il Professore ai suoi doveri. L'aveva detto lei, che gli avrebbe rubato solo pochi minuti!


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    Lo sapeva che doveva passare il rullo toglipeli dall'abito prima di uscire! Non l'aveva fatto, e ora quello era il risultato: aveva un gatto in amore tra le braccia che emetteva gorgoglii e lamenti strazianti mentre rovistava nel suo davanzale alla ricerca della sua Budina, la sua Maine Coon femmina, in calore.
    "Buono… fufi, buono! Non sono io quella in caldo." Cercò di scollarselo di dosso, ma quello più lei tirava, una volta afferrato per l'addome, più lui affondava le unghie per non staccarsi. AH AH! Con una mandria di gatti in casa pensava che non sapesse come fare? Lo acchiappò per la collottola - punto che ammosciava i gatti e li rendeva inermi - e lo rispedì dal suo padrone, facendolo scivolare raso pavimento con il peloso sederino. A quel punto, rialzandosi, notò l'operazione chirurgica in cui era immerso il pelato Cadaverius, gli alambicchi e il calderone, intento a borbottare strane forme di fumo violaceo. Pozioni? Janis adorava, le pozioni.
    "Scommetto che sta preparando la... - fumo viola, odore pungente e forme che evocavano l'occulto e il maligno - …pozione della fatalità!" Non doveva voler molto bene alla persona a cui era destinata. Arricciò le labbra in un sorriso, quando, dopo diversi attimi, Mortimer si ricordò il suo cognome e la invitava ad accomodarsi. Era burbero, terribilmente burbero, ma a modo suo disponibile. Altro punto a favore, con quei modi inusuali e strani non somigliava per nulla al principe azzurro.
    Doveva ricordarsi una cosa però, la bruna. Non doveva accettare nulla da bere che si fosse trovato già in quella stanza prima del suo arrivo, correva seri rischi di finire nel suo caro e amato luogo di lavoro - il San Mungo - senza che iniziasse il suo turno e per altri motivi! E comunque era certa che non gliene avrebbe offerto. Non era tipo da offrire anche da bere, magari insieme a dei pasticcini al retrogusto di testa di runespoor. Si osservò in giro, per tutto il tempo in cui il professore rimuginò su cosa chiederle, per poi uscirsene con uno scorbutico quanto apprezzato - Cosa ci fa qui? - Le sue ciglia sbatterono più di una volta. Era sconcertata. Era quello che voleva, no? Era la sua occasione, doveva semplicemente chiederglielo.
    "Ha impegni per la serata del ballo?" Secca, chirurgica, senza indugiare troppo. Il contrario di Mortimer, insomma. S'irrigidì sulla sedia come se d'un tratto si fosse trovata un manico di scopa su per lo sfintere. Mortimer continuava a guardarla come un pesce fuor d'acqua, e quello che era ancora peggio, senza rispondere. Si schiarì la voce e i suoi capelli cambiarono tonalità, diventando di un intenso rosso fuoco.
    "Perché, ecco, mi piacerebbe andarci e... le volevo chiedere se le andava di accompagnarmi." Ce l'aveva fatta! No, doveva sottolineare una cosa, era di vitale importanza. "In vesti di professore e assistente, ovviamente." O Trilly e Peter Pan, volendo. I puntini sulle i erano il suo forte.

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    Curioso, come Miss Kellar dopo quell'incarico affibbiatole - a seguito di un accordo tra House e la Vicepreside della scuola - trovasse quasi piacevole la compagnia di Mortimer Cadaverius. Era strano, molto strano, puzzava, faceva rumori strani ed addentava oggetti di qualsiasi genere, masticandoli. Non era il tipico uomo a cui interessava una cosa sola e questo rincuorava la - donna con i capelli a semaforo. Lei e la sua eterna diatriba con i soggetti del sesso opposto, avevano trovato un individuo che non faceva testo. L'avete vista tutti la paura più grande di Janis, vero? Bene, stare accanto a Mortimer Cadaverius l'avrebbe salvata dalla disfatta e l'avverarsi del suo timore più grande. Non sarebbe diventata un'ochetta cerebrolesa, accanto a lui. *Come Morgana glielo chiedo? Spero che non si faccia idee strane e che soprattutto, non gli vengano idee strane con il passare del tempo* Era davanti alla porta del suo ufficio - pensava seriamente di trovare al suo interno una bara al posto della scrivania, e di vederlo sbucare fuori con dei pipistrelli in bocca. C'era da aspettarselo, da un soggetto simile. Tre secondi di pausa e… Toc toc.
    "Signor Cadaverius, è in ufficio? Le rubo solo un attimo!" Squittì da dietro la porta la - ora - bruna Janis. O la va o la spacca! Se non andava avrebbe passato la serata a coccolare il suo zoo di cani e gatti che le facevano compagnia in casa.


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    Le braci del camino della Testa di Porco presero a modificarsi, assumere le forme del viso di Janis e ben presto, la sua voce riecheggiò nella sala del locale.
    "Eliiis, Eeeeliiis, ci sei? E' l'ultima manciata di polvere volante, non ho molto tempo, raggiungimi."
    Un attimo di attesa, prima che Janis parlasse ancora.
    "Andiamo, smetti di tracannare Idromele e vieni fuori!"
    Ridacchiò divertita e le braci scoppiettarono insieme a lei. Poi la chioma bionda e i lineamenti dolci sbucarono dalle scale. Elis sembrava sorpresa.
    "Sono nel camino e no, non è l'effetto dell'Idromele! Avvicinati!"
    Attimi di suspance, prima di sbrottare in un ordine invito carico d'entusiasmo.
    "Inaugurano il Mani di Fata, ne hai sentito parlare vero? Sicuramente ne sai più di me, li non fate altro che passarvi i gossip del mondo magico! Allora... Sono quasi le diciotto, quindi... Hai un'ora e tre quarti di tempo per prepararti, poi ti passo a prendere.
    Niente no zucchero, un po' di relax ci farà bene! E non guardarmi cosììì-a dopo!"

    Neanche il tempo di ribattere, che il camino tornò ad essere un ammasso di carboni ardenti. Ecco, quella era Janis, l'enigmatica cugina di Elis Black.
    19:45, spaccate, la Kellar era sotto la finestra della bionda cugina in procinto di urlarle di scendere che era già tardi - anche se l'innaugurazione cominciava effettivamente alle 20:00.
    Stava per dare sfoggio delle sue corde vocali, quando il portone si aprì, facendo intravedere un'elegante Black.
    "Ciao splendore!"
    Trillò, saltandole al collo. Non che Janis si comportasse sempre così, anzi, solitamente stava sulle sue ed era piuttosto fredda, ma con una familiare proprio non riusciva a trattenersi. Inoltre, non vedeva Elison da una vita.
    "Sei pronta? Ma sì, tu sei nata pronta! Andiamo."
    Le afferrò la mano, chiuse gli occhi, trovò la bacchetta e l'agitò un poco. Pochi istanti preceduti dallo strappo all'ombelico e le due eleganti signorine si trovarono fuori dall'enorme castello.
    "Uno spettacolo, non c'è che dire! Di notte dev'essere più bello rispetto al giorno... Tutte queste luci... E non dire che è romantico perché non lo è affatto. E' bello, punto."
    Sì, conosceva perfettamente l'animo dolce e melenso della cugina che sicuramente stava già fantasticando sul trovarsi lì insieme al suo Paul Hewson. Uomini. Una visione totalmente diversa rispetto all'immaginario di Janis.
    "Guarda, li dev'esserci il tuo locale!"
    La bionda aveva additato una via del paese visto dall'alto di quello strapiombo, che s'intrecciava con un'altra. Sempravano tanti piccoli quadratini, da lassù, le case ed i negozi.
    "Ma ora entriamo, inizia a fare freddo!"
    Fece il suo ingresso la strega, elargendo sorrisi e buonasera a profusione. In fondo era tutto gratis no? Un buon compromesso quello di non dover tirare fuori galeoni su galeoni, anche perché, parliamoci chiaro, stare anche solo una notte in un posto come quello non tutti potevano permetterselo.
    "Lo so che c'è il buffet, ma c'è modo di avere qualcosa di caldo per me e la mia cara amica?"
    Le indicarono il bancone, probabilmente la zona bar. Janis trascinò la cugina fino li sotto e con tanta grazia la bionda vi posò sopra gomiti con tanto di seno -pesano eh!-, poggiando poi il mento sui palmi delle mani.
    "Buonuomo, qui due infreddolite madamigelle avrebbero bisogno di qualcosa di caldo. Crede che è possibile averlo? Qualsiasi cosa..."
    Aveva richiamato l'attenzione del barista, facendo la svenevole e sbatacchiando le lunghe ciglia in sua direzione. Lo faceva apposta, decisamente. Di tanto in tanto si divertiva a fare la parte di quella che proprio non era. Ad esempio, a lavoro, Janis, era la persona più antipatica ed indisponente del pianeta. Cosa che alla reception di un ospedale come il San Mungo proprio non doveva permettersi. Nessuno si era mai lamentato, però.
    Mosse il busto da una parte all'altra, facendo ballonzolare un poco il davanzale.
    "...E si può sapere chi sono le fortunate proprietarie di questa meraviglia? Vorrei congratularmi!"
    Cinguettò guardandosi attorno. Dal via vai sembrava che da un momento all'altro ci sarebbe stata... Una sfilata?

    scussate, io ed Elis ne abbiamo approfittato subito =ç=
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    blendozzzomy

    mysticn


    DDD:
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    boooh.

    mad1r
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    Ellie :omg: è bellissimo!

    Se piacciono bene, altrimenti CESTINEN :riot:

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    CITAZIONE (tori´ @ 14/6/2011, 22:00) 
    Daph,invece è molto carino anche il tuo! Migliori di giorno in giorno :sese:
    Janis,ho provato qualcosa ma forse è troppo contrastato e scuro non so!
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    Lo so,non sembra un set,ma per usare l'immagine che ti piaceva ho trovato solo questo modo! Chiedo venia çOç

    CITAZIONE (-Ophelia- @ 14/6/2011, 23:10)
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    CITAZIONE (•Fay• @ 14/6/2011, 23:35)
    AHHAHAHA ho ignoranto del tutto le tue direttive, scusa chiaru!
    ho fatto anche un blend a caso..ed è uscito cattivissimo!

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    :oci:
    Siete delle mostre *___________*
    Mi piacciono tutti da matti e............... Silviuz io l'ho sempre saputo che quando fai di zucca tua escono delle meraviglie *_* l'ultimo è da paura poi :sbav:
    Me li arraffo tutti, li alterno e li ficco anche da qualche parte tipo la scheda o il memo :oci:
    Grazie a tutte *_*
    Tori, Ophelia, Silviuz :quo:
    Cancello la richiesta, sono a posto per un bel po' adesso :salt:
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    CITAZIONE (•Fay• @ 20/3/2011, 15:49) 
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    O___________O bellissimo Sil, complimenti!!! *___*
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    Benvenuta Kioi (;
184 replies since 15/12/2006
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