Posts written by Mr_Vodoun

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    Si volta e noti che sembra sorpreso dalla tua domanda, in realtà è stato solo colto in flagrante.
    La tua faccia esprime il nulla, seguiti a guardarlo mentre con la sua aria piccata è convinto di rimetterti al tuo posto.
    Come è fragile la natura umana, se solo volessi ti basterebbe davvero poco perchè con lo stesso capo altezzoso si inchini al tuo volere.
    Ma non appena ha aperto bocca hai effettivamente perso di interesse, stai per superarlo e passare oltre quando è lui questa volta a dimostrare curiosità.
    Allora ti fermi e volti il capo di lato per scrutarlo.
    -Studio altro- gli concedi – tuttavia non ho nulla contro questa materia- cosa che non si può dire di lui.
    Non ti è sfuggito come abbia trattato il ragazzo che prima di te aveva avuto l'ardire di uscire da quell'aula.
    -Ti credi superiore a tutti loro?- chiedi e intanto avanzi, discorrere con lui non ti impedirà certo di andare alla tua prossima tappa. Legilimansia applicata.
    -Se si, in cosa- le tue non sembrano delle domande, non c'è mai un'inflessione interrogativa in esse, eppure non danno adito a dubbi, lo sono a tutti gli effetti.
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    Hai la schiena poggiata alla fredda parete che dà all'aula di Negromanzia avanzata, tra le mani un capello che ti si è posato addosso desideroso di essere maneggiato da te.
    Non sai a chi appartenga ma non te ne importa molto visto che la scoperta fa parte del divertimento.
    Una piccola ampolla vuota ne sarà il contenitore, lo riponi in essa e da lì ad adagiarsi nella tasca destra della tua tunica nera con intarsi dorati.
    La gente dice di te che sei ancorato allo scorso secolo, oramai i maghi si amalgamano alla società non magica indossando persino i loro costumi.
    Ma tu non hai intenzione di voltare le spalle alle tue tradizioni, magiche o non magiche che siano.
    Quando hai finito di masticare la liquirizia che ti è stata gentilmente stata donata dalla Williams, stacchi le spalle dal muro e sputi lateralmente la corteccia.Hai beccato in pieno uno dei vasi che contengono i cespugli farfallini che decorano la struttura, sei pronto per una nuova lezione al piano successivo.
    Un'aura oscura incrocia il tuo cammino e ti incuriosisce al punto da far si che il tuo sguardo si sollevi e si possa posare sulle spalle dell'interessato.
    Ha una chioma bionda e lo superi in altezza di abbondanti cinque centimetri.
    -Ti sei perso?- chiedi notando una certa incertezza che ti viene comunicata più che altro dal suo continuo guardarsi attorno.
    La tua voce dovrebbe averlo convinto a voltarsi e solo allora potrai vederlo in volto. Fino ad allora ti chiedi che consistenza possano avere i suoi capelli e che tipo di sorte potresti riservagli.
    Sicuramente una tua bambola sarebbe felice di averne come accessorio di bellezza, non puoi negare che luccichino come spighe di grano in estate.
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    Lui dà sempre ottimi consigli, anche quando possono sembrare delle pessime idee, anche quando lo sono al novanta per cento dei casi.
    Si siede assieme a lei, la osserva, è incantato dal suo viso così spigoloso, chiaro, sembra di porcellana.
    -Per me, Thè- forse troppo immerso nel suo meticoloso studio dell'altra e particolarmente assorto nei suoi pensieri, l'accento predominante mentre pronuncia la parola Thè è particolarmente marcato.
    -Sono convinto sia il campo più affine alle mie capacità, mi da modo di crescere e sviluppare maggiormente la mia magia- ne è così convinto che non vede l'ora di provare giusto un'idea che gli è balzata nella mente proprio ora che ha davanti la ragazza.
    -Sei una fonte inesauribile di ispirazione per me, liefie- le dice convinto – potremmo rivederci, secondo i tuoi impegni, uno di questi giorni?- non ha ignorato la domanda che gli ha posto, semplicemente ha rimandato la risposta.
    Ora però non indugia oltre.
    -Nel mio regno ci sono delle situazioni in cui si è indotti a sacrificare qualcosa, o qualcuno, per un bene superiore, io sono stato sacrificato al tempio dei Pitoni in Ouidah e loro mi hanno restituito alla mia famiglia con un nuovo spirito, quello di Dagbe . Da allora ho imparato tutto ciò che dovevo e che gli spiriti hanno voluto tramandarmi- si ferma e la guarda, sorseggia una goccia del thè che gli è stato portato, si lecca le labbra e poi torna con lo sguardo su di lei – la mia casa è con me, qui- le indica il cuore – cosa importa se ci sono palazzi e grattacieli al posto di terra e fango?- il suo è un concetto diverso, la sua casa è un limite, gli manca ma per questo ne resta lontano.
    Quello che sa, quello che ha imparato, lì non avrebbe potuto farlo.
    Bisogna fare dei sacrifici per un bene superiore, la conoscenza.
    -Mi conosci, io sono un'ombra, ho legato con pochi, non mi interessa la quantità, quanto più la sostanza.
    Ma ora.. -
    fa un attimo di pausa spostando di lato il tovagliolo con la quale si è pulito -parlami di te, Audrey-
  4. .
    Veloce il messaggero di Abasì fuoriesce dalla sua bacchetta per raggiungere Damien.
    Gli ha parlato di questo ragazzo, ora vuole che lui lo conosca di persona.
    E' silenzioso, molto, essenziale nell'espressione linguistica, ma si capisce molto dalla postura e da quello che non dice su quali siano i suoi reali intenti.
    Abasì lo osserva, anche la sua mente prende appunti, traccia delle linee invisibili sulla quale apporre dei dettagli.
    Convinzione, audacia. Fedeltà.
    Usa un termine preciso per esprimere quello che vuole.
    Dice “Plasmami”.
    Allora Abasì si volta piano, lo guarda, si avvicina persino a lui e posa la sua mano nera sul volto chiaro del ragazzo.
    Sono così diversi esteticamente che la sua mano sembra pietra dura su qualcosa di morbido da modellare.
    Ma quello che deve essere plasmato si trova dentro di lui.
    -Cosa sei disposto a mettere in gioco?-
    la mano scivola via, le sue parole aleggiano nell'aria mentre si sposta al lato diametralmente opposto al suo.
    -Noi veneriamo la natura e gli antenati, crediamo che i vivi e i morti coesistano fianco a fianco: il mondo dei morti è sovrapposto a quello delle persone e vi si può accedere grazie a una serie di spiriti intermediari, che sono un legame anche con dio . Era questo il fine della mia domanda, sei in grado di controllare il tuo istinto?
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    -Probabilmente hai ragione- lei lo conosce abbastanza, ne è dimostrazione il fatto che sa perfettamente quali siano le cose che lo entusiasmerebbero al punto da non preferire cadere nell'oblio più profondo.
    -Tutto sommato .. è accettabile- Carradine era severo, sadico, e tante altre cose, ma lo era quanto bastava per forgiarli a non essere dei deboli.
    Lui non ne aveva risentito, la vita in quel castello era trascorsa normalmente, come in qualsiasi altro posto.
    Le fa segno di uscire da quell'antro per dirigersi verso la fantomatica caffetteria.
    Sono uno affianco all'altro, i passi cadenzati e per nulla frettolosi li spingono dapprima verso il giardino, è necessario attraversarlo per raggiungere la parte opposta, in alternativa a un percorso ancora più lungo e insidioso.
    -Potreste indossarne una, e vedere se si impossessano del vostro corpo- lo aveva detto con profonda serietà, ed effettivamente questo era il metodo più scontato e semplice, tuttavia percepiva l'ansia e la paura dalla sua amica quindi le rivolse un sorriso – potete semplicemente chiuderle in sarcofagi e lì lasciarle.
    Non sempre è il caso di conoscere cosa celino certi artefatti antichi-

    Decide di non rispondere sulla natura di questi spiriti passando direttamente a quelli che sono i possibili messaggi da trasportare – puoi immaginarlo, dipende da chi era il destinatario del carico.
    Possono essere coordinate, gesta, piani strategici per un fine particolare. Come può essere niente-
    non è importante rivelare la natura dei messaggi, la lingua in cui sono trasmessi è arcana, antica, quasi in disuso, lui ne è certo, così come è certo che non ne verrebbero facilmente a capo senza un traduttore capace.
    -Eccola qua- le indica il locale e vi entra dentro subito dopo di lei.
    -Cosa gradisci?-
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    Una lezione come un'altra, niente di che per il giovane mago quest'oggi, se non il bisogno di consultare alcuni tomi in biblioteca.
    Allora si dirige con la sua solita flemma proprio in quella direzione; non si accorge degli sconosciuti che girovagano per il campus se non quando viene affiancato da uno di loro.
    Lo fissa, come è solito fare.
    Non parla, lascia che sia lui a farlo.
    Ricorda questi lineamenti, in quella notte di qualche mese prima quando il ragazzo, particolarmente dedito alle arti oscure, gli ha chiesto di insegnare lui qualcosa.
    Qualcosa in merito alla sua arte.
    -Vieni con me- gli dice solo questo, in fondo avevano una specie di accordo, “trovami” e lui, per mera casualità o per tenacia, alla fine lo aveva trovato.
    Al posto di optare per la biblioteca Abasì deviò verso quella che era una camera oscura, celata ai più, privata per chi, come lui, a volte voleva fare qualche esperimento.
    -Di preciso cosa vuoi sapere?- la sua bacchetta si prodigò per accendere le luci delle fiaccole annesse, sul bancone davanti a loro solo macchie di sangue.
    -Chi è il tuo dio?-
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    Non sta bene, non sono solo i pensieri del piccolo figlio del compagno a occuparle la mente, lo sapeva lui, lo sapeva anche la ragazza.
    Ma Abasì non era solito insistere, soprattutto quando poi poteva leggervi la risposta in altro modo.
    -Provvederemo allora, il campus ha una caffetteria di tutto rispetto, dove la cioccolata è ottima, e anche il resto-
    Sorride al ricordo di quel bizzarro interludio con altri della sua età, uguali in questo diversi in tutto il resto – è andata come doveva andare, il compagno è caduto, io sono andato avanti, per poi venire eliminato in prossimità della fine- chiude il tomo, lo ripone da dove lo ha preso – sai come sono fatto, dopo un po'.. mi annoio- e quando subentrava la noia allora tutto intorno a lui perdeva di significato, che fosse una sfida, un esame, qualsiasi cosa.
    Tranne lei.
    Lei non le veniva mai a noia.
    -Carradine- dice – il preside di Durmstrang?- è stato il suo professore di arti oscure, non stenta a credere cosa nello specifico hanno potuto fare, sebbene nulla che si possa avvicinare a quello che loro hanno fatto.
    -Ed è uno dei motivi per la quale continuo a venerarti, nonostante le intemperie tu non ti pieghi.. mai- e la voglia che fosse lui a farlo si alimentava sempre di più, di volta in volta.
    Un'ossessione la sua, una fitta rete che avrebbe creato man mano, fino al totale compimento.
    La vede aprire la borsa, tirare fuori una busta sigillata, dentro vi era una di quelle maschere.
    Abasì si sarebbe riscoperto con un ghigno sul volto se davanti non avesse indossato una delle sue maschere personali.
    Inevitabilmente gli viene in mente Damien, il corpo senza vita disseppellito da entrambi, la mano mozzata, lo scopo legato ad essa.
    -La tua è indubbiamente una giusta domanda, immagino non ti sia ancora data una risposta- subdolo Damien, ma geniale.
    -Perchè pensi che le due cose siano legate?- guarda ancora la maschera che ha davanti e sente in essa la magia nera che preme di uscire a gran voce.
    -Sai, la persona che indossa una maschera del genere, durante un rituale, perde concettualmente la propria essenza umana, si trasforma nello spirito rappresentato dalla stessa.
    Colui che indossa la maschera diventa un messaggero, tra l'uomo e lo spirito.
    Che contengano le anime degli indossatori?-
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    -E’ vero- le dice sorridendole – ed eccoti qui- è sempre stata una ragazza di parola, e anche questa volta non ha deluso le aspettative.
    La osserva e vede in lei qualcosa di diverso, stanchezza forse, che le sue visite notturne non siano gradite?
    -Stai bene?- le chiede quindi inclinando il capo per studiarla meglio.
    -Preparo il mio prossimo esame, l’occulto nei secoli, questo testo risale a un decennio prima dell’anno mille.
    E’ così antico che ho timore di rovinarlo-
    si sa, la cautela con certi manoscritti non è mai troppa, questo è stata una rivelazione, ancora si chiede cosa ci faccia così alla portata di tutti.
    -Di recente abbiamo fatto un esame. Interessante come dinamica, in coppia con studenti di altre facoltà. Chiaro che lo scopo non era primeggiare quanto più collaborare.
    La fine arte dell’illusione
    - poggia la schiena alla sua seduta e ride – seguita da una lotta alla supremazia.
    Subdola ma interessante
    - in rapida successione chiede di lei – cosa succede nella tua vita da impensierirti tanto, amica mia?-
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    Abasì sfoglia con interesse dei volumi di magia molto antichi, li ha scoperti in un reparto della biblioteca che a un occhio poco attento poteva sembrare persino abbandonato.
    Incompleto.
    Invece stava lì apposta per lui.
    E’ immerso dalla polvere ma questo non gli dispiace.
    Ha passato notti intere a sfiorare il corpo di Audrey Ramirez e quel giorno l’aspetta, devono parlare di alcune questioni.
    Non sa quali, ma pur di vederla è disposto anche a soprassedere ai dettagli.
    Sta annusando una pagina in particolare quando la sente alle sue spalle.
    -Audrey- un ghigno gli compare sulle labbra poi lo mette da parte e si volta verso di lei.
    -Sei qui perché ti sono mancato?-
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    Abasì è rimasto ad osservare la scena per tutto il tempo, il ragazzo sembrava reticente, forse non credeva nella sua magia.
    Male. Pensa . Molto male.
    Quando lo vede cadere ai suoi piedi, solo in quel momento lui capisce in pieno quale sia il vero potere nel poter controllare le azioni di qualcuno e poterlo fare senza il bisogno della maledizione imperius.
    Perché l’imperius puoi anche arginarlo se sei un mago capace.
    Dice “Insegnami”.
    Non puoi. Questa magia è originaria del suo mondo, della sua vita, della sua esistenza.
    Il dio lo ha accolto come figlio e in seguito a questo gli ha donato il potere e il controllo.
    -Cercami- gli dice – se sei interessato c’è tanto da scoprire- prima però deve trovarlo.
    Si chiede quanto ci metterà, quanto sia motivato nelle sue intenzioni.
    Chissà.
    Cammina silenzioso fino poi a smaterializzarsi totalmente.
    Chissà.
  11. .
    Non c'è niente di peggio di un miscredente.
    Abasì lo sa, così come intuisce dalle espressioni del ragazzo che non crede nella sua magia.
    Lui pensa forse si tratti di una pagliacciata.
    La religione che sta alla base, la cultura, la storia.
    Ora ride lui, tra poco riderà Abasì.
    E non vede l'ora.
    Ride mentre lo vede ubbidire alle sue parole.
    Ride mentre lo osserva e questa volta non c'è più l'aria di scherno, baldanzosa e pregna di superiorità che c'era poco prima.
    Si sposta posizionandosi davanti al parapetto che gli ha indicato.
    Accarezza il capo della sua nuova bambolina, il suo tocco ora sarà percepito dal ragazzo.
    Col dito percorre anche il di lui collo, fino a stringerlo leggermente.
    Si sentirà soffocare, come se l'idea che di li a poco si spiaccicherà al suolo non sia abbastanza.
    Ciò che più di tutto lo ha irritato è stato la strafottenza con la quale ha accolto la sua arte.
    Pregno di ignoranza non ha voluto indagare oltre affidandosi a un perfetto sconosciuto.
    Ma si è affidato a lui o lo voleva solo deridere?
    Questo Abasì non lo sa, ma continua ad osservarlo mentre fissa l'angolo della strada.
    Ed ecco, il comando.
    -Fallo- dice in un sussurro.
    E lui lo fa.
    E' un sospiro quello che pervade i polmoni del moro mentre con un arresto momentum ferma la caduta del rosso.
    Avanza verso di lui, si ferma a un palmo dal suo naso.
    Sebbene effettivamente il suo naso ora sia quasi giunto per terra.
    -Mai sottovalutare la magia oscura- glielo dice come fosse un insegnamento di vita, se vuole coglierlo lo faccia, altrimenti ritorni nell'antro della sua ignoranza.
    Ed è così che lo lascia, appeso fino a che non sarà l'incanto stesso a scemare via.
    Tuttavia il colpo che subirà sarà sicuramente minore di quello che avrebbe meritato.
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    Gli dice no, e Abasì stranamente gli crede.
    Eppure percepisce la tensione, percepisce che qualcosa lo incuriosisce, percepisce che ha bisogno di stimoli.
    Non è forse la stessa sensazione che ha colpito lui poco tempo addietro?
    Quando tutto inizia a starti stretto, persino la tua pelle, allora è il momento di dare una svolta.
    E' così che funziona la tua mente, è così che funziona la mente di tutti quelli simili a te.
    La situazione gli è ancora più chiara quando si affida totalmente a lui.
    "Incauto" un sorriso sghembo gli compare sulle labbra.
    Si è affidato a lui, che è un estraneo, che potrebbe anche togliergli la vita in questo momento .
    Istintivamente gli viene da pensare a Damien, ai suoi progetti.
    Pensa che tutto sommato lui potrebbe farne parte.
    -Bastava anche un capello- gli dice mentre prende la sua unghia e la incastona nel corpo della bambola.
    Continua a fissarlo mentre sussurra il rituale nella lingua madre a quella che è la sua nuova creatura, la magia è compiuta.
    -Sali al piano di sopra- gli indica il piano con il capo -affacciati al parapetto e resta in bilico. Alla prima persona che vedi uscire da Nocturn salta di sotto-
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    -Non sono sufficientemente adulto per sentirmi a mio agio sentendomi dare del lei- secondo Abasì poco ci mancava per avere la stessa età, inutile prendersi in giro con quelle terminologie fondate sul mero rispetto di circostanza.
    -Ti affascina l'occulto, dunque- un sorriso gli compare sulle labbra, un sorriso intriso di soddisfazione.
    Lui ci tiene alle sue creazioni così come è convinto che la fine arte del vudù sia sottovalutata da questi Europei.
    -Bisogna sacrificarsi in nome della scienza- gli dice senza neanche voltarsi a vedere cosa sta facendo il vecchio alle sue spalle, può immaginarlo considerando che la bambola che lo rappresenta ha appena fatto una piroetta.
    -Ritengo che non me lo abbia dato ignaro.
    Non si danno così a cuor leggero parti del corpo se non si pensa anche solo per un istante che potrebbero avvalorare la tesi di qualche sinistro-
    per Abasì comunque non è concepita l'ignoranza.
    Ha chiesto, gli è stato dato.
    Fine.
    -Molto appagante- si lascia sfuggire pensando a un'altra bambolina che si trova adagiata sul suo letto.
    Le carezze che riserva alla stessa sono di natura assai più personale. Cosa darebbe per sapere se lei percepisce il suo tocco sulla pelle, se sente i brividi del suo alito lì, nell'incavo del suo collo.
    Saturo del suo esperimento tira via quel dente cariato dalla sua bambola.
    Lo getta via e nello stesso momento la carcassa dell'uomo si accascia per terra esausta.
    Gli è comunque chiaro quanto il cuore di quel ragazzo sia ben tenuto in un involucro di oscurità.
    "Bene" pensa, "molto bene".
    Ora però vuole testare fin dove riuscirebbe a spingersi.
    -Prima di impartirne, devi provarne- gli dice allora allungandogli la bambola ora tornata alla sua originaria libertà.
    -Perchè non provi a darmi qualcosa di te?- lo sfida -hai paura?-
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    “Interessante” pensa notando come il ragazzo dai capelli rossi tergiversa sulla natura della sua domanda optando per una risposta diplomatica.
    Del resto tu lo sai che si è fermato per te, ti ha visto, ti ha studiato.
    Ha tratto le sue conclusioni.
    Trova curioso il posto, trova curioso te.
    Non ha timore di dirlo ad alta voce, te lo comunica, vuole un punti di incontro.
    Vuole sapere di più, è interessato.
    L'aura attorno a lui ti invita a nozze, ti chiede di dargli credito, e tu l'accontenti.
    -Sei in errore, la mia terra è la mia Africa, questo è un luogo, ciottoli che si susseguono per facilitare l'andare- avanza di qualche passo, gli è vicino, anche lui illuminato dal bagliore del lampione sulla sua testa, i tuoi denti si intravedono, brillano come perle su quello che è un sorriso.
    -Non dovresti dire il tuo nome a chiunque. In fondo.. chi sono?- un favore che gli lancia, quello di porsi delle domande prima di presentarsi a degli sconosciuti.
    -L'odore di casa nasce dal fetido o dal piacere che si prova ad essere in salute?- prende una delle sue bambole dalla tasca, infila il dente appena preso al vecchio tra le pieghe della stoffa che fa si che sia la sua labbra proseguendo la sua traversata. Se il giovane si volta vedrà il vecchio alzarsi e mettersi a ballare, questi i movimenti che la bambolina fa tra le sue mani, per poi strapazzare dritto in una buca, quando questa si palesa davanti a lui.
    -Cosa vuoi da me?-
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    -E' affascinante- si limita a dire, e lo pensa veramente.
    Lui ama quest'aura di occulto che si cela dietro lo sguardo di Damien.
    Ragione vuole che non si sia ancora presentato - perdonami, niente di misterioso, Abasì è il mio nome- il molto piacere aleggia nell'aria ma nessuno dei due lo pronuncia a viva voce.
    Riflette ancora sulle condizioni che è necessario avere per avviare il rito.
    -Si può ricreare lo scenario. Malfattori ve ne sono, la forca si può ricostruire- per come la vede lui non c'è nulla di impossibile nel ricreare questa scena; gli viene poi in mente quel giorno in cui gli è stata nominata la stanza delle necessità dai gioviali ragazzi della scuola scozzese.
    Una stanza che avrebbe modellato l'ambiente in base all'esigenza del mago.
    Ma non ha strumenti per avvalorare la tesi, nè conoscenza appropriata per potergli spieare la teoria.
    -E' bello vedere persone entusiaste per quello che si fa. Se manca quella tutto diventa noioso-
    Si pulisce le mani ed è poco dopo in piedi - spero un giorno di rivederti, magari con la tua versione compiuta. Fino ad allora ...- prende la sua tracolla e se la mette attorno al corpo - ti auguro buon lavoro, e buona fortuna-
53 replies since 3/1/2016
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